16 Ottobre 2008

“Se vogliono Faccetta Nera, quella canteranno”

15-OTT-08 14:25

‘FACCETTA NERA’: COMUNE, A CASA SERENA SI CANTA DA 10 ANNI

(V. ‘FACCETTA NERA’ IN CASA PER ANZIANI…’ DELLE 11.50 CIRCA) (ANSA) – PORDENONE, 15 OTT – ‘Faccetta nera’ si canta a ‘Casa Serena’ di Pordenone, “da almeno dieci anni”. Lo ha detto oggi Giovanni Zanolin, assessore alle Politiche sociali del comune friulano. “Nella nostra casa di riposo – ha aggiunto – sono gli anziani a scegliere cosa cantare. Gli animatori li accompagnano.Da almeno 10 anni sono protagoniste della vita della Casa le generazioni che hanno vissuto la loro gioventù durante il fascismo. Sono persone che oggi hanno fra gli ottanta ed i novant’ anni. Non sono nostalgici del fascismo – ha precisato Zanolin – ma della loro gioventù. I canti di quel periodo sorgono in loro spontanei e restituiscono bei ricordi. ‘Faccetta Nera’ in particolare si canta in Casa Serena da almeno 10 anni e nessuno se ne è mai lamentato”. “In nessun caso – ha proseguito l’assessore – il Comune imporrà agli anziani cosa cantare: decidono loro. Se vogliono Faccetta Nera, quella canteranno. Se qualche anziano, o un parente, è a disagio, lo faccia presente: troveremo una soluzione che salvaguardi la libertà di tutti e la sensibilità di tutti. Ricordo infine – ha concluso Zanolin – che il mio assessorato, nell’ambito delle attività per valorizzare la memoria degli anziani, ha in corso un progetto per il recupero del particolare inno della banda dei Balilla di Pordenone e per scrivere la storia di quella banda. Progetto che è stato accolto con entusiasmo da molti anziani che hanno fatto parte della banda, nessuno dei quali ha nostalgie di alcun tipo per il regime fascista, ma solo il piacere di rinverdire ricordi di gioventù.” (ANSA).

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7 commenti a “Se vogliono Faccetta Nera, quella canteranno”

  1. La Mula ha detto:

    Non vedo dove sia la notizia. Tutto ciò mi ricorda i primi anni di e-mule quando scaricavamo tutti gli inni e le canzoni del ventennio e anche quelle nazi, sempre utili per base a trasmissioni radiofoniche. Una mia figlia s’era stupita. e anche indignata. Ma è storia bellezza…A proposito di storia: il rigattiere sotto casa ha avuto la fortuna d’incappare in due case da sgomberare velocemente (i nipoti hanno fretta di realizzare?) entrambe sature di libri, materiale che a lui non interessa.

    A due euro ho comprato “Navi e poltrone”, con allegati tutti i ritagli del Corriere dell’epoca. Oggi vado a svuotare il negozio. Una pacchia così a Trieste non mi capitava da anni…

  2. enrico maria milic ha detto:

    l’ho pubblicata perchè mi pareva interessante come folklore e dall’altra parte anche come di quanto la memoria sociale delle persone non sia necessariamente politicizzata come i vecchi comunisti del pd vorrebbero farci credere
    ; )

  3. furlàn ha detto:

    Da metterci un sacco di gente questa casa di riposo. 😉

  4. EdTv ha detto:

    la cosa che mi manda in sbattimento
    è che a me canteranno “Supercar, Gattigher”

  5. Julius Franzot ha detto:

    A me rattrista l’ennesima conferma della mancata rielaborazione del passato. I pellegrinaggi a Predappio con bus annunciato nelle Ore della Città, il “dittatore bonario che mandava gli oppositori in villeggiatura”…
    Ma parlare di Gonars, del gas nervino in Etiopia, con cui rendevano orfane migliaia di faccette nere, degli alpini in Russia con le scarpe di cartone…, no, eh?

  6. Giulia ha detto:

    Mia madre ci lavora, a Casa Serena, ed è la prima volta che sento questa storia. Vale la pena di indagare.

  7. Giovanni Costa ha detto:

    Conosco un collega di mio padre, appartenente, appunto a quella generazione e reduce dalla guerra d’Etiopia, attualmente proprio ospite d’un casa di riposo. Bene, lui aveva sempre quattro spicci in tasca per darli al primo “negro” che incontrava per strada quando usciva, perchè, essendo reduce dell’Etiopia, sapeva bene come si erano comportati gli italiani in quel paese.

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