16 Ottobre 2009

Parte l’Ikea di Villesse. 255 lavoratori assunti per 33mila mq: è il tempio del consumatore di cucine

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L’Ikea di Villesse oggi ha aperto le porte a giornalisti e residenti in loco, come sorta di prova generale per l’inaugurazione di mercoledì prossimo

9.000 curriculum ricevuti. 255 lavoratori assunti direttamente, 33.000 mq di superficie realizzati in poco più di otto mesi, un ristorante da 520 posti. 34 casse, di cui 20 self-service. Tonnellate di merci che tracimano dagli scaffali.
E poi l’applauso ai primi clienti, i fasciatoi nei gabinetti, gli impiegati che sorridono. Benvenuti all’Ikea di Villesse, Friuli Svezia Giulia.
“Vuole una vodknina? A posto così?”. Questi ti stendono. Quantità e qualità. “Sono una macchina da guerra”, commenta un amico del Piccolo. E come dargli torto.

All’ingresso, domina una parete di una ventina di metri, nella quale sono incassati decine di modelli di cucine. “Un’ esibizione forse un po’ muscolare”, concede Valerio di Bussolo, responsabile relazioni esterne per Ikea Italia. Che però rende l’idea delle priorità: in Italia, nell’anno passato, il settore cucine ha conosciuto una crescita del 10%. Alla faccia della recessione.

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A cercarla fra gli scaffali, la crisi proprio non la si trova. Qui è un concetto bandito. Tutto è macro, enorme, confortevole, suadente, come ben saprà chiunque abbia mai varcato la soglia di un negozio Ikea. Ecco, finora ero stato soltanto alla filiale di Aubonne, in Svizzera. E la visita di questa mattina è stata un flash-back mica da poco. Tutto, ma proprio tutto, coincide. Persino il panorama dal ristorante. Replicanti, spettri della memoria destinati ad abitare un luogo apparentemente senza tempo. L’Ikea è la quarta dimensione. E’un non luogo, o forse è una realtà così unica da poter essere replicata all’infinito. In Svizzera, a Villesse, a Bombay, poco importa.

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“La nostra mission è migliorare la vita della gente”, dice Valerio di Bussolo, responsabile relazioni esterne per Ikea Italia. Eh già, la mission. Loro, del resto, vogliono rivolgersi a “ciò che in inglese chiamiamo majority of the people”. E per farlo, ricorrono ai co-workers, ovviamente al servizio dei clienti muniti di carta familiy. Gente, è l’Ikea way. Che, of course, non trascura nemmeno l’offerta food.

Il tutto impacchettato in un contesto caldo, a dispetto delle origini scandinave, persino socialmente consapevole. “Per ogni peluche che verrà acquistato, devolveremo un euro all’Unicef” ci informa Ulf, il capo negozio venuto dall’Austria. Già, l’Unicef. Curiosamente, la stessa organizzazione che paga le Ong incaricate di controllare che Ikea e i suoi fornitori non sfruttino il lavoro minorile. E però, a perdersi per Villesse, non si potrebbe mai credere alle accuse dei malevoli. Questi mettono i fasciatoi nel bagno degli uomini, andrai mica a pensare che la tovaglia Frungulrb sia passata sotto le dita di un ragazzino indiano?

Su questo punto, Anders Dahlvig, chief executive officer dell’azienda, è stato abbastanza chiaro nel lontano 2007. La Bbc lo incalzava, chiedendo il motivo per cui Ikea ha rifiutato di firmare una dichiarazione in cui garantiva di non aver fatto ricorso al lavoro minorile. E Dahlvig ha risposto così: “E’ irresponsabile chi la firma. In India ogni casa ha un telaio. E come possiamo garantire che dietro non ci stia un bambino?”. Vero. E allora perché non andarsene dall’India?“. “Perché crediamo che la nostra presenza possa permettere di incentivare dei comportamenti virtuosi” mi risponde di Bussolo. “E poi sono 200.000 posti di lavoro”. Va riconosciuto, comunque, che il 70% dei produttori Ikea, almeno formalmente, si trova in Europa occidentale. Poi, forse, districarsi nella giungla dei subappalti è un altro discorso. E il 20% della produzione resta in Cina, che proprio il paradiso dei lavoratori non è.

Il manifesto pubblicitario di Ikea

Ulf però sorride e, alla fine della conferenza stampa, ci guida per i corridoi. “La nostra filosofia è la seguente – ribadisce – Ikea fa la sua parte, tu fai la tua: così risparmiamo”. “Chi meglio del cliente conosce i propri bisogni?” Il cliente, l’eroe dell’epica Ikea. E poi c’è lo spazio per i bambini, con tanto di cartello introduttivo: “Dedicato ai più importanti del mondo”. Tutti sorridenti, tutti felici di venderti uno sgabello concepito proprio per te.

E insomma, sarà pure un’impressione personale, e di sicuro sono un rompiballe. Però tutta questa melassa rischia di restare appiccicata, incollando miracolosamente a sé qualche comodino vezzoso o un’aringa affumicata di cui, alla fin fine, non si sentiva il bisogno. Urge disintossicazione in qualche bettolaccia di San Giacomo. E’ l’Ikea, baby. Un sorriso e ti porti a casa una libreria.

P.s. un ringraziamento al signor Ulf e al personale del negozio per l’assistenza informatica

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64 commenti a Parte l’Ikea di Villesse. 255 lavoratori assunti per 33mila mq: è il tempio del consumatore di cucine

  1. deluso ha detto:

    Polemica costruttiva di marketing.
    dico solo una cosa … probabilmente venderete i Vs. prodotti nella stessa maniera con cui avete selezionato il personale dai numerosi curriculum inviati.
    Escludendo potenzialmente le persone in età (disoccupate) sicuramente più qualificate data la loro esperienza.
    D’accordo largo ai giovani … clienti potenziali senza soldi.
    Grazie !!!

  2. deluso ha detto:

    Polemica costruttiva di marketing.
    Dico solo una cosa … probabilmente venderete i Vs. prodotti nella stessa maniera con cui avete selezionato il personale dai numerosi curriculum inviati.
    Escludendo potenzialmente le persone in età (disoccupate) sicuramente più qualificate data la loro esperienza di vita.
    D’accordo largo ai giovani … clienti potenziali senza soldi.
    Grazie !!!

  3. Angioletto ha detto:

    Mi sembra pregiudizievole giudicare tutti i dipendenti Ikea come meno qualificati di lei caro “deluso”. Considerando poi che l’età degli assunti non si può considerare bassa, caro “deluso” si informi correttamente prima di giudicare e offendere le persone.

  4. Mauro Franza ha detto:

    Essendo “deluso” non rientra nella categoria dei critici “credibili”.

  5. Marisa ha detto:

    E’ necessario aspettare almeno un anno per poter esprimere un parere sull’impatto che avrà questo nuovo centro Ikea sul territorio.

    In provincia di Udine, ad ogni nuova apertura di un nuovo centro commerciale è corrisposto poi una chiusura di negozi nel paesi vicini (e non solo) che ovviamente non riuscivano a reggere la concorrenza con il centro commerciale. Circa le assunzioni di personale, non pochi dei neo-assunti, dopo tre mesi, sono stati licenziati: la strategia era “assumere molti dipendenti” nella prima fase di apertura per poi ridurne il numero successivamente. Oggi non pochi grandi centri commerciali della provincia di Udine, hanno molti spazio/negozio tristemente vuoti. Questo perchè sono stati costruiti troppi centri commerciali in concorrenza tra di loro e distanti anche pochi chilometri uno dall’altro. E contemporaneamente i negozi nei paesi sono di fatto scomparsi.

    Questo è quanto è successo in Provincia di Udine; a Gorizia vedremo tra un anno quale sarà la nuova realtà…..

  6. melone ha detto:

    Concordo pienamente con DELUSO,anch’io ho fatto domanda all’ikea ma pur avendo un esperienza decennale nella logistica hanno preferito selezionare del personale giovane a svantaggio dell’esperienza …
    … la realtà è che se hai già 38 anni sei troppo “vecchio”per trovare un lavoro.

  7. deluso ha detto:

    grazie melone,
    per gli altri “offesi” invece ribadisco che si informino loro di come sono state pregiudicate le domande di assunzione via rete internet limitando la data anagrafica dei potenziali dipendenti …
    @ Mauro Franza … il tempo mi darà sicuramente ragione, della SUA “credibilità critica” non ne faccio niente.
    In definitiva talune persone sono troppo giovani per andare in pensione e troppo vecchie per lavorare, fate un pò Voi conto in che sistema viviamo.
    I giovani assunti giustamente devono fare la loro esperienza e non hanno alcuna colpa, non era mia intenzione eventualmente (per chi lo fosse) offenderli.
    @ Marisa concordo in parte, di aspettare per vedere, tanto la storia non è altro che un ripetersi degli eventi.
    Ahh … il consumismo.

  8. Angioletto ha detto:

    Mi dispiace togliere l’unico sfogo per “deluso” ma le assunzioni via internet sono avvenute con due criteri diversi: una è stata la richiesta per neolaureati e in questo caso, come ovvio, la data anagrafica era vincolante; l’altra non aveva nessun vincolo d’età.
    E ti assicuro che hanno assunto persone che hanno inviato curriculum anche con metodi diversi da quello web, bastava forse pensarci!
    Mi dispiace per tutti quelli come te che non sono stati assunti ma è ovvio che una selezione doveva avvenire e ti assicuro che persone non più giovani e con svariati anni di esperienza nel settore, lavorano in Ikea Villesse.
    Personalmente mi sento offesa dalle tue parole perchè NON hai nessun modo di conoscere tutti noi e le nostre esperienze e capacità.
    “”per gli altri “offesi” invece ribadisco che si informino loro di come sono state pregiudicate le domande di assunzione via rete internet limitando la data anagrafica dei potenziali dipendenti …”” ma da questa tua affermazione capisco che ogni mia parola sarebbe sprecata perchè ovviamente tu sai più di chiunque altro!

  9. deluso ha detto:

    @ Diavoletto
    non mi risulta proprio così … ( ci sono stati dei articoli di lamentela a riguardo) ad ogni buon conto anche il Tuo è uno sfogo bello e buono forse l’ unico.
    Sta a significare che sono riuscito a intaccare la TUA grande esperienza lavorativa …
    Non importa rimani offesa se vuoi …Ti auguro buon lavoro
    Quando c’è vo … c’è vo

  10. Angioletto ha detto:

    Il motivo per cui tu sei a casa e noi lavoriamo in Ikea è dipeso tutto dal tuo modo di pensare e di essere.

  11. deluso ha detto:

    @ Diavoletto
    guarda che Ti sbagli ancora … (che intuito !?!)
    non ho fatto mica io la domanda.
    Comunque vedremo chi saranno i primi ad essere licenziati, auguri!
    passo e chiudo.

  12. lànfur ha detto:

    Marisa: lo diceva Moretti in “Bianca”
    – “Io lo so che tipo è lei: ha il suo macellaio di fiducia, che le tiene i pezzi migliori”.
    – “Perché, c’è qualcosa di male?”
    – “E certo che c’è, se ci vado io, poi mi prendo i pezzi peggiori!”

    La grande distribuzione ha sicuramente i suoi lati negativi ma in teoria non fa discriminazioni da ‘cliente di fiducia’ che hanno sempre fatto alcuni bottegai di paese (non tutti, ma di aneddotti se ne sentono parecchi).

  13. Marisa ha detto:

    @ LANFUR

    Che tesi curiosa la tua! Prima che arrivassero i grandi centri commerciali, nel mio quartiere c’erano ben due macellerie e tre negozi di generi alimentari. Oggi questi negozi non esistono più. Sei rimasto senza pasta o caffè? Devi andare al centro commerciale e fare dieci minuti di fila alla cassa quando sei fortunato. E la carne nei centri commerciali spesso non è di grande qualità. Ti è mai capitato che nelle “confezioni” la fettina “sopra” si presentava molto bene e quelle sotto, nascoste dalla prima, erano così cosi? E’ vero, il macellaio di paese o di quartiere si creava la sua clientela affezionata. Ci vedi qualcosa di poco democratico?

    Ma il mio discorso è diverso. A Trieste avete ancora una fitta rete di piccoli negozi di alimentari e di altro genere di merce. Stai pur cento che se dovessero arrivare centri commerciali veramente molto grandi, questa rete sparirebbe. E sarebbe un dramma non solo per questi piccoli (nel senso che il loro negozio è di dimensioni piccole) negozianti, ma anche per gli anziani che non avrebbero più il negozietto sotto casa o per chi ha fretta. Sai che palle dover andare al centro commerciale solo perchè sei rimasto senza lo zucchero!

  14. lànfur ha detto:

    bella lì, nel tuo quartiere c’erano due macellerie e tre negozi di generi alimentari. Mica abitiamo tutti nel tuo quartiere mi vien da dire. Ci sono paesi che hanno a malapena una macelleria e paesi che ne hanno una sola dove c’erano i clienti e i Clienti.
    Poi se vogliamo criticare l’estetica e l’urbanistica dei centri commerciali sono d’accordo. Neanche a me piacciono le ‘scatole di scarpe’ stile Ikea nel mezzo della campagna. Ma ci sono due aspetti:
    1) Il vecchietto non va a comperare lo zucchero all’Ikea
    2) I centri commerciali in pieno centro cittadino ci sono ma non sono diffusi in Italia come all’estero. A Klagenfurt ne hanno fatto uno occupando un intero palazzo nel centro storico e da quanto ne so anche in Francia ce ne sono. In Italia si preferisce fare i rigassificatori in centro città. Sono scelte anche politiche, basta saperlo.

    Io sospetto che in Italia le associazioni dei commercianti sono lobbies che scrivono leggine regionali illiberali e forse bloccano gli insediamenti di centri commerciali in centro città. Mi sbaglio?

  15. Marisa ha detto:

    @ LANFUR

    O.K. ti piacciono i grandi centri commerciali e non i tanti piccoli e medi negozi cittadini. Questione di gusti.

    A proposito, ci sono anche le lobbies delle grandi catene internazionali……che intrecciano legami con la politica e fanno piazza pulita di tutti i negozi sottocasa.
    Negozi che svolgono una funzione sociale importantissima.

    A parte questo aspetto, perchè non provi ad andare a comprare (giusto per fare un esempio!) una macchina fotografica in un grosso centro commerciale? Un disastro! Una volta c’erano i negozi specializzati dove potevi farti consigliare e soprattutto trovavi quello che cercavi. Oggi nei centri commerciali trovi solo l’ultima novità o quello che vuole “chi vuole solo premere un bottone”. Meno male che c’è internet e le vendite via internet! Personalmente dopo aver girato TUTTI i centri commerciali disponibili, ho da poco comperato la macchina fotografica via internet da una ditta di Bolzano. E ti garantisco che non cercavo la luna! Idem per molti altri settori merceologici. Alla faccia dei centri commerciali! Non esistono più i negozi specializzati ma solo i grandi centri commerciali dove trovi – un po’ – di tutto, ma senza alcuna specializzazione….

  16. Agostino ha detto:

    Tanto per dire la mia:
    Sono un affezionato di IKEA perchè quando vivevo a Roma mi permetteva di passare qualche pomeriggio senza traffico. Di contro concordo con chi dice che i centri commerciali rovinano l’ambiente, infatti in zone dove ci sono questi spariscono i piccoli negozi che aprono presto la mattina e permetto a tutti di fare al spesa prima di andare al lavoro. Ikea e altri dettano i loro orari ed i loro prezzi, spesso più alti che nei negozi. Confrontate e lo verificherete

  17. lanfur ha detto:

    Marisa non sono un fanatico dei centri commerciali e men che meno dei negozi sottocasa. Quando mi serve una macchina fotografica perdo un mese ad informarmi di tutte le caratteristiche tecniche e i prezzi li guardo su internet anche io. Mi tengo alla larga da ebay per una diffidenza che forse non posso giustificare, dato che molti me ne parlano bene.
    Ti dirò anche che se trovo un buon prezzo nel negozietto sottocasa non vedo perchè non fare l’acquisto. Anche la carne, se buona, la compro dal macellaio, ma non ho il macellaio o l’ortolano ‘di fiducia’ perchè non ho mai chiesto o elemosinato trattamenti di favore da un negoziante (nessuno ti dà niente per niente, tantomeno una fettina di prima qualità e ancor meno un negoziante il cui scopo è quello di fare affari). Come dice il dialogo che ti ho riportato, se il macellaio dà la carne migliore ai suoi clienti affezionati, a me cosa dà?

    Mi chiedo cosa c’è di male nel rivendicare eguaglianza e libertà per i consumatori. Sono persone anche loro, o no?

  18. claudio zanini ha detto:

    Preciso:sono un macellaio. Penso che questi grandi centri,come pure l’Ikea, faranno morire i piccoli negozzi e poi i prezzi lieviteranno.

  19. Mahurin ha detto:

    Per Angioletto,
    Volevo complimentarmi per la Tua seconda risposta a deluso! Non sei neanche entrata/o nel gruppo degli “Unti dal Dio Kamprad” e già sei più realista del re come si suol dire ! Penso che avesse ragione chi ha detto che il più grosso problema di noi Italiani, e si vede in ogni campo della vita della nostra nazione, è che siamo servi nella testa. Così non appena qualcuno ci attacca i gradi sulla giacchetta ci trasformiamo immediatamente da vittime in carnefici con massima nonchalance. Comunque, i migliori auguri per la Tua carriera nella “democratica” multinazionale. Visti i presupposti sarà senza dubbio assai luminosa ! Saluti

  20. Davide Lessi ha detto:

    sottolineo il commento del macellaio, claudio zanini: “penso che questi grandi centri,come pure l’Ikea, faranno morire i piccoli negozi e poi i prezzi lieviteranno”. e mi chiedo che incidenza avrà l’apertura dell’ikea per i commercianti della zona…

  21. Mark ha detto:

    mi riallaccio alla prima discussione, solo perchè mi sembra giusto che chi sa come stanno le cose le dica…
    lavoro in ikea, reparto vendite. posso assicurare che nel reparto logistica, ad esempio, sono state assunte persone con ben più di 38anni. e non solo una o due.
    quindi ok, mi spiace per voi, e sicuramente un occhio di riguardo lo si sarà dato all’età. ma non dite che “si sono scelti solo giovani”. non è vero, solo vi rode il culo, giustamente. e vi capisco.

  22. Marisa ha detto:

    @ LANFUR

    A parte le vendite EBAY dove ci sono anche le aste (mio figlio comunque a queste aste ha comperato abbigliamento nuovo, a ottimo prezzo e di marca) ci sono i negozi che vendono solo per corrispondenza. Personalmente ho fatto acquisti via internet negli Stati Uniti, in Germania e ovviamente in Italia. Mi sono trovata benissimo. Ovviamente prima cerco nei negozi normali e quando non trovo quello che cerco…..acquisto via internet. Tempo una settimana, ho sempre ricevuto il prodotto acquistato. Anche dagli Stati Uniti.
    E per quanto riguarda la macchina fotografica, prima ho scelto con cura il modello, poi l’ho cercata inutilmente nei centri commerciali, reparto fotografia (ormai negozi specializzati non ce sono quasi più….) e infine l’ho comperata in internet in un negozio di Bolzano che vende solo per internet e che già conoscevo per aver già fatto altri acquisti. Abitualmente acquisto CD di musica o film, via internet. E siamo ormai in tanti a farlo.

  23. Andrea ha detto:

    Posso capire il timore che i grandi centri commerciali possano nuocere ai piccoli negozi, ma non capisco bene come l’Ikea abbia a che fare con questa critica. Che io sappia, i prodotti Ikea non si vendono altro che all’Ikea, e a meno che uno non abbia sotto casa un alimentari specializzato in salmoni e aringhe non vedo il problema.

    La mia sensazione è che gran parte di queste critiche vengano o da chi e’ stato “deluso” dal fatto di non essere entrato a far parte dello staff (lui o chi per lui) o da chi in Ikea non abbia mai messo piede.

    Io ci sono andato diverse volte tanto a Roma quanto a Padova e, dopo aver imparato a evitare di comprare cose inutili solo perché erano li e sembravano tanto carucce, ho visto che ci sono articoli che può valer la pena acquistare perché hanno una buona qualità e un prezzo ragionevole.

    Personalmente (ma qui è pura questione di gusti) mi piace molto l’atmosfera dell’Ikea e quella “melassa” di cui si parla nell’articolo se innegabilmente c’è, è perlomeno genuina.

    In fondo, negli anni in cui potevamo trovarci a dover cambiare un pannolino in tutta fretta, l’Ikea era l’unico posto dove questo fosse possibile senza difficoltà. In seguito lo stesso approccio è stato adottato dal negozio Chicco in pieno centro di Trieste, che ha allestito una stanza “cambio+allattamento” in uno stile Ikea talmente puro che… tutto l’aredamento proveniva proprio dalla catena svedese.

    Se poi una neo mamma viene messa in condizione di accomodarsi in una stanza appositamente attrezzata per allattare il suo piccolo e il suo umore ne beneficia al punto che si sentirà più propensa a comprare un comodino che non le serviva… beh, mi pare una strategia di marketing più condivisibile di tante altre.

    Da un punto di vista strettamente personale mi pare che questa nuova apertura non rappresenti un pericolo per il piccolo commercio, dato che non tratta gli stessi articoli. Se mai ha avuto un impatto sul lavoro nella zona di Villesse è stato perché ha assunto del personale. Non tutti quelli che hanno presentato domanda, d’accordo, ma ci si poteva illudere in questo senso?

    Vedo molto livore nei commenti, soprattutto ai danni di chi in questo negozio ha trovato un impiego (“unti dal dio Kamprad”? Perché hanno trovato un lavoro?).

    Riguardo a Trieste… si, ci sono tanti “negozietti” di alimentari, ma la clientela non e’ del tipo da cambiare in favore di un centro commerciale. Il nostro ben fornito “parco anziani” non andrebbe mai alle Torri o al Giulia a comprare lo zucchero. Se se lo potrà permettere continuerà a farlo nella bottega sotto casa, se la pensione non basterà si rivolgerà al discount di quartiere, ma non al centro commerciale, specie se enorme “che me meti l’ansia solo a véderlo, e poi no me sta le borse dela spesa in coriera”.

    Non ho mai avuto invece il piacere di vedere un negozio che praticasse dei prezzi inferiori (per la verità nemmeno uguali) a quelli praticati nei centri commerciali. Anzi, sempre piu’ spesso vedo che comprare su internet è l’unica soluzione per tanti prodotti (la stessa TV nel “negozietto” costa 1300, da UniEuro 1099 e in rete 759. La stessa.), ma leggo che qui si parla di zucchero, e probabilmente non ha senso comprarlo in internet. Ma… vendono zucchero all’Ikea?

    …non era melassa?

    mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente

  24. Marisa ha detto:

    @ Andrea

    Il discorso era generale (centri commerciali) e non riferito specificatamente a Ikea. A parte il fatto che mi risulta che Ikea dovrebbe essere il primo grande settore merceologico del nuovo distretto commerciale di Villesse. A Ikea dovrebbero aggiungersi altri negozi. O sbaglio?

    Comunque volendo rimanere nello stesso settore merceologico di Ikea, ti ricordo che a Palmanova c’è “Mercatone Zeta”, tanto per fare un nome…..

    Non pare anche a te che ormai il territorio regionale è anche troppo saturo di centri commerciali? Prova a contarne quanti ci sono…

  25. lanfur ha detto:

    Marisa ce ne sono perchè c’è gente che ci va. E’ una regola che vale per tutte le categorie merceologiche legali e illegali.

    Riguardo ai concorrenti Ikea butto lì provocatoriamente un riferimento ai divani di Report di domenica 18 ottobre.
    Nessuno ha da dire qualcosa sull’etica dei produttori italiani di arredamenti?

  26. diego ha detto:

    il 10% di crescita delle cucine in Italia? per Ikea forse….il mercato ha fatto un bel decremento….

  27. Marisa ha detto:

    @ LANFUR

    Vai a fare un giro per i centri commerciali e controlla quanti negozi hanno chiuso senza essere sostituiti da un altro negozio…..

    E questo per più motivi: 1) centri commerciali poco distanti tra di loro. 2) i clienti sono sempre gli stessi…
    3) gli spazi/negozio dati in affitto costano troppo… 4) la gente sta sempre più attenta a come spende lo stipendio….

    E chi ci va di mezzo? I negozi piccoli e medi che hanno chiuso; i dipendenti licenziati dalle realtà che non riescono a reggere la concorrenza e quindi chiudono.

    Che poi i prezzi siano sempre così bassi…ho qualche dubbio!

  28. Andrea Luchetta ha detto:

    yes, la crescita delle cucine del 10% era riferita solo a Ikea

  29. lanfur ha detto:

    I centro commerciali chiudevano anche 30 anni fa. La zona commerciale Carnia lungo la Pontebbana nei pressi dell’omonima località è il primo esempio che mi viene in mente.
    Perchè hanno chiuso? E’ arrivata l’autostrada e nessuno usava più la strada statale. Perchè L’Ikea l’hanno fatta attaccata ad un casello?
    Guarda dove fanno i centri commerciali al giorno d’oggi. Gli svincoli autostradali sono diventati la nuova terra dell’oro.
    Una cosa che Zamparini aveva capito (o avuto la fortuna di intuire) già parecchi anni fa.

  30. Gaetano ha detto:

    Ho letto da parte di qualche neoassunto che ai delusi gliè rode. Io non credo proprio, visto che la maggiorparte dei contratti di lavoro stipulati sono part-time a 26 ore. E perchè dovrei invidiare uno stipendio da 600 o 700€? perchè è meglio che niente? non mi sembra una grande occasione persa. Forse per una giovane donna quel reddito è indispensabile per pagare il mutuo di casa, facendo affidamento sullo stipendio full-time, si spera, del marito per le altre spese. Mi direte: qual’è il problema basta trovarsi un secondo lavoro.
    Voglio conoscerlo, se esiste, un datore di 2° lavoro disposto a sottostare alla flessibilità dei turni richiesti all’Ikea.
    Indubbiamente pesano gli scrupoli etici sullo sfruttamento del lavoro minorile nei paesi in via di sviluppo, con i dovuti distinguo però, senza andare lontano, non sembra proprio che a Villesse sia caduta la “manna” dal cielo quanto piuttosto una “mannaia” part-time.

  31. massimiliano ha detto:

    ma a l’ikea i gà liptauer?

  32. massimiliano ha detto:

    e rigojanci?

  33. Marisa ha detto:

    @ LANFUR

    lasciamo perdere, è meglio. Anche perchè fai finta di non capire. Comunque comprati il Gazzettino di oggi, mercoledì 21 ottobre. C’è un lungo articolo proprio sulla saturazione dei territorio Veneto e Friulano di centri commerciali. E ovviamente non l’ho scritto io…

  34. lanfur ha detto:

    Non faccio finta di non capire. Ti danno fastidio i centri commerciali. A me danno fastidio le fabbriche che inquinano.

  35. Marisa ha detto:

    @ lanfur

    Non mi danno fastidio i centri commerciali, mi dà fastidio la “sbornia” di centri commerciali. Uno ogni 20 kilometri e anche meno, sono una follia!

  36. lanfur ha detto:

    Danno lavoro.

  37. Marisa ha detto:

    @ LANFOR

    Ma anche fanno aumentare i licenziamenti….
    Lo sai quanti chilometri dista il nuovo centro Ikea dai centri commerciali già esistenti e che vendono mobili e altro per la casa? Immagino la tua risposta. E che me ne importa, basta che i mobili a me costino meno.

  38. lanfur ha detto:

    Stai dicendo che non si dovrebbero aprire negozi in concorrenza tra loro nel giro di ‘parecchi’ kilometri?

  39. Mahurin ha detto:

    @Andrea,
    Mi sono permesso di definire ironicamente coloro che sono “sopravvissuti” alle selezioni di Ikea perchè, visto che ci ho lavorato e resistito per più di 4 anni, conosco bene l’ atmosfera di lavaggio del cervello e l’ imposizione forzata dei presunti “valori” ikeani che si subisce, giorno dopo giorno, a lavorarci dentro. Puoi credermi o meno Andrea ma pare di stare dentro Scientology e come in quella organizzazione pseudo-religiosa (come d’ altronde lo è sostanzialmente anche l’ Ikea con l’ identico fine : arricchire il padre-padrone)si “selezionano” intenzionalmente le personalità più fragili al fine di poterle meglio indottrinare e controllare. Saluti

    @lanfur
    Certo che, in questo contesto, la Tua considerazione sulle fabbriche che inquinano è quantomeno acuta e profonda. Come se il traffico indotto che genererà Ikea tra clienti ed approvvigionamento di stock (circa 1.250.000 autoveicoli/anno)e quello ancora superiore che si riverserà a Villesse quando sarà terminato il centro commerciale della multinazionale “ambientalista” e “che vuole bene ai bambini” non avrà alcun effetto sull’ inquinamento della zona. Complimenti e saluti

  40. lanfur ha detto:

    Visto che grazie alla perfida Ikea chiuderanno tutti i centri commerciali del circondario si libererà un bel po’ traffico sulle altre strade.

  41. massimiliano ha detto:

    ciò che asserisce Mahurin è vero. in effetti Ikea è un pò un “way of life” forzato che viene imposto a chi in qualche modo ci ha a che fare (forse anche a chi si fa “plagiare” in senso consumistico…). una sorta di “world apart” che ricorda qualche telefilm di fantascienza degli anni ’60-’70. quindi, chi ci lavora non sempre è in realtà così felice, a meno di una full-immersion volontaria e consapevole.
    per chi invece fa la parte dell’acquirente: importante è che la roba sia buona e costi un prezzo decente. se dovessimo disquisire sull’etica e sulla moralità di tanti centri commerciali o negozi in franchising o catene varie… potremmo scrivere trattati.
    (e comunque i ga un bon spriz…)

  42. lanfur ha detto:

    Way of life? Ikea-la-Lidl dell’arredamento? State scherzando vero?

  43. massimiliano ha detto:

    era per dire che si tratta di un micro “sistema sociale” con le sue regole. per chi lo vive dal di dentro e per chi se lo “porta a casa”.
    due sono le analisi da fare secondo me: una sul prodotto (e qui nulla da eccepire) in termini di qualità e prezzo (esperienza personale); ed una sulle condizioni di lavoro che – ammetto e credo sia vero – possono divenire alienanti. tanta “svedesità” che cola dalle pareti, dal tono dell’illuminazione, dai bagni accoglienti e dai sapori del ristorante, serve forse per fuorviare la mente da quella brulicante “catena di montaggio” sorridente in gialloblu… che si fa il mazzo da mane a sera…

  44. lanfur ha detto:

    Quindi Ikea come una specie di distopia stile ‘Mondo nuovo’ di Huxley all’interno della società italiana odierna in tutto e per tutto , a mio parere, simile a quella di 1984 di Orwell. Che simpatico quadretto.

  45. Marisa ha detto:

    Comunque oggi ci sono stata. La pubblicità fatta è stata talmente tanta…..che non si può non andare di persona a verificare. Delusa no, ma mi aspettavo meno oggettistica e più mobili. Non credo che i vari grandi centri (di pari settore merceologico) che esistono tra Palmanova e Udine ne soffriranno poi così tanto. Che ci sia tanta gente in questi giorni è verissimo, ma questo succede ogni volta aprono un nuovo centro commerciale. Poi si ridimensiona.

  46. controcorrente ha detto:

    che delusione! …io speravo che ti davano per l’apertura almeno una bella svedese da “montare” comodamente a casa…. invece manco la vodka! 😛

  47. Marisa ha detto:

    @ lanfor

    commento nr. 38

    sto solo dicendo che se metti due macellerie (tanto per fare un esempio) nella stessa strada è probabile che una delle due chiuda o più probabilmente chiudano tutte e due.
    Non per niente esisteva la buona regola (mi pare ci sia ancora) di non concedere più di tot licenze comunali.

  48. Luigi (veneziano) ha detto:

    Sarò un darwinista sociale, ma io quando ho dovuto rifare la camera di mio figlio prima mi sono affidato a un mio amico pluridecennale che fa il falegname, il quale con 1.200 Euro mi ha proposto un armadio angolare a sei ante. Pagamento – ça va sans dire – in nero.

    Con 1.100 Euro all’IKEA ho rifatto completamente la camera:

    – letto soppalcato
    – divano letto a due posti (con materasso in lattice)
    – tavolo con cassettiera
    – armadio angolare a sei ante
    – mobile portaoggetti
    – piccola libreria
    – varie scansie pensili
    – oggettistica varia (specchi, lampade da tavolo e faretti, fermalibri, portacarte)

    Tre viaggi per trasportare il tutto con la mia auto, sette giorni di lavoro serale (compreso un sabato intero) per il montaggio.

    La camera è montata da due anni e a parte il lavoro di rinforzo sul letto soppalcato (ho aggiunto degli angolari d’acciaio per evitare oscillazioni) non ho mai avuto nessun problema.

    Luigi (veneziano)

    PS Ovviamente l’amico falegname non ha lavorato per me.

  49. Marisa ha detto:

    @Luigi

    Quanto avresti speso comperando una pari camera in un altro centro commerciale che vende camere da letto? Non puoi fare il paragone con il costo del tuo falegname. Io sto andando per negozi e centri commerciali perchè vorrei comperare una camera da letto matrimoniale (già pronta!). Ho trovato prezzi da 5.000 euro a 700 euro. E la camera da letto da 700 euro era composto da armadio grande a quattro ante, letto matrimoniale, comodini e comò. E puoi scegliere tra quattro colori (ovviamente ormai tutti i mobili sono impialliciati) Te la portano a casa e anche te la montano.

    ….E così che si fanno i confronti!

  50. Angioletto ha detto:

    @MArisa
    i mobili non sono ormai tutti impiallacciati, magari… la maggioranza dei mobili sono in laminato.Stai attenta a cosa ti dicono i venditori…ti venderebbero pure la loro madre s fosse seduta sul divano che vuoi comprare!
    Ti assicuro a 700 euro compri si una camera completa(senza materasso) ma in laminato e anche scadente.Ho lavorato in un mobilificio della zona di udine,e conosco il prodotto di scarsa qualità ben spacciato per buono.Poi sicuramente esistono anche buoni prodotti, laccati e impiallacciati ma costano.

  51. Angioletto ha detto:

    Quello che ho notato in ikea da cliente è che puoi trovare lo stesso prodotto con la stessa funzione a prezzi diversi. Ma non nascondono le caratteristiche del mobile, viene scritto chiaramente sul cartellino, in modo da sapere benissimo perche lo stesso mobile costa 50, 80, 100. C’è il prodotto in laminato, il prodotto in pino massiccio non verniciato e infine l’impiallacciato(per fare un es.).
    Al contrario in altri grandi centri del mobile(senza generalizzare)non viene fatta questa chiara differenza delle caratteristiche del mobile, in questo modo il cliente viene spinto a pensare di trovarsi davanti sempre il prodotto di buona qualità.

  52. Marisa ha detto:

    @ ANGIOLETTO

    E’ vero ho dimenticato il “laminato”.
    Ho avuto anch’io per molti anni una cucina in laminato ed era di ottima qualità.

  53. EFFEBI ha detto:

    ma la renna …va ben col kren ?!

  54. Mahurin ha detto:

    @ Angioletto
    Non sarebbe decisamente più serio da parte Tua evitare di sostenere la presunta onestà e correttezza di Ikea (tra l’ altro ancora da far verificare a chi ha titolo per farlo cioè i clienti) dato che per Tua stessa ammissione sei uno che ci lavora dentro ? Penso, inoltre, che il massimo nella mancanza di onestà intellettuale Tu lo raggiunga quando affermi con Marisa “Stai attenta a cosa ti dicono i venditori…ti venderebbero pure la loro madre se fosse seduta sul divano che vuoi comprare!”. Posso, a tal proposito, chiederTi se questa generica valutazione vale anche per i venditori Tuoi colleghi in Ikea (e per Te stesso se svolgi quel mestiere)? Oppure vuoi intendere che nel “paradiso svedese” i venditori li hanno selezionati sottoponendoli prima alla macchina della verità per esser certi che fossero più onesti di quelli della concorrenza ? E non rispondermi che in Ikea non ci sono venditori, perché non è vero e lo sai benissimo ! Vedi, come Ti dicevo nel mio primo commento di risposta a Tue affermazioni, mi pare che quantomeno su di Te il lavaggio del cervello operato dagli “uomini del grande nord” e dai loro sicofanti italiani abbia già creato danni irreversibili, portandoTi a dare per certa e scontata la “diversita” di questi signori rispetto agli “altri”. Il che è proprio quello che loro vogliono far credere a tutti ed a cui mira sempre in modo velato la loro comunicazione ! Te lo dice uno che ci ha lavorato a lungo. E non è un neoassunto che non ha ancora superato la sbornia con cui gli hanno riempito in modo martellante la testa di bellissimi principi che non hanno alcuna volontà di mettere in atto nemmeno lontanamente. Rimango a Tua eventuale disposizione per indicarTi tutti i link su internet che Ti possano permettere di aprire gli occhi, ove volessi passare ad un approccio meno fideistico e più correttamente critico. Saluti

  55. lanfur ha detto:

    Mahurin: il tuo intervento vuol essere una difesa acritica degli altri venditori di mobili?

  56. Angioletto ha detto:

    @Mahurin
    Mi permetto di fare un paragone per il semplice fatto che ho fatto la venditrice in un grande mobilificio della zona di udine e ti posso garantire che lì sicuramente la politica era vendi vendi vendi chiunque entrava doveva uscire con un contratto in mano e se non chiudevi una vendita venivi ripreso dal direttore. Questo è il venditore a cui faccio riferimento io ed è quello da qui bisogna stare attenti, visto che hai lavorato in Ikea, saprai benissimo che il venditore ikea non ha questo ruolo.
    Mi dispiace che tu non ti sia trovato bene all’interno di Ikea, io dopo diversi mesi posso dire di aver trovato un’azienda che è seria per quello che riguarda i pagamenti, e in tante piccole cose che fanno piacere ai dipendenti.
    Forse tu hai sempre fatto lavori fantastici ma ti assicuro che il mondo del lavoro è spesso molto peggio.
    P.S. mi sa che il giorno in cui hanno fatto il lavaggio del cervello ero in ferie.
    P.P.S pubblica pure i link

  57. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Marisa
    Il confronto l’ho fatto con la SME. Prezzi quasi tripli rispetto a Ikea.

    Fra l’altro, tutti i mobili da me descritti – ad esclusione dell’armadio e ovviamente del divano letto – sono in legno massiccio.

    L’armadio è in laminato, ma faccio notare che ha una garanzia di dieci anni.

    Ad ogni modo io ho comprato sia da Ikea che da Bornello, uno dei mobilifici più “in” della provincia di Treviso. Noto ovviamente la differenza, ma il rapporto fra i prezzi è almeno 1 a 10. Ed un divano firmato di Bornello mi si è sfasciato dopo un paio d’anni.

    Luigi (veneziano)

  58. Amahurin ha detto:

    @ Angioletto

    Scusami il cambio di nickname, ma con il vecchio non riesco più a postare alcunchè ! Spero si tratti di un incasinamento del server e non di altro !?

    Posso comprendere che vieni da una esperienza “pesante” in termini di pressione commerciale e, di conseguenza, questa “Ikea degli inizi a Villesse” possa apparirTi un paradiso rispetto a quanto hai vissuto in precedenza. Tieni però presente che, in questo periodo di start-up come è sempre avvenuto in tutti gli altri negozi, i signori Ikeani che governano la baracca, ricevendone laute prebende, non hanno alcun interesse a mostrare il loro vero volto. Nel tempo, come è successo ovunque, inizierà il processo interno di “selezione della razza” con la focalizzazione su tutti coloro che mostrano di non allinearsi al pensiero dominante e di non salmodiare il “verbo” con sufficiente coinvolgimento, poi la loro mobbizzazione, in svariate forme, ed infine l’ espulsione attraverso le dimissioni volontarie provocate o, nei casi limite, il licenziamento, giustificato da motivazioni assolutamente risibili e discrezionali. Non sarà un caso che Ikea continua ad avere ed a perdere una serie di cause di lavoro. Vedrai fra qualche mese e poi mi farai sapere ! Ecco, comunque, tutti i link che Ti avevo promesso :

    Sulla correttezza di Ikea verso i suoi collaboratori (che mi dispiace per Te, ma va ben oltre che pagare in tempo gli stipendi, cosa dovuta e normale se chi subisse ritardi su ciò lo denunciasse immediatamente al magistrato, o dal regalare paternalisticamente un frutto al dipendente in pausa) :

    http://movisat.blogspot.com/2009/01/ikea-sfruttamento-del-lavoro.html

    http://www.cub.it/article/?c=&id=4934

    http://www.barilive.it/news/news.aspx?idnews=8355

    http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200903articoli/9854girata.asp

    Sulla presunta “solidarietà sociale” di Ikea e del suo padre-padrone Kamprad :

    http://www.monde-diplomatique.it/ricerca/ric_view_lemonde.php3?page=/LeMonde-archivio/Dicembre-2006/0612lm20.01.html&word=Ikea

    http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=1887&fromRivDet=97

    http://www.impreseallasbarra.org/index.php/Ikea-Sicurezza_e_diritti_dei_lavoratori

    Sulla tanto autopromozionata a scopo di marketing “sensibilità ambientale” dei mitici svedesi :

    http://www.linkontro.info/index.php?option=com_content&view=article&id=1763:francia-a-fos-sur-mer-ikea-e-accusata-di-distruggere-specie-protette&catid=59:stampa-estera

    http://www.salvaleforeste.it/nimi-amazzonia.html

    http://www.salvaleforeste.it/wwf-lindustria-forestale-del-21-secolo.html

    Infine Ti consiglio di leggere il bel libro di Olivier Bailly, Denis Lambert e Jean-Marc Caudron, edito nella collana Anteprima della casa editrice Lindau di Torino “Cosa nasconde il mito della casa che piace a tutti ?” Saluti

    P.S.: Guarda che da Ikea mi sono dimesso io ! Non sopportavo più tanta ipocrisia . E i lavori che ho fatto e faccio non sono poi così meravigliosi come hai insinuato !

  59. Ray ha detto:

    Ogni volta che apre un nuovo centro commerciale siamo tutti pronti a sputarci sopra…
    Ma non capisco che differenza ci sia tra l’andare in Ikea e comrare una fotocamera su internet. Se il problema è la scomparsa dei piccoli negozi specializzati (e, di conseguenza, dei posti di lavoro), forse l’acquisto su internet non è un esempio molto calzante (mi riferisco al commento 15)

    Sono leggi di mercato: io lavoro in un magazzino di abbigliamento, con una zona di reparto casa. I miei titolari sono preoccupati per l’andamento delle vendite di suddetto reparto, e fanno bene! I copripiuminio ikea sono ottimi, hanno un vastissimo assortimento di colori, e costano la metà di quelli che vendiamo noi…le nostre trapunte hanno un’etichetta con scritto “prodotto importato” (da dove non si sà) e nient’altro.
    Se posso spendere meno, è logico che vado da ikea.

    Per quanto riguarda il lavaggio del cervello: credo che se una persona sia felice sul posto di lavoro, per qualunque motivo lo sia, ci abbia comunque guadagnato moltissimo!
    Io lavoro male, sono sempre incazzata, non posso parlare con le mie colleghe durante l’orario di lavoro altrimenti il capo si incazza. Andando da ikea vedo commessi sorridenti, che si fanno quattro risate fra loro, e questo mi trasmette un po’ di gioia.

    Ora vado a montare la superlampada gigante che ho comprato oggi.
    Besitos

  60. effebi ha detto:

    ma nella vita l’OMO fa anche altre robe oltre che andar a comprar del IKEA !?
    me parè tuti mati… 🙂

  61. Mahurin ha detto:

    @ Angioletto

    Posso comprendere che vieni da una esperienza “pesante” in termini di pressione commerciale e, di conseguenza, questa “Ikea degli inizi a Villesse” possa apparirTi un paradiso rispetto a quanto hai vissuto in precedenza. Tieni però presente che, in questo periodo di start-up come è sempre avvenuto in tutti gli altri negozi, i signori Ikeani che governano la baracca, ricevendone laute prebende, non hanno alcun interesse a mostrare il loro vero volto. Nel tempo, come è successo ovunque, inizierà il processo interno di “selezione della razza” con la focalizzazione su tutti coloro che mostrano di non allinearsi al pensiero dominante e di non salmodiare il “verbo” con sufficiente coinvolgimento, poi la loro mobbizzazione, in svariate forme, ed infine l’ espulsione attraverso le dimissioni volontarie provocate o, nei casi limite, il licenziamento, giustificato da motivazioni assolutamente risibili e discrezionali. Non sarà un caso che Ikea continua ad avere ed a perdere una serie di cause di lavoro. Vedrai fra qualche mese e poi mi farai sapere ! Ecco, comunque, tutti i link che Ti avevo promesso :

    Sulla correttezza di Ikea verso i suoi collaboratori (che mi dispiace per Te, ma va ben oltre che pagare in tempo gli stipendi, cosa dovuta e normale se chi subisse ritardi su ciò lo denunciasse immediatamente al magistrato, o dal regalare paternalisticamente un frutto al dipendente in pausa) :

    http://movisat.blogspot.com/2009/01/ikea-sfruttamento-del-lavoro.html

    http://www.cub.it/article/?c=&id=4934

    http://www.barilive.it/news/news.aspx?idnews=8355

    http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200903articoli/9854girata.asp

    Sulla presunta “solidarietà sociale” di Ikea e del suo padre-padrone Kamprad :

    http://www.monde-diplomatique.it/ricerca/ric_view_lemonde.php3?page=/LeMonde-archivio/Dicembre-2006/0612lm20.01.html&word=Ikea

    http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=1887&fromRivDet=97

    http://www.impreseallasbarra.org/index.php/Ikea-Sicurezza_e_diritti_dei_lavoratori

    Sulla tanto autopromozionata a scopo di marketing “sensibilità ambientale” dei mitici svedesi :

    http://www.linkontro.info/index.php?option=com_content&view=article&id=1763:francia-a-fos-sur-mer-ikea-e-accusata-di-distruggere-specie-protette&catid=59:stampa-estera

    http://www.salvaleforeste.it/nimi-amazzonia.html

    http://www.salvaleforeste.it/wwf-lindustria-forestale-del-21-secolo.html

    Infine Ti consiglio di leggere il bel libro di Olivier Bailly, Denis Lambert e Jean-Marc Caudron, edito nella collana Anteprima della casa editrice Lindau di Torino “IKEA. Cosa nasconde il mito della casa che piace a tutti ?” Saluti

    P.S.: Guarda che da Ikea mi sono dimesso io ! Non sopportavo più tanta ipocrisia veramente senza alcun limite di ritegno. E i lavori che ho fatto e faccio non sono per niente meravigliosi come hai insinuato. Vedi cara la libertà di spirito, l’ onestà intellettuale e la coerenza in questo mondo di m…. le paghi. Eccome se le paghi !

  62. mahurin ha detto:

    @ Angioletto

    Posso comprendere che vieni da una esperienza “pesante” in termini di
    pressione commerciale e, di conseguenza, questa “Ikea degli inizi a Villesse”
    possa
    apparirTi un paradiso rispetto a quanto hai vissuto in precedenza. Tieni però
    presente che, in questo periodo di start-up come è sempre avvenuto in tutti gli
    altri negozi, i signori Ikeani che governano la baracca, ricevendone laute
    prebende, non hanno alcun interesse a mostrare il loro vero volto. Nel tempo,
    come è successo ovunque, inizierà il processo interno di “selezione della
    razza” con la focalizzazione su tutti coloro che mostrano di non allinearsi al
    pensiero dominante e di non salmodiare il “verbo” con sufficiente
    coinvolgimento, poi la loro mobbizzazione, in svariate forme, ed infine l’
    espulsione attraverso le dimissioni volontarie provocate o, nei casi limite, il
    licenziamento, giustificato da motivazioni assolutamente risibili e
    discrezionali. Non sarà un caso che Ikea continua ad avere ed a perdere una
    serie di cause di lavoro. Vedrai fra qualche mese e poi mi farai sapere ! Ecco,
    comunque, tutti i link che Ti avevo promesso :

    Sulla correttezza di Ikea verso i suoi collaboratori (che mi dispiace per Te,
    ma va ben oltre che pagare in tempo gli stipendi, cosa dovuta e normale se chi
    subisse ritardi su ciò lo denunciasse immediatamente al magistrato, o dal
    regalare paternalisticamente un frutto al dipendente in pausa) :

    http://movisat.blogspot.com/2009/01/ikea-sfruttamento-del-lavoro.html

    http://www.cub.it/article/?c=&id=4934

    http://www.barilive.it/news/news.aspx?idnews=8355

    http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200903articoli/9854girata.
    asp

    Sulla presunta “solidarietà sociale” di Ikea e del suo padre-padrone Kamprad
    :

    http://www.monde-diplomatique.it/ricerca/ric_view_lemonde.php3?page=/LeMonde-
    archivio/Dicembre-2006/0612lm20.01.html&word=Ikea

    http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?
    intId=1887&fromRivDet=97

    http://www.impreseallasbarra.org/index.php/Ikea-
    Sicurezza_e_diritti_dei_lavoratori

    Sulla tanto autopromozionata a scopo di marketing “sensibilità ambientale”
    dei mitici
    svedesi :

    http://www.linkontro.info/index.php?option=com_content&view=article&id=1763:
    francia-a-fos-su
    r-mer-ikea-e-accusata-di-distruggere-specie-protette&catid=59:stampa-estera

    http://www.salvaleforeste.it/nimi-amazzonia.html

    http://www.salvaleforeste.it/wwf-lindustria-forestale-del-21-secolo.html

    Infine Ti consiglio di leggere il bel libro di Olivier Bailly, Denis Lambert
    e Jean-Marc
    Caudron, edito nella collana Anteprima della casa editrice Lindau di Torino
    “IKEA. Cosa
    nasconde il mito della casa che piace a tutti ?” Saluti

    P.S.: Guarda che da Ikea me ne sono andato volontariamente! Non sopportavo
    più tanta
    ipocrisia veramente senza alcun limite di ritegno. E i lavori che ho fatto e
    faccio non sono per niente meravigliosi come hai insinuato. Vedi cara la
    libertà di spirito, l’ onestà intellettuale e la coerenza in questo mondo di
    m…. le paghi. Eccome se le paghi !

  63. deluso ha detto:

    @ mahurin
    concordo pienamente !
    Con il tempo il mito ” Ikea ” per più di qualcuno passerà passerà passerà …
    Creiamo nuove aree commerciali , cementifichiamo il territorio, deturpiamo la natura così “mangeremo” solo prodotti Ikea o altri imposti da questo sistema perverso fatto anche di finanziamenti ad hoc.
    Nel frattempo le città si svuotano di negozi e nella desolazione sempre più diffusa i proprietari, attendendo tempi migliori, pongono le loro (magre) speranze di vendere i locali o di affittarli per tirare avanti.
    A debiti calcoli sono di più le persone che hanno perso il lavoro di quelle che sono state assunte (magari sotto-pagate) da questi Centri Commerciali.
    Dove sono finiti tutti quei discorsi sui Km0, sulla economia locale e la gestione del territorio nella sua naturale collocazione ?
    Che facciamo vogliamo ancora costruire delle nuove “ambasciate commerciali” nel nostro territorio ?
    L’ interesse di pochi a discapito di molti !!!
    P.S. ragionate con il Vs. di cervello e sopratutto con il Vs. cuore.

  64. Mahurin ha detto:

    @ Ray
    (e indirettamente anche per @ Angioletto)

    Quando mi permetto di usare la definizione di “lavaggio del cervello” per definire le dinamiche di comunicazione e le conseguenti pratiche relazionali che Ikea utilizza ed instaura sempre con tutti i suoi “coworkers” (come li chiamano loro) dovresti comprendere che non avrei motivo di non essere contento se esse portassero come conseguenza la reale felicità delle persone che vi lavorano. Direi però che ciò cui hai assistito e che citi non ha alcuna rilevanza significativa perchè :

    1) Perchè ci si renda conto che stai subendo un “lavaggio del cervello” devi possedere l’ intelligenza critica che ti metta in grado di identificare quanto avviene come una violenza alla Tua personalità ed una offesa alla Tua dignità di persona. E, sebbene mi spiaccia dirlo, non tutti siamo in grado di apprezzare ciò.

    2) Avresti potuto benissimo vedere un gruppo di quegli “ikeani” di cui parlavo prima, cioè ferventi assertori del credo dell’ impero del mobiliere nazista che hanno barattato il loro orgoglio e la loro libertà intellettuale con la sicurezza del posto e, assai spesso, con posizioni e stipendi ai quali mai potrebbero aspirare, se non in una azienda basata sulla adesione a valori fideistici e assolutamente priva di meritocrazia interna come l’ Ikea.

    3) Potrebbero essere un gruppo di promoters, sempre appartenenti alla categoria citata, che, come fa sempre, Ikea trasferisce nei nuovi negozi per “educare” i neofiti e dare ai clienti quell’ immagine di positività che rappresenta uno dei pilastri della market strategy di Ikea.

    Lungi però, con queste mie ipotesi, dal voler aprire nuove e sterili polemiche, ritengo che la più veritiera testimonianza di quale sia la reale “felicità” che il sistema Ikea vada ad ingenerare nei suoi collaboratori sia data da questo scambio di opinioni ( e ve ne sono altri se avrai la bontà di ricercarli) che ho trovato su Yahoo Answers e di cui ti indico il link qui sotto (a cui dovrai premettere Http// perchè sennò il server di Bora.La lo vede come spam non pubblicando il commento che leggi). Saluti

    it.answers.yahoo.com/question/index;_ylt=ArPTqcKpF2QJ0GYiNlPF_GDwDQx.;_ylv=3?qid=20090310150324AAcqlRu&show=7#profile-info-SGQlVgNjaa

    P.S. Mi scuso con tutti Voi partecipanti al blog per il mio commento duplicato più volte appunto per il problema che ho indicato e che sono stati gentilmente “sbloccati” dal Dott. Milic Direttore di Bora.La che ringrazio per la pazienza.

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