4 Novembre 2009

Carcere fatiscente e sovraffollato. Va avanti solo grazie al volontariato

I Radicali goriziani tornano alla carica. “Il carcere di via Barzellini custodisce un 30% in più dei detenuti previsti, gli agenti sono pochi e la struttura è fatiscente”, denuncia il segretario di Trasparenza è partecipazione, Lorenzo Cenni, ricordando come la struttura “funzioni” solo grazie all’interessamento del mondo del volontariato.
Pubblichiamo qui di seguito la lettera-denuncia di Cenni:

“I recenti tragici fatti di cronaca hanno riportato alla ribalta il problema delle carceri in Italia anche se per i
Radicali, occuparsi delle carceri, è una storia vecchia di 30 anni. Nelle patrie galere ci sono, a tutt’oggi, oltre 60 mila detenuti su una capienza prevista di poco più di 40 mila: non sono stati mai così tanti nella storia d’Italia.
La maggioraza sono in attesa di giudizio, rendendo più che mai evidente il collasso del sistema giudiziario. La
maggioranza sono stranieri e, sempre la maggioranza, sono detenuti per piccoli reati legati al mondo delle drogheleggere, quasi sempre privi di mezzi. Chi può permettersi di pagare validi avvocati riesce a cavarsela, magari riuscendo a far arrivare alla prescrizione il proprio reato, chi non ha soldi inevitabilmente arriva alla sentenza e spesso alla condanna, rendendo palese una immonda amnistia di classe. Di fatto le carceri sono oggi una discarica sociale.
Non è migliore la situazione degli agenti di custodia: pesantemente sotto organico, costretti a turni massacranti, mal pagati e con le carriere bloccate da anni ormai.
Gorizia non fa eccezione a questa situazione: il carcere di via Barzellini custodisce un 30% in più dei detenuti previsti, gli agenti sono pochi e la struttura è fatiscente. Si tira avanti grazie ai volontari, al senso di responsabilità del personale, del direttore e dei detenuti. Non c’è nessuna attività di recupero del reo, quelle che vengono definite come “attività trattamentali” non si possono fare, non ci sono soldi, personale, mezzi e spazi. Eppure la Costituzione dice che il carcere deve servire al recupero ed al reinserimento sociale di chi ha sbagliato. In queste condizioni, il carcere è solamente criminogeno, diventa una università del crimine dove nessuno può essere recuperato.
Pure il Cie di Gradisca d’Isonzo è in condizioni difficili, c’è un internato in sciopero della fame da diverse settimane e la nuova legge sull’immigrazione non può che peggiorare la situazione. Si fa un gran parlare di costruire nuove carceri, non si sa come, dove, con quali fondi, ma per i Radicali non è questa la strada da seguire.
Chi ha commesso reati è giusto che venga punito, su questo non c’è dubbio, ma bisogna pensare, per i reati meno gravi, alle pene alternative al carcere per poter alleggerire la situazione: detenzione domiciliare,
affidamento in prova ai servizi sociali”.

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