15 Marzo 2009

Tommaso De Mottoni, se ti chiamo dandy ti incazzi? La nostra intervista al triestino del Gf

L’errore peggiore nelle interviste è quello di far trasparire l’ego dell’intervistatore.
Mettetevela via, nel mio caso è una battaglia persa.
Soprattutto quando si parla di reality.

Di De Mottoni si è scritto, commentato, sputtanato, apprezzato in molti angoli di questo blog. Dal giardinaggio spinto a casa sua durante una festa alla preparazione di svariati bellini durante una sessione di vomito, dal Checheguara alle bizzarie del liceo.

Come da tradizione, Bora.la prende il microfono e si getta a capofitto nella comprensione del personaggio senza pregiudizio alcuno.
Direttamente dalla sua voce.


Come ci si avvicina a un casting del Grande Fratello, quale è la spinta principale? E con quali obiettivi?

Nel mio caso del tutto casualmente.
Sai che ci sono due tipi di casting (purtroppo lo so, n.d.r.): il primo è un casting diretto promosso dalla redazione a cui arrivano alcune segnalazioni di potenziali “tipi interessanti”. L’altro metodo è quello tradizionale, ci si presenta spontaneamente alle varie sessioni di casting in giro per l’Italia.
Nel mio caso ero a Roma e mi hanno contattato per un provino.

Come si supera un casting?
Guarda, qui c’è anche chi ci sta un scrivendo dei libri.
I metodi principali sono due, esattamente all’opposto.
O ti presenti e offri il massimo della spontaneità, quindi estremamente sinceri e far emergere un’identità sempre che ci sia un’identità da far emergere. Oppure crei il personaggio. E tenti di mantenerlo.

Orpo, anche tu con il classico luogo comune dei reality? Che devi essere te stesso? Pensa che io sono convinto che uno sia se stesso sempre e che declini il sé in rapporto all’ambiente in cui vive….
Certo che l’ambiente influenza la persona e il comportamento.
Ma è anche vero che la persona influenza l’ambiente (touché, n.d.r.).
La vera sfida al Grande Fratello è proprio quella di preservare la propria identità

Ci sei riuscito?
Sì assolutamente sì.
Dopo qualche giorno la percezione si è modificata rispetto al giorno della mia entrata.
Sia all’interno che all’esterno.

Fermo! Che c’ho la domanda pronta! Sono convinto che il GF abbia perso molta della forza iniziale di rappresentazione della società, il video che ti hanno fatto di presentazione forse ne è un segnale (aristocratico trash).
Come anche i partecipanti di quest’anno. Che ne pensi?

Verissimo. Ma paradossalmente “più giusto”.
Nel senso che anche il Grande Fratello italiano si sta avvicinando sempre di più al format originario americano. Dove i partecipanti sono attori ed estremizzano la propria parte. Capiamoci, non voglio assolutamente dire che gli autori siano lì a manipolare i comportamenti anzi.
I personaggi seguono le proprie tracce “narrative”, forse gli autori danno i giusti stimoli a percorrerle.
Pensa a Marcello.
C’è una scena dove intimo a Marcello di pulire e lavare.
Lui invoca il cielo e lo fa guardando dritto in camera.
Quella parte la recita. Anche la telefonata (si riferisce a una telefonata strappalacrime tra Marcello e il padre, n.d.r.) la recita.
Sono finti i personaggi. Non è finta la produzione.
Molti dicono che gli autori modificano ma non è così, immaginano solo degli scenari. Tu dovresti vedere Federica (altra aristo-trash, n.d.r.), fuori dalla casa è una persona completamente ridimensionata rispetto a quello che si è visto.

E per quel che riguarda il tuo video introduttivo?
E’ una frase di provocazione. Serve a stimolare.

Io ho capito la provocazione, anzi odoro le provocazioni. Ma non pensi che sia il massimo della desiderabilità sociale quello di invocare l’uso dello champagne per pulirsi le scarpe?
La mia provocazione è sul lusso. Associare il lusso ai soldi, alle griffe, alla moda è un errore tremendo.
Il lusso non sarà mai una questione di denaro ma di stato mentale.
Essere consapevoli che qualsiasi cosa può essere lusso. Ora come ora lusso è ridurre i consumi, andare dall’artigiano, dal sarto.
Spendere meglio e avere un enorme rispetto del denaro.
Ti faccio un esempio. Sai qual è il mio champagne preferito?

Laurent perrier?
No, Larmandier-Bernier.
Costa meno di uno spumante italiano e viene da uve biodinamiche. Il problema è l’ipocrisia della parola: se avessi detto “vino”
non avrei avuto nessun problema. Bisogna esorcizzare la paura di dire champagne, lusso, benessere. Ecco sì, dobbiamo smettere di aver paura di dire “benessere”.

Nel frattempo in sottofondo sento la voce di una ragazza
“Hey ciao!”
Tommaso risponde al “ciao”
“Madonna mia sei sempre più bello”.

Insomma pensi che quel video in realtà non ti abbia “rovinato”?
Ma no, la percezione nei miei confronti è cambiata nel corso della mia permanenza nella casa e poi, fuori.
Signorini ha cambiato completamente opinione, accorgendosi di essere stato inopportuno. La stessa Platinette mi ha difeso.
Ma, in generale, tutte le persone che incontro.

In generale hai aspettative rispetto al mondo televisivo, vuoi lavorarci? Perché?
Io non sono televisivo. Non farò nulla per andarci.
Le cose che io dico e il mio modo di interagire non sono compatibili.

Strana coincidenza con il fatto che tu sia il primo triestino, ma anche il primo abitante a rappresentare il Friuli Venezia Giulia….
Forse sì, forse perché sono triestino.
Uomini di pochi fronzoli e poco conformi attualmente a quelli che sono gli stereotipi classici della televisione.

In molti di quelli che ci hanno scritto nel sito ricordano un De Mottoni bizzarro alle scuole superiori, cosa vuoi dire loro?
Beh prima di tutto, hanno messo in luce il mio carattere eccentrico. Che è il lato principale della mia personalità.
Leggendovi ho trovato davvero incredibile che molti si ricordassero perfettamente di me dopo quindici anni.
E a tutte le persone che ricordano il Tommaso delle feste, vorrei dir loro che quelle feste ho smesso di farle dopo qualche anno.
Mi sono accorto che, come capita anche ora. si beveva e si mangiava a casa mia e poi mi si sputtanava.
Quando me ne sono accorto ho chiuso i cancelli di casa.

Li riaprirai?
I cancelli di casa mia sono sempre aperti. Anche quando io non ci sono. Ma solo per poche persone che considero amiche. Il resto non mi interessa. Ora faccio una scrematura. I parassiti se ne stiano a casa loro.

Senti ma ‘sta famosa occupazione del Galilei?
Io volevo una forma di protesta più costruttiva, più creativa.
L’occupazione per com’era non serviva a nulla, anzi si faceva il gioco dei professori che se ne stavano a casa pigliando lo stipendio.
Quello che non si è mai detto è che qualche tempo dopo i più convinti occupatori che mi avevano letteralmente preso a calci
sono venuti a stringermi la mano, e a complimentarsi per la mia coerenza.
Tanto che l’anno dopo alle elezioni si presentò una mitica “Lista De Mottoni”.

Grazie mille Tommaso e arrivederci a Trieste.
Saluti a tutti e ci vedremo a breve!

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2 commenti a Tommaso De Mottoni, se ti chiamo dandy ti incazzi? La nostra intervista al triestino del Gf

  1. DaVeTheWaVe ha detto:

    “Tanto che l’anno dopo alle elezioni si presentò una mitica
    “Lista De Mottoni”.”
    ara che anche la lista iera una ciolta pel daùr…

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