8 Dicembre 2008

Premio alla carriera a Franco Dugo

Premio alla carriera a Franco Dugo. Il pittore goriziano verrò premiato oggi a Pordenone in occasione del 142° anniversario di fondazione della locale Società Operaia. L’artista goriziano si troverà quest’anno accomunato nel premio ad altri illustri nomi: Margherita Hack (TS) astrofisica; Alfredo Mariotti (UD) cantante; Luigi Molinis (PN) designer e architetto. In precedenza, per la provincia di Gorizia, erano stati premiati lo storico Sergio Tavano, la musicista e pittrice Cecilia Seghizzi, il musicologo Quirino Principe.
Questo speciale riconoscimento assegnato a Franco Dugo è più che giustificato e meritato. Nato in Slovenia nel 1941, vive e lavora da sempre a Gorizia, ma questa “gorizianità”non ha rappresentato mai un limite al formarsi e all’evolversi della sua vita culturale… 


ed artistica, perché è stato in grado, con autonomo sforzo, con coraggio, decisione, tenacia e lungimiranza di attingere alle grandi fonti d’ispirazione della storia dell’arte. Nonostante le difficoltà famigliari dell’infanzia e di una irrequieta giovinezza, ha saputo scegliere per sé un’esistenza, quella dell’artista, a cui aveva sempre aspirato e che aveva sentito come la forma più adeguata di realizzazione dei propri ideali.
 La poliedricità delle sue esperienze di vita, ben lontane dai tradizionali itinerari degli studi accademici, ha alimentato in lui ancora di più il bisogno di fondare il proprio lavoro artistico su figure emblematiche della storia classica dell’arte da Dürer a Velázquez da Caravaggio a Rembrandt, nomi tutt’altro che casuali in quanto irresistibilmente portato verso l’incisione, di cui è diventato uno tra i massimi esponenti italiani. La storia personale di una formazione professionale sostanzialmente autodidattica è stata ampiamente compensata da una vera e propria sete di conoscenza, da una vivissima curiosità e da un’intelligenza aperta e vivace, che gli hanno consentito l’acquisizione di una cultura ampia e profonda, oltre che la maturazione di abilità e di tecniche così elevate da essere riconosciute anche dallo stesso mondo accademico, dal quale è stato cooptato per l’insegnamento per molti anni in sedi prestigiose (Accademia di Belle Arti di Venezia e di Firenze). Parallelamente alla propria attività creatrice si andava estendendo quella espositiva, che può vantare centinaia di mostre in Italia e all’estero, garantendosi dagli anni Ottanta in poi un nome di prestigio in particolare nel settore della grafica e dell’incisione. Il suo continuo richiamo alla classicità non è mai un percorso imitativo, ma piuttosto di rivisitazione e di profonda rielaborazione, apportando un segno specifico di modernità e di individuale metabolizzazione delle opere degli artisti a cui si è ispirato. Si potrebbe dire che Franco Dugo rappresenti un classico della modernità ed allo stesso tempo una rivisitata modernità del classico, grazie ad un eccezionale senso della forma, dell’equilibrio e della chiarezza, seppur sempre mossi da un sottile nervoso dinamismo, sublimato e metabolizzato attraverso uno straordinario dominio della tecnica. Per i motivi sopra esposti si può dire che è un testimone d’eccellenza allo stesso tempo di una feconda terra qual è l’Isontino e della continuità di un’antica tradizione, che ha saputo rinnovare e perpetuare, offrendo un contributo significativo sia come artista sia come persona.

16 commenti a Premio alla carriera a Franco Dugo

  1. marco ha detto:

    ecco perché è così altezzoso…

  2. tosca ha detto:

    Altezzoso Dugo? Ma per piacere…

  3. marco ha detto:

    io lo trovo altezzoso ed è l’espressione più gentile che mi viene

  4. virus ha detto:

    Più che Dürer,Velázquez,Caravaggio e Rembrandt io ho sempre visto in Dugo l’influenza di Ji?í Anderle

  5. prrr ha detto:

    è una brava persona, ma come tutti gli artisti soffre di un male incurabile del settore e cioè di dover mostrare se stessi tramite le proprie opere.. una specie di casta della cultura

  6. prrr ha detto:

    tra le altre cose l’arte del futuro (ovvero di questo secolo entrante per molti che non se nè vogliono accorgersene – istituzioni in primis) sarà molto diversa da tutto ciò che è stato riprodotto (bene in taluni casi in altri si tratta di cornucopie nella maggior parte dei casi)
    quindi se vogliamo adeguarci signori e signore, cambiamo registro…
    i premi si danno ad un passatto già stracotto, mentre il futuro a fatica si elabora in cantina — diamo spazio a queste cantine e stimoliamo il dibattito…
    l’arte figurativa classica e moderna è in un certo modo finita
    il post modernismo sta prendendo piede in alcuni ambienti, mentre per l’arte figurativa è oggi più interesante comprendere le relazioni con l’intelligenza figurativa dei dipinti rupestri…
    preferei avere dei rupestri in casa che questa nuova-vecchia arte spesso obsoleta… una specie di standard sociale di invecchiati, ma senza anima alcuna

  7. utah72 ha detto:

    prrr e` la tua seconda minchiata che leggo oggi. a) i premi si danno a gara finita, non a gara appena cominciata. b) nell`arte ognuno e` libero di esprimersi usando il linguaggio che preferisce, libero di scegliere quello che piu` si avvicina ai suoi gusti ed alla sua esigenza di comunicare. Se riesce a colpire la massa bene, ma se riesce a trasmettere emozione ad una sola persona o solo a se stesso, ha gia` creato qualcosa di artistico.
    Forse e` meglio se torni ad occuparti di semafori laser…

  8. marco ha detto:

    forse molti artisti hanno problemi con il gomito…

  9. utah72 ha detto:

    Senza cadere necessariamente nel mito dell’artista maledetto e nello stereotipo del “genio e sregolatezza”, è luogo comune che il binomio droga-creatività abbia un suo ruolo di una certa rilevanza nella produzione artistica di ogni tipo, arte visiva, musica, letteratura e che gli artisti non abbiano particolari preclusioni mentali o aprioristici tabù sull’uso di droghe leggere, come l’alcol, o veri e propri stupefacenti.
    http://www.artonweb.it/nonsoloarte/artecreatfollia/articolo4.htm

  10. prrr ha detto:

    Utah 72
    a me pare tanto che la base del tuo ragionamento sia una minchiata…
    Ciò in quanto chiaro che se tu la butti democraticamente per valutare l’evoluzione dell’arte non sarai mai in grado di farne una critica o di caprine qulacosa al di là di qualche labile percezione…
    sta storia delle emozioni poi è dimostrato una gran minchiate come componente di un giudizio artistico….
    forse confondi arte e sesso… trasmettere emozioni a se stessi o a qualcuno mi pare si tratti più della seconda che di ARTE
    esite una storia e un tempo a riguardo dell’Arte
    E TI RIPETO CHE L’ARTE DEL SECOLO SCORSO E’ FINITA questa ultima non è una minchiata che deriva da me stesso ma da massimi opinionisti e critici mondiali…
    che sono poi anche quelli meno letti dalla massa che si basa su informazioni giò cucinate e stracucinate che non hanno attinenza con il presente e il futuro, mo sono solo il frutto di una speculazioncina sul recente passato….ma il passato non crea futuro, solo una generazione di beceri pseudo nostalgici

  11. utah72 ha detto:

    Grazie per avermi illuminato Prrr. Togliero` i quadri di Rembrandt dal soggiorno perche` son passati di moda.

  12. sara ha detto:

    finalmente natale!!!

  13. Walter Sobchak ha detto:

    Anche secondo me è una minchiata. Che alcuni artisti siano drogati non presuppone che tutti quelli che si drogano ricevano in dono la vena artistica. Allora potremmo dire che l’allattamento al seno materno sia presupposto per diventare grandi statisti in età adulta. E’ evidente è un’implicazione che non sta in piedi. Quanti allattati al seno non sono diventati grandi statisti ma in molti casi pessimi politicanti?

  14. Lolla ha detto:

    Ma davero qui c’è un tentativo di definire “arte”? Woooww… Avvincente.. Postmodernismo.. che sta prendendo piede.. @prrr è rimasto alla fine degli anni cinquanta e dice che il classico è finito, ma a me la fòrmica ed il moplen non sono mai piaciuti. Figuriamoci Dagostino..
    Torna di moda Baudelaire e c’è chi lo rappresenta come il primo filosofo dell’era moderna (non compreso, ovviamente).
    E si continua a confondere l’artista con l’arte pensando erroneamente che siano la stessa cosa…
    Mamma mia che bello.. vediamo dove va ‘sto discorso, dai… 🙂

  15. prrr ha detto:

    lolla
    sono d’accordo…il senso di quanto prima sintetizzato in pillole
    per il resto arte può essere semplicemente noia… carenza di emozioni
    chessò
    ma sicuramente non quello che ci vendono, che poi sono delle copie
    già Picasso si definiva un imitatore
    mentre questi provinciali pensano di essere qualcosa di speciale boh

  16. utah72 ha detto:

    Forse Prrr confondi Picasso con Sabani.

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