29 Aprile 2009

Riparte il Pedibus per raggiungere le scuole cittadine

E' ripartita l'esperienza del Pedibus per la scuole di via del Brolo e di via Codelli. La partenza del percorso per via del Brolo si è tenuta ieri mattina alle ore 7.40, da piazza Tommaseo, alla presenza dell'assessore Francesco Del Sordi. Oggi, invece, Del Sordi partirà assieme ai bambini che frequentano la scuola di via Codelli e il punto di raccolta sarà, sempre alle 7.40, dal piazzale della Conad, fra via IX Agosto e via Locchi.
"Sperando di ottenere un buon riscontro tra i bambini e tra i genitori è intenzione del Comune – si spiega in una nota – continuare anche nelle giornate successive. L’obiettivo, infatti, è dare continuità a questo modo semplice e salutare di arrivare a scuola facendo in modo che venga organizzato in ogni anno scolastico. Le decine fra auto e autobus, che ogni giorno portano a lezione i bambini e, successivamente, li vanno a riprendere, paralizzano quotidianamente l’incrocio fra via Diaz, via Leopardi, via Brass e viale Virgilio creando notevoli rallentamenti alla circolazione".

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10 commenti a Riparte il Pedibus per raggiungere le scuole cittadine

  1. Milost ha detto:

    Bellissima iniziativa, che avrebbe potuto estendersi e svilupparsi: questo non avviene per la mancata sorveglianza di alcuni attraversamenti pericolosissimi ( quello davanti al Comune, per esempio) e per il fenomeno degli zaini da sherpa che i ragazzini si trovano sulla schiena. Il peso della scienza e della cultura si misura ogni mattina e così i figli preferisce portarli a scuola in macchina, pur nella convinzione che non si tratti di un atteggiamento eco compatibile e che una bella passeggiata sarebbe utilissima a cominciare bene la giornata. Le richieste a coordinare tra insegnanti la quantità di materiale didattico da portare ogni giorno avanti e indietro non ottengono seguito; e il fatto di avere per ogni materia due e anche tre libri con annessi quaderni insinua il dubbia che l’unico vera utilità ce l’abbiano le case editrici e le cartiere.

  2. novac ha detto:

    Più che dubbio, io direi certezza. Ma anche tra gli insegnanti, più del 50% non sa spedire una e-mail, figurati a lavorare con libri modulari e dispense.

  3. Cristina ha detto:

    Vorrei far presente un’altra assurdità tutta italiana – e non è la prima volta che ne parlo: i nostri figli, a meno che non siano già maggiorenni, non possono lasciare la scuola se non accompagnati da un genitore o da un maggiorenne delegato.
    Tanto di cappello per il progetto pedibus e complimenti all’ass. Del Sordi che tanto si dà da fare in questo senso; ma mia figlia si muove da sola da quando era alle elementari, grazie alla collaborazione di una madre “compiacente”, perché le insegnanti erano irremovibili. Ora, alle medie, di questa legge non gliene frega più niente a nessuno… grazie al cielo! C’è davvero tal legge, come le insegnanti mi avevano riferito? Se sì, perché esiste? Noi eravamo forse più intelligenti dei nostri figli?

  4. Milost ha detto:

    C’è ancora un dettaglio curioso, cara Cristina: e cioè che al termine ufficiale delle lezioni i ragazzini delle medie se ne possono andare anche non accompagnati, ma se escono un’ora prima, e magari li va a prendere un nonno, scattano le procedure di controllo, e nonostante il permesso di uscita firmato dai genitori ci vuole anche la delega al prelievo. Sono i sottili equilibri delle responsabilità relative ai minori durante l’orario scolastico e dopo.

  5. Lolla ha detto:

    Bel “progetto”, lo fanno dappertutto. Ma siamo ai primi di maggio e a giugno finiscono le scuole. “Modo semplice e salutare di raggiungere la scuola..” proprio da ridere.. quattro passi in messo allo smog. Invece sembra di leggere che il problema sia il traffico. Così non si intasa l’area davanti la scuola, ma si intasa davanti al punto di raccolta.
    E poi, se piove o peggio, sta per piovere? Insomma, che senso ha?

  6. Milost ha detto:

    Punto di raccolta e percorsi non sono scelti a caso, ed i bambini si possono unire al gruppo anche a “fermate” intermedie. Se piove si usa l’ombrello, hai presente quel coso che ti sta sopra la testa e ti protegge dall’acqua?, giacca impermeabile e scarpe grosse.
    Il senso sta nel volerci provare a non muovere le automobili, utilizzando le gambe o le ruote delle bici. Viviamo in una città microscopica, se si creano le condizioni giuste ( che ancora in buona parte mancano) potremmo in tanti fare a meno delle autovetture a beneficio nostro e del nostro prossimo.

  7. vale ha detto:

    Siccome i genitori dicono alle scuole di non preoccuparsi che il loro figlio non è scemo, e poi quando succede un incidente i genitori si rivolgono agli avvocati, e siccome gli avvocati si danno da fare e arrampicano sulle responsabilità della struttura scolstica, nel tempo le scuole e gli insegnanti si sono assicurati.
    Le assicurazioni, che a loro volta ritengono equo farsi pagare il premio, ma non intendono farsi spennare dagli avvocati, hanno introdotto, nei fatti, una serie di vincoli per definire chiaramente le responsabilità. Alla fine del giro, il genitore dichiara in un modo o nell’altro di sollevare la scuola dalle responsabilità e l’assicurazione è contenta, l’insegnante pure, l’avvocato un po’ meno e ci prova lo stesso perchè il genitore, che rimane convinto che il figlio non sia scemo, proprio per questo ritiene che la colpa sia di qualcun altro. E poi, visto che c’è l’assicurazione, tanto vale provare..
    Così funziona oggi.

  8. Lolla ha detto:

    @Milost
    Capisco che punto di raccolta e percorso non siano scelti a caso. E mi piacerebbe anche vedere il percorso segnalato in modo evidente in modo che il traffico se ne renda conto e giri alla larga. Un po’ come le piste ciclabili, quelle vere. Anche per fare in modo che i bambini possano camminare larghi e non si infilino gli ombrelli negli occhi quando piove.
    Purtroppo però per raggiungere il punto di raccolta le auto le muovi lo stesso, giusto? Solo che concentri il traffico in altro luogo piuttosto che davanti alla scuola. E Gorizia è piccola, come giustamente dici. Allora perchè il punto di raccolta per andare in via Codelli sta proprio al centro – Conad – invece che al Parco della Rimembranza? E poi, funziona anche per il “prelievo” o solo per la “consegna”?

  9. Milost ha detto:

    Azzardo, sulla base di precedenti esperienze dove ho verificato che i percorsi sono pensati insieme ai genitori ( coinvolti a turno anche nell’accompagnamento del gruppo, che alle famiglie interessate a questa tornata dell’esperienza andasse bene il punto prescelto, equidistante rispetto la molteplicità degli utenti e raggiungibile esso stesso a piedi, o comodo per chi parte per andare al lavoro con i figli dietro e li lascia lì strada facendo ( piuttosto che a scuola). E’ evidente che se devi portarceli lì in macchina apposta il discorso non funziona più: tanto vale arrivare a scuola, no? Quanto alla consegna, il ritorno a casa non credo sia organizzato. Troppe, ritengo, le variabili in gioco, visti orari di figli e genitori.

  10. Lolla ha detto:

    Se capisco bene, questo pedibus riguarda quelli che arrivano al punto di raccolta a piedi o quasi.. ma allora che centra con l’incrocio paralizzato di via Diaz ed i rallentamenti del traffico, come detto nell’articolo qui sopra?
    Per la verità ho sempre avuto il sospetto che ‘sto pedibus – non solo a Gorizia, sia chiaro – sia nei fatti una bolla.. fa titolo, insomma..

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