16 Maggio 2009

Speciale Parco del Mare / 1: Storia del futuro acquario

di Andrea Dessardo

Fallita la sfida dell’Expo, bisognava porsi nuovi obiettivi per il rilancio economico di Trieste. L’area individuata era ancora il Porto Vecchio: «L’idea di ristrutturare l’area per destinarla a usi diversi, legati alla portualità ma non strettamente ai traffici marittimi, è precedente a quella dell’Expo», diceva il presidente della Regione Riccardo Illy il 21 dicembre 2004. Spuntò dunque l’idea del Parco del Mare, un grande acquario con altre attività connesse, alberghi, negozi, ristoranti.

Poi Antonio Paoletti, presidente della Camera di Commercio («un uomo fai-da-te») propose, nel 2006, di farlo in Campo Marzio, nella zona del mercato ortofrutticolo (in un primo tempo sul terrapieno di Barcola). A tal proposito – segnaliamo incidentalmente – il sindaco commentò: «Via da Campo Marzio e alle Noghere, senza i confini e con le nuove autostrade, l’Ortofrutticolo tornerà un mercato da un milione di tonnellate l’anno». Poi si fece una buffa scoperta: metà dell’area del mercato era demanio dello Stato ed una breve striscia (un binario) delle Ferrovie e dunque i tempi di realizzazione si prospettavano… ministeriali. Maurizio Bucci ghignò allora: «Chi lancia le idee, dovrebbe anche porsi delle domande ed effettuare delle verifiche».

L’accordo fu trovato infine sull’area della ex piscina “Bruno Bianchi”, dell’ex Pescheria e del Magazzino vini (complessivamente 14.842 mq): soluzione decisamente a buon mercato, perché si risparmiavano i 20 milioni previsti per spostare alle Noghere frutta e verdura e si trovavano delle strutture già quasi pronte per l’uso. Stiamo parlando del Salone degli Incanti, trasformato pochi anni prima dalla Fondazione CrT, per espresso desiderio del Comune, in spazio espositivo generico. «Ora, francamente – commenta Paniccia – non è utilizzata a pieno, e coi costi che ha…».

Piero Camber dava sfogo alla fantasia su “Il Piccolo” il 17 dicembre 2008: «Si potrebbero infatti soppalcare gli spazi laterali della Pescheria per ricavare delle passerelle trasparenti sul modello di quelle presenti nella Basilica di Aquileia». Un mese dopo (18 gennaio 2009) Paoletti rettificava: la maggior parte dei pesci non starà in Pescheria (buona notizia), ma nel nuovo edificio da erigersi al posto della piscina. Il quale non potrà essere più alto di 7,5 metri (come il Magazzino vini), ma potrà avere due piani interrati destinati a parcheggio, insieme ai due o tre ricavabili sotto la piscina. «Vincenzo Costa, deus ex machina dell’Acquario di Genova […] mi ha raccontato di disporre di 174 parcheggi, più che sufficienti. Per il resto ha disposto navette gratuite in varie parti della città. […] Credo che i 1000 posti che arriveranno col parcheggio davanti alla Stazione Marittima si riveleranno più che sufficienti» assicura Paoletti.

Dicevamo che spostare il Parco del Mare sulle Rive abbassa i costi e accorcia i tempi: 44 milioni di euro, due terzi pubblici, il resto in project financing. Quanto al pubblico, 7 milioni li caccerebbe la Camera di Commercio, 6 e mezzo la Fondazione CrtT e 20 la Regione, a fondo perduto ma, secondo «un calcolo preciso […] recuperabili in due anni di sola Iva». Sempre Paoletti calcola che entro fine novembre si potrebbe avere un accordo di programma, una conferenza dei servizi e la variazione del piano regolatore, sicché il Parco potrebbe essere pronto entro la fine del 2011. Peccato, per pochi mesi Dipiazza si perderebbe l’inaugurazione!

Andrea Dessardo

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3 commenti a Speciale Parco del Mare / 1: Storia del futuro acquario

  1. arlon ha detto:

    7,5 metri de altezza. Certo, cusì se punta in alto..

  2. Bibliotopa ha detto:

    ma sto project financing, vol dir che paga chi? o come diseva la Cittadella , “xe più” che sponsor?

  3. Andrea ha detto:

    Xè più che sponsor, perché chi che poza se garantissi la concesion per ani: qua se parla de 25…

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