23 Settembre 2009

Serbian night. Belgrado ancora impotente contro gli estremisti

Un’altra volta gli estremisti di destra salgono agli onori della cronaca a Belgrado. Nel week end sono stati protagonisti del boicottaggio di una manifestazione in favore dei diritti degli omosessuali. Un’altro fatto grave e triste che si assomma ad altre precedenti iniziative che hanno fatto parlare male della Serbia dalla stampa estera, trasmettendo un’immagine non molto corrispondente alla realta’.

Nell’ultimo mese la Serbia ha dovuto affrontare una questione che spesso ha messo da parte a causa di una certa rigidezza culturale nel trattare l’orientamento sessuale degli individui. Dopo otto anni, un comitato di persone aveva organizzato un evento chiamato “Belgrade Pride 2009”, che voleva affermare la liberta’ sessuale e l’affermazione dei diritti degli omosessuali. Voleva essere una manifestazione in difesa dei diritti, per promuovere sempre maggior tolleranza. Questa manifestazione non si e’ svolta. Alle 11 il corteo doveva dipanarsi nel centro di Belgrado. Le previsioni indicavano in cinquecento le persone partecipanti all’evento, un numero esiguo, ma pur sempre significativo. La volonta’ di affermare i propri diritti in un paese dove, l’ultima manifestazione che si era svolta nel 2001, aveva registrato forti scontri tra polizia e gruppi radicali che avevano impedito de facto lo svolgersi dell’evento con grande violenza ed un gran numero di feriti.
Non c’e’ stato il Belgrade Pride domenica scorsa perche’ il governo serbo ha dichiarato di non poter assicurare l’incolumita’ dei partecipanti, a rischio a causa delle continue minacce di vari gruppi radicali ( “SNP 1389” e “Obraz”) di voler interrompere e boicottare il corteo con ogni mezzo, compresa la violenza e lo scontro. In queste settimane ci sono state anche alcune manifestazioni da parte di gruppi in difesa della famiglia e contrari all’evento. Sondaggi fatti da vari organi di stampa, di diverso orientamento, hanno tutti messo in risalto la larga maggioranza contraria al Belgrade Pride (70 – 80%).

Un’altra volta il governo in carica si dimostra estremamente debole e permissivo nei confronti di recrudescenze nazionaliste e xenofobe che danneggiano l’immagine della Serbia all’estero. Un’altra volta vengono negati diritti elementari di espressione alle minoranze. Gruppi che rappresentano un parte minima dell’opinione pubblica riescono a tenere in ostaggio il governo, mettendo a nudo i limiti dello stesso nella gestione dell’ordine pubblico e nella difesa dei diritti di tutti i cittadini. Il fatto e’ ancor piu’ grave se si valuta la criticita’ della fase politica che sta attraversando il paese, da un lato proteso verso una candidatura ad entrare gradualmente nell’UE e dall’altro legato ancora alla Russia e ad un senso di frustrazione sviluppatosi negli anni successivi alla dissoluzione della Jugoslavia.

Un paese sotto esame com’e’ la Serbia in questa fase dovrebbe avere molto piu’ sotto controllo la situazione e non permettere che si verifichino fatti di questo genere. A vedere come si e’ svolto il week end viene il sospetto che non sia tutto cosi’ casuale ed involontario.

Esistono forze economiche, colluse con la vecchia nomenklatura che tutt’ora gestisce i ministeri strategici del paese, che hanno tutto l’interesse a far perdurare l’isolamento del paese per poter meglio controllare i vari monopoli messi in piedi nell’ultimo decennio. Monopoli che fruttano ingenti quantita’ di denaro essendo fondati sui beni di prima necessita’: beni di largo consumo di ogni genere che vengono quotidianamente acquistati dalla popolazione. Questi flussi di denaro non possono essere messi in pericolo da fattori quali concorrenza e regolamentazione dei mercati, facilita’ di spostamenti all’estero per la popolazione, pluralita’ di informazione, rinnovamento e snellimento delle istituzioni.
Il sistema si basa invece sul ricatto, sulla diffusione larga e sistematica di un sistema clientelare che da’ ad ogni individuo piccoli e minimi benefici e diffuso scontento provocato dal malfunzionamento della macchina pubblica. Corruzione e raccomandazioni, soprusi continui a danno della piccola impresa, sistema creditizio con altissimi tassi d’interesse, una giustizia lentissima e inconcludente che quasi mai punisce i colpevoli. Rendere fiacca e rassegnata la popolazione attraverso nuove leggi a beneficio di pochi e a danno della maggioranza.

Questo e’ il disegno che perseguono le persone al comando del paese, che si serve con disinvoltura di movimenti come quelli citati sopra, che vengono anche finanziariamente appoggiati per tenere alta la tensione e ritardare o bloccare il dibattito che dovrebbe portare allo sviluppo e ad una normalizzazione del dibattito. La frustrazione va alimentata, mantenere la tensione, tenere vive nell’animo delle persone vecchie ferite, miti nazionalisti, porta benefici economici e politici enormi. Permette alla classe politica di oggi, che e’ la stessa di ieri, di durare nel tempo e di impedire un ricambio, di mantenere lo status quo. Tutto questo finanziato da gruppi economici che manovrano il paese e che beneficiano di enormi quantita’ di denaro che non vanno mai a migliorare materialmente la vita del cittadino.

Le nuove generazioni, gia’ pesantemente penalizzate dai visti d’entrata per i paesi dell’UE che di fatto impediscono qualsiasi spostamento o lo gravano con una lentezza burocratica disperante, hanno senza rendersene conto perso le motivazioni e la fiducia nel futuro. L’accesso al mondo del lavoro e’ lento ed esasperante, privo di meritocrazia e con salari ridicoli che non permettono progetti per il futuro. Si vive un esasperante presente, senza convinzione nel futuro. Prova e’ l’enorme numero di locali notturni stracolmi di gente fino all’alba ogni giorno della settimana. L’esasperazione della bellezza, dell’aspetto fisico, l’esaltazione di un mondo patinato e fashion, e’ un modo come un altro per far sognare la gente, per non farla pensare. Un grande circo multiforme e sempre rinnovato che stimola con mille messaggi superficiali e sfavillanti. La gente preferisce non pensare, perdendosi in mille maniere, fuggendo da una realta’ che e’ amara ed immutabile.

Trasmettere un’immagine della Serbia all’estero fatta di radicalismo, di nostalgie nazionaliste che non passano, di intolleranza nei confronti del diverso, fa bene a queste forze oscure che lavorano con tutte le loro energie per remare contro ad una normalizzazione, al passare oltre a ferite odiose.

Ritardare l’apertura di questo paese non fa parte di un progetto piu’ ampio, ma soltanto permette a questi odiosi gruppi di alimentarsi sempre piu’ esasperatamente, mettendo al primo posto l’ingordigia ed il famelico bisogno di accumulo di capitali fine a se stesso. La mal gestione di questi stessi gruppi non potra’ permettere loro un futuro ed un consolidamento, ma soltanto un tonfo di proporzioni immense, che ricadra’ ancora una volta sulle spalle dei cittadini. E’ difficile vedere una via di uscita, ma il popolo serbo dovrebbe trovare la forza per ribellarsi a questa schiavitu’ e riaffermare il proprio valore, spodestando questo regime di ignoranza e prepotenza che sta togliendo i sogni ed il futuro alle persone.

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3 commenti a Serbian night. Belgrado ancora impotente contro gli estremisti

  1. arlon ha detto:

    Molto interessante.

    Sono l’unico ad avere l’impressione a tratti di sentir parlare dell’Italia?

  2. bulow ha detto:

    stavo per scrivere la stessa cosa

  3. enrico maria milic ha detto:

    mhmh. già. provate a sostituire mentalmente “italia” a “serbia” e quasi tutto fila, a parte qualche dettaglio

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