18 Febbraio 2009

Weber sul Pd: Veltroni e la ruvidezza della realtà

Roberto Weber, tra le altre cose narratore, editorialista e presidente della società di ricerche Swg, ci manda questo suo pezzo sulle dimissioni di Walter Veltroni.

C’è un’immagine che vale come altissima testimonianza del valore della politica, cioè di ciò che la politica può trarre da un uomo: è la foto di Salvator Allende asserragliato alla Moneda che indossa un elmetto e imbraccia un mitra. Allende fu, nel suo agire nelle sue scelte, nel sua pacatezza, nella sua domestica pinguedine quanto di più lontano possiamo immaginare dalla trasfigurazione epica della politica. Ad un tratto la storia vuole qualcosa di diverso da lui ed egli trova al suo interno quelle energie che lo spingono a morire ma non ad arrendersi ad un potere che è anticostituzionale, che è prevaricazione. Allende si costringe ad essere altro da sé, sceglie la vita che non avrebbe voluto, scopre in sé un diverso coraggio.
Guevara sceglie il suo destino, da vero avventuriero. Allende lo accetta e trova la forza per adeguarvisi e batterlo alla fine.
Questo in tempi di guerra. E in tempi di pace? Non cambia molto. E’ sul discrimine della sconfitta che si vedono i ‘capi’: chi sa portare peso e chi no. Chi si fa carico delle inadeguatezze degli altri e chi no. Chi sa gestire frustrazione e sconfitta e chi non sa farlo. Chi recrimina e chi guarda avanti. Per gli altri. Chi riscatta la propria storia e chi non sa farlo. Chi affonda nel ‘virtuale’ e chi affronta la brutalità del reale. Alla fine la vicenda di Veltroni è tutta qui: nell’impossibilità di affrontare la ruvidezza della realtà. Come prima (nel 2001), più di prima. E’ ‘Addio alle armi’ ma senza la dolce infermiera di Heminghway, né per lui, ne’ per il Partito Democratico, né per gli Italiani.

allende

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12 commenti a Weber sul Pd: Veltroni e la ruvidezza della realtà

  1. Julius Franzot ha detto:

    Vorrei esprimere la mia opinione su perchè io non abbia mai neppure preso in considerazione l’idea di votare un partito PD con a capo Veltroni:

    1. Si tratta di un partito che più eterogeneo non potrebbe essere: dalla ex-DC all’ ex-PCI. Erano le “convergenze parallele” auspicate da Moro e giustamente considerate assurde. Basta dire che il PCI era ostentatamente ateo e la DC tutto il contrario. Con Camillo e Peppone andavano d’accordo solo in situazioni di emergenza personale. Forse si era trattato proprio di quello…

    2. Non ho mai digerito l’arroganza del PD, visibilissima anche a Trieste, che ritiene logico e naturale che uno si interessi e si identifichi con loro “a prescindere”

    3. Mi ha sempre irritato il “buonismo” di Veltroni, poi passato al PD: si è sempre schierato con Caino e mai con Abele. In una società come la nostra, sempre più violenta e pervasa di criminali, mi sembra grottesco lottare per i diritti dei criminali e non per quelli delle vittime. Credo che questa sia una delle ragioni portanti della loro performance scadente, come la lotta alla criminalità è stata essenziale per l’aumento del peso della Lega Nord.

    4. Il PD non è di sinistra, non ha mai messo in discussione l’economia di mercato nei suoi aspetti più selvaggi, non ha mai proposto una soluzione alternativa a detta economia di mercato. Ricordo di aver inviato un messaggio di prudenza a Ségolène Royal quando stava andando ad un raduno “fraterno” don il PD a Firenze: evidentemente lo trovò interessante, perchè lo pubblicò sul suo blog.
    Le differenze tra il PD e l’ala maggioritaria del Partito Socialista Francese sono immense: i francesi si trovano nel bel mezzo di una discussione su COSA sostituire al “libero mercato”, mentre il PD si chiude a guscio ad una tale discussione ed oscura sui mezzi di comunicazione da lui controllati qualsiasi critica all’economia di mercato di per sè. Adesso mi chiedo se Veltroni era un bugiardo quando era iscritto al PCI od è ora un bugiardo. La sinistra europea, anzi mondiale, si apre ad una discussione onesta sui limiti del capitalismo, su quelli dello sfruttamento delle risorse minerali, sullo sviluppo sostenibile del Pianeta, sulla questione, se la crescita infinita sia un dogma in un contesto in cui le risorse energetiche ed ambientali non sono infinite. Dov’è il contributo di Veltroni a questa discussione?

    Non nego che, a livelo locale, ci siano persone molto degne nel PD, per esempio Rosato e Lupieri, ma la linea nazionale italiana, ammesso che esista, non mi trova d’accordo. Il PD non è in grado di comprendere i mutamenti epocali che caratterizzano questo periodo storico e perde l’opportunità di agganciarsi a correnti di pensiero che stanno formando un’Europa, per non dire un mondo, mille miglia distante da quello in cui siamo stati abituati a vivere. Persino gli americani, che io notoriamente non amo, hanno capito che è necessario cambiare completamente registro e, già 3 anni fa con Stiglitz ed ora platealmente con Obama, dimostrano di aver colto le correnti di pensiero economico provenienti soprattutto da Francia (Royal e Strauss-Kahn) e Germania (Lafontaine, Ypsilanti, Wowereit, Althaus).

    Non potrò mai concordare con un partito sostanzialmente capitalista che solo invoca la scarcerazione di chi contravviene alla legge per farsi bello agli occhi degli ex-sessantottini. Ora come ora, scomparsi i miei amati “Cittadini”, non saprei per chi votare. Magari Di Pietro, come soluzione transitoria, per mettere finalmente in galera certa teppa collusa con “faccendieri” ed “onorata società”.

  2. giovanni ha detto:

    e si caro roberto gli hombre vertical non bevono gingerino

  3. valerio fiandra ha detto:

    Hmmm… Si è mai visto L’Idiota principe Myškin prevalere sul Demone Stavrogin ?

    PS Julius, lo ripeto: tu sei un grande, involontario e pertanto eccelente umorista. Se Durenmatt ti avesse conosciuto la letteratura ti avrebbe reso degno omaggio. Quel ” Non nego che “, con quel che segue, è da Fratelli Marx. Grazie, di testa e di pancia.

  4. Matteo Apollonio ha detto:

    Di Pietro come soluzione transitoria pero’…. Pensaci due volte Julius va’…

  5. Aureo ha detto:

    “morto” un capo, se ne fa un altro. Ma “capo “di cosa? Non certo di un partito che cade nel tranello di chi vuole, inconsciamente o coscientemente, che si spacchi su alcuni aspetti della laicità.

  6. Francesco Romeo ha detto:

    Forse (spero) susciterò qualche reazione, o magari no, ma l’ultimo uomo che ho visto nel panorama politico italiano degli ultimi 15 anni è Romano Prodi, quando ha chiesto la fiducia al senato l’anno scorso.

    Francesco

  7. Marisa ha detto:

    Qualcuno mi spiega una cosa che non riesco a capire? Perchè mai la sinistra (ammesso che esista ancora!) continua a farsi male?

    1) La sinistra va la governo con Prodi. Dopo solo un anno e mezzo….qualcuno della maggioranza fa lo sgambetto a Prodi e si ritorna a votare. Vince Berlusconi e il centro-sinistra va a casa! Bravi!

    2) Veltroni viene eletto sindaco di Roma e SOLO dopo 15 mesi si dimette per presentarsi alle elezioni parlamantari. Si rivota al Comune di Roma e….vince AN con Allemanno! Ossia il centro sinistra PERDE il Comune di Roma. Bravi!

    3) Sardegna. Viene eletto Soru con una maggioranza di centro-sinistra. Dopo un anno e mezzo, la maggioranza fa lo sgambetto a Soru sulla legge sulla riforma urbanistica, che non passa in Consiglio regionale per colpa del PD. Soru, stufo, si dimette. Si rivota e…..vince Berlusconi.

    1) – 2) – 3) : autonasia del centro-sinistra? Di solito uno si tiene stretto il Governo centrale (Roma), il comune di Roma e una Regione come la Sardegna……ma si vede che il centro-sinistra è in vena di beneficienza! Berlusconi ringrazia di tanta generosità!

  8. apu ha detto:

    Credo che nella politica italiana ci voglia più coraggio a farsi da parte che a rimanere a difendere quello che ormai era un fortino.

    E l’ammissione “Non è il partito che sognavo” credo che sia la cosa più condivisa con il popolo del PD che abbia detto Veltroni da quando è segretario…

  9. Julius Franzot ha detto:

    Dopo aver riferito sulla sinistra in Francia, passo ad un commento autorevole in Germania sulle dimissioni di Veltroni, che si trova sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung (CDU, ma comunque in Numero 1 in Germania): http://www.faz.net/s/RubCF3AEB154CE64960822FA5429A182360/Doc~EE592D700634C4974ABD9F8AEF9748044~ATpl~Ecommon~Scontent.html

    In poche parole, qui si commenta la stranezza, l’anomalia già del PCI di Berlinguer, che attirava in Toscana certi politici tedeschi (tipo Joschla Fischer, n.d.t.) che vedevano lì le proposte di un comunismo dal volto umano, molto estraneo a quello della DDR. L’autore dell’articolo considera che quel tipo di comunismo o non era comunismo o era utopia (sulla seconda ipotesi concordo). Poi si prosegue con la descrizione di una sinistra mediterranea improbabile, piena di inciuci e di amici degli amici, che non è auspicabile che propaghi i suoi sistemi in Europa. Nessuna punta contro Veltroni: è considerato semplicemente figlio diun sistema di eterni maneggioni e raccomandati e chi succederà a lui non potrà fare molto diversamente. Mi spiace che la concezione sulla vera sinistra italiana attuale sia molto frammentaria nell’articolo, che pone il partito di Diliberto come unico rappresentante di un’ortodossia “voio ma no poso”. Sto pensando se sia opportuno che scriva una mail di chiarimento, puramente formale. Magari se la scrivo credono che ho un interesse personale per Rifondazione, mah, vedremo!

  10. Caro Julius, ho letto i tuoi commenti e stavolta sono proprio d’accordo con quanto scrivi.
    Hai saputo mettere nero su bianco i tanti pensieri che ho in testa riguardo alla politica italiana e a questo PD.

    Non capisco, invece, perché Di Pietro induca così tanta apprensione (per Apollonio), visibile soprattutto tra l’elettorato del PD!

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