12 Febbraio 2009

Dove va l’esperienza civica? Un ricordo di Roberto Damiani

Oggi è uscito sul Il Meridiano un mio intervento in ricordo di Roberto Damiani, scomparso un anno fa. Lo riporto qui sotto, sperando di fare cosa gradita ai lettori di Bora.La.

Primo anniversario della scomparsa dell’On. Damiani. Il ricordo di Gian Matteo Apuzzo.

(da Il Meridiano, 12 febbraio 2009, pag. 2)

apuzzo-damianiIeri, 11 febbraio, cadeva il primo anniversario della scomparsa dell’On. Damiani.

Ho conosciuto personalmente e frequentato Roberto Damiani solo negli ultimi anni della sua vita, anni in cui il tratto profondamente umano ha reso ancora più piena la sua vivacità intellettuale e politica. A un anno dalla sua scomparsa mi sento di dire che Roberto Damiani ci manca. Manca ovviamente ai suoi cari (ai quali va un affettuoso pensiero), manca ai suoi amici, ma manca anche alla città di Trieste in generale, alla vita culturale, politica e civile della nostra città.

Damiani amava Trieste: ne interpretava gli umori, ne capiva e ne rispettava le ferite e le difficoltà, ne coglieva le potenzialità, sempre con la volontà di darle una visione che andasse oltre lo stretto recinto degli interessi localistici.

In questo senso Damiani ha saputo rappresentare al meglio la cultura civica di Trieste, nel solco della tradizione locale e per certi aspetti autonomista della città. Ha aperto però una fase nuova, nella quale la specificità locale si è fusa con una visione, e quindi con una strategia, di città aperta, attrattiva, rivolta al futuro. Una città attenta ai problemi quotidiani delle persone che la abitano e allo stesso tempo rivolta all’esterno e posizionata, con una sua immagine e con un suo ruolo, nelle reti nazionali ed internazionali.

Damiani ha incarnato una stagione, e probabilmente quella stagione è chiusa. Sarebbe però uno spreco abbandonare quell’esperienza e con essa gli elementi che rimangono patrimonio su cui lavorare. Come la consapevolezza che amministrazione e politica non possono essere elementi distaccati tra loro. Damiani aveva capito che la buona amministrazione è un principio alto ma con il respiro corto se non sorretto dalla solidità di un’altrettanto alta idea politica. Ciò rappresenta un’evoluzione del pensiero civico: non si sostiene a lungo un movimento civico senza un’idea politica che gli dia respiro e il civismo lascia radici fruttuose se tra buona amministrazione e politica (buona politica) si instaura un rapporto dialogante.

Ritengo che oggi questa area, culturale e politica, non sia presidiata, sia per l’esaurimento di un movimento civico che si è fatto troppo partito, sia per un ritorno dei partiti ad un atteggiamento omologante.  È un momento difficile, nel quale si corre il rischio che  il processo di aggregazione e integrazione di culture politiche (che di per sé è un fatto positivo) diventi scarno appiattimento.

Si dice che le liste civiche abbiano senso come aggregazioni programmatiche ed elettorali, ma il problema non è questo. Le liste civiche possono passare, mentre l’esperienza civica rimane, e con questa bisogna avere la capacità di innervare l’azione politica. In questo senso Roberto Damiani aveva scelto chiaramente uno schieramento in cui stare, senza però lasciare spazio all’appiattimento e ponendosi sempre come riferimento e come serio interlocutore in modo trasversale, utile alla politica, e alla città, in senso generale. Con passione e coraggio, che devono rimanere esempio per tutti.

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1 commenti a Dove va l’esperienza civica? Un ricordo di Roberto Damiani

  1. giancarlo ha detto:

    Sabato 14 febbraio 2009 alle ore 19, una Messa in suffragio di Roberto Damiani sarà celebrata presso la chiesa della parrocchia di Nostra Signora di Sion, in via don Minzoni a Trieste.

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