23 Gennaio 2009

Romoli benzinaio per un giorno

Continuano le azioni di protesta dei benzinai goriziani e dopo l’erogazione gratuita di 1.000 litri di benzina verde, avvenuta lunedì scorso, stamattina sarà il turno del gasolio. Alle 8.30 sarà proprio il sindaco Ettore Romoli ad effettuare il primo rifornimento, a cui ne seguiranno altri 99. Saranno erogati, infatti, gratuitamente 10 litri per ogni veicolo che si presenterà al distributore di via Italico Brass, fra le 8.30 e le 10 del mattino.
Un’iniziativa che vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni nazionali ed europee la grave situazione di difficoltà in cui versa la categoria dei gestori di pompe di carburante…


di Gorizia e dell’Isontino da quando le agevolazioni di Zona franca sono state cancellate.
La perdita della zona franca e del carburante agevolato (che, però, non comporta una riduzione dell’accisa, ma deriva dall’applicazione di uno sconto regionale) ha esposto negli ultimi mesi le stazioni di servizio del capoluogo isontino alla concorrenza giudicata insostenibile dei benzinai della vicina Slovenia, dove i prezzi sono inferiori e dove gli automobilisti goriziani si recano a fare il pieno per risparmiare.

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19 commenti a Romoli benzinaio per un giorno

  1. Lauro ha detto:

    Questa poi.. Capisco un sindaco che vuol dimostrare solidarietà, ma mettersi alla testa di una rivendicazione che in sostanza chiede di reintrodurre la Zona Franca mi sembra paradossale. Per uno che di mestiere fa il commercialista, poi…
    Chissà perchè, ma mi viene in mente la foto di quello che col piccone voleva abbattere il confine alla Transalpina..

  2. robe ha detto:

    Quello del piccone poi ci è riuscito però :)))

  3. Lauro ha detto:

    Ammesso che fosse quello che davvero voleva, oggi mi pare che usi più volentieri betoniera e cazzuola per farlo più alto ancora :)))

  4. robe ha detto:

    @Lauro:
    leggi i giornali, non solo il corriere dei piccoli o l’unità!

  5. marco ha detto:

    @robe:
    quell’uomo con il picone non volev abbattere il confine, ma solamente spostarlo, tornare alla situazione pre II guerra mondiale…

  6. robe ha detto:

    @marco:
    se eri presente, io no, è un interessante teoria non suffragata dal presente e dal pensiero attuale di chi era lì.

  7. Goriziano al VERDE ha detto:

    …tanto lui le scarpe nove le ga

  8. Lauro ha detto:

    Caro robe,
    nello stesso periodo in cui a Gorizia si favecano fotografare mentre “picconavano” il confine, a Trieste affiggevano grandi manifesti con scritto “riprendiamoci l’istria”.
    Il punto è che nessuno all’epoca avrebbe mai pensato che il muro di Berlino da li a poco sarebbe caduto.
    Pensavano di essere al sicuro, insomma 🙂
    Ora invece gridano “mamma li turchi” e si prodigano per “regolamentare”.
    “Libertà” negli slogans gettati in pasto al popolo bue, e “Regole” per tutti gli altri.. questa, e solo questa, è diventata la loro nuova frontiera.

  9. t.p. ha detto:

    ha ragione marco cmq nella storia delle picconate al muro…………..

  10. simone ha detto:

    credo che la maggior parte dei cittadini non abbia ben capito il motivo della protesta dei gestori e lo dico perchè i commenti che ho letto mi sembrano fuori luogo e puramente provocatori!!!!!

  11. Lauro ha detto:

    @Simone
    E credi che siano i cittadini che non capiscono, oppure che l’informazione sulla protesta non sia molto chiara?
    Io penso che i motivi della protesta siano chiarissimi, confesso però che non ho capito bene gli obbiettivi.

  12. red_zone ha detto:

    Tristezza Sindaco!

  13. Lauro ha detto:

    Mi correggo..
    Ho appena letto i quotidiani e devo dire che ora è molto chiaro ciò che la protesta reclama. La reintroduzione della Zona Franca sui carburanti. Punto.
    Nessuna subordinata, nessun’altra opzione.
    Mah.. Vorrei capire come pensano di aggregare interesse, visto che per il cittadino normale (non benzinaio) cambierebbe poco o niente.
    E poi come si fa a dire che la fine della Zona Franca ha colto tutti impreparati?
    Ci sono state tre proroghe.. almeno 10 anni di discussioni.. Impreparati?
    Il Sindaco e metà della Giunta che erano li a dare gasolio, davvero erano “impreparati”?
    Ma allora chi abbiamo messo alla guida della città?

  14. Leo ha detto:

    Ma sono io che ricordo male o Romoli, Cosma, Gentile and co, tutti presenti alla pompa di benzina per manifestare, hanno vinto le elezioni promettendo che avrebbero mantenuto la benzina agevolata? e adesso il sindaco dice che è rimasto solo, che nessuno l’ha voluto aiutare e che è arrivato al governo della città troppo tardi per risolvere il problema della zona franca. Ma prima non era seduto in Senato al fianco di Berlusconi? Qualcosa poteva pur farla, almeno non riempire le teste dei Goriziani di un mucchio di baggianate….

  15. simone ha detto:

    @lauro
    mi pare di ricordare che con la zona franca 1litro di verde costava tra 0.60€ e 0.70€ che a me sembra il prezzo giusto da pagare e poi c’era anche una agevolazione sul gas metano e sul gasolio per riscaldamento. prova a controllare le bollette del gas del 2007 ci dovrebbero essere delle differenze che per una famiglia che vive di stipendio fa senz’altro la differenza[benzinaio o no]

  16. Lauro ha detto:

    Hai ragione @Simone,
    ma questi chiedono la reintroduzione SOLO dello sconto carburanti.
    Chiaramente, ben sapendo che è praticamente impossibile la reintroduzione della Zona Franca come prima.
    Se aggiungi che si stanno accodando anche i rivenditori di tabacchi, capisci da te che non è di quello che c’era prima che si sta parlando.

  17. t.p. ha detto:

    mantenimento della regionale ed aiuti per il piano di ridimensionamento dei benzinai mi sembra la richiesta più accettabile e giusta di questi tempi……………..
    poi magari sfruttare tecnologie per la produzione di metano dai rifiuti ed introdurre il trasporti a “metano agevolato” 🙂
    bisogna aver coraggio, con le chiacchiere e le pompe in mano……………..

  18. Aceto ha detto:

    Cari benzinai,
    non aderirò alla vostra manifestazione perchè credo che il protezionismo non faccia bene a nessuno. Quando un prodotto non tira più, si cambia. Come hanno fatto gli spedizionieri (che erano molti più di voi) e tante altre categorie.
    Dovreste chiedere una mano per cambiare, non perchè tutto ritorni come era.
    Avete vissuto per 60 anni tutelati come pochi. Ammettiamolo.
    Ho realizzato che era caduto il confine il giorno in cui facendo benzina mi sono accorto che qualcuno mi stava lavando il parabrezza dell’auto senza che avessi chiesto niente. Per la prima volta in oltre 30 anni. A quel punto ho pensato: “Finalmente hanno scoperto il servizio”. Mi sbagliavo.

  19. Bobo ha detto:

    Il permanere degli alti prezzi dei carburanti può essere attribuito, nella sostanza, principalmente all’esistenza in Italia, di un forte oligopolio petrolifero.
    Come sempre, anziché analizzare i fenomeni e prendere atto che gli aumenti riguardano il cosiddetto “prezzo industriale” di benzina e gasolio, si preferisce da più parti attribuire tali aumenti alle imposte che gravano su benzina e gasolio.
    Sulla misura della tassazione, l’Italia non è certo il Paese europeo dove essa è più alta. Infatti, per quanto riguarda la fiscalità sulla benzina l’Italia si colloca al 10° posto in Europa, mentre per quanto riguarda quella sul gasolio auto, si colloca all’8° posto.
    L’incidenza fiscale (accisa + Iva) sul prezzo alla pompa in Italia è del 58,5% sulla benzina, contro una media della zona euro pari al 57,8% e una media UE25 del 55,5%
    Sul gasolio auto, l’incidenza fiscale (accisa + Iva) sul prezzo alla pompa in Italia è del 52,7%, contro una media della zona euro pari al 50,2% e una media UE25 del 49,7%
    La fiscalità italiana è quindi perfettamente in linea con le medie europee; la differenza in più che si rileva è dovuta principalmente alla maggiore Iva derivante dal più alto costo industriale praticato in Italia.
    Infatti è ben diverso il confronto sul prezzo industriale. Il prezzo industriale della benzina in Francia e in Germania è inferiore a quello italiano rispettivamente del 15,3% e del 15,7%, mentre il prezzo industriale del gasolio auto è inferiore rispettivamente dell’11,5% e del 12,2%.
    E non si tratta di una differenza riscontrata una volta tanto; è una costante, pur con diverse oscillazioni nel corso del tempo.
    E’ questa la vera anomalia, non altre. Un prezzo industriale troppo alto. Soprattutto troppo alto rispetto a quello praticato in Paesi, come Francia e Germania, a noi simili per struttura, con i quali dobbiamo quotidianamente confrontarci.
    Il maggior prezzo industriale italiano rispetto ai principali Paesi europei (gli addetti del settore lo chiamano “stacco Italia”) è una costante del mercato petrolifero del nostro Paese, facilmente verificabile dai dati giornalmente rilevati dal Ministero per lo Sviluppo Economico.
    Questa anomalia crea un danno certo al nostro sistema produttivo.
    In Francia e Germania, la Grande Distribuzione Organizzata al di fuori delle Compagnie, ha una forte quota di mercato (in Francia oltre il 50%) ed i prezzi industriali sono di molto inferiori rispetto a quelli italiani.
    In Italia, invece, il peso delle grandi compagnie è superiore al 90%. Solo da poco, nel nostro Paese, iniziano a farsi spazio piccoli operatori indipendenti, che regolarmente praticano prezzi inferiori alle grandi compagnie.
    Che i prezzi “consigliati” alla pompa siano pressoché identici per tutte le compagnie lo si può desumere dall’analisi dei prezzi rilevati quotidianamente dal Ministero per lo Sviluppo Economico.
    Occorre sviluppare una concorrenza che ora è quasi inesistente. Nella maggior parte del tempo considerato in uno studio del Ministero per l’Economia, la differenza tra il prezzo massimo e quello minimo consigliato è intorno al centesimo di euro, solo per un breve periodo raggiunge i 4 centesimi di euro per la benzina, mentre per quanto riguarda il gasolio auto non supera mai i 2,2 centesimi di euro.
    Il settore petrolifero italiano è costituito da:
    · 17 raffinerie operative con una capacità di raffinazione di circa 100 milioni di tonnellate;
    · oltre 700 depositi di oli minerali di capacità superiore ai 3.000 metri cubi ciascuno, mentre sono oltre 15.000 i depositi di capacità inferiore;
    · la rete distributiva più vasta d’Europa con oltre 22.400 impianti (dati 2005)-(erano circa 40.000 nel 1970).
    (in Francia sono circa 13.800; in Germania circa 15.000).
    Tenuto conto che la totalità del fabbisogno italiano di petrolio (circa 90 milioni di tonnellate) viene raffinato in Italia, e che il saldo tra export ed import di prodotti finiti è positivo, risulta del tutto evidente che sono proprio le compagnie che operano in Italia a “fare” il prezzo dei prodotti raffinati.
    Le compagnie non si fanno concorrenza, questo è un dato di fatto. L’unica forma di concorrenza viene praticata dai gestori e tra i gestori. Quegli stessi che protestano per l’apertura del mercato alla grande distribuzione organizzata o per nuove esenzioni, implicitamente difendendo le posizioni delle grandi compagnie.

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