6 Luglio 2009

AAA Trieste Italiana

50-anniversario-citta-di-trieste-alla-italia-26-10-04-11

Da Carta EstNord (www.estnord.it)

“Trieste è slava, l’Italia non la vuole” canta la curva del Vicenza. “Tito boia, Tito boia”, risponde quella triestina, in un tripudio di tricolori e braccia tese.
Trieste è una città schizofrenica. E’una città che è cresciuta e s’è arricchita grazie allo status di porto franco dell’impero asburgico, alla mescolanza di Italiani, Sloveni, Austriaci, Croati, Greci, Ebrei, Serbi e chi più ne ha, più ne metta. Un centro molto più bastardo che compattamente mono-nazionale. E però, da quasi un secolo a questa parte, è stata costretta a rinnegare la complessità che aveva costituito le fondamenta della sua crescita.

L’italianissima Trieste, città irredenta per eccellenza, difficilmente poteva rischiare di guardarsi allo specchio senza sobbalzare. Ne è seguita una conflittualità decennale mai veramente sopita. “Ancora oggi” dice Enrico Maria Milic, direttore di due progetti di respiro transnazionale come Euregio e www.bora.la “scontiamo un conflitto vecchio di 150 anni”. Qualcosa però sta cambiando, a detta di Milan Bufon, presidente del principale istituto di ricerca della comunità slovena a Trieste: “I rapporti storicamente migliorano, anche se più lentamente di quanto vorremmo”. E non lascia indifferenti sentire che Fabio Bellani, membro del direttivo nazionale di Forza Nuova, fotografa la situazione in modo piuttosto simile.

Esiste un’integrazione effettiva, come provato dall’alto tasso di matrimoni misti, che però non trova spazio nella rappresentazione della città. Anche se in realtà, forse, più che di integrazione bisognerebbe parlare di coesistenza pacifica.
Per la maggior parte del tempo, le due comunità sembrano scivolare l’una di fianco all’altra, quasi vivessero in mondi paralleli, perlomeno a livello istituzionale. Bufon denuncia l’assenza di appoggi politici, l’intenzione di tenere la comunità slovena nell’ombra, per non urtare l’immagine della città italianissima. Ed è difficile dargli torto, soprattutto se pensiamo alle tonnellate di bandierine italiane sotto cui Trieste viene sepolta a cadenze più o meno regolari. O all’ignoranza dei cittadini italofoni rispetto a tutto ciò che c’è di sloveno. Come rileva Milic, che ha trovato casa oltreconfine, “in Slovenia la maggior parte delle persone parla italiano. E’fantascientifico che a Trieste quasi nessuno conosca la loro lingua. E’un tema forte che la politica non affronta”. Esattamente come dovrebbe far riflettere che la città non abbia mai avuto un sindaco sloveno, nonostante si stimi che la minoranza si attesti fra il 10 e il 20% della popolazione triestina. Non è che proprio non si nota, ecco.

Non che la minoranza sia esente da critiche: “Bisognerebbe ripensare la sua struttura” ammette Bufon. “Potenzialmente, le minoranze sono i principali agenti d’integrazione. La comunità slovena invece, per quanto sia comprensibile, è troppo chiusa in se stessa.”. Un atteggiamento che, a detta di Milic, la minoranza tende ad assumere verso la stessa Slovenia: “Perché un giornale come il Primorski non punta ad essere letto anche oltreconfine, anziché solo a Trieste?”. E poi, prosegue “stento a ricordare una sola iniziativa della minoranza rivolta a tutta la città”.

Sia come sia, i diritti della comunità slovena sono stati garantiti da una legge ordinaria del 1998 e da una legge regionale del 2001, che hanno fatto gridare l’estrema destra al pericolo di “slavizzazione” del confine orientale.
Le leggi, oltre a garantire alcune forme di supporto istituzionale alle attività della minoranza, dispongono che negli uffici pubblici dei comuni in cui la comunità slovena è storicamente insediata siano presenti degli impiegati che conoscono la sua lingua e che la toponomastica di questi stessi luoghi sia bilingue. Un bilinguismo tutto sommato imperfetto, oltre che largamente inattuato: se ci limitiamo alla toponomastica, nessuno dei principali centri urbani tradizionalmente abitati dalla minoranza ha adottato cartelli in sloveno.

“A Trieste il bilinguismo sarebbe inaccettabile” dice Bellani. “Ma non mi sembra che adesso ci sia un pericolo concreto”. Nel corso di tutta l’intervista, in realtà, il rappresentante di Forza Nuova cerca di non assumere un atteggiamento oppositivo rispetto alla comunità slovena, se non su alcuni temi particolarmente sensibili. La sua intenzione, si direbbe, è quella di uscire dagli spazi in cui è rimasta storicamente ingabbiata l’estrema destra triestina, per presentare il suo partito come un movimento concentrato sul presente e rivolto al futuro. “Siamo un’avanguardia” dice.
In fin dei conti, dopo l’abbattimento del confine, mantenere l’atteggiamento dei decenni precedenti sarebbe politicamente suicida. Ecco quindi che “la vera minaccia non è la slavizzazione, ma la globalizzazione. Non abbiamo bisogno di un nemico esterno. Ci basta guardare a questa società ipocrita, senza rispetto, priva di valori”. O che, contrariamente a quanto sostenuto dagli stessi militanti sul forum del partito, “è giusto che le scuole slovene abbiano dei finanziamenti pubblici, se la legge lo prevede”.

Poi, però, il richiamo della foresta rimane troppo forte. Anche perché quella foresta costituisce il bacino di reclutamento fondamentale del suo movimento. “Se provano a mettere la scritta ‘Trst’, noi andiamo a tirarla giù subito” dice sicuro. Non va meglio sul diritto ad esprimersi in sloveno negli uffici pubblici: “Mi sembra una questione di principio inutile, agitata solo per creare polemiche. Tutti gli Sloveni parlano benissimo l’italiano”.
Le foibe, l’Istria, il confine orientale, per essere più chiari, costituiscono una fonte di conflittualità necessaria per la sopravvivenza di un partito così fortemente identitario. Permettono di individuare un nemico attorno a cui coagulare il consenso.

Alla fine, com’è evidente, Forza Nuova rimane un movimento minoritario. E il suo tentativo di apparente rottura col passato, per quanto imperfetto, potrebbe anche essere un buon segno. Resta però che il suo approccio alla questione gode di una diffusione non trascurabile, perlomeno a Trieste.
Ad ogni modo, chiosa Milic “da quando la Slovenia è entrata in Europa, non ha più senso organizzare un discorso di conflittualità. E poi adesso la gente comincia a distinguere gli Sloveni dal resto degli Slavi. E’un inizio …”
E forse un segno ancora migliore viene da internet: se si digita “Trieste italiana” su google, uno dei primi link inizia per: “AAA, ragazza italiana a Trieste” . Chissà che il futuro non ci riservi qualche bella sorpresa.

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49 commenti a AAA Trieste Italiana

  1. effebi ha detto:

    ecco come si può essere razzisti condannando il razzismo:
    “E poi adesso la gente comincia a distinguere gli Sloveni dal resto degli Slavi.”

    a bè … allora il problema non era dare dello slavo a uno sloveno in sè, ma per il fatto che lo sloveno è una cosa (nobile) e gli slavi un altra (meno nobile…)

    però, alla faccia ! per questo gli sloveni risultano così simpatici al resto delgi slavi (vasto e variegato gruppo etnico insediato dal rosandra agli urali.

    per il resto consiglio la lettura di stelio spadaro oggi sul piccolo

    “……Secondo me – e lo dico apertamente – è un nodo da affrontare: la minoranza slovena in Italia si considera un pezzo di Slovenia rimasto fuori dei confini etnico-statali (con un implicito o esplicito sottofondo irredentistico) o si considera una parte significativa, originale ed importante della Repubblica italiana e di una società al cui sviluppo per decenni ha dato un contributo intelligente ed operoso? In questo secondo caso la chiave di volta, per tutti, italiani e sloveni, è «l’integrazione civica», fondata sulla democrazia e sulla ovvia difesa delle varie identità delle persone.”

  2. T. Patoco ha detto:

    Xe bastanza facile capir per cossa sta quele tre A.
    Del resto el motto triestin xe “Viva l’A e po’ bon”…

  3. arlon ha detto:

    I discorsi de spadaro xe ciacole. I fatti xe de zercarli dove che el bilinguismo xe za aplicado, e copiar.
    Ma quel, no se vol far, meio ciacolar. E, bon.

  4. effebi ha detto:

    e dove el saria “applicado” in slovenia forsi ? dove in 60 anni i italiani xe sparidi ? no i ga una banca, 10 squadre de balon, 7 de basket, 5 de palavolo…., scuole de musica…, teatri, piccole zone artigianali, comunità montane… ma ghe xe tante bele cartelete bilungui “ciapafarlochi”…

    cifre ragazzi cifre…
    1950 quanti italiani a isola piran capodistria ?
    1950 quanti sloveni a trieste ?

    2009 femo un confronto ? che ,magari scoprimo che mentre da una parte i xe “protetti” ma sparidi dall’altra i xe “trascuradi” ma aumentadi ?

    forse xe l’aria bona che li rendi più fecondi e viceversa….

    se i discorsi de spadaro xe ciacole… figuremose le nostre…

  5. Julius Franzot ha detto:

    Non sono sloveno, ma ho parlato e letto abbastanza opinioni di sloveni di trieste per essermi fatto una mia opinione. Loro mi sembra che si considerino triestini di lingua slovena, primorski, piuttosto distanti da quelli che stanno “lassù a Lubiana”. Per questo non credo che abbiano mire sullo spostamento dei confini, anche perchè sanno che, anche se si applicasse il diritto internazionale (referendum di autodeterminazione), non potrebbero cambiare nulla contro il volere della maggioranza.
    Questo è uno dei classici casi in cui l’ Euroregione sarebbe benefica, rendendo insensati i dibattiti sul “di qua” o “di là”.

  6. effebi ha detto:

    e dopo, che altre fiabe leggi prima di addormentarti ?

  7. Victor Bergman ha detto:

    Dire “slavo” invece di “sloveno”, “croato” etc… trascurando quindi le specificità etniche è dispregiativo.

    Lo ammette anche Sergio Romano in una risposta nella sua rubrica sul CdS:
    http://www.corriere.it/romano/09-07-05/02.spm
    dove trova un analogia con il “Latinos” usato negli USA per riferirsi ai sudamericani, messicani o argentini che siano, anche se a rigor di termine anche francesi, italiani e spagnoli dovrebbero rientrare nel gruppo.

    Quindi nessun razzismo implicito nel desiderare di essere identificati con il nome della propria nazione, semmai giusto desiderio di essere identificati per quello che si è, cosa che tra l’altro non ha mai generato antipatie, almeno non tra chi è altrettanto consapevole della propria identità da non aver bisogno di “popoli nemici”.

    By the way, gli slavi sono insediati anche più a Ovest della Rosandra, e anche molto molto ma molto più a Est degli Urali.

  8. Jack ha detto:

    Caro Effebi,
    la Tua visione delle cose e distorta e poco matura!

  9. Jack ha detto:

    scusa: é distorta…

  10. luca ha detto:

    Nel censimento del 1971 gli sloveni erano il 5,7% della popolazione (tot 272.000 abitanti). Oggi siamo in 208.000 triestini e vogliamo sostenere che il 20% della popolazione sia slovena? Ma dove?
    Tutte le stime disponibili ci parlano di un numero costante di sloveni, anche se nelle scuole superiori di lingua slovena le iscrizioni sono in crisi. Certo se fosse possibile nel prossimo censimento contare le minoranze si potrebbero calibrare meglio le politiche… ma qualcuno griderebbe subito al fascismo, mentre gli italiani di oltreconfine muiono guardando la bellezza dei cartelli e delle pubblicità bilingui.

  11. Bibliotopa ha detto:

    *E poi, prosegue “stento a ricordare una sola iniziativa della minoranza rivolta a tutta la città”. *
    a me viene in mente una, positiva: spettacoli del teatro sloveno sovratitolati in italiano: una maniera di aprirsi agli italofoni.
    Aggiungo la scelta della libreria slovena di via san Francesco di vendere testi sia in sloveno che in italiano ma che si riferiscano al territorio e difatti a volte faccio acquisti da loro.

    Una chiusura invece mi sembra , mi dicono, lo scoraggiare l’uso di costumi folkloristici popolari a chi non è della minoranza: in Suedtirol, in Austria , a Monaco e anche da Godina posso comprare Tracht e Dirndl senza per questo passare l’esame di tedesco, ma avete mai visto in vendita un costume servolano o carsolino per i turisti o i triestini non apparteneneti alla minoranza?

  12. effebi ha detto:

    ma va ?! il costume come un abito sacro ? non mi stupisco più di nulla, nemmeno delle mie visioni delle cose distorte e poco mature.

  13. maja ha detto:

    efbe, kako si dolgo?asen!

    bibliotopa
    i costumi tradizionali non si trovano in vendita.
    chi lo vuole, se lo cuce da sè, con non poca spesa e non poca fatica.

  14. Jack ha detto:

    Cari signori, se siamo solamente il 5,7%, perchè rompete continuamente le balle? Avete paura di un fazzoletto di persone? Che tristezza! Vergognatevi!!!!!!!!!
    Lasciate, per cortesia, una volta per tutte, vivere la gente in pace sulla terra dove è nata da generazioni. Imparate un po’ a rispettare il prossimo e la sua cultura e non rivangare sempre le solite cose… questo è pure un pò il motto di La Bora…
    Andiamo avanti o no?…

    Korenine so korenine in pika!!

  15. arlon ha detto:

    effebi: non so se tu abbia visioni poco mature, ma limitate di sicuro. Il mondo finisce a Capodistria?

    Parlavo di Finlandia meridionale, Catalunya, Belgio, Irlanda occidentale, ecc.
    Non ne sai nulla?

    Peccato. Perchè il bilinguismo perfetto esiste.
    Solo che non lo si sa, e fa più comodo gridare allo “straniero” ad ogni occasione utile, piuttosto che mettersi a lavorare.

    p.s: in qualsiasi caso a Capodistria il bilinguismo è beeen più applicato che a Trieste. O sbaglio?

  16. effebi ha detto:

    Caro Jack,
    la Tua visione delle cose e distorta e poco matura!

  17. effebi ha detto:

    arlon, sbagli, non ne sai nulla ? chiedi ai sopravissuti italiani che a stento sopravvivono nutrendosi di inutili cartelli bilingui.

  18. furlàn ha detto:

    effebi a te la muraglia cinese ti fa un baffo.

  19. Andrea Luchetta ha detto:

    Effebi:

    ecco come si può essere razzisti condannando il razzismo:
    “E poi adesso la gente comincia a distinguere gli Sloveni dal resto degli Slavi.”

    Buh, la considerazione mi sembra assurda. Non credo proprio che Enrico volesse creare una gearchia fra le popolazioni slave, quanto piuttosto sottolineare come, finalmente, almeno nel caso degli Sloveni, si cerchi di fare un po’ di luce nel calderone indistinto delle popolazioni slave.
    Una forma di attenzione minima, la stessa, per quanto ho capito da questi discorsi che mi sembrano assurdi, che potrebbe pretendere un italiano se assimilato a un francese in quanto latino.

    Veramente, mi sembra un tentativo del tutto gratuito di tirar fuori una polemica dal nulla.

  20. matia ha detto:

    hm,se slavo che presumo significa slaveno ? una offesa allora si puo offenderere italiani dargli del latino.perche popoli latini oltre gli altri sono anche italiani ci sono anche i vostri fratelli rumeni o romeni:)
    riguardo la trieste italiana?
    capodistria,isola o pirano erano citta italiane.mentre in trieste vivevano anche i sloveni
    adesso si che la trieste ? italiana come la coseguenzza della spartizione,tra altro fatto im maniera molto equa del teritorio doppo la WWII.
    come trieste in maggoranza di 70% vivevano italiani ? andata a italia.
    istria dove maggioranza di 70 % erano croati ? andata alla croazia.
    tutti erano sodisfati meno sloveni perche nella citta di trieste erano minoranza di30%.come tutti i borghi intorno a trieste.
    e perccio la slovenia per questa perdita ha ricevuto capodistria,isola,pirano e portorose,anche se qua vivevano piu croati che sloveni.
    perccio,un po di riguardo verso i sloveni non farebbe del male.

  21. effebi ha detto:

    e quanto all’etto ?

  22. effebi ha detto:

    alla fine, amici, non capisco il senso di questo post.
    ci fosse almeno dentro una precisa richiesta di rivendicazione, una richiesta inevasa da parte del governo italiano rispetto a qualche precisa formulazione di qualche identificata rappresentanza della minoranza.
    son frasi buttate li, luoghi comuni per farci bisticciare, e noi bisticciamo, ostrega !

    milan bufon:“I rapporti storicamente migliorano, anche se più lentamente di quanto vorremmo”

    tutto qua…!? o madonna !

    dovremmo interrogarci perchè i tedeschi non parlano italiano quanto gli italiani parlano tedesco ? e gli inglesi che non sanno una parola di italiano ? mah …

  23. effebi ha detto:

    e poi questa mi sembra da guinness dei primati…
    la cosa più incredibile del mondo, siori e siore :

    “in Slovenia la maggior parte delle persone parla italiano.”

    e come mai in italia la maggior parte delle persone non parla sloveno ? …adesso mi ritiro sulla muraglia e ci penso…. mmmm !

    intanto se qualcuno mi da una cifra dei matrimoni misti e della percentuale di incremento in questi ultimi anni magari ci divertiamo a scoprire se è il marito o la moglie ad essere preferibilmente sloveno.
    e poi da cosa si capisce se uno è sloveno, non esistendo un censimento e non avendo nessun riscontro sui documenti… mah

    sarà un altra delle mie visioni distorte e poco mature.

    per fortuna, almeno, scopriamo che -finalmente- se non tutto è perfetto è per il fatto che “scontiamo un conflitto vecchio di 150 anni” che, facendo un paio di conti, ci consente di saltare uno dei tanti luoghi comuni sulle cause di tutti i mali del mondo. grazie enrico maria ! ma vedrai che ci arriveremo…ah se ci ariveremo…

  24. Luigi ha detto:

    Sì al bilinguismo a Trieste.

    Sì al bilinguismo a Fiume (che non è Slovenia, ma tanto per ricordarci che la maggiore comunità degli italiani nella ex Jugoslavia sta proprio a Fiume).

    Sì anche al bilinguismo in tutto il territorio dei comuni di Capodistria, Pirano e Isola (e non un tocheto si e un tocheto no).

    Luigi

  25. maja ha detto:

    effebi

    ma secondo te è normale che un impiegato pubblico, che è al servizio del cittadino e dai cittadini è pagato, non conosca non dico la lingua, ma neanche l’alfabeto di una bella fetta dei propri “clienti/datori di lavoro”? e che di conseguenza non sia in grado di scrivere nè di pronunciare correttamente il nome e il cognome del cittadino che gli si para davanti per richiedere un servizio?

    ma andiamo, dai. lucchetta e mili? scoprono l’acqua calda e tu li accusi di razzismo e di provocazione gratuita. contento tu.

    A proposito: come se scrivi el cognome del commander in chief de tuta sta baraca? Milic o Mili?? E soprattutto: come se pronuncia? Milik? Milich?

  26. effebi ha detto:

    cara maja, è normale che digitando “trieste italiana” non ci sia nessun annuncio “AAA, ragazza italiana a Trieste” se non quello (costruito ad arte ?) del sito bora.la ?

    mi sa che gli “inventori dell’acqua calda” se la stanno ridendo

  27. trenta81 ha detto:

    mi sembra o italiani a gorizia o vicino al confine tipo muggia portano i figli a scuola in slovenia?

    il confine non è caduto? ma che si rivendica? il nulla

  28. maja ha detto:

    hai ragione.
    voglio credere che si tratti di licenza poetica.

    tu però hai la brutta abitudine di non rispondere alle domande.

  29. furlàn ha detto:

    effebi se devi proprio fare discorsi di 80 anni fa perchè non li fai almeno con quel tocco di grammatica corretta che veniva insegnata nelle italianissime e redente scuole del tempo? A leggerti mi viene il mal di testa.

  30. effebi ha detto:

    propongo di modificare l’ultima frase del post proposto con qualcosa che attiene alla realtà delle cose (questo almeno è un annuncio vero: 2° voce su google)
    ——————–
    Ad ogni modo, chiosa Milic “da quando la Slovenia è entrata in Europa, non ha più senso organizzare un discorso di conflittualità. E poi adesso la gente comincia a distinguere gli Sloveni dal resto degli Slavi. E’un inizio …”
    E forse un segno ancora migliore viene da internet: se si digita “Trieste slovena” su google, uno dei primi link inizia per: “Madrelingua slovena cerca lavoro full-time come segretaria, impiegata o banconiera – gelateria/asporto a Monfalcone, Trieste, Gorizia e limitrofi. Persona seria e gentile, pregressa esperienza nel settore commercio, assicurazioni ed impiegatizio. Non sono interessata al lavoro di agente, consulente, vendite porta a porta o simile.” Chissà che il futuro non ci riservi qualche bella sorpresa.
    ———————

  31. effebi ha detto:

    @furlan -che bel go trovado el maestrino dalla matita rossa !

  32. giorgio ha detto:

    Stamane sulla stampa locale, la rubrica di R. Gruden ha ripreso da “Il Piccolo” del 07.07.1959:
    “La Jugoslavia ha deciso l’introduzione della lingua italiana, come insegnamento obbligatorio, nelle scuole dei Comuni di Capodistria, Isola e Parenzo, dove risiedono minoranze italiane.”

  33. miha ha detto:

    “…Secondo me – e lo dico apertamente – è un nodo da affrontare: la minoranza slovena in Italia si considera un pezzo di Slovenia rimasto fuori dei confini etnico-statali (con un implicito o esplicito sottofondo irredentistico)…”

    e come lo vorrebbe affrontare?

    Quella di addossare alle minoranze etniche propositi di eversione e’ stata una prassi ben diffusa, oltre che dalle politiche naziste originali,anche di quelle nazistoidi delle guerre balcaniche.Una roba del genere da noi la senti solo da qualche idiota marginale, non certo da un autorevole esponente politico, per giunta espressione della tradizione antifa..Se sono questi i politici che avete a Trieste, complimenti.

  34. Andrea Luchetta ha detto:

    Effebi,

    Inizio a pensare che lei abbia più di qualche frustrazione da sfogare sul blog. Oltre a essere vagamente scisso, perchè prima bolla il post come inutile e poi ci passa ore a commentarlo. Un po’ di coerenza, hvala liepa.
    Inoltre, e non è la prima volta, tende a fare di tutta l’erba un fascio e a mischiare gli argomenti così, per il gusto di creare una nuova polemicuzza. Contento lei, contenti tutti.

    1) Sulla licenza poetica: l’articolo è stato scritto il 10/5. Come forse persino lei saprà, il ranking delle pagine di google è dinamico, per cui può capitare che un link che una volta stava in prima pagina, a distanza di due mesi sia retrocesso chissà dove. Non me lo sono inventato (magari avessi tutta questa fantasia), so di essere stato corretto. Poi, la pensi pure come vuole.
    Mi faccio qualche domanda, però, su chi si mette a passare al setaccio singole frasi di un articolo apparso su un blog, nemmeno sul New York Times. Ognuno dispone del tempo come meglio crede, va’ là.

    2) Sul senso del post e sulla scoperta dell’acqua calda (e qui mi rivolgo anche a Maja): Carta EstNord mi aveva chiesto di scrivere un articolo sui rapporti fra le comunità italiana e slovena di Trieste. Dovendo affrontare la questione da zero in una pagina e mezza e dovendo rivolgermi a un pubblico che dell’argomento conosce poco o nulla, sarebbe stato difficile fare qualcosa di diverso da una panoramica generale.

    Dal mio punto di vista, comunque, qualche spunto un po’ meno banale c’é: al di là di sarcasmi piuttosto facili, forse è interessante sentire cos’ha da dire un italiano che ha scelto di trasferirsi in Slovenia.
    Idem ascoltare quello che ha detto Bellani di Forza Nuova. Da quanto ho capito, la dirigenza del partito sta cercando di riformulare le posizioni sull’argomento, perchè s’è resa conto che un discorso semplicemente oppositivo è fuori dal tempo. E questo apre degli scenari interessanti, anche perchè la base non sembra essere così in sintonia con la visione della dirigenza.
    E infatti mi ha sorpreso che tutti i commenti si siano focalizzati sugli aspetti arci-noti che del post, senza considerare in minima parte altri spunti. Riflesso condizionato da blog?

  35. effebi ha detto:

    “…o si considera una parte significativa, originale ed importante della Repubblica italiana e di una società al cui sviluppo per decenni ha dato un contributo intelligente ed operoso? In questo secondo caso la chiave di volta, per tutti, italiani e sloveni, è «l’integrazione civica», fondata sulla democrazia e sulla ovvia difesa delle varie identità delle persone.”

    il testo di spadaro è così completato, ove lo stesso spadaro appunto non accusa (balcanicamente) ma si interroga.
    forse miha -soffermandosi sdegnato solo sulla prima parte dell’intervento di spadaro- dà quindi per certo che la minoranza slovena “si considera una parte significativa, originale ed importante della Repubblica italiana e di una società al cui sviluppo per decenni ha dato un contributo intelligente ed operoso”

    In questo secondo caso la chiave di volta, per tutti, italiani e sloveni, è «l’integrazione civica», fondata sulla democrazia e sulla ovvia difesa delle varie identità delle persone.”

    complimenti a spadaro (che da tempo non è più manco un politico)

  36. effebi ha detto:

    Non ho detto che è un post inutile, ho detto che non ne capisco il senso, e per questo -coerentemente- lo frequento, per capire se e quale senso ha.
    E per capire meglio mi metto anche a setacciare, non dando per scontato nulla, trovando “particolare” che per affrontare un tema delicato come quello proposto si vada ad intervistare, per la parte italiana, l’esponente di un movimento di destra estrema e per di più (come detto nello stesso articolo) di minima rappresentanza.
    Cerco di capire (..)

  37. Andrea Luchetta ha detto:

    Chiedo scusa per l’aggiunta, avevo dimenticato un paio di cose per strada:

    milan bufon:“I rapporti storicamente migliorano, anche se più lentamente di quanto vorremmo”

    “tutto qua…!? o madonna !”. Beh, per quanto possa sembrare incredibile, forse è una notizia. Almeno per chi non vive a Trst e avrà letto sì e no un mezzo trafiletto su qualche polemica sulle foibe. Visto che i media tendono ad occuparsi della questione solo quando c’è qualcosa di particolarmente pepato, immagino che fuori dalla regione abbiano una visione falsata dell’argomento (quei pochi che hanno vagamente idea di cosa si stia parlando, poi).
    Per dire, credo -magari sbagliando- che chi mi ha commissionato l’articolo immaginasse un quadro ben più conflittuale.

    “e come mai in italia la maggior parte delle persone non parla sloveno ? …adesso mi ritiro sulla muraglia e ci penso…. mmmm !”
    Non in Italia: a Trieste, che è un po’ diverso . Viva

  38. Andrea Luchetta ha detto:

    Sgombro il campo dall’equivoco: non sono andato da Bellani per sentirmi dire amenità del tipo “gli Sloveni tutti in foiba”,anche perchè non era difficile immaginare che non l’avrebbe fatto.
    Trovo che le posizioni del suo partito e dei suoi militanti siano interessanti anche perchè, a mio modo di vedere, rispecchiano un’intransigenza piuttosto diffusa, spesso soffocata nella brodaglia del politically correct.
    Poi ha fatto delle aperture che non mi sarei immaginato, tipo sui finanziamenti alle scuole slovene, e là per me la questione è diventata ancora più interessante.

  39. effebi ha detto:

    dunque: è ovio che riteniamo valida l’ipotesi che “in Slovenia la maggior parte delle persone parla italiano.” 🙂

    e, questa situazione in Slovenia dovremmo paragonarla a quella di Trieste…. 🙂

    scusami andrea, ma è inevitabile che poi -ad un frustrato come me- possa scappare qualche battutella sarcastica, dai !

    živ!

  40. furlàn ha detto:

    Insomma la notizia è che le avanguardie retrocedono.

  41. Matteo Apollonio ha detto:

    Effebi dev’essere uno dei contrattisti che trimestralmente a turno riempiono con fiumi di parole pesantucce questo simpatico luogo di confronto.Chi li paga per il tempo? O sono forse degi avatar che usa il nostro Gazda Enriko Milic? Ko zna?

  42. Victor Bergman ha detto:

    Per quanto riguarda la dicotomia “Slovenia irredenta”/ “parte importante della cittadinanza italiana” che affliggerebbe secondo il professor Spadaro la minoranza slovena ho alcuni dubbi:

    I membri della minoranza che si considerano “irredenti” ritengono di conseguenza di non essere parte “significativa, originale ed importante della Repubblica italiana”? E se fosse che non si sentano parte “significativa, originale ed importante della Repubblica italiana” perché così non vengono considerati dai concittadini italiani in quanto manifesterebbero sentimenti ostili verso l’Italia?

    Non si capisce poi come la minoranza slovena potrebbe in concreto sentirsi parte “significativa, originale ed importante della Repubblica italiana” senza la piena applicazione delle leggi di tutela (il “bilinguismo” del “bilinguismo mai!” di una volta)?

    E non si capisce quali sono gli atteggiamenti della minoranza che per contro rivelerebbero la sua disaffezione verso lo stato italiano (a parte il “Trst je naš” datato 1945, tra l’altro non condiviso dagli sloveni “bianchi”), forse le continue richieste del “bilinguismo” ovvero essere riconosciuti come parte “significativa, originale ed importante della Repubblica italiana”?

    Non se ne esce, se non ammettendo che la minoranza slovena

    1) non è affatto parte “significativa, originale ed importante della Repubblica italiana” e quindi non merita riconoscimenti in questo senso dal resto della cittadinanza (e quindi non le resta altro che perseguire obbiettivi eversivi per quanto irrealistici…)

    oppure

    2) è stata finora colpevolmente bistrattata dal resto della cittadinanza che non ha saputo mettere a frutto l’originalità, l’importanza bla bla bla della minoranza per il bene comune…
    (e per riparare domani vengano poste le tabelle bilingui Trieste-Trst all’entrata della città).

  43. effebi ha detto:

    scelgo la 2, come luigi.
    il fatto però è, come mai la stessa minoranza non chide il cartellone all’entrata ? non ci fa una bella manifestazione ? non va a Roma a battere i pugni supportata da qualche formazione politica ? Come mai anche quando governavano formazioni politiche amiche la minoranza stessa non ha spinto ? come mai un numero così consistente di sloveni triestini, con un bel gionrnale (proprio) alle spalle ed un altro (meno piccolo) a spalleggiare non hanno mai fatto una convinta campagna in questo senso ?
    solo piccole voci di richiesta, qua e là, punzecchiature, o interventi come qui su bora.la.
    sarà mica che alla stessa minoranza non importa mica così tanto sto cartello all’entrata ? sarà mica che va bene così, che tanto qualcosa “d’altro” sta infame italietta ogni anno allunga…. sarà mica che brontolando in eterno per un cartello qualcosa arriverà sempre… !? mmm

  44. effebi ha detto:

    o come mai la stessa slovenia -che sa farsi valere così bene con la croazia- non accenna una minima richiesta per soddisfare una esigenza così sentita da parte dei suoi connazionali che da anni attendono ?
    mi sfugge qualcosetta.

  45. maja ha detto:

    leggi quotidianamente il Primorski dnevnik da vent’anni a questa parte?

    no, dico, perchè ne sai di cose…

  46. effebi ha detto:

    non so per esempio chi della minoranza è il rappresentante.
    i croazia Radin per la comunità nazionale italiana, in slovenia tremul, battelli… ma per la minoranza slovena in italia a chi si fa riferimeno ?

  47. asem ha detto:

    effebi, chi è che rappresenta la minoranza non lo saprai mai – al massimo i rappresentanti (che si controllano a vicenda).
    Spesso infatti , almeno secondo me, la difficoltà tra le due comunità è più dovuta a motivazioni ideologiche che di contrapposizione di altra natura.
    Ci sarebbe moto da dire ma non ha senso…. Perché fino a quando il monopolio del potere rimarrà legato a soliti noti e agli amici dei soliti noti lo status quo va bene a quelle famiglie che da 50 anni vivono “grazie alle rendite storiche” e non accetteranno MAI un confronto democratico all’interno della stessa comunità slovena, o almeno di quello che ne è rimasto.
    Fintanto che riusciranno a spremere lo status quo andrà bene, e soprattutto riusciranno a fare quello in cui si sono specializzati ………… .
    Ma posso anche sbagliarmi.

  48. effebi ha detto:

    vabbè, comunque volevo segnalare

    ad andrea lucchetta & enrico maria milic che nel post incoraggiavano a riflettere che “…la città non abbia mai avuto un sindaco sloveno, nonostante si stimi che la minoranza si attesti fra il 10 e il 20% della popolazione triestina.”

    La minoranza slovena ha avuto un sindaco di origine slovena ma forse non se nè accorta:

    Manlio Cecovini (dal ’78 all’83) Proveniente da una famiglia di origini slovene i ?ehovin, fu pure membro al Parlamento Europeo

    La minoranza ha avuto pure un sindaco di roma (veltroni), un allenatore della nazionale italiana (cesare maldini…. cesare !) un martire irredentista (oberdank) un generale gribaldino (scodnik) la cui figlia irene sposò imbriani, coniatore del termine “irredentismo” ….etc etc…

    tutti di origine slovena (meno imbriani, ovviamente)

    …e un ex-politico di origini slovene è persino presidente della federazione delle asssociazioni ….degli esuli (Kodarin)

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