16 Ottobre 2009

729 “no” al rigassificatore: la protesta su 3 gruppi facebook

no rigassificatoreTrieste Sono 729 gli utenti del “faccialibro” (facebook, il noto sito di communities virtuali) che hanno aderito ai 3 gruppi contrari al rigassificatore di Zaule. Viene anche dalla rete, quindi, la risposta della società civile ai disegni politico-economici sul golfo di Trieste.

Il più cliccato dei 3 gruppi è “NO AL RIGASSIFICATORE NEL GOLFO DI TRIESTE“, composto da 409 membri (italiani, sloveni e della minoranza slovena in Italia).

Il secondo in ordine di preferenze è “rigassificatore a Trieste: il politico deve costruirselo a casa sua” . Qui gli utenti che hanno aderito sono 319. Chiara la posizione degli attivisti nella descrizione del gruppo:

Non vogliamo un rigassificatore a Trieste. la NOSTRA città è già troppo inquinata. Uniamoci per dire no a questa ennesima provocazione politica della quale Trieste non ha bisogno.

Last and least quanto ad adesioni il “gruppo”: NO AL RIGASSIFICATORE A TRIESTE. Per ora un solo utente partecipante, Maura Forni che dichiara:

gli effetti devastanti, in caso di incidente sono descritti nel sito di alpe adria green

Cresce dunque la preoccupazione della società civile per la convergenza degli interessi politici ed economici nella costruzione del rigassificatore. Georgina Ortiz, riferendosi ai tempi della realizzazione dell’opera, prevede un’anticipazione. Questo il suo messaggio sul wall virtuale:

“Mi dicono che non è così e che il VIA favorevole al metanodotto sarebbe imminente, fine 2009 e non 2010 come scrive il quotidiano (il Piccolo, ndr)”

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46 commenti a 729 “no” al rigassificatore: la protesta su 3 gruppi facebook

  1. effebi ha detto:

    cosa c’entra l’inquinamento ? boh …
    comunque NO AL RIGASSIFICATOR (a Zaule, ovio, se i lo vol far in mezo al golfo, che i fazi pur, magari difronte a punta sdobba che cussì el gasdotto saria anche assai più curto)

  2. Marisa ha detto:

    Tutta la solidarietà del Friuli in questa giusta battaglia della parte più sana di Trieste.

  3. effebi ha detto:

    primo gruppo
    “NO AL RIGASSIFICATORE NEL GOLFO DI TRIESTE“
    qua me spuzza, quel generico “nel golfo di trieste” me meti qualche sospetto… (cossa ghe saria de mal a farlo in mezo al golfo come iera peraltro previsto nella seconda ipotesi ? mah ! me spuza che tiri verso el NO de Lubiana, che gavemo apurado che no xe un NO ecologico)

    secondo gruppo:
    “rigassificatore a Trieste: il politico deve costruirselo a casa sua”
    xe quasi de no comentar, impostar la facenda come una guera contro “el politico” me par populista, qualunquista… “inutilista” (l’effetto grillo crea queste brute copie)

    terzo gruppo:
    NO AL RIGASSIFICATORE A TRIESTE
    idem come el primo, almeno quel ga scrito “golfo” qua pareria che l’intenzion saria quela de farlo in centro…

    commento
    no ghe semo, no ghe semo proprio…
    domanda : i rigassificatori xe pericolosi ? si, solo se… se posti vicin abitati, se posti in fondali bassi, se posti in vicinanza de altri impianti a rischio – quindi xe la localizzazion de Zaule che xe pessima, ma nisun dei tre grupi lo specifica

    tuti e tre grupi no vol el rigassificator, in generale, e cussì tuti e tre grupi porta a acqua a chi che inveze lo vol far “vedè ? no i vol questo, no i vol quel, no i vol quelaltro… i xe mati….”

    mi spero che tuti (e in particolare el primo, più “organizado”) i sia in bona fede….

  4. enrico maria milic ha detto:

    effebi

    attention please

    il ‘no’ di lubiana è apparentemente contro l’impatto ambientale del rigassificatore.

    se oltre a questo, il governo sloveno abbia anche altri interessi sul tema, è un dato in più che non esclude il primo.

    io sono iscritto a tutti e tre i gruppi!
    : )

  5. effebi ha detto:

    e te ga fato mal, opur, comunque te tocherà iscriverte al quarto … che verzerò mi 🙂

    te me spieghi ti, se te ga capido -mi no- quala che xe la preocupazion ecologica de lubiana, quai saria i rischi del rigassificator italian, posizionado in qualsiasi posto del golfo, per la sacra terra e el sacro popolo sloveno ?

  6. enrico maria milic ha detto:

    basta legger qualche articolo de bora.la in tema

    le preoccupazione xè le stesse che dovessi aver i cittadini italiani. cioè el fatto che el rigassificator devasta l’ambiente marino, visto che el modifica la temperatura del acqua nel golfo de diversi gradi.

    i rilievi del governo de lubiana i ricalca, per come go capì, la condanna da parte dell’associazion ambientalista alpe adria green action.

    più dettagli, qua:
    http://trieste.bora.la/2009/09/03/le-incongruenze-del-rigassificatore-oligarchia-unica-via/

  7. effebi ha detto:

    apunto, anche el testo sacro disi:

    “…La pericolosità dell’impianto è la ragione per cui il rigassificatore di Rovigo è stato costruito a 15 chilometri dalla costa. Tale distanza non sarebbe rispettata nel caso dell’impianto progettato all’interno della Baia di Muggia”

    all’interno della baia de muggia, cossa ghe ciava a lubiana se lo femo in mezo al golfo ?

    e prechè sti grupi inveze de focalizarse e de puntualizar el vero problema (la baia de muja, zaule) ciapa el problema alla larga ? no me par serio, anzi me par sospetto…

  8. bulow ha detto:

    effebi

    ma il golfo di trieste ha un diametro di 20 km (distanza tra grado e pirano), quindi in qualunque posto lo si metta il rigassificatore distera’ al massimo 10 km dalla costa. inoltre a rovigo il mare e’ aperto, mentre qui siamo in un cul de sac.

    una proposta: facciamo il rigassificatore a villa certosa.

  9. Marisa ha detto:

    ….e cosa dite della condotta “marina” (sotto acqua) che dovrebbe (così almeno si è letto sulla stampa) trasportare il gas fino a Grado e da lì allacciarsi al condotta via terra già esistente? Bello vero? E i fondali davanti a Grado quanto pescano? E il turismo di Grado e di tutta la laguna ?

    Mandiamo a casa la Giunta Tondo!

  10. Diego ha detto:

    tutto el golfo de trieste pesca pochissimo, profondità max 25 metri. xe poco.

  11. Italo ha detto:

    Ma quella zona di Zaule è strategica perchè servirà per rifornire di gas tutta l’Europa centro-orientale. Saranno soldoni per Trieste e per lo stato. Ancora non avete compreso? Sennò si poteva fare anche a largo di Ancona, ma non avrebbe strategicità.

  12. Italo ha detto:

    Anche Siracusa protesta per il rigassificatore. E’ una manìa degli anti-progressisti a questo punto.

    http://parcodeinebrodi.blogspot.com/2009/10/comitato-in-difesa-del-referendum-sul.html

  13. effebi ha detto:

    e che centra la giunta tondo ? tutto nasce da prodi-illy

    “Illy plaude al Primo Ministro Prodi per la liberalizzazione dei rigassificatori e ritiene che almeno uno sia già destinato a Trieste”

  14. effebi ha detto:

    Italo, è tanto strategico Zaule che poi da lì il gas si dovrà portare in condotta -marina- fino a grado… dei, informemose prima…

  15. effebi ha detto:

    “rigassificatori:
    Legambiente FVG assegna all’assessore ai trasporti Sonego PD la bandiera nera …”

    chissà la serracchiani che pensa del rigassificatore ?

    …. che bel silenzio….

  16. Italo ha detto:

    @effebi

    qui cade l’asino. Non vogliono disturbare gli albergatori del litorale italiano fino a Bibione. Là è concentrato tutto il turismo marino del Friuli Venezia Giulia.Di quelli sloveni non frega nulla e francamente già oggi intorno a Capodistria è tutta una schifezza. Chi ricorda la scoperta della discarica abusiva? Quella non da costruire,ma attiva già da anni e anni.

  17. effebi ha detto:

    politichese (del nuovo che avanza):

    ASCA) – Trieste, 21 ago – ”Per quanto riguarda il rigassificatore a Trieste credo che oramai sia una strada gia’ percorsa in buona parte”. Cosi’ a Trieste l’europarlamentare Debora Serracchiani della Commissione trasporti e turismo del Parlamento europeo. ”Le fonti energetiche che ci rendono in qualche modo autonomi del resto – ha sottolineato – sono assolutamente necessarie. Anzi aggiungo che dovremmo cercare la possibilita’ di renderci autonomi davvero anche per quanto riguarda l’energia e quindi certe scelte che sono state portate avanti anche dal governo centrale credo che vadano analizzate con maggiore attenzione, perche’ forse ci si mette nelle mani di un solo soggetto e penso ad esempio alla Russia, mentre i credo che l’Italia debba essere un paese maggiormente libero”.

  18. enrico maria milic ha detto:

    @effebi

    la credibilità della serracchiani la xè in caduta libera

    @italo

    il rigassificatore “saranno soldoni per trieste”. questa mi pare interessante. me la spieghi?

  19. Italo ha detto:

    Credo che ci siano Royalties in ballo di notevole entità per le regioni.
    Bisogna approfondire può darsi che sbaglio.

  20. bulow ha detto:

    enrico

    te la spiego io: in caso di incidente, arriverebbero a ts un sacco di soldi per la ricostruzione. figata! se s’ciopa tuto, i me regala la caxeta in carso

  21. effebi ha detto:

    beh sariaa risolto el problema dela feriera 🙂

  22. effebi ha detto:

    @enrico maria, la serracchiani in caduta libera ? ma come ? quela che ghe la ga fata veder al cavaliere !!!
    (cossa gaveè capido… disevo nel risultato alle europee…. 🙂 )

  23. Italo ha detto:

    @Enrico
    sennò come ghe se spiega ghe duti i politici son daccordo? Perchè chi xè ghe governa la gaverà i sghei dal rigasificador

  24. enrico maria milic ha detto:

    @ italo

    per come capisco io l’argomento, i benefici dal rigassificatore prospettati dai politici per il fvg sono:
    – un 10% di costi di bolletta energetica (questo dovrebbe essere interessante per le grandi aziende friulane)
    – più indipendenza energetica, non solo per l’italia ma anche per il fvg (illy sottolineava questo, in ottica autonomista)
    – qualche 50 posti di lavoro per il rigassificatore

    personalmente, penso che dovremmo puntare su altri sviluppi e, soprattutto, preferisco non vedere la flora e la fauna del golfo devastata che qualsiasi ‘micro’ vantaggio economico.

    come ha detto bassi dell’idv, forse i politici hanno “qualche interesse sotto”:

    http://trieste.bora.la/2009/09/09/rigassificatore-bassi-idv-%E2%80%9Cnon-ho-elementi-che-provino-una-collusione-reale-pero-a-pensar-male-non-credo-che-si-sbagli-%E2%80%9Ditalia-dei/

  25. Italo ha detto:

    http://www.renewablesb2b.com/ahk_italy/it/portal/index/news/show/c164039f544db299

    In questo articolo che ho trovato leggo che il rigassificatore di Porto Empedocle porterà 2 milioni di euro di royalties per il comune e 2,5 milioni per la regione, ma non specifica se annuali,mansili,una tantum…..bisogna approfondire.

  26. Italo ha detto:

    Cerca di fare questa domanda al sindaco o a Tondo. Io credo che senza soldi non ci sarebbe questo accanimento “terapeutico” con il rischio di perdere anche dei voti. Al limite farebbero la scena dell’io vorrei oppormi,ma non posso.Se non la fanno è perchè sennò verrebbero sbugiardati.

  27. effebi ha detto:

    nessuno perderà voti, visto che entrambi gli schieramenti sostengono il rigass.

    e questo già potrebbe bastare per farci meditare sul senso di destra e sinistra, sulle differenze o ungualianze e su quanto sarebbe utile e urgente superare questi schieramenti (destra e sinistra)

    ma dove sono gli uomini di pensiero (giusto o sbagliato) che l’Italia ha sempre avuto
    orca mare ! sti americani ne ga insempià la testa !

  28. Marisa ha detto:

    “mandiamo a casa la Giunta Tondo”

    E’ vero che l’idea del rigassificatore a Trieste è venuta a Illy, ma oggi governa Tondo che ugualmente vuole il ragassificatore.
    Per cui è con Tondo che oggi si deve giocare la partita. Del resto Tondo, sul piano della tutela dell’ambiente e delle infrastrutture, forse è ancora peggio di Illy. La sola differenza è nel metodo: Tondo usa la tecnica di “tacere” e “non risponde mai”; Illy aveva Sonego…..che gli ha fatto perdere le elezioni! Ma a parte la differenza di metodo, ripeto, non c’è alcuna differenza tra Illy e Tondo. Chiedere ai vari Comitati friulani anti-TAV, anti-elettrodotto….

  29. Mauro Franza ha detto:

    2 milioni de royalties, cavolo, se annuali in 200 anni i rivassi a pagar el puf dell’ACEGAS.

    Me per un poco poco per el riscio che se cori….

  30. Italo ha detto:

    @Franza

    Ascolta. I rischi nella vita ne corri molti di più che quelli del rigassificatore.
    Per esempio se stasera decidi di andare in disco e prendi la macchina non corri seri rischi?
    In Italia 6000 morti all’anno sulle strade 200000 feriti e 20000 invalidi permanenti.
    Su via non fate i bambini che quando si imputano non c’è verso di ragionarci.

  31. arlon ha detto:

    No me par che l’ategiamento sia proprio quel, eh 🙂

  32. enrico maria milic ha detto:

    io sono contrario al rigassificatore perchè vorrei andare a barcola, a grignano o ai filtri vedendo ancora dei pesci in mare. non so se ti è chiaro il concetto, ma col rigassificatore quei pesci non ci saranno più. morti. estinti dal golfo.

  33. bulow ha detto:

    enrico

    evidentemente sono anche questi dei capricci da radical chic 🙁

  34. bulow ha detto:

    evviva il mondo di merda dove fa tutto schifo e la gente si odia. e chi non e’ d’ accordo e’ un radical chic o un bambino capriccioso.

  35. Italo ha detto:

    Non per fare polemica, ma tu mangeresti i pesci pescati intorno al porto di TS o di Capodistria attualmente?

  36. effebi ha detto:

    beh, l’omo dovessi aver per istinto quel de migliorar e no de autodistruggerse.

  37. Marisa ha detto:

    ECCO QUELLO CHE VI ASPETTA….

    Settimanale LA VITA CATTOLICA – sabato 8 agosto 2009 , Rubrica GIORNALE APERTO – pagina 31 – LA LETTERA

    MA COSA NE SA SARO DELL’ELETTRODOTTO…

    Il Governo centrale scippa le garanzie costituzionali attribuite all’autonomia di una regione a statuto speciale quale è la regione Friuli-Venezia Giulia e, intanto, il presidente della Regione fa lo gnorri e anziché ricorrere alla Corte Costituzionale, vara la legge regionale 11/2009 per avere carta bianca nelle opere a finanziamento regionale, ovverosia, per erodere le residue procedure di controllo, in nome dell’efficientismo e sotto il pretesto della crisi in atto. Ma a differenza del vertice regionale, lo Stato centrale vigila, non rinuncia a far applicare le norme statali e blocca l’applicazione della legge regionale.

    Intanto, sul fronte dell’elettrodotto Redipuglia-Udine ovest le hanno provate tutte, puntando sul fatto che i voti di fiducia avrebbero fatto piazza pulita di ogni residua resistenza all’ecomostro. Hanno contato sulla arrendevolezza delle popolazioni, poi sulla divisione dei sindaci, quindi sulla diffusione di notizie false e tendenziose tendenti ad accreditare l’impossibilità dell’interramento e disorientare la gente e gli amministratori.

    Infine, mosso da chissà quali ulteriori doveri o sensi di colpa per aver venduto la pelle dell’orso prima dell’ora, ecco saltar fuori il senatore Ferruccio Saro che, messosi nei panni della Terna Spa, va in giro spargendo la voce che non c’è più nulla da fare, che l’elettrodotto s’ha da fare così come è stato imposto dall’alto, che ad interrarlo nemmeno a parlarne e che l’unica disponibilità della concessionaria sarà quella di spostare di qualche decina dì metri il tracciato aereo. C’è da trasecolare! Ma quali sono i moventi e le competenze tecniche del Sarò per uscirsene con simili illazioni? Quale il fine delle sue insensate intromissioni, se non quello di sostenere gli interessi di una società e degli apparati che dietro ad essa sono pronti a cogliere il frutto della prevaricazione? E mai stato il senatore Sarò a vedere ciò che succede nelle regioni convicine di Veneto e Lombardia dove amministrazioni pubbliche più sensibili agli interessi dei loro amministrati hanno imposto l’interramento delle linee ad alta tensione?
    Non lo abbiamo mai visto in mezzo a noi e ciò che il senatore Sarò compie nelle segrete stanze del potere romano è noto solo in minima parte. Ciò che invece promulga e sostiene il comitato per la Vita Rurale è sempre stato sotto gli occhi di tutti, né sarà permesso all’arroganza ed alle infondate illazioni di chicchessia di impedire l’affermazione della dignità delle popolazioni friulane e degli amministratori che queste hanno prescelto per essere difese e tutelate. Molte cose stanno bollendo in pentola, ma prima che la volontà e le aspettative di vita delle popolazioni friulane siano defraudate con ogni sorta di mistificazione, il Comitato ha pensato bene di dimostrare una volta per tutte e in maniera inequivocabile la possibilità dell’interramento e i relativi costi. Per questo ha deciso di invitare in regione una delegazione di funzionari della maggiore fra le società mondiali dedite alla costruzione ed alla installazione di cavi interrati. Vi sarà modo di prendere puntuale visione dei luoghi, di ogni particolare aspetto tecnico e di ogni istanza delle amministrazioni locali o delle associazioni ambientali e di categoria. La sintesi si avrà nella mattinata di martedì primo settembre davanti ai presidenti delle due province contermini di Gorizia e Udine, l’onorevole Pietro Fontanini ed Enrico Gherghetta.

    Naturalmente dell’esito della missione ne potranno beneficiare tutti, compreso il sempre indeciso assessore regionale Riccardo Riccardi e l’ineffabile senatore Ferruccio Sarò.

    Aldevis Tibaldi
    Comitato per la vita del Friuli rurale

  38. Luigi (veneziano) ha detto:

    Personalmente credo che si debba analizzare la cosa in modo molto, ma molto più razionale, anche perché certe affermazioni (tipo “moriranno tutti i pesci della costa”) cozzano totalmente contro i documenti di Gas Natural.

    Quando si dovesse andare a discutere di fatti, i signori di Gas Natural tireranno fuori la loro relazione di 49 pagine sull’impatto dell’impianto sulla biocenosi della baia di Muggia, con tanto di bibliografia generale e specifica con oltre cinquanta titoli, diagrammi e spiegazioni scientifiche per dimostrare che i pesci non moriranno.

    Dov’è che trovo invece una “controrelazione” altrettanto approfondita, che non si limiti alla mera declamazione della catastrofe probabile (anzi certissima!)?

    Qualcuno qui dentro ha scritto che dall’eventuale esplosione del gas morirebbero tutti quanti nel giro di 50 km. In un sito vedo che tale incidente è paragonabile ad un’eruzione vulcanica. In un altro a una bomba nucleare di potenza doppia rispetto a Hiroshima. Altri affermano che il gas verrà trasportato con un tubone a Monfalcone, ma per Marisa si arriverà direttamente a Grado.

    Quali sono – di grazia – le fonti documentali di tutte queste affermazioni?

    Dove posso trovare uno studio SERIO che dica questo, questo e quell’altro, confermando tutti i punti sopra descritti?

    Dove sta quel benedettissimo controstudio che dimostri che l’ecatombe di cui si parla è un’ipotesi REALE?

    Luigi (veneziano)

  39. Marcus ha detto:

    Oggi in telegiornal regional RAI 3, li go visti tutti! i nostri politici pimpanti che no ga problemi de rivar fin fine mese co la loro pagheta. E ghe iera un in particolar, arrivado extra de Roma, che ga dito che il rigassificador se fà e che co la Slovenia il se mettera d’accordo poiché ora basta chiacchiere el governo metti avanti no più promesse ma soldi veri.
    Me posso anche imaginar che i se metti d’accordo con i sloveni, coi bori se fa tante robe, e anche i lo ga già dimostrà nel 1954, 1962 e 1975 ma credo che i se ga dimenticà che xe stadi proprio lori ad insegnarne el NO SE POL.

    Tra l’altro saria anche ora che la gente triestina verzi i oci. I politici attuali in prevalenza taliani, i se fa votar ma no per far l’interessi de chi li ga votadi ma per appropriarse de quell che xe de tutti noialtri.

    Se ricordo ben il caro barista Tondo gaveva promesso che no se fa il rigassificador, allora cosa li vien in tasca che oggi lo vuol a tutti costi?

    Me spieghi qualchidun come mai no i vol far il rigassificador a Grado e dintorni visto che i ga appena de costruir un gasdotto che arriva de Trieste fin la?

    Perché il porto de Trieste no ga de esser el porto per il centro Europa, come tra l’altro auspicado dai grandi porti congestionadi come Amburogo e Rotterdam e come che l’iera per centinaia de anni?

    Siori miei i ve sta ciolendo pel cul!!! ma no xe de meravigliarse visto che i politici no son più triestini ma quei che ne manda qualchidun de volta in volta per fregarne.

  40. Marcus ha detto:

    Luigi te son troppo comodo. Informitè cosi saprai. Sembra che ti te leggi solo la rivista GAS NATURAL ma il web pullula de informazioni su sto argumento.

  41. jacum ha detto:

    in progetto vizin de noi ghe xe:
    Zaule, Trieste (8 Gmc/anno), azionista: Gas Natural, in accordo con SNAM

    Monfalcone / Grado, Terminal Alpi Adriatico, (8 Gmc/anno), azionista: Endesa, offshore.

    in italia in funzione ce ne sono due.

    col progetto approvato ce ne sono 3.

    ecco perché del collegamento zaule-grado

  42. Mauro Franza ha detto:

    Italo, dove te ga dito che te abiti? A Zaule?

    Luigi (venessian), ma Gas Natural non ga fato un studio completo in caso de tiro…. quel che ga fato lori considera l’impianto in mezo al deserto a no Zaule

  43. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Mauro Franza
    Ma come fai a scrivere una cosa del genere? Gas Natural ha GIA’ ricevuto la valutazione d’impatto ambientale POSITIVA dai ministeri competenti, sulla base di una serie di relazioni che io trovo nel sito del ministero dell’ambiente italiano e nel sito di Gas NAtural. Saranno almeno trenta fra relazioni ed allegati, che OVVIAMENTE prendono in considerazione il fatto di essere a Zaule.

    @ Marcus
    Visto che tutto si trova facilmente, ma io evidentemente sono incapace, per cortesia indicami tu un sito, un documento che spieghi scientificamente il perché e il percome di tutti i disastri annunciati come assolutamente certi.

    La mia impressione – e mi ripeto – è che se si va ad un tavolo di discussione dove non è possibile innalzare cartelli ma dove invece è necessario tirar fuori le proprie argomentazioni, Gas Natural verrà col prof. Tizio, il prof. Sempronio, il prof. Mevio, il prof. Traiano eccetera eccetera a spiegare scientificamente (dal loro punto di vista) come mai i disastri non accadranno, e dall’altra invece ci sarà il vuoto cosmico.

    Luigi (veneziano)

  44. Marisa ha detto:

    Luigi ha ragione su un punto: “qualsiasi Comitato è come Davide contro Golia”. Vi mangeranno vivi magari con documentazione discutibile o periti di parte. Trovate un referente preparato che raccolga documentazione, va benissimo quella già disponibile in internet. E l’Università di Trieste, facoltà di biologia, non è in grado di preparare uno studio sulla modifica della temperatura dell’acqua nel golfo di Trieste e le sue conseguenze sulla fauna ittica?

    Solo con le bandiere non otterrete nulla….

  45. Marisa ha detto:

    PROVATE A LEGGERE QUESTO ARTICOLO PUBBLICATO IL 17 OTTOBRE SU IL “QUOTIDIANO”.

    QUESTO ARTICOLO VI CHIARISCE CON CHI AVETE A CHE FARE in questa battaglia che vede Davide (i comitati) contro Golia (i grandi gruppi indUstriali appoggiati dal Governo). Non riguarda specificatamente i rigassificatori, ma tutte le grandi opere…

    TITOLO: Grandi Opere. L’arretratezza del sistema Italia
    DA: Il Fatto Quotidiano 17 ottobre 2009

    SOTTOTITOLO: Nell’ultimo rapporto ANCE la conferma della pericolosità e inefficacia dei
    grandi appalti.
    di Daniele Martini

    Il Governo del fare non fa. Non è un’opinione, lo dicono i dati sulle costruzioni. Cifre fornite non
    da qualche sedizioso centro studi dell’opposizione, ma dall’autorevole e da sempre filogovernativa
    Ance (Associazione nazionale costruttori edili). In un rapporto dal titolo “La struttura della
    domanda di lavori pubblici” che Il fatto quotidiano è riuscito ad avere in anteprima c’è scritto che
    “nel primo semestre del 2009 il numero dei bandi pubblicati e l’importo totale posto in gara subisce
    una nuova contrazione del 3,3 per cento in termini reali”.
    Non solo: le grandi imprese fanno la parte del leone e molte medie e piccole cominciano ad avere il
    fiato corto. “La trasformazione della domanda verso bandi di dimensioni elevate contrasta con le
    caratteristiche dell’offerta” ammoniscono gli esperti dell’Ance. Per un motivo semplice: il tessuto
    produttivo delle costruzioni in Italia è costituito soprattutto da imprese non grandi. Delle 34 mila
    aziende iscritte al sistema di qualificazione, il 66 per cento può partecipare solo a gare sotto il
    milione di euro e addirittura l’83 per cento è abilitato per gare non superiori a 2,6 milioni.
    La predilezione per i grandi appalti fa felici i soliti noti del mattone tricolore, ma fa tribolare
    parecchio molti degli altri. L’Ance lo scrive papale papale: “Lo spostamento della domanda verso i
    grandi lavori pone un problema di tenuta del tessuto produttivo”. Come dire: incalzate dalla crisi,
    molte aziende vedono l’orizzonte tragico del dissesto. La conclusione è lapidaria: “E’ necessario
    contrastare il gigantismo degli appalti”.
    È una parola… Gigantismo e sistema delle imprese generali e dei general contractor sono pane e
    companatico delle costruzioni in Italia. Il risultato, purtroppo, non è consolante. I general
    contractor, a dispetto dell’inglesismo che fa moda, ripropongono un cliché stagionato e tradizionale,
    un metodo che in Italia si basa su una serie di elementi ricorrenti. Ma che finora ha dato esiti
    complessivamente negativi facendo precipitare la dotazione infrastrutturale italiana al 54esimo
    posto, così come certificato dal World Economic Forum.
    Il primo elemento è un mix di simbiosi con la politica, una capacità di lobby strepitosa e una delega
    di fatto ampia e praticamente in bianco ottenuta dagli enti pubblici. Il secondo è il ricorso
    programmato, costante e massiccio ai subappalti. Il general contractor all’italiana, inoltre, ha
    comportato quasi di regola scarsità di controlli sulla qualità dei manufatti, tempi biblici di
    realizzazione delle opere (anche dieci volte più lente rispetto all’Europa), lievitazione dei costi in
    media tre volte superiori nei confronti degli altri paesi e oltretutto sopportati per intero dai bilanci
    pubblici. Tutto ciò si è ovviamente ripercosso sulla dotazione infrastrutturale ormai scaduta a livelli
    infimi.
    Nel dossier preparato all’inizio d’ottobre dal Comitato tecnico infrastrutturale, logistica e mobilità
    della Confindustria l’arretratezza italiana è denunciata in termini chiarissimi e riguarda tutti i
    comparti delle infrastrutture, da quelle a supporto della mobilità e della logistica a quelle
    energetiche (i rigassificatori, per esempio), idriche (le dighe e gli acquedotti) e ambientali. Dal 1970
    al 2006 la rete autostradale è cresciuta in Italia del 67,5 per cento, ma la Spagna ha aumentato i
    chilometri delle sue autostrade di 30 volte, la Francia di 6 e la Germania di 2. La crescita media
    annua della rete autostradale è stata del 4,3 per cento nell’Europa a 15, con punte dell’11,7 per
    cento in Spagna e del 6,5 in Francia. In Italia è stata solo dell’1,7.
    Note dolenti anche per la dotazione ferroviaria. Annotano i tecnici della Confindustria: “Nel
    periodo 1970-2007 la dotazione ferroviaria è rimasta ben distante dai valori medi comunitari. Nel
    2007 presentiamo ancora indici nettamente più bassi di Francia e Germania. Non solo, nel nostro
    paese sono stati sì realizzati miglioramenti tecnologici (elettrificazione, doppi binari, controllo ed
    Alta velocità), ma meno velocemente che negli altri. E la qualità scadente dei servizi ha
    sensibilmente inciso sulla nostra capacità d’offerta, in particolare quella dei servizi per i passeggeri
    che potrebbe contribuire a ridurre la congestione stradale”.
    Infine il sistema dei general contractor si è caratterizzato anche per gli alti costi sociali, con una
    sequela di incidenti sul lavoro favoriti dall’abuso di imprese subappaltatanti di dimensioni spesso
    modeste scelte dalle aziende capofila non perché qualitativamente più affidabili o più efficienti. Ma
    proprio per l’esatto opposto, in quanto disposte a risparmiare su tutto, dalle paghe dei dipendenti
    alla sicurezza nei cantieri trattata con una disinvoltura disarmante e quindi ideali come alleate
    subordinate in appalti vinti con il criterio del massimo ribasso.
    Non è una novità che la maggior parte delle morti sul lavoro in edilizia sia appannaggio proprio
    delle aziende di subappalto, una catena di morti stigmatizzata pubblicamente dal coro di
    rappresentanti delle istituzioni, dai politici e dai procuratori antimafia preoccupati per le frequenti
    infiltrazioni malavitose. E anche dai sindacati, i quali, però, assai raramente osano spingersi fino
    alla critica della radice del problema, temendo forse di mettere in discussione un sistema giudicato
    per certi versi discutibile, ma che dal loro punto di vista dà lavoro su larga scala e garantisce
    comunque il funzionamento della Cassa edile.
    Fino ad ora il governo, e in particolare il ministro per le Infrastrutture, Altero Matteoli, non ha avuto
    orecchie che per i Grandi cavalieri del cemento. Ma la partita non è chiusa. Dopo il terremoto
    dell’Aquila i grandi costruttori stavano addirittura per fare cappotto con l’assenso del governo
    all’estensione del subappalto fino ad un tetto del 50 per cento anche per la realizzazione dei
    prefabbricati, entrando a piedi uniti proprio in un settore specifico di intervento delle aziende
    specializzate. Solo in extremis sono stati fermati. E in Confindustria, dopo aver lavorato per più di
    un anno al piano di riforma infrastrutturale consegnato all’inizio del mese ai ministri Matteoli e
    Stefania Prestigiacomo (Ambiente), hanno deciso di lasciare in bianco proprio il capitolo
    dell’organizzazione degli appalti non riuscendo a trovare una sintesi tra gli interessi delle imprese
    generali e quelli delle aziende specializzate. Tutto rinviato sperando in un accordo.
    L’esito del braccio di ferro in corso stabilirà non solo quali interessi in campo saranno premiati, ma
    farà intuire anche la piega che potrà essere impressa al ciclo delle grandi opere e questo è l’aspetto
    cruciale della partita. Interessa in primo luogo le imprese perché le infrastrutture sono il retroterra
    per la competitività e la crescita delle aziende. Ma riguarda da vicino anche i cittadini normali, la
    qualità della vita, la possibilità di spostarsi in modo decente, di avere energia in quantità sufficienti
    e a costi accettabili e di accedere ad Internet con facilità e tempi di trasmissione da paese moderno.

  46. Aldo Flego ha detto:

    Chissà poi perchè la Slovenia è contraria al rigassificatore triestino? Basta leggere questa notizia e si comprende immediatamente: in futuro il terminal passeggeri (crociere,….) del golfo di Trieste potrebbe essere Capodistria, e non Trieste. Tanto, in 20′, si arriva da piazza Tito a piazza Unità. Ognuno faccia le sue considerazioni e si prenda le sue responsabilità.

    Nuovi progetti per la modernizzazione di Luka Koper
    29/09/2009
    Ukom.gov.si – Elab.Informest

    L’operatore portuale Luka Koper ha svelato i piani finali di un grande investimento del valore di oltre 3 mld EUR che prevede diversi miglioramenti per il porto marittimo sloveno di Capodistria.

    Secondo il progetto, i due moli esistenti saranno estesi e ammodernati e ne sarà costruito uno aggiuntivo. Il primo molo, che viene utilizzato come area per caricare i container, sarà esteso di 100 metri. Il secondo, dove vengono scaricate le merci, liquide e non, sarà allungato di 370 metri. Il nuovo molo si estenderà per oltre un chilometro e sarà dotato di una parete anti-rumore alta 12 metri e ricoperta da pannelli solari. Il porto sarà dotato di due nuovi silos di 5 piani per le auto, mentre il tetto del magazzino merci sarà coperto di pannelli solari. I piani prevedono anche nuovi serbatoi per immagazzinare merci liquide. Il porto beneficerà di una nuova connessione con l’autostrada per i trasportatori e un nuovo terminal per i camion del quale potranno usufruire 500 trasportatori. Inoltre, una parte del fondale marino verrà scavata e resa più profonda. I piani prevedono un nuovo terminal passeggeri sulla parte nord della città, oltre a nuove aree sportive e uno stadio di atletica. Presso il quartier generale del porto saranno costruite anche una nuova stazione per gli autobus e un parco pubblico. I progetti sono stati illustrati a Capodistria il 23 settembre. L’amministratore delegato di Luka Koper, Gregor Veselko non ha rivelato quando inizieranno i lavori, tuttavia spera che ciò avvenga il prima possibile. L’avvio della costruzione dipenderà dalle finanze, ha spiegato Veselko, aggiungendo che la situazione finanziaria dell’operatore portuale è piuttosto complessa a causa della gestione precedente.

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