13 Ottobre 2009

La Pallacanestro Trieste 2004 e l’economia virtuale: “no money, no basket!”

Verba volant scripta manent, e la Pallacanestro Trieste 2004 ha sicuramente sentito tante di quelle parole “volare” e perdersi al primo soffio di Bora, che ad oggi si è sempre al punto di partenza. Parliamo delle risorse economiche, fondamentali per far crescere il movimento, al di là di qualsiasi progetto stilato sulla carta e perseguito con passione e lungimiranza. Il Presidente Dipiazza a più riprese, e in situazioni diverse, ha prefigurato un ottimistico futuro sotto canestro grazie all’avvento di importanti realtà economiche sul territorio: si è parlato inizialmente del Porto Vecchio (ironia della sorte proprio con la svolta che poteva venire dall’intermediario Boniciolli senior), poi lo Shopping Center che sorgerà sull’ area ex Silos, roba da 45000 mq (a Trieste si fa fatica a sostentare centri commerciali molto minori ndr.), ultimo non ultimo l’interesse imprenditoriale per i rigassificatori, con querelle politica annessa.

Così ecco la resa dei conti, lo scripta manent che non trova riscontri, e un azienda sola al comando, l’Acegas Aps a reggere il pesante fardello di un progetto cestistico ambizioso (e quindi costoso) voluto da Matteo Boniciolli, a battagliare ferocemente ogni anni all’assemblea degli azionisti per giustificare un esborso di questo tipo. Lodi sperticate a Massimo Paniccia e a Roberto Dipiazza (non figura secondaria in questo “sodalizio”), ma per sperare in un futuro importante, già a partire da una Legadue o se volete trattenendo i giovani talenti nostrani, c’è bisogno di ben altro.

Parliamoci chiaro, l’arrivo di Matteo Boniciolli ha portato tanta competenza e idee importanti, pagate a peso d’oro ma tanto necessarie in un momento storico di questo tipo, ma tristemente tutto ciò non basta: un esempio su tutti? Il giocatore Marco Spanghero, vero valore aggiunto della cavalcata promozione della scorsa stagione, se non fosse stato per una “conciliante” mano tesa verso la società (con buona pace di alcune versioni fantasiose di quotidiani locali), probabilmente oggi vestirebbe un’altra casacca, e il suo futuro contrattuale vincolato fino ai 21 anni non garantisce una permanenza all’ombra di San Giusto. Siccome andiamo incontro ad un biennio di grandi “sfornate”, con giovanissimi atleti classe ‘92-’93 molto interessanti, vedi Bonetta, Urbani, Floridan, Ruzzier, ecc., necessario è non disperdere materiale umano (già un “emigrante” come Cernivani a Montegranaro), mettere solide base economiche per poi poter trattenere a casa propria, senza ricatti, cestisti indigeni. E non basta certo l’iniziativa “100 per 1000” a creare quella basi sopra descritte, la ventina di realtà economiche ad oggi iscritte al progetto sono solo una entusiastica “spintarella” al movimento giovanile.

Facile a dirsi, difficile a farsi, se lo scripta manent potesse essere solo una questione di firma, allora Dipiazza, Paniccia, Boniciolli si tatuerebbero sulla pelle contratti a molti zeri a supporto della pallacanestro, per ora solo buoni propositi  e nulla più. Non è forse colpa di nessuno ma c’è una strada che non è stata battuta, un ruolo superficialmente lasciato vacante o forse suddiviso fra tutti, con l’inevitabile dispersione di energie; stiamo parlando del “reperimento e gestione delle risorse”, una figura professionale regolarmente tenuta a “busta paga”, che giornalmente e per 24 ore si occupi di pubbliche relazioni, che funga da megafono societario per convogliare risorse economiche nella Pallacanestro Trieste 2004. Massimo Paniccia, imprenditore, Amministratore Delegato dell’Acegas Aps, Presidente della Cassa di Risparmio di Trieste, Gruppo Unicredito, Presidente e Amministratore Delegato della solari Udine, pensate abbia tempo anche per assurgere a tale ruolo? Roberto Dipiazza, sindaco di Trieste, forse si? Matteo Boniciolli, oltre a tutto quello che concerne la prima squadra, i rapporti con le società giovanili e probabile accasamento su panchine importanti, si? Direi proprio di no, nessuno di queste autorevoli personalità sarebbe in grado di monitorare costantemente lo stivale alla ricerca di contratti utili. La nuova figura non solo dovrebbe relazionarsi con terzi, bensì anche produrre documentazioni e business plan, confezionare un prodotto credibile per il rilancio del basket cittadino.
Una nuova era Stefanel? A da passà la nuttata…..

Raffaele Baldini (www.cinquealto.blogspot.com)
rafbaldo@libero.it

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Un commento a La Pallacanestro Trieste 2004 e l’economia virtuale: “no money, no basket!”

  1. effebi ha detto:

    se i me caza in casa integrazion poso far mi, tignime bon el posto.
    basket xe quela roba che no se ghe da piade ala bala !? …giusto ?

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