24 Marzo 2009

Serbia, 24 marzo 2009: dieci anni dopo i bombardamenti Nato

Radimiro Dragovi? ci segnala che in Serbia “oggi a mezzogiorno le sirene suoneranno per ricordare l’inizio degli attacchi aerei e missilistici contro la Serbia, allora denominata Jugoslavia. L’esecutivo ha esortato il popolo serbo a fermare tutte le attività in luoghi pubblici, nelle aziende, istituzioni e scuole e che con un minuto di raccoglimento e di onorare la memoria di tutte le vittime che hanno perso la vita in quei tragici avvenimenti”.

Raffaele Coniglio ricorda sul suo blog:

“Nei mesi precedenti lo scoppio della guerra, subito dopo che i pochi osservatori dell’Osce lasciarono il Kosovo, le forze militari serbe impressero una forte offensiva contro i capisaldi dell’Uck. Furono giorni di brutali barbarie, dove furono scacciate dalle loro case migliaia di persone, villaggi interi e quartieri cittadini furono dati alle fiamme, si fece ampio ricorso alla strategia di assassini indiscriminati, stupri e saccheggi per terrorizzare la popolazione e costringerla alla fuga.

Continua il lettore di Bora.La, Dragovi?:

“Il premier Mirko Cvetkovic terra’ un discorso commemorativo in pubblico e verranno deposte ghirlande, dove si sono verificate il piu’ alto numero di vittime e verranno ricordati anche i poliziotti e militari, morti nell’adempimento del proprio dovere. Anche all’estero si svolgono commemorazioni. Durante i bombardamenti della NATO che si sono protratti per 78 giorni, hanno perso la vita 2.000 civili, di cui un centinaio i bambinii e 1.000 membri delle forze armate e di polizia, mentre 6.000 persone sono rimaste ferite, circa. L’aggressione della NATO contro la Serbia è terminata il 10 giugno 1999, con l’approvazione della risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza”.

Si stima che oltre 200.000 serbi siano stati costretti a lasciare il Kosovo.

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