14 Marzo 2009

Mangiaterra sul Piano Casa: «non si tratta di un intervento anticrisi»

Il giornalista di lungo corso Sandro Mangiaterra sostiene sul suo blog che il Piano Casa di Berlusconi come quello in salsa veneta del Presidente della Regione Galan «avranno scarsissimo impatto sulla ripresa e meno ancora sul piano occupazionale» e, più in genere, andrebbero a sostenere settori economici che non possono portare nè innovazione nè prospettive nè al Veneto nè all’Italia.

Mangiaterra si chiede retoricamente «Per cominciare, quante famiglie, alle prese con il problema del posto di lavoro (nel Veneto, a febbraio, le ore di cassa integrazione ordinaria sono cresciute del 555 per cento), correranno ad allargare la casa? Il mercato immobiliare è in crisi, forse più di altri settori».

Mangiaterra non vede una prospettiva di sviluppo utile dal provvedimento della destra: «qual è il modello di sviluppo che si ha in mente per il Veneto della ripresa economica? Quello basato sulle costruzioni e sull’artigianato degli infissi? Attenzione: se chiude, giusto per fare un esempio, un’azienda come la Plastal di Oderzo, non solo nessun lavoratore verrà ricollocato nelle imprese del piccolo artigianato. Ma in aggiunta c’è la dispersione di un know-how, di un patrimonio di conoscenze tecnologiche e di professionalità individuali assolutamente impagabili».

Del Piano Casa ne aveva parlato anche il Presidente Fvg, Renzo Tondo, lodandolo (l’opposizione del Pd al piano sarebbe basata su parole d’ordine degne di una «vetero sinistra ecologista»). Del piano ne avevano parlato anche, in toni del tutto contrari, Fabio Omero del Pd di Trieste (esaltererebbe la creatività stile «basso napoletano» degli italiani) e Piervincenzo Di Terlizzi, indipendente del centrosinistra in Comune a Pordenone (le parole di Berlusconi a sostegno del provvedimento rimanderebbero ad «un immaginario collettivo in corso di liquidazione, di saldo da spiccioli di fine stagione»).

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