13 Ottobre 2009

Rigassificatore: la Provincia incontra i sindaci del territorio (giovedì 15)

Trieste La Presidentessa della Provincia di Trieste, Maria Teresa Bassa Poropat, ha invitato i sindaci del territorio, giovedì 15 ottobre, (alle 16.00) a Palazzo Galatti. In questa sede si terrà un confronto per la definizione delle attività e delle modalità più opportune per informare i cittadini in tema di realizzazione di un impianto di rigassificazione a Trieste.
Già attivati, sempre da parte dell’amministrazione provinciale, i contatti con le principali realtà scientifiche e di ricerca del territorio, quali l’Università di Trieste, la Sissa e Area Science Park.

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7 commenti a Rigassificatore: la Provincia incontra i sindaci del territorio (giovedì 15)

  1. Marcus ha detto:

    gent.Sig.ri
    tra gli invitati a palazzo Galatti manca l’istituzuione più importante ovvero la Capitaneria di Porto di Trieste che garantisce la sicurezza nei limiti delle acque territoriali italiane.
    Dico questo perché e pur vero che si può costruire un rigassificatore a Zaule ma è altretanto vero che questo rigassificatore deve essere alimentato, cioè la nave gasiera deve poter attraccare al terminal.

    In breve: Per far attraccare ad un terminal GNL una nave Q-MAX (gasiera GNL) bisogna nel caso di Zaule evacuare tutte le navi è persone (anche sulla terra ferma) nel arco di 2000 metri ed è proibito l’acoraggio di qualsiasi imbarcazione nel arco di 1.5 mn = 2.400m.

    Ora le disposizioni di sicurezza (leggi) devono essere rispettate ed è di competenza della Cap. di Porto di applicarle.

    Sotto trovate il tratto riguardante le disposizioni di sicurezza per il rigassificatore offshore (3 miglia nautiche dalla terraferma) di Porto Levante (Rovigo):

    Quote
    Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
    CAPITANERIA DI PORTO DI CHIOGGIA
    ORDINANZA N. 63 / 2008

    Regolamento di sicurezza e di polizia marittima del terminale marino
    Adriatic LNG

    ART. 2 DEFINIZIONI

    d) Area ATBA: Area To Be Avoided/Mandatory No Anchoring Area – : Area di forma circolare avente centro in corrispondenza del centro del terminale e raggio di 1,5 miglia nautiche come definita nella Circolare IMO n°N1/Circ.257 in data 11 Dicembre 2006 “Routeing measures other than
    traffic separation schemes” (contrassegnata dalla lettera “B” in Allegato 1).
    e) Zona di Sicurezza: area di forma circolare avente centro in corrispondenza del centro del
    terminale e raggio di 2.000 metri come definita nella Circolare IMO n°SN1/Circ.257 in data 11 Dicembre 2006 “Routeing measures other than traffic separation schemes” (contrassegnata dalla lettera “A” in Allegato1);

    ART. 3 AREE DI SICUREZZA

    Nell’area ATBA è fatto assoluto divieto di ancoraggio.
    L’ingresso all’interno dell’area“ATBA” è vietato a tutte le navi aventi stazza lorda pari o superiore alle 200
    tonnellate non autorizzate dalla Capitaneria di Porto, con la sola eccezione delle navi e imbarcazioni
    coinvolte dalla discarica di gas naturale liquefatto “GNL” o in attività collegate alla normale operatività del
    terminale e delle unità navali della Capitaneria di Porto e delle Forze di Polizia, in ragione dei propri compiti
    istituzionali.
    Le unità che entreranno all’interno di detta area e che non sono destinate o collegate all’operatività del
    terminale dovranno comunque tenersi al di fuori della Zona di Sicurezza.
    Tutte le navi autorizzate quando sono in navigazione all’interno dell’area “ATBA” devono navigare
    mantenendo una velocità che, assicurando il costante governo del mezzo, sia tale da non mettere in pericolo
    la sicurezza di altre navi e delle strutture del terminale.
    Le navi metaniere che devono operare presso il terminale devono obbligatoriamente avere il Pilota a bordo
    quando sono in navigazione all’interno dell‘area “ATBA”, durante l’ormeggio ed il disormeggio, e durante
    tutte le operazioni commerciali.
    Nella Zona di Sicurezza sono vietati il transito, l’ancoraggio, lo stazionamento di navi in attesa, la pesca
    effettuata in qualsiasi forma, le attività subacquee non espressamente autorizzate e qualsiasi altra attività.
    Tutti i movimenti all’interno della Zona di Sicurezza ad eccezione di quelli dei mezzi addetti ai servizi del
    Terminale, di quelli della Capitaneria di Porto e delle Forze di Polizia devono essere autorizzati dalla
    Capitaneria di Porto e dal terminale.
    I mezzi addetti ai servizi del terminale, per entrare nella zona di sicurezza, devono essere autorizzati dalla
    Capitaneria di Porto.
    Qualora venga rilasciata un’autorizzazione permanente, questa sarà valida fino a 6 mesi, decorsi i quali
    dovrà essere rinnovata, sentito anche il parere dell’O.I.M. per quanto riguarda l’efficienza dei dispositivi di
    sicurezza.
    Tutte le navi all’interno della Zona di Sicurezza devono avere i motori principali sempre pronti all’uso con il
    minimo di preavviso.
    I seguenti mezzi hanno il permesso di navigare all’interno dell’area ”ATBA” e, qualora debitamente
    autorizzati dalla Capitaneria di Porto, all’interno della Zona di Sicurezza senza l’obbligo del pilota:
    1. unità di supporto e di forniture al terminale, autorizzate dal terminale, inclusi i mezzi impegnati nelle
    attività di costruzione, trasporto di personale o di provviste, e i mezzi di assistenza;
    2. I rimorchiatori ed altri mezzi di supporto all’ormeggio e al disormeggio delle navi al terminale;
    3. I mezzi della Capitaneria di Porto e delle Forze di Polizia.
    Unquote

  2. fluido ha detto:

    ustia i blocherà la superstrada e via caboto? e mi come torno casa 😉

  3. Marcus ha detto:

    Mah, no so? Forsi i inventerà una legge ad Rigassificatoram.

  4. arlon ha detto:

    Un detaglio: e le case de Zaule? E le altre navi e parti del porto?

    Detagli! L’importante xe che l’italia gabi un rifornimento energetico e, sopratuto, farghe dispeto ala slovenia.

    Più che ghe penso, più divento contrario.

  5. Marcus ha detto:

    @arlon
    le leggi marittime del IMO (International Marittime Organization) sono applicate su tutti i mari del globo. Queste leggi vengono recipite da tutte le 192 nazioni aderenti all’ ONU, incluso l’Italia e la Slovenia, per le rispettive acque territoriali (fino a 12 miglia nautiche dalla costa).

    Le leggi IMO sembrano molto rigide ma è molto importante che ci siano e che vengono applicate, poiché solo cosi possiamo difendere il mare (3/4 della superficie del pianeta) da società e nazioni che senza scrupoli sfruttano e inquinano questo elemento che è un bene di tutti.

    Secondo l’IMO le navi Q-MAX (gasiere GNL “Gas Naturale Liquefatto) sono considerate autentiche bombe gallegianti il quale esercizio viene regolamentato con molta più attenzione che non si facci per altri tipi di navi.

    Dico questo che, apparte l’inquinamento ambientale per una zona chiusa come il nostro golfo, un incidente per esempio causato da un attentato terroristico come quello alla S.I.O.T nel 1972 potrebbe rivelarsi un autentico holocausto per le popolazioni che vivono nel raggio di 50 km e forse anche oltre poiché il rogo che si sprigiona si sposta, portato dal vento, sulla superficie marina e terrestre. Il gas liquido (-260°) a contatto con l’acqua o atmosfera (+ 5 fino a +40°) si rigasifica restando in basso (il freddo scende) in pratica veremmo arsi vivi tutti.

    Il rigasificatore non è solo una questione come che giustamente scrivi tu

    “Detagli! L’importante xe che l’italia gabi un rifornimento energetico e, sopratuto, farghe dispeto ala slovenia.”

    ma è un autentica follia!!!!

    P.s. a Viareggio si sono rotti e incendiati alcuni vagoni forse e fuoriuscito e si e incendiato un quantitativo totale di 40 ton di gas non liquificato (refrigerato a -260°). Una nave Q-Max porterà ca. 130.000 ton di gas liquefatto che diventerà fuoriuscendo dalle cisterne un quantitativo imenso di gas normale infiamabile

  6. Bibliotopa ha detto:

    io holetto da più parti che il gas dell’incidente di Viareggio nulla ha a che fare col gas delle navi dei rigassificatori. Vero o falso?

  7. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Marcus

    Io dico che si può tranquillamente fare a meno del rigassificatore a Zaule, ma per cortesia analizziamo le cose con criterio e non spargiamo terrorismo a tutta manetta.

    Il gas metano è dentro i tubi che entrano nelle nostre case, nei serbatoi di molte automobili, gira con camion e treni. Se fosse vero che tutto ciò è solo una bomba ambulante, allora bisognerebbe semplicemente vietarne l’estrazione, il trasporto e l’uso. Sempre.

    Oltre a ciò, tu parli di terrorismo e addirittura ipotizzi che un attentato potrebbe causare la morte di tutto ciò che sta nel raggio di 50 km da Zaule. Caspita! E se l’attentato lo facessero a Krsko, a quante centinaia e centinaia di chilometri si morirebbe? Chiudiamo quindi tutte le centrali nucleari del pianeta!

    E le petroliere che entrano in porto a Trieste? E il petrolio che viene stoccato a decine di migliaia di litri? Queste non sono bombe ambulanti possibile obiettivo di terroristi? Via le petroliere da Trieste, per Giove!

    E i campi di stoccaggio del gas naturale che in Italia conservano 15 miliardi (miliardi!) di metri cubi di gas? Ce n’è uno dell’Edison a Collalto, a pochi km da Treviso. Un attentato terroristico lì, e muoiono tutti quanti fino a Venezia?

    Dopo di che, mi tocca ri-segnalare che non è vero che le navi bloccherebbero il porto. Ho già citato in altro thread la relazione che Gas Natural ha inviato al Ministero per la Valutazione d’Impatto Ambientale. Te la sei letta? In questa relazione c’è scritto quali sono le regole di entrata e uscita dal porto, oltre a ciò è anche chiarito che a regime il rigassificatore farebbe approdare a Zaule 100 navi all’anno, e cioè una ogni tre giorni circa.

    Saluti.

    Luigi (veneziano)

    PS @Bibliotopa. Hai ragione: non è nemmeno lo stesso gas, visto che a Viareggio si trattava di GPL. Vietiamo l’uso del GPL in Italia!

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