11 Settembre 2009

La triestina Alisei Apollonio vince il premio letterario Campiello Giovani 2009

E’ una ragazza di 17 anni, iscritta al Liceo Dante di Trieste, la vincitrice del Premio Campiello dedicato ai giovani. Alisei Apollonio è entrata in finale con il racconto ‘Reverie’.

Il racconto è stato scelto come il migliore tra cinque arrivati in finale. Erano 600 i lavori pervenuti alla segreteria del premio sponsorizzato da Confindustria. Questa la motivazione della giuria di Campiello: «Il racconto rivela un mestiere letterario sorprendente data la giovanissima età dell’autrice. I due personaggi in scena sono agente immobiliare e una anziana signora. Il ritrovamento di un vecchio diario di lei apre squarci sul suo passato».

Il Piccolo aveva scritto del racconto di Apollonio:

Alisei Apollonio dimostra una padronanza dello stile narrativo davvero sorprendente se si considera che ha appena 16 anni. Fior di scrittori ormai affermati, ma incapaci di migliorare il loro italiano sciatto e zoppicante, dovrebbero leggere con umiltà queste pagine. La storia, poi, è semplice, classica, lineare, ma ben costruita. Parte dall’incontro di una signora anziana, Madame Davies, con un giovane agente immobiliare di origine giapponese, Monsieur Yoko. Una vecchia casa posta in cima a un colle dev’essere venduta e lei, la signora, ritornando in quelle stanze da cui mancava ormai da tempo, riannoda i fili spezzati della memoria. Ricorda la sua giovinezza, l’amore proibito per Cédric, la morte dei genitori e della nonna. E, poi, il lungo viaggio verso la ribellione agli zii mal sopportati e l’insulto del ricovero in manicomio, per impedirle di vivere liberamente la propria esistenza.

C’è il ricordo di letture ‘alte’ nel racconto di Alisei Apollonio. Dalle poesie del grande ‘maledetto’ Charles Baudelaire alle ‘Affinità elettive’ di Johann Wolfgang Goethe. Ma la lezione dei grandi scrittori si intreccia con un gusto per il narrare che gioca su diversi piani temporali. In un andirivieni doloroso e affascinante tra il presente e il passato. Dove la memoria si frantuma in schegge affilatissime che straziano l’anima.

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