Grigiore totale
Giove pluvio ci risparmia, la mattina.
Sono uno dei pochi temerari imbecilli che alle 9.00 è già seduto al suo posto, pronto per cominciare la maratona.
Morning session che fila liscia, peccato solo per il tremendo abbiocco che mi assale a metà mattinata; sarà forse perché il cinema dei buoni sentimenti mi dà sonnolenza.
La sessione pomeridiana continua, se possibile, ancora peggio: il ritmo lento del film delle 14.15 mi risulterà fatale e riuscirò ad abbioccarmi per 15 minuti buoni. In serata il tempo peggiora e la qualità filmica sembra mantenere i bassi standard qualitativi del resto della giornata, fatto salvo il poliziottesco Hongkonghese Connected.
- 9.00: My Only Ü – Cathy Garcia-Molina – Filippine 2008
La famiglia di Winona è attraversata da una sinistra maledizione: tutte le donne muoiono alllo scoccare del 25imo anno d’ età. Winona non è da meno. Bong, suo segreto spasimante, con la complicità del padre di lei e dello spettro del loro defunto medico escogiterà ogni sotterfugio per poterla proteggere, anche a costo di nasconderle la verità e, in certi casi, farla soffrire. Alla fine tanta caparbietà sarà vincente, ma il prezzo da pagare risulterà alquanto salato.
Vhong Navarro, smessi i panni di improbabili supereroi ai quali ci aveva ormai abituato (uno su tutti il puzzolente Gagamboy), presta il fisico e l’ interpretazione per rappresentare l’ amore di una vita: Bong, segretamente innamorato di Winona, da sempre, incarna lo stereotipo dell’ amor gentile, timido, muto, ma capace di imprese al limite per poter preservare intatto il suo amore. Winona dal canto suo, come spesso accade, vive la sua maledizione senza accorgersi di quanto amore le scorra intorno, cercando di perseverare nel proprio sogno. Alla fine si accorge che la felicità che va cercando sta negli occhi innamorati di chi ha avuto vicino per tanto tempo, senza essersene mai accorta. Inaspettato, e molto poetico, il finale.
- 11.00: Drop – Shinagawa Hiroshi – Giappone 2008
Hiroshi lascia la scuola pubblica che frequenta per una scuola pubblica in modo da realizzare un suo sogno: diventare un gangster. Dopo una dura gavetta entra in una gang che lotta contro le gang rivali per avere la supremazia territoriale tra i licei. Hiroshi piano piano cerca di raggiungere la vetta, ma avrà le carte in regola per essere un leader? E soprattutto, è veramente ciò che sogna?
Gangster movie atipico, dal gran ritmo ed inframezzato da notevoli spunti umoristici. Lo si potrebbe definire un “film di formazione” dove la vicenda ruota attorno alla maturazione caratteriale di Hiroshi: attraversando prove della vita anche dure e luttuose, il ragazzo riuscirà a trovare finalmente la propria strada. Dopo aver lottato, e duramente, contro tutto e tutti scoprirà che la sua strada è un’ altra e, paradossalmente, sarà la morte del cognato ad aprirgli gli occhi. Per completare il passaggio sarà necessario infine lo scontro finale: quello col proprio passato. Il film ha già sbancato i box office giapponesi, sappiatelo.
- 14.15: The Triumphant General Rouge – Nakamura Yoshihiro – Giappone 2009
Il dr. Hayami, detto General Rouge, è il ras del pronto intervento del Tojo Hospital e ciò gli crea delle inimicizie all’ interno dello staff medico. Una lettera anonima lo accuserà di collusione con le ditte fornitrici di apparecchiature mediche. Chiamata ad indagare sul caso sarà la dottoressa Taguchi, psicoterapeuta perspicace, accompagnata suo malgrado dall’ ispettore del ministero della salute Shiratori, ricoverato nell’ ospedale per i postumi di un incidente. Iniziano le indagini e con esse una serie di morti sospette, segreti, personaggi ambigui fino al colpo di scena finale.
Sequel del premiato Glorious Team Batista, del quale riprende tutti i personaggi, il film si allontana dal predecessore per quanto riguarda la struttura narrativa. Non più un mistero difficilmente risolvibile ma uno spaccato di un problema grosso e irrisolto in Giappone come quello della sanità e delle dinamiche interne. Il regista sembra voler offrire, seppur romanzandolo, uno spaccato di vita reale delineando in profondità ogni singolo personaggio, lasciando sempre in penombra quelli più ambigui. Unico difetto: un ritmo tremendamente lento che risulta mortifero soprattutto vista l’ ora di programmazione.
- 16.30: Radit & Jani
Coppia assolutamente anticonformista in una società indonesiana tradizionalista e spietata: due ragazzi ladri, drogati, sbandati, eppure innamorati. Tra mille difficoltà e fallimenti, innumerevoli promesse fatte e mai mantenute, il loro amore non vedrà il lieto fine: l’ ammissione di fallimento da parte di lui porterà alla soluzione più dolorosa, quella dell’ allontanamento.
Sguardo al femminile poetico su una situazione incandescente, soprattutto per l’ Indonesia: il problema della droga affrontato senza falsi moralismi, ad esempio, è segno di coraggio di questa cineasta. La storia sembra una versione edulcorata di Syd & Nancy di Julien Temple, con in più tante lacrime. Il punto di forza è la caratterizzazione dei due protagonisti: Radit – interpretato da un notevole Vino G. Bastian – vede trasformarsi da bullo di strada a persona incapace di mantenere il controllo della propria vita, fonte di continui fallimenti; Jani – ossia quella strepitosa figa di Fahrani – diventa via via sempre più riflessiva e responsabile, soprattutto durante la gravidanza. Forse un pelo lunghetto, come film, soprattutto per la quantità industriale di lacrime che scorrono sullo schermo.
- 20.00: K-20: Legend Of The Mask – Sato Shimako – Giappone 2008
Giappone, 1949: nella capitale Teito di un giappone ancora feudale uno strano personaggio si aggira e compie numerosi furti a danno dei ricchi e si fa chiamare K-20 ossia il Demone dalle Venti Facce, sulle cui tracce si muove il detective Kogoro, fidanzato della principessa Yoko. Nel frattempo un giovane artista circense, Heikichi, viene ingaggiato da un misterioso personaggio per scattare delle foto di nascosto a Yoko e Koguro. Purtroppo per lui però viene preso e identificato come il demone K-20. Heikichi si proclama innocente, riesce ad evadere e, braccato dalla poliziane da Koguro, cerca di scoprire la vera identità del demone che, alla luce dei fatti, sarà tanto semplice quanto sorprendente.
Estetica steampunk e budget da blockbuster per questo fumettone in salsa di soia. Il demone K-20 è un misto tra il Batman più tenebroso e V for Vendetta con la gastrite, mentre il vero supereroe è Heikichi, una sorta di Robin Hood idealista permeato da un forte sentimento di giustizia ed uguaglianza. Molte scene di parkour tra i tetti della città, numerosi effetti speciali e abbondante ricorso alla computer graphic. La terrificante arma di distruzione di massa che tanto farà penare i protagonisti altro non è che un enorme Tesla Coil, molto gradito a tutti i fan dal videogame Red Alert 2.
- 22.20: Connected – Benny Chan – Hong Kong 2008
Un esattore delle tasse riceve una telefonata da una donna che dice di essere stata rapita e gli chiede aiuto. Sulle prime non ci crede ma, dopo un po’ capisce che non si tratta di uno scherzo e corre immediatamente per salvarla. L’ unico contatto, quello col telefono, sarà il filo invisibile che coordinerà tutta la vicenda e se vuole salvare la donna misteriosa e sè stesso dovrà per forza rimanere in linea nonostante mille difficoltà. Pian piano scoprirà di essere entrato in una faccenda molto più grande di lui e solo l’ aiuto di un poliziotto della stradale che decide di investigare da solo contro tutto e tutti riuscirà non far finire tutto in tragedia.
Remake del film Connected del 2004 adattato al gusto di Hong Kong, questo poliziottesco dal ritmo vertiginoso e dal budget infinito – le scene dall’ elicottero, la quantità industriale di auto sfasciate e pubblicità occulte sono segno di grossa possibilità di spesa – è un ottimo prodotto commerciale confezionato in puro stile made in Hong Kong, con sparatorie, inseguimenti mozzafiato ed intervalli comici a garantire l’ impossibilità di annoiarsi. Grandiosa la scena dell’ inseguimento tra la Toyota dei cattivi e la Ka dell’ esattore, degna della mattanza automobilistica dei Blues Brothers.
- 00.30: Love Master 3 – Tajiri Yuji – Giappone 2008
Il maestro Kikunosuke, cercando la bellissima Rie, viene a scoprire che essa sta in un bordello di un certo Ishida il quale recluta le sue ragazze ipnotizzandole e rendendole schiave. Per poterla liberare, Kikunosuke lancia ad Ishida una sfida: inconterà tutte le ragazze e se con la sua magia sessuale riuscirà a spezzare l’ incantesimo esse torneranno libere. Ishida, certo di vincere la sfida, accetta. Che succederà?
Terzo episodio della serie Love Master, ossia la commedia erotica per antonomasia. Questo terzo episodio è il più folle e fuori dai canoni tra quelli della serie, tra falli enormi, tecniche amatorie esagerate, mosse segrete ed abilità particolari.
Giornata lunga e a tratti pesante. Non proprio il massimo della qualità filmica, salvo sporadici episodi. Si spera già nella giornata di domani, con un titolo su tutti: quel Departures vincitore del premio oscar come miglior film straniero.
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