12 Giugno 2009

L’ Europa latita dopo le elezioni. Il punto su Austria, Germania e Francia

Stavolta non possiamo lamentarci che l’ Italia sia il solito pollaio provinciale: siamo in ottima compagnia, almeno a giudicare quello che scrivono i giornali in Austria, Germania e Francia. Io seguo quelli, ma ho l’impressione che negli altri Paesi EU la situazione sia molto simile.
Beh, sull’Italia sorvolo, dato che finirei col ripetere i temi trattati in articoli precedenti, ed inizio la breve rassegna:

1. Austria
A caldo la discussione si è polarizzata su “Faymann a casa o Faymann resta”. Il cancelliere (SPOE) è in difficoltà da sempre, non avendo un alleato (OEVP) con voglia di collaborare, ma piuttosto un partito in cerca di una coalizione diversa, per poter fare a meno di lui. Ora sembra che le diatribe personali si siano placate, Faymann resta, ma dovrà fare i conti con un inevitabile immobilismo e con una buona parte della popolazione con sentimenti euroscettici. Se così non fosse, non si spiegherebbe l’ exploit di H.P. Martin, che praticamente ha ottenuto il 18% dei voti promettendo di cambiare “questa” Europa. Poi sappiamo benissimo che frasi del genere in realtà significano “distruggere l’ UE o uscirne”. L’ FPOE aveva affisso manifesti pure contrari a “questa Europa”, ma ormai l’estrema destra ha raggiunto il massimo a cui poteva aspirare, pertanto i loro successi sono stati marginali: l’elettore antieuropeo, ma allo stesso tempo antifascista, si è rivolto a Martin, alla “pura dottrina”. Non posso rilevare una discussione su temi europei, le elezioni europee sono servite quasi esclusivamente come test per un governo poco amato, ma molto difficile da sostituire.

2. Germania
Opel viene salvata, Arcandor fallisce, lo Stato si indebita paurosamente, la disoccupazione sale, in settembre ci sono le elezioni politiche… Chissenefrega dell’Europa! Anche qui c’è stato un test tutto interno: la Merkel è diventata socialista? Sarà Steinmeier in grado di salvare l’SPD ridotta al lumicino del 20% grazie a lacerazioni interne, che la stampa tenta di occultare arrampicandosi sugli specchi? Sulla prima domanda vorrei dire che Angela non è mai stata nulla, nè di destra nè di sinistra: è una persona pragmatica, che ha sinceramente a cuore sia l’interesse del Paese che la propria carriera. Se in campagna elettorale aveva fatto sfoggio di ultraliberismo e, una volta al governo, ha sorpassato a sinistra l’ala maggioritaria dall’SPD, è stato non perchè avesse cambiato opinione, non si può cambiare quello che non si ha, ma perchè i momenti storici erano molto diversi, come li percepiva lei e come pensava che li avrebbe percepiti l’elettore.
In quanto a Steinmeier, credo sia opinione diffusa che non ce la farà: intanto non è un tribuno, ma un tecnico, poi la gente si ricorda benissimo che lui e Schröder hanno organizzato il “tradimento della socialdemocrazia”, cioè la pesante riduzione dello stato sociale. Ora sono in pochi a credere che abbia cambiato idea, lui che un’idea ce l’aveva! Persino suo fratello, dopo averlo visto tenere un comizio televisivo, gli ha telefonato, dicendogli: “Mensch, das bist du aber nicht!” (Questo non sei tu!).
Solo in una questione viene invocata l’ Europa: per emettere obbligazioni garantite dall’ UE invece che dal governo nazionale. In sottofondo c’è il pensiero che l’ Europa possa farsi carico dei titoli-spazzatura sotto forma di una “bad-bank” Europea.

3. Francia
Sarkozy pare non avesse avuto bisogno di nessun test. Magari non amato, ma unico personaggio politico con un partito funzionante alle spalle. Bayrou in campagna aveva spinto a favore di un’ Europa dei moderati, ma è rimasto inchiodato alle sue posizioni delle politiche, poco al di sopra del 10%. I socialisti, in continuo e fragoroso calo, hanno visto all’indomani della pubblicazione dei risultati, la richiesta di Ségolène Royal di indire un congresso straordinario del partito, per far votare la sfiducia a Martine Aubry. Questa ha messo in moto tutte le leve possibili per evitare il congresso e c’è riuscita. Però i nodi prima o poi verranno al pettine e qualcuno si chiederà se la “conservatrice” Aubry, vero e proprio Schröder in gonnella, non stia affossando un po’troppo il partito per smanie personali di potere.

In tutti i Paesi che ho seguito si è notato lo strano, apparentemente paradosso fenomeno di uno spostamento a destra, capitalista, non fascista, dell’elettorato di un continente in grave crisi economica ed occupazionale. Sembra che proprio chi ha causato la crisi, con giochi d’azzardo, speculazioni e stipendi da capogiro in alto e da miseria nera in basso, stia raccogliendo i frutti dello sbaglio. Secondo me il motivo è duplice:

a) la gente non è ancora alla fame: finchè nei forni ci sarà pane, non ci sarà il coraggio di intraprendere un cambio radicale di sistema, come ormai visibilmente proposto dagli intellettuali vicini alla sinistra (e dallo stesso Obama, se lo lasciassero fare).

b) le destre, intendo soprattutto chi si richiama ai liberali ed ai popolari europei, hanno una macchina propagandistica migliore di quella delle sinistre e sono meno divise internamente. Inoltre non è sfuggito all’elettore tedesco che la Merkel sta puntando dritto verso la socialdemocrazia vecchio stampo, con qualche concessione ai liberisti (garanzie, ma non statalizzazioni delle imprese). Perchè fare la rivoluzione, se con i piccoli passi si riesce a salvare ancora qualcosa?

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11 commenti a L’ Europa latita dopo le elezioni. Il punto su Austria, Germania e Francia

  1. bulow ha detto:

    julius, tu che hai il polso della situazione in germania, che ne pensi del trionfo della npd nelle amministrative dei laender orientali?

  2. Julius Franzot ha detto:

    E’ un chiaro voto di protesta contro la disoccupazione ormai al 26-27%, la mancanza di prospettive per i giovani ed il terrore che arrivino i polacchi a prendere i pochi posti di lavoro ancora liberi.
    La stessa gente avrebbe anche votato Die Linke, se non avessero troppi tristi ricordi legati al comunismo reale.
    Nelle campagne del Sachsen-Anhalt e Mecklenburg-Vorpommern i negozi sono già semivuoti, l’assalto ai forni potrebbe iniziare a breve…

  3. effebi ha detto:

    ma faymann è di origine istriana ? un ciccio , morlacco ?
    per quanto riguarda lo svuotamento dei forni c’è da augurarsi che rimangano pieni, o forse c’è qualcuno che auspicando cambiamenti radicali spera (masochisticamente) il contrario ?
    Il perchè l’elettorato si sposta (sembra inspegabilmente) a ds ? Forse è la sensazione che la sinistra sappia gestire e distribuire nel benessere e che la destra invece se la cavi meglio nelle emergenze.
    insomma se la dispensa è piena che la gestisca pure la sinistra (ce ne sarà per tutti o quasi) ma se la dispensa è al minimo cè il rischio che la sinistra te la svuoti del tutto. Così anche chi ha poco preferisce farselo gestire da chi sa maneggiarlo (anche nel senso negativo).
    un esempio ? in tempi che si prospettano di vacche magre e “forni chiusi” a sinistra ci si preoccupa di tutelare chi ancora si sta riversando qui clandestinamente in massa “sistemiamoli, diamogli una casa, un lavoro, diritti” a chi ? “a tutti…perbacco, non è umano lasciare fuori nessuno !”.
    risultato, la gente, anche chi non ha la fabbrichetta (anzi) vota lega, vota (in austria, germania) per partiti nazionalisti, razzisti…
    Il DP del nord di cui ho letto qui in altre parti ? la gente non ci crederà mai, poveri si, ma non fessi.
    cè la crisi ? ma la crisi è mia, tua, nostra, quelle degli altri, i problemi degli altri (a cui sempre pensa la sinistra) non interessano.
    E così si ragiona in spagna, inghilterra, germania, italia e slovenia, come fossimo tutti…europei.
    chissà che questa crisi non faccia bene all’Europa !?

  4. bulow ha detto:

    spero che nessuno sia cosi’ cinico da augurarsi forni vuoti. anche perche’, come si vede chiaramente in mecklenburg etc., i forni vuoti portano consenso a partiti come la npd.
    forse nessuno dei lettori di questo blog ha avuto l’ occasione di vedere una manifestazione della npd. al confronto, quelli di forza nuova sono dei patacca.

  5. StripedCat ha detto:

    la settimana prima delle elezioni avevo riscontrato opinioni simili a berlino (“vincera’ merkel perche’ steinmeier non ha ne’ il phisique du role ne’ una presa sul pubblico con gli argomenti”).

    brutta brutta la npd, che sfrutta lo scontento negli ex-DDR laender (anche se e’ uno scontento che vive di Harz IV).

    da noi i “forni vuoti” ci sono da anni ormai, con la differenza che appena diventano vuoti vengono presi in gestione direttamente da cosa nostra e dalla camorra e torna “il pane” sugli scaffali, come ci insegna il buon roberto saviano.

  6. bulow ha detto:

    striped cat

    quindi la scelta e’ tra la mafia e i neonazisti…

    caro cogòi, semo cagài

  7. Julius Franzot ha detto:

    La Merkel non è mafia, non esageriamo!
    Chi arriva pericolosamente (anche se con perfido travestimento) su posizioni simili a quelle dei Kamerdaden, è Westerwelle. Mi potete trovare decine di citazioni che smentiscono la mia sensazione, ma io non credo a una parola di quanto dice da 1 mese a questa parte.

  8. bulow ha detto:

    julius

    no, non parlavo della merkel! stavo cercando di districarmi tra la via tedesca e quella italiana per l’ uscita dalla crisi. nazi v/s mafia. e’ un bel derby.

    scherzi a parte, lo stato confusionale in cui versa l’ europa mi preoccupa parecchio. molto piu’ delle beghe tra d’ alema e veltroni, per dire.

  9. Julius Franzot ha detto:

    A me preoccupa soprattutto l’atteggiamento irresponsabile (ed egoista, del tipo “après moi le déluge”) della quasi totalità dei politici: un cieco vede che il sistema attuale non può più continuare (tra l’ altro, 5/6 della massa monetaria mondiale è senza nessuna copertura…), gli intellettuali, in Europa come in America, ormai stanno individuando la direzione in cui ci si dovrà muovere, ma loro niente, discutono solo di poltrone, dei loro privilegi, dei loro amichetti/e, veline, puttanelle varie, ville, chiappe al vento, voli di stato…
    Alle prossime nazionali nulla mi impedirà di votare IDV. In Europa sarebbe stato un voto buttato per mancanza di peso politico del partito a Strasburgo, ma spero che in Italia una schiacciante vittoria di Di Pietro avrà come conseguenza la messa fuori gioco di quasi tutta la classe politica attuale, corrotta e collusa.
    A quel punto, però, sarà importante averne un’altra, pronta a subentrare, dato che IDV sa sicuramente distruggere, ma non credo sappia ricostruire. Se i mass media prezzolati (= tutti) negano il fallimento del sistema attuale, sarà difficile che si formi una nuova classe politica, pronta a prendere in mano la situazione nel momento in cui la classe politica attuale vedrà il sole a strisce o dalle finestre di qualche amena località di villeggiatura ;-).
    Ch succede all’estero? In Germania forse qualcosina si muove, ma basta leggere l’intervista di oggi sul Piccolo per capire a che teste di cavolo si appoggia la gente in Francia.In Austria peggio che andar di notte, in Spagna tutti concordano solo nel dire che Zapatero deve andarsene e parlano solo di crisi immobiliare ed immigrazione, la soluzione Black-or-White della Slovenia l’abbiamo sotto gli occhi. Obama salvaci tu??

  10. StripedCat ha detto:

    per quanto io non sia pro-CDU, preferisco sempre la Merkel rispetto a qualsiasi politicastro nostro…
    e’ l’unica che le ha cantate al papa.
    il che significa che e’ al servizio di una religione civile, la costituzione.
    e’ gia’ qualcosa.

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