28 Settembre 2009

Tornatore alle Torri d’Europa

baarìa

Giuseppe Tornatore sarà ospite a Trieste di FilMakers. Giovedì 1 ottobre alle ore 21.15 il regista, premio Oscar per Nuovo Cinema Paradiso, incontrerà il pubblico del Cinecity alla proiezione del suo ultimo lavoro, Baarìa, che ha aperto l’edizione 2009 della Mostra del Cinema di Venezia.

Questo il programma completo della giornata del 1 ottobre:

Ore 18.50 e ore 21.30 Cinecity – Proiezione di Baarìa (2009)

Ore 21.15 Cinecity – Giuseppe Tornatore incontra il pubblico

Questa la premessa del regista: In base ad una delle innumerevoli etimologie possibili, Bagheria deriverebbe anche da Bab el gherid, che in arabo dovrebbe voler dire Porta del vento. Ma, da che mondo è mondo, noi l’abbiamo sempre chiamata Baarìa. Si, Baarìa, provincia di Palermo, il paese dove sono nato e cresciuto sino all’età di ventotto anni. Troppi per don Fabrizio Salina, il Principe de Il Gattopardo, che sosteneva si dovesse abbandonare la Sicilia prima del diciassettesimo compleanno, per impedire al carattere degli uomini d’assimilare i difetti dei siciliani. Io, dunque, ho fatto a tempo ad assorbirli tutti. Primo, certamente, il credere che il luogo in cui si è nati sia l’ombelico del mondo, anzi il mondo stesso. Ultimo, ma non meno grave, l’effimero rifugiarsi nel limbo dei ricordi una volta appurato che il mondo, in realtà, era sempre stato da un’altra parte e girava senza di noi. Ecco, è forse per rincorrere l’ingenuità perduta il giorno in cui sono sceso dalla nave della Sicilia, o peggio, per essere coerente con le mie tare di baariòto, che da più di vent’anni (sebbene qualche traccia sia già emersa nelle mie opere d’ambiente siciliano) rimugino di farci un film su quella stagione ineffabile e senza tempo della mia vita in cui l’Universo nasceva a via Gioacchino Guttuso 114, si snodava da piazza Madrice lungo lo stratonello di corso Umberto I, e finiva alla rotonda di Palagonia. Poche centinaia di metri, tutto sommato. Ma percorrendole avanti e indietro per anni, potevi imparare ciò che il mondo non ti avrebbe mai insegnato.

Sinossi: Una storia, divertente e malinconica, di grandi passioni e travolgenti utopie. Una leggenda affollata di eroi… Una famiglia siciliana raccontata attraverso tre generazioni: da Cicco al figlio Peppino al nipote Pietro… Sfiorando le vicende private di questi personaggi e dei loro familiari, il film evoca gli amori, i sogni, le delusioni di un’intera comunità vissuta tra gli anni trenta e gli anni ottanta del secolo scorso nella provincia di Palermo: negli anni del Fascismo Cicco è un modesto pecoraio che trova, però, il tempo di dedicarsi al proprio mito: i libri, i poemi cavallereschi, i grandi romanzi popolari. Nelle stagioni della fame e della Seconda Guerra Mondiale, suo figlio Peppino s’imbatte nell’ingiustizia e scopre la passione per la politica. Nel Dopoguerra, il fatale incontro con la donna della sua vita. Una relazione osteggiata da tutti perché Peppino è diventato comunista. Ma i due ragazzi riusciranno a realizzare il loro sogno d’amore.

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