8 Settembre 2009

De Magistris sul suo blog: “Il rigassificatore di Trieste: una vicenda da indagare”

L’eurodeputato dell’Idv, Luigi De Magistris, denuncia dal suo blog la vicenda del rigassificatore in progetto a Trieste. Le parole di De Magistris vanno ben oltre la fumosa posizione del leader del suo partito Di Pietro, rilasciate ieri a Trieste e segnalano come l’Idv di Trieste voglia una “petizione popolare” sul tema. Scrive De Magistris:

Da un parte ci sono le associazioni ambientaliste e la popolazione locale. Dall’altra, il governo e una grande società spagnola. In mezzo, tra loro, il porto di Trieste e il progetto di costruire nella stessa area un rigassificatore, oggetto di un braccio di ferro che vede scendere in campo anche la Slovenia.

Greenaction transnational, Alpe Adria Green, WWF, Legambiente, Italia Nostra, Comitato per la Salvaguardia del Golfo di Trieste e Comitato Sos Muggia, affiancati dalla società civile, non solo contrastano il progetto, temendone la potenzialità distruttiva sull’ambiente e la salute, ma puntano l’indice anche contro la trasparenza con cui si sta procedendo. La loro denuncia – contenuta in una petizione rivolta al Parlamento europeo- riguarda la Valutazione di impatto ambientale dell’opera: nello studio, accusano, sarebbe stata indicata una profondità delle acque del golfo triestino di molti metri superiore a quella reale e omessa la presenza nella zona di altri siti industriali, mentre non sarebbero stati inseriti i dati sull’inquinamento dei fondali (www.greenaction-planet.org).

Sostengono infatti che alcuni progettisti della Gas Natural, chiamata a realizzare il rigassificatore triestino, abbiano omesso e falsificato informazioni tecniche fondamentali. Di questa scorrettezza il Governo italiano, in particolare il ministero dell’Ambiente, sarebbe stato a conoscenza, ma avrebbe scelto di coprire tali falsificazioni e omissioni, delle quali era stato avvisato da organi giudiziari e amministrativi. Le associazioni hanno infatti avanzato un esposto sul caso alla Procura di Trieste, che ha spedito il fascicolo penale alla Procura di Roma e inviato parte di esso al ministero dell’Ambiente. Il tutto ad indagine ancora aperta. Un’ indagine che in modo molto rapido è stata archiviata dalla Procura capitolina. Non nel merito ma nella competenza: secondo i giudici di Roma sulle falsificazioni – denunciate dagli ambientalisti e documentate dalla Guardia di Finanza- dovrebbe esprimersi un tribunale amministrativo.

Quello che contestano le associazioni ambientaliste e’ la superficialita’ nell’approccio investigativo e chiedono che si indaghi su quanto accaduto, e che la stessa Valutazione di impatto ambientale sia riconosciuta come nulla. Del resto è stato recentemente aperto un secondo fascicolo di indagine sulla base della denuncia dei sindaci di Muggia e San Dorligo della Valle.

Per il governo, come ha ricordato in luglio il ministro degli Esteri Frattini, il rigassificatore di Trieste non solo va realizzato, ma sarebbe anche un’opera assolutamente sicura: rispettosa della salute dell’ambiente e della popolazione. Per il rigassificatore poi, si sono schierati anche il presidente della Regione Friuli Tondo, il sindaco di Trieste Dipiazza e il sottosegretario all’Ambiente Menia, che ha difeso l’opera triestina all’interno di un piano nazionale che prevede la costruzione di altri dieci impianti nel paese.

Ad opporsi però è il governo di Lubiana: la Slovenia reputa eccessivamente pericoloso il gasdotto sottomarino che dovrebbe appunto occupare le acque tra Zaule e Grado. Lubiana si è addirittura detta pronta, in relazione alle possibili falsificazioni e omissioni, ad avviare un’azione legale davanti alla Corte di giustizia europea.

In questo quadro, mi chiedo se non sia opportuno non solo un intervento dell’autorità giudiziaria, che chiarisca se ci sono state o meno “taroccature” della valutazione ambientale, ma anche una riflessione da parte dell’esecutivo. L’IdV triestina non a caso ha annunciato una petizione popolare perché la parola ritorni a chi spetta di diritto, ovvero i cittadini. Nelle vertenze locali –dalla Tav al Mose, fino al Ponte di Messina- non è pensabile agire manu militari sulla testa di chi, in quei luoghi oggetto di edificazioni controverse, non solo ha vissuto, ma vive ancora e vivrà.

Di fronte al timore che non siano rispettate leggi importanti come la normativa Seveso, ai dubbi sulla trasparenza nella procedura di realizzazione dell’opera, alle ombre che gravitano su un governo eccessivamente interessato (e si può comprendere perché) a portare a termine il progetto, fermarsi è un obbligo. Non per cedere alla sindrome Nimby (not in my back yard), ma per riconoscere che quando si decide di alterare una realtà ambientale con progetti imponenti, la popolazione e il suo volere non sono un optional.

Questo mese ci sarà l’incontro fra il nostro paese e la Slovenia: il governo potrebbe scegliere la strada del rispetto della comunità locale o almeno quella dell’ascolto e della consultazione democratica. Le speranze, certo, sono poche, ma non è un motivo comunque per tacere di fronte ad una politica condotta dall’esecutivo con la finalità di distruggere l’ambiente e recare danno concreto alla salute della popolazione, capace solo di arricchire i soliti comitati affaristici che imperversano dal sud al nord del nostro paese.

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2 commenti a De Magistris sul suo blog: “Il rigassificatore di Trieste: una vicenda da indagare”

  1. lànfur ha detto:

    Fumosa? Mi pare che nel documento venga richiamata e sinceramente a questo punto il referendum mi pare la posizione più sensata.

  2. Claudia - Ts ha detto:

    “Perchè nessuno finora si è accorto che sulle planimetrie di Gas Natural i serbatoi di stoccaggio del GNL vengono rappresentate ora a destra ora a sinistra,rendendo così impossibile qualsiasi valutazione seria sulla sicurezza ?
    Quali sono gli effetti che un incendio di gas naturale può provocare sulle persone ?
    Per quali motivi le Autorità locali non hanno mai reso pubblici i piani di emergenza in caso di un incidente delle attività a rischio di incidente rilevante esistenti sul territorio ?
    Quali risorse il Governo intende stanziare per proteggere un obiettivo sensibile, quale il rigassificatore di interesse strategiconazinale di Zaule, dalla minaccia di un attacco terroristico ?”
    Queste le domande poste dai VVF della UIL. Alcuni Scienziati hanno esposto i fatti il 9 dic. al Teatro Bobbio.
    Molti timori ed altrettanti dubbi restano.

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