19 Febbraio 2009

Kosovo tra normalità e frustrazione. “La gente chiede cos’ha portato l’indipendenza”

Due giorni fa abbiamo pubblicato un articolo sulla situazione del Kosovo ad un anno dalla dichiarazione di indipendenza. Su questo tema abbiamo intervistato Mauro Cereghini, da qualche mese presidente del Tavolo Trentino per il Kosovo. Cereghini, collaboratore della Fondazione Langer di Bolzano, è stato per molti anni Direttore dell’Osservatorio sui Balcani. Ha da poco pubblicato con Michele Nardelli il libro “Darsi il tempo. Idee e pratiche per un’altra cooperazione internazionale” (EMI), che sarà presentato a Udine il 27 febbraio e a Trieste il 28 febbraio prossimi.

Apuzzo: Come si presenta in questo momento la situazione in Kosovo?

Cereghini: dal mio osservatorio (il Tavolo Trentino lavora nella zona della città di Pec/Peja) posso confermare che la situazione in generale è tranquilla ed è diffuso un sentimento comune di lenta e leggera attenuazione della conflittualità. O, meglio, si potrebbe definire di assuefazione alla realtà che si va consolidando, alla normalizzazione del processo. Tra la gente delle diverse comunità i rapporti sono sicuramente più distesi ma le istituzioni parallele invece tengono duro. Ad esempio il Tavolo ha promosso il gemellaggio di tre scuole di diverse comunità attraverso un incontro in Trentino, e la scuola serba non ha voluto decidere autonomamente chiedendo il parere al comune parallelo; questo ha negato l’autorizzazione.

Apuzzo: Puoi confermare la sensazione che la Serbia abbia concentrato il suo interesse sul Kosovo del Nord lasciando un po’ isolate le enclave nel resto del paese?

Cereghini: Sicuramente si può dire che le situazioni sono molto diverse e anche l’enclave di Gorazdevac (enclave serba vicino a Peja) si sente separata dal Nord. In un certo senso si può affermare che si sentano abbandonati da Belgrado e alcuni segnali in questo senso arrivano proprio dalla capitale serba. Ad esempio appare evidente la  volontà di Belgrado di tagliare gli stipendi paralleli (cioè gli stipendi dati a chi lavora nelle istituzioni parallele, che sono maggiori degli stipendi normali). La sensazione generale è che ci sia meno interesse verso queste realtà serbe nel Kosovo.

Apuzzo: E quale è l’atteggiamento della comunità albanese?

Cereghini: i kosovari/albanesi si sentono vincitori. C’è un proliferare anche visivo di “albanesità”, ci sono molti monumenti nuovi, aumentano i cimiteri e i memoriali sul territorio. Anche a Peja c’è una nuova fontana nella piazza principale dedicata alla vittoria dell’UCK. Cresce di mese in mese questa sorta di occupazione visiva del paesaggio e quasi spaventa la quantità di monumenti costruiti.

L’altra faccia della medaglia invece è che dopo un anno, passata la fase dell’entusiasmo, un segnale evidente che emerge è che la gente inizia a chiedersi cosa ha guadagnato dall’indipendenza, cioè, quali novità vere ha portato l’indipendenza. La luce continua a mancare, gli stipendi sono addirittura più bassi di prima. Quindi inizia a serpeggiare un senso di frustrazione, per la percezione che l’indipendenza non abbia prodotto un gran “ritorno” per la vita quotidiana delle persone.

Apuzzo: Quale è oggi la situazione della missione europea?

Cereghini: Eulex al momento appare incagliata. Ha iniziato bene, in maniera positiva anche nei rapporti con le istituzioni locali, ma ora si inizia a intravedere un certo malcontento, non ufficiale, velato, e si percepisce che la missione europea non è amatissima dalle stesse strutture di governo locali. Sicuramente Eulex ha un approccio meno invasivo delle altre missioni internazionali precedenti, ma la diffidenza delle istituzioni nasce dal fatto che Eulex, sebbene nata come missione tecnica di supporto, ha finito per toccare settori “sensibili”, come la giustizia, il controllo dei traffici illeciti, nei quali, si dice, è andata a dare fastidio a qualcuno. Unmik su queste questioni sorvolava…

Apuzzo: Quali sono le attività che il Tavolo Trentino per il Kosovo intende promuovere?

Cereghini: il Tavolo è nato nel postconflitto come strumento di intervento multisettoriale, con un approccio di lavoro di comunità, a partire dall’esperienza di Prijedor in Bosnia. L’intervento negli anni si è evoluto ma ha mantenuto lo stesso approccio multisettoriale: agricoltura, turismo sostenibile, sviluppo locale, giovani, mutuo-aiuto, donne, disabili, qualche piccolo intervento infrastrutturale (come ricostruzione di tetti, ma anche la costruzione di un centro giovanile). Ora il Tavolo si occupa con maggiore sforzo di conflitto, di comunità, cercando di coinvolgere non solo serbi e albanesi ma anche le altre minoranze presenti in Kosovo (compresi gli albanesi cattolici, spesso dimenticati in una crescente comunità “islamica”). Oltre ai lavori tradizionali quindi ora si lavora sul conflitto, sulla memoria, come evoluzione di un intervento di presenza e accompagnamenti post-conflitto (come quello fatto per anni dagli operatori di Papa Giovanni XXIII).

Apuzzo: e sul ruolo della cooperazione cosa pensi?

Cereghini: Il ruolo della cooperazione? Non è facile rispondere, ma mi viene da dire che, passata l’emergenza, si comincia a respirare e si lavora meglio. C’è meno artificialità, e chi rimane può lavorare. Purtroppo la situazione continua ad essere “drogata”, basata quasi esclusivamente sui beni materiali, sui soldi, con la presenza di associazioni “parassite”. Il nostro tentativo è quello di riuscire a far lavorare le persone valide che hanno un pensiero autonomo, perché sono queste che non trovano sponde istituzionali e non hanno possibilità di supporto economico.

Tag: , , , , , , , , .

3 commenti a Kosovo tra normalità e frustrazione. “La gente chiede cos’ha portato l’indipendenza”

  1. lina ha detto:

    grande cereghini !!
    cosa ha portato questa indipendenza unilaterale ?
    stanno peggio di prima !!!

  2. Wainer Stagnini ha detto:

    Leggo che il 28 febbraio Cereghini (e immagino anche Nardelli) sarà a Trieste. Si possono avere i dettagli su luogo e ora dell’iniziativa? Grazie.

  3. apu ha detto:

    cereghini e nardelli saranno a trieste sabato 28 alle ore 11 alla libreria minerva. comunque farò un post con i dettagli a breve.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *