1 Ottobre 2009

Serracchiani: “Il voto a me è segno della voglia di cambiamento”

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In merito alla sua possibile elezione a segretario regionale del Pd, Deborah Serracchiani ha dichiarato: ”Abbiamo allestito e gestito una consultazione interna seria e appassionata, abbiamo discusso anche duramente e abbiamo trovato che nel partito c’e’ entusiasmo e orgoglio di appartenenza”.

”Nel voto degli iscritti leggo il desiderio di un cambiamento deciso ma responsabile – ha aggiunto Serracchiani – e questa e’ un’indicazione che io intendo seguire”.

Tutti d’accordo sulla Serracchiani icona del cambiamento deciso ma responsabile?

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7 commenti a Serracchiani: “Il voto a me è segno della voglia di cambiamento”

  1. Julius Franzot ha detto:

    Io ho votato la Serracchiani come deputata europea per rappresentare a Strasburgo il Nordest.
    Non me ne può fregare di meno quello che fa in Regione.

  2. cagoia ha detto:

    Si si cambiamento…
    Dal’euroregion de Illy al centralismo dela romana…

  3. Bibliotopa ha detto:

    io non ho votato la Serracchiani proprio perchè mi sembrava soprattutto un gioco di potere interno al pd, con un totale disinteresse nei confronti dell’Europa.

  4. effebi ha detto:

    sicuramente una voglia di cambiamento c’è, ma non solo nel PD.
    serve che ce lo dica ad ogni piè sospinto la serracchiani ?
    serviva un rinnovamento nel PD regionale ? non so, mi sa che i problemi il PD ce li ha al sud dove Bersani viene accusato di aver ottenuto un risultato clamoroso grazie ai “signori delle tesere”
    vabbè, noi qui abbiamo sistemato la giovane romana (…poi ci preoccupiamo della tutela del friulano… e di qualla dei friulani ? non c’era nessun giovane “locale” in grado di puntare alla segreteria del “locale” PD ?)

  5. delusissimo ha detto:

    cambiamento de cossa? la sta con franceschini, che xè el segretario attuale, che iera vice de veltroni che iera segretario… scuseme, son sempio, no capisso…
    e po’, in region, magari la dovessi dirne cossa la gaverà coragio de far verso el capo de pordenon che sta con ela, el mitico moretton, che me par nissun metti in discussion come capogruppo regionale…
    forsi xè la meno pezo, ma altro che cambiamento! ‘ndemo dei..

  6. lucio gruden ha detto:

    Una rondine non fa primavera, soprattutto se non ha la coda.
    L’attuale sistema elettorale ha figliato un partito a vocazione maggioritaria (PD) che inevitabilmente opera adesso solo procrastinando se stesso, capace com’é solo di utilizzare la prassi della cooptazione.
    Nel PD si agisce per il tramite di una tecnocratica strumentazione interna costruita ad hoc e proveniente dalla più stanca (e stancante) burocrazia dei partiti fondatori e affondatori.
    Pensate il livello: Carneade Adinolfi, nelle more della sua sapienza assai logicamente innovativa ma inutile, vorrebbe rappresentare una certa avanguardia culturale che disserta sul “nuovo” dell’organizzazione a rete del partito-PD ma non conosce nemmeno, ahinoi, la differenza sostanziale tra “democrazia diretta” e “democrazia delegata”, ovvero quella più endogena e fine tra le diverse forme del conferimento della delega.
    Mi dispiace per l’On. Serracchaini, che inevitabilmente piace perché comunque rappresenta un filo di speranza per tutti, ma devo contraddirla: non si vede né entusiasmo né orgoglio di appartenenza al partito, nel dibattito acceso del Pd, ma solo stanche faide e liti di posizione tra i soliti noti e alcuni altri che ne rappresentano l’utile codazzo.
    Ora i più stanno a casa e c’é un’Italia che non vota perché non crede più. Dopo l’entusiasmante stagione che aveva proclamato l’imminente avvento del “nuovo” (Lingotto e dintorni), il crollo verticale nella partecipazione dei delegati nazionali, regionali, ecc. ai vari consessi conferma quanto precede.
    …..figurarsi la partecipazione vera, cioè prodromica a un confronto autentico e libero, dei non delegati.
    Per avere primarie vere, bisognerebbe una stagione lunga e profonda di vero dibattito per conoscere le persone e le diverse idee: ci vorrebbe, come diceva K.R. Popper a proposito del grado di democraticità delle società più o meno aperte, avere il coraggio di corroborare il dissenso costruttivo e distruttivo e demarcare chiaramente le differenti teorie in campo.
    E’ chiedere troppo?

  7. Fabio ha detto:

    E’ diventata famosa grazie a un intervento nel quale poneva delle domande, e su quelle domande in molti (me compreso) s’erano ritrovati. Invece che risposte, il PD ha offerto una poltrona. Le risposte, nel frattempo, non mi risulta siano arrivate.

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