2 Novembre 2009

Il Grande Sonno. Ovvero, come sono sopravvissuto a una serata con Bill Frisell

Bill  Frisell - 2 - photo Michael Wilson

Sono tempi di crisi. Oggi come oggi, è fortunata una persona che riesce a contrarre un mutuo. Me l’ha fatto notare un goriziano qualche giorno fa. E la cosa tragica è che con ogni probabilità ha ragione. E’dura prender sonno eh? Ma non preoccupatevi, non siete mica soli: disoccupazione, terrorismo, maniaci, assicurazioni, ladri, immigrati, politici, preti e colesterolo rendono la vita difficile a tutti. Troppe preoccupazioni, è chiaro che poi uno per prender sonno deve ricorrere al Valium.

Meno male che c’è il jazz a semplificare le cose di quando in quando. Sabato sera, nel bel mezzo dell’esecuzione di Bill Frisell, ho pensato ad un miracolo. Mi volto e per ogni fila del teatro ci sono almeno cinque o sei persone dolcemente cullate da Morfeo. Per non parlare poi di chi se ne sta seduto sulle scale e riesce a prendere sonno pure sui gradini! Un vero genio, Bill Frisell, anzi: un virtuoso. Era dai tempi di “Istanbul” di Pamuk che non dormivo così volentieri. Dopo cinque minuti d’esibizione, già cominci a lottare con la palpebra calante. Un’esibizione capace di allontanarti da tutte le magagne del mondo moderno. E’ il Nirvana. Ti par di tornare bambino. Con questa capacità di suonare ninnananne, se mi cucina anche la torta per merenda, lo voglio come mamma.

Una cosa è la lentezza. Un’altra la mancanza di mordente o, come si direbbe nel mio dialetto, di soramanego. Per essere “l’ultimo guitar hero” targato USA (l’ultimo! E dopo cosa faremo?) mi aspettavo qualcosa di meglio di un tizio che armeggia impacciato con la sua costosissima collezione di effetti. Ma tant’è. Viviamo nell’epoca della tecnologia. Adattiamoci. Lasciamo che le macchine suonino al posto nostro, limitiamoci ad inanellare quattro note che poi le riproduce un (TRUCCO!) pedalino qualsiasi. Il nostro imprescindibile contributo si limiterà ad essere quello di un dodicenne imbranato che armeggia con il suo amplificatore nuovo.

A me, Bill, non me la conti. Non sono uno di quelli che si fida dei critici d’arte. Non abbocco all’arte moderna (o al new jazz) solo perché gliel’hanno detto. Se una cosa mi fa schifo, non sono così intellettuale da fingere interesse o apprezzamento. Preferisco ammettere di essere un ignorante, ma levarmi almeno lo sfizio di lanciare la prima pietra. Io non sarò un santo, ma sai che soddisfazione! Quegli intellettualoidi proprio non ne hanno idea, di cosa si guadagni ad essere cattivi.

Io mi sono messo a ridere (sissignori, e non ero il solo) sabato sera. E di gusto, perché il jazzista è sempre un po’ megalomane. Solo qualche (raro) divo del rock può stare alla pari, in fatto di ego, con un jazzista. Guardate le foto di uno qualsiasi di loro, e poi venite a dirmi cosa ne pensate! Sembrano usciti dai ritratti dei nobili del milleseicento, e pensare che il jazz è sempre stato il frutto di una cultura povera e minoritaria, quella dei negri. Mi sono messo a ridere in modo davvero vergognoso, perché l’ego di Frisell, non contento di aver addormentato il teatro, ha pure concluso il concerto con un carillon. Lì non ce l’ho più fatta e mi ha pigliato un attacco di ridarella come non mi capitava più da dieci anni almeno. Ed è stato anche soddisfacente, in un certo senso, perché quelli che non dormivano e che non fingevano indignazione nei miei confronti hanno riso con me. E’ stato come riportare le cose al loro posto. Fine della mistificazione collettiva.

Quest’uomo è un genio, pensavo mentre uscivo di corsa dalla sala. Al diavolo il jazz! Io, a mio figlio, non gli metto in mano la chitarra. Nemmeno per sogno. Gli regalerò tonnellate di carillon, invece. Nel 2035, o giù di lì, diverrà l’ultimo Carillon Hero. Sempre che Bill non lo anticipi.

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17 commenti a Il Grande Sonno. Ovvero, come sono sopravvissuto a una serata con Bill Frisell

  1. lanfur ha detto:

    Ecco perchè non vado più a vedere i concerti jazz a 25 euri di artisti di cui non ho alba.
    ‘La probabilità di avere un attacco di narcolessia ad un concerto jazz è pari a 1 proporzionalmente alle lodi elargite dagli esperti del settore.’

  2. Diego ha detto:

    “e in culo anche il jazz!”

    ..vedemo chi apprezza questa citazione 😉

  3. Cristiano ha detto:

    Perche’ non questa…

    “Il jazz e’ come le scur..gie.

    Piace solo a chi lo fa.”

  4. NoSePol ha detto:

    Siete fuori strada.
    La colpa non è del Jazz. La colpa è di chi “pretende” di chiamare Jazz quella roba che fa, e di chi ci crede solo perchè non ha confronti, o non è in grado di capire, o ancora è pagato per dire e scrivere che Jazz lo è di sicuro.
    Ma accade lo stesso con qualunque altra forma musicale. Ho visto centinaia di “scassoni” che chiamavano Rock dei puri rumori perfino fuori tempo, e degli “improvvisatori” che non avevano nemmeno l’idea di star ripetendo pari-pari refrain che stanno trascritti su spartito, convinti nell’anima di averli inventati sul momento. Niente di nuovo..

  5. rodolfo toè ha detto:

    Io in realtà non ho niente contro il jazz (né contro l’arte moderna), intendiamoci. Anzi, mi piace e dopo questo festival lo ascolto molto più frequentemente. E’ solo che, condividendo l’osservazione di NoSePol, ormai distinguere tra Arte e Baracconata è sempre più difficile. Complici i critici che, secondo me, non ne hanno mai capito un cazzo.

  6. Virus ha detto:

    Non ero al concerto e non amo il Jazz. Ho però ascoltato un lavoro fatto da B. Frisell con John Zorn, News For Lulu. Mi è sembrato molto interessante e piacevole. Bill Frisel mi sembra un musicista di grande livello, che ha collaborato con un numero infinito di musicisti di livello. Di Rodolfo Toè non ho mai sentito parlare. In rete ho letto che ha un blog “E’il blog di Rodolfo Toè, veneto rigorosamente sinistra-Piave trapiantato sull’Isonzo. Musico fallito, pio, teorete, Bertoncelli o prete?”
    Massimo rispetto per chiunque… ma penso che sia più interessante ascoltare la musica di B.Frisell che leggere un giudizio critico del Sig. Toè.

    😀

  7. lanfur ha detto:

    Ma perchè se a uno un concerto fa sonno non può dirlo? Perchè non si può dire che la corazzata potemkin è una boiata pazzesca?

  8. Virus ha detto:

    Mai pensato il contrario. Ma anch’io sono libero di esprimere la mia opinione…
    Ripeto non ero al concerto e ho il massimo rispetto per l’opinione del Sig. Toè.

  9. Rodolfo Toè ha detto:

    Giustissimo Virus! 😉
    spero non ti sia addormentato leggendo il mio articolo, in ogni caso…

  10. Virus ha detto:

    Egregio Toè,
    la sua risposta mi ha messo di buon umore.
    Leggerò con interesse tutto quello che scriverà e andrò a vistiare il suo blog.
    Ho acquistato recentemente un letto all’IKEA che è facilmente smontabile e trasportabile ovunque. Se mi segnalerà in anticipo qualche concerto “soporifero” potrei organizzarmi per montare sotto il palco il mio letto perchè ho qualche difficoltà ad addormentarmi seduto.

    😀

  11. Daniele De Vittor ha detto:

    Risposta a Rodolfo Toè.
    Caro Rodolfo, ho letto il suo articolo riguardante il concerto di Bill Frisell. Io sono uno studente di informatica e per diversi anni ho anche suonato chitarra jazz e non solo. Sono innamorato della musica e quando dico “della musica” intendo di quasi tutti i generi musicali, senza distinzione di tempo colore della pelle, genere ecc. Per molto tempo ho ascoltato jazz e poi sono passato ad ascoltare anche altri generi come la classica, opera, elettronica, ambient, rock, pop e molti altri. Una cosa che ho capito e che si ascolta musica perchè si è in cerca di emozioni e le emozioni ovviamente sono soggettive. Certi pezzi musicali possono dare emozioni a qualcuno e ad altri non dire proprio niente, questo è il potere della musica. Molte volte questo è dovuto dal fatto che ognuno di noi ha un certo Background musicale e le emozioni che percepiamo derivano proprio da ciò che noi conosciamo (parlo in termini musicali…intendo dire sapere “che cos’è la musica!”). Molte volte ciò deriva dalla conoscenza che abbiamo. Chi studia musica e la ascolta molto riesce anche ad apprezzare le esecuzioni di alcuni artisti basandosi sul suo dizionario personale, cioè riesce ad essere critico in un modo più alto. Altrimenti non servirebbe a niente studiare musica. Io considero Bill Frisell un grandissimo artista, l’ho ascoltato molto e soprattutto sono rimasto enormemente affascinato dal suo modo di suonare in un album particolare che si chiama “Summer Running” in cui suona con Pat Metheny e se non ricordo male Marc Johnson. Prova ad ascoltarlo attentamente e dimmi che ne pensi solamente dopo che l’hai sentito tutto. Se non ti piace vuol dire che non sei in grado di capirlo (questa frase non vuole essere una offesa nei tuoi confronti, ma solamente una constatazione). E’ vero che molte volte il jazz è fine a se stesso, su questo sono d’accordo, fare jazz a livelli alti non è da tutti…altrimenti saremò tutti jazzisti, matematici, ingegneri, ecc. Però è anche vero che ci sono persone che fanno jazz a livelli alti, ed in questo caso non è da tutti essere in grado di ascoltarli.
    Grazie per l’attenzione alla mia risposta, spero che mi risponderai anche te al più presto.
    Arrivederci,

    Daniele De Vittor

    p.s. Sul fatto dei critici di professione, sono d’accordo con te. Ciao

  12. bulow ha detto:

    questo dovrebbe mettere tutti d’ accordo (credo)

    http://www.youtube.com/watch?v=yK436Dvc4m8

  13. rodolfo toè ha detto:

    Eh già, la musica è questione di esperienze personali; purtroppo però lo è pure il fatto di scrivere un articolo … 😉
    Io non conosco, purtroppo, Bill Frisell. L’ho solo sentito quella sera. Di nuovo, a me il jazz piace, non è una questione di generi. Ci sono moltissimi chitarristi per cui ho il massimo rispetto. Però a volte una cappella la possono fare anche loro. William Dotto, che è stato mio insegnante di chitarra, aveva una venerazione per Malmsteen (che a me, personalmente, non dice nulla). Però lui stesso ammetteva che dopo un quarto d’ora di concerto non poteva andar oltre …
    Non ce l’ho a morte con questo chitarrista, dico solo che se suona e un teatro intero si addormenta qualche problema (anche solo la scelta dei brani) evidentemente c’è.

  14. rodolfo toè ha detto:

    Comunque, grazie mille per i commenti! Io ho sempre scritto di musica per avere un confronto reale con altri appassionati (e non), per cui avere dei consigli su cosa ascoltare è molto edificante. Ascolterò Summer Running e anche News For Lulu e spero di ricredermi (accade spesso).
    E per quanto riguarda il letto IKEA, spero ci sia un pò di posto!

  15. rodolfo toè ha detto:

    ah! ps. Il mio “negri” chiaramente era ironico, ci mancherebbe che stessimo qui a fare razzismo musicale. Volevo solo dire che il jazz è nato come musica povera … anche se ammetto che l’espressione poteva essere facilmente travisata. Chiedo scusa!

  16. marco ha detto:

    finalmente qualcuno che dice che il jazz è morto e stramorto… peggio del punk…
    la parte più bella dell’articolo è quando parla dell’ego dei jazzisti e sopratutto di chi ascolta jazz pensando di ascoltare la migliore musica del mondo… (magari dimenticando bach)
    molto più onesti i rolling che cantavano ‘it’s only rock’n’roll but i like it’

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