17 Ottobre 2008

Sit-in piazza contro la riforma Gelmini

Sit-in contro la riforma Gelmini in piazza della Repubblica a Monfalcone. La manifestazione si terrà martedì 21 alle 16.
In settimana è stata sancita la nascita nel monfalconese di un coordinamento in difesa della scuola pubblica. Primo atto del nuovo organismo sarà proprio il sit-in in piazza.
"Le vittime designate dei tagli – sottolinea il coordinamento – sono innanzitutto le famiglie e gli alunni che avranno ambienti d’apprendimento impossibili e che dovranno riorganizzare il proprio tempo per far fronte alla mancanza di mense e pomeriggi a scuola. Per la scuola primaria la restaurazione…

del maestro unico significa la fine della pluralità docente che ha rafforzato lo spirito di collaborazione ed ha permesso ai maestri ed alle maestre di approfondire la conoscenza disciplinare. L’ultima beffa delle classi ghetto per gli alunni stranieri riporta l’Italia indietro di decenni non può che essere considerato un atto discriminatorio su base razziale simile all’ex apartheid sudafricana".

6 commenti a Sit-in piazza contro la riforma Gelmini

  1. Milost ha detto:

    Questione molto delicata. Vero, innanzitutto, che le famiglie sono le prime coinvolte in maniera negativa dai tagli della riforma. Non si può però non rilevare quanto poco le famiglie hanno voluto finora essere coinvolte in maniera positiva nella gestione della scuola: se tutte le occasioni di coinvolgimento e di pressione possibili da parte dei genitori degli alunni fossero state sempre, sistematicamente utilizzate, forse la scuola non sarebbe questo mondo chiuso dove il ministro di turno fa quello che vuole e poi si vedrà.
    E onestamente io non penso che la pluralità dei docenti sia una scelta in origine legata ad una concezione di specializzazione dell’insegnamento: c’era anche il problema di impiegare forza lavoro a fronte di una sensibile diminuzione delle nascite. Nella mia esperienza di genitore ho riscontrato che la pluralità dei docenti consentiva che accanto ad ottimi insegnanti ci fossero pessimi insegnanti, il cui livello culturale e le cui capacità didattiche erano spaventosi, senza che esistesse una modalità di verifica, da parte delle famiglie, sul loro operato. Se costoro se ne vanno, i nostri figli in verità non avranno che da guadagnare.

  2. Lucio ha detto:

    Concordo.
    Il rischio però è che ad andarsene siano gli insegnanti più competenti (magari verso la scuola privata che sicuramente non assumerebbe i peggiori), e così nella scuola pubblica si amplierebbero i problemi.
    Un po’ come Alitalia: Bad Company pubblica, ciccia privata.
    E così il cittadino, soprattutto quello che non può eludere o evadere, paga due volte: con le tasse per mantenere la morchia, con la retta per avere il servizio.
    La chiamano “riforma”.

  3. ex-insegnante ha detto:

    La scuola privata paga ancora meno, ci si lavora per disperazione. Chi ottiene un posto nella scuola pubblica lascia il privato appena può. E i genitori che pagano il privato sono convinti di offrire ai loro pargoli qualcosa di meglio…

  4. mary ha detto:

    riguardo ai pargoli che hanno qualcosa di meglio dalle scuole private, registro che spesso (entro la seconda) li mandano da noi, pessimi insegnanti della scuola pubblica, e le competenze non sono altissime…

  5. Milost ha detto:

    per Mary
    Guarda che non stiamo dicendo che la scuola pubblica è fatta di pessimi insegnanti, ma che nella scuola pubblica è stato possibile accogliere e mantenere al lavoro pessimi insegnanti : ho una figlia di 11 anni che conosce perfettamente la grammatica italiana, la matematica e le scienze naturali, e ha solo vaghe idee sulla geografia persino del Friuli Venezia Giulia.Nessuno dei colleghi genitori che ha condiviso con me durante le scuole elementari questo percorso così squilibrato dei propri figli ha mai protestato o chiesto chiarimenti: questo io lamento, che si protesti ora.

  6. mary ha detto:

    Per Milost
    era vostra facoltà chiedere di visionare la programmazione annuale se non vi convinceva…io per mio figlio l’ho fatto. Gli insegnanti non devono scandalizzarsi se un genitore chiede ragione di quello che si fa in aula e, se è un insegnante competente, sa motivare le sue scelte e…perchè no? Rivederle dopo una critica costruttiva.
    Un saluto! 🙂

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