16 Ottobre 2009

Da “tutti gli impiegati statali, parastatali e affini”. I lavoratori pubblici dicono la loro sulla devoluzione regionale

FVG. Riceviamo e pubblichiamo spezzoni del volantino a commento “delle ultime dichiarazioni sulle presunte volontà di devoluzione della regione F.V.G. agli Enti Locali del Raggruppamento Sindacato Autonomo Cisal FVG”.

Continuiamo ad apprendere dalla stampa la volontà dell’Amministrazione regionale di trasferire Uffici agli enti locali assieme ad un continuo stillicidio nei confronti del dipendente pubblico.

Mentre nei convegni si discute dell’opportunità di devolvere questo o quell’Ufficio, tutto il personale del Comparto Unico attende ancora una prima proposta di riforma organica del sistema delle autonomie locali corredata da un testo di legge regionale nonché dal rinnovo del contratto tuttora bloccato.

Riteniamo strumentale accondiscendere alle richieste di qualche amministratore locale, facendo pagare il conto della politica ai lavoratori.
(…)

Ci domandiamo se, dopo aver sbandierato la sussidiarietà e la necessità di avvicinare le funzioni ai cittadini quale soluzione ai problemi della Pubblica amministrazione, la Regione abbia effettuato una valutazione sulla qualità dell’organizzazione e dei servizi erogati dopo il trasferimento di tali funzioni e Uffici (custom satisfaction).

Se così non fosse, è giunto il momento di effettuarla.

Sono state già devolute alle Province le funzioni dei centri per l’impiego e della motorizzazione civile, altre, sebbene non di primaria importanza, ai Comuni.

Sulla base delle informazioni in nostro possesso, la devoluzione così come attuata finora, senza una chiara visione d’insieme delle reali necessità dei servizi e dei cittadini, con scarsi investimenti sia in conoscenza-formazione che economici, non ha prodotto i benefici attesi in termini di qualità, e l’organizzazione degli Uffici ne ha pesantemente risentito.

Non si pensi che tutti i problemi sorgano dal basso e che la colpa stia tutta in capo agli operatori con la logica di far ricadere sui lavoratori le responsabilità dei ritardi e dell’inefficienze invece in capo alla Pubblica Amministrazione.
Perché non c’è iniziativa, in campo economico, nella quale la Regione non manchi di evidenziare la necessità di sostenere la crescita delle imprese regionali, per raggiungere un dimensionamento sufficiente per competere sui mercati internazionali.
E’ perlomeno singolare che per sostenerle, intenda mettere al loro servizio un’organizzazione pubblica non correttamente adeguata, sottodimensionata e frazionata, figlia della logica del campanile dalla quale non riusciamo evidentemente ad affrancarci.

Anziché frazionare le competenze e disperdere le professionalità, operazione che nessun avveduto imprenditore realizzerebbe nella propria azienda, si avvii un confronto sulla riduzione dei livelli amministrativi.

Non siamo disponibili ad accettare la logica del far ricadere sui lavoratori tutte le responsabilità di ritardi e inefficienze in capo alla Pubblica Amministrazione; questo non è accettabile ne’ dai lavoratori ne’ da chi dovrebbe essere il beneficiario finale – il cittadino utente – e porterà un prodotto contrario al buon andamento di una sana e corretta Amministrazione Pubblica.

Trieste, 15 ottobre 2009

Associazione lavoratori pubblico impiego e servizi Friuli Venezia
Giulia – Alpis F.V.G.
Asociazion lavoradors public implei e servizis Friûl Vignesie Julie –
Alpis F.V.J.
Zdruzenje usluzbencev v javnem sektorju in terciariju Furlanije
Julijske krajine – Zujst F.J.K.

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8 commenti a Da “tutti gli impiegati statali, parastatali e affini”. I lavoratori pubblici dicono la loro sulla devoluzione regionale

  1. Marisa ha detto:

    Scusate….ma questo è solamente un volantino CONTRO il trasferimento di uffici regionali da Trieste in altre località della Regione!
    L’oggetto del volantino è chiaramente indicato nelle prime quattro righe. Tutto il resto è solo un corollario. Il comparto unico è stato creato proprio per rendere possibile il trasferimento di uffici e funzioni alle provincie e ai comuni. Ad oggi, nonostante il comparto unico regionale costi a noi cittadini qualcosa come CENTO milioni di euro all’anno, non un dipendente regionale è stato trasferito da Trieste ai Comuni e Provincie.

    Che ci sia resistenza da parte del personale regionale triestino a spostarsi fuori Trieste, è comprensibile, ma non è più accettabile che tutto sia centralizzato a Trieste. Gli uffici pubblici e i relativi servizi, vanno collocati in maniera da servire in maniera efficace l’utenza (regionale!). E se il servizio può essere svolto in maniera più efficace dai Comuni o dalle Provincie, deve essere loro delegato. O, in alternativa, si deve spostare altrove la sede regionale di questo servizio.

  2. val ha detto:

    per un futuro migliore di tutti (secondo me) chiudere le Province e alcuni Comuni …

  3. jacum ha detto:

    per un futuro migliore eliminare il F.V.G. che no ga razon de exister!!

    el friul che vadi de solo
    che pordenon decidi co un referendum popolare dove e vol ndar: in friul o veneto
    che gorizia decidi dove la vol ndar: con trieste o col friul.

    la regione amministrativa Friuli – Venezia Giulia devi esser rimodernada in vere regioni autoctone. basta cos sti caxini!

  4. Marisa ha detto:

    @ JACUM

    Il Friuli non è la sola Provincia di Udine! Anche se è questo il messaggio che troppo spesso soprattutto RAI 3 TS, fa passare…

    Certamente esiste un problema di rapporti Friuli-Trieste che va risolto tenendo conto di entrambe le due realtà. O si risolve in mniera positiva per entrambe le due parti….o la Regione prima o poi si disfa (con o senza trattino).

  5. arlon ha detto:

    La soluzione più fattibile mi continua a sembrare la città metropolitana, vedere: https://bora.la/2009/03/28/fortuna-drossi-il-laico-una-legge-popolare-per-creare-larea-autonoma-di-trieste/

  6. Marisa ha detto:

    @ ARLON

    Va benissimo questa soluzione, a patto però che anche al Friuli sia riconosciuto pari diritto di amministrarsi. Non vorrei che a Trieste si pensasse di ottenere l’autonomia amministrativa per sè, negandola però al Friuli…..

  7. arlon ha detto:

    In quel caso la regione diventerebbe evidentemente – come tu auspichi – un ente da distribuire sul territorio con molti meno patemi.

  8. Marisa ha detto:

    @Arlon

    ….avremmo, finalmente, una Regione che riconosce che è composta da due realtà molto diverse che possono tentare di convivere solo nel rispetto reciproco delle differenze, senza inventarsi una “unitarietà” che nei fatti non esiste…

    Credo che una Regione così, converrebbe sia ai friulani che ai triestini….

    Per i “particolari” ci si può mettere d’accordo…

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