Uno studio condotto da Valerie Lesk, della Sissa di Trieste, e pubblicato su “Behavioural Psychology”, mette in dubbio gli effetti benefici del caffè per la memoria.
Se la caffeina rimane senza dubbio uno stimolante, capace di aumentare concentrazione e stato d’allerta, viceversa rischia di rendere più farraginoso l’accesso alle informazioni acquisite in passato.
Questa almeno è la conclusione di Lesk che, assieme a Stephen Woble del Trinity College, ha sottoposto alcuni volontari a un test di cultura generale. Sorprendentemente, il gruppo che ha ottenuto la peggior performance era quello a cui erano stati somministrati 200 milligrammi di caffeina.
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