2 Ottobre 2009

Genova e Trieste ‘superporti europei’: il progetto segreto del Governo

Le pagine genovesi de La Repubblica raccontano che sarebbe allo studio del Governo romano un progetto per rafforzare la logistica che proietta Genova e Trieste verso il resto d’Europa. Sarebbe coinvolto, in un piano di project financing, il gruppo Unicredit. Ecco l’articolo della Repubblica di Genova:

Chiamateli “super porti”, o più tecnicamente “porti corridoi”. Comunque sia, quello che il governo intende fare di Genova e di Trieste è un qualcosa di assolutamente inedito nel panorama trasportistico italiano. Non più due lunghe file di moli, ma altrettante piattaforme logistiche su cui far correre le merci fin nel cuore dell´Europa. Due corridoi intermodali capaci di legare le navi alle ferrovie e ai centri di smistamento, per raggiungere Rotterdam (da Genova) e Vienna (da Trieste). Due strutture, infine, governate da “supercommissari” con poteri addirittura sostitutivi di quelli degli amministratori locali (comuni, province, regioni, autorità portuali).

Il piano sta molto a cuore non solo al governo, ma anche a Unicredit, il colosso finanziario italiano che all´operazione ha delegato il vicepresidente Fabrizio Palenzona (a capo fra l´altro anche della Fondazione Slala di Alessandria, fulcro del progetto del retroporto del Basso Piemonte) e il direttore generale di Unicredit Banca, Piergiorgio Peluso. Nulla, finora, è stato lasciato al caso, compresa la riservatezza con la quale, da mesi, si lavora all´operazione. Sarà così fino alla presentazione del progetto, ormai imminente, che per essere approvato dovrà essere inserito in un´apposita norma di legge. La nascita dei “porti corridoi”, comunque, è decisa. L´obiettivo di fondo del governo è infatti quello di rafforzare gli attuali corridoi, il “24” (Genova-Rotterdam) e l´Adriatico-Baltico, non ancora inserito nei progetti europei, ma sostenuto trasversalmente dalla politica italiana e in grado di unire Trieste a Vienna, per proseguire poi verso Nord. Fissati i percorsi, si tratta adesso di costruire le infrastrutture su cui far correre i traffici di transito. Necessario, quindi, dar vita a due “poli di accumulazione del traffico”, uno nel Nord Ovest, Genova, e uno nel Nord Est, Trieste.

Il percorso normativo segue parallelamente, senza mischiarsi, quello della legge di riforma della “84-94”, giunta ormai alle sue battute finali e prossima a essere approvata in sede referente dalla commissione Lavori Pubblici del Senato, guidata dallo spezzino Luigi Grillo. Una cosa, infatti, è la riforma della vecchia legge sulla portualità e un´altra è l´istituzione di due porti corridoi, retti da altrettanti commissari titolati a governare le nuove piattaforme logistiche. Diversi gli obiettivi, diversi i percorsi di legge. Già prima della pausa estiva, il governo aveva accarezzato l´idea di far approvare la nuova norma sui due porti corridoi, inserendola nella legge di conversione del decreto legge anticrisi. A fermarla era però stato il presidente della Camera che aveva imposto l´alt a tutto ciò che non era stato precedentemente esaminato dalle commissioni parlamentari. Ci si riproverà fra breve, puntando proprio sulla valorizzazione delle infrastrutture necessarie ad “animare” i corridoi. Grandi opere che lo Stato non è ormai più in grado di sostenere da solo. La strada alternativa diventa quindi quella del “project financing” che consente di coinvolgere la finanza e le imprese. Non a caso, è proprio Unicredit, al momento, a seguire con grande attenzione il progetto, mentre grandi gruppi armatoriali (si parla di Msc e Evergreen) seguirebbero con favore l´iniziativa. Il problema, come sempre, è politico perché l´arrivo dei “super commissari” potrebbe spogliare le attuali amministrazioni di una parte dei loro poteri. Il commissario farebbe infatti partire le procedure di gara, e quindi le opere, con provvedimenti ad hoc, ovviamente a condizione di rispettare i principi fondamentali della Costituzione e le norme comunitarie. Insomma, una rivoluzione. Per ora sulla carta.

7 commenti a Genova e Trieste ‘superporti europei’: il progetto segreto del Governo

  1. effebi ha detto:

    troppo poco ancora per dare un giudizio.
    è già comunque straordinario che l’italia si accorga finalmente che trieste è un porto.
    l’importante è che -come sempre- non finisca che poi a genova i soldi arriveranno (e qualcosa si farà) mentre qui a trieste ….”no se poderà”

  2. Marisa ha detto:

    E il porto di Venezia? Di certo non staranno zitti! Comunque è nella logica che la dorsale sud-nord sia la principale. Lo ho anche scritto in un altro Post.

  3. jacum ha detto:

    i me fa proprio incazar sti taliani!!!

    jerimo za IL porto per la madre patria Austria e che portava merci a Vienna!!!

    dopo un secolo de rovina, FORSI, i se sveja pensando a Triest come …..

    ma che vadi in mona!!

  4. Marisa ha detto:

    E comunque la nostra regione è a autonomia speciale (scritto anche nella Costituzione!). Come possono imporci un super-commissario? Per me è una bufala. Tanto più che questa notizia è stata scritta nelle pagine GENOVESI della Repubblica (con Genova parte interessata). C’è comunque un grosso problema COSTITUZIONALE di rispetto dell’autonomia speciale della nostra Regione. Ricordo che se il Commissario può essere ritenuto una buona “cosa” per il Porto di Trieste, se passa questo principio di violazione della nostra autonomia speciale, possono imporci da Roma qualsiasi altra cosa. Incominciando dalla centrale nucleare a Monfalcone, di cui si stà già scrivendo sui giornali nazionali (e con Tondo che si è già detto favorevole alle centrali nucleari….).

    Provate a pensarci…

  5. remly ha detto:

    Permettetemi, ma io mi lascio entusiasmare da questa notizia, perché finalmente sembra che lo Stato (e soprattutto i danarosi privati molto vicini allo Stato), si sia reso conto della naturale vocazione di Trieste. Perché si sa che in Italia con le buone intenzioni non si va molto lontano, ci vuole il coinvolgimento e il coordinamento politico per smuovere interessi, magari privati, che portano benefici ad ampio raggio.
    Se la Vision per Trieste è quella di una città volta al turismo e alla ricerca scientifica mi sta molto bene, ma senza un tessuto industriale che porta finanziamenti e capacità imprenditoriali è difficile creare ricchezza.
    Tra la Trieste asburgica e la Trieste attuale sono intercorse tante e tali vicende che è inutile recriminare sul terreno perduto. Conviene collaborare per ripartire.
    E io sono felice se potrò avere maggiori prospettive lavorative che non spingono me e i miei amici lontano dalla mia città.

  6. Luca ha detto:

    @ Marisa: veramente lo statuto della regione (art 46) lascia alla Giunta regionale solo la possibilità di dare pareri non vincolanti sul transito nel porto. Lo stato ha mano completamente libera riguardo al porto (naturalmente fatta eccezione per la natura di porto franco). Se (SE) il governo riuscirà a fare la riforma di cui si parla da decenni e a trovare i soldi per la piattaforma logistica (cosa più importante) dovrò completamente rivalutare l’azione di Matteoli… speriamo bene!

  7. arlon ha detto:

    SE xe i bori
    SE xe previsti tempi decenti

    pol andar ben,
    altrimenti solite ciacole.

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