4 Novembre 2009

Mozione per esporre il crocefisso in Consiglio regionale

CROCIFISSO

Autori della mozione sono i consiglieri Paolo Ciani, Paride Cargnelutti, Piero Tononi e Antonio Pedicini, tutti del Pdl. Riceviamo e pubblichiamo le loro dichiarazioni:

“Il crocifisso è il simbolo della tradizione cristiana che è presente nella vita di tutti i cittadini della regione, a prescindere dal loro credo religioso e dalla libertà di culto che la costituzione italiana garantisce. E’ opportuno ribadire anche che la religione cattolica, seppur con pari diritto con le altre, è l’unica espressamente citata nella Costituzione”.

“La laicità dello Stato non si misura con l’esposizione o meno del crocifisso. L’Europa non ci sarebbe senza il cristianesimo e senza identità non ci sono nemmeno i popoli. La sentenza della Corte di Strasburgo nega i sentimenti dei popoli europei e non garantisce la laicità”.

“In una sede non religiosa come quella del Consiglio regionale – commentano i consiglieri del PdL – destinata alla creazione di leggi e all’amministrazione in genere, il crocifisso potrà ancora rivestire, per i credenti, questi valori religiosi, ma per credenti e non credenti la sua esposizione sarà giustificata e assumerà un significato non discriminatorio sotto il profilo religioso, se esso è in grado di rappresentare e di richiamare in forma sintetica, immediatamente percettibile e intuibile, al pari di ogni simbolo, valori civilmente rilevanti e segnatamente quei valori che soggiacciono e ispirano il nostro ordine costituzionale, fondamento del nostro convivere civile. In tal senso il crocifisso potrà svolgere, anche in un orizzonte laico, diverso dal quello religioso che gli è proprio, una funzione simbolica altamente stimolante a prescindere dalla religione
professata dai consiglieri”.

“Nel sentire della nostra gente – conclude Ciani – il crocifisso è da sempre visto come un simbolo di accoglienza, di comunione di accettazione e questa sentenza rischia di farlo diventare simbolo di divisione ed esclusione. Cosa che non è mai stata. Il Consiglio regionale, quindi, dovrebbe esporre nell’Aula questo
nostro simbolo per ribadire quella che è la tradizione del popolo del Friuli Venezia Giulia”.

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23 commenti a Mozione per esporre il crocefisso in Consiglio regionale

  1. matej ha detto:

    .. niente da dire. se la priorita’ e’ la retromarcia. propongo anche l’inquisizione per margherita hack che non crede all’oroscopo.

  2. NoSePol ha detto:

    La sentenza della Corte Europea non ha abolito il crocefisso e non ha messo in discussione il simbolo. La sentenza ha detto che lo Stato è una cosa e la religione un’altra. Lo Stato non può discriminare sui “credo” dei suoi cittadini e nemmeno imporre simboli e tradizioni al singolo. Deve invece permettere e tutelare la libertà di scelta. La sentenza non dice che deve essere vietata l’esposizione del crocefisso in luogo pubblico. La sentenza dice che negli edifici dello Stato non si devono esporre simboli che esulano dalle funzioni dello Stato. E lo Stato riconosce come simbolo comune solamente lo stemma della Repubblica e la Bandiera Nazionale.

  3. Milost ha detto:

    La tradizione cristiana? Proviamo a fare un’indagine sulla conoscenza della tradizione cristiana da parte di coloro che ora se ne professano paladini…che dice il sesto comandamento, oppure il settimo? Proviamo anche a vedere come nella pratica sono gestiti dai nostri eroici paladini i precetti morali? Ma per favore…questo ragionare è un modo per offendere chi veramente ha una coscienza con la quale fa i conti e fede in una summa di valori da applicare nella vita di ogni giorno e nelle relazioni con ogni persona!Io non metto piede nelle chiese cattoliche proprio per non trovarmi gomito a gomito con questi ambigui personaggi cristiani, degni eredi dei crociati che mentre andavano in Terrasanta facevano fuori stradafacendo qualche ebreo e stupravano le fanciulle musulmane!

  4. cagoia ha detto:

    “che dice il sesto comandamento, oppure il settimo?”

    6. Non commettere adulterio
    7. Non rubare

    Propongo de meterli scriti ma ‘sai in grande in parlamento

  5. Gollum ha detto:

    Leggo:

    “il crocifisso è da sempre visto come un simbolo di accoglienza, di comunione di accettazione”

    E’ quel “sempre” che non mi torna.
    In nome di questo simbolo sono state fatte le crociate, sterminata la popolazione delle due americhe, la tratta degli schiavi, la prima e la seconda guerra in europa forse per vedere da che parte stava; oggi campeggia nei centri di espulsione e, sempre in nome suo, respinge i barconi con i richiedenti asilo e pretende l’adeguamento degli “altri” alla sua cultura e tradizione.
    Usa le eretiche “scienza” e “tecnologia” per mantenere in vita dei corpi che naturalmente sarebbero già decomposti e vuole imporre a tutti la lotta all’AIDS attraverso l’astensione sessuale.
    Un simbolo per sua natura dovrebbe rappresentare qualcosa di spirituale, la politica dei politicanti lo ha sempre usato “contro” per pura lotta di potere. Ridotto come la sciarpa di un qualunque tifoso da curva sud. Come in questo caso. Fuori i mercanti dal tempio.

  6. effebi ha detto:

    Invece che arzigogolare di radici culturali i proponenti avrebbero fatto meglio a dire (o fare) qualcosa di cristiano.
    Non mi piacciono i simboli, preferisco le azioni.

  7. Milost ha detto:

    Si appuntino il crocefisso sul bavero della giacca, invece che il distintivo del Rotary o del partito…o lo appendano nella autovettura blu che li conduce…o dividano il lauto pausto che spetta loro come consiglieri regionali ( lo sapete vero quanto vale il buono pasto dei consiglieri?)con chi non arriva a fine mese!

  8. Elena ha detto:

    Ai proponenti.

    “..valori civilmente rilevanti e segnatamente quei valori che soggiacciono e ispirano il nostro ordine costituzionale..”

    Balle!
    E’ una forzatura bella e buona. Una lettura della Carta Costituzionale con pregiudizio. La Costituzione – tutte le Costituzioni – è tale proprio perchè mette chiaramente nero su bianco per tutti, quali sono i valori che la ispirano. A nessuno è permesso di aggiungere, togliere, modificare od interpretare unilateralmente quel testo. Non è roba vostra.
    La Costituzione Italiana dice chiaramente e senza ombra di dubbio che lo Stato Italiano è laico. Non “sottointende” proprio niente. Non ci sono Valori che “soggiaciono” a quel testo. I valori sono proprio ed esclusivamente quelli scritti in chiaro. Punto.

  9. Victor Bergman ha detto:

    Uau che pistolotto… si sono dimenticati di aggiungere che il crocifisso – tra i suoi molteplici usi come simbolo universale bla bla – è anche efficace nel tenere alla larga … i vampiri!

  10. Milost ha detto:

    Sai che è stato il primo pensiero che ho avuto…ma ne è conseguita la domanda: cosa accadrebbe se fosse esposto in consiglio regionale ed esplicasse questa sua peculiare funzione? O quell’altra, per cui gli spiriti nefasti e bricconcelli, di fronte ad una qualsiasi croce, si immobilizzano e neutralizzano perchè non sanno quale strada prendere fra quelle rappresentate dall’intersezione dei due assi?

  11. NoSePol ha detto:

    Io invece ho pensato che c’è nella proposta di questi signori del Consiglio Regionale un messaggio evidentissimo: metodi e proposte per la regione al passo con l’Europa? Mettiamoci una croce sopra!

  12. Bibliotopa ha detto:

    Leggo:
    La Costituzione Italiana dice chiaramente e senza ombra di dubbio che lo Stato Italiano è laico.

    Dove? io la parola laico non la leggo nel testo della Costituzione , leggo invece

    Art. 7.

    Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.

    I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale

    Nota:1 (Nota all’art. 7, secondo comma).

    I Patti Lateranensi sono stati modificati dall’Accordo concordatario del 18 febbraio 1984, reso esecutivo con la legge 25 marzo 1985, n. 121 (G.U. 10 aprile 1985, n. 85, suppl.).

    Il Concordato dell’84/85 a proposito dell’ora di religione scrive all’art 9

    2. La Repubblica italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i princìpi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano… [omissis]

    Ovviamente, c’è più di uno, che, per un motivo o per l’altro, suggerisce modifiche alla Costituzione Italiana.
    O quanto meno del Concordato, richiamato dalla Costituzione.

  13. Victor Bergman ha detto:

    Se proprio vogliamo fare gli azzeccagarbugli, nel concordato 84-85 che modifica i Patti Lateranensi blabla … NON C’E’ MENZIONE di crocifissi da esporre qui o lì e nessuna altra legge prevede di farlo, quindi nessuno è OBBLIGATO a farlo.

    Da un punto di vista strettamente normativo
    l’esposizione del crocifisso in un ufficio pubblico non differisce quindi dall’esporre una qualsiasi altra decorazione.

    La sentenza della corte ha però rilevato che così non deve essere – riconoscendo quindi il connotato fortemente religioso del simbolo che lo rende incompatibile con un ufficio pubblico.

    Ironicamente, sono i “difensori” del crocifisso, con le dichiarazioni sofistiche come quelle esposte dai consiglieri regionali qui sopra e che sviliscono il significato del crocifisso, a essere i veri blasfemi!

    Viceversa sono la corte europea dei diritti blabla e chi concorda con la sentenza, a riconoscere il profondo significato del crocifisso.

  14. MANZELLA FRANCESCO ha detto:

    Assistiamo, giorno dopo giorno alla svendita dei valori, simboli che ci contraddistinguono.
    Andando avanti di questo passo, per compiacere gente che non si riconosce in un determinato ambito, aboliremo il tricolore, così oltre alla deriva da un punto di vista religioso avremo anche una deriva in campo laico.
    Entrando nel merito della questione, credo che non è corretto il modo d’agire della ricorrente e ancor di più della corte europea, in quanto il crocifisso è un simbolo che non ha nessuna funzione di evangelizzare o di catechizzare a meno che uno non voglia farlo per una libera scelta.
    A tanti cristiani, potrebbe creare un certo scompiglio coabitare con gente di fede diversa che ostenta i propri simboli, ma ciò non accade o accade in minima parte.

  15. Milost ha detto:

    Non accade perchè per un cristiano una effige di Budda o di una divinità indiana, buddista o africana o sciamana o che so io sono folclore, suppellettili, oggetti di curiosità o ammirazione estetica, tant’è che se li mette magari finti in bagno per reggere gli spazzolini da denti. Personalmente il crocefisso non trovo sia così bello come una Visnù, e nemmeno così rasserenante come un serafico Budda della compassione, ma alla fine non me ne importa nulla perchènon lo vedo nemmeno, questo è il fatto: e come non lo vedo io, così credo non ci facciano a caso a milioni. E se così è, ma a qualcuno non piace, non vedo che problema ci sia a levarlo dal muro e tenerselo a casa sopra il comodino.

  16. NoSePol ha detto:

    @bibliotopa

    In Costituzione c’è anche l’Art. 8
    Tutte le confessioni religiose sono egualmente
    libere davanti alla legge [19, 20].

    Il Concordato dell’84/85 ha un protocollo addizionale. Che recita così:

    PROTOCOLLO ADDIZIONALE
    Al momento della firma dell’Accordo che apporta modificazioni al Concordato lateranense la Santa Sede e la Repubblica Italiana, desiderose di assicurare con opportune precisazioni la migliore applicazione dei Patti Lateranensi e delle convenute modificazioni, e di evitare ogni difficoltà di interpretazione, dichiarano di comune intesa:

    l. In relazione all’articolo 1
    Si considera non più in vigore il principio, originariamente richiamato dai Patti Lateranensi, della religione cattolica come sola religione dello Stato italiano.

    Omiss

    5. In relazione all’articolo 9.
    a) L’insegnamento della religione cattolica nelle scuole indicate al n. 2 è impartito – in conformità alla dottrina della Chiesa e nel rispetto della libertà di coscienza degli alunni – …

    Omiss

    Ed è proprio quì che è intervenuta la sentenza della Corte europea:
    ..in forza del principio per cui la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche “limita il diritto dei genitori di educare i loro figli secondo le loro convinzioni e il diritto degli scolari di credere o di non credere”.

  17. santacruz ha detto:

    Dipendesse da me, il crocifisso resterebbe appeso nelle scuole.

    E non per le penose ragioni accampate da politici e tromboni
    di destra,
    centro,
    sinistra
    e persino dal Vaticano.

    Anzi, se fosse per quelle, lo leverei anch’io.

    Fa ridere Feltri quando, con ignoranza sesquipedale, accusa i giudici di Strasburgo di “combattere il crocifisso anziché occuparsi di lotta alla droga e all’immigrazione selvaggia”: non sa che la Corte può occuparsi soltanto dei ricorsi degli Stati e dei cittadini per le presunte violazioni della Convenzione sui diritti dell’uomo.

    Fa tristezza Bersani che parla di “simbolo inoffensivo”, come dire: è una statuetta che non fa male a nessuno, lasciatela lì appesa, guardate altrove.

    Fa ribrezzo Berlusconi, il massone puttaniere che ieri pontificava di “radici cattoliche”.

    Fanno schifo i leghisti che a giorni alterni impugnano la spada delle Crociate e poi si dedicano ai riti pagani del Dio Po e ai matrimoni celtici con inni a Odino.

    Fa pena la cosiddetta ministra Gelmini che difende “il simbolo della nostra tradizione” contro i “genitori ideologizzati” e la “Corte europea ideologizzata” tirando in ballo “la Costituzione che riconosce valore particolare alla religione cattolica”.

    La racconti giusta: la Costituzione non dice un bel nulla sul crocifisso, che non è previsto da alcuna legge, ma solo dal regolamento ministeriale sugli “arredi scolastici”.
    Alla stregua di cattedre, banchi, lavagne, gessetti, cancellini e ramazze.Se dobbiamo difendere il crocifisso come “arredo”, tanto vale staccarlo subito.

    Gesù in croce non è nemmeno il simbolo di una “tradizione” (come Santa Klaus o la zucca di Halloween) o della presunta “civiltà ebraico-cristiana” (furbesco gingillo dei Pera, dei Ferrara e altri ateoclericali che poi non dicono una parola sulle leggi razziali contro i bambini rom e sui profughi respinti in alto mare).

    Gesù Cristo è un fatto storico e una persona reale, morta ammazzata dopo indicibili torture, pur potendosi agevolmente salvare con qualche parola ambigua, accomodante, politichese, paracula.

    È, da duemila anni, uno “scandalo”

    – sia per chi crede alla resurrezione,

    – sia per chi si ferma al dato storico della crocifissione.

    L’immagine vivente di libertà e umanità, di sofferenza e speranza, di resistenza inerme all’ingiustizia, ma soprattutto di

    – laicità (“date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”)

    – e gratuità (“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”).

    Gratuità: la parola più scandalosa per questi tempi dominati dagli interessi, dove tutto è in vendita e troppi sono all’asta.

    Gesù Cristo è riconosciuto non solo dai cristiani, ma anche dagli ebrei e dai musulmani, come un grande profeta.

    Infatti fu proprio l’ideologia più pagana della storia, il nazismo – l’ha ricordato Antonio Socci – a scatenare la guerra ai crocifissi.

    È significativo che oggi nessun politico né la Chiesa riescano a trovare le parole giuste per raccontarlo.

    Eppure basta prendere a prestito il lessico familiare di Natalia Ginzburg, ebrea e atea, che negli anni Ottanta scrisse:

    “Il crocifisso non genera nessuna discriminazione.

    Tace.

    È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente…

    Perché mai dovrebbero sentirsene offesi gli scolari ebrei?

    Cristo non era forse un ebreo e un perseguitato morto nel martirio come milioni di ebrei nei lager?

    Nessuno prima di lui aveva mai detto che gli uomini sono tutti uguali e fratelli.

    A me sembra un bene che i bambini, i ragazzi lo sappiano fin dai banchi di scuola”.

    Basterebbe raccontarlo a tanti ignorantissimi genitori, insegnanti, ragazzi: e nessuno

    – ateo,

    – cristiano,

    – islamico,

    – ebreo,

    – buddista che sia

    si sentirebbe minimamente offeso dal crocifisso.

    Ma, all’uscita della sentenza europea, nessun uomo di Chiesa è riuscito a farlo.

    Forse la gerarchia è troppo occupata

    – a fare spot per l’8 per mille,

    – a batter cassa per le scuole private

    – le esenzioni fiscali,

    – a combattere Dan Brown e Halloween,

    e le manca il tempo per quell’uomo in croce. Anzi, le mancano proprio le parole.

    Oggi i peggiori nemici del crocifisso sono proprio i chierici.

    E i clericali.

  18. Diego ha detto:

    wow. grande santacruz! condivido.

  19. Oblivion ha detto:

    @ santacruz

    Anchio condivido.
    Ma se è così, perchè la battaglia è attorno la presenza nelle scuole?
    Perchè non si obbligano, che ne so.. i bar, i ristoranti, i negozi di alimentari?
    Perchè privati?
    Si riesce ad obbligare lo Stato, che poi obbliga tutti, mentre i privati hanno facoltà di scegliere?

    Lo dico io il perchè.. è più facile lavare il cervello di un bambino, ecco il perchè.

  20. Perché bisogna IMPORRE il simbolo del cristianesimo anche a chi cristiano non è?
    Io da domani voglio lo stemma della LAZIO in tutti i luoghi pubblici. Se i cristiani (i praticanti sono una minoranza in Italia) vogliono imporre il loro simbolo alla maggioranza, io della minoranza aquilotta della Lazio voglio imporre il mio simbolo calcistico… 🙂

  21. santacruz ha detto:

    Ad onor del vero el “wow”, anche mio, xe tuto per Marco Travaglio… la penna xe la sua!

    😉

  22. rezbar ha detto:

    Un’altra mosca messa davanti ai nostri occhi per non farci vedere l’elefante che sta dietro… 😐

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