20 Gennaio 2009

Danica e Vuk, la storia d’amore triestina. Al Teatro Stabile Sloveno

Sono fortunato. Così, a causa di questa fortuna, qualche sera fa ho visto l’anteprima vip di Zaljubljeni v smrt (Innamorati della morte) al Ridotto del Teatro Stabile Sloveno. Ho fatto una pessima figura da salame muto quando mi è stata presentata la Ministra della Cultura slovena. Ma in compenso mi sono emozionato per questo spettacolo. Lo potete vedere ancora giovedì, venerdì, sabato, domenica a Trieste e lunedì a Gorizia. A Trieste ha i sottotitoli in italiano. Aggiornamento: i soliti muloni bene informati mi dicono che sarà in scena fino a marzo.

E’ tratto dalla stessa storia vera a cui attinge un romanzo poco noto di Tomizza, “Gli sposi di via Rossetti”. Si tratta di un’autentica tragedia così tanto più vicina a noi di Giulietta e Romeo, e così toccante. E’ la storia d’amore e di amore mancato di due sloveni dei nostri posti, al di qua del confine, ambientata negli anni ’40. La protagonista femminile è Danica Tomaži?, figlia del Pepi del buffet cosiddetto Pepi s’ciavo e sorella dell’eroe partigiano Pinko Tomaži?. Il protagonista maschile è Stanko Vuk, intellettuale sloveno della resistenza cattolica e democratica al fascismo.

Ora. Non sono un critico teatrale nè letterario. Non credo si tratti di teatro eccezionale o di letteratura superba, nè nel caso di ‘Zaljubljeni v smrt’ nè nel caso di Tomizza. Ma penso valga la pena vedere questo spettacolo come leggere il libro di Tomizza. Perchè queste due opere hanno il dono straordinario di raccontarci vividamente come la grande storia e le grandi idee hanno investito e devastato le emozioni – e così le vite – dei triestini, dei goriziani, degli istriani o dei lussignani… Questi due testi intuiscono e sono tra i pochi capaci di dirci apertamente perchè chi è nato qua deve aver paura o premura di parlare in una certa lingua. E ci dicono viziosamente perchè ancora oggi ci interroghiamo su riconciliazioni e dolori del passato senza preoccuparci di comprendere i cangianti presente e futuro. Radicalmente cangianti. C’è un abisso tra l’irrisolto misterioso omicidio dei coniugi Vuk e quello che ci attende, oggi: cosa ce ne facciamo di questo passato? Non basterà rimirarlo, e forse è questo il messaggio non esplicito che possiamo trarre adesso sia dall’opera di Tamara Matevc che da quella di Tomizza.

Commenta così l’opera teatrale il libretto fornito agli spettatori dal Teatro triestino:

come parlare di questa misteriosa “incarnazione triestina” di una delle numerose varianti del tema shakesperiano di Romeo e Giulietta, una storia sulla drammaticità dell’amore, sulla discordia e sull’odio, che stavolta non è impersonata da due clan familiari, ma come un tessuto canceroso ricopre tutti i pori della società. I rapporti tra la maggioranza italiana e la minoranza slovena, tra la sinistra e la destra, i rapporti all’interno della stessa minoranza slovena, la sanguinosa questione della resa dei conti, che non c’ìè mai stata e mai sarà del tutto chiarita.

Tra le tante cose, sarebbe l’ora di non chiamarlo più “Pepi s’ciavo”.

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4 commenti a Danica e Vuk, la storia d’amore triestina. Al Teatro Stabile Sloveno

  1. StripedCat ha detto:

    ciao Enrico

    proprio oggi, al Prima Pagina su Radio3 un signore triestino ha fatto un bellissimo intervento a difesa del del diritto (dei musulmani e di chiunque altro) di pregare nella propria lingua.
    E l’ha fatto ricordando la forzata italianizzazione subita nelle nostre terre.
    Ne ha tratto la conclusione che il nostro e’ sempre e ancora un paese insicuro per essere cosi’ intollerante, e fondamentalmente la cultura italiana e’ debole.

    L’anno scorso uno studio ha cercato di evidenziare quali fossero i 3 punti forti della Germania. Ne sono uscite 3 “T”.

    —Tecnologia (eh eh, Vorsprung durch Technik!”),
    —Talent (ma va? certo, investendo nei giovani il talento si sviluppa…non e’ chasse gardee di nessuno stato, ne’ del Made in Italy ne’ della grandeur dei francesi…)
    ma anche e soprattutto:
    —Tolerance

    Quando vediamo un segretario del partito Verde in Germania
    a) giovane
    b) turco
    che si presenta dicendo che prima di tutto e’ un fiero cittadino tedesco…beh…l’intolleranza di questo paese emerge come l’essenza della sua intrinseca debolezza…

    Buona sera…e grazie per la segnalazione del romanzo di Tomizza!

  2. jacum ha detto:

    ma come gli é venuta in mente a fini la monada di far predicare in lingua italiana solo perché sono sul suolo italico????

    mi pare che fini non si sia scordato la parola d’ordine proveniente dalle sue radici: italianizzare a tutti costi!

    inoltre ricordo a tutti che se i tedeschi hanno le tre T, gli italaini hanno le tre I:
    I…..
    I…..
    I…..

    (io ho una mia versione un po’forte e volgarotta… 🙂 )

  3. furlàn ha detto:

    StripedCat: ho sentito anche io quell’intervento alla radio e ne ho condiviso ogni parola.
    Per ripestto di tutte le religioni Fini dovrebbe chiedere al papa di abolire la messa in latino di nuovo tanto di moda. E’ pur sempre una lingua ‘straniera’.

  4. borut ha detto:

    Zaljubljeni v smrt puo’ essere tradotto come Innamorati della morte, ma anche come nella morte col doppio significato: il primo e’ identico a innamorati della morte. L’altro e’ un po’ piu’ pesante: gli inn. vanno alla morte…

    I titoli sono spesso ambigui e solo il contenuto dell’opera puo’ spiegare il senso. Spesso neppure quello…

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