6 Gennaio 2009

Tutto per quel chilometro e mezzo…

Spero che abbiate fatto abbondante scorta di legna per il caminetto – specialmente se il vostro tepore domestico dipende dal metano che arriva dalla Russia – altrimenti la nuova ondata di freddo potrebbe guastarvi l’umore post natalizio. Se invece avevate altro per la testa e tra Gazprom e Ucraina non ce la fanno a mettersi d’accordo, consolatevi: anche al freddo non si sta poi tanto male. Parlo per esperienza personale; la mia fedele stufa a cherosene ha reso l’anima alla vigilia di Natale e visto che sono tutti in ferie sto ancora aspettando diagnosi, prognosi e preventivo. Per ora 25 euro di termoventola presa in fretta e furia alle Torri, quanto basta per portare a regime un vano alla volta. Funziona, e si sta anche decentemente bene (probabilmente cambierò parere colla prossima bolletta Enel…), tanto da poter guardare in giro com’è che si scaldano gli altri.

Dato per scontato che in Polinesia tale problema non sia di immediata attualità l’occhio mi cade in quel di Bovec, nell’alta valle dell’Isonzo. Nella ridente località sciistica dall’altra parte del Canin malgrado le piste innevate da metri di neve non ridono affatto, in compenso si scaldano – gli animi. Comune e albergatori sembrano in questo momento talmente arrabbiati da non accorgersi neanche della temperatura. Oggetto della loro ira i vicini di casa del comune di Tarvisio, causa della stessa lo stato della strada che attraverso il passo del Predil unisce (o in questo caso divide) le due località.

Andiamo per ordine, e se avrete la pazienza di seguire la scaletta degli eventi vi prometto che l’ultima puntata conterrà una sorpresa (non di quelle belle, purtroppo).

Il primo accenno a qualche difficoltà transfrontaliera ce lo da primorska.info all’11 di dicembre. Il cronista Milan Štulc (tutti suoi gli articoli citati in seguito su primorska.info) annuncia la chiusura al traffico della strada che passando per Log pod Mangartom, i 1156 metri del passo del Predil, il lago omonimo e l’ex-cittadina mineraria di Rajbl/Cave del Predil unisce Bovec a Tarvisio. Coll’annuncio, un paio di punzecchiature dovute al fatto che sul versante sloveno l’Azienda per le strade di Nova Gorica sembra aver ripulito l’asfalto come si deve, mentre dalla parte opposta l’ANAS si sarebbe limitata ad aprire alla bell’e meglio una sola corsia sulla statale che porta al passo.

Più pungenti diventano le critiche al 13 di dicembre, a strada  chiusa da tre giorni, dove il cronista spiega che la nevicata, pur notevole, è stata tale su ambo i lati del confine, ma solo su uno dei due lati si arriva al passo  con i normali pneumatici invernali.   Alla fine del pezzo l’annuncio che il sindaco di Bovec, Danijel Krivec, sta meditando di offrire ai dirimpettai di far pulire anche il versante italiano all’azienda slovena, “posto che non li ferisca nell’orgoglio”. Fin qui il testo scritto, nel servizio filmato invece anche il commento che la neve caduta, data per poco oltre il metro, non ha impedito agli operai dell’impresa Primorje di continuare a lavorare sul nuovo viadotto che scavalcherà il torrente Mangart.

Analogo il contenuto dell’articolo di Jani Ali? sul Dnevnik del 15 dicembre, quinto giorno di chiusura. In una panoramica degli effetti del maltempo nell’intero angolo nord-occidentale della Slovenia il cronista si sofferma sulle difficoltà di chi si reca quotidianamente in Italia per lavoro e si trova costretto ad una deviazione di 70 chilometri, mentre il segretario della Comunità locale di Log pod Mangartom, Žarko Mlekuž, dichiara di non ricordare una chiusura al traffico di tale durata.

Decisamente indispettito il tono del pezzo successivo, il 18 dicembre su primorska.info. Ad indispettire il cronista, oltre agli otto giorni di chiusura al traffico della viabilità internazionale, un altro aspetto: dopo aver ricordato l’offerta del sindaco di Bovec rimasta senza risposta egli cita un articolo del Messaggero Veneto del 13 dicembre secondo cui invece il “comune sloveno di Bovec, pure in difficoltà, ha chiesto aiuto all’amministrazione comunale di Tarvisio che non ha potuto fare altro che girare la richiesta alla Protezione civile” – affermazione decisamente mal digerita. A completare il tutto il video con un intervista al responsabile dell’Unità amministrativa di Tolmino Zdravko Likar: il funzionario dichiara di essere intervenuto per tre volte presso il prefetto di Udine e per due volte presso la Protezione civile di Pordenone, che gli hanno risposto di ritenere determinante il referto dell’apposita commissione che ha dichiarato il tratto soggetto a rischio di valanghe. Interpellato direttamente riguardo alla sua opinione personale il funzionario ha risposto senza mezzi termini di ritenere che ci siano “anche ostacoli di natura del tutto personale da parte dei preposti” .

La saga continua sempre su primorska.info il 24 di dicembre colla cronaca della vista senza preavviso fatta dal sindaco  Danijel Krivec e da Zdravko Likar al sindaco di Tarvisio Renato Carlantoni in cerca di risposte concrete. Nel servizio video il sindaco racconta che l’incontro era iniziato con un tono ottimista e l’assicurazione dell’apertura al traffico entro le 23, ma poi prosegue dicendo che al termine dell’incontro si sono recati di persona a vedere lo stato delle operazioni e di aver constatato che con un solo mezzo fresaneve all’opera tale termine era del tutto impossibile da mantenersi, col risultato di tornarsene a casa con un senso di delusione. Anch’egli, interpellato direttamente, afferma di dubitare che sia solo la neve la causa della chiusura del tratto giunta ormai al quattordicesimo giorno e che lo stesso tratto, circa un chilometro e mezzo di strada, si sarebbe potuto pulire ed abilitare alla circolazione in un giorno se fosse stata accettata la sua offerta di assistenza.

Il giorno dopo finalmente primorska.info da la buona notizia: la strada è transitabile (purché nessuno provenga in direzione opposta: la parte transitabile non basta per far passare due veicoli). L’insperato regalo di Natale viene attribuito alla visita di sorpresa effettuata in loco.

Troppo bello per durare: al 28 dicembre sempre primorska.info annuncia che la strada sarà sì ufficialmente aperta, ma che a Tarvisio la polizia vieta ai turisti attesi a Bovec di continuare verso il Predil.

Il giorno 29 torna sull’argomento anche Jani Ali? per il Dnevnik che riassume gli eventi ricordando ancora l’offerta non accettata di assistenza e riportando l’opinione diffusa tra gli operatori turistici di Bovec che si tratti di un dispetto da parte italiana allo scopo di trattenere i turisti nei comprensori di Tarvisio e del Lussari.

Al 30 di dicembre l’intera storia finisce anche su 24.ur.com con un servizio video che racconta il degrado di quella che “era una delle strade italiane meglio mantenute” e la costernazione dei turisti colti di sorpresa dalla chiusura: “Questa l’hanno chiusa ora – stamattina non lo era, sono passato per il Predil questa mattina”. Al pari dei turisti bloccati furiosi pure gli albergatori, che dopo essersi rivolti al ministero dei trasporti pensano pure di scomodare Bruxelles.

Ancora il Dnevnik al 31, questa volta a firma di Primož Knez che raccoglie le dichiarazioni del sindaco di Tarvisio. Carlantoni professa comprensione per i problemi patiti da Bovec,  affermando che la chiusura del Predil ha causato gravi difficoltà anche a Tarvisio, specialmente nell’attività turistica e nel commercio. Il sindaco offre pure di trasmettere copie dei suoi numerosi interventi al riguardo presso l’ANAS, a cui attribuisce la piena responsabilità dell’accaduto ed alle cui assicurazioni dichiara di non credere più egli stesso. Nel riquadro finale ‘jal‘ (probabilmente ancora Jani Ali?) raccoglie invece ancora l’indignazione del sindaco di Bovec per la chiusura protrattasi per tre settimane. Il Krivec fa presente che in passato anche con maggiori spessori del manto nevoso la strada non era mai rimasta inagibile per più di un giorno o due, che non ha mai ricevuto risposta alla propria offerta di far pulire gratuitamente il tratto dai mezzi sloveni (utilizzati invece per pulire dalla neve la strada per Kranjska Gora fino ai 1611 metri del passo di Vrši?, confine tra Primorska e Gorenjska), che “quando li chiamiamo neppure rispondono”, che del tutto il Likar aveva interessato pure l’ambasciata italiana a Lubiana e che per dopo le feste sarebbe previsto un incontro presso la prefettura di Udine colla presenza dell’ANAS.

L’ultima parola spetta ancora a Milan Štulc di primorska.info al 5 di gennaio. Preso atto della riapertura al traffico al 2 di gennaio il cronista si reca a Rajbl/Cave del Predil per raccogliere le opinioni degli abitanti. Con sua grande sorpresa nessuno degli intervistati vuole apparire davanti alla telecamera, nessuno vuole esporsi in pubblico. “Questa è una vergogna inconcepibile, ma non rilascio dichiarazioni perché ho due bambini e non vado a scherzare colla mafia” avrebbe risposto uno degli intervistati.

Ohibò. Che mi state a combinare, voi lassù al centro dell’Euroregione?

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9 commenti a Tutto per quel chilometro e mezzo…

  1. arlon ha detto:

    storia assurda… comunque ste mafiette de montagna (perchè questo xe) no xe episodi isoladi. No ve digo qua in Lombardia che beghe che i ga tra paesi :-S

  2. borut ha detto:

    Euroregione?

    Hahahahahahahaaaaa….

    L’asino casca su lastre di ghiaccio molto molto sottili!

    Dove sono ora i vari Illy, Tondo ecc ecc propmotori dell’Euroregione? Si sono nascosti? Per vergogna o per paura?

    Che poi mi venga qualcuno qui a dire che la Slovenia fa male a diffidare dell’Euroregione!’!

  3. arlon ha detto:

    beh, non è che per la testardaggine di 4 politici-paesani tarvisiani si possa mettere in discussione un organismo transnazionale.

    Insomma, diamo la giusta proporzione agli eventi. E, al caso, puniamo (politicamente!) i politici che se lo meritano.

  4. borut ha detto:

    Arlon

    Si, si… Ma questo ti dimostra quanto forte sia l’autorita’ centrale esercitata da un prefetto, la longa manus di Roma in provincia. Ti immagini che cosa sarebbe con l’Euroregione?

    E soprattutto il problema e’ di mentalita’. Se 4 sheriffi locali possono tenere bloccata una strada internazionale per 3 settimane e non provano ne’ vergogna ne’ si scusano, e le autorita’ centrali ne’ quelle regionali intervengono, significa che delle relazioni con il paese vicino non glie ne frega nulla. L’Euroregione avrebbe senso solo se tutti sentissero di essere membri di un tutt’uno. Qui siamo ancora mille miglia lontano.

  5. talponer ha detto:

    Credo che la ragione per tale disputa sia molto piu’ banale: il vile denaro. Il comune di Bovec vuloe la strada pulita per consentire ai turisti italiani di passare le ferie in Slovenia, mentre il comune di Tarvisio vuole la strada chiusa per mantenere i turisti italiani da questa parte del confine…

  6. talponer ha detto:

    Del resto succede esattamente la stessa cosa con i passi tra Friuli e Veneto, tre Veneto e Trentino, etc, etc…

  7. Dejan Kozina ha detto:

    Dici? Non è argomento che seguo attentamente, ma non ricordo chiusure del Passo Mauria simili o notizie di Sappada non raggiungibile da Forni Avoltri (più o meno la stessa quota). Non per settimane intere, almeno.

    I turisti in questione, comunque, non credo siano quelli italiani. Anche se venissero da Tolmezzo troverebbero più breve passare per Cividale e Caporetto, quelli da più lontano per Gorizia e la valle dell’Isonzo. Gli articoli riportati non lo dicono esplicitamente, ma lasciano capire che si parli piuttosto di turisti provenienti da Nord e specialmente quelli dalla Slovenia centrale, per i quali (questo invece lo dicono) la strada più breve per Bovec è passare per Kranjska Gora e Tarvisio, appunto.

  8. talponer ha detto:

    Per quanto riguarda i passi regionali ho riportato un’esperienza personale, qualche anno fa mi sono trovato a transitare per un passo tra Veneto e Trentino (non ricordo quale) e sul versante trentino la strada era pulitissima mentre su quello veneto era piena di neve con obbligo di catene. Chiedendo spiegazione in paese mi hanno detto che era una normalita’, per scoraggiare “sconfinamenti” di turisti dal Veneto verso il Trentino. Quindi ho pensato subito che una cosa simile sia successa anche in questo caso, anche se non ne ho le prove 🙂

  9. Marisa ha detto:

    Bovec? Ma se sul M. Canin, a ridosso dal Rifugio Gilberti, stanno sbancando mezza montagna per costruire una nuova funivia che collegerà il versante italiano alle località sciistiche di Bovec! Vogliono fare un unico comprensorio sciististo. Dal versante italiano è una oscenità spaventosa, con paravalanghe terrificanti in alta quota…..

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