24 Giugno 2009

Faccetta nera, aspetta e spera…

sceriffo2
Charlie Hebdo è un giornale satirico francese che, sotto varie forme, si fa largo a colpi di piccone dal 1960. Circa un mesetto fa ha pubblicato quest’articolo di Gérard Biard sui respingimenti all’italiana.

Si possono rimproverare molte cose al governo Berlusconi, ma non di sicuro di mancare d’immaginazione finché si tratta di rovinare la vita degli immigrati. Attivamente supportato sulla questione dagli esagitati razzisti della Lega Nord, ai quali ha assegnato diversi ministeri chiave, il Cavaliere non esita mai a ricorrere alle maniere forti per respingere i morti di fame extracomunitari – e a volte pure intra-comunitari, visto che la caccia ai Romeni in Italia è aperta tutto l’anno.

Ultima trovata in ordine di tempo: impedire l’ingresso nel paese agli eventuali richiedenti asilo e riportarli direttamente nelle mani dei loro aguzzini. Il 7 maggio, due vedette della marina italiana hanno ricondotto a Tripoli 227 clandestini che avevano fatto naufragio ed erano stati raccolti al largo delle coste libiche. Restituiti a mo’ di pacco celere alla polizia di Gheddafi, da cui pensavano di essere riusciti a salvarsi.
Secondo l’Alto Commissariato dei rifugiati dell’Onu, molti di loro potrebbero essere dei richiedenti asilo. E anzi è sicuro: nel 2008, il 75% degli immigrati sbarcati sulle coste italiane ha presentato domanda. E, ancor più significativamente, la metà è stata accettata.

Un incubo per il Ministro degli interni, Roberto Maroni, che ha trovato la soluzione: impedire ai candidati di formulare la richiesta. “Tutto ciò non ha nulla a che veder col diritto d’asilo, spiega con la fredda logica del gestore dei flussi del bestiame umano. I clandestini non entrano sul territorio nazionale, ma sono respinti alla frontiera. Convalidare le domande d’asilo non è quindi responsabilità del governo italiano …”
Tranne che, come ricorda Loris de Filippi, responsabile italiano di Medici senza frontiere, “allontanare delle persone senza averle identificate e senza averle permesso l’accesso, per chi ne ha diritto, alle procedure sul diritto d’asilo è illegale e contrario a tutte le legislazioni nazionali e internazionali”.

Ma tanto non è una novità. Nel 2005, l’Italia era già stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per il rimpatrio forzato di undici richiedenti asilo che non avevano potuto esercitare i propri diritti.
Ma Roberto Maroni, fiero lombardo col marchio di fabbrica Lega Nord, non è tipo da lasciarsi impressionare da dei giudici, per giunta europei. Non demorde, per lui quest’operazione è un “successo storico”. Del resto è stata ripetuta nel week-end passato. In totale, oggi sono quasi 500 gli immigrati clandestini rispediti a provare i manganelli elettrici della polizia libica.
Tutto quest’entusiasmo non è condiviso ovunque. A cominciare dai militari italiani imbarcati sulle vedette, che hanno la sensazione d’esser stati obbligati a compiere un lavoro molto sporco. “E’l’ordine più infame che abbia mai dovuto realizzare, ha confidato uno di loro a Repubblica. Non racconterò mai ai miei figli quello che ho fatto, me ne vergogno, “Quando li abbiamo fatti salire a bordo, testimonia un altro, molti erano malati, alcuni avevano delle gravi ustioni, le donno incinte ci preoccupavano enormemente, ma non potevamo far niente, quelli erano gli ordini e noi li abbiamo eseguiti. Ci ringraziavano di averli salvati. Non potevamo dirgli che li stavamo riportando nell’inferno da cui erano scappati a rischio della vita”.

Perché nessuno nutre dubbi su ciò che attende questi rifiutati del diritto d’asilo. Nel centro di detenzione gigante di Lampedusa, i volontari delle associazioni umanitarie italiane hanno raccolto centinaia di testimonianze di scampati sul loro calvario. Come, dopo essere sfuggiti al deserto, dopo essere stati vittime del racket dei passeur, si sono ritrovati fra le mani degli sbirri e dei militari libici, che li hanno a loro volta taglieggiati, pestati, torturati, stuprati, ridotti in schiavitù …
Questo ritorno forzato verso l’orrore ormai rischia davvero di essere il destino comune della maggioranza dei candidati all’immigrazione che tenteranno la traversata del Mediterraneo per mettere piede in Sicilia. Perché quest’operazione che rende così fiero Roberto Maroni non è che il calcio d’inizio del “partenariato” sull’immigrazione siglato fra Gheddafi e Berlusconi nell’agosto 2008, in occasione della firma dell’ ”Accordo d’amicizia” italo-libico. In cambio di un “trattamento preferenziale” per le società italiane in Libia, e soprattutto di una cooperazione nella lotta contro l’immigrazione, l’Italia aveva ufficialmente presentato le sue scuse alla Libia per la colonizzazione. Scuse accompagnate da un indennizzo di cinque miliardi di dollari, visto che Gheddafi non ha perduto nulla del suo talento di estorsore…

Cosa ancora più inquietante, questa collaborazione con un dittatore taglieggiatore e terrorista, avanzata al punto d’aiutarlo a riempire le sue prigioni e distrarre i suoi seviziatori, alletta pure le autorità europee. Quando l’accordo italo-libico sull’immigrazione è stato concluso, Jacques Barrot, commissario europeo alla sicurezza, lo aveva salutato come “un elemento positivo, che permetterà di evitare delle catastrofi umanitarie”- previsione puntualmente verificatasi, come s’è potuto constatare … E ancora lo stesso Barrot domandava alla Libia di cooperare “più strettamente” nella lotta contro gli immigrati clandestini. Fino a oggi, il solo responsabile dei Diritti dell’uomo al Consiglio d’Europa ha condannato, mollemente, l’iniziativa italiana.

Una prova in più del fatto che l’Europa deve risolvere il più urgentemente possibile, pena il rischio di perdere una parte della sua essenza, la contraddizione fra il suo desiderio, sincero, di promuovere i Diritti dell’uomo e la sua ossessione di chiudere a chiave le frontiere esterne. Aspettando che ci riesca, la seconda tappa della collaborazione berlusco-gheddaffiana, che prevede la messa in funzione di pattuglie miste in mare, dovrebbe cominciare il 15 maggio. Dopo un “breve addestramento degli equipaggi libici”, ha precisato Maroni. Giusto il tempo che i mastini di Gheddafi imparino a mirare alla testa dei naufraghi quando c’è un po’ di mare grosso.

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86 commenti a Faccetta nera, aspetta e spera…

  1. effebi ha detto:

    Continente africano, nel 2005, 920 milioni di abitanti
    quanti sono i potenziali rifugiati politici ?
    500.000.000 ?
    E’ bello fare le battute e l’ironia (la sinistra in questo non ha rivali)

    Intanto oggi alle cose serie ci pensa Maroni, domani magari Zanonato….(che si distingue da certa sinistra per non essere così ironico)

  2. pierpaolo ha detto:

    Ma sta gente guardare in casa propria mai eh?
    Tutti dentro per ghettizzarli nelle nuove banlieu bresciane?
    e i 35.000 respinti dal franchista Zapatero?
    mah…

  3. furlàn ha detto:

    Caro Andrea queste cose non si fanno. 😉
    Su questi temi vale l’ordine in voga sui tg nazionali: zeru tituli.

  4. arlon ha detto:

    Qualchidun ga de spiegar come la stragrande magioranza dei imigrati riva tranquilamente, con un aereo e un simpatico visto turistico.

  5. effebi ha detto:

    glielo dici tu a quelli che arrivano moribondi sui barconi ?

  6. arlon ha detto:

    Anche in sto topic zercavo de dir come le priorità sbandierade da media speso no ga corispondenze con la realtà 🙂 almeno nele proporzioni.

    Nel riconoserlo sta la diferenza tra el voler risolver un problema, e el voler eser notadi mentre se prova.

  7. arlon ha detto:

    (dito questo, xe del tuto evidente come anche el “candor” evidenziado da una certa sinistra sul argomento sia del tuto anacronistico e con pochi riscontri.. specialmente nel pensier dela popolazion)

  8. Julius Franzot ha detto:

    Io continuo a chiedermi come mai le rappresentanze diplomatiche dei Paesi EU non pubblicizzano nei Paesi di origine dei migranti, che la stessa Europa è piena di disoccupati e che chi vuole chiedere asili politico deve venire con un documento di identità in regola.
    Lo scopo sarebbe non farli partire (e sappiamo che per ogni vittima dei passeur ci sono famiglie intere che si indebitano per generazioni!!). Se uno è seriamente motivato a chiedere asili politico, porterà con sè un documento valido. Chi non lo porta (nel deserto non glielo toglie nessuno) vuol dire che non ha molto interesse a farsi identificare.
    Per i migranti “economici” la soluzione dovrebbe essere aiutare economicamente i paesi di provenienza, controllando che gli aiuti vadano alla creazione di imprese & Co., e non ad ingrassare i governanti corrotti.

  9. Marisa ha detto:

    verissimo quello che scrive ARLON. La maggior parte della immigrazione clandestina entra in Italia con il visto turistico.
    I barconi sono solo la parte più eclatante del problema. Problema difficile che dovrebbe essere principalmente un problema dell’UE e non del sigolo Stato comunitario.

    Ci sono stati africani ricchissimi di materie prime e contemporaneamente con una popolazione poverissima. Il problema dunque è in Africa che va risolto. E com’era la situazione dell’Africa prima della colonizzazione europea? Quali le responsabilità della colonizzazione europea?

    Chi sa rispondere?

  10. cagoia ha detto:

    “la soluzione dovrebbe essere aiutare economicamente i paesi di provenienza”

    Ho visto in Marocco terreni fertilissimi dove potresti avere 3 raccolti all’anno e nessuno che lavora la terra perchè preferiscono starsene seduti al bar e guardare la Spagna oltre il mare.
    Quindi anche il discorso di aiutarli a casa loro non so quanto possa avere successo… se non c’è voglia di lavorare e cultura del lavoro.

    Se dai un pesce ad un uomo lo nutrirai per un giorno, se gli insegni a pescare lo nutrirai per il resto della vita … dicevano i cinesi.
    Ma chi glielo fa fare a quell’uomo di alzarsi alle 4 di mattina per andare a pescare se c’è sempre chi gli regala il pesce?

  11. effebi ha detto:

    Purtroppo nè Charlie Hebdo nè Gérard Biard ci illuminano su come gestire le masse in arrivo (quando sono arrivate) o come bloccarle o selezionarle(quando sono in partenza).

    Mi sembra un pò naif l’idea che i paesi Eu pubblicizzino la loro “presunta” povertà, le tv le vedono in tutto il mondo, finchè si regalano “pacchi” milionari……

    aiutare i paesi di provenienza ? e poi, come li sfruttiamo ?

    cioè, ragazzi, ci prendiamo in giro ? giriamo con macchine atrezzate di aria condizionata, usb, navigatore satellitare (pur non avendo praticamente alcuna risorsa naturale) il nostro tempo libero lo impieghiamo scorazzando su bici al titanio tirate giù da suv che non si giustificano in nessun modo (per la tipologia delle nostre strade) vestiti con tutine sgargianti in tessuto tecno antifreddo anticaldo e antipioggia e sognamo il mondo ideale ?
    volgiamo convincere gli altri che siamo poveri ? lo saremo, lo saremo… allora non servirà fare alcuna pubblicità e il problema immigrazione sarà risolto.

  12. bulow ha detto:

    per capire di cosa si sta parlando, puo’ essere utile leggere l’ articolo di gatti che linko qui sotto.

    http://espresso.repubblica.it/dettaglio/la-nuova-ondata/2076172/

    vale anche la pena visionare il videoreportage.

    e’ molto interessante il legame diretto che c’e’ tra le ondate di immigrati che cercano di arrivare a lampedusa e la probabile centrale nucleare che ci si materializzera’ sotto le chiappe a monfalcone nei prossimi anni.

    – il mondo e’ piccolo.
    – sì, e anche molto cattivo.

    (scambio di battute tratto da “per qualche dollaro in piu'” di sergio leone)

  13. effebi ha detto:

    ho visitato un pò i link… qualcosa ci potrebbe anche stare, altre mi sembrano “costruzioni” e descrizioni di fatti anche poco collegabili, in generale non ho capito che c’azzecca la centrale (ipotetizzata) di monfalcone.
    mah, il problema dell’immigrazione mi sembra gia di per se complesso da doverlo-volerlo associare ad altre vicende.
    in ongi caso …il mondo è piccolo, e anche molto cattivo…
    chi glielo dice a Charlie Hebdo e Gérard Biard ?

  14. bulow ha detto:

    effebi

    il collegamento e’ questo:

    la francia ha finanziato la guerriglia tuareg per mettere le mani sul piu’ grande giacimento di uranio del mondo. questa guerra ha destabilizzato l’ intera zona e ha causato una serie di ondate migratorie gestite da raket legati ai vari eserciti regolari e irregolari. l’ uranio proveniente dal niger verra’ venduto dalla francia all’ italia, insieme alla tecnologia (accordo sarkozy-berlusconi). ecco il legame.
    inoltre gheddafi da una parte ha appoggiato e finanziato la guerriglia tuareg per conto della francia, e dall’ altra ha fatto il famoso accordo con l’ italia per il controllo dell’ immigrazione. senonche’ la libia ha bisogno di manodopera a basso costo proveniente dal centroafrica, e quindi incoraggia la tratta di esseri umani attraverso il niger. una parte di questi disperati cerca poi di fare il salto verso l’ italia. mi pare proprio che gheddafi gliel’ abbia messo in quel posto a berlusconi, giocando sulla pelle dei disperati.

    prova a chiedere a qualche senegalese o maliano cosa pensa di gheddafi!

    p.s. “charlie hebdo” e’ un giornale satirico, tipo “cuore” dei tempi d’ oro. cattivi lo sono sempre stati. la satira dev’ essere cattiva con il potere, non con i poveracci

  15. Andrea Luchetta ha detto:

    Caro effebi,

    “Purtroppo nè Charlie Hebdo nè Gérard Biard ci illuminano su come gestire le masse in arrivo (quando sono arrivate) o come bloccarle o selezionarle(quando sono in partenza).”

    Beh, come forse un giornalista del suo calibro saprà, direi che non è compito di una rivista, tanto più se satirica. Nulla impedisce di avanzare delle proposte, ovviamente. Però, come sembra realizzare anche lei, la questione è un pochetto complicata.

    Qua direi che si sono limitati a fare il loro lavoro: hanno preso un problema ben specifico (i respingimenti e non il fenomeno migratorio nel suo complesso, se non fosse chiaro) e hanno detto come la pensano, mettendo in evidenza delle cose che forse il pubblico francese ignorava.
    Non mi pare che si lascino andare a proclami rutilanti. Denunciano la disumanità e l’ipocrisia di un provvedimento che il governo ha cercato di sterilizzare, nascondendo la violenza che implicava. E’ giornalismo. Stop. Strano che le sia sfuggito.

    P.s. Quanto a semplificazioni, tipo sull’occidente cattivone che va in giro in suv o sui 500.000.000 di potenziali rifugiati politici, direi che non è secondo a nessuno

    P.p.s. Ma perchè usare uno pseudonimo? Ha paura che si oscuri il cielo e tremi la terra, se rivela il suo nome?

  16. Julius Franzot ha detto:

    Mi sembra di cattivo gusto discutere se sia stato giusto respingere il barcone il Libia. Secondo il diritto internazionale che arriva illegalmente da un “sicuro paese terzo” deve essere respinto in quello, che, se del caso, si sobbarcherà l’onere di rimpatriarlo.
    I problemi veri sono 3, almeno secondo la mia opinione:

    1. La Libia è un SICURO paese terzo? Chi dice di no è pregato di fornire prove.

    2. Come mai profughi politici viaggiano senza documenti? Per la memoria: gli Ebrei europei in fuga da Hitler verso gli Stati Uniti avevano tutti i documenti. Nemmeno un governo dittatoriale nega ai suoi cittadini la carta d’identità o la patente (o, per me, anche la licenza di pesca, purchè abbia una foto). Non mi si dica che la DDR negava i documenti: il caso era molto diverso, dato che PRIMA di saltare il muro loro presentavano domanda di emigrazione che, se rifiutata, portava al ritiro dei documenti.

    3. Concordo sul fatto che in Marocco (e non solo lì) invece di lavorare siedono sulle valige piene ed aspettano di andare in Europa. Quella gente non merita nulla. Però, se si facesse loro capire con una campagna ben orchestrata che, se tentano di andare in Europa vanno incontro alla galera, alla disoccupazione garantita, allo sfruttamento, all’emarginazione…, penso che spaccherebbero le valige e si metterebbero a lavorare. Non è il caso di chiedersi se dobbiamo sbandierare la nostra “povertà” o meno. Non si tratta di povertà, ma di un eccesso di economia di mercato, venuto immediatamente dopo la caduta del comunismo reale, che ha reso i ricchi sempre più pochi ed abbienti ed i poveri sempre più numerosi e, appunto, poveri. La classe media sta scomparendo, e questo, soprattutto a Trieste, lo dovremmo ben sapere: la nostra generazione vive ancora sui risparmi della precedente, ma quella successiva dovrà emigrare (o farsi raccomandare dai successori dei Camber).
    Si tratta di una falsa ed effimera ricchezza, ostentata da una minima parte della popolazione. A Trieste-centro facciamo finta di non vedere chi vive a Borgo San Sergio o Valmaura, ma dobbiamo capire che anche da noi c’è tanta povertà incolpevole. Il triestino è per sua natura classista (come il veneto e l’austriaco) ed è troppo pieno di sè per accorgersi di chi ha ancora una giacca ed una cravatta per andare in Piazza Grande, ma deve andare dai Cappuccini di Montuzza per mangiare.

    Sono d’accordo, se si scrive che non è giusto sbandierare la nostra povertà senza offrire alternative, ma io sono proprio in favore di queste alternative: se si risparmiassero i soldi per la partecipazione alle guerre d’aggressione americane, quelli per consulenze e progetti di fattibilità (per esempio, per il ponte di Messina), quelli per sfilate militari, per le buonuscite ai superdirigenti del piffero, per i parlamentari inutili…,
    avremmo fior di milioni di Euro per aiutare i paesi in difficoltà ad imparare a pescare PIL. Ovvio, che queste operazioni dovrebbero essere supervisionate da chi conosce quei paesi e sa come non far sparire i soldi in corruzione!!
    Non cito volentieri Fini, ma lui aveva detto la stessa cosa.

  17. effebi ha detto:

    caro andrea lucchetta

    cito alcuni “curiosi” passaggi di un suo intervento rivolto verso di me:

    “Beh, come forse un giornalista del suo calibro saprà, direi che non è compito di una rivista, tanto più se satirica.”
    -La ringrazio, del “giornalista del suo calibro”, non me l’aveva mai detto nessuno, anzi si, quelli che di solito prendono razzi per salami. Poi, una volta di più adesso ribadiamo che quanto letto nel suo post in merito alle critiche al nostro governo sono satireggiamenti e nulla più.

    “Quanto a semplificazioni, tipo sull’occidente cattivone che va in giro in suv o sui 500.000.000 di potenziali rifugiati politici, direi che non è secondo a nessuno”
    -Che “non è secondo a nessuno”… chi ? non l’ho capita.

    “Ma perchè usare uno pseudonimo? Ha paura che si oscuri il cielo e tremi la terra, se rivela il suo nome?”
    -Lo pseudonimo lo usa un buon numero di utenti che quivi postano col beneplacido dell’amministratore del blog che ne ha previsto la possibilità e questo senza che nessuno quindi se ne debba stupire o insinui scortesi ipotesi.

    andrea lucchetta…. (santa pazienza !)
    secondo il suo metro avrei dovuto iniziare “caro andrea lucchetta, mi meraviglio che un pallavolista del suo calibro mi scivoli sotto rete…! So invece che lei è un “roccioso mediano” in quanto su di lei ho assunto una semplice informazione cosa che credo lei non abbia fatto sul mio conto, o lo abbbia fatto male se, come è evidente e certo, lei mi ha scambiato per un altro.
    Ma capita, non è la fine del mondo. Capita di informarsi poco o di informarsi male o di immaginare di essersi informati o, ancor peggio, di immaginare di sapere.
    Bene, detto ciò, quanto detto vale anche per altri argomenti ben più importanti, come può essere quello dell’informazione su immigrazione e clandestini. Affidarsi ad una rivista satirica francese per parlare di questioni italiane può far storcere il naso in alcuni, che come me, si permettono di mettere a disposizione la propria opinione contraria (ad uso scambio) su un blog come può essere questo.
    Mi vien da immaginare che lei sperasse, una volta inserito il suo post “denigratorio” all’operato del nostro governo italiano -che ha le sue belle gatte da pelare per non farci ritrovare sommersi da una marea di “arrivanti”- che ognuno degli utenti si schierasse in ordinata fila dietro di lei. Forse lei non è informato (ahia…ancora) sull’esito delle elezioni, non solo le ultime, che si sono svolte in italia, ma anche in francia, e che vedono buona parte dell’elettorato dare fiducia a chi sembra si preoccupi di alcui problemi, che altri non vedono o (forse non avendone sufficente informazione) sottovalutano.

    effebi (no giornalista di calibro)

  18. bulow ha detto:

    @ julius franzot

    se sei sinceramente interessato a saperne di piu’ su come funziona il traffico di esseri umani in africa, e se le libia possa essere considerata un paese sicuro, ti consiglio di procurarti il documentario “come un uomo sulla terra” di andrea segre. pare che verra’ trasmesso su rai3 il 9 luglio. sono state pubblicate anche varie inchieste giornalistiche sull’ argomento. qui linko un articolo pubblicato sulla repubblica:

    http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/immigrati-6/reduci-pinar/reduci-pinar.html

    quanto alla questione dei documenti, mi sembra che tu viva sulla luna. prima di riuscire ad imbarcarsi, i migranti vengono derubati, incarcerati, venduti e rivenduti parecchie volte. passano di mano dalla polizia al racket, ai gruppi paramilitari, di nuovo alla polizia, eccetera. i documenti sono la prima cosa che perdono.

    e poi. e’ da quando avevo sei anni che sento dire frasi tipo “bisognerebbe aiutarli in africa”. che ne pensi della faccenda dell’ uranio del niger? la francia finanzia la guerriglia tuareg tramite gheddafi. per fermare la guerriglia, pretende in cambio una concessione esclusiva sul piu’ grande giacimento di uranio del mondo. come ho gia’ detto, la destinazione finale di questo uranio e’ proprio l’ italia. e’ questo il nostro modo di aiutare l’ africa a svilupparsi economicamente? sei sicuro che non dobbiamo fare nessuna autocritica?

  19. pierpaolo ha detto:

    effebi 🙂

    Tralascerei la vittoria della destra moderata in europa e della lega in itaglia per far notare come a fronte di un buonismo senza senso della sinistra europea e di giornalisti come questo che ci ha deliziato della sua “satira” (cosa c’è di satirico e divertente nel dire:”Attivamente supportato sulla questione dagli esagitati razzisti della Lega Nord”? qualcuno me lo dovrebbe spiegare) il risultato sia stata una crescita smisurata e pericolosa dell’estrema destra, quella si, dichiaratamente razzista, xenofoba e neonazista.

  20. pierpaolo ha detto:

    bulow
    oltre ai documenti perdono pure la memoria. e il proprio nome è la prima cosa che perdono quando arrivano da noi.

  21. furlàn ha detto:

    Non sottovaluterei le inchieste di Fabrizio Gatti. E’ il miglior giornalista che abbiamo in Italia.

  22. bulow ha detto:

    @ furlan

    questi qui non sottovalutano le inchieste di gatti, semplicemente fanno finta che non esistano.

  23. Julius Franzot ha detto:

    @ bulow

    Ho letto l’articolo su Repubblica e sembra proprio che la Libia non sia un paese sicuro.
    Sull’aiuto in Africa, certo non intendevo quel genere di aiuti. Oltretutto si sa che le miniere non portano posti di lavoro decorosi, a differenza dell’agricoltura e delle fabbriche (con pezzi di ricambio per le macchine e tecnici che le riparano).

    Siamo sempre lì: non si possono respingere per motivi umanitari, ma non c’è posto per ulteriori persone nella sovrappopolatissima Europa. In teoria un sistema sarebbero le esecuzioni mirate all’israeliana delle bande di passeur, ma non credo sia praticabile mandare il Mossad a cacciarli per il deserto (però si potrebbero cannoneggiare le navi al ritorno, quando ci sono dentro solo i passeur).
    Non so cosa tu proporresti, ma mi sembra che l’aiuto econimico mirato in Africa sia l’unico modo di risolvere il problema. Non è pensabile spostare la popolazione del continente africano in Europa!!!
    Proprio leggendo l’articolo su Repubblica mi sono reso conto di che viaggi spaventosi abbiano dietro di sè i profughi e mi chiedo chi glielo fa fare. Tra i paesi di provenienza conosco solo il Marocco: ho visto molta povertà, ma non persecuzioni, bande armate, bombe ed altre situazioni che fanno preferire l’inferno della traversata. Non sarà che qualcuno cerca la vita comoda? Che alcuni immigrati, quando ritornano in patria per le ferie dipingono un quadro irrealisticamente roseo della loro situazione in Europa? Che i passeur a loro volta raccontano fiabe pur di incassare i trenta denari del passaggio?
    Perciò credo che di pari passo con l’aiuto economico deva svolgersi una campagna coordinata di informazione: la soluzione del problema può essere soltanto in Africa.

  24. arlon ha detto:

    Concordo pienamente con Julius.

    Per assurdo, questa soluzione

    “(però si potrebbero cannoneggiare le navi al ritorno, quando ci sono dentro solo i passeur)”

    non la sembra avere ancora considerata nessuno, al governo.

    Mi sembra accettabile (conoscono il rischio) e funzionale (dopo 4/5 affondamenti, ci pensarebbero per bene).

    Rimane ovviamente il problema dell’immigrazione via aereo con visto turistico, che non sembra interessare i TG e il popolo :-S

  25. pierpaolo ha detto:

    Carceri: 20mila detenuti stranieri, il 38% della popolazione carceraria.
    Gli stranieri sono stati la metà dei nuovi ingressi del 2007. Ieri dati del DAP in un’audizione parlamentare.

    La metà dei detenuti entrati negli istituti penitenziari nel corso del 2007 è straniero, una presenza che continua a crescere a ritmi esponenziali. Negli anni ’90 la media dei detenuti stranieri era del 15% sul totale, la percentuale è salita oggi al 38%.
    “È un problema con il quale bisogna confrontarsi se vogliamo dare alle strutture la possibilità di funzionare” ha sottolineato ieri il direttore del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (DAP), Ettore Ferrara, in un’audizione di fronte alle Commissioni riunite Affari costituzionali – Giustizia del Senato.
    Dei 20.213 detenuti stranieri (sui 53.700 totali), circa 16 mila sono extracomunitari e il 72% di questi proviene da 7 nazioni: Marocco, Albania, Tunisia, Algeria, Nigeria, ex Jugoslavia e Senegal. Dei circa 3.800 detenuti comunitari, il 73% è costituito da romeni.
    Circa il 60% dei detenuti è in attesa di giudizio, mentre il 40% sconta pene passate in giudicato. Un dato che per il direttore del Dap “significa che la lunghezza dei processi incide sulla condizione di difficoltà di gestione del sistema penitenziario”. Nel 2007 ci sono stati 94.000 ingressi ed 84.000 dismissioni di detenuti. Il 50% delle persone entrate in carcere lo scorso anno ha soggiornato nelle strutture per meno di un mese. Vista la situazione di sovraffollamento, a giudizio di Ferrara, è “opportuna” ogni misura che vada “nella direzione delle espulsioni”.
    (Red.)

    ma son tutti dottori e professionisti derubati dei loro documenti…

  26. effebi ha detto:

    mi sembra che stiamo perdendo di vista alcuni punti fondamentali.
    -l’africa ha bisogno di “aiuti economuci” ?

    non credo, stiamo (tutti, anche i satirici francesi…) andando lì a “depredare” essendo l’africa un paese ricco.
    vogliamo fermare l’immigrazione in europa mandando aiuti economici ? se li papperanno le bande e i regimi locali e la ricchezza (già non distribuita) continuerà a rimanere nelle mani di pochi, gli altri, i tanti (i miei stimati 500.000.000 sono in difetto) cercheranno di venire qui, dove la ricchezza in “qualche” modo si ridistribuisce meglio (checchenedicano alcuni).

    Come si potrebbe interrompere il flusso migratorio ? quando là ci saranno le stesse condizioni sociali ed economiche di qua (banale).
    L’occidente e i governi africani hanno interesse a che ciò accada ? Non credo proprio. Quindi al momento non esiste altro rimedio per arginare almeno in parte il fenomeno immigratorio con azioni forti, severe, che con la loro risonanza riescano a giungere nelle orecchie di chi è in procinto di partire.

    Poi, se ci piacciono le favole belle e la satira ci conviene penare a nostra volta di migrare al più presto da un altra parte, tra non poco il mediterraneo sarà un lago africano popolato da tribù mussulmane (con tutto il rispetto per questo tipo di organizzazione sociale e religiosoa, ma se permettete, nella quale almeno io non riesco a riconoscermi del tutto).

    Che a sinistra sia popolata da personaggi delle fiabe e umoristi di varia qualità lo si vede dal disaffezionamento del proprio elettorato. Dove, come a Padova, probabilmente si legge poco quello che scrive Gérard Biard su Charlie Hebdo, la gente che dei probelmi dell’immigrazione qualcosa ha capito, rimane maggiormente affezzionata.

    alla satira inconcludente della sinistra si contrappone, purtoppo, in varie zone d’europa la sinistra affermazione delle poco-umoristiche aggregazioni neonaziste che non si “seppelliscono con una risata” (magari) ma con maggiore serietà e provvedimenti immediati.

  27. bulow ha detto:

    @ julis franzot

    ci sono vari motivi che spingono gli africani a emigrare. ci sono quelli che fuggono da guerre, persecuzioni etniche e regimi dittatoriali (darfur, somalia, angola, nigeria, etc). altri vengono qui per lavorare, come gli italiani che andavano in usa all’ inizio del novecento, o in germania nel dopoguerra. poi ci sono quelli che vengono a fare i delinquenti, ma sono una minoranza. io conosco personalmente alcuni senegalesi che lavorano come operai in friuli e nell’ isontino. si fanno un culo porco, hanno tutti delle famiglie da mantenere nel loro villaggio, e il loro sogno e’ tornare in senegal con un po’ di soldi che gli permettano di comperarsi una casa e di aprire qualche attivita’ artigianale o commerciale. quando ci parli, ti rendi conto che le loro aspirazioni non sono tanto diverse dalle nostre. se qualcuno mi dara’ del “buonista” per queste mie affermazioni, non me importa un cazzo. in italia, oggi, ci vuole piu’ coraggio a dire le cose che dico io, che non le cose che dicono effebi o pierpaolo o tu stesso.

    martino “bulow” prizzi

  28. pierpaolo ha detto:

    bulow

    “poi ci sono quelli che vengono a fare i delinquenti, ma sono una minoranza”
    sicuramente non è mia intenzione generalizzare, ma se prendi in esame quanto ho riportato prima, la metà degli ingressi in carcere nel corso del 2007 sono stranieri (circa 50.000)

  29. Julius Franzot ha detto:

    @ bulow

    non vado a discutere i motivi per cui emigrano, constato solo che ormai in Europa non c’è posto per ulteriori abitanti – di qualunque colore della pelle -, a meno che un giorno si centralizzi totalmente il mercato del lavoro e così un computer ci sappia dire esattamente chi cerca un lavoratore con che qualifica.
    Dato che anche questa nei prossimi 10 anni sarà un’utopia, rimane il problema, una volta accettata la necessità di accoglierli, di che lavori faranno. La soluzione non può essere che vadano a far finta di vendere giornaletti e poi chiedano all’ “amico” se dà un Euro per caffè.
    Con il mercato del lavoro capitalista-caotico che ci ritroviamo, non posso giurare che non ci siano più posti liberi, ma chi glieli dà? E se il collocamento comincia a dare posti di lavoro agli immigrati, per elementare giustizia lo deve fare anche con i comunitari. A questo punto ammettere che milioni di persone possano trovare un lavoro significherebbe dichiarare che la disoccupazione di massa è un’invenzione dei giornali. E’questo che intendi dire?

  30. effebi ha detto:

    altro punto fondamentale:
    ma sappiamo quale è il dato della disoccupazione o della occupazione precaria in Italia, ma abbiamo idea di quale sia il dato della cassaintegrazione che si sta introducendo ? ma abbiamo per caso tutti parenti amici figli e nipoti occupati ?
    crediamo che il mercato del lavoro italiano riesca ancora ad assorrbire i sottopagati e sfruttati extracomunitari che il sindacato finge di non vedere, che, complice il sindacato hanno fatto saltare l’equilibrio di tutti i rapporti “cosidetti” sindacali ?

  31. Julius Franzot ha detto:

    @ effebi

    Il fatto che un continente sia pieno di materie prime non significa che sia ricco. Saprai bene che solo le multinazionali hanno la possibilità tecnica di estrarre minerali a costi “di mercato” e tutte le multinazionali sono bianche o gialle con occhi a mandorla.
    Gli aiuti economici che intendo io sono la costruzione di impianti manufatturieri di facile manutenzione e che producano merci che ora o non esistono sui mercati locali o si devono importare. Eè chiaro che esiste il pericolo del taglieggiamento da parte dei politici, ma, se si hanno i soldi per mandare in giro “esperti” militari, non vedo perchè non si potrebbero mandare esperti tecnici, magari fiancheggiati dai servizi segreti per pizzicare chi sgarra. Purtroppo l’atteggiamento di tante PMI italiane (visto con i miei occhi) è di mandare giù macchine vecchie e scassate (dichiarandole nuove) in cambio di permessi di esportazione per merce prodotta in Italia.
    Poi, citando Stigliz, sarebbe anche opportuno dare un bel taglio ai prestiti del FMI ai paesi in via di sviluppo. Il FMI tende ad indurre i governi locali ad assumere a credito molto più denaro di quanto serva, per permettere al FMI di incassare più interessi (e a chi sta dietro il FMI di ricattare certi governi). Ogni milione di $ dato in prestito corrisponde ad una tangente pagata dal FMI al ministro che spinge per il credito.

  32. bulow ha detto:

    @ pierpaolo

    cinquantamila su cinque milioni sono l’ 1%. quindi l’ 1% degli stranieri ha problemi con la giustizia. e’ una percentuale alta, ma rappresenta comunque una minoranza molto piccola.

    @ julius franzot

    molti di quelli che vengono a lavorare qui hanno la famiglia in africa, e non hanno intenzione di stabilirsi qui definitivamente. altri invece decidono di fermarsi. come ha scritto enrico in un altro post, il 20% dei nuovi nati nel nord italia sono figli di stranieri. questo significa che e’ proprio l’ immigrazione a mantenere l’ equilibrio demografico in italia e piu’ in generale in europa.

    e’ chiaro che non si puo’ pensare di trasferire tutti gli africani in europa. ma chi ha mai detto di volerlo fare? non mi sembra uno stile dialettico onesto quello di attribuire all’ interlocutore idee esagerate e grottesche.

    e’ un dato di fatto che in italia ci sono milioni di stranieri che lavorano. e d’ altra parte ci sono molti disoccupati, italiani e non. il mercato del lavoro e’ complicatissimo, particolarmente in italia. difficile capire i motivi di questa situazione. il fatto che gli immigrati lavorino per paghe piu’ basse la spiega solo in parte. ci sono realta’ industriali molto sindacalizzate, in cui gli immigrati lavorano col contratto nazionale.
    e ci sono ragazzotti italiani che non hanno voglia di fare un cazzo e si fanno mantenere dai genitori fino a quarant’ anni. mi ricordano quei marocchini seduti sulle valigie di cui parlavi tu.

  33. bulow ha detto:

    comunque il post di andrea lucchetta era centrato sull’ accordo italo libico e sul modo brutale in cui i libici trattano gli immigrati respinti dall’ italia.
    io penso che se l’ europa, dall’ alto della sua civilta’, per gestire un problema che e’ reale, non trova di meglio che rispolverare la vecchia idea dei lager, da far gestire in outsourcing dalla polizia libica, allora significa che l’ europa e’ morta.

  34. pierpaolo ha detto:

    bulow

    hai perfettamente ragione.
    secondo te la percentuale rimarrebbe la stessa se tu contassi solo gli stranieri arrivati con i barconi, dopo essere stati derubati dei documenti, ed escludessi quelli arrivati con visto turistico?

  35. bulow ha detto:

    @ pierpaolo

    non lo so se la percentuale resterebbe la stessa, e non lo sai nemmeno tu. o si portano dei dati disaggregati, anche per sesso, fascia di eta’, condizione sociale, e tipo di reato, oppure la discussione diventa un chiacchiericcio da bar sport.

  36. effebi ha detto:

    @bulow: “…e’ chiaro che non si puo’ pensare di trasferire tutti gli africani in europa. ma chi ha mai detto di volerlo fare?”

    ci mancherebbe altro che qualcuno avesse di queste intenzioni, il discorso è che, nei numeri, se non si pone un (uno-1) freno, di fatto è quello che accadrà, anche senza che nessuno lo voglia.

    L’europa è morta ? probabile, i tanti “beccamorto” separatisti, indipendentisti, localisti che si aggirano intorno alla moribonda non lavorano certo per metterla in salute, e gli umoristi non la fanno manco sorridere.

    @julius : nel tuo ragionamento ci sta tutto quello che in effetti (non) è possiblie fare per intervenire -nel breve- sul posto e risolvere il problema della migrazione.

  37. pierpaolo ha detto:

    bulow
    non è mia intenzione fare chiacchiericcio da bar sport.
    dico solamente che è da irresponsabili non porre un freno ad una immigrazione incontrollata e che non mi fa un baffo la pseudo-satira di un giornalista che, mentre scrive male di noi, non si preoccupa di guardare fuori dalla sua finestra e vedere come loro sono riusciti a ghettizzare i propri immigrati in grandi lager, senza sbarre e filo spinato, ma da dove non hai nessuna speranza di uscire..

    e comunque azzardo l’ipotesi che chi arriva sui barconi e getta i propri documenti e fornisce false generalità scappa più dalla giustizia che dalla fame..

  38. enrico maria milic ha detto:

    “Gli stranieri che arrivano nel nostro Paese sono mediamente più istruiti degli italia­ni”, dal Corsera

    http://www.corriere.it/cronache/09_maggio_20/laureati_stranieri_stella_2902733a-450c-11de-982b-00144f02aabc.shtml

  39. pierpaolo ha detto:

    enrico
    non copisco questo link..
    non mi starai mica dicendo che tra quei respinti senza documenti ci poteva essere un folto gruppo di papabili ricercatori del sincrotrone?

  40. Andrea Luchetta ha detto:

    Caro effebi,

    direi che ci sono questioni diverse e non mi pare il caso di mescolarle come ha fatto lei

    1)Scambio d’identità: ho sbagliato, ho preso un razzo per un salame. Chiedo scusa. Chapeau sul giocatore di pallavolo.

    2)La scelta dello pseudonimo: non la condivido ma la rispetto e infatti mi sembra di non aver fatto il nome di nessuno

    3)L’articolo non è un “satireggiamento”. Dubito che ne abbia mai letta una copia, ma su Charlie Hebdo, come su altri giornali satirici, c’è spazio per articoli molto seri. Spesso il tipo di lettori a cui si rivolgono e la natura dei loro editori li rendono molto più indipendenti e attendibili dei giornali “seri”

    4) Nonostante la cantonata che ho preso, resto della mia idea. E’ giornalismo, nulla più. Prende in esame una questione specifica e offre un punto di vista motivato. Non pretende di dare spiegazioni di valore universale nello spazio di quattro righe

    5) Sulle semplificazioni: mi riferivo a lei. Mi sa che frasi come l’ultima arrivata (” tra non poco il mediterraneo sarà un lago africano popolato da tribù mussulmane”)non abbiano bisogno di particolari commenti

    6)”Mi vien da immaginare che lei sperasse, una volta inserito il suo post “denigratorio” all’operato del nostro governo italiano […] che ognuno degli utenti si schierasse in ordinata fila dietro di lei”
    Se volessi vedere utenti in ordinata fila forse scriverei su qualche altro blog. Ho risposto solo a lei perchè mi sembrava l’unico a metter in dubbio (legittimamente, se servisse sottolinearlo) la scelta di pubblicare l’articolo. Condivisibile o meno, mi sembrava che fosse un’opinione interessante, ancor più visto che non veniva da un giornale italiano

  41. effebi ha detto:

    Propongo quindi di andarli a riprendere trattando uno scambio con i laureati italiani.

    (mi chiedo se essere in possesso di uno o più titoli di studio significa essere istruito)

    (mi chiedo se dobbiamo prendere quelli istruiti e respingere gli ignoranti)

    (mi chiedo quanta sensibiità abbia la testarapata olandese o ungherese rispetto al possibile vantaggio di avere come proprio prossimo capo-catena-di-montaggio un laureato ing. magrebino)

    (mi chiedo che senso abbia arrampicarsi per gli specchi con queste storie sul livello di istruzione…)

  42. effebi ha detto:

    @ andrea:
    l’articolo è “purtoppo” interessante. non per quello che vorrebbe denunciare, ma per se stesso. (è il mio giudizio al quale ho provato a dare una giustificazione anche con esempi forse troppo “semplificati” -ma è il mio limite, non sono giornalista)

    In ogni caso se il “mediterraneo lago africano” è una esagerazione e una semplificazione consiglio di fare un salto al porto posto al nostro riferimento occidentale: Genova

    A Trieste abbiamo le sirenette serbe e sospiriamo per el povero nostro franz…. fortunati noi !

  43. bulow ha detto:

    mi chiedo se questo sia moralmente accettabile:

    da “la repubblica”, 8 maggio 2009

    “Li avete mandati al massacro
    in quei lager stupri e torture”
    Le lacrime di Hope e Florence per i disperati riportati in Libia: i nostri mesi all’inferno

    dal nostro inviato FRANCESCO VIVIANO

    LAMPEDUSA – “Li hanno mandati al massacro. Li uccideranno, uccideranno anche i loro bambini. Gli italiani non devono permettere tutto questo. In Libia ci hanno torturate, picchiate, stuprate, trattate come schiave per mesi. Meglio finire in fondo al mare. Morire nel deserto. Ma in Libia no”. Hanno le lacrime agli occhi le donne nigeriane, etiopi, somale, le “fortunate” che sono arrivate a Lampedusa nelle settimane scorse e quelle reduci dal mercantile turco Pinar. Hanno saputo che oltre 200 disgraziati come loro sono stati raccolti in mare dalle motovedette italiane e rispediti “nell’inferno libico”, dove sono sbarcati ieri mattina. Tra di loro anche 41 donne. Alcuni hanno gravi ustioni, altri sintomi di disidratazione. Ma la malattia più grave, è quella di essere stati riportati in Libia. Da dove “erano fuggite dopo essere state violentati e torturati. Non solo le donne, ma anche gli uomini”.

    I visi di chi invece si è salvato, ed è a Lampedusa raccontano una tragedia universale. La raccontano le ferite che hanno sul corpo, le tracce sigarette spente sulle braccia o sulla faccia dai trafficanti di essere umani. Storie terribili che non dimenticheranno mai. Come quella che racconta Florence, nigeriana, arrivata a Lampedusa qualche mese fa con una bambina di pochissimi giorni. L’ha battezzata nella chiesa di Lampedusa e l’ha chiamata “Sharon”, ma quel giorno i suoi occhi, nerissimi, e splendenti come due cocci di ossidiana, erano tristi. Quella bambina non aveva un padre e non l’avrà mai.

    “Mi hanno violentata ripetutamente in tre o quattro, anche se ero sfinita e gridavo pietà loro continuavano e sono rimasta incinta. Non so chi sia il padre di Sharon, voglio soltanto dimenticare e chiedo a Dio di farla vivere in pace”. Accanto a Florence, c’è una ragazza somala. Anche lei ha subito le pene dell’inferno. “Quando ho lasciato il mio villaggio ho impiegato quattro mesi per arrivare al confine libico, e lì ci hanno vendute ai trafficanti e ai poliziotti libici. Ci hanno messo dentro dei container, la sera venivano a prenderci, una ad una e ci violentavano. Non potevamo fare nulla, soltanto pregare perché quell’incubo finisse”. Raccontano il loro peregrinare nel deserto in balia di poliziotti e trafficanti. “Ci chiedevano sempre denaro, ma non avevamo più nulla. Ma loro continuavano, ci tenevano legate per giorni e giorni, sperando di ottenere altro denaro”.

    Il racconto s’interrompe spesso, le donne piangono ricordando quei giorni, quei mesi, dentro i capannoni nel deserto. Vicino alle spiagge nella speranza che un giorno o l’altro potessero partire. E ricordano un loro cugino, un ragazzo di 17 anni, che è diventato matto per le sevizie che ha subito e per i colpi di bastone che i poliziotti libici gli avevano sferrato sulla testa. “È ancora lì, in Libia, è diventato pazzo. Lo trattano come uno schiavo, gli fanno fare i lavori più umilianti. Gira per le strade come un fantasma. La sua colpa era quella di essere nero, di chiamarsi Abramo e di essere “israelita”. Lo hanno picchiato a sangue sulla testa, lo hanno anche stuprato. Quel ragazzo non ha più vita, gli hanno tolto anche l’anima. Preghiamo per lui. Non perché viva, ma perché muoia presto, perché, finalmente, possa trovare la pace”.

    Le settimane, i mesi, trascorsi nelle “prigioni” libiche allestite vicino alla costa di Zuwara, non le dimenticheranno mai. “Molte di noi rimanevano incinte, ma anche in quelle condizioni ci violentavamo, non ci davano pace. Molti hanno tentato di suicidarsi, aspettavano la notte per non farsi vedere, poi prendevano una corda, un lenzuolo, qualunque cosa per potersi impiccare. Non so se era meglio essere vivi o morti. Adesso che siamo in Italia siamo più tranquille, ma non posso non stare male pensando che molte altre donne e uomini nelle nostre stesse condizioni siano state salvate in mare e poi rispedite in quell’inferno, non è giusto, non è umano, non si può dormire pensando ad una cosa del genere. Perché lo avete fatto?”.

    “Noi eravamo sole, ma c’erano anche coppie. Spesso gli uomini morivano per le sevizie e le torture che subivano. Le loro mogli imploravano di essere uccise con loro. La rabbia, il dolore, l’impotenza, cambiavano i loro volti, i loro occhi, diventavano esseri senza anima e senza corpo. Aiutateci, aiutateli. Voi italiani non siete cattivi. Non possiamo rischiare di morire nel deserto, in mare, per poi essere rispediti come carne da macello a subire quello che cerchiamo inutilmente di dimenticare”. Hope, 22 anni, nigeriana è una delle sopravvissute ad una terribile traversata. Con lei in barca c’era anche un’amica con il compagno. Viaggiavano insieme ai loro due figlioletti. Morirono per gli stenti delle fame e della sete, i corpi buttati in mare. “Come possiamo dimenticare queste cose?”. Anche loro erano in Libia, anche loro avevano subito torture e sevizie, non ci davano acqua, non ci davano da mangiare, ci trattavano come animali. Ci avevano rubati tutti i soldi. Per mesi e mesi ci hanno fatto lavorare nelle loro case, nelle loro aziende, come schiavi, per dieci, venti dollari al mese. Ma non dovevamo camminare per strada perché ci trattavano come degli appestati. Schiavi, prigionieri in quei terribili capannoni dove finiranno quelli che l’Italia ha rispedito indietro. Nessuno saprà mai che fine faranno, se riusciranno a sopravvivere oppure no e quelli che sopravviveranno saranno rispediti indietro, in Somalia, in Nigeria, in Sudan, in Etiopia. Se dovesse accadere questo prego Dio che li faccia morire subito”.

  44. pierpaolo ha detto:

    bulow
    chssà se riusciranno mai ad intervistare uno che gli dice:”speriamo che non mi rispediscano indietro perchè ho un paio di condanne da scontare e se mi beccano mi fanno un mazzo così!”
    invece no, stranamente son tutti bravi e onesti e son scappati tutti dall’inferno… non prima di aver perso i documenti…

  45. bulow ha detto:

    mi chiedo anche che senso abbiano tutti i discorsi sulle foibe, sulla risiera, su rab, su goli otok, sugli esuli…

    non c’e’ piu’ nessun cazzo di senso. siamo solo capaci di recriminare ciascuno sui torti subiti dai propri nonni, e davanti alle sofferenze degli altri, qui e oggi, ci giriamo dall’ altra parte e facciamo finta di non vedere.

    siamo un popolo di morti.

  46. effebi ha detto:

    no, non è moralmente accettabile.
    possiamo fare assieme un lungo elenco di cose non moralmente accettabili, neppure la paga di molti direttori di giornale lo è.

  47. furlàn ha detto:

    “I got nothing against the Vietcong, they never called me nigger”. Un giorno qualcuno ripeterà la stessa cosa qui da noi. Sappiamo come è finita e chi aveva ragione.

  48. Marisa ha detto:

    Vi dò una ulteriore chiave di lettura.

    C’è ora da noi in regione una grande richiesta da parte di donne friulane, di corsi per “badanti” e “collaboratrici domestiche”. Ossia queste due professioni che fino a poco tempo fa sembravano interessare solo extra-comunitarie o rumene, ora interessano molto anche le locali. Questo significa che le famiglie fanno fatica ad arrivare alla terza e quarta settimana del mese, e che professioni fino a poco tempo fa scartate dai cittadini italiani …..oggi sono non solo prese in cosiderazione ma vengono anche richiesti corsi profesionalizzanti.

    C’è ancora spazio per gli extra-comunitari?

  49. effebi ha detto:

    cara marisa, miracolo, semo dacordo !

    Sta favoletta dei lavori che “gli italiani non volgiono fare” io non l’ho mai bevuta. I lavori di un certo tipo li fanno fare agli extra comunitari a costo orario zero e turni da bestia, spesso controllati e vessati dai caporali.
    le badanti dell’est o quelle asiatiche lavorano spesso in condizioni “da recluse” senza una giornata di riposo e senza vedere le famiglie, spesso con poca professionalità.
    sono questi i lavori che “gli italiani non vogliono fare” ? e i sindacati non hanno nulla da dire ?
    Quale politica sociale ha proposto la sinistra quand’era il suo turno ? quella di aiutare le famiglie a tenere in casa l’anziano o quella di agevolare l’ingresso clandestino ed avere così le badanti sottocosto ?

    vogliamo parlare di cose moralmente accettabili ? vogliamo gli schiavi in casa a basso costo perchè la nostra manodopera costa troppo ?

    mi si mostri un giornale (la repubblica) che abbia fatto un inchiesta e campagna contro lo sfruttamento “IN ITALIA” degli immigrati, che abbia denunciato la differenza di soldo dato ad un lavoratore italiano e ad uno straniero.

    ma vi sembra che ai nostri ragazzi faccia schifo un mestiere da infermiere ? ma perchè non ci domandiamo se quel lavoro da infermiere è retribuito ad un livello da consentire ad un giovane di metter su famiglia, comperarsi una casa (ai nostri livelli di costo e di carovita)
    è chiaro che una ragazza rumena lo accetterà di buon grado, mandando quei soldi a casa riuscirà a mantenere tutta la famiglia.

    Ma dove vive quell’articolista di repubblica ? quanto guadagna ? che macchina ha ? VILE ! Ci sbatte le vittime in faccia ma probabilmete non sa far di calcolo se non riesce ad immaginare quanti di quei casi umani strazianti sono pronti a partire, stanno partendo, sono partiti…
    imbecille ! abbia la onestà intellettuale di dirci che tutto ciò avrà fine solo quando noi e loro avremo la possibilità di vivere la stessa condizione sociale (loro più ricchi o noi più poveri )
    intanto oggi è oggi. quindi, apriamo a tutti o solo a qualcuno ? e perchè solo a qualcuno ? perchè ci fa comodo ? come gli schiavisti ? quelli con i denti a posto ? quelli con una laurea ?
    Si vergogni !

  50. furlàn ha detto:

    effebi sempre fabrizio gatti, nei campi di pomodori in meridione. My two cents, please. Chiudo.

  51. furlàn ha detto:

    http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Io%20schiavo%20in%20Puglia/1370307

    Chiudo sul serio. Non riesco dialogare con i muri.

  52. effebi ha detto:

    bene, gli manca di fare sempre qull’uno più uno che da un certo risultato e di dirci quale è e come e chi “selezioniamo”.
    (monade)

  53. Julius Franzot ha detto:

    In Canada e Australia fanno, e come, una selezione. Partono dalle statistiche di posti vacanti e in prima fila ci sono quelli che corrispondono a tali posti. Poi vengono i test di lingua (se non sai inglese, no chance) e la fedina penale.

    Ovviamente ciò è possibile in Paesi in cui il collocamento pubblico è a conoscenza di TUTTI i posti disponibili.

  54. arlon ha detto:

    Al solito, basta voler, ma per bon.

  55. Marisa ha detto:

    Preciso che i corsi per “badanti” hanno principalmente la funzione di preparare personale che abbia una buona preparazione per assistere gli anziani sia nelle “case di riposo” che in case private.
    Il problema della preparazione professionale è un problema molto sentito anche dagli istituti. Non basta la buona volontà e la necessità economica per assistere un anziano. E non è neppure vero che gli stipendi sono sempre da fame. Non sono alti, ma tra la cassa integrazione a 700 euro al mese e i 1.100 euro che pagano gli istituti per anziani……se hai perso il lavoro o sei in cassa integrazione, scegli l’istituto per anziani.

  56. pierpaolo ha detto:

    marisa

    con turnazione (non notturna) siamo sui 1350 euro mensili

  57. pierpaolo ha detto:

    e personale qualificato straniero praticamente non esiste

  58. Julius Franzot ha detto:

    @ pierpaolo

    capisco il senso di quello che intendi, ma ti pregherei di apprezzare un consiglio, che vorrei dare sia a te che a chi dirige il tuo partito. Oggi c’è una grande sensibilità sul COME si esprime un concetto, dato che la gente che poi lo critica comincerà a farlo dalle forme. Quando c’è poca sostanza, si tira fuori Beckmesser.
    Se scrivi “personale qualificato straniero praticamente non esiste”, innanzitutto implicitamente affermi che solo l’Italia (che una volta la Lega Nord scriveva altrimenti, con “gl” e trattino…) è in grado di fornire una qualificazione professionale. Chiunque sa che non è vero. Poi, se spostiamo il discorso alle badanti e infermiere, altrettanto tutti sanno che le polacche e le filippine godono di un’ottima formazione. Basta andare a Cattinara per convincersene.

  59. effebi ha detto:

    ma, mi sorge una domanda, polacche e filippine: saranno mica tutte cattoliche ? in ogni caso, rimanendo nell’argomento del post, queste non sono venute certo con i barconi e in ogni caso, ritorno a quanto ho già detto:
    ma siamo sicuri che questi sono i “lavori che gli italiani non vogliono fare”
    in questi casi non possiamo neppure fare riferimento all’altra grande baggianata che ci hanno sempre propinato, quella delle fabbriche che sennò vanno all’estero, da qui -in questo caso- gli ospedali non si muovevano.
    quali considerazioni allora vanno fatte di fronte a chi per anni ci ha “indottrinato” verso “l’immigrazione necessaria”.

    forse (!?) si è preferito tenere fuori dal mondo del lavoro i nostri giovani (tanto i genitori se li mantenevano a casa) per abbassare così il valore retributivo del lavoro e desindacalizzare il più possibile gli ambienti del lavoro (il tutto con probabili complicità anche insospettabili…sia di ds, che di sn che di centro)

    il risultato è una generazione di 30 (italiani) -che spesso viene colpevolizzata- e che ancora si sta cercando. (a parte i soliti “fortunelli” di turno)

  60. pierpaolo ha detto:

    julius

    sono a diretto contatto con il settore di cui parlo.
    Volenterose extracomunitarie ne trovi (?) volenterose e con qualifica molte, molte di meno…
    per quanto riguarda la forma, semplicemente non c’è altro modo per dire le cose. da una parte c’è chi mi dice che senza l’immigrazione selvaggia non ci sarebbero operai pulitrici e badanti, dall’altra c’è chi, come me, dice che senza l’immigrazione selvaggia ci sarebbero più badanti, operai e pulitrici PADANE, pagate meglio e con qualche diritto in più.

  61. furlàn ha detto:

    Se continuate col discorso badanti, presto potrebbe arrivare qualcuna a raccontarvi tristi verità. Che lei sogna un papi, una vacanza in Sardegna e un posto da parlamentare. A fare certi lavori non ci pensa nemmeno.

  62. pierpaolo ha detto:

    furlan

    a proposito di muri…
    quindi dovremmo aprire le frontiere per dare a tutte la possibilità di venire da noi a tentare di prostituirsi con qualche politico?
    è questa la tua seria proposta sull’immigrazione?

  63. furlàn ha detto:

    Casoria è in Italia.

  64. pierpaolo ha detto:

    furlan

    quindi non parli di immigrazione?
    tiri fuori altri argomenti perchè sei a corto di idee?
    posso capire….

  65. Bibliotopa ha detto:

    Ma i datori di lavoro PADANI ci starebbero ad assumere badanti, operai e pulitrici ITALIANI , anzi meglio PADANI, a stipendi superiori? per amor di ( piccola) patria?

  66. Marisa ha detto:

    Credo che non si possa omologare tutto e tutti. Ci sono realtà dove personale extra-comunitario è inserito alla pari con i locali e lo stipendio è in linea con tutta la realtà operaia italiana: 1100,00 / 1200 euro netti. La realtà dei raccoglitori di pomodori è reale ma legata soprattutto al problema della malavita in alcune zone del Sud Italia. Sbaglio o in queste zone è sempre esistito il problema del capolarato, anche prima che arrivassero gli extra-comunitari? C’è qualcuno che si ricorda ancora lo sfruttamento delle mondine (italianissime!) nelle risaie del Nord Italia? C’è qualcuno che si ricorda ancora la lunghissima battaglia per la eliminazione della mezzadria in agricoltura? Mezzadria era sinonimo di schiavitù. Ma tutto questo è parte della storia italiana, ovviamente dimenticata.
    Oggi nel manzanese (UD) ci sono molti operai extra-comunitari perfettamente integrati. Idem in molte industrie del Veneto.

    Cerchiamo di distinguere tra zona e zona. Ringraziando Iddio, da noi pare non essere ancora arrivata la camorra o la mafia, o almeno non nella misura presente in alcune zone nel Sud Italia.

  67. effebi ha detto:

    Mercoledì 4 Marzo 2009 – Fabrizio Gatti ( il miglior giornalista italiano), su L’Espresso

    “Oggi immigrato domani clandestino”

    (Articolo che ”denuncia” le sperequazioni (ennesime) sofferte dagli immigrati in Italia ora che le aziende sono in crisi e riducono il personale. Alcuni esempi che chiudono l’articolo):

    —- Oana, 31 anni (Rumena), dieci passati a Torino, ha lavorato e frequentato i corsi della Regione: contabilità, informatica, web-marketing e web-design. In Italia era arrivata con il fidanzato. Sono tornati insieme, hanno avviato un’impresa di pulizie e realizzano siti Internet. Ora aspettano un bimbo.

    —–Francesca, 29 anni, impiegata italiana a Firenze, tra pochi mesi seguirà il fidanzato romeno che dopo tre anni in Italia ha vinto un concorso pubblico a Bucarest. Daniel è tornato in Romania nel giugno 2008: con la sua laurea in chimica e un diploma da programmatore ottenuto a Torino non riusciva a spuntare più di 800 euro al mese e i soliti contratti a termine. In Romania adesso Daniel guadagna l’equivalente di 1.300 euro.

    —–Sul forum di Fabio Rizzo è apparso anche il post di Dagmar, 44 anni, tedesca: “Sono in Italia da 26 anni. Fino a qualche mese fa non stavo pensando di partire così presto. Più della crisi”, scrive Dagmar, “è proprio il clima razzista e sempre più negativo in Italia a farci pensare di levare le tende. Sono libera professionista. Non farò più progetti in Italia, li farò in Germania e in Romania”.

    …………quindi:

    Direi anche ai tanti fidanzati italiani di fare il prercorso di Oana e il suo fidanzato (Corsi della Regione e trasferimento in Romania dove avviare una impresa di pulizie) visto che per metter su famiglia e mantenere un figlio in Italia bisogna essere nababbi.

    …e direi che converrebbe a questo punto anche ai tanti nostri giovani italiani (come Francesca e Daniel romeni) di emigrare in Romania dove si possono guadagnare 1300 eu anziché 800 per lo stesso lavoro (e lì forse la vita costa di meno)

    Direi infine alla gentile Dagmar tedesca (ma anche i tedeschi vanno considerati lavoratori extra-comunitari ?) che era da (solo ?) 26 anni in Italia -e non pensava di andarsene da qui così presto (!?)- e che ritornerà quindi in Germania sicura di trovare un clima meno razzista …..che potrebbe anche andarlo a prendere in quel posto, a sua scelta, in Germania come in Romania.

    Ma, mi chiedo, sono questi i giornalisti che portiamo ad esempio e a cui dovremmo correr dietro e far riferimento per avere un idea sull’immigrazione ? Ci si deve vestire da “raccoglitori di pomodori” per sapere che i “raccoglitori di pomodori” sono schiavizzati ?

    Quasi-quasi mi travesto da badante e poi ci faccio un libro…. per l’estate annoiata dei radical-chic, e con il prossimo governo di c-sn magari ci scappa pure un premio.

  68. bulow ha detto:

    propongo alcuni “spunti di riflessione”:

    1) dal maggio 2001 il centrodestra ha governato per 70 mesi e il centrosinistra per 20 mesi.

    2) la piu’ grande sanatoria di immigrati irregolari e’ stata fatta dal centrodestra nel 2002.

    3) il sindacato ha mille limiti, ritardi, e aspetti criticabili. ma dove il sindacato e’ piu’ forte i lavoratori immigrati lavorano col contratto nazionale, e non fanno concorrenza al ribasso sul costo del lavoro.

    4) la politica del centrodestra nei confronti del sindacato e’ sempre stata quella di cercare di indebolirlo (politica del tutto legittima, ovviamente).

    5) la deregolamentazione del mercato del lavoro e’ sempre stata un cavallo di battaglia di confindustria e del centrodestra (ma anche di alcuni pezzi di centrosinistra). lo scopo dichiarato e’ quello di sostituire la contrattazione collettiva con quella individuale.

    6) in italia esiste un fenomeno universalmente conosciuto come “mafia”. la maggior parte dello sfruttamento in nero dei lavoratori immigrati avviene dove il territorio e’ controllato dalla mafia.

    7) le uniche “insurrezioni” popolari spontanee contro il dominio dei clan sul territorio sono state quelle dei braccianti africani, a castelvolturno e a rosarno nell’ autunno del 2008. non si hanno notizie di analoghe rivolte da parte di italiani, che non fossero organizzate da qualche sindacato o associazione politica.

    concludo con due considerazioni:

    1) la prima cosa che dovrebbe fare lo stato, anche per infiniti altri ovvi motivi, e’ di combattere seriamente contro la mafia. e qui son dolori, a destra come a sinistra.

    2) l’ unica possibilita’ di rompere il circolo vizioso del ribasso dei salari e’ la lotta per il riconoscimento dei diritti sindacali agli immigrati. ovviamente e’ una lotta difficilissima, perche’ gli immigrati sono ricattabili (se rompi le palle ti licenzio e cosi’ perdi il permesso di sogiorno).

  69. furlàn ha detto:

    L’immigrazione si è fatta anche da sud verso il nord del paese. Cosa cambia se arrivavi trent’anni fa dalla sicilia invece che oggi dalla romania?

  70. Pierpaolo ha detto:

    ancora non ho sentito una sola proposta alternativa ai respingimenti..

    Bibliotopa
    sinceramente degli industriali, che siano padani o siculi, mi importa ben poco.

    Bulow
    si, il sindacato ha fatto grandi cose per gli immigrati, le cooperative per esempio, dove li assumono per quattro soldi a quattro cinque ore al giorno e con le dimissioni firmate in bianco..

  71. bulow ha detto:

    @ pierpaolo

    il sindacato e le cooperative sono due cose distinte. come ho detto, il sindacato ha mille difetti. ma nelle realta’ industriali dove il sindacato e’ forte e fa bene il suo dovere, gli immigrati lavorano con lo stesso contratto degli italiani.

  72. bulow ha detto:

    e comunque io ho scritto che e’ necessaria una battaglia per il riconoscimento dei diritti sindacali dei lavoratori immigrati. questa battaglia va fatta anche dentro al sindacato.

  73. bulow ha detto:

    quanto ai respingimenti, uno stato di diritto deve assumersi l’ onere di vagliare le posizioni dei singoli migranti prima di rimpatriarli, e deve assicurarsi che i loro diritti umani siano rispettati. costa? si’, costa. ma non e’ una spesa proibitiva. la democrazia ha dei costi. e democrazia non significa solo andare a votare. se cosi’ fosse, allora l’ iran sarebbe un paese democratico. la democrazia e’ una prassi, e si puo’ parlare di democrazia solo se ogni singolo individuo e’ considerato detentore di diritti. anche se non e’ cittadino italiano. anche se non ha documenti. persino se e’ un criminale. altrimenti non e’ democrazia, e’ un’ altra cosa.

    detto questo, e’ chiaro che l’ europa non puo’ pensare di trasformarsi in una fortezza inespugnabile. nessuna fortezza e’ inespugnabile. sul lungo periodo l’ europa deve cambiare la sua politica nei confronti dei paesi africani. deve smetterla di giocare a risiko con le super-corrotte caste politiche e militari dei paesi africani, allo scopo di depredare le popolazioni locali delle loro ricchezze naturali.

  74. effebi ha detto:

    Ecco, ma in attesa dello svolgersi e delgi esiti di queste battaglie (ricordando che non poche sono poi le battaglie anche tra sindacati su vari argomenti contrattuali) ci si chiedeva se intanto lasciamo aperte le porte o che ?!
    Che indicazione diamo “all’ottuso ministro” dell’interno italiano attualmente in carica ? Non ci aiuta in questo nemmeno la lettura più attenta dei vari libri e articoli dei migliori giornalisti che oltre alla denuncia hanno il difetto di non andare.
    Lo fa Franceschini che il 29 maggio (ansa) dichiara:
    “Quando si parla di un immigrato – ha continuato Franceschini – pensiamo a quello che commette un furto sotto casa, ma un immigrato è anche una badante che aiuta un anziano, é una donna che fa le pulizie in casa, è chi si spezza la schiena nei campi a raccogliere frutta d’estate”. “Quelli che vengono da noi e rispettano le nostre leggi – ha concluso Franceschini – devono essere accolti e integrati”.

    Quindi, pur dimenticandosi dei numerosi laureati, le idee chiare dimostra di averle e sono: accogliamo tutti, verifichiamo se osservano le leggi. Quelli che lo fanno rimangono, …gli altri ? Non vorremo mica respingerli ? Disumani !

  75. bulow ha detto:

    effebi

    intanto vedo che hai spostato il tiro dagli immigrati tout court a quelli che infrangono le leggi. e’ gia’ un passo avanti

  76. effebi ha detto:

    @bulow

    “…vagliare le posizioni dei singoli migranti prima di rimpatriarli”

    ma perchè, fammi capire, se respingiamo questi, e solo questi, questi non subiranno i trattamenti disumani di cui all’articolo di repubblica dell’ottimo Fabrizio Gatti ? e come si vaglierà ? solo se sono rifugiati politici ? e da quali regimi ? da tutti ? da quelli amici del governo in carica ? e quelli senza documenti ? e i semplicemente “morti di fame” ? li respingiamo ? teniamo i cattolici, respingiamo i mussulmani ? e il capo famiglia poi potrà farsi raggiungere dalla sua onesta ma numerosa famiglia ?
    c’è qualcuno, esponente politico della sinistra, che abbia predisposto un piano dettagliato, da condividere, criticare migliorare, o siamo fermi ai bravi giornalisti che denunciano ?
    senno lasciamo che “l’ottuso ministro” faccia il suo lavoro.

  77. bulow ha detto:

    il respingimento non dev’ essere fatto verso la libia, visto che e’ ormai chiaro a tutti cosa succede in libia. bisogna verificare quali sono le condizioni nei paesi d’ origine, se qualcuno rischia la vita in caso di rimpatrio, etc. e’ un lavoro difficile, ma se vogliamo essere all’ altezza dei valori di cui ci diciamo portatori, dobbiamo farcene carico.

    io non voglio piu’ vedere lager, ne abbiamo avuti a sufficienza nel secolo scorso.

  78. effebi ha detto:

    ci sono ancora molte domande (quelle mie sono solo alcune) alle quali andrebbe data una risposta se non si vuole fare la parte delle anime candide, dei satirici a buon prezzo o lanciare slogan senza un seguito di proposta:
    “Quelli che vengono da noi e rispettano le nostre leggi – ha concluso Franceschini – devono essere accolti e integrati”.

  79. bulow ha detto:

    effebi

    anche io ho posto delle questioni che nessuno si e’ degnato di prendere in considerazione.

    e pongo per l’ ennesima volta su questo blog la questione delle questioni, cioe’ il fatto che la bossi-fini, invece di combattere l’ immigrazione clandestina, di fatto la alimenta. infatti chi vuole lavorare in italia deve prima entrare illegalmente, oppure con un visto turistico, poi cercarsi un lavoro, poi rientrare in patria, e solo allora puo’ fare domanda per rientrare in un flusso. questo perche’ nessun datore di lavoro assume un dipendente senza averlo prima visto di persona. lo sanno tutti che le cose vanno cosi’, ma si fa finta di niente. questo meccanismo non funziona e va rivisto.

  80. Pierpaolo ha detto:

    bulow

    non è possibile rimpatriare i clandestini nei loro paesi d’origine.
    sul sindacato e le cooperative: evidentemente non conosci il sistema cooperativo..

  81. Julius Franzot ha detto:

    @ Pierpaolo

    Sarò ignorante, ma per favore mi puoi spiegare perchè è tanto impossibile? E cosa cambia dopo tutti i mesi nei centri di accoglienza?

    @ bulow

    Sarò eretico, ma, come ho scritto in un mio recentissimo articolo su Die Zeit, se la disoccupazione è un fenomeno di massa, anche l’assegnazione di posti di lavoro lo deve diventare. Bisognerebbe trovare sistemi legali (e fiscali) che facciano abbandonare ai datori di lavoro la pretesa di consumare tante energie nella selezione del personale. So che sarebbe un cambio di mentalità non da poco, ma per fare lavori per cui non occorrano conoscenze molto specializzate (medici, ingegneri, architetti, artisti, docenti universitari, ricercatori…) basterebbe consegnare ad un ufficio di collocamento diverso dall’attuale le caratteristiche desiderate (scuola, professione, esperienze minime maturate, fedina penale pulita…, ma non sesso, stato interessante, età, religione, fede politica, appartenenza ad un sindacato, origine etnica) ed un computer provvederebbe ad inviare i profili di una rosa di, diciamo, 5-10 candidati. Il datore di lavoro avrebbe solo la possibilità discegliere uno tra quelli proposti, purchè corrispondano al profilo indicato. Altrimenti non potrebbe occupare quel posto. Lo so che questo è statalismo, ma mi sembra che il sistema corrente non funzioni, quindi vada cambiato. A che serve vedere in faccia un addetto alle pulizie???

  82. Pierpaolo ha detto:

    julius
    l’ignoranza è abbastanza diffusa purtroppo.
    Se arrivano 500 tunisini in un giorno non puoi rimpatriarne 500 il giorno dopo, semplicemente perchè la tunisia non se li prende, hanno delle rigide quote (loro, sic!) per gli ingressi..
    Il prolungamento dei tempi di permanenza nei cie ha lo scopo di superare questo limite.

  83. Marisa ha detto:

    ……comunque rimango dell’idea che il problema si risolve in Africa. E lì che si devono creare buone condizioni di vita. L’Africa è un grande continente ammalato. Vogliamo aiutarlo ad aiutarsi? Gli africani non risolvono il “problema Africa” fuggendo. Forse alcuni di loro risolvono la loro situazione personale o familiare, ma il “problema Africa” è ancora lì tutto da risolvere….

  84. bulow ha detto:

    @ julius franzot

    un addetto alle pulizie no, ma una “badante” si’, per dire. poi esistono anche i lavoratori autonomi, commercianti, artigiani e cosi’ via. le cose sono complicate. non credo che si possa trovare la formula magica. comunque la si pensi, il sistema cosi’ com’ e’ oggi non funziona.

    per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani, questione che non sembra interessare troppo i commentatori di questo post, penso che si dovrebbe pensare a qualcosa di piu’ incisivo di una semplice “dichiarazione universale”. si dovrebbe proporre una forma di “cittadinanza universale”, che garantisca dei diritti minimi a tutti gli individui. chi proviene da un paese che non aderisce a questo accordo, se entra anche illegalmente in un paese che aderisce all’ accordo, dovrebbe ricevere un qualche tipo di documento che lo pone sotto la tutela degli stati aderenti, anche in caso di espulsione. questo potrebbe incoraggiare i clandestini a farsi identificare, e spingere i paesi “canaglia” a un maggiore rispetto dei diritti umani. ovviamente la tutela deve essere effettiva, con tutte le implicazioni che questo comporta sulle relazioni politiche ed economiche con i paesi “canaglia”. si dovrebbe cioe’ smetterla con la politica del risiko, e dimostrare di essere all’ altezza dei valori che andiamo proclamando.

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