19 Ottobre 2009

Giurastante sul rigassificatore: “Il porto sarà indisponibile 1 giorno su 3”

roby.001 Trieste. Il rigassificatore? “Porterebbe solo problemi di sicurezza, di traffico e ad un over-produzione energetica”. L’informazione fatta sull’impianto di Zaule? “Incresciosa. Sono più avanti in Slovenia, qui in Italia nessuno ha denunciato la falsità, appurata dai giudici, dello studio di fattibilità eseguito da Gas Natural“. Le dichiarazioni della parte produttiva del paese? “E’ in atto una deriva anti-democratica”.

Ad una settimana dall’assemblea degli industriali locali, Greenaction transnational, organizzazione ambientalista fondata nel 2007 a Trieste, ha commentato, in un documento pervenuto in redazione, l’intervento della presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia a sostegno della costruzione dell’impianto di rigassificazione a Trieste.Bora.la ha intervistato Roberto Giurastante, il presidente e co-fondatore di Greenaction (azione verde), per chiarire la posizione degli ambientalisti in merito al nuovo impianto energetico.

Perché avete pensato di esprimervi in questa nota?

Per ribadire ancora una volta la nostra idea: la presidente di Confindustria ha preso una posizione inaccettabile che, come abbiamo specificato nel nostro commento, denota una “disinformazione incresciosa” sul tema.

Ovviamente voi, in quanto difensori dell’ambiente, vi schierate contro il rigassificatore. Su cosa si basano le vostre argomentazioni?

Innanzitutto ci basiamo sulla denuncia fatta all’autorità giudiziaria in merito allo studio di fattibilità e di impatto ambientale. I giudici hanno confermato che lo studio di Gas Natural è stato falsificato.

Tuttavia, il progetto sembra andare avanti…

Sì ed è anche un problema di informazione. Gli organi di informazione sloveni si sono dimostrati molto più avanzati di quelli italiani: lì tutti sanno della vicenda giudiziaria sullo studio di fattibilità ambientale e su come questo sia stato falsificato. Il cittadino può farsi un’idea sulla questione rigassificatore solo se i media gli offrono degli approfondimenti, cosa che in Italia non è avvenuta..

In realtà, sulla nostra testata, abbiamo fatto riferimento all’indagine giudiziaria

Ma il problema è che i mezzi di massa, come la televisione, non se ne sono occupati, ad esempio la RAI…

Noi, nel nostro piccolo, abbiamo anche pubblicato un articolo che spiegava il “no” al rigassificatore di Lubiana, a partire dalla diversa politica energetica. E c’è chi crede che in realtà gli ambientalisti siano stati mobilitati per proteggere la strategia politica slovena sull’energia. Come risponde a queste accuse di strumentalizzazione?

Noi non siamo stati strumentalizzati. Assolutamente no. Abbiamo contestato fin dall’inizio la costruzione di terminali di rigassificazione nell’alto Adriatico. In più, abbiamo chiesto svariate volte la firma di un accordo tra stati geopoliticamente vicini – Slovenia, Croazia e per evitare forme di approvvigionamento nazionalista delle fonti energetiche e, in modo particolare, di gas e petrolio.

Non è possibile pensare alla costruzione di più terminali ricollegandola soltanto alle necessità energetiche dei paesi coinvolti. Attualmente l’impianto di Rovigo, con i sui 8 miliardi di metri cubi di gas prodotti, copre il 10% delle necessità italiane.

Qui a Trieste non si parla solo di costruire il rigassificatore nel porto ma anche di progettarne un altro in mezzo al Golfo triestino. Questi due impianti, uniti a quello dell’isola di Veglia (la croata Krk, ndr) porterebbero ad un over-produzione di gas.

Il che sighificherebbe la tanto agognata autonomia energetica e la fine dei ricatti derivanti dalla “politica del rubinetto” dei paesi dell’Est…

No, il che significherebbe gravi problemi di sicurezza. Siamo già al limite, o quasi, del traffico marittimo per quanto riguarda la movimentazione di navi per combustibili. Il nuovo rigassificatore di Trieste porterebbe la circolazione 110 nuove gasiere all’anno. Il porto, quindi, sarebbe indisponibile circa 1 giorno su 3. Per non parlare poi dell’eventualità, non così remota, che ne venisse costruito un altro in mezzo al Golfo, con tutti i problemi della sicurezza annessi.

la simulazione dei due depositi di GNL della Gas Natural (altezza 52 metri - diametro 80 metri) nel porto di Trieste (Zaule).

la simulazione dei due depositi di GNL della Gas Natural (altezza 52 metri - diametro 80 metri) nel porto di Trieste (Zaule).

Sul testo della nota di Grennaction transnational, inoltre, si denuncia la deriva anti-democratica che starebbe prendendo piede in Italia, citando una dichiarazione che la Marcegaglia avrebbe rilasciato nell’incontro di lunedì scorso:

“Quando il governo italiano decide la realizzazione di grandi infrastrutture energetiche, stradali o ferroviarie ne dovrebbe accelerare la costruzione senza ascoltare le ragioni di chi vi si oppone”

Roberto Giurastante, membro anche del comitato direttivo di Alpe Adria, in calce all’intervista, ha sottolineato che questa svolta sembra rientrare nell’appoggio, quantomeno verbale, dato dalla “gestione ringiovanita di Confindustria” alla trasformazione dell’Italia in una “democrazia autoritaria”.

Si parlerà anche di questo, domani mattina (martedì 20, alle ore 11) presso la sala conferenze del centro servizi per il volontariato, ubicata in via San Francesco 2, a Trieste. L’obiettivo: quello di fare informazione, gli organi competenti sono avvisati.

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111 commenti a Giurastante sul rigassificatore: “Il porto sarà indisponibile 1 giorno su 3”

  1. Luigi (veneziano) ha detto:

    Boh! Rimango molto perplesso dal titolo, che riprende una parte di una risposta di Giurastante. In pratica, sembra che ogni volta che una gasiera entrerà nel porto, tutto il traffico portuale si dovrà fermare per un giorno intero.

    Siccome nella relazione di Gas Natural non c’è scritto nulla di tutto ciò (anzi: si dice esattamente l’opposto!), e siccome nell’autorizzazione per la Valutazione d’Impatto Ambientale del ministero dell’ambiente italiano non si fa cenno per nulla a questo blocco del porto, allora vorrei che qualcuno mi sapesse dire una cosa con estrema chiarezza: è Giurastante a raccontare una frottola oppure Gas Natural?

    Luigi (veneziano)

  2. Bibliotopa ha detto:

    Lo studio di Gas Natural è stato falsificato. Dicono.
    In quali parti? su quali argomenti? c’è la sentenza disponibile? Molto vago, finora..

  3. Andrea Luchetta ha detto:

    Bibliotopa:

    Non sono vaghi, in realtà. Lo dicono qui in modo molto documentato: http://www.greenaction-planet.org/download/dossierGNdefinitivo.pdf

    Non c’è sentenza:

    “La giustizia italiana ha concluso nel marzo 2009 un primo accertamento dei reati di falso e l’identificazione dei responsabili, consulenti di Gas Natural. Ma a questo punto le indagini sono state trasferite alla Procura di Roma, che le ha bloccate e ne ha chiesta e ottenuta l’archiviazione(doc.ti 6 e 7) affermando, contrariamente al vero, che i fatti non avevano rilevanza penale e
    respingendo con un pretesto l’opposizione delle associazioni denuncianti (doc. 8).”

    Il giorno precedente al trasferimento, parte dei faldoni dell’inchiesta sono stati inviati al Ministero dell’Ambiente:

    “Si tratta di una probabile inammissibile violazione del segreto istruttorio, compiuta consegnando addirittura gli atti delle indagini ad uno degli enti che dovevano essere indagati, ed in particolare al sottosegretario di quel ministero, il triestino Roberto Menia, che è uno dei principali sostenitori di Gas Natural.”

    Luigi (Veneziano):

    Basta vedere il regolamento predisposto dalla Capitaneria di Porto di Chioggia (allegato nel documento che ho linkato su) per rendersi conto che il traffico portuale subirà dei danni di non poco conto.
    E c’è da augurarselo perchè, se invece continuasse a scorrere normalmente, vorrebbe dire che non sarebbero state rispettate le precauzioni del caso.

  4. Riky Trieste ha detto:

    Il fatto che, in tutti e due interventi precedenti (di Luigi e Bibliotopa) si chiedano informazioni, dimostra quanto poco si sappia di questo impianto. A Luigi rispondo che probabilmente lui conosce la normativa per la navigazione applicata a Porto Viro. Attorno alla gasiera ci devono essere due miglia liberi. Guardando dove deve andare la gasiera per agganciare il rigassificatore di Trieste capirebbe subito che c’è qualcosa che non và. La gasiera entra in un canale(quello di Zaule) che avrà a circa duecento metri le case con migliaia di abitanti. Nessuno fà cenno di questo? Non ti immagini il perchè?

  5. Elia Profeta ha detto:

    In Italia, quando succedono i disastri e ci sono i morti, partono subito le inchieste di chi non ha fatto, di chi non ha controllato, di chi ha sbagliato. Si parla di prevenzione che non c’è, di precauzioni che non vengono prese a favore del profitto più schifoso.
    Oggi a Trieste stiamo cercando di conoscere PRIMA, di controllare PRIMA, di evitare speculazioni schifose PRIMA. E’ questa una legittima azione di prevenzione o che?

    Gas Natural , abbiamo sentito ad ANNOZERO di Santoro, è un’azienda che ha fatto affari in sicilia con personaggi piuttosto discutibili.

    Perchè dobbiamo pensare che a Trieste verrà fatto tutto bene?

  6. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Andrea Luchetta

    Ad ogni approfondimento che faccio mi cadono le braccia.

    Ho fatto una ricerca in internet di circa venti minuti sul sito dell’International Maritime Organization e nel sito indicato di Greenaction.

    Ebbene: il regolamento della Capitaneria di Porto di Chioggia non parla del rigassificatore di Zaule, ma di quello di Porto Viro, e come ho visto nel sito dell’International Maritime Organization, le regole sono diverse per ogni rigassificatore.

    In realtà il rigassificatore di Porto Viro è PIU’ PERICOLOSO di quello di Zaule, giacché è al centro delle linee di navigazione, e non A RIVA. Di conseguenza hanno dovuto creare delle zone di interdizione dalla navigazione e di interdizione all’ancoraggio, che NON C’ENTRANO NULLA con le zone di sicurezza per l’attracco a un impianto a terra, le quali possono essere limitate a poche decine o centinaia di metri.

    Il problema di Zaule non è il possibile scontro con una nave che gli piomba addosso, ma le “regole d’ingaggio” (per così dire) delle gasiere che entrano ed escono nel porto.

    Proprio per questo, Gas Natural specifica nel suo documento che le navi non entrano nel porto di Trieste seguendo la linea principale al centro o a nord del porto, ma in pratica percorrono una linea retta parallela alla costa, con una rotta prefissata che corre all’estremo sud del porto.

    Entra una nave ogni tre giorni, e – sempre secondo quanto afferma Gas Natural – l’unico problema è quindi quello di organizzare l’ingresso e l’uscita evitando incroci ravvicinati con altre navi CHE SEGUONO LA STESSA ROTTA DI AVVICINAMENTO.

    Tutto ciò NON AVRA’ ALCUNA CONSEGUENZA CON LA NAVIGAZIONE IN PORTO.

    Devo quindi purtroppo segnalare che continuo a notare un pericolosissimo pressapochismo nelle argomentazioni accusatorie.

    Non si faranno fregare in modo così idiota, Andrea.

    Luigi (veneziano)

  7. Gioye ha detto:

    Invece il problema della navigazione esiste, eccome: la legislazione statunitense prevede, per la sicurezza degli impianti di questo tipo una distanza minima superiore alle 2 miglia mentre gli impianti, per motivi di sicurezza devono distare 19 km dai centri abitati. Noi saremo gli unici incoscienti a mettercelo proprio nel cortile di casa, dove nel raggio di pochi chilometri, l’esplosione fredda causata da un eventuale contatto del liquido con l’aria provocherebbe migliaia di (triestini) morti.

  8. effebi ha detto:

    invito l’amico Luigi, che spesso viena da queste parti a soffermarsi sul lungomare di muggia ad osservare le petroliere in entrata ed uscita. Lo stesso percorso dovrà essere compiuto dalle gasiere per andare all’ormeggio, ancora più internamente, a ridosso di zone abitate. Sempre sul posto è poi facile immaginare l’azione di raffreddamento del rigassificatore sullo scarso volume d’acqua (scarse anche le correnti) del bacino di zaule. (per questo basta andare su google map e ingrandire la zona di trieste, vedrete che “spettacolo” !)
    per altro ha ragione Luigi quando afferma che , se si hanno delle ragioni, bisogna saperle trasformare in una azione efficace, con dati e documenti. forse la protesta è troppo frammentata, poco sinergica e poco organizzata. ma sembra che a ds come a sn nessuno intenda sostnere con convinzione le ragioni di chi (secondo me) intravvede nel posizionamento del rigassificatore a zaule una forzatura di carattere politico-economico e affatto rispettosa di norme, regolamenti e buonsenso.

  9. Andrea Luchetta ha detto:

    Luigi (veneziano):

    E’chiaro che le norme della Capitaneria di Chioggia non si riferivano a Zaule.
    Scusa, ma il rigassificatore che vogliono fare qua sarebbe logicamente ancora più pericoloso di quello di Porto Viro, visto che si verrebbe a trovare in mezzo alle case.

    Immagino che l’area di interdizione alla navigazione serva a scongiurare sì una collisione casuale, ma, soprattutto, un attacco terroristico. E un’area di interdizione di poche decine o centinaia di metri (che comunque avrebbe un effetto su un porto piccolo come il nostro) non darebbe molte garanzie. Magari per slvare capra e cavoli disporranno pure un’area così ristretta. Però questo non mi rende il rigassificatore più simpatico, anzi.

    Sulla navigazione, quoto in piena Effebi. Il porto di Trieste è in un budello, tanto più limitato dalla presenza del confine.

  10. Luigi (veneziano) ha detto:

    Forse non riesco a spiegarmi, o forse proprio non si vuole capire il punto.

    Io capisco perfettamente che non si voglia il rigassificatore a Zaule, per mille motivi.

    Però posso essere brutale? Quanti qui hanno letto i documenti per la VIA che sono stati presentati da Gas Natural? Quanti qui hanno letto la Valutazione d’Impatto Ambientale POSITIVA del ministero dell’ambiente?

    Si trova tutto quanto in internet.

    Se si vuole, la si metta giù dal punto di vista “politico”, nel senso che la “polis” non vuole una cosa del genere sotto casa.

    Ma non si venga ad ammantare questa decisione “politica” di motivazioni “tecniche” che non reggono alla prova delle carte.

    Dice: il traffico delle gasiere bloccherà il porto.

    Bene: è falso. Esistono GIA’ dei rigassificatori nei porti (in Spagna) e nessun porto ha il traffico bloccato.

    Dice: serve una distanza di sicurezza dal rigassificatore, nel senso che nessuna nave può avvicinarsi a meno di tot chilometri.

    Bene: è falso. E’ “tecnicamente” falso, nel senso che le regole di sicurezza sono PER LE NAVI IN TRANSITO A FIANCO DEI RIGASSIFICATORI nel caso di rigassificatori piantati in mezzo al mare e non PER LE NAVI IN APPRODO (basta leggere i documenti!).

    Dice: Gas Natural ha falsificato le carte.

    Bene: è falso, nel senso che la magistratura ha aperto un’inchiesta, ma l’ha pure chiusa. Vogliamo dire che la magistratura è corrotta da Gas Natural o da motivazione economico/politiche, come sotto sotto si sottende?

    Benissimo: si presenti una denuncia sulla base di argomentazioni tecnicamente ineccepibili.

    Dice: il porto è un budello.

    Bene: questa affermazione NON C’ENTRA NULLA, nel senso che le gasiere utilizzerebbero una rotta d’ingresso GIA’ ESISTENTE. Le avete lette le carte di Gas Natural sul punto? C’è la mappa con l’indicazione del punto esatto di svolta delle navi, la percentuale delle navi che già adesso percorrono questa rotta, l’aumento percentuale sul traffico totale del porto e l’aumento percentuale sul traffico di quella specifica rotta.

    Dice: l’area di interdizione alla navigazione serve a scongiurare soprattutto un attacco terroristico.

    Bene: è falso. L’area di interdizione (si guardi il sito dell’International Maritime Organization – IMO) serve per determinare il “routeing” (così ho visto si chiama) delle navi, ed è una delle mille aree di interdizione esistenti al mondo. In pratica, i mari sono stati trattati da IMO come fossero delle strade, indicando per tutti i luoghi “critici” (canali, installazioni di vario tipo, mari interni eccetera eccetera) qual è la “linea di mezzeria”, dove deve navigare una nave che va in un senso e dove deve nagivare una nave che va nel senso opposto, le distanze di sicurezza eccetera eccetera. Gli attacchi terroristici non c’entrano nulla.

    Dice: il rigassificatore di Zaule sarà l’unico a ridosso di un centro abitato.

    Bene: è falso. Esistono già dei rigassificatori in Spagna in mezzo ad un porto, ma l’esempio più clamoroso è il nuovo rigassificatore di Barcellona, che sta al centro del porto, a 2,5 km dalle case civili più vicine e a 5 km dalla Sagrada Familia. La rotta delle gasiere nel caso di Barcellona è la stessa che viene percorsa dalle navi da crociera nella rotta verso l’Italia e verso le Baleari.

    Io dico semplicemente questo, ripetendo ciò che ho già scritto: arriverà il giorno in cui si andrà ad un tavolo tecnico di discussione, attorno al quale i signori di Gas Natural verranno assieme a quelli del ministero dell’ambiente, che hanno già dato parere favorevole. Saranno accompagnati da uno stuolo di professori e tecnici di vario tipo, che faranno A PEZZI le argomentazioni tecniche che finora ho visto.

    Se invece il ragionamento è rivolto non alla testa, ma alla pancia della popolazione civile, allora la macchina propagandistica di chi non vuole il rigassificatore sta facendo un ottimo lavoro.

    Io insisterei sul fatto che ogni gasiera è una bomba in mare della potenza di 50 Hiroshima, che spazzerà via ogni forma di vita nel raggio di 50 km, che le acque fredde e clorate distruggeranno tutta la fauna marina del golfo, che un rigassificatore renderà Trieste automaticamente obiettivo di tutti i terroristi del mondo e che anche se andasse bene come minimo bloccherà tutto il porto e qualsiasi possibile sviluppo della città per almeno trent’anni.

    Oltre a ciò, io intensificherei una campagna contro Gas Natural, che ha fatto affari con la mafia e che per far passare il progetto ha presentato dei dati artatamente falsificati, corrompendo i giudici italiani.

    Tutti argomenti che ho letto qui e in altri luoghi internettiani.

    Luigi (veneziano)

  11. effebi ha detto:

    @luigi: “Benissimo: si presenti una denuncia sulla base di argomentazioni tecnicamente ineccepibili”

    xe proprio qua tutta la debolezza del fronte del no e quella che mi definisso “l’opposizion de facciata”
    a sinistra come a destra i politici hanno deciso che il rigassficatore si fa, compilare due documenti non è un problema, la carta se lassa scriver…

    la questione è che a ds come a sinistra c’è un opinione pubblica che contesta la scelta del rigassificatore, quindi che si fa ? si rischia l’impopolarità ? la batosta in qualche momento elettorale ? ma neanche per sogno, quindi che “qualchidun fazi puer racolta de firme, articoli sul giornal… ma ocio !!! senza esagerar…
    tuti poderà dir che i ga dito e fato contro el rigassificator ma ala fine el rigassificator se farà.
    questa xe la situazion qua.

    vedo un sindaco molto rilassado sul argomento, xe tuto soto controlo, anche la “protesta”. (guai se no la fossi, un poco de protesta, alora proprio spuzeria…)

  12. enrico maria milic ha detto:

    @ effebi e gli altri

    mi chiedo perchè i cittadini come te/voi, contrari al rigassificatore, non si danno una mossa e organizzano una protesta vera. altro che 740 contrari su facebook: devono essere 7400 su facebook e devono essere raccolte altre 7000 firme…
    non mi sembra un’impresa difficile. e bora.la può dare una mano.
    basta volerlo…

  13. Luigi (veneziano) ha detto:

    Riposto un’immagine che rende meglio di tanti discorsi:

    http://maps.google.com/maps?f=d&hl=en&geocode=12967178176659133979,41.338540,2.158771&time=&date=&ttype=&saddr=Unknown+road+@41.338540,+2.158771&daddr=41.403531,2.174349&mra=mi&mrsp=1,0&sz=15&sll=41.398606,2.179799&sspn=0.014229,0.029182&ie=UTF8&ll=41.3397,2.15847&spn=0.056967,0.11673&t=k&z=13&om=1

    Questo è il rigassificatore di Barcellona. La via segnata in blu è esattamente il percorso su terra che si deve fare per arrivare alla Sagrada Familia, che dista circa 5 km in linea d’aria.

    Se ingrandite l’immagine (con la scala a sinistra), quelle macchie bianche sono i serbatoi del rigassificatore, e quella che vedete in alto è una gasiera all’attracco.

    Adesso ritornate indietro e notate qual è la via d’attracco che seguono le gasiere: come si vede, si entra nel porto attraverso due dighe. Questo è l’ingresso in una parte del porto crocieristico di Barcellona, con gli attracchi a nord-est, a circa 2 km dall’attracco delle gasiere. Quindi le gasiere a Barcellona percorrono le stesse identiche rotte d’attracco di mille altre navi!

    Adesso cercate su Google “rigassificatore di Barcellona”: troverete un articolo in italiano nel quale un rappresentante di Gas Natural afferma che nel porto di Barcellona non esiste alcuna limitazione o impedimento al traffico.

    Certo: lo dice uno di Gas Natural, per cui potrebbe anche essere una balla… però l’immagine di questo po’ po’ di impianto in mezzo alla città di Barcellona mi fa riflettere: sarà poi vero che sono tutti dei gran mona gli spagnoli mentre noi siamo gli unici che vedono lontano nel proprio futuro?

    Luigi (veneziano)

  14. effebi ha detto:

    ripeto, dando ragione a luigi, che la protesta vera e, in particolare, efficace è quella di predisporre una documentazione di contestazione che sia mirata al rigassficatore di zaule.

    i vari gruppi facebook che genericamente “non vogliono il rigassficatore” portano purtoppo acqua al mulino opposto.

    ripeto, io non voglio il rigassificatore …”A ZAULE” …cul de sac del adriatico.

    per quanta è stata la mia scarsa possibilità di informarmi posso valutare che quella è una pessima scelta.

    le raccolte di firme generiche o i gruppi non servono a molto se non sono supportati da una efficace contro-documentazione presentata da “chi ne sa piu’ di me”

    sbraitare genericamente contro “IL” rigassficatore per me non ha alcun senso.

    sono anni che se ne discute, sono anni che anche, e persino, sul piccolo alcuni “pezzi grossi” hanno scritto dei contro-articoli ma poi ? dove si nascondono ? dove sono i necessari “primi dieci firmatari” che diano un peso all’iniziativa ?
    ci affidiamo a 7000 adesioni “d’istinto” su facebook ?

    mah… mi sa che crediamo alle favole.

  15. effebi ha detto:

    roberto giurastante:
    “Sono più avanti in Slovenia, qui in Italia nessuno ha denunciato la falsità, appurata dai giudici, dello studio di fattibilità eseguito da Gas Natural”

    e chi lo deve fare ? chi deve denunciare la falsità appurata dai giudici ?!

    e Giurastante no xe un mona qualsiasi, ma come valutar una frase del genere ? presidente e cofondatore del greenaction…

    devo farlo mi su facebook ? devi farlo da sola gasnatural contros e stessa ? devi farlo el sindaco de trieste che no vedi l’ora de inaugurar l’impianto ?

    dopo anni de “proteste” semo a questo punto…

    me preparo per l’inaugurazion…

  16. enrico maria milic ha detto:

    @effebi

    la tua ingenuità mi sembra inscusabile.

    con internet, oggi, puoi benissimo preparare TU un documento di approfondimento con dati e argomentazioni ben fondate. e diffonderlo come e quanto vuoi.
    e sono sicuro che tanta gente ti seguirebbe se tu usassi un documento del genere.

    che tu pensi che i 700 di facebook contro il rigassificatore siano solo degli ingenui e non siano interessati ad approfondire, mi sembra ancora più ingenuo

  17. Diego ha detto:

    riguardo alla posizione del rigassificatore di Barcellona, l’immagine più esplicativa credo sia quella dell’inserto di konrad (che invito a leger) http://www.legambientetrieste.it/RassegnaStampa/Konrad2009Set_RigassificatoreInserto.pdf
    a pagina IV. Nient’altro che un cerchio con un compasso a raggio 3,5. A Barcellona si beccano solo zone industriali, a Ts si arriva in viale D’annunzio.

  18. effebi ha detto:

    (ingenuo…. vabbè)

    “….Il rigassifcatore di Trieste-Zaule può essere fermato, ma occorrono risorse umane e materiali, in particolare per le azioni legali
    (che costano).
    Chi condivide questo obiettivo può contribuire fnanziariamente, con donazioni sul c.c.p. n. 12559340 intestato a: Legambiente
    Trieste – Circolo verdazzurro, via Donizetti 5/a, 34133 Trieste (per versamenti on-line il codice IBAN è: IT 64 I076 0102 2000
    0012559340), specifcando sempre la causale: “donazione pro spese azioni legali contro rigassifcatore Trieste-Zaule”

    questa iniziativa (estratta del link sopra) mi sembra più efficace del raccogliere firme o adesioni a gurppi fizbuk

    se poi tutte queste relatà “ecologiche” dimostrassero di agire come un fronte compatto (con le rappresentanze dei comuni “ribelli”e altre realtà associative) piuttosto che procedere in “ordine sparso” sarebbe ancora meglio.

    siamo ancora in tempo ?

  19. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Diego

    Per cortesia, vatti a fare la verifica da solo! In un raggio di 3,5 km dal rigassificatore di Barcellona ti trovi a superare di circa 500 metri l’Avinguda de la Gran Via, un viale oltre al quale c’è il quartiere dove sta l’Hospitalet de Llobregat, e questo è un quartiere totalmente residenziale!

    Oltre a ciò, il centro del centro storico di Barcellona è a 5 km in linea d’aria, senza che vi siano in mezzo colli o montagne.

    E nelle varie pubblicazioni contrarie al rigassificatore si dice che in caso di esplosione il danno si ha nel raggio di 50 km (cinquanta chilometri!), per cui che m’interessa di 500 metri in più o in meno?

    La verità è che vi sono alcuni rigassificatori in mezzo ad alcuni porti, e nessuno ancora è riuscito a spiegarmi dove sta scritto nero su bianco che:

    1. Un rigassificatore in un porto vicino ad un centro abitato è contrario alle norme (e allora quello di Barcellona che cos’è?).

    2. Un rigassificatore blocca interamente il traffico di un porto. Giurastante fa passare l’idea che il giorno in cui entra una gasiera tutto il porto di TS dovrà bloccarsi, e questa – scusatemi – è UNA BALLA!

    Luigi (veneziano)

  20. enrico maria milic ha detto:

    @effebi

    siamo ancora in tempo se la gente si muove. la gente tipo te e gli altri su questo sito.

    non servono solo le azioni legali, ma anche le firme e facebook: servono a contarsi e a far vedere ai politici quanta gente è contraria.

  21. effebi ha detto:

    “Attorno alla strutture di rigassificazione insiste un’area di interdizione alla navigazione: raggio minimo pari a 2 miglia nautiche (3,7 Km di raggio con una superficie di oltre 43 kmq); l’accesso a tale zona è consentito solo ai mezzi di servizio e rifornimento del terminale secondo una regolamentazione specifica.”

    se questo corrisponde al vero il porto di trieste (porto nuovo, ad esclusione di quello vecchio che porto di fatto non è) rimarrbbe paralizzato – molo 6° 7° scalo legnami e terminale siot (nella carina di konrad il raggio è un pò inferiore (3,5 km)

    io non trovo la “regolamentazione specifica” perchè ad esempio konrad o altri contrari al rigassific non la pubblicano ?

  22. Emanuele ha detto:

    Effebi: “io non trovo la “regolamentazione specifica” perchè ad esempio konrad o altri contrari al rigassific non la pubblicano ?”

    Perchè non esiste ad oggi regolamentazione, che viene stabilita dalle autorità portuali in osservanza alle norme. Quando si farà il rigassificatore, si faranno le norme.

  23. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ effebi

    Come ho già scritto, quanto hai citato rispetto all’area di interdizione si riferisce ad un rigassificatore piantato in mezzo al mare, giacché un rigassificatore in mezzo al mare può essere – com’è il caso del rigassificatore di Porto Viro – in mezzo alle rotte marittime. In tale caso, c’è un’autorità dell’ONU – che si chiama International Maritime Organization – che stabilisce delle aree di interdizione alla navigazione e all’ancoraggio.

    Riguardo invece ai rigassificatori a terra, queste disposizioni non trovano applicazione.

    Tanto è vero che sempre il rigassificatore di Barcellona – come da foto che si può vedere qui: http://files.meetup.com/227352/gazz_mezzogiorno2010TA05.pdf – è praticamente a poche decine di metri dalla rotta interna al porto, lungo la quale passano vari tipi di nave, comprese navi passeggeri. Nella foto si vede infatti una nave mercantile (in alto) che passa accanto al perimetro del rigassificatore.

    Luigi (veneziano)

  24. cagoia ha detto:

    “Quando si farà il rigassificatore, si faranno le norme.”

    Forsi saria il caso de saver PRIMA de far el rigassificator quali sarà le norme.
    Perchè se le norme le bloccassi el porto novo, questi “disagi” dovessi quanto meno rientrar in un piano economico per valutar la convenienza del tutto.

  25. Luigi (veneziano) ha detto:

    Se posso permettermi, ci si sta concentrando s’un problema che non esiste, e ciè sul fatto che ci sia o meno una distanza legale di sicurezza attorno al rigassificatore a terra. Che non c’è e non può esserci nei termini indicati, altrimenti dovremmo concludere che quelli di Gas Natural sono degli idioti.

    Il problema di Zaule non è il posizionamento del rigassificatore, ma eventualmente il tragitto delle gasiere. Non in termini di intralcio delle movimentazioni del porto, bensì degli eventuali incidenti di percorso. Ricordo che anni fa qua a Venezia una nave uscendo dal porto ha avuto un problema al timone, per cui è andata a sbattere sulla riva del Lido a circa duecento metri da dove abito. Bene: che succede in caso di un incidente di questo genere a Zaule, in ingresso e in uscita dal porto? Quali sono le misure di sicurezza previste per le gasiere, all’interno del progetto? Segnalo che questo argomento è tuttora al centro di discussioni qui a Venezia, perché le meganavi da crociera passano a cento metri da Piazza San Marco e a meno di cinquanta metri dalla Punta della Dogana. Varie volte si è segnalato che in caso d’incidente queste navi causerebbero un danno non risarcibile, e la risposta è stata quella dell’obbligo di traino con rimorchiatore di tutte le navi che superano una certa stazza.

    Altra questione è quella degli eventuali incidenti a terra. Quali sono i peggiori incidenti accaduti finora in un rigassificatore? Quali quelli ipotizzabili? Quali le misure di sicurezza previste?

    Va da sé che non può essere considerato “incidente” l’attacco terroristico con razzi esplosivi sui depositi di gas, nel senso che le torri gemelle ci hanno insegnato che qualsiasi cosa è attaccabile, ma non per questo si può rinunciare a fare un grattacielo perché potrebbe entrare nel mirino di un boeing dirottato da un commando di criminali.

    Terza questione: l’impatto ambientale nell’ambiente marino. Qui bisogna spulciarsi le 49 pagine che Gas Natural ha presentato e trovare gli eventuali errori. E’ vero – come leggo – che la misurazione delle temperature del mare è sbagliata? Oltre a ciò, ci si dica come gli attuali rigassificatori già esistenti impattano sugli ambienti marini circostanti: hanno ammazzato flora e fauna?

    Quarto: il collegamento con i metanodotti esistenti. Come si fa a dare l’ok ad un progetto se non esiste ancora un’idea precisa dello smaltimento del metano rigassificato?

    Quinto: le regole d’ingaggio. La capitaneria di porto deve spiegare fin da subito cosa succede al traffico portuale, nell’ipotesi dell’arrivo di una gasiera ogni tre giorni.

    Questi sono i primi punti che a me vengono in mente. Va da sé che per come sono fatto io se qualcuno mi dà una risposta che contiene una balla, mi sento preso per i fondelli e la cosa mi puzza di bruciato.

    Luigi (veneziano)

  26. effebi ha detto:

    io parto dal concetto che quelli di Gas Natural non sono degli idioti ma siccome vendendoci un rigassificatore ne trarranno un notevole beneficio economico non è proprio il caso di sar a sentire quello che ci raccontano ( o almeno a non prenderlo come la vera verità)

    se poi gi spagnoli si fanno un rigassificatore dentro la sagrada famiglia non significa che noi ce lo dobbiamo piazzare nel…zaule.

  27. Il progetto della Gas Natural è basato su uno studio di impatto ambientale in cui sono stati falsati i punti fondamentali relativi all’impatto ambientale e alla sicurezza. In particolare, come emerso dall’indagine svolta dalla Guardia di Finanza di Trieste (procedimento penale 2957/08), al fine di fare approvare il progetto sono stati falsificati ed omessi i dati ambientali fondamentali (temperatura e profondità del mare), e per questo sono stati identificati come responsabili i due consulenti tecnici della società Gas Natural per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio. Queste falsificazioni rendono completamente inattendibile il progetto per quanto riguarda la previsione degli impatti marini (chimici, termici, meccanici e biologici) del rigassificatore e del transito delle navi gasiere.

    Nella stessa indagine è inoltre emerso che:
    1) il progetto nasconde e sottovaluta la vicinanza di altri impianti pericolosi suscettibili di “effetto domino” in caso di incidente o di attentato;
    2) organi centrali del Governo italiano hanno fatto pressioni su propri organi periferici perché dessero parere positivo al progetto del rigassificatore, modificando precedenti pareri negativi (vedi Ministero Beni Culturali e Ambientali).
    Nonostante queste prove la Procura della Repubblica di Roma (a cui il procedimento era stato trasmesso per competenza) ha chiesto ed ottenuto l’archiviazione dell’inchiesta con la motivazione che “la materia non sarebbe penale ma amministrativa”.
    Ad archiviazione ottenuta, il Ministero dell’Ambiente – che intanto aveva ottenuto il fascicolo processuale in violazione del segreto istruttorio dalla Procura della Repubblica di Trieste (dove l’inchiesta era partita) – dava il parere favorevole (quindi pur essendo a conoscenza delle falsificazioni) al progetto della Gas Natural.

    Le nostre associazioni (Greenaction e Alpa Adria Green) hanno già provveduto a presentare le denunce su tali clamorose violazioni al Parlamento e alla Commissione europee.
    Abbiamo inoltre informato (presentando l’intero fascicolo processuale) il governo della Repubblica di Slovenia quale parte in causa del procedimento di VIA transfrontaliero. La Slovenia si è quindi – anche alla luce di queste informazioni – espressa contro il progetto del rigassificatore a Trieste.

    Stiamo inoltre per presentare un ricorso al TAR del Lazio (chi vuole contribuire può effettuare un versamento sul conto corrente postale 83762187 intestato a Greenaction Transnational con la causale “ricorsi amministrativi rigassifcatori Trieste”) per impugnare il decreto autorizzativo del Ministero dell’Ambiente.

    Chi volesse approfondire la ricerca trova sul nostro sito internet (http://www.greenaction-planet.org/) tutti i documenti a supporto di quanto sopra.

  28. Italo ha detto:

    Avete 100.000 volte in più il rischio che il vostro vicino di casa lasci aperto il rubinetto del gas.

  29. arlon ha detto:

    “Ad archiviazione ottenuta, il Ministero dell’Ambiente – che intanto aveva ottenuto il fascicolo processuale in violazione del segreto istruttorio dalla Procura della Repubblica di Trieste (dove l’inchiesta era partita) – dava il parere favorevole (quindi pur essendo a conoscenza delle falsificazioni) al progetto della Gas Natural.”

    Questa me par la parte più scandalosa… in che man semo?

  30. Luigi (veneziano) ha detto:

    Egregio Giurastante, ho letto con attenzione ciò che hai dichiarato e scritto, ed ho letto pure il testo dell’esposto presso il Tribunale di Trieste da te firmato. Non ho letto però il decreto di archiviazione della Procura della Repubblica di Roma, che – a rigor di logica giuridica – non ha quindi ravvisato dei reati. Dove posso leggere questo documento?

    Però devo farti alcune domande.

    1. Tu affermi che: “I giudici hanno confermato che lo studio di Gas Natural è stato falsificato”. Posso sapere quali sono questi giudici? Cosa hanno detto/scritto, quando e in che sentenza?

    2. Tu affermi che: “Il nuovo rigassificatore di Trieste porterebbe la circolazione 110 nuove gasiere all’anno. Il porto, quindi, sarebbe indisponibile circa 1 giorno su 3”. Su cosa si basa questa certezza, visto che il porto di Barcellona – con un impianto maggiore di quello di Zaule – lavora in modo assolutamente normale senza interruzioni per un terzo dell’anno?

    3. Tu affermi che l’Italia si stia trasformando in una “democrazia autoritaria”. Al di là di questo che è una tua legittima opinione, tu citi come indizio una dichiarazione di Emma Mercegaglia che io non ho trovato riportata in nessun documento di nessuna agenzia o di nessun giornale. Qual è la fonte di tale dichiarazione?

    4. Torniamo all’indagine su Gas Natural. Tu scrivi che “sono stati identificati come responsabili (NDR Della falsificazione dei documenti) i due consulenti tecnici della società Gas Natural per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio”. Ora, il rinvio a giudizio è un atto tipico, che a norma del nostro codice di procedura penale viene richiesto da un pubblico ministero presso la cancelleria di un GUP. Qual è il pubblico ministero che ha chiesto il rinvio a giudizio dei due consulenti tecnici? Che cosa ha stabilito il GUP?

    Grazie per le risposte e cordiali saluti.

    Luigi (veneziano)

  31. jacum ha detto:

    ma no podè far sti rigasifigadori al sud?

    là no ghe ciava un binbin del’ambiente e i ga tanto bixogno de bori…nel senso de spartir!

    taranto xe meraviglioxa, xe un belisimo zentro industriale e son sicurissimo che i volerà un bel rigasifigador anca in mezo al cul….ma che parte del cul? el bux del cul!!

    ndemo vanti dei!
    ma cosa ve fe insemenir da dipiazza o menia???

    a mi no me interesa se inquina se costa se esplodi o no esplodi se go benefici se crea lavor se me fa barcola una granita de guati!!!

    no se fa e po bon!
    no xe che no se pol, xe proprio no necesario!!

  32. Diego ha detto:

    “no xe che no se pol, xe proprio no necesario!!”

    ecco, il tema della non necessarietà è un tema che mi è molto caro. Io credo che a prescindere da tutto, bisognerebbe cercare di rendere non necessaria la produzione di ulteriore energia da fonti non rinnovabili. Al momento sprechiamo una valanga di energia inutilmente, e invece di cercare di limitare gli sprechi, risolviamo i problemi cercando nuove risorse. Alla fine il mito della crescita inesorabile e illimitata è irrealizzabile, il pianeta ha evidenti limiti fisici oltre ai quali non si può andare, quindi prima o poi bisognerà razionalizzare le risorse. Il rigassificatore potrà anche essere un affare dal punto di vista economico, ma fra 30 anni di gas non ce ne sarà più. E noi avremo il nostro cugno de rigassificator.
    Io punterei da subito sulle rinnovabili e sul risparmio energetico, tuttavia questa è una battaglia che può esser vinta solo remando tutti dalla stessa parte. Chi ha la disponibilità finanziaria dovrebbe installare i pannelli fotovoltaici (che tra l’altro, con gli incentivi, sono anche un affare). Chi non può permetterseli, punti al risparmio. Se tutte le famiglie triestine cambiassero 4 lampadine usando quelle a basso consumo e chiudessero 3 apparecchi in stand-by, risparmieremmo la produzione di energia di una centrale nucleare, e no xe una cazada.
    Ma dire ste cose fa molto “ingenui, sognatori”…e bon…you may say I’m a dreamer, but I’m not the only one.

  33. Roma ha detto:

    Con altre parole nel anno 0 scriveranno:
    Il Golfo di Trieste devastato con una grande esplosione di fuoco…ecc..Gli ambientalisti hanno parlato di questo, cercando di svegliare
    la apatia generale della gente che viveva in quel posto, la gente, che come le pecore seguiva e credeva i suoi capi che senza scrupoli dicevano le buggie, che dichiaravano che nel interesse nazionale ( infatti erano solo interessi finanzieri personali di questi personaggi malintesi ) che hanno il diritto di uccidere tutti i cittadini del Golfo di Trieste, senza mai chiedersi fino dove la pazzia delle interesse finanziarie possa arrivare. Mai nessuno credeva che questa malata pazzia della mente umana, che si credeva Homo Sapiens poteva arrivare a tal punto di essere il principale forza della terza catastrofe ( le primi due errano a causa del cometa caduto nella terra)..tutto bruciava nel fuoco..ecc.. Oggi questa mente dei pazzi, che quella volta governavano ed errano gli eletti del popolo e scappata ed si nasconde in altra parte del mondo. A causa ai quelli pazzi oggi tutto territorio del Golfo di Trieste e la NATURA MORTA , molta poca gente si e salvata, purtroppo sono ancora nel ospitale, tutti feriti cio e grigliati nel fuoco. Non si sa ancora se la catastrofe era causata a causa del attacco terroristico oppure a causa del collisione dei navi piene del gas che con effetto domino esplosiva no e devastavano tutto il Golfo.

  34. Marino ha detto:

    Perfettamente d’accordo con Diego sia sulla necessità del risparmio energetico sia sul falso mito della crescita illimitata.
    E’ assurdo andare a produrre sempre più energia senza un serio programma di ridurre il consumo di quella disponibile. E’ ormai assodato che fare rifassificatori e centrali, nucleari o meno, è un grosso affare, ed è solo questa la ragione per la quale sono così determinati.

  35. Roma ha detto:

    Congratulazioni a Roberto Giurastante per il Suo coraggio, saggezza, forza, lavoro altruistico, umanità, per il Suo olistico approccio a questa molto triste e grave parte della nostra storia comune, speriamo che si svegliano anche altri cittadini di Golfo di Trieste e di tutta Italia. Siccome catastrofe di una parte sicuramente avrà impatto devastante sul ambiente,clima ed anche economia saggia di tutta Italia.
    Basta con la dittatura devastante dei interessi finanziari !

  36. Diego ha detto:

    Anche questo venerdì 23 ottobre e sabato 24 ottobre il banchetto per la raccolta firme&fondi anti rigassificatore in largo bonifacio ha bisogno di volontari (15.30-19.30, turni di 2 ore). Chi fosse interessato scriva qua: diego@vallecavanata.it

  37. jacum ha detto:

    sto impianto costerá….

    dixemo 2 miliardi ne euri. per iniziar e poi zontemo cualcosa per mantenirlo.

    ma sti bori no se pol spenderli diversamente?

    se, e ripeto SE, dovemo per forza spender, ma perché no se butemo nel trasporto su rotaia?
    anche cvesto xe un discorso energetico-economico-ambientalista.

    il gas naturale non finirá fra 30 anni come si é detto sopra. ma se noi bruxemo piú NG produxemo piú anidride carbonica….

    e alora perché facilitar la produzion de anidride carbonica??

    ma inveze de far DO rigasifigador a trieste, ma perché no i sbloca le piataforme offshore per la produzion de gas dell’alto adriatico?
    l’ENI gaveva za investí parecchi milioni…
    e in piú se el rigasifigador de rovigo!!

    e in piú anca mi go un poco de gas….de cul!

    no xe necesario!
    solo cvesto devi entrar nela mente dela zente! no cori altre monade contade da incantatori come dipiaza o menia o dei industriali taliani.

  38. controcorrente ha detto:

    ma sul rigassificatore che vogliono fare a Capodistria nessuno dice niente??!! Io non mi fido tanto di noi italiani figurati degli slavi!

  39. Luigi (veneziano) ha detto:

    Beh, se il discorso arriva alla “palla di fuoco” che renderà Trieste una landa desolata, allora è sicuro al 110% che il rigassificatore lo faranno.

    Luigi (veneziano)

  40. Roma ha detto:

    Si, politici ed loro interessi personali sono uguali – piu o meno in tutto mondo – tutti piu o meno lavorano solo per le interessi personali con colaborazione con capitale perche vogliano governare eternamente, cio e’ con aiuto del cash sotto la tavola- e dai noi cittadini di capire questo ed capire che abbiamo solo un mare, una costiera,un mondo , un sole… ecc ed la divisione Sloveni , Italiani e solo nella nostra testa, la natura , Il Dio ecc..ECC non RICONOSCONO QUESTO TIPO DELLA DIVISIONE CHE E’ SOLO IL RESULTATO DELLA MENTE UMANA CHE E’ MOLTO RISTRETTA ED LIMITATA…

  41. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Jacum

    I bori per il rigassificatore non sono pubblici, ma privati di Gas Natural.

    Le piattaforme per l’estrazione di gas nell’Alto Adriatico non vengono riaperte perché è provato l’effetto subsidenza, e cioè perché quando tolgono il gas di là, di qua la costa s’abbassa. E’ già successo al tempo delle prime trivellazioni.

    Comunque sia, il totale del gas stimato nell’Alto Adriatico per la parte italiana è in tutto di 30 miliardi di metri cubi. Il solo rigassificatore di Porto Viro ha una capacità di 8 miliardi di metri cubi all’anno, e il costo d’impianto è stato minore del costo d’estrazione previsto per i giacimenti dell’Alto Adriatico. In pratica, conviene far funzionare a pieno regime il rigassificatore che già c’è.

    La Croazia invece ha iniziato le trivellazioni al largo delle proprie coste, con riserve previste in 60 miliardi di metri cubi. Oltre a ciò, costruirà il proprio rigassificatore a Castelmuschio nell’isola di Veglia.

    Il progetto di rigassificatore a Capodistria attualmente è tramontato.

    Luigi (veneziano)

  42. effebi ha detto:

    @Luigi: il link di Konrad riporta:

    “….Quel che però è certo, è che i costruttori di rigassifcatori, in Italia,
    non ci rimetterebbero mai. Anche se i loro impianti si trovassero
    a corto di GNL, infatti, gli introiti sarebbero garantiti. Lo prevede
    la Delibera dell’Autorità per Energia Elettrica ed il Gas (AEEG) n.
    178 del 2005, la quale prevede “per incentivare la realizzazione e
    l’utilizzo di nuovi terminali”, che “anche in caso di mancato utilizzo
    dell’impianto”, sia coperto l’80 per cento dei ricavi, a carico del
    sistema tarifario del trasporto del gas, per un periodo di 20 anni.
    In altri termini, saranno le società che trasportano il gas all’utenza
    fnale con la rete di metanodotti (cioè SNAM, ACEGAS-APS, ecc.),
    a garantire ai costruttori e gestori dei rigassifcatori l’80 per
    cento dei ricavi previsti, per 20 anni, anche se non ci sarà GNL da
    rigassifcare. Ovvio che poi le stesse società si rivarranno sulle
    bollette dell’utenza dei costi supplementari così sostenuti. Altro
    che metano a prezzo scontato per gli utenti!
    La delibera n. 178, valida per tre anni, è stata sostituita dalla n. 92
    del 2008, che riconferma il suddetto meccanismo, riducendo la
    percentuale dei ricavi garantiti al 71,5 per cento.
    In un’economia di mercato, come si dice sia quella italiana, il
    rischio dovrebbe far parte integrante (altrimenti, che mercato è?)
    di ogni attività imprenditoriale. La versione italica del mercato,
    però, prevede che del rischio (in questo caso, quello di trovarsi
    senza GNL) si facciano carico i consumatori (o magari, un domani,
    lo Stato, cioè i contribuenti). Nella migliore tradizione di un ceto
    di “imprenditori” tanto abili a privatizzare i proftti, quanto a
    socializzare le perdite…..”

  43. Emanuele ha detto:

    Luigi :”Il solo rigassificatore di Porto Viro ha una capacità di 8 miliardi di metri cubi all’anno”

    8 MILIONI. Non miliardi. 😉

    Potresti citare il documento dal quale risulta che i bori li tira fuori Gas natural?

    Per me, ma lo dico per esperienza e non per norma, i soldi li tirano fuori:
    – gas natural
    – la UE, lo stato, la regione, il comune, e dunque NOI cittadini
    – il comune, svendendo il territorio (e quindi noi cittadini)

    Rientrano dei soldi:
    – Gas natural
    – acegas & comune

    A chi crede che il gas serva per riscaldare le case, devo dare una notizia: in minima parte. Gran parte del GAS (6/12% del FVG) serve per l’inceneritore Acegas (fonte bilanci Acegas) e per l’industria. Il business del rigass è comprare gas e vendere energia elettrica all’estero. A tale scopo serve, mica a scaldar casa.

  44. Roma ha detto:

    Il progetto di rigassificatore a Capodistria attualmente è tramontato- SOLO GRAZIE A CITTADINI comuni ed l’oganizzazione ambientalista, gli politici Sloveni hanno paura di perdere i voti in caso non rispettano la voglia della massa- gente che capisce bene- grazie anche a media slovena ed correta informazione- che cosa davvero significano gli rigassificatori e non quello che dicono sia i politici per mottivi personali che la media italiana che e’ sotto controlo di politici italiani. La media slovena hanno riguardo la media italiana una democrazia molto piu libera di scrivere la verita, non sono cosi
    sotto autodemocrativo controllo del governo, come e ‘ caso in Italia.
    Percio i cittadini sloveni hanno avuto molta possibilita ed molta informazione libera eecc..purtoppo anche se in italia gli cittadini sono ugualmente molto intelligenti hanno una sfortuna, perche il sistema italiano in questo momento e autodemocrativo…

  45. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Emanuele

    MILIARDI, non milioni. Leggi qui:

    http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2008/09/rigassificatore-metano-porto-viro.shtml?uuid=113a2e14-86e9-11dd-a768-f1df2345d4c3&DocRulesView=Libero

    Per rispondere a chi-paga-che-cosa, è Gas Natural a dichiarare l’investimento previsto, all’interno del proprio sito: http://www.gasnaturalitalia.com/magnoliaPublic/GNItalia/home/leftMenu/gasnaturale/I-nostri-progetti-in-Italia.html

    Per analogia, dirò che il costo per il rigassificatore di Porto Viro è stato di 2,5 miliardi di euro: il 45% investito da Qatar Terminal Limited, affiliata di Qatar Petroleum, un altro 45% da ExxonMobil Italiana Gas ed il restante 10% dall’italiana Edison.

    Luigi (veneziano)

  46. jacum ha detto:

    a luigi

    el fondal se sbasa no le coste… e me par stranisimo che cola sola esplorazion dei giacimenti se gabi avú un efeto cosí eclatante come lábasamento verticale del fondo marino.
    inoltre le tecniche de estrazion del gas prevedi la ri-iniezion de acqua de mar. sto procedimento servi per svodar ben ben el giacimento e per ricompatar in modo de evitar un possibile colaso.

    comunque tute le piataforme che xe esistenti e apena entrate in funzion, da ravenna fino ad ancona, da gas per un 30% stimato annuo dei consumi italici.

    i croati sta sbuxando a piú non posso!
    e non rivo a capir parché da sora ravenna fino a sora venezia no se pol impiantar una ventina de piattaformine de dozento metri quadri de ingombro superficiale. inoltre, se uxasi tecnologia che gavemo za, struttura organizativa e competente che gavemo za, con fornitori e ditte che fa sti lavori che gavemo za!

    ———-
    Terminale GNL Adriatico, Rovigo, Porto Tolle/Porto Viro, (8 Gmc/anno), azionisti: 45% ExxonMobil, 45% Qatar Petroleum, 10% Edison.

    xe 8 giga mc.

  47. effebi ha detto:

    inaugurato rigassificatore di rovigo…

    “…il progetto originario è datato 11 anni fa ed è stato a lungo osteggiato – come ha ricordato anche il presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan – «da tutti, forze politiche, istituzioni, magistratura»…..”

    no me par che qua ghe sia tuto sto impegno a -cusì alto livello- tendente ad ostegiar el rigassificator de zaule…

    qua me par che i ga rivado a “onzer” mejo… i ingranagi.

  48. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ effebi

    Per l’ennesima volta, vado a controllare e scopro che la storia è sempre un po’ diversa da come la si racconta.

    La circolare AEEG n. 178 del 2005 si trova in internet qui:

    http://www.autorita.energia.it/allegati/docs/05/178-05.pdf

    Essa NON DICE che è comunque garantito “l’80 per cento dei ricavi, a carico del sistema tarifario del trasporto del gas, per un periodo di 20 anni”, ma – e cito – che:

    “Il fattore correttivo di cui all’articolo 10, comma 10.3, è sostituito da un fattore
    garanzia, FGL, che assicura, anche in caso di mancato utilizzo dell’impianto, la copertura di una quota pari all’80% di ricavi di riferimento RLC. Tale copertura è riconosciuta dal sistema tariffario del trasporto e ha durata per un periodo di 20
    anni”.

    E che cosa sono i ricavi di riferimento RLC (che NON SONO TUTTI I RICAVI PREVISTI)?

    Non sono quindi – come sembra di capire leggendo il rapporto da te indicato – i ricavi complessivi previsti dalla società che gestisce il rigassificatore (che si chiamano RL), bensì (cito):

    “la quota parte dei ricavi relativa al servizio di rigassificazione, attribuita alla capacità di rigassificazione del terminale ed è data dalla somma delle componenti RLcapitale, RLco+amm”

    RLcapitale è “la quota di ricavo del terminale di rigassificazione riconducibile al
    capitale investito riconosciuto”.

    RLco+amm è invece “la quota di ricavo del terminale di rigassificazione riconducibile ai
    costi operativi e alla quota ammortamento riconosciuta”.

    Quindi il ricavo che viene garantito al gestore non è “quanto egli avrebbe previsto di ricavare dall’attività di rigassificazione”, bensì una parte di “quanto egli ha speso per costruire il manufatto”.

    Questa pappardella è contenuta all’interno dell’articolo 13 della circolare, che s’intitola “Misure per incentivare la realizzazione e l’utilizzo di nuovi terminali”. Già, perché siccome questi terminali costano una frega di soldi e le società che li costruiscono possono decidere di investire i loro denari qui o lì a seconda del business o delle garanzie di ricavo, i vari governi mondiali hanno stabilito degli incentivi per la costruzione dei terminali.

    Faccio notare che tale pratica non è esclusiva di questo campo, visto che la vicina Slovenia prevede degli incentivi fiscali per ogni investitore straniero che costruisca un proprio impianto sul proprio territorio.

    Luigi (veneziano)

  49. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ effebi

    Il fenomeno di subsidenza è molto noto qui in Veneto, giacché alcune aree della provincia di Rovigo sprofondarono negli anni ’50 fino a 4 metri a causa delle estrazioni del gas.

    Siccome il limite sotterraneo di alcuni giacimenti di metano dell’Alto Adriatico arriva fino a sotto la costa, la questione è quindi esattamente quella che ho ricordato: come garantire che le coste non sprofondino a causa delle previste estrazioni di metano.

    Comunque sia, anche per evitare queste storie il Veneto s’è dotato del proprio rigassificatore, che è nato dopo enormi polemiche.

    Io personalmente ero favorevole al rigassificatore di Porto Viro. Nutro dei dubbi su quello di Zaule, ed attendo ancora delle spiegazioni tecnico-scientifiche coerenti e probanti che mi spieghino perché e percome un investimento di tale genere non debba esser fatto. Le ragioni di Gas Natural sono andate a leggermele da solo.

    Luigi (veneziano)

  50. Roma ha detto:

    Gli rigassificatori nel Golfo di Trieste sono RUSSIAN ROLETTE per tutti i cittadini che vivono in quella zona ed nel dintorno. Questo poco ma sicuro!
    E sono anche un affare del secolo per quelli politici astuti e capitalisti che non vivono in quella zona, ma sono investitori e progettanti di questa pazzia. Per tutti altri porterà solo morte, malattie ed paura.

  51. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Roma

    “Et secundus angelus tuba cecinit. Et tamquam mons magnus igne ardens missus est in mare: et facta est tertia pars maris sanguis, et mortua est tertia pars creaturarum, quae in mari sunt, quae habent animas, et tertia pars navium interiit”. (Apocalisse, VIII, 8-9).

    Luigi (veneziano)

  52. effebi ha detto:

    …et accepit angelus RIGASSIFICATORUM et implevit illud de GAS altaris et misit in ZAULAM et facta sunt tonitrua et voces et fulgora et terraemotus…

    qua scherzemo ma sta roba no xe un turibolo…

  53. Emanuele ha detto:

    @ Luigi:
    Io calcolo prima di scrivere… e talvolta sbaglio! Pensavo al GNL e non alla produzione di gas… mea culpa!

    Hai ragione sull’RLC. Vediamo se ho capito. Voglio metter su una panetteria. Vado dal governo e chiedo di poter costruire una panetteria a Zaule, ma non vorrei perderci, perchè ho i soldi ma è un grosso investimento. Loro mi guardano e dicono… sicuro, tu costruiscilo, se non hai voglia di comprare farina e lievito e vender pane, noi ti ritorniamo l’80% della spesa iniziale. Solo l’80%, ricorda. Puoi lavorare qualche anno, ricavare qualcosa, e poi lasciare l’edifico com’è. Per vent’anni ti copriamo. Poi vendi l’edificio (ricavandoci il giusto, non speculare, casomai lo compriamo noi se non trovi come piazzarlo visto che è trasandato e ci sono dentro dipendenti). E’ un buon affare per tutti. Resta anche l’edificio che hai fatto… 😉

  54. Roma ha detto:

    @
    Luigi – veneziano
    Ed secondo angelo della guerra comincia trombare e manda a mare una grande focosa montagna che brucia, e la terza parte che hai sposato, e la terza parte della creatura, e la tua terza parte sposata sanguina il quale e il governo che respiri, e terza parte di una flotta di cento nave che vanno per massacrare.
    Apocallise VII,8-9.
    Caro Luigi, poi scercare come voi ma il fatto, la verita rimane cio e’ che propio addeso e’ cominciata la era della Apocallisse – tutto e’ possibile, abbiamo molto poco tempo di svegliarsi!

  55. Roma ha detto:

    @Luigi – veneziano:si, e’ vero , in caso dei rigassificatori – Apocallise e qui:

    Apocalisse 8:8 ^
    Poi sonò il secondo angelo, e una massa simile ad una gran montagna ardente fu gettata nel mare; e la terza parte del mare divenne sangue,
    Apocalisse 8:9 ^
    e la terza parte delle creature viventi che erano nel mare morì, e la terza parte delle navi perì.

  56. Carlo ha detto:

    Sono approdato solo oggi su questo sito, di sicuro ho perso molte puntate. Mi chiedo / vi chiedo se è stata discussa, per il caso di Zaule, la normativa UE “Seveso” che richiede – per questo tipo di impianti – che venga consultata la popolazione.

  57. Carlo ha detto:

    Interessante, per fugare ogni dubbio (da il Giornale di ieri, circa l’inaugurazione del rigassificatore di Porto Viro):
    Soddisfatto l’amministratore delegato di Edison, Umberto Quadrino, che ha sottolineato l’importanza di aggiungere un così grande quantitativo di energia (del valore complessivo di 2 miliardi l’anno) sul nostro mercato. E se fosse troppo? Si è chiesto ieri il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, ricordando che hanno già ottenuto le necessarie autorizzazioni altri due rigassificatori, a Priolo e a Trieste. Nessun problema, «perché la nostra politica è quella di fare dell’Italia l’hub energetico del Mediterraneo, punto di arrivo e di transito anche per altri Paesi europei».

  58. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Roma (riferimento al messaggio n. 55)

    Io farei il rigassificatore solo per vedere poi gli angeli che trombano.

    L.

  59. Roma ha detto:

    Piccolo di oggi e You tube che fa molto effetto …..
    http://www.youtube.com/watch?v=cPmBFOUx5Y0

  60. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Emanuele

    Il meccanismo che hai descritto è corretto, talmente corretto che in pratica esiste in tutti i paesi del mondo. L’unica cosa che differisce è l’importo che devi investire per avere diritto a tutta una serie di facilitazioni, incentivi eccetera eccetera.

    Ti faccio un esempio.

    La settimana scorsa ho accompagnato in Croazia un signore che ha l’intenzione di investire una certa cifra per impiantare un’attività produttiva. Se tu in Croazia investi più di 1 milione di kune (145.000 Euro circa) in una delle 13 aree speciali del paese, per cinque anni non paghi le tasse.

    Se investi una cifra di circa 8 milioni di Euro in qualsiasi parte del paese e assumi almeno 75 persone, non paghi tasse per cinque anni.

    Per somme superiori, tu vai a discutere direttamente col governo.

    In quasi tutti i casi ti regalano il terreno (o te lo vendono a prezzo irrisorio) e ti garantiscono gratuitamente tutti i lavori di allacciamento, comprese le strade.

    Prova solo a immaginare che succede se invece in Croazia investi 500 milioni di Euro (come a Zaule) o addirittura 2,5 miliardi di Euro come a Porto Viro: ti portano l’acqua con le orecchie dove vuoi e in più mentre la portano ti fischiettano tutto il repertorio delle tue canzoni preferite.

    Quindi non capisco proprio dove ci sia da stupirsi se il governo italiano incentiva gli investimenti per i rigassificatori, che vengono considerati strategici per l’economia nazionale, portano lavoro, royalties di vario tipo, nonché ovviamente un ricavo per le casse dello stato e degli enti locali derivante dalla tassazione diretta e indiretta.

    Luigi (veneziano)

  61. EFFEBI ha detto:

    @luigi: in effetti niente di strano, ma la discussione è nata perchè sostenevi il fatto che i “poveretti” di gas natural rischiavano del suo, mentre non è così.

    post 42 (“I bori per il rigassificatore non sono pubblici, ma privati di Gas Natural”)

    invece…con abbondante incentivo statale (cioè nostro) gas natural ci piazza un suo business raccontandoci “volentieri” anche che “fa bene alla salute” (o quasi…)

  62. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Roma

    Il video che hai postato non si riferisce ad un rigassificatore, ma ad un “normale” deposito di gas. L’incidente è avvenuto a Sidney nel 2006.

    A questo punto però mi chiedo: se il problema sono il trasporto e il deposito di sostanze altamente infiammabili, perché non fare una grossa battaglia per vietare l’approdo di petroliere a Trieste, nonché lo stoccaggio di petrolio?

    Forse le petroliere non possono esplodere? Forse i serbatoi non possono essere obiettivi di attacchi terroristici?

    E questi camion qui (http://www.youtube.com/watch?v=iDCpFNiNcKg) li lasciamo ancora andare in giro per le nostre strade?

    Potremmo chiudere defitivamente il porto commerciale ed industriale di Trieste, così sicuramente non ci sarà più nessun problema.

    Luigi (veneziano)

  63. Roma ha detto:

    Luigi, va bene suonare la tromba…
    Comunque non devi fare il rigassificatore per vedere il risultato- uno comprende o no- tutto qui, certe persone vedono, ma non vedono, sentono ma non sentono.. ecc. ecc. si può discutere a lungo – ma senza risultati, perche sei o non lo sei- tutto qui..
    Vedi link del Piccolo- senza fare un altro rigassificatore- forse comprendi..?

  64. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ effebi (n. 62)

    Io non ho mai scritto che questi sono “poveretti”, ma che i soldi per l’investimento ce li mettono loro.

    Oltre a ciò, il meccanismo di queste operazioni è tale per cui i signori di Gas Natural nel caso in cui il rigassificatore non operasse ci perderebbero comunque un tot di soldi, che adesso a spanne cerco di quantificare.

    Il rigassificatore a Zaule costa circa 500 milioni di Euro.

    Gas Natural non fabbrica i soldi, per cui per finanziare l’operazione andrà a chiedere il denaro ad un pool di banche o emetterà delle obbligazioni. Con i tassi attuali siamo in entrambi i casi più o meno al 4% annuo a 20 anni.

    Quindi ogni anno Gas Natural dovrà pagare 20 milioni di Euro di interessi, e alla fine dovrà ridare indietro alle banche o agli obbligazionisti i 500 milioni.

    Morale della favola: l’operazione in vent’anni costa a Gas Natural 500 milioni di capitale più 400 milioni di interessi: 900 milioni.

    I signori di Gas Natural quindi devono guadagnare al netto ogni anno da Zaule 45 milioni all’anno per vent’anni, per il loro break-even.

    Ciò che il governo garantisce ai signori di Gas Natural è invece il pagamento delle spese vive d’impianto in vent’anni, e quindi i 500 milioni, a rate di 25 milioni all’anno.

    Tiriamo la riga e scopriamo quindi che Gas Natural se l’impianto non parte perdono 20 milioni ogni anno, per vent’anni.

    Luigi (veneziano)

  65. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Roma

    Forse non mi sono spiegato bene. Io ero favorevole al rigassificatore di Porto Viro, mentre per quanto riguarda Zaule nutro dei dubbi.

    Voglio farmi un’idea basata su dati certi, ragionamenti logici, notizie verificabili, e invece che ti vedo? Dati incerti, ragionamenti illogici e notizie che alla verifica si sgonfiano.

    Io ho letto l’intervento di Giurastante, ho letto il suo commento e questo e quello non mi convincono. Secondo me ha raccontato alcune cose non vere.

    Gli ho fatto alcune domande e… l’uomo è sparito!

    Ma vi sembra normale e logico tutto ciò? Vi sembra che la cosa non mi possa puzzare di pressapochismo, e pure di approccio ideologico a tutta la questione (la tirata di Giurastante sull’Italia che si sta trasformando in una “democrazia autoritaria”, basata s’una dichiarazione di Emma Marcegaglia che puzza di falso lontano un miglio)?

    Io l’ho scritto e lo ripeto: a meno che il ricorso al TAR non sia stato strutturato meglio delle tirate sconclusionate che leggo in giro, io credo che i signori di Gas Natural vi mangeranno in un boccone tutti quanti, e vi digeriranno senza nemmeno l’Alka Seltzer.

    Luigi (veneziano)

  66. Roma ha detto:

    Luigi, in questo sito parliamo per quanto riguarda Zaule, perche ?
    Sia Zaule che tutto Golfo di Trieste per quanto riguarda sicurezza ed impatto ambientale- per molti vari ragioni più si può capire anche quando a fine di mese otovre sara una grande importante tavola rotonda organizzata al livello nazionale dai vigili di fuoco ecc
    Secondo Giuristante non e’ sparito, ma sicuramente ha gia datto tutte le informazione necessarie ed altre si può vedere sul link- Greenactional Transnational- vedi sopra ed che cosa si vuole più di cosi. Se uno legge bene quello che lui ha scritto ed sul loro link, puo subito capire che in questo caso – Golfo di Trieste, ce solo una ragione per rigassificatori- geopolitica posizione per gli investitori ed sui compagnoni tutto e’ molto chiaro ed comprensibile.
    Poi nuovamente congratulazione a Giuristante peri l Suo approccio coraggioso ed etico..ecc..uno può questo capire oggi oppure capirà quando sara »post mortem »- tutto qui. Giuristante non e unico che parla di questo, anche se e ‘ vero che italia in questo momento ha »democrazia autoritaria2, perche?
    Tutti possiate capire che in questo momento ce’ posto solo per un “lider” ed questo “lider” ha sotto controllo tutte le medie..ecc..che cosa non si può qui capire?

    Ed mille ragioni perche gli rigassificatori sono la morte per tutti altri , solo no per quella mente che gli ha progettato ( se anche questo non e’ vero, perche anche loro dovranno fare i conti davanti il Dio , oppure la loro propria coscienza, che dorme ..ecc queste mille ragioni poi trovare se davvero vuoi trovare, non e’ necessario che alle tue dure inchieste deve rispondere Giuristante, perche Lui ha già dato più che sufficiente risposte – gratis- senza alcun interesse personale, sono poche persone che lavorano cosi altruisticamente.
    Grazie. Uno ha la scelta libera- o credere a mente delle macchine che e mente senza scrupoli, oppure cercherà di ascoltare la sua propria coscienza ed cuore ed ragiona con una mente olistica in armonia con tutto, soprattutto cuore, oppure sara sempre chiuso nella sua piccola scatola mentale ed sara sotto controllo delle altre energie oscure.

  67. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Roma

    Tanto per tua informazione: io non ho mai votato per Berlusconi né mai lo voterò. Sono cresciuto in anni e tempi in cui si diceva che “il personale è politico”, e quando il cavaliere è “sceso in campo” la grandissima parte dei miei amici l’ha schifato in primis per ciò che era, in secundis per ciò che rappresentava, e cioè un’Italia nella quale essi non si ritrovavano.

    Ricordo una cena, ed una mia amica che diceva che bisognava prepararsi ad andare in montagna: una nuova Resistenza. Ricordo anche un pranzo con un’altissima carica dello Stato (che conoscevo: oggi questo signore è morto), il quale lo prendeva per i fondelli e ridicolizzava il suo modo di parlare col “popolo”.

    Ebbene: lasciamo per un attimo fuori il vergognoso conflitto d’interessi.

    Io dico che fino a quando si riterrà semplicemente l’Italia che il cavaliere rappresenta come una cosa di plastica e tutto sommato destinata ad essere trainata dall’Italia “che capisce” (ovviamente formata dall’intellighenzia di area progressista che conosco abbastanza bene), questa sinistra sarà destinata a cent’anni di opposizione, anche quando il Berlusca sarà morto e sepolto.

    A me fa francamente schifo questo modo di ragionare – di destra, ma anche di sinistra – per cui ogni cosa nel nostro paese viene vergognosamente impastata da immani pastoni politico/mediatici.

    Per cui il fatto di impiantare o meno un rigassificatore a Zaule non è una questione tecnico-economica sulla quale bisogna ragionare in termini di costi-benefici. No: bisogna mettere in campo i cannoni atomici del monopolio dell’informazione, e dire che dietro a Zaule c’è un nuovo “autoritarismo italiano”, il “pensiero unico”, un “nuovo duce” e altre sciocchezze del genere.

    Che c’entra la “mente olistica” di cui straparli? Uno è d’accordo col rigassificatore a Zaule solo perché – come tu scrivi – è “chiuso nella sua piccola scatola mentale” e “sotto controllo delle altre energie oscure”?

    Scusa ma io devo proprio dirlo: ma che palle! Ma che menate!

    E allora chi non si è opposto al rigassificatore di Barcellona o di Cleveland è un demente chiuso nella sua “piccola scatola mentale”, mentre chi si è opposto è uno “che pensa liberamente”?

    Il rigassificatore è una MACCHINA, caro mio, che semplicemente ritrasforma un liquido in gas. Che c’è che IDEOLOGICAMENTE non va bene? L’uso del gas per riscaldamento? E’ il gas che non va bene? E’ l’uso di una nave? C’è qualcosa che ideologicamente mi fa ritenere IMMORALE trasformare un gas prima allo stato liquido e poi allo stato gassoso?

    Ma per cortesia, siamo seri!

    E allora qual è il problema del rigassificatore di Zaule?

    Non è l’informazione o il pensiero unico, caro mio, ma il fatto che il rigassificatore costruito LI’ possa essere pericoloso.

    E’ una questione tecnica e politica, ovviamente, ma non nel senso orrido da te descritto: è una questione di politica nel senso amministrativo, ma pure geopolitico.

    O vogliamo dire che le energie alternative sono di sinistra e i rigassificatori di destra?

    Vogliamo aggiungere quest’altro elemento alla lunghissima sequenza elencata da Giorgio Gaber (http://www.youtube.com/watch?v=SzUoAfcyPsk)?

    Io su questo tema gradirei che a domande precise si rispondesse in modo preciso.

    Tutte le fumisterie ideologico/politiche, per cortesia tientele per te.

    Grazie.

    Luigi (veneziano)

  68. EFFEBI ha detto:

    @per luigi:
    le petroliere possono esplodere, i depositi possono essere oggetto di attacco terroristico (guarda caso è già successo, si son divertiti quelli di settembre nero proprio a poche centinaia di metri da dove dovrebbe essere installato il rigass.)
    se salta un deposito di petrolio nei dintorni gli abitanti sentiranno… “bum” e succede poco niente (come in effetti è stato)

    se salta un deposito di gas nessuno nei dintorni è più in grado di raccontare il rumore che ha inteso…

  69. EFFEBI ha detto:

    http://www.greenaction-planet.org/download/attentato1972.jpg

    le immagini del ’72 …allora molto fumo e “poco arrosto” a 4 km dal luogo dove dovrebbe essere impiantato il rigasificatore.

    fosse stato un deposito di gas (anzichè di petrolio) sarebbe scomparsa la periferia est di trieste

  70. EFFEBI ha detto:

    http://images.google.it/imgres?imgurl=http://amici.golfo.ts.googlepages.com/SettNero72.jpg/SettNero72-full%3Binit:.jpg&imgrefurl=http://amici.golfo.ts.googlepages.com/&usg=__fhBXFY0U0wc1AO2rmjikwBmWkLc=&h=540&w=720&sz=93&hl=it&start=2&um=1&tbnid=HBJu5KsESnuSiM:&tbnh=105&tbnw=140&prev=/images%3Fq%3Dtrieste%2Bsiot%2B72%26hl%3Dit%26um%3D1

    qui si vede meglio. l’effetto delle esplosioni dei serbatoi rimase circoscritto in quanto i serbatoi erano ubicati (tra loro e rispetto alle abitazioni circostanti) a distanza di sicurezza.

    quale è la distanza di sicurezza per un deposito di gas di una certa dimensione ?
    1 km ? 2 km ? …. quanto è pronta ad assicurarci gas natural ? mah.

  71. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Effebi

    In primo luogo, devo ringraziarti perché dal primo sito che mi hai indicato è scaricabile il pdf del decreto di archiviazione della denuncia delle associazioni ambientaliste del GIP Giorgio Maria Rossi (9 giugno 2009): http://amici.golfo.ts.googlepages.com/archiviazione.pdf

    Da ciò ne ricavo:

    1. Che il tribunale di Roma non ha rilevato violazioni del codice penale (“infondatezza della notizia di reato”).

    2. Che è falso ciò che ha scritto Giurastante, e cioè che “I giudici hanno confermato che lo studio di Gas Natural è stato falsificato”.

    3. Che è falso ciò che ha scritto Giurastante, e cioè che “sono stati identificati come responsabili (NDR Della falsificazione dei documenti) i due consulenti tecnici della società Gas Natural per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio”.

    Venendo a noi, allora se ho ben capito il rischio delle movimentazioni delle centinaia di petroliere che in un anno entrano/escono dal porto di Trieste e dei possibili roghi dei depositi di petrolio che esistono a ridosso della città non costituiscono un problema.

    Se il problema del rigassificatore è allora quello della possibile esplosione di tutto l’impianto, allora a questo punto si può cercare di capire se Gas Natural ha messo a punto una procedura per escludere – per quanto possibile – questo rischio.

    A tal fine, esiste una normativa sulle Attività a Rischio Rilevante, e bisogna vedere se il rigassificatore di Zaule rispetta tale normativa.

    Vado a vedermi il punto 3.3 della “Sintesi Non Tecnica” presentata da Gas Natural per avere la VIA positiva, e noto che ha presentato tutti quanti i piani di prevenzione degli incidenti previsti dalla legge e ha ottenuto dalla Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco il nulla osta di fattibilità, in data 4 agosto 2005.

    Ci sono poi circa dieci pagine (da pag. 80 a pag. 90) dedicate all’analisi di tutti i tipi di incidenti preventivabili nell’attività di rigassificazione: evaporazione del gas, fuoriuscita, accensione di nuvole di gas naturale-aria, basculamento, transazione rapida di fase, espansione per espansione di vapori di un liquido in ebollizione. Sono analizzati 15 possibili anomalie di processo e 5 “top event”.

    Per ognuno di questi eventi, c’è una procedura di prevenzione da seguire, che Gas Natural afferma di aver rispettato pedissequamente.

    Non vedo trattato però il tema dell’attacco terroristico, ma onestamente non credo che l’interlocutore corretto in questo caso sia Gas Natural, bensì le forze dell’ordine e in ultima analisi il ministero dell’interno.

    Il progetto è bloccabile per questa via? Onestamente non lo so. Bisognerebbe provarci.

    Luigi (veneziano)

  72. EFFEBI ha detto:

    ma stranamente quasi nessuno spinge su questo aspetto, non secondario, visti i tempi…

    domanda:
    se un barchino esplosivo fa saltare il rigassificatore di rovigo il fatto può produrre effetti anche agli insediamenti civili ?
    15 km forse sono sufficienti e tali da rendere poco interessante (per un potenziale terrorista) l’organizzare un sabotaggio.

    ma nel caso che l’esplosione provochi una strage e quindi possa avere un grosso impatto enmotivo ecco che il rigassificatore di zaule può diventare (già solo per questo) un obiettivo “interessante”.

    ma par che se preoccupemo più dei pessi che dei omini.

    (e non servirebbe nemmeno un barchino… basta un bazuka da un poggiolo …e bazuka savemo che li ga anche la mafia per giogarse in giardin…)

  73. Luigi (veneziano) ha detto:

    Risposta: se fosse vero quello che leggo in giro nei siti degli anti-Zaule, e cioè che l’esplosione di un rigassificatore distrugge tutto quanto nel raggio di 50 km, allora l’esplosione del terminal di Porto Viro colpirebbe la costa in un raggio di 35 km, essendo il rigassificatore a 15 km da essa.

    Praticamente raderebbe al suolo da Chioggia (che ha 50.000 abitanti) fino a Porto Tolle, prendendo in mezzo – fra l’altro – Rosolina, Loreo, Porto Viro e Taglio di Po. Credo che in quest’area vivano circa 75.000 persone.

    Luigi (veneziano)

  74. EFFEBI ha detto:

    cleveland explosion:
    …killing 131 people and obliterating one square mile of the surrounding area

    forse i 2 km che vengono definiti come prima area di sicurezza coprono il miglio di cleveland. non trovo però nessuna normativa (seveso ?) che descriva in dettaglio le misure da considerare per i casi di esplosione da attentato.

  75. Mister X ha detto:

    @ Luigi VE

    Mi sembri teoricamente preparato sull’argomento.

    Mi spieghi come sia possibile che esiste un’area di interdizione totale attorno al Terminal Porto Viro e qui a Zaule possano costruirlo senza la benché minima distanza di sicurezza da altre industrie ad alto rischio, petroliere, ABITAZIONI?

    cioè quello che vale a Porto Viro non vale a Zaule? Perchè se mettiamo la stessa distanza di sicurezza mi sembra che le case sono dentro, le petroliere sono dentro, le industrie ad alto rischio sono dentro, i depositi Siot sono dentro.
    ciao

  76. Emanuele ha detto:

    @ Luigi (n. 65)

    Facciamo due conti. L’AD di Porto Vigo dice che l’impianto vale 2 miliardi l’anno. Tu stimi un costo di 0,9 miliardi (e io dico sottostimi).

    Il primo anno vendono 2 miliardi di gas. Pagano gli 0,5 del costo (IL PRIMO ANNO), pagano il gas (1 miliardo… a esser cattivi), pagano i 0,02 miliardi di interessi. Restano 498 milioni di euro per pagare 80 dipendenti e la manutenzione.

    Il secondo anno vendono altri due miliardi. Avendo chiuso il debito, i costi sono acquisto GAS (1M), personale e manutenzione (1M). Il terzo anno io prenderei una vacanza, e mi accontento di 400 milioni di euro dallo stato. Poi faccio un po quel che mi pare.

    Se questi calcoli sono veri, faccio una proposta: ogni cittadino della provincia di Trieste metta 2000 euro. Raccogliamo circa 480 milioni di euro. Diventiamo azionisti. L’anno dopo ce li restituiscono tutti. L’anno dopo riceviamo 2000 euro a testa. Per vent’anni.

    O i calcoli sono errati o questo investimento ha un ritorno maggiore del 100% annuo, e allora capisco perchè vogliono farlo.

  77. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Mister X
    Io non sono “tecnicamente preparato”: sono semplicemente uno che è andato a leggersi i vari documenti in originale man mano che gli venivano sciorinati sotto il naso, iniziando da qualche giorno fa. In linea di principio non mi fido ciecamente di quanto mi viene riportato da terzi, e regolarmente ho notato che nel caso del rigassificatore di Zaule le balle che girano sono molteplici, con l’effetto che adesso su questo tema non mi fido più di nessuno.

    Riguardo a quello che chiedi, ho già fatto le mie ricerche e scritto in un’altra parte di bora.la che l’ente dell’ONU che si occupa di navigazione ha preso in considerazione un’area di interdizione alla navigazione e all’ancoraggio attorno al terminal di Porto Viro perché il terminal di Porto Viro è IN MEZZO AL MARE. Il rischio quindi è che una nave mentre percorre la propria rotta vada addosso alla struttura che poggia – com’è noto – su enormi colonne e queste su una base posata in fondo al mare.

    Non esiste questa normativa internazionale per i terminal che sono a riva come Zaule, perché il rischio che una nave vada loro addosso casualmente mentre naviga è NULLO.

    @ Emanuele
    Hai fatto i conti per Porto Viro come se fosse Zaule, ma gli ordini di grandezza sono tutti diversi.

    Luigi (veneziano)

  78. Emanuele ha detto:

    Luigi, il rigassificatore di Zaule ha la stessa capacità di Porto Viro. I costi possono essere diversi, ma se mi dici “ordini di grandezze diverse” no.
    Nulla vieta ai cittadini di creare una società e lucrarci. Se conviene veramente fare questo rigassificatore, lo facciamo noi e intaschaiamo i dividendi, senza che questi vadano in Spagna (o più correttamente nelle multinazionali del petrolio dietro). Ci mostrino i piani di rientro presentati agli azionisti. Valuteremo, invece del televisore al plasma o della macchina compreremo il nostro futuro.

    Penso che in pochi abbiano letto la documentazione. La trovo difficile, ostica. Non ho capacità tecniche e legali per capire se le cose stanno in piedi. Quello che posso dirti è che se una cosa io la interpreto in modo sensato (ad esempio l’area d’interdizione serve per evitare che un incidente dalla gasiera si ripercuota su terzi), tu in un altro (serve per evitare che una nave ci sbatta contro), un terzo in un’altra ancora (serve per farsi i fatti propri senza fastidiosi testimoni).

  79. Emanuele ha detto:

    Io dico no al rigassificatore perchè
    1) non ho nessun dato confrontabile da più fonti
    2) perchè non c’è un calcolo dell’impronta ecologica del progetto
    3) perchè il contesto economico apre molti dubbi
    4) perchè attività ad altissimo rischio

    Diamo gli stessi soldi per il fotovoltaico o per il geotermico. Cadono i punti 2 e 4. Dimezzo i miei dubbi. 😉

  80. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Emanuele

    “Ordini di grandezze diverse” significa che il rigassificatore di Porto Viro è costato 2,5 miliardi di Euro, mentre quello di Zaule dovrebbe costare 500 milioni di Euro.

    Riguardo all’area di interdizione, attualmente non esiste area di interdizione attorno al rigassificatore di Barcellona, mentre esiste un’area di interdizione al traffico e all’ancoraggio attorno al rigassificatore di Porto Viro.

    Non voglio ripetermi però per la quarta o quinta volta: basta leggere i dati dell’IMO per capire perché l’hanno stabilita. Perché l’area di interdizione – sia chiaro – non è stata stabilita da chi ha costruito il rigassificatore o dal governo italiano, ma dall’agenzia dell’ONU che si occupa di navigazione. Di conseguenza, ritengo sia arduo pensare a chissà quali disegni nascosti sotto ad una decisione che negli intenti è cristallina.

    Riguardo al linguaggio ostico, come insegnava don Milani il linguaggio è una delle maggiori barriere contro la povera gente. Qui non voglio dire che la gente di Trieste sia povera, ma semplicemente che in questo come in altri casi bisogna fare uno sforzo e addentrarsi nelle carte, altrimenti si perde in partenza.

    Luigi (veneziano)

  81. Roma ha detto:

    Luigi , quanto sei pagato per queste sciocchezze che hai scritto sul questo web?
    Non si può credere che uno non può comprendere una cosa cosi semplice, che gli rigassificatori non sono andati per un piccolo , basso , molto populato golfo , come e’ Trieste – PUNTO! Ciò e’ che cosa davvero significa quanto uno politico usa parola interessi nazionali, che e’ la nuova- vecchia parola per gli interessi a la grande guadagno personale ed al costo di tutta altra vita, ciò e ‘ si cambia vita per morte per uno scopo solo- denaro!

  82. Luigi (veneziano) ha detto:

    E’ ovvio che io sono una spia pagata dal nemico: come potrebbe pensare diversamente uno come te? E’ tutto un complotto, caro mio, e tu ne fai parte.

    Per l’esattezza, la tua parte è quella del tipico ignorante ideologizzato, che discredita il fronte dei contrari al rigassificatori.

    Di’ la verità: sei pagato più di me, vero?

    Luigi (veneziano)

  83. misterx ha detto:

    @ Luigi
    quello che scrivi in merito alla fascia di interdizione è sicuramente vero ma in parte.
    Se negli Sati Uniti hanno deciso che non si costruiranno più rigassificatori on-shore vista la pericolosità incidenti ed attentati qualche preoccupazione danno questi rigassificatori. Se le metaniere sono scortate dalla guardia costiera armata quando entrano nei porti, ci sarà un motivo. Perchè non costruire il rigassificatore sulle piattaforme abbandonate in mezzo all’alto adriatico?
    ciao

  84. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ misterx

    Ho fatto una breve ricerca in internet ed ho scoperto che ciò che affermi non è vero. Negli USA sono in fase di progettazione o costruzione circa quaranta rigassificatori. Solo una parte è off-shore. Esempio: il BlueOcean Energy, 20 miglia al largo del New Jersey).

    La maggioranza invece è sulla terraferma.

    Esempio: il Broadwater Energy LNG è sulla costa ai confini fra lo stato di New York e il Connecticut.

    Altro esempio: il Crown Landing LNG Terminal, è addirittura lungo il fiume Delaware nello stato del New Jersey. Il primo progetto è stato bocciato dalla Corte Suprema ed attualmente è stata individuata un’altra zona per la costruzione, sempre lungo il fiume Delaware.

    Andiamo adesso ad analizzare perché le metaniere sono scortate. Sono andato a leggermi il “Maritime Transportation Security Act (MTSA) of 2002” (si trova qui: https://homeport.uscg.mil/mycg/portal/ep/channelView.do?channelId=-24885&channelPage=%252Fep%252Fchannel%252Fdefault.jsp&pageTypeId=13489), e ne ho ricavato quanto segue.

    Le metaniere sono scortate perché da quando ci sono stati gli attentati alle due torri gemelle negli USA è stata approvata una lunga serie di norme per prevenire gli attacchi terroristici.

    Questo riguarda – attenzione – non solo le metaniere, ma tutte le navi che navigano nello spazio marino USA.

    Le metaniere per entrare nelle acque territoriali USA devono essere equipaggiate da un sistema di identificazione automatica che permetta ai radar americani di seguirle in ogni istante. Oltre a ciò, la Guardia Costiera PUO’ (nella norma non c’è scritto DEVE, ma PUO’) far imbarcare nelle metaniere un proprio ufficiale lungo tutto il percorso all’interno delle acque nazionali.

    Quindi il motivo per cui le metaniere oggi sono seguite non è per la prevenzione di eventuali incidenti, ma per la prevenzione di attentati.

    Faccio notare però che le stesse identiche norme che valgono per le gasiere valgono per tutte le navi che trasportano sostanze chimiche potenzialmente pericolose, petroliere comprese.

    Tutte le navi sono state divise in fasce di potenziale pericolosità ai fini di un attentato, che dipendono dalla nazionalità della nave, dal tipo di nave, dal trasporto della nave, dalla rotta della nave, dai sistemi di sicurezza della nave.

    La guardia costiera USA può decidere di scortare qualsiasi nave in qualsiasi zona delle proprie acque interne.

    Luigi (veneziano)

  85. ginepraio ha detto:

    ho letto oggi tutto il blog..scusate la domanda da vero ignorante,
    ogni tanto una petroliera affonda e disperde il suo carico in mare.
    questo è vero.
    cosa sarebbe successo se la exxon valdez fosse stata una metaniera?
    ringrazio

  86. Roma ha detto:

    Luigi e con questo- quale barzellette voi adesso raccontare- con tutta tua logica morta della mente cumulativa( grazie a questo tipo della mente la umanità possa essere sparita- devastata), ciò e’, la logica calcolati va che non vede che il caso del Golfo di Trieste e’ unico, in USA non esiste un golfo cosi piccolo con le acque cosi base, con le correnti cosi deboli, con tale densità della popolazione ed altre pericolose industrie in vicinanza ed le condizioni climatiche- per exp. bora…ecc due rigassificatori- significa cca 200 navi ogni anno- scusa secondo le tue parole, si può dire con sicurezza che il tuo Ego e’ proprio un tuo grandissimo ostacolo nella tua vita quotidiana…peccato per te ..bravo..vai avanti cossi…

  87. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Roma
    Chiedo scusa, ma non ho proprio capito il tuo ultimo intervento.

    Ti consiglio di cambiare pusher.

    L.

  88. Roma ha detto:

    Luigi, grazie, lo so benissimo, che no hai capito. Nessun problema, prima o poi capirai.

  89. Luigi (veneziano) ha detto:

    Et cum iter faceret, contigit ut appropinquaret Damasco; et subito circumfulsit eum lux de caelo, et cadens in terram audivit vocem dicentem sibi: “Saul, Saul, quid me persequeris?”. Qui dixit: “Quis es, Domine?”. Et ille: “Ego sum Iesus, quem tu persequeris! Sed surge et ingredere civitatem, et dicetur tibi quid te oporteat facere”. Viri autem illi, qui comitabantur cum eo, stabant stupefacti, audientes quidem vocem, neminem autem videntes. Surrexit autem Saulus de terra; apertisque oculis, nihil videbat; ad manus autem illum trahentes introroduxerunt Damascum”. (Actus Apostolorum, IX, 3-8)

    L.

  90. Bibliotopa ha detto:

    Per Luigi, per vedere se copincolli consapevolmente o no: traduzione tipo interlineare, costruzione e analisi logica del passo riportato!
    nb a me quel “introroduxerunt” mi sa di errore di trascrizione.

  91. Roma ha detto:

    @LUIGI:
    Tu autem, Dómine, miserére nobis.
    Deo grátias.
    Fecit nos regnum et sacerdótes Deo et Patri suo : Ipsi glória et impérium, in sæcula sæculórum.
    Ipse est primogénitus mortuórum, et princeps regum terræ.
    Ipsi glória et impérium, in sæcula sæculórum.
    Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto.
    Ipsi glória et impérium, in sæcula sæculórum.

    Luigi prego avvisare in caso hai bisogno della traduzione del testo sopra.

  92. Bibliotopa ha detto:

    @Luigi: non sapevo che ti dedicassi alla lettura del Breviario :
    lo trovate qua:
    http://www.breviary.net/propsaints/propsaints10/propsaints10christking.htm

    scorrendo a lungo il testo, trovate questi versetti.

  93. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Bibliotopa
    Occhio però, topolina di biblioteca: il breviario non è la Sacra Bibbia. Meglio la seconda che il primo.

    Ho copiato quel brano degli Atti degli Apostoli perché Roma ritiene che io un giorno metterò la testa a posto e sarò quindi folgorato, come Saulo (Paolo) sulla strada per Damasco.

    Direi invece che lui cita a casaccio, senza alcun senso logico. Del resto al corso per spioni di Gas Natural ricordo che stava poco attento durante le lezioni di latino.

    L.

  94. Marcus ha detto:

    @ Luigi de Lussinpiccolo
    allora Luigi, per quanto che xe scrito su questo post lungo un chilometro le uniche balle che go podù legger son quelle scritte de ti (incl. quelle in latino).
    Delle tue 47 pagine della Gas Natural, che te sostien, ai triestini non le ne frega niente, come non le ne frega delle affermazioni dei politici grandi intenditori de ambiente e sicurezza (vedi Menia e Di Piazza ecc. e vedi te stesso) che vengono trasmessi con ogni macchinazione mediatica a sostegno de sto mostro de rigassificador.

    Xe inutile che spiego ancora una volta che le navi gasiere no pol per legge, per motivi de sicurezza (Codice di Navigazione italiano, IMO e UNCLOS), far l’operazion de scarico nel Golfo de Muja e xe altretanto inutile de spiegar che i triestini no se farà bidonar de contratti firmati da questi politici a nome della cittadinanza de dover ripagar a Gas Natural sto rigassificador “che non funzionerà mai” per i prossimi decenni, poiché il rigassificador lo dovemo ripagar a Gas Natural noialtri, anche se non il funziona.

    @Luigi e tutti i politici che traggono profitto di questa ennesima truffa a danni della nostra cittadinanza! Provvedè de restituir i € 7.5 millioni che son stadi truffadi nel 2007/08 con l’aumento della TARSU e ricordevè che si può anche far i furbi ma solo fin’quando no se opponi la gente che ga mille ragioni più che fondate.

    La dove che voi volè metter un rigassificador che da lavor a 30 persone, i triestini vol un porto comercial pulito che da lavor a 1000 persone come del resto previsto nel Piano Regolatore Portuale (PRP) da 55 anni de ste parti.

    mfg

  95. MisterX ha detto:

    @ Luigi

    Come hai detto tu, uno è stato per ora bocciato, l’altro mi sembra di aver letto mesi fa che aveva una fortissima opposizione tra cui spiccava Hilary Clinton e sicuramente era un progetto OFF-Shore, una piattaforma, un floating terminal.

    Rischio incidente esiste, rischio attentati esistono. Se scortano militarmente queste navi ci sarà un motivo, un pericolo possibile. Tanto più che questi terminal on-shore sono difficilmente difendibili come tutte le strutture portuali. Costi elevati per la sicurezza per ora disattesa.

    Magari conosci il Piano di Security in area portuale.

    ciao

  96. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Marcus

    Wow! Ho preso 7 milioni di Euro, nemmeno me ne sono accorto e adesso devo pure ritornarli indietro! Dubito che tu arrivi a capire il punto, comunque sia provo di nuovo: visto che Gas Natural ha già ricevuto l’ok per la VIA, le varie questioni che tu ed altri continuate a rimestare relative a normative che non conoscete se non per sentito dire o fantasmagoriche realtà che stanno solo nella vostra testa SONO ARIA FRITTA.

    Le strade per bloccare il rigassificatore a questo punto sono due: o si trovano delle motivazioni serie di tipo legale, oppure si scatena la piazza. Sul primo punto mi pare di capire che o qualcuno tira fuori dal cilindro qualcosa di nuovo (ma le carte della messa in mora dell’Italia non dovevano essere tirate fuori questa mattina? Che fine hanno fatto?) oppure i vari cialtroni come Marcus & Co. sono già fregati in partenza.

    Sul secondo punto, invece, la strada è aperta: girate per le case, fate casino, bloccate le strade, fermate i treni, mettetevi di traverso sulle piste d’atterraggio di Ronchi dei Legionari!

    Basta queste chieacchiere sul blog che non servono a nulla: organizzate la piazza, per Giove!

    Luigi (veneziano)

  97. Marcus ha detto:

    @Luigi
    risposta al post 96

    1. Intanto non son un cialtrone ma un cittadino triestino!
    2. Poi non faccio parte di nessuna associazione ambientalista che comunque stimo perché hanno dimostrato di essere concittadini responsabili, poiché hanno tirato fuori la carta di messa in mora del Italia da parte del UE.
    3. Del resto non mi invento le leggi marittime ma le conosco abbastanza bene per poterti già adesso dire che “la messa in mora del Italia da parte del UE” è appena l’inizio de un calvario che devi ancora passare la tua “commissione di VIA”.
    4. I soldi truffati dal comun (oltre € 7 millioni) con l’aumento della TARSU ga de esser tornadi ai cittadini triestini, poiché ce già la sentenza o per te NON CE BISOGNO DI ESEGUIRE QUESTA SENTENZA?

  98. verit ha detto:

    Riporto questo articolo che mi ha fatto pensare … e vediamo quanti anni passeranno per avere delle risposte…

    18-FEB-08 18:46

    TRAGHETTO IN FIAMME: ‘DISCO VERDE’ DA CAPITANERIA TRIESTE

    E’ SUBORDINATO A RISPETTO DI CINQUE CONDIZIONI (ANSA) – TRIESTE, 18 FEB – L’unità di crisi istituita a Trieste ha espresso parere favorevole all’ingresso, nel porto del capoluogo giuliano, del traghetto “Un Adriyatik”, che si é incendiato il 6 febbraio scorso al largo delle coste croate. L’ingresso del traghetto nel porto di Trieste è subordinato al rispetto di cinque condizioni indicate dalla stessa unità di crisi e che hanno già ottenuto l’assenso della società di shipping Samer, agente per l’Italia della società “Und RO-RO Istanbul”, proprietaria della nave. Ad autorizzare l’arrivo del traghetto nel porto di Trieste sarà l’Unità di crisi istituita a Roma, alla quale sono state trasmesse in serata le conclusioni dell’Unità di crisi triestina. La decisione è attesa per la giornata di domani. Il traghetto si trova al momento nelle acque territoriali croate, all’altezza di punta Salvore, a non più di tre-quattro ore di navigazione da Trieste, agganciata da due rimorchiatori italiani.
    Le condizioni riguardano l’assunzione dell’impegno, da parte della Samer, a gestire i servizi e le operazioni portuali relative all’arrivo della nave; l’attuazione dell’accordo fra Fincantieri e l’armatore turco per la gestione della nave dopo il suo arrivo nel porto di Trieste; la predisposizione di un “piano operativo” finalizzato a garantire la sicurezza sia della nave, sia dell’ambiente, compresa la bonifica dell’intero scafo che ha subito danni rilevanti a causa dell’incendio che ha distrutto 850 tonnellate di carburante che si trovavano a bordo del traghetto. Le altre due condizioni riguardano la predisposizione e attuazione di un piano di monitoraggio ambientale e il pagamento di una garanzia economica da parte della compagnia Samer. Alla riunione dell’ Unità di crisi triestina hanno partecipato, oltre ai responsabili della Capitaneria di porto, quelli del Registro Navale italiano, dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile, del settore Chimici del porto e dell’Istituto di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste. (ANSA).

    …non è che in questo caso sia già stato applicato l’articolo 20 del D.lg. 196/2005 (Luoghi di rifugio) e per tanto nel Porto di Trieste è già stato individuato un punto come rifugio per le navi pericolose per l’ambiente?
    ________________________________________________________________
    Penso che anche una gasiera in pericolo con problemi gravi potrebbe entrare in porto come è stato fatto per il traghetto….prima di affondarla si cerca di fare qualcosa….
    Cosa succede se la gasiera in pericolo viene ormeggiata lì allo stesso posto dove hanno messo “Un Adriyatik” (ARSENALE) e scoppia?

    CHI SI SALVA?

    Le compagnie di assicurazione paragonano l’eventuale esplosione di una metaniera ad un’esplosione atomica?

    La documentazione alla richiesta di Via comprende la valutazione del rischio della movimentazione delle metaniere?
    _________________________________________________________________
    IL SINDACO NON HA MAI RISPOSTO………..???………………………….ALTRI NISBA

    Luigi (veneziano) rispondi tu???
    SALUTI VERIT

    …saluti verit…

  99. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Marcus

    Io ho scritto – e ripeto – che tu sei un cialtrone perché mi attribuisci delle “balle”, quando semplicemente non ho fatto altro che leggere i ducumenti in originale (ove possibile) riportandone il contenuto.

    Oltre a ciò, ho scritto che sei un cialtrone perché mi hai messo in un calderone assieme alla classe politica (votata dai tuoi concittadini, fra l’altro, giammai dal sottoscritto) che avrebbe truffato tutti quanti con l’aumento della TARSU.

    Volontaria e cialtronesca comicità, per quanto mi riguarda.

    Per il resto, quando parli di “leggi marittime” che conosceresti “abbastanza bene”, io ti sfido a tirarmi fuori la “legge marittima” che oggi VIETA la costruzione del rigassificatore a Zaule. Qui il punto è importante, perché ILLUDERE la popolazione pensando che basti assumere un buon avvocato per far rispettare le legge esistenti e bloccare Zaule è una cosa – ai miei occhi – perfino TRUFFALDINA.

    Infine, ti segnalo che non esiste nemmeno la “commissione di VIA” di cui parli.

    Luigi (veneziano)

  100. Luigi (veneziano) ha detto:

    @verit

    Ho letto e riletto il tuo messaggio, ma onestamente non ho capito bene cosa chiedi.

    Se per cortesia riformuli le domande in modo più chiaro, cerco per quanto possibile di recuperare le informazioni.

    Luigi (veneziano)

  101. verit ha detto:

    1)…accettando “Un Adriyatik”
    E’ stato o NON è STATO applicato l’articolo 20 del D.lg. 196/2005 (Luoghi di rifugio) nel Porto di Trieste?
    2)Cosa succede se la gasiera in pericolo viene ormeggiata lì allo stesso posto dove hanno messo “Un Adriyatik” (ARSENALE) e scoppia?
    CHI SI SALVA?
    3)Le compagnie di assicurazione paragonano l’eventuale esplosione di una metaniera ad un’esplosione atomica?
    4)La documentazione alla richiesta di Via comprende la valutazione del rischio della movimentazione delle metaniere?
    …SALUTI VERIT…

  102. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ verit

    Sono andato a leggermi il D.lg 196/2005.

    L’art. 20 recita:

    “1. Il capo del compartimento marittimo, nell’ambito della pianificazione operativa di pronto intervento locale antinquinamento, di cui all’articolo 11 della legge 31 dicembre 1982, n. 979, individua le procedure per accogliere le navi in pericolo nelle acque di giurisdizione tenuto conto prioritariamente dei vincoli ambientali e paesaggistici delle aree costiere ad alta valenza e vocazione turistica, nonche’ delle caratteristiche e della tipologia della nave.
    2. Le procedure adottate, in conformità con le pertinenti linee guida dell’IMO, prevedono idonee misure per garantire che le navi in pericolo possano raggiungere un luogo di rifugio, previa autorizzazione dell’autorità individuata dalla pianificazione operativa di pronto intervento locale antinquinamento in relazione al livello di emergenza in corso.
    3. Restano impregiudicati la disciplina ed i relativi piani in materia di ricerca e salvataggio nei casi di pericolo per la vita umana in mare.”

    Le risposte che io personalmente mi sento di dare sono quindi le seguenti:

    1. Nel caso di “Un Adriyatik” la nave NON è stata ricoverata a Trieste mentre era in corso un incendio. L’incendio è avvenuto al largo di Rovigno all’alba del 6 febbraio, e il giorno dopo il cargo si spostò a sud, al largo delle isole Brioni. La deriva dell’ “UN Adriyatik” continuava verso Pola, quando il giorno ancora successivo – 8 febbraio – un gruppo di pompieri specializzati in disastri di questo tipo proveniente dall’Olanda è riuscito a salire a bordo, estinguendo completamente le fiamme.

    L’unità è rimasta al largo di pola fino al 17 febbraio quando – a seguito di una serrata trattativa con le autorità portuali triestine – alcuni rimorchiatori l’hanno trainata verso il porto di Trieste, ove è stata ricoverata presso l’Arsenale San Marco.

    In tutto questo discorso, la normativa da te indicata non mi pare c’entri più di tanto, nel senso che non ho notizia che nessuno abbia preteso ed ottenuto il rispetto dell’articolo di legge. Anche perché l’articolo di legge offre un’amplissima possibilità al capo del compartimento marittimo. Infatti le autorità marittime triestine hanno concordato tutta una serie di misure PRIMA che alla nave – senza incendi a bordo – venisse accordato l’approdo.

    2. La domanda è assurda. Non so chi potrebbe essere così pazzo da ormeggiare una gasiera in pericolo d’esplosione accanto ad una nave che contiene materiali potenzialmente dannosi. Dubito perfino che la gasiera in pericolo di esplosione verrebbe fatta avvicinare alla costa. Anzi: esattamente l’esempio della “UN Adriyatik” dimostra che una nave in fiamme viene lasciata in mezzo al mare, e non viene avvicinata alla costa!

    3. Io so che le compagnie di assicurazione non contemplano la possibilità di stipulare un’assicurazione per esplosioni atomiche o eventi similari. Ciò significa che – essendo le gasiere regolarmente assicurate – le compagnie di assicurazione non considerano l’esplosione di una gasiera (evento mai accaduto nella storia) uguale all’esplosione di una bomba atomica.

    4. La documentazione per la VIA è a disposizione qui: http://www.dsa.minambiente.it/via/ProgettiTerritorio.aspx?id_territorio=8517&descr=Trieste&tip=3. Leggitela come ho fatto io e troverai la risposta.

    Luigi (veneziano)

  103. Marcus ha detto:

    @ Verit
    in risposta al post 101 domanda a Luigi

    Quote
    1)…accettando “Un Adriyatik”
    E’ stato o NON è STATO applicato l’articolo 20 del D.lg. 196/2005 (Luoghi di rifugio) nel Porto di Trieste?
    2)Cosa succede se la gasiera in pericolo viene ormeggiata lì allo stesso posto dove hanno messo “Un Adriyatik” (ARSENALE) e scoppia?
    CHI SI SALVA?
    3)Le compagnie di assicurazione paragonano l’eventuale esplosione di una metaniera ad un’esplosione atomica?
    4)La documentazione alla richiesta di Via comprende la valutazione del rischio della movimentazione delle metaniere?
    …SALUTI VERIT…
    Unquote

    1) Si. La nave era fuori pericolo
    2) Se una una gasiera GNL (Q-MAX) si incendia nel Arsenal la popolazione nel raggio immediato (metti 2 km) viene arsa viva, il resto dipende dalla direzione del vento. Se il vento è la Bora (NE) la nube di fuoco si sposterà verso Grado. Se viene da Nord brucia Muja, Capodistria, Isola, Piran per spostarsi in mare aperto dopo Punta Salvore. Se il vento viene da Sud (Scirocco) Trieste non ci sarà più.
    CHI SI SALVA? Tutti coloro che non si trovano nelle Zone sopra descritte per i giorni che dura l’apocalisse (ad esaurimento del Gas). Ricordo anche che il gas liquido refrigerato (GNL) non si espande verso l’alto, poiché freddo, perciò la nube infiamata brucierà quello che trova sul suolo.
    3) Si. Infatti non assicurano le navi per danni a terzi causati dal fuoco (P&I).
    4) L’INTEGRAZIONE al progetto di Gas Natural nel quale che viene chiesto il parere della Cap. di Porto non è stata indirizzato alla medesima (vedi documento http://www.dsa.minambiente.it/via/SchedaDocumento.aspx?ID_Documento=2490 ) perciò probabilmente la Capitaneria non avrà mai dato il suo parere, ma Luigi sapra senz’altro di più della questione, comunque tra i documenti che ci vuole far leggere la risposta non l’ho trovata.

    Detto quanto sopra torniamo alle famose BALLE.

  104. Luigi (veneziano) ha detto:

    Egregio Marcus,
    una categoria di persone mi fa sempre saltare la mosca al naso: sono quelli che io chiamo “cialtroni”. Un “cialtrone” è chi non sa e non fa il minimo sforzo per informarsi. Un “cialtrone” e chi non riesce a capire la logica.

    E adesso veniamo a noi:

    1. Sulla prima domanda di verit, hai risposto in modo improprio. Il senso della domanda di “verit” era: ma se una gasiera è in difficoltà, il porto di Trieste ha l’obbligo di farla entrare in porto? La risposta evidentemente è NO. Basta leggere la legge.

    2. Non hai risposto alla domanda di verit, che non era “che succede se s’incendia una metaniera a l’Arsenal”, ma “che succcede se una metaniera in pericolo viene ormeggiata accanto ad una nave come UN Adriyatik”? La mia risposta è stata: solo un pazzo scatenato ormeggerebbe una metaniera a rischio d’incendio accanto ad una nave carica di sostanze tossiche. Ma tu hai voluto calare l’asso di briscola: l’incidente catastrofale.

    Parliamo allora di incidenti catastrofali.

    L’ipotesi più catastrofale per tutta l’area geografica di nostro interesse è l’esplosione del reattore nucleare di Krsko, a fronte della quale le gasiere sarebbero delle bazzecole. Se consideriamo il fatto che il disastro di Chernobyl (in Ucraina) ha avuto un impatto dalla Scandinavia all’Italia, immaginatevi la stessa cosa a poche decine di chilometri dal nostro confine.

    ERGO: facciamo chiudere Krsko!

    E i missili nucleari di Aviano, a non moltissimi chilometri da Trieste? Lo sapete – io credo – che gli aerei NATO che passavano sopra la vostra testa andando a bombardare la Serbia portavano carichi notevoli di bombe e in teoria avrebbero potuto portare con sé anche delle testate nucleari?

    ERGO: via la base militare di Aviano!

    Vogliamo parlare di disastri “minori”, ma non per questo meno significativi? Immaginiamo l’esplosione in mare di una petroliera da 300.000 tonnellate a pochi chilometri dalla città, con contestuale sversamento del suo contenuto in mare. L’intera costa triestina sarebbe distrutta, da Muggia fino a Duino. E di petroliere in porto ne entrano centinaia all’anno.

    ERGO: via le petroliere dal golfo di Trieste!

    E il metanodotto che arriva a casa nostra, vogliamo parlarne una buona volta? Lo sapete che qualche mese fa è esplosa una tubatura a Roma, causando quattro morti e una cinquantina di feriti, nonché il danneggiamento di un centinaio di edifici? Lo vogliamo togliere il gas dalle nostre case, sì o no?

    La cosa interessante è che mentre per tutti gli incidenti da me descritti – dalle centrali nucleari alle petroliere – esistono dei precedenti, l’unica tipologia per la quale non esistono dei precedenti catastrofali è proprio quella dell’esplosione di una gasiera.

    3. Le polizze. Si dà il caso che io sia anche proprietario di una quota di un’agenzia di assicurazioni, per cui vado per le spicce chiedendo di credermi: la risposta di Marcus non c’entra nulla con la domanda di verit, ed è pure falsa. Comunque sia, se si vuole un mio approfondimento “tecnico” sulla questione, armatevi di pazienza e vi spiego il perché e il percome.

    4. Marcus ovviamente non ha letto e non ha trovato la risposta. E invece io dico che la questione sollevata da verit si trova nella documentazione di Gas Natural. Bisogna prendere le carte e leggersele: cosa pesante da farsi, ma se ce l’ho fatta io ce la possono veramente fare tutti. Tranne Marcus, ovviamente.

    Luigi (veneziano)

  105. Marcus ha detto:

    @ Luigi e tutti i lettori

    Scrive Luigi
    Quote
    La cosa interessante è che mentre per tutti gli incidenti da me descritti – dalle centrali nucleari alle petroliere – esistono dei precedenti, l’unica tipologia per la quale non esistono dei precedenti catastrofali è proprio quella dell’esplosione di una gasiera.
    Unquote

    In risposta ai rischi per il GNL riporto sotto quello che ha inserito nel “Forum Trieste” il sig. Lucio, solo la parte che riguarda incidenti (vedi http://www.cayoeffe.it/forum-trieste/topic.asp?TOPIC_ID=224&whichpage=7&SearchTerms=rigassificatore )

    Quote
    Rassegna degli incidenti avvenuti nella filiera del GNL
    Si riporta una rassegna dei principali incidenti avvenuti nel mondo dal 1944 fino ad oggi che, in vario modo ed in ogni parte del mondo, hanno coinvolto impianti, parti di impianti, processi o fasi della “filiera” del GNL ossia l’estrazione, la liquefazione, il trasporto, la rigassificazione e lo stoccaggio.

    Cleveland, Ohio, USA, 1944 (incendio dei serbatoi di stoccaggio)

    20.10.1944 Cleveland, Ohio, USA
    Esplode impianto GNL: 131 morti – 225 feriti – 79 case distrutte – 2 fabbriche – 217 auto – 680 senzatetto

    EAST OHIO GAS CO. EXPLOSION AND FIRE
    Quattro serbatoi di stoccaggio, uno cilindrico e due sferici, erano stati riempiti fino alla massima capacità in vista dell’arrivo dell’inverno. Il serbatoio cilindrico improvvisamente cedette rilasciando tutto il suo contenuto nelle strade e nelle fogne vicine (6200 mc di GNL). Una nuvola di gas si infiammò ed il fuoco avvolse il serbatoio e le case vicino. Dopo 20 minuti quando il fuoco iniziale era quasi spento, uno dei serbatoi sferici si rovesciò; il suo contenuto evaporò incendiandosi.
    Circa 130 persone morirono ed un’area di circa 12 ettari fu completamente devastata. Una crepa nel guscio interno del serbatoio cilindrico aveva portato alla sua rottura; una volta rotto il guscio interno il muro esterno di acciaio al carbonio si fratturò facilmente a contatto con GNL.
    Il serbatoio cilindrico si rovesciò poiché si reggeva su sostegni non resistenti al fuoco. La tecnologia del GNL rimase ferma fino al 1960 ed i serbatoi da allora furono costruiti con acciaio al 9% di nichel circondati da muri di contenimento.

    Methane Princess, 1965 (perdita di GNL)

    Il tubo con il quale veniva scaricato GNL fu disconnesso prima che si esaurissse completamente il liquido che riuscì a passare da una valvola non perfettamente chiusa. Acqua di mare venne versata nell’area interessata dalla fuoriuscita; si crearono comunque fatture sul ponte della nave.

    Jules Verne, Maggio 1965 (fuoriuscita di GNL)

    Al quarto caricamento della nave in Algeria, una fuoriuscita di GNL, causata dall’eccessivo riempimento di un serbatoio, produsse una frattura nel serbatoio stesso. La causa dell’incidente non è mai stata adeguatamente spiegata ma è associata alla rottura degli strumenti di misurazione del livello del liquido nel serbatoio e all’inesperienza dell’equipaggio.

    La Spezia, Italia 1971 (fuoriuscita di GNL)

    Il nave gasiera di GNL EssoBrega era attraccata nel porto da circa un mese in attesa di poter scaricare il suo carico di GNL in un serbatoio di stoccaggio. 18 ore dopo il riempimento del serbatoio ci fu un improvviso aumento di pressione nel serbatoio che causò la fuoriuscita di vapore di GNL dalle valvole di sicurezza e la nube rimase in aria alcune ore. Il coperchio del serbatoio fu leggermente danneggiato. Si stima che uscirono fuori dal serbatoio circa 2000 tonnellate di vapore di GNL. Non ci fu nessun incendio. Questo incidente fu causato da un fenomeno chiamato “rollover” che accade quando due diversi tipi di GNL aventi diversa densità e temperatura entrano in contatto. L ’improvvisa miscelazione di questi due gas produce un rilascio di grandi volumi di vapori che possono compromettere la capacità di emissione delle valvole di sicurezza sul coperchio del serbatoio.

    Montreal, Quebec, Canada, 1972 (esplosione nella camera di controllo)

    Il 27 maggio 1972 ci fu un’esplosione nell’impianto di liquefazione. L’incidente è accaduto nella camera di controllo a causa di un ritorno di gas naturale dal compressore alla linea dell’azoto; l’azoto veniva utilizzato per le operazioni di raffreddamento. Le valvole dell’azoto che erano state aperte durante l’operazione di raffreddamento non si chiusero completamente dopo l’operazione; ciò causò una eccessiva pressurizzazione del compressore ed il gas naturale entrò in contatto con l’azoto. La rottura del compressore compromise anche gli strumenti pneumatici di controllo che cominciarono a richiamare il gas naturale all’interno della camera di controllo. L’esplosione avvenne quando un operatore provò ad accendere una sigaretta.

    Staten Island, USA, 1973 (esplosione all’interno di un serbatoio di stoccaggio a terra)

    Un fuoco scoppiò in un serbatoio di GNL fuori servizio che era in riparazione. 40 operai che vi lavoravano all’interno morirono; il serbatoio veniva usato per stoccare il gas algerino; la copertura del serbatoio crollò a causa delle fiamme. Nonostante gli accurati sistemi di controllo un cortocircuito di un macchinario usato per la manutenzione provocò l’innesco di una sacca residua di gas ed una serie di reazioni a catena.

    Massachusettes, USA, 1974 (perdita di GNL)

    Il GNL era stato caricato su una chiatta; a causa di un problema elettrico si verificò la chiusura automatica delle valvole del liquido principale. Una certa quantità di GNL fuoriuscì da una valvola malfunzionante che però non aveva mostrato cedimenti durante le 7 ore di caricamento della nave. Si verificarono molte fratture sul ponte della nave in un area di circa 2 metri. L’ammontare del GNL fuoriuscito fu di appena 150 litri.

    Aquarius, settembre 1977 (fuoriuscita di GNL)

    Durante il riempimento del serbatoio della nave ci fu una fuoriuscita di 125000 mc di GNL dal tubo con cui si effettuava il caricamento. L’incidente potrebbe essere stato causato da difficoltà nel sistema di controllo del livello del liquido nel serbatoio. Sorprendentemente il coperchio di acciaio del serbatoio non subì nessun danno.

    Das Island, Emirati Arabi Uniti, marzo 1978 (fuoriuscita di GNL da una tubazione)

    Questo incidente avvenne a causa della rottura di un tubo di collegamento allacciato nella parte inferiore di un serbatoio di stoccaggio. Il serbatoio era del tipo a doppio guscio con un muro interno di acciaio al 9% di nichel mentre quello esterno di acciaio al carbonio. La fuoriuscita di vapore dal guscio esterno del serbatoio formò una nuvola più pesante dell’aria; fortunatamente non prese fuoco. Da quel momento i serbatoi a Das Island sono stati totalmente rimpiazzati con nuovi serbatoi dotati di aperture solo sulla parte sommitale ed un muro esterno in cemento armato precompresso; le aperture posizionate in alto sono divenute la pratica standard nella tecnologia dei serbatoi per GNL.

    Cove Point, Maryland, USA, 1979 (perdita di GNL)

    Da una pompa ad alta pressione si verificò una perdita di GNL che trovò sfogo in un condotto elettrico; il gas si accumulò nella scatola elettrica all’interno della centralina di trasformazione. Quando l’impiegato aprì il circiuto per fermare la pompa si verificò l’innesco con conseguente esplosione. L’impiegato morì ed un altro rimase seriamente ferito.

    Mostafà Ben Bouliad, aprile 1979 (perdita di GNL da una valvola)

    Mentre una nave gasiera di GNL con serbatoio di 125.000 metricubi scaricava a Cove Point, una valvola di controllo si ruppe rilasciando una piccola quantità di GNL. Si verificarono crepe sul ponte della nave. Le vibrazioni della nave e del sistema di pompaggio sembrano essere stata la causa del cedimento di un bullone della valvola di sicurezza. Da allora furono installati maggiori sistemi di sicurezza e valvole di controllo più sicure.

    Pollenger, aprile 1979 (perdita di GNL da una valvola)

    Mentre la nave stava scaricando il gas nel terminale di Everett in Massachusetts, una perdita di GNL da una valvola fratturò il coperchio di uno dei serbatoi della nave stessa. La quantità di GNLfuoriuscita fu esigua, probabilmente qualche litro, ma l’area fratturata fu di circa 2 metri quadri.

    Bontang, Indonesia, 1983 (esplosione di uno scambiatore di calore)

    Il 14 aprile avvenne una grande esplosione di GNL. La rottura di uno scambiatore di calore in un terminal GNL causò una grave esplosione. La rottura avvenne a causa di una pressione troppo elevata dello scambiatore di calore causata da una valvola chiusa sulla linea di scarico. Tutti i sistemi di sicurezza per la rilevazione della pressione erano connessi a questa linea. La pressione del gas nello scambiatore, che lavora a 250 psig (17 bar circa), raggiunse i 500 psig (34 bar circa) causando la sua rottura. Frammenti e pezzi meccanici furono proiettati a 50 metri dallo scambiatore.

    Nevada Test Site, Mercury, NV, 1987 (nube di GNL)

    Si verificò l’innesco di una nube di vapore di GNL durante un test a scala reale. Si stava studiando l’efficacia di alcune tecniche per ridurre l’estensione delle dispersioni di nubi di vapori di GNL. La nube si infiammò incidentalmente durante il quinto test causando danni alle apparecchiature utilizzate durante i test.

    Bachir Chilani, 1990 (frattura del guscio di un serbatoio)

    Si verificò una frattura nel guscio interno di un serbatoio da 130.000 metricubi della nave gasiera. La frattura interna del guscio si presentò in una parte della struttura della nave che è soggetta a grandi sollecitazioni che accompagnano i sovraccarichi sul guscio durante le mareggiate. La frattura della placcatura interna del guscio provocò l’ingresso di acqua di mare nello spazio dietro l’isolamento del carico.

    Est dello Stretto di Gibilterra, 2002 (collisione gasiera con sottomarino nucleare)

    Collisione tra la Norman Lady, una nave gasiera GNL, e il sottomarino nucleare U.S.S. Oklahoma City. Per fortuna la nave aveva da poco scaricato il carico di GNL a Barcellona in Spagna. I danni ad entrambe le imbarcazioni sono stati limitati e sono stati causati dal periscopio.

    Skikda – Algeria, gennaio 2004 (insufficiente manutenzione)

    20.1.2004 Skikda, Algeria

    Esplode impianto GNL: 27 morti – 74 feriti
    ANSA Esplode petrolchimico – REUTERS LNG explosion kills 27- Algerian LNG Plant Explosion
    Il 19 gennaio si è verificata una esplosione di una parte dell’impianto di produzione di GNL, che ha innescato una densa nube di vapore; sono state necessarie 8 ore per estinguere l’incendio. L’esplosione ed il fuoco hanno distrutto una porzione dell’impianto causando la morte di 27 operai, 74 feriti e danni anche molto al di fuori dei confini dell’impianto. L’impianto di Skikda è costituito da sei unità di produzione di GNL detti “treni”, da serbatoi di stoccaggio di GNL e da edifici amministrativi. Il fuoco ha distrutto 3 treni di produzione ma non ha danneggiato né i rimanenti 3 treni né i serbatoi di stoccaggio. Inizialmente le cause dell’incidente sono state attribuite al mal funzionamento di una caldaia di produzione di vapore ma successive gli investigazioni hanno ipotizzato una perdita di GNL da una tubazione dovuta ad una insufficiente manutenzione.

    Trinidad Tobago, giugno 2004 (cause ancora da accertare)

    Una turbina, utilizzata nell’impianto numero 3 per fornire energia ai compressori necessari alla liquefazione del gas, è esplosa. Le cause dell’incidente sono ancora da accertare.

    Belgio, luglio 2004

    31.7.2004 Belgio
    Esplode un gasdotto di GNL: 15 morti – 200 feriti
    TG3 – “Debris from the initial explosion was found up to four miles away” (BBC video)
    Un gasdotto di GNL della Fluxy è esploso uccidendo 15 persone in Belgio.

    Norvegia, settembre 2004

    Una gasiera GNL si è incagliata a nord di Bergen. I motori della nave si erano fermati e le ancore erano inutilizzabili a causa delle condizioni di tempesta. Comunque due rimorchiatori erano riusciti ad agganciare e rimorchiare la nave quando questa era arrivata a solo 30 metri dalle rocce. Erano stati fatti i preparativi per evacuare le 800 persone residenti dell’isola di Fedje, per paura che la nave potesse esplodere nel caso di collisione con le rocce.

    USA, marzo 2005

    In seguito all’esplosione di una casa nel marzo del 2005, uno studio ha rivelato che l’origine dell’incidente può essere addebitato al GNL. La Washington Gas è arrivata alla conclusione che il GNL ha provocato il restringimento e la perdita delle guarnizioni di gomma all’interno dei raccordi del gas. Uno studio sponsorizzato dall’azienda, avviato dopo l’esplosione di una casa nel marzo del 2005, ha scoperto che le piccolissime variazioni della struttura molecolare del gas naturale liquido importato, che l’Azienda ha iniziato a usare nell’agosto del 2003, provocavano l’essiccazione delle tenute di gomma di vecchi raccordi di metallo che collegano le varie sezioni delle condutture. Ci sono state circa 1400 fughe di gas negli ultimi due anni a causa delle rottura delle guarnizioni. La società ha divuto lanciare un progetto da 144 milioni di dollari per sostituire le parti difettosa degli impianti.

    Nigeria, agosto 2005

    30.8.2005 Nigeria
    Esplode un gasdotto di GNL: 11 dispersi, 27 chilometriquadri inghiottiti dall’inferno
    LNG pipeline explosion

    Un gasdotto di GNL interrato è esploso a Kalakama, una comunità di pescatori Ogoloma nella regione del Okrika nel Rivers State. L’inferno ha inghiottito 27 chilometriquadri. Undici persone disperse. La fauna, pesci e crostacei tipici dell’ambente delle magrovie, e la flora acquatiche sono andati completamente distrutti. L’esplosione è stata così grande che è stata sentita dagli abitanti dell’isola di Okrika e dall’area di Borikiri di Port Harcourt.

    India, settembre 2005

    Un vento di 40 nodi ha determinato un incidente al terminal GNL Petronet a Dahej quando i rimorchiatori della gasiera GNL Disha hanno urtato il molo. La gasiera LNG è stata dismessa dopo lo scarico del GNL. Petronet sta valutando i danni.

    Savannah, GA, marzo 2006

    Near-miss shuts down LNG imports on Elba
    Una fuoriuscita potenzialmente disastroda è accaduta quando la gasiera GNL Golar Freeze ha scaricato il gas liquido al terminal GNL Southern presso l’isola Elba Island. La nave ha rotto gli ormeggi ed ha si è allontanata dalla banchina. Il porto è stato chiuso per 36 ore. La Guardia Costiera e i tecnici della FERC (Federal Energy Regulatory Commission) hanno aperto un’inchiesta.

    Trinidad & Tobago, maggio e giugno 2006

    FIRE AT LNG PLANT Trinidad News, Trinidad and Tobago
    Un altro incidente è accaduto all’impianto Atlantic GNL a Point Fortin. Lo scoppio e l’incendio è dovuto ad una guarnizione che ha ceduto. L’incidente non ha provocato feriti o danni all’impianto. Secono il rapporto dei Vigili del fuoco, quando la guarnizione ha ceduto è scoppiato l’incendio. Un dipendente ha avvertito un funzionario della sicurezza che ha spento le fiamme. In un altro incidente i dipendenti sono stati evacuati dopo che uno di olro era stato colpito da una connessione che è saltata. Tre giorni prima l’impianto 11 era stato chiuso per 6 ore quando è stata scoperta un perdita di gas da un tubo.

    Giordania, luglio 2006

    Jordan Liquid-Gas Ship Mishap Injures 19
    Una gasiera GNL ha avuto un incendio quando scaricava il GNL a Aqaba. Sono rimaste ferite 12 persone. Quattro di queste persone erano vigili del fuoco. E’ stata necessaria un’ora per riportare la situazione sotto controllo. Gli atri feriti erano dell’equipaggio della gasiera. La nave è stata subito evacuata ed è stata trainata dalla banchina ad un porto nel Mar Rosso in quanto aveva scaricato soltanto la metà del suo carico. Le cause del incidente sotto alla base di un inchiesta.

    Danni:

    Non si conoscono gli effetti sull’ambiente marino, ma certamente l’immissione di oltre 20 tonnellate di cloro attivo l’anno in mare, non sarà certamente un toccasana… ciò non considerando i circa 200 milioni di litri di acqua che saranno reimmessi quotidianamente in mare ad una temperatura inferiore all’ambiente circostante di circa –7°C.

    La svalutazione delle unità immobiliari in prossimità di impianti di rigassificazione viene calcolato dal 30 al 50%.

    Proteste nel mondo:

    22.12.05 Proteste nel Rhode Island
    22.10.05 Proteste a Boston
    8.12.05 Proteste in Oregon
    23.8.05 Proteste in Canada
    22.8.05 Proteste nel Maine
    26.5.05 Proteste nelle Bahamas
    1.5.05 Proteste a Long Beach
    21.4.05 Proteste in California
    20.4.05 Proteste a Long Island
    11.4.05 Proteste a New Orleans
    21.1.05 Proteste in Russia
    13.12.04 Proteste in Messico
    30.9.04 Proteste in California
    6.7.04 Proteste nel Maine
    California: a Oxnard bloccano il GNL

    (Fonti: ” LA SFIDA DEL SECOLO “, di Piero Angela e Lorenzo Pinna (Mondadori, III edizione gennaio 2007) e Verdi di Livorno)

    Concludo: non voglio discutere di dettagli tecnici concernenti il rigassificatore. Del bestione(così lo definisco) ne hanno già parlato ampiamente i giornali, e gli esperti in tale ramo; mi limito invece a a ribadire un no al rigassificatore perchè inquinante nocivo e pericoloso. Non basterebbero infatti 1000 pagine di no in quanto, al di la delle autorevoli menti ed esperti in tale materia , anche come semplice cittadino arrivo comunque a capire e percepire quando una installazione di un rigassificatore può causare il male di Trieste e non il suo bene.

    Unquote

    Per Luigi che ciama cialtroni coloro che no son d’accordo col rigassificador de Zaule sicuramente anche el sig. Lucio se beccerà qualche titolo spregativo!

    Comunque quanto sopra no son balle ma fatti egr. Luigi

  106. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Egregio Marcus
    La tua foga ti fa come al solito sparare boiate a go-go.

    Come evidentemente non hai notato, io non chiamo cialtroni quelli che non sono d’accordo col rigassificatore, ma chiamo cialtroni i raccattafrottole da quattro soldi, quelli che sparano a zero per partito preso e non hanno la capacità di filtrare col cervello ciò che sentono con la pancia.

    Il lungo elenco da te copia/incollato l’avevo già letto, e a parte il fatto che al suo interno ci sono delle cose che con le gasiere non c’entrano un fico secco, potrai agevolmente notare anche tu – se ne sei capace – che un’esplosione di una gasiera del tipo di quelle da te ipotizzate (una palla di fuoco che avanza di decine di chilometri e stermina tutto quanto) non è mai avvenuta nella storia.

    Mi rendo conto che non sia facile ra-gio-na-re, ma vivaddio, siamo stati fatti o no con un cervello? Bisognerebbe che tu lo collegassi con la tastiera, mio caro.

    Almeno una volta ogni tanto.

    E adesso basta, ché mi secca perder tempo con uno che non è capace di ascoltare.

    L.

  107. Marcus ha detto:

    @Luigi
    Quote
    E adesso basta, ché mi secca perder tempo con uno che non è capace di ascoltare.
    Unquote

    Mi dispiace che non mi/ci vuoi più rancontare le tue esperienze con i rigassificatori, ma sono certo che i tuoi punti di vista saranno senz’altro apprezzati dai politici che ne sono propensi.

    Resta tuttavia che sei un ballista come già scritto nel post 95, poiché non hai risposto minimamente agli argumenti posti (non solo da me) e per di più sei anche un mal educato che non avendo risposta agli stessi, spartisce titoli spregativi a chi li pone.

  108. Miller ha detto:

    Beh, ormai ne parlano un po’ tutti i blogger:

    http://www.jusprimaenoctis.net/?x=entry:entry091101-204150

    citano pure il blog del sindaco Dipiazza:

    http://www.jusprimaenoctis.net/?x=entry:entry091101-204150;comments:1#comments

    che ne esce con le ossa rotte…

  109. Mister X ha detto:

    INVITO/CONFERENZA STAMPA

    ASSEMBLEA COMMISSIONE AMBIENTE
    7° CIRCOSCRIZIONE SUL TEMA RIGASSIFICATORE

    Il giorno GIOVEDÌ 12 NOVEMBRE Ore 18.30

    presso la sala del Consiglio, Via Paisiello 5/4A

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