8 Ottobre 2009

Barcolana 2009 : quattro chiacchiere con Gianni Torboli

E’ l’uomo in rosa della vela italiana. A luglio ha conquistato il suo quinto giro d’ Italia, il quarto consecutivo, con l’imbarcazione “Riva del Garda Pregis”. Stiamo parlando di Gianni Torboli, uno dei più importanti skipper italiani, che in fatto di Barcolane se ne intende. Disponibile e cordiale come sempre ha accettato di fare quattro chiacchiere con noi.

–         Signor Torboli, ci levi subito lo sfizio di chiederle se quest’anno parteciperà alla Coppa d’ Autunno.

–         Purtroppo no, quest’anno non potrò partecipare perché sto organizzando a Riva del Garda una regata per il team building del Bayern Monaco.

–         Peccato, sarebbe stata la…

–         Nona. Ne ho fatte otto finora, la prima circa dieci anni fa. Mi dispiace non esserci perché la Barcolana è sempre un’occasione di grande divertimento. Io da par mio l’ho sempre fatta per divertirmi, mai per vincerla. Il bello della Barcolana è che si tratta proprio di una grande festa, alla quale partecipano tutti quelli che ne hanno la possibilità.

–         C’è qualcosa di simile in Italia?

–         No, in Italia no. Anzi, sarebbe una cosa da esportare in altre parti. All’estero invece non è così. C’è una cultura diversa della vela. Ti faccio un esempio: la settimana scorsa ero sul lago Balaton, in Ungheria, e ci hanno detto fdi are attenzione alle boe perché ci sarebbe stata la regata sociale. Pensavamo di incontrare quattro barche, invece ce n’erano 400! E’ una cosa che ho riscontrato anche in Danimarca o Inghilterra, nell’ isola di White, che si popola di gente che prepara la barca per il week end e poi va a lavorare.

–         Ma come mai questa manifestazione di portata europea, per non dire mondiale, si è sviluppata proprio a Trieste?

–         Perché c’è stata l’intuizione di dare spazio al divertimento. La Barcolana come competizione è cresciuta solo in seguito. E’ l’atmosfera che la circonda che la rende magica. Poter fare due serate sul lungomare, in una bella città, con così tante persone è una cosa che fa venire voglia di esserci.

–         Dalla sua esperienza c’è qualche suggerimento che vorrebbe dare all’organizzazione?

–         Mah… forse di limitare la competitività. Ma no, alla fine neanche quello. Se il proprietario della barca se lo può permettere è giusto che abbia la possibilità di giocarsi la vittoria.

–         A proposito di competizione. Chi vede come favorito per la vittoria finale?

–         Ci sono quattro, cinque barche che possono competere per la vittoria finale. Maxi Jena ad esempio è sempre lì, ogni anno non ce la fa per un soffio, magari senza Alfa Romeo potrebbe essere l’anno buono.

–         C’è un ricordo delle sue esperienze alla Barcolana a cui è particolarmente legato?

–         Sì, mi viene in mente quando Mauro Pelaschier ha tratto in salvo che era caduto in acqua. La sua barca non era riuscita a individuarlo e lui si trovava in mezzo a 2000 barche…

–         E per quanto la riguarda quando avremo la possibilità di rivederla sul campo di regata?

–         Adesso siamo a fine stagione, non so se ci saranno altri impegni. Forse ci sarà qualche campionato invernale. Poi le competizioni riprenderanno a primavera. E il prossimo ottobre speriamo di rivederci alla Barcolana.

Gianni Torboli (il terzo da destra) festeggia con il suo team, al giro d'Italia 2006

Gianni Torboli (il terzo da destra) festeggia con il suo team, al giro d'Italia 2006

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