“Centrale a biomasse a Gorizia? Ma che la facciano a Udine”

“Non è vero che le centrali a bio masse danno energia pulita. Localmente inquinano eccome, specialmente quella di Gorizia che pare vada ad olio di palma, pianta poco presente a Gorizia, per cui si consumerà energia per il suo trasporto”.
A intervenire sul progetto di costruzione di una centrale a biomasse a Gorizia (qui l’articolo) è l’architetto goriziano Diego Kuzmin: “E’ del 22 ottobre un comunicato Ansa sulla costruzione di una centrale a biomasse a Gorizia dalla sezione italiana di Trieste della finlandese Wartsila, su commessa di Energia Pulita Spa, per 34 megawatt da cedere poi alla rete nazionale. La centrale sarà attiva fin dal maggio dell’anno prossimo.
Altro non si sa. Non si sa chi sia Energia Pulita che non esiste su pagine gialle. Da un convegno organizzato da Confindustria Gorizia il 22 luglio, pare sia di Gorizia ma non sta nell’elenco telefonico, altre informazioni la danno poi di Milano. Una ditta comunque oscura, dato che non ha nemmeno un sito internet, credenziale ormai indispensabile anche per il piastrellista e l’imbianchino di quartiere.
Così in zona industriale a Sant’Andrea, dopo la centrale a gas di Elettro Gorizia Spa (che in realtà è triestina ma non voluta a Trieste, dati i disagi specialmente acustici verificatisi qui), ecco che si presenta un’altra buona opportunità di sfruttamento del goriziano, al quale dopo la cessione dell’Iris mancherà solo la chiusura dell’ospedale.
Non è vero infatti, che le centrali a bio masse diano energia pulita come l’aria. Localmente inquinano eccome, specialmente questa che pare vada ad olio di palma, pianta poco presente a Gorizia, per cui si consumerà energia per il suo trasporto, oltreché l’inevitabile depauperando di territori naturali per le piantagioni intensive presumibilmente in Africa, che tanto è già una pattumiera.
Analoga centrale a Pontebba è stata accolta con mille firme contro, sollevazioni si sono verificate a Sedegliano e a Staranzano per analoghe iniziative, a Gorizia invece il silenzio. Già, tanto il fumo se ne va a Savogna grazie al vento dominante che spira sempre verso sud, proprio come quello del vecchio inceneritore di Sant’Andrea, che per trent’anni la notte ha eruttato diossina in quella direzione.
E quindi chissenefrega, pare di capire. Solo che così facendo ci stiamo riducendo a pattumiera di industrie insalubri che poi non portano occupazione, costringendo inoltre Savogna al medesimo martirio che la Livarna di Salcano, da un bel po’ infligge alla zona di Montesanto…”