8 Ottobre 2009

Lo Spirito di Stella alla Barcolana

andrea stellaCi sarà anche Andrea Stella alla Barcolana. La sua storia è raccontata dal sito dell’associazione “lo Spirito di Stella“, nata nel 2003 e battezzata col nome del primo catamarano privo di barriere architettoniche:

Andrea Stella nell’agosto del 2000 si trovava a Miami (Florida) per un viaggio-premio per la Laurea in Giurisprudenza conseguita poche settimane prima. Una sera, nel tornare a riprendere l’auto da un parcheggio inserito in una strada privata, scopre tre malviventi intenti a rubare il mezzo. Ha appena il tempo di scorgerli che uno dei tre, pur non minacciato, gli punta una pistola contro e lo colpisce con due pallottole ferendolo al fegato e ad un polmone. Stella trascorre 45 giorni in bilico tra la vita e la morte. Si riprende ma al risveglio deve ricostruire la propria esistenza da una sedia a rotelle per la lesione che una delle pallottole ha provocato alla colonna spinale. Ripresosi dal tragico episodio Stella coltiva il sogno di tornare a navigare come in passato ma prende atto che al mondo non esiste un’imbarcazione nella quale una persona disabile possa essere autonoma sia per le esigenze personali sia per partecipare alle manovre veliche.”

Al seminario dal titolo “Pensare e progettare per tutti: soluzioni innovative per la partecipazione, l’inclusione e la vita indipendente delle persone con disabilità”, svoltosi ieri nella sede della Regione a Trieste, Andrea Stella ha confermato la sua partecipazione alla regata. Inoltre, in questi giorni dedicati alla passione per la vela, Stella presenterà “Spirito libero”, tour velico il cui scopo è quello di divulgare la pratica sportiva tra le persone con disabilità e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dell’abbattimento delle barriere architettoniche.

Tutto nasce da una riflessione: “Se abbiamo reso usufruibile, comodo e funzionale un mezzo tradizionalmente inaccessibile perché non utilizzare la stessa filosofia progettuale per migliorare gli standard di accessibilità delle nostre città, degli edifici e dei mezzi di trasporto? Perché in sintesi non si possono realizzare progetti integrati che consentano a tutti, indipendentemente da handicap o da limitazioni, di vivere meglio?”

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