25 Maggio 2009

Le morti nelle cliniche psichiatriche triestine: un appello ai medici di famiglia di Trieste

Copiamo-incolliamo questo appello pubblicato sul sito dell’Associazione Italiana Psichiatri:

Un ragazzo mette fine alla propria vita “per amore”; succede a Potenza, a più di mille chilometri da Trieste. Il Piccolo intervista il direttore del DSM di Trieste (Beppe Dell’Acqua, ndr) con una sua foto: pensoso, con la matita in mano.

Il mese scorso c’è stato un altro tragico evento: una mamma ha messo fine alla vita di due suoi figli piccoli; è successo in Slovenia, e il direttore del DSM di Trieste ha spiegato al popolo la tragedia, comparendo con lo stesso eloquente ritratto: pensoso, matita in mano.

E a Trieste? A Natale una donna si suicida nella clinica psichiatrica; la vedono i pazienti, non la vedono medici e operatori, impegnati in una riunione “politica”. Non intervistano il direttore del DSM di Trieste, la morte di quella signora è ignorata. Alcune persone denunciano il fatto in varie sedi e occasioni, ma non interessa a nessuno.

Alcuni giorni fa una persona si suicida lanciandosi da una finestra dell’ospedale di Trieste, ma la notizia non appare nè sull’unico quotidiano e nemmeno nei notiziari delle tv locali. Il direttore del DSM di Trieste non viene intervistato.

Pochi giorni fa un giovane di 24 anni mette fine alla sua giovane vita. Stava male, la famiglia d’accordo col medico di base ha chiamato i servizi psichiatrici. La famiglia ha chiamato nuovamente, con grave preoccupazione. Cosa hanno fatto i servizi di salute mentale? L’ISTAT non sommerà questo caso ai tanti altri che comunque danno a Trieste il triste primato. Per la famiglia invece è cambiato tutto. La sofferenza non si estinguerà mai. Per feroce ironia capiterà sotto il loro sguardo il direttore del DSM di Trieste, intervistato sulle tragedie lontane perchè dove lavora lui tutto va nel migliore dei modi, come ci spiegava Il Piccolo nei giorni scorsi.

Ma io, dissidente, come mi hanno definito i compagni di Ravenna del direttore del DSM di Trieste, lancio una proposta, un appello. Un appello ai medici di famiglia di Trieste, perchè le famiglie loro le conoscono, conoscono le persone, e sanno di tante vite stroncate soprattutto di giovani, per i quali non possono nemmeno dare notizia ai fini statistici. Medici parlate di queste morti.

Mario Comuzzi
www.giuliocomuzzi.it

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1 commenti a Le morti nelle cliniche psichiatriche triestine: un appello ai medici di famiglia di Trieste

  1. La Mula ha detto:

    Giusto che i medici di famiglia ne parlino, allucinante che ne parlino i giornali. Ero proprio in Lucania quando è avvenuto il primo suicidio menzionato e i giornali locali titolavano in prima pagina, con tanto di collegamento nell’occhiello alla fragilità dei giovani. Demenziale! E’ istigazione al suicidio, ancora più grave in un periodo come questo (si pensi a quanti ragazzi sono morti alle soglie dell’esame di maturità o dopo una bocciatura).
    La simpatia o antipatia per Dell’Acqua serve a poco. Titolare a caratteri cubitali una notizia che dovrebbe venir data sì, ma in pochissime righe e con molto tatto (che , a leggere, non mi pare sia la principale qualità del signor Comuzzi), è delittuoso. Oltre che contrario alla deontologia del giornalista e alla Carta di Treviso. In tal senso per una volta il Piccolo (dentro cui coabitano diverse anime e diverse sensibilità) si è comportato benissimo quando ha taciuto o sottaciuto, cosa che poteva fare anche negli altri casi (foto o no di Dell’Acqua).

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