2 Settembre 2009

In viaggio nell’ex Impero: quel profumo di passato da Dresda alla Boemia

Arrivo dalla Baviera, dall’incantevole Bad Worishofen, patria dell’abate Kneipp. Un mondo che definire rilassante è dire poco.
Mi sono spinto fino a Dresda, dove mia moglie ha un’amica bosniaca. Si è sposata con un tedesco di Berlino. Entrambi fanno i ricercatori all’università locale. Dresda, completamente rasa al suolo dagli anglo-americani nel 1945 a pochi giorni dalla fine della guerra, è stata tutta ricostruita ed è oggi patrimonio Unesco. La gente del posto non dimentica quei bombardamenti, che proprio perché a guerra praticamente finita, furono considerati uno sfregio, una cattiveria gratuita.

Da lì sono rientrato nei territori dell’Impero, oggi Repubblica Ceca. Ed ecco la splendida Eger, ora Cheb, che nella Penisola si conosce perché ha dato i natali a Pavel Nedved.
Pochi chilometri e si apre la piana di Marianske Lazne, un tempo chiamata Marien-bad sotto l’Impero Austro-Ungarico. Da qui, fino a Trieste a sud, fino all’Alto Adige/Sued Tirol ad ovest e fino a Leopoli ad est (oggi in Ucraina, fino a 90 anni fa nei confini imperiali), è un mondo omogeneo. Cambia solo la lingua, ma le abitudini sono le stesse, l’architettura austro-ungarica è la stessa, la cucina è quasi identica: carne di ogni tipo fritta o bollita, abbondanza di wurstel, goulash, tartara (in Piemonte è conosciuta come “albese”), palacinke salate e dolci, birra a volontà, vini bianchi prelibati (Traminer, Silvaner, Riesling, Pinot grigio, ecc.). Il modo in cui sono costruite le case, le stazioni ferroviarie, i teatri è lo stesso. Sei in Boemia, ma potresti essere nella Galizia di Joseph Roth (noto in Italia per lo splendido “La leggenda del santo bevitore), al centro di Bolzano o di Trieste, oppure a Maribor, gioiello barocco sloveno.

L’ex Impero Austro-Ungarico ormai lo conosco quasi come le mie tasche, l’ho girato in lungo ed in largo, rigorosamente in auto. Mi sembra però come se fosse sempre la prima volta, trovo un relax ed un profumo di passato che mi lascia ogni volta senza parole.

Domani Plzen/Pilsen, dove nacque il metodo Pilsner, grazie al quale beviamo fresche e dissetanti birre chiare. Poi Linz, Graz, Maribor e Zagabria.

Centinaia di chilometri per un mondo che, ancora oggi, è per certi versi lo stesso. Dove i tramonti tingono di rosso le foreste di stampo nordico, quasi scandinavo, ma il calore ed il colore del sole profumano di mare.

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6 commenti a In viaggio nell’ex Impero: quel profumo di passato da Dresda alla Boemia

  1. jacum ha detto:

    te me ga comoso!!!

    e pensar che xe sempre pezo coi taliani…..

  2. arlon ha detto:

    bel articolo! qualche foto, saria el top!

  3. Euroscettico ha detto:

    Jacum perché non ci vai a vivere

  4. jacum ha detto:

    @ euroscettico

    za fato!!!

    no proprio lá….

    ogni tanto torno, fazo una rimpatriatina e con oci novi rivedo Trieste come sicuramente no te la pol veder ti.

  5. effebi ha detto:

    mi risulta che i boemi a quell’impero non erano molto affezionati e mi sembra che non ne abbiano nemmeno oggi troppa nostalgia.
    federico l’impero è morto, non mi starai mica a fare un pianto nostalgico, proprio te, ad un impero

  6. Euroscettico ha detto:

    @ jacum
    Ottima scelta! Io sono stato di recente in Rep. Ceka e poi in Slovacchia e credimi preferisco rimanere nella nostra Italietta che tu denigri tanto…. magari cercando di migliorarla.

    Cordialmente dal Belpaese 😉

    P.S. permettimi invece di consigliarti di guardare meno i bellissimi film sulla Principessa Sissy, e di leggere dei buoni libri di storia, perché come giustamente (qui sopra scritto da effebi), i boemi, e non solo loro, non è che amassero molto l’invasore austriaco….

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