10 Febbraio 2009

Il Pd regionale e quel capitombolo silenzioso

Ci sono notizie di cronaca politica che si vorrebbero o si dovrebbero leggere sui giornali se riguardano le dubbie sorti del tanto atteso, travagliato ‘cambiamento’. Magari le vorresti leggere sui blog dei diretti interessati, se tali notizie trattano della auspicata, tribolatissima separazione tra il PD e quello che altri hanno definito come  “il club della poltrona” (Weber) altresì comunicato come il circolo dei “consiglieri a vita” (Possamai).

E invece niente.

Mettiamola così, col dubbio…  Si narra che ieri si sia svolta l’Assemblea regionale del Partito Democratico del FVG che aveva all’ordine del giorno l’approvazione dello Statuto regionale. Uno dei punti di maggiore dibattito era il limite dei mandati nelle cariche istituzionali.

Ad un testo che presentava un limite di tre mandati, è stato presentato un emendamento, da un militante della base, che fissava tale limite a due. Si narra che tale emendamento sia passato (meno male!) ma con il voto contrario del Segretario Regionale, Bruno Zvech, e di altri (tutti i presenti?) Consiglieri Regionali.

L’emendamento è stato poi modificato mantenendo il limite di due mandati ma aggiungendo almeno la possibilità di proroga per il terzo mandato.
Si narra però che alla fine lo Statuto non sia stato votato perché mancava il numero legale, anche per l’assenza improvvisa (impegni non previsti?) di alcuni…

Si sussurra che il Segretario Regionale, ed altri esponenti di spicco regionali, non l’abbiano proprio presa bene questa cosa dell’emendamento.

Un vero tombolòn. Ma mi no capisso…:

… non si vuole sentir parlare di casta, ma cosa è se non casta quella che battaglia contro la propria base sul limite dei mandati? Credevamo che questa fosse una questione di principio per il PD, eppure…

… Cosa sarebbe successo in uno degli storici partiti di una volta se il Segretario Regionale fosse stato messo sotto su un voto di questo genere?

… Cosa pensano di fare quelli che hanno votato a favore e sono riusciti a far approvare l’emendamento?

Certo, sono solo voci. Come diceva Andreotti, a pensar male si fa peccato. Ma spesso ci si azzecca.
A chi conviene che il silenzioso Pd si tenga beghe simili al suo interno? Non siamo dei fan di chi gioca al ribasso sulla qualità della vita pubblica (vedi l’escalation su Eluana, in questi giorni). Siamo, invece, per i dibattiti al rialzo su quello che è utile non solo al Pd ma a quella società regionale e cittadina che il Pd ambirebbe a rappresentare.

Tag: , , , .

5 commenti a Il Pd regionale e quel capitombolo silenzioso

  1. Paolo ha detto:

    caspita, sono sorpreso dalla posizione di Zvech … 🙂

  2. diego ha detto:

    bell’articolo e belle considerazioni. Io non sono affatto colpito dall’assenza delle risposte ed in particolare del Segretario. Questa è una politica fatta da persone (?) che sempre meno piacciono agli elettori (cittadini?). Ma se non si riescono a cambiare queste istanze, il futuro è davvero difficile…. Personalmene non credo che sia importantissimo mettere un limite ai mandati: il punto è che il ricambio viene ostacolato e quindi si devono enunciare questi limiti. Sul vitalizio: no comment! ma queste fugure non possono versare i contributi come tutti e basta?!?!?!!?

  3. Paolo ha detto:

    Scusami Diego ma nel pezzo non si parla di vitalizio, oppure ho letto male io.

  4. enrico maria milic ha detto:

    Diego,
    scusami,

    ma 10 anni di permanenza in Consiglio Regionale sono così pochi?

    Pensa se in un gruppo di amici, in una squadra di basket o, se vuoi, in un’azienda il personale dovesse rimanere sempre lo stesso con le stesse mansioni per 10 anni, o più… Ha senso? Ha senso se pensi alla tua vita personale o lavorativa?

  5. Mitja Gialuz ha detto:

    Sono d’accordo con Enrico sulla necessità di fissare un limite generale di due mandati per l’assemblea elettiva regionale. Segnalo peraltro che questa idea è largamente condivisa dal PD di Trieste. Tanto che, nell’assemblea regionale di lunedì è stato approvato proprio l’emendamento – a firma del segretario e della presidente dell’assemblea provinciale – volto a ridurre a due i mandati con una possibilità ristretta di deroga (per un numero limitato di consiglieri uscenti e previo voto a maggioranza assoluta dell’assemblea regionale). Non si trattava quindi solo di un’istanza di “un militante della base”, ma di una proposta del gruppo dirigente triestino (peraltro presente quasi al completo).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *