Stasera, dalle 20 al Miela, sarà presentato il libro “UNDER THE UN FLAG – La comunità internazionale e il genocidio di Srebrenica”, di Hasan Nuhanovic. Sarà presente l’autore, testimone oculare del massacro di Srebrenica.
Ci informano via e-mail che all’autore e agli organizzatori stanno arrivando messaggi di protesta e minacce da estremisti del nazionalismo serbo. Gli organizzatori invitano tutti a partecipare per difendere la libertà di parola.
Qui trovare l’introduzione al libro, di cui traduciamo un pezzo:
E’ la prima presentazione completa di fatti e osservazioni dalla gente che ha sofferto di più: i cittadini bosniaci e i rifiugiati di Srebrenica. Va ben oltre le testimonianze oculari. Combina l’analisi di libri e documenti con tali testimonianze. Come interprete per le forze internazionali [Hasan Nuhanovic] è stato presente di persona a molti importanti incontri ed è stato in contatto con molte persone.
La rete internazionale del nazionalismo serbo…
Prima dei tragici fatti di Srebrenica ce ne sono stati altri in quelle zone e le vittime in questo caso erano Serbe. Quindi per una questione di par condicio sarebbe opportuno conoscere la storia completa e non solo parte di essa.
Ecc’allà…
quello che dici rafrad6164 non è sbagliato.per esempio andrebbe approfondito il legame tra governo bosniaco e l’esecito Al Mujahed. i Mujahedin accorsi in aiuto dei fratelli bosniaci durante la guerra balcanica hanno agito in modo non dissimile dagli akingi dell’armata ottomana e qualcuno doveva pur conoscerli tipo il generale Delic,o Izetbegovic …
però una immonda porcheria come Srebrenica non diminuisce la sua valenza negativa perchè ne esistono
delle altre altrettanto immonde.questo vale sempre!!spero di aver modo di leggere questo libro,io mi sono fatto l’idea che questa povera gente di Srebrenica sia stata vittima di un macabro mercimonio,chi l’ha comprata è chiaro ma da chi esattamente sono stati venduti??e in cambio di che??
saluti
Roberto: su questo blog sta diventando lo sport del momento il puntualizzare per “par condicio”. Come se parlare di crimini contro l’umanità sia paragonabile ad una tribuna politica. La trovo una cosa stupida.
concordo che non abbia senso confrontare le tragedie. tutti i morti meritano rispetto e soprattutto la sofferenza merita rispetto. vedi la nauseante gara triestina senza senso tra “morti nelle foibe” e “martiri del fascismo”, ecc.
“chi l’ha comprata è chiaro ma da chi esattamente sono stati venduti??e in cambio di che??”
I bosniaci paventavano da tempo un intervento massiccio della Nato in loro favore e sembra che il presidente Alija Izetbegovic, avesse comunicato ad alcuni collaboratori che Clinton aveva subordinato l’intervento ad eventi in cui i Serbi avessero ammazzato a Srebrenica più di 5.000 persone (*). Inoltre farebbe pensare se si confermasse che Srebrenica fu abbandonata da una forza militare di difesa ben più consistente di quella degli attaccanti serbi. Secondo alcune fonti fu la ritirata che aveva reso vulnerabile questa forza superiore e che aveva causato moltissime vittime. La ritirata di Srebrenica non derivava da necessità militare, ma corrispondeva a questo punto ad una decisione strategica.
(*) (http://www.haverford.edu/relg/sells/reports/Unsrebrenicareport.htm; La caduta di Srebrenica, (A/54/549), Rapporto del Segretario Generale in seguito alla Risoluzione 53/35 dell’Assemblea Generale, 15 novembre 1999, § 115.
(http://edsp.neu.edu/info/students/marko/dani/dani2.html).
ora è evidente che qualsiasi massacro è una porcata ma vale la pena secondo me andare ad indagare più a fondo in alcuni eventi. Le guerre dell’ex yugoslavia sono di una complessità devastante e purtoppo, spesso, concentrasi su un tema soltanto e sulle terribili immagini che evoca (come il caso srebrenica) è fuorviante.
alessandro:
Anche i SonderKommando erano formati per lo più da ebrei ma da questo a dire che gli ebrei se le erano cercate e i nazisti non dovevano essere puniti per quello che hanno fatto, ci passano milioni di vittime innocenti.
Il ragionamento non mi quadra.
Furlàn,Erico,forse non ho reso giustizia a ciò che intendevo esprimere…
concordo che fare confronti per poi dire “la me tragedia xe pexo de la tua” non abbia senso e il fatto che i morti e le sofferenze di tutti meritino rispetto è vangelo.proprio per questo trovo auspicabile che tutti gli aspetti di una tragedia come la guerra nell’ex Jugoslavia che disgraziatamente ha generato turpi crimini contro l’umanità vengano come ha detto bene
Alessandro,indagati a fondo.tutti per giustizia .anche l’esempio che ho fatto io merita trattazione in quest’ottica .l’occasione data da questo testo ci può informare di più e magari meglio su Srebrenica,nella fattispecie.punto a capo.
non ho idea se la puntualizzazione di rafrad6164 volesse essere partigiana della visione serba.io di certo no.a quei tempi a parte
sperare nel rientro a casa sani e salvi dei ragazzi
di Fiume fagocitati dalla guerra patriottica croata non mi sono mai sbilanciato.Alessandro grazie per i links.qualchedun xe andà a sta presentasion??
ciao fiòi,ciao muli,mandi frùts
La verita’ su Srebrenica.
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25.03.2008,00:35 – Srebrenica fu “caos pianificato”
L’ex parlamentare del Partito di Azione democratica (SDA) della Bosnia Ibran Mustafic pubblica un libro sulla strage di Srebrenica, confermando che allora, tra le vittime, vi furono anche dei serbi. Ne “Il caos pianificato”, Mustafic, politico della sottocitata etnia, afferma che la strage di Srebrenica è stato il frutto dell’errore dei politici bosniacchi e dei vertici militari.
Dopo la pubblicazione del libro “La Caccia” dell’ex Procuratore Carla del Ponte, anche l’ex parlamentare del Partito di Azione democratica (SDA) della Bosnia Ibran Mustafic, ha deciso di scrivere un libro sulla strage di Srebrenica, confermando che allora, tra le vittime, vi furono anche dei serbi. Ibram Mustafic afferma nel suo libro, “Il caos pianificato”, che la strage di Srebrenica è stato il frutto dell’errore dei politici bosniacchi e dei vertici militari che ordinarono all’esercito bosniacco, che si trovava in una zona demilitarizzata, sotto controllo dell’ONU, di colpire l’esercito e i civili serbi. Scrive infatti che lo stesso Naser Oric, comandante del secondo corpo dell’esercito della Bosnia e Erzegovina, ha confermato che ha ucciso il giudice serbo di Srebrenica Slobodan Ilic, con una coltellata negli occhi e tagliandogli la gola. Tuttavia, il Tribunale dell’Aja ha condannato Naser Oric a soli due anni di carcere dopodichè è stato scarcercato.Riportando dettagliatamente i nomi dei colpevoli e delle vittime, spiega che l’infermiera Rada Milanovic e` stata uccisa da un certo Zulfo Tursunovic, mentre Emir Halilovic è stato l’assassino di vittime anziane. In pericolo non sono stati solo i serbi, ma gli stessi macellai, come dimostrato dai tentativi di attentati organizzati dallo stesso Naser Oric e dai vertici militari bosniacchi per negare la verità di cui Mustafic parla anche nel suo libro.
“A nostro parere, in questo libro non c’è nulla che non sapevamo, ma comunque è un’ottima cosa perché la pubblicazione di un libro è come una prova da portare dinanzi ai tribunale per dimostrare che altre persone hanno compiuto dei crimini di guerra contro il popolo serbo. A noi non è sembrato nulla di strano perché la parte bosniacca non si pronuncia in questo libro, e non ci meravigliamo se ora ostacolano la sua vendita”. Queste le parole del Segretario dell’Associazione dei veterani di Srebrenica della Republika Srpska, Milos Milovanovic.
Il sindaco del Comune di Srebrenica Radomir Pavlovic ha trovato individuato comunque un collegamento tra questo libro e alcuni articoli pubblicati da alcuni giornali bosniacchi riportando un certo elenco di 52 bosniacchi che sono in attesa per essere rimandati dinanzi al tribunale in Serbia per fare un processo per i crimini di guerra che hanno compiuto. “Credo che si tratta di un’azione di contropropaganda, in modo che i politici bosniacchi possano evitare di attirare l’attenzione sulla pubblicazione di questo libro – dichiara Pavlovic . Oltre a descrivere la strage che hanno subito i serbi a Srebrenica, l’autore parla anche delle violenze compiute dai bosniacchi, da Naser Oric e dal suo esercito. Una parte del popolo bosniacco, che si è schierato dalla parte dei partiti di Sarajevo, ha aiutato la Comunità internazionale a mostrare che i bosniacchi non possono convivere a Srebrenica con i serbi che sono al potere. In questo modo deviano l’attenzione dai crimini che hanno commesso i musulmani sul popolo serbo”, ha aggiunto Radomir Pavlovic. “Ognuno deve essere processato per i crimini di guerra senza dare alcuna importanza all’etnia, quelli che hanno compiuto questi crimini hanno paura, mentre coloro che sono innocenti non devono aver paura di nessun tribunale al mondo”, ha concluso Pavlovic.
Sembra tuttavia che, a distanza di anni, la verità non può essere ancora detta, ma deve essere scritta come già ha fatto Carla del Ponte. Ad ogni modo, libri come quelli scritti da Mustafic contribuiscono a portare alla luce la verità che è già conosciuta, e si rivelano essere molto importanti perché è una voce che proviene dai bosniacchi. Chiarire i fatti è infatti l`unico modo per superare la crisi della guerra tra i due popoli .
Biljana Vukicevic
Fonte: http://www.rinascitabalcanica.com
E’ uscito un ECCELLENTE libro sulle falsità di Srebrenica e le discriminazioni ai danni di Serbia. Il libro tratta principalmente la fase di Srebrenica, parlando anche delle Krajine Serbe, del Kosovo e della guerra balcanica in generale.
Fino a questo punto un osservatore potrebbe pensare che il libro è stato scritto da un Serbo o da un filo serbo…nossignori, il libro è stato scritto dal responsabile dell’ONU durante il conflitto balcanico.
Il libro si intitola:
IL DOSSIER NASCOSTO DEL “GENOCIDIO” DI SREBRENICA
codice ISBN: 978-88-8292-351-8
Consiglio a tutti gli interessanti di storia balcanica e politica attuale di comprarlo e leggerlo. E’ un libro di circa 200 pagine, scritto molto bene, semplice e ben leggibile. Costa 12,00 €.
Spiega, con parti di risoluzione onu e documenti attendibilissimi, come dalla fine anni 80, la politica europa e degli USA si sia spinta per distruggere illegalmente la Yugoslavia spingendo alla secessione ILLEGALE Slovenia Bosnia e Croazia, come siano stati forniti appoggi militari e logistici ai rivoltosi di Croazia e Bosnia, come l’ONU si sia comportato da marionetta degli USA e di come la NATO sia stata VERGOGNOSAMENTE una forza di parte ( croato e musulmana ), di come siano stati tenuti nascosti CRIMINI ai danni dei serbi, e di come sia stato falsificato il numero di morti ai danni di Croato-Musulmani, parla del genocodio serbo in croazia e di altri fatti.
Veramente interessante.
Mio commento:
questo thread e’ stato fatto dall’utente nonche’ amico Albex su http://www.politicaonline.org – tematici cultura – terra dei Balcani. Comunque sia questo che l’altro libro sono molto interessanti e non sono stati scritti da Serbi.
secessione illegale? rivoltosi? “genocidio” (virgolettato)?
ma che roba è? science-fiction?
Non e’ science fiction. Nella costituzione della Jugoslavia c’era scritto chele varie repubbliche potevano staccarsi con il consenso di tutte. Quindi siccome la Serbia ed il Montenegro erano contrarie, si puo’ dire che le secessioni non erano in armonia con la costituzione e quindi illegali. Per quanto riguarda la par condicio essa si riferiva all’informazione e non ai crimini, in quanto non ci puo’ essere equiparazione.
Nuovo filmato-testimonianza contro un generale musulmano Bosniaco
DPA, 9 Febbraio 2007
La televisione Serbo bosniaca ha presentato lo scorso giovedì nuovi materiali video che mostrano squadroni musulmani Bosniaci torturare soldati musulmani nella Bosnia occidentale, durante la Guerra del 1992-1995 in Bosnia-Erzegovina.
Il filmato mostra le immagini, di quando le truppe guidate dall’allora generale della Quinta Armata dell’Esercito Musulmano Bosniaco, Atif Dudakovic, prese il controllo della Bosnia occidentale, sconfiggendo le truppe del ribelle bosniaco musulmano Fikret Abdic nel luglio del 1994.
Il filmato mostra anche un obitorio improvvisato e i corpi di tre membri dell’esercito di Abdic con evidenti segni di tortura. Due giorni prima che fossero uccisi, Dudakovic si dice che abbia detto: ” Questi sono i due attori principali: questo è l’assistente ed io sono il regista.”
Il filmato mostra anche le truppe di Dudakovic che festeggiano la vittoria nelle strade della città di Bihac nella Bosnia occidentale.
Come parte del festeggiamento, sequestrarono due soldati di Abdic e li portarono in giro nudi sul cofano di un’automobile, con le cinture militari intorno al collo. Secondo il reportage, i due giovani soldati, identificati come i musulmani Adis Sabic e Arif Vukovic, sopravvissero grazie all’intervento di un ufficiale delle Nazioni Unite. Il filmato mostra anche le conseguenze dell’operazione della Quinta Armata, chiamata Sloboda 94 (Libertà 94) , con cadaveri stesi sulle strade verso Bihac.
Il Procuratore di Stato della Bosnia Erzegovina Marinko Jurcevic, lo scorso anno ha aperto un’indagine contro l’allora generale Dudakovic, dopo che le autorità Serbo-bosniache avevano mostrato un altro filmato che accusava il generale di crimini di guerra contro i rifugiati Serbi dalla Croazia.
I presunti crimini furono commessi subito dopo l’operazione delle truppe croate contro i Serbi nella Croazia meridionale nell’agosto del 1995. Migliaia di Serbo Croati scapparono in Bosnia, che era ancora in guerra, cercando di raggiungere i territori Serbi di Bosnia o di raggiungere la Serbia.
Si denuncia che le truppe di Dudakovic abbiano fermato un gran numero di civili serbi e militari, e che abbiano commesso crimini di guerra contro di loro. Secondo il Procuratore Jurkevic, le indagini contro Dudakovic dovrebbero essere completate entro la fine di Settembre di quest’anno. Il generale Dudakovic respinge tutte le accuse, sostenendo che sono state costruite dai Serbi e dai mezzi di comunicazione Serbo Bosniaci.
Tradotto dal Forum Belgrado Italia per http://www.resistenze.org
21 settembre 2007
Sguinzagliata la propaganda per nascondere i crimini nei Balcani
Dopo anni di lotta alla disinformazione creata dai vincitori, la verità sulle guerre balcaniche viene alla luce lentamente con le prime ammissioni sui crimini dell’esercito bosniaco nei confronti del popolo serbo. Sono stati così messi in onda sulle emittenti ufficiali i primi film-documentari che dimostrano l’appartenenza all’esercito bosniaco delle brigate Mujaheedin, legame ufficializzato spesso dall’allora Presidente bosniaco Alija Iztebegovic.
La verità che da anni il popolo serbo cerca di rivendicare, è stata così confermata dal Generale bosniaco Kadir Jusic che ha dichiarato ad un giudice del Tribunale dell’Aja che il distaccamento Al Mujahed costituiva il terzo corpo dell’esercito bosniaco di Rasim Delic, inquisito per crimini di Guerra dal Tribunale stesso. ” A partire dalla metà del 1993 fino alla fine della guerra, il distaccamento Al Mujahed era parte del terzo Corpo bosniaco, sia in termini formali che organizzativi, condividendo anche le strutture e i mezzi militari. Nel 1995 fu subordinato alla 35 Divisione nel 3 Corpo bosniaco e comandato da un combattente straniero chiamato Abu Mali”. La testimonianza di Jusic è stata infatti determinante per dimostrare i crimini dell’operazione dell’esercito bosniaco per liberare Vozuca: è stata così screditata la versione secondo cui i combattenti mujaheedin avessero portato a termine da soli un’operazione che era stata studiata strategicamente. Molto probabilmente la brigata musulmana dipendeva direttamente dall’esercito bosniaco, a sua volta alleato delle forze Nato.
Il legame tra il governo bosniaco e
l´esercito Al Mujahed
La nascita del mito di Srebrenica
Al qaeda in Bosnia collabora
con il governo croato e bosniaco
Complicità delle NU nella Jihad contro i Serbi
I crimini atroci contro i serbi
che causarono l’ intervento a Srebrenica
Inoltre, durante la cerimonia in onore del distaccamento Al Mujahed e del loro comandante Abu Mali, il generale bosniaco Rasim Delic, saluta la folla e gli ufficiali bosniaco-musulmani a nome del Presidente Alija Izetbegovic, ringraziando a nome del Governo bosniaco del servizio prestato alla Bosnia Erzegovina durante la guerra per la sua indipendenza. “Non dimenticheremo mai tutto quello lei ha fatto per i musulmani della Bosnia impegnati in questa guerra”, afferma Rasim Delic . Dalle sue parole traspare un chiaro coinvolgimento dell’esercito bosniaco nel dirigere un esercito di mercenari, che combatte con il solo scopo di massacrare il proprio nemico. Continua il suo discorso affermando che “come è stato ribadito nella riunione con gli ufficiali delle forze Nato all’Aeroporto di Sarajevo, è innegabile il merito dell’unità che contraddistingue il distaccamento Al Mujahed, che deriva proprio dal sistema di comando dell’esercito bosniaco”. Non nasconde dunque che “in Bosnia, come in qualunque altro posto nel mondo, Al Mujahed è giunto fin qui per difendere i fratelli musulmani, per aiutare i musulmani della Bosnia e Erzegovina. Il loro aiuto è necessario qui, al confine tra l’Islam e la Cristianità, affinchè l’Islam vinca la sua battaglia in tutto il mondo.” Solo da queste parole si può dunque intuire il piano di fondo che ha ispirato le guerre balcaniche, ossia quello di creare un conflitto di religione e di etnia laddove non esisteva grazie all’unità federale realizzata dal governo Jugoslavo. La Nato e le forze occidentali hanno così fomentato una guerra civile, lasciando che il conflitto fosse gestito con bande di mercenari che combattono una guerra di religione che non gli appartiene. Il popolo serbo è stato trucidato sotto i colpi di assassini feroci che agivano senza un corpo militare alle spalle, ma era manipolati dall’esercito bosniaco e dalla Nato. Accanto a tali prove schiaccianti, cominciano inoltre a circolare delle informazioni, non ancora formalmente confermate e dunque considerate come rumors, sull’esistenza di un accordo tra Richard Holbrooke , inviato americano nei Balcani, e Radovan Karadzic , Presidente della Republika Srpska, che garantisce l’esclusione di Karadzic e Mladic da qualsiasi diretto coinvolgimento nelle indagini del Tribunale dell’Aja, una volta terminata la guerra.
Dossier of General Assembly
Security Council on Crimes in Srebrenica
Tale dichiarazione è stata rilasciata da Vlado Nadeždin – capo gabinetto nel Ministero degli Interni jugoslavo retto da Milan Milutinovi? – dichiarando che il documento fu firmato nel 1995 prima della Conferenza di Dayton e conteneva come clausola principale quella di escludere la possibilità del Tribunale dell’Aja di inquisire Karadzic e lo stesso Mladic. Secondo questo accordo, non solo questi due personaggi non potevano essere arrestati, ma neanche intervistati, fotografati, o trascinati in qualche modo nella vita politica, essendo coinvolti nelle trattative segrete di Dayton. Attualmente il documento è introvabile perché probabilimente è stato occultato dagli stessi americani, che hanno tutto l’ interesse ad impedire che vengano rivelate tali informazioni.
Tuttavia, vi è il sospetto che questa fuga di informazioni sia frutto della stessa manipolazione del Tribunale dell’Aja che cerca scappatoie per giustificare il mancato arresto di Karadzic e così il fallimento di Carla del Ponte.
Rivelare oggi tali informazioni certamente fa parte di un’altra strategia, ossia quella del ravvicinamento della Comunità Occidentale ai Balcani per realizzare la rebalcanizzazione, che dovrà essere gestita e diretta da un’entità sovranazionale che è l’Unione Europea. Molte sono state le truffe e le bugie che sono state portate avanti dai media e dalle Organizzazioni Internazionali, manipolati dalle lobbies che hanno voluto distruggere la Jugoslavia e oggi se ne vogliono riappropriare per porla sotto il loro stretto controllo. Oggi l’oggetto conteso è il corridoio turco-balcanico su cui tutti stanno cercando di mettere le mani, sia con manovre diplomatiche, sia fomentando conflitti interni. Da qui si intuisce, ancora una volta, il ruolo di Bernard Kouchner che ora, dopo il famoso documentario sui “campi di concentramento” in Bosnia, parla di “gravi tensioni” in Iran e di possibile guerra in Medioriente: continua dunque la sua opera di fomentare e di guerrafondaio semplicemente per portare acqua al mulino dei potenti, per saccheggiare i popoli che sono le sue vittime.
Tali importanti verità giungono solo adesso quasi inaspettate, dopo lunghi anni di continua lotta per far riemergere una storia cancellata nonostante le pressioni e le minacce per occultare il cd. Dossier di Al Qaeda. Tali documenti hanno senz’altro toccato il punto nevralgico delle Guerre Balcaniche, dietro le quali si nasconde l’origine della guerra al terrorismo e della strategia di controllo delle masse delle forze occidentali. Allora i Mujaheedin furono utilizzati per distruggere la Jugoslavia e rifare dei Balcani la polveriera dell’Europa, all’interno della quale Oriente ed Occidente si scontrano in una lotta massacrante che non risparmia le popolazioni. Successivamente, quello che era l’esercito Al Mujahed è andato a costituire la base di dati per costruire Al Qaeda, ossia un’organizzazione terroristica internazionale che si muove all’interno degli Stati con una struttura a celle, non coordinate da un’entità centrale. Il collegamento tra le Guerre Balcaniche e il terrorismo fondamentalista nel mondo è molto sottile, ed è proprio ciò che le entità sovranazionali cercano di nascondere al fine di non perdere l’egemonia e il potere che esercitano sull’intera regione euro-asiatica. Se cade dunque il mito dei Mujaheedin in Bosnia, cade Al qaeda e così tutto il castello di bugie che in questi ultimi dieci anni ha costruito l’America, perdendo così il suo investimento in una guerra perenne al terrorismo al solo scopo di creare un totalitarismo invisibile. Dinanzi dunque alle prime rivelazioni sul caso Al Qaeda è cambiata dunque la strategia delle lobbies, che oggi mirano a raggiungere dei compromessi e a mediare per portare i Balcani in Europa. Carla del Ponte è al momento la persona più esposta, parlando come un vero politico e diplomatico, ma dovrebbe in realtà fermarsi ad indagare sulla Nada Management, e sulla Riggs Bank, direttamente implicate nel riciclaggio del denaro destinato al finanziamento di una strana organizzazione umanitaria musulmana che aveva sede nei Balcani. La proroga della sua carica come Procuratrice al Tribunale dell’Aja è stata confermata evidentemente per portare a termine la crociata contro i criminali di guerra, magari con una battuta di arresto che consentirà di voltare pagina sui Balcani non appena il Kosovo diventerà indipendente e verrà creato il corridoio verso il Medioriente.
In tale strategia assumono un importante ruolo i media che stanno alimentando una campagna d’odio nei confronti della Serbia, intorno alla latitanza dei “criminali di guerra” per stringere il nodo intorno alla gola del Governo Serbo per cedere sulla questione del Kosovo. Si pensi all’Espresso che questa mattina pubblica un reportage sulla latitanza di Radovan Karadzic ( Dove si nasconde la Belva Karadzic di Gigi Riva, L’Espresso nr.38 anno LIII 27 settembre 2007 ) stranamente accostato, nelle pagine immediatamente successive, alla testimonianza di Primo Levi sulla Seconda Guerra Mondiale. E’ difficile non notare l’accostamento immediato tra Serbia-Nazismo-Israele, tale da indurre il pensiero del lettore all’associazione di idee Nazionalismo-Balcani, come minaccia tutt’ora esistente nel cuore dell’Europa. Questi trucchi giornalistici, subdoli e meschini, mirano proprio a cambiare il pensiero delle persone e a creare un clima d’astio e di diffidenza solo per ricattare uno Stato che non vuole retrocedere sulle sue posizioni e cerca ancora di difendere la propria memoria. Sono reportage realizzati per distogliere l’attenzione e nascondere notizie ben più importanti, redatti da giornalisti servi di un padrone, schiavi del dio denaro che si limitano a ripetere, come pappagalli ciò che i signori al potere hanno divulgato come “versione ufficiale”. Allo stesso modo, ricordiamo l’articolo del Piccolo di Trieste di Paolo Rumiz, Il serbo che scelse Sarajevo , all’interno del quale il giornalista declama il generale serbo Jovan Divjak che rinnegò la sua gente per avere denaro e fama. Paolo Rumiz così risponde alle lettere di protesta della comunità serba, accusandola di alimentare odi nazionalisti ed etnici, senza neanche sapere di cosa si parla: dovrebbe sapere che, mentre i Monasteri del Kosovo erano assediati, in Svizzera si firmavano importanti accordi e finanziamenti alle bande mercenarie della Bosnia. Hanno sempre raccontato al mondo intero che i serbi hanno attaccato la Bosnia, ma in realtà non ammettono che il 50% del territorio bosniaco è costituito dalla Republika Srpska, per non perdere la loro leadership all’interno della Federazione . Questi articoli fanno dunque capire come la propaganda oggi si sta muovendo per non far mai calare l’attenzione sui Balcani e per non rispondere sulle schiaccianti verità che stanno oggi emergendo. Propongono filosofie e pietismi che consentono così di non rispondere su un Dossier che contiene 300 documenti e dimostra, senza ombra di dubbio, il crimine che è stato commesso e che è ancora in atto. Il loro indagare su un crimine non è certo un reato, ma viene riproposto continuamente per evitare che le verità che stanno emergendo screditino tutta la disinformazione messa in piedi. Siamo disponibili a dimostrare in diretta, ovunque vogliate, che è in atto un vero etnocidio, alimentato per nascondere gli errori e il fallimento dei padroni del mondo.
Fonte: http://www.etleboro.com
Celebrato il 15esimo anniversario del massacro di 49 civili serbi a Kravice
05. gennaio 2008. 17:46
Con il parastos, la messa funebre in suffragio dei defunti, nella chiesa dei Santi apostoli Pietro e Paolo a Kravice vicino Bratunac nella Repubblica serba e’ stato celebrato il 15esimo anniversario del massacro di 49 civili serbi che sono stati uccisi al Natale ortodosso il 7 gennaio del 1993 dalle forze musulmane. In questo attacco 86 civili sono stati feriti. L’attacco contro Kravica e’ stato eseguito dalla 28esima divisione dei musulmani guidata da Naser Oric, la quale nel maggio del 1992 ha cominciato a massacrare i civili serbi. Nelle zone centrali intorno al fiume Drina sul confine con la Serbia in due anni sono stati uccisi piu’ di 3.500 civili serbi, ha ricordato nel suo discorso il presidente dell’Associazione dei militari della Repubblica serba Pantelija Curguz. Al parastos a Kravice non presenziava nessuno dei rappresentanti della comunita’ internazionale
Fonte: http://www.glassrbije.org
Stai cercando di farmi capire che trucidare civili inermi a Srebrenica è stata un evento di portata minore?
rafrad
“Nella costituzione della Jugoslavia c’era scritto che le varie repubbliche potevano staccarsi con il consenso di tutte.”
Potresti, per piacere, citare l’articolo esatto in cui ciò viene stabilito?
La nuova costituzione del 1974 ridefinisce la posizione giuridica della “Provincia autonoma del Kosovo”. Infatti secondo l’articolo I della nuova costituzione, la Repubblica socialista federativa della Jugoslavia(Sfrj) era ” uno stato federale di popoli liberi e delle loro repubbliche socialiste nonché delle provincie autonome del Kosovo e della Voivodina collocate nella repubblica serba” e all’articolo 4 venivano nuovamente citati i “popoli e nazionalità che hanno uguali diritti”.All’art.5 venne sancito che le frontiere della Sfrj non potessero essere modificate senza il consenso delle Repubbliche e delle Provincie Autonome[14]. Infine l’articolo 321 prevedeva che la Presidenza dello Stato, in quanto organo supremo di governo, fosse composta da un rappresentante di ogni Repubblica e Provincia Autonoma.
Fonte: http://www.studiperlapace.it
Io non ho mai scritto che trucidare civili inermi e’ stato un evento di portata minore. Ho semplicemente spiegato agli utenti di questa testata giornalistica in internet che ci sono stati degli antefatti molto gravi e che ci sono scrittori e giornalisti che non accrediditano la versione ufficiale ed aggiungo anche Jovan Byford (Inglese) e Peter Handke (Austriaco). E come gia’ ripetuto la par condicio si riferiva a sentire piu’ versioni e non certo ad equiparare i crimini. Non si puo’ certo lasciare “la verita” alla Ruders and Finn noto ufficio di disinformazione Statunitense.
Costituzione SFRJ del 1974, Principi fondamentali:
“Izhajajo? iz pravice vsakega naroda do samoodlo?be, ki vklju?uje tudi pravico do odcepitve, so se narodi Jugoslavije (…) združili v (…) Socialisti?no federativno republiko Jugoslavijo (…)
Certo, così si ragiona. E’ evidente, per fare un paragone, che al G8 sono stati i ragazzi nella Diaz a provocare la macelleria messicana mica i poliziotti. E’ stata colpa dei manifestanti che hanno lanciato molotov al corteo del giorno prima. Insomma, perchè punire i responsabili dei pestaggi nella scuola, quando la verità non ufficiale (ma che hanno cercato di farci passare per ufficiale) dice che i black bloc hanno fatto come e forse peggio di quello che hanno fatto i poliziotti?