22 Ottobre 2009

Parla Manna, caso editoriale dell’anno: “C’è un po’ di T. Patoco in ognuno di noi”

harlokkioTrieste. Col successo di vendite del suo libro scementifico, ‘The Monon Behavior’, l’hanno definito un caso editoriale. Primo, davanti a Roberto Saviano, tra i saggi più venduti in regione nella classifica stilata due settimane fa dal monogiornale. No, non potevamo lasciarci scappare lo scoop di un’intervista con Diego Manna. Tanto più che ‘sto mulo patoco è un caso che ha trovato casa a bora.la. E, non a caso, cura quotidianamente la rubrica semiseria el quel dela quela. Quela in alto a destra, per capirci. Capiamoci, e iniziamo la chiacchierata procedendo, casualmente, a caso…

Chi è Diego Manna?
Orca comincemo con una domanda dificile. Direi che xe un mulo triestin, triestin patoco.

Parli di te alla terza persona?
Di solito, no. Però la domanda era “chi è diego manna?” e non “chi sei?”…

Ok, continuiamo…
E’ un mulo patoco che lavora nelle riserve di Miramare e in valle cavanata…

Precario?
(pollice su!)

(sorrido, è un collega) Diego Manna è un “caso editoriale”?

Mi fa piacere…

Come è nata l’idea del tuo libro Monon Behavior?
Andando a lavoro. D’estate ogni tanto raggiungo Miramare in bici. Da Opicina, giù per via Bonomea. Ma nel corso del tempo, per il ritorno, ho provato ben 4 strade diverse. Finchè un giorno mi son detto: “ciò, saria interesante farghe un articolo scientifico”
E ho scritto il mio primo articolo. Anche perchè mediamente gli articoli scientifici xe dei pacconi, il mio invece affrontava una monada divertente…

La Copertina di 'Monon Behavior' di Diego MannaE poi…
Poi è stata la volta del secondo. Tutto è partito da un’idea di mia morosa che mi ha fatto notare che i triestini sono gli unici che quando si buttano in acqua, se ne escono con una domanda…

Quale?
“Go schizado?” Insomma, i triestini sarebbero più attenti agli schizzi d’acqua sollevata che non allo stile… E’ per quello che volevo assolutamente andare a vedere la Prima olimpiade della clanfa, poi purtroppo…

Alt, fermo. Quindi, da quella constatazione è nato il secondo articolo scientifico…
Eh già. D’altronde io propenderei per essere un etologo…
Scusa?
Ah ah dei, uno studioso del comportamento animale…

E cosa c’entra la cosìddetta clanfa (il tuffo) dei triestini?
Beh, io sono un etologo evoluzionista!

Bene, quindi?
Studio l’evoluzione del comportamento, tipo per capirse robe tipo la selezione sessuale.
Insomma, questo articolo sulla clanfa l’ho mandato ai miei colleghi di lavoro e agli amici. Dopo una settimana sono venuto a sapere che stava girando moltissimo, tanto che parecchie volte era tornato nella posta dei miei amici, i primi ad inoltrarlo.

Insomma eri già “un caso”…
Sì, insomma. Poi gli amici Matteo Riveriani e Claudia Tirelli mi hanno detto: “ma perché no te scrivi un libro con i tui articoli?”

HINDLIMB SUSPENSIONMa perché, dico io, li definisci articoli scientifici?
Di scientifico hanno la struttura tipica degli articoli che compaiono sulle riviste specializzate. E, sinceramente (sorride, ndr), mi ste robe le so far anca ben…. tuto…abstract, introduction, materials & methods, results, discussion, conclusion e acknowledgements. Ho applicato quella che è una struttura standard nel mondo accademico per scrivere un articolo sulla clanfa…

Vista l’autorevolezza, immagino ne siano seguiti degli altri..

E sì, uno sulla monogamia…

Ma, hai la morosa o sei single?
No, no, felicemente morosato (ride)

Lei sa?
Sì sì, ma sul felicemente non so se è d’accordo….
Comunque volevo rompere le balle al genere femminile sostenendo che la poligamia sarebbe la normalità. Xe l’omo a far un piacere alla donne scegliendone solo una..

Si cosa si base la tua argomentazione? La tua discussion, per la terminologia scientifica appropriata…
Se prendi 2 gruppi di uomini e ipotizzi l’esistenza di un gene poligamo e uno monogamo, stai sicuro che dopo 3-4 generazioni, il gene poligamo sarebbe più presente di quello monogamo..

E perché questa tesi non si verifica nel mondo reale?
Chiaro! Perché esiste nelle donne il gene “te straewiro” che ne la cazza!

Le conclusions?
Che l’uomo, per l’azione di questo gene avverso, è destinato alla MONONgamia.

Chiaro e scientifico. Perché Monon Behavior?
Perché, a partire dal primo articolo, ho fatto riferimento a riviste scientifiche come “Animal Behavior”. Da cui Monon Behavior, e po’ bon.

Ma quando hai capito che i tuoi articoli stavano sfondando, o meglio,” vanzando”?
Con la clanfa. Poi due amici, Marzia Piron e Simone Libralato, si sono improvissati bubez fuck totum, e hanno traslato le mie ricerce su monade a temi socialmente utili…

Ossia?
L’utilizzo sostenibile dell’automobile…

Come?
Si sono piazzati ai margini delle strade a guardare quante persone stavano in ogni auto, classificandole per tipologie: auti, moto, bici e suv…

Conclusions?

Che, purtroppo, le macchine le usiamo quasi sempre da soli. I suv in particolare.

Gli altri articoli, di cosa parlavano?
Allora fammi pensare: bici, clanfe, macchine già detti, e poi un altro legato ad un endemismo…

Scusa?
Ah ah dei, è una cosa che si trova in un solo luogo, tipo i lemuri in Madagascar.

Che comportamento e che luogo?
Le minzioni nel mare Adriatico e, in particolare, dal molo Audace.

I risultati di questa ricerca?
Intanto mi soffermerei sull’oggetto: ho calcolato il tempo necessario ad espellere un quantitativo variabile d’urina in diverse condizioni psicofisiche…e poi ho stimato la lunghezza del getto…

Con quali results?
Vince sempre chi beve di più e chi spinge mentre piscia, e bon, no saveva nissun po’!…ma adesso xe dimostrà scientificamente!

Ok, cambiamo tema: perché tutti i tuoi articoli sono scritti in inglese? Se si può definire inglese..
Sì, si può. Inglese patoco, per la precisione. Perché è la lingua degli articoli scientifici. Tra l’altro, quando vengono i turisti a Miramare, me scampa dei neologismi di inglese patoco, ormai ce l’ho innato…un mese fa ho ripetuto almeno 5 volte a una tedesca che “we have liberated a turtle”, e mi chiedevo perché non capisse…

Arriviamo alla pubblicazione.
Ad ottobre 2008 ho cercato degli editori qui a Trieste. Ma non gavemo combinà una mazza..

Sei passato alla prima persona plurale..
Eh…adesso siamo in più: io e le due birre qui sul tavolo, non sono solo (sorseggia)

Ti han chiesto dei soldi? Per la pubblicazione intendo..
No, nessuno e questo mi ha fatto piacere. Anni fa, quando ancora sognavo di scrivere sul serio, le case editrici mi aveva risposto chiedendo contributi per la pubblicazione. Avevo speso 80 mila lire di francobolli per mandare in giro una raccolta di racconti…E all’epoca per un muleto erano tanti…

Di cosa scrivevi?
Di cose serie. Un racconto parlava di una zanzara che s’innamorava di un filo di tungsteno e finiva fulminata. Questo si che xe serio. Comunque tornando al presente la mia casa editrice, “Bianca&Volta”, ha una particolarità…è furlana!

Questa particolarità ha inciso sulla tua linea editoriale?
Varda, i furlani avranno tanti difetti (ride)…scherzo…ma non gli manca il senso dell’humor. Il mio è un sano campanilismo ironico, niente d’offensivo…

Come arrivano le furlane e i furlani a Trieste?
Per studiare, o per innamorarsi, o per diventare le morose dei tuoi amici…E questo è stato il mio caso: la ragazza di un amico stava in quel perioo mettendo in piedi la casa editrice “Bianca&Volta”.

Insomma siamo arrivati alla pubblicazione. Esattemente quando la prima stampa?
Sì, ma non ti ho detto una cosa…sono felice di averla fatta con una casa furlana.

Sìì, me l’hai già detto…

Ma non ti ho detto dell’etichetta che appare in ogni copia del libro: “Furlan advisory: explicit campanilism”. Tanto per avvisare i furlani dei contenuti di campanilismo e non ris’ciar de ciapar lignade ogni volta che passo l’isonzo. Ma, alla fine, son gente per bene, gente che lavora. Anzi, ti dirò, sono “i migliori vicini possibili” proprio perché son diversi da noi triestini.

Sembri serio…
E i sa rangiarse e no i chiedi niente a nissun, bravi i furlani.

Insomma, dicevamo, la data della prima pubblicazione?

2009. Marzo.
Ti ricordi il giorno esatto?
Allora era aprile. L’8 aprile, l’anniversario del ritrovamento del corpo di Kurt Cobain. O forsi iera el 6. Comunque l’anniversario, femo.

Meglio i Nirvana o gli Smashing Pumpkins?

I Nirvana, Kurt era un mio mito negli anni ’90 quando ero alle superiori. Gli Smashing Pumpkins li ho conosciuti dopo.

Canzone preferita?

Dumb e Lithium. E Marigold, che però la ga scrita Dave Grohl.

Torniamo a parlare di libri. Quante copie di Monon Behavior alla prima uscita?
Eravamo indecisi tra le 100 e le 200 copie e abbiamo fatto gli sboroni: 200.

In quanto tempo son andate esaurite?
Prestissimo, sempre ad aprile siamo andati in ristampa.

Come sei arrivato negli scaffali delle librerie?
Ho fatto il giro di parecchie librerie qui a Trieste – il primo giorno Indertat, Knulp, Tergeste, Adler, Italo Svevo e Fenice- mi vergognavo ad andare dal librario e dirgli: “ciò scolta go scrito Monon Behavior, te me lo meti in conto deposito?”. Così mi son limitato a dirgli: “ciò scolta, go scrito un libro” e gli mostravo la copertina così leggeva il titolo da solo…

E le reazioni?
Tutti cocoli…anche se, devo dire, mi vergognavo particolarmente ad andare dalla “Feltrinelli”. Per me è sempre stata al top nel mio immaginario delle librerie. Ero così imbarazzato che ho fin comprato un libro per prendere tempo… ma poi prima di uscire mi son detto :”ma bon, femose sta figura de merda e via dei”. E ho fatto la fatidica domanda…

Cioè?

La solita, dei: ciò scolta, go scrito un libro e voleria meterlo in conto deposito..

La risposta?

“Sì volentieri”, volentieri italiano per fortuna, perché el volentieri triestin vol dir no. Avevo conquistato un luogo mitico…

Copie vendute?

Ne ho vendute un migliaio. La seconda ristampa era di 500, la terza di altri 1000.

Insomma, sei ricco?
Ah ah bela, infati ara qua, za tre bire, festa grande.

Sei già su wikipedia?
Ancora no.

Vista la scientificità comprovata dei tuoi articoli, sei mai stato citato da altri uomini di scienza?
No, non è ancora successo.

A cosa pensi sia dovuto?
Sicuramente all’impact factor basso..

Futuro? A parte migliorare l’impact factor, qualche progetto?

Certo, a fine novembre uscirà il mio secondo libro della serie del Monon Behavior.

Qualche anticipazione sui contenuti?
Altre monade tipo istrianismi, categorie de muleria, posti de camporela, etilometri e ancora clanfe. Visto che grazie ad Andrea Pecile e Mauro Vascotto, ero nella giuria della II olimpiade delle clanfe, ho potuto portare avanti una ricerca sulle varie tipologie e sulla georeferenziazione della clanfa, cioè su dove si performano i vari tipi di clanfe…

Come hai reperito e organizzato il materiale di studio?
Grazie ad un sondaggio online a cui hanno risposto parecchi, cosa che mi ha reso molto felice. Desso però me toca elaborar tuti quei dati…

Diego Manna sfida a calcetto un avversario dificilisimo

Diego Manna sfida a calcetto un avversario dificilisimo

A proposito di online, finiamo la nostra intervista autoreferenziale: come sei arrivato a collaborare con bora.la?
No gavevo idea de cossa iera, prima che Enrico (il direttore della testata, ahia, ndr) publicasse il mio articolo sulle clanfe senza la mia autorizzazione ma con una gran didascalia: “pubblichiamo senza autorizzazione, ma chi se ciava, viva l’A e po’ bon”che mi ha positivamente colpito.

Quindi ti sei cercato in internet e così sei incappato in bora.la?
In effetti, ricercando “diego manna” con google, mi son ritrovato. Era lo scorso maggio…(pausa) Ah ah ah per bon go dito che iera maggio? Son imbriago!!!!Sarà stà settembre! Ma chi se ciava, viva l’A e po’ bon.

E da lì è nata l’idea di T. Patoco? Ma è il triestino patoco, per antonomasia?
No, T. è una persona inventata, frutto dell’immaginazione…

Sì ma T. per cosa sta?
Bu, sarà Toni

Con la y?

No, con la “i”, xe triestin…
Ma penso che ci sia un po’ di T. Patoco in ognuno di noi.

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13 commenti a Parla Manna, caso editoriale dell’anno: “C’è un po’ di T. Patoco in ognuno di noi”

  1. Diego Manna ha detto:

    che forti sti muli de Bora.La, i se le fa i se le ridi e i se le scrivi 😛
    e i se le comenta 😀

  2. siani ha detto:

    applausi!!!!!!!!!!!!!!

  3. Bibliotopa ha detto:

    e che cocolo el gatin dela foto!

  4. brancovig ha detto:

    Nice talk.. funny guy!

  5. lanfur ha detto:

    Creerò un caso diplomatico internazionale ma questa devo segnalarvela

    http://patoc.net/

  6. enrico maria milic ha detto:

    muli ste calmi, quel sito xè una chiara provocazion

  7. lanfur ha detto:

    Confermo che il paesetto esiste. Strada da Chiusaforte a Sella Nevea. Non volevo crederci neanche io. Dopo “l’invasione delle pannocchie” qualcuno ha puntato decisamente più in alto ? 😀

  8. enrico maria milic ha detto:

    no steghe creder a lanfur. i scrivi sti siti per insempiar la gente.

  9. cagoia ha detto:

    no basta una spina per far un potok

  10. T. Patoco ha detto:

    carissimi concitati concitadini, come ben ve ricorderè son al momento impegnà sul fronte con l’EPLF (Esercito Patockista de Liberazione Furlanica). Se no ve vien in a mente: https://bora.la/2009/09/30/t-patoco-e-le-invasioni-furlaniche/

    Dopo 2 setimane de marcia spedita, semo za rivai a Barcola. Presto ve farò el punto dela situazion sul Quel dela Quela. Intanto ringrazio lanfur per la segnalazion che conferma che i furlani stava preparando la guera za da tempo, i sarà pieni de s’ciopi, za vedo. De l’otavo topolin de Barcola dichiaro: sto Patocco sarà el nostro primo obietivo!

  11. Eric ha detto:

    “No, no, felicemente morosato (ride)” Cossa te ridi? No xe niente de rider, caso umano!

  12. Diego ha detto:

    ah ah rido perchè son felice 😀
    ti imparite zogar balon piutosto!

  13. silvana milia ha detto:

    mi piace monon, devo leggerlo quando sono sola a casa perchè rido sgangheratamente e non sta bene, ha ha. ciao

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