15 Settembre 2008

“Chiudere le attività commerciali coi cinesi irregolari”

Riceviamo e pubblichiamo:

Chiudere immediatamente tutte le attività commerciali in cui vengono impiegati dei lavoratori cinesi senza permesso di soggiorno.
Questo è quanto chiede il Segretario Provinciale della Lega Nord Trieste, On. Massimiliano Fedriga.
Fedriga intende contattare questore, prefetto e sindaco per capire come intendano muoversi al fine di evitare che migliaia di persone lavorino, vivano e usufruiscano dei servizi offerti dalla nostra città rimanendo nella totale clandestinità, dunque senza pagare tasse.
Quello della comunità cinese è un problema che è sotto gli occhi di tutti, ed è gravissimo, aggiunge, che chi doveva controllare non abbia fatto niente e si sia arrivati al punto in cui Trieste potesse detenere il poco invidiabile primato italiano per cinesi clandestini.

Pierpaolo ROBERTI
Ufficio dell’Onorevole Massimiliano Fedriga

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35 commenti a “Chiudere le attività commerciali coi cinesi irregolari”

  1. pjotr ha detto:

    E le attività commerciali in cui vengono impiegati in modo illegale lavoratori NON cinesi, quelle sono OK?

  2. enrico maria milic ha detto:

    uno a zero
    per pjotr

  3. pierpaolo ha detto:

    scusa cosa vorreste dire? che ci sono triestini clandestini senza permesso di soggiorno? altrimenti se vi riferite a clandestini di altre nazionalità, il discorso va esteso ovviamente anche a loro. ma non mi risulta che, come accade in borgo teresiano, ci siano rioni della città dove si trovano soltanto esercizi commerciali di proprietà di senegalesi piuttosto che di colombiani.
    il problema è piuttosto serio e non si dovrebbe fare della demagogia su questo tema.

  4. enrico maria milic ha detto:

    scusa, chi fa demagogia?
    uno ti risponde tentando di generalizzare il problema delle condizioni di cittadinanza illegali di diversi tipi di lavoratori, e tu la chiami demagogia?
    i would opt for matavilz

  5. pierpaolo ha detto:

    enrico

    quale problema è stato generalizzato? il fatto che ci siano delle persone che lavorano in nero o il fatto che più della metà di una comunità che lavora alla luce del sole (più o meno) sia ignota e sconosciuta per la città e lo stato che la ospita?

  6. morbìn ha detto:

    pierpaolo,
    penso che molti possano esser d’accordo sul fatto che i lavoratori cinesi debbano essere regolari cittadini o regolari immigrati oppure non debbano lavorare qui.

    ma mi pare che pjotr puntasse implicitamente il dito contro l’obbiettivo classico della lega che è quello degli immigrati quando tutto la lega denuncia meno che lo sfruttamento di molti lavoratori italiani.

    dopo, ogni formazione politica si sceglie le campagne che vuole e, ripeto, alcune delle vostre sono condivisibili anche per me. ma correggimi se sbaglio: non è forse vero che la lega, di solito, si preoccupa più degli immigrati che dello sfruttamento dei lavoratori di cittadinanza italiana da parte delle aziende italiane?

    matavilz my drug

  7. pierpaolo ha detto:

    morbin

    insomma si sta disquisendo non se la posizione presa sia giusta oppure no, ma sul fatto che se ne potevano prendere altro..
    credimi, la lega non ha nel suo programma il lavoro nero. quello dei cinesi è un doppio problema: non sono soltanto dei lavoratori irregolari, sono irregolari in tutto ciò che fanno. quando gettano la spazzatura, quando prendono in affitto un appartamento, quando vanno al pronto soccorso ecc… e la cosa incredibile è che sono la, li trovi a lavorare nei loro negozi dove, ripeto la percentuale, uno su due non paga un cent per vivere da noi. sconosciuti, ricattabili e facilmente eliminabili dalle organizzazioni criminali che li portano in italia. ma vi sembra poco? volete paragonarlo alla studentessa che lavora in nero alle torri?

  8. Wainer Stagnini ha detto:

    Mi chiedo quali effetti potrà avere il tonante comunicato dell’ufficio dell’On. Fedriga. Immagino che, come altri annunci della Lega Nord e dei suoi alleati degli ultimi mesi, verrà presto dimenticato, non prima però di avere richiamato un po’ di attenzione mediatica, sempre utile per ridare lustro all’immagine dell’On.
    La richiesta dell’On. – chiudere attività illegali che favoriscono lo sfruttamento bieco di tante persone – è encomiabile. Peccato che, oltre all’invocazione del pesante maglio della forza di pubblica sicurezza e della magistratura, non si spenda nemmeno una parola per valutare i motivi che portano alla creazione di questi fenomeni. Tra le varie cause, scoprirebbe il tonante On., ci sono anche i patetici meccanismi della legge in vigore sul tema dell’immigrazione, che porta la paternità degli Onn. e Senn. Fini e Bossi.
    Se l’On. volesse poi approfondire la questione, oltre agli aspetti legislativi dovrebbe esplorare anche quel mondo semi-sommerso, fatto in buona parte di imprenditori italiani, che negli ultimi anni ha favorito la distruzione del know-how delle piccole e medie imprese tessili e ha sostenuto la logica del minor-prezzo-ad-ogni-costo, incluso cinesi in nero.
    Allora, caro On., la prego: in futuro, se possibile, tuoni un po’ meno e cerchi di proporre soluzioni che servano davvero, alla sicurezza dei cittadini e allo sviluppo economico.

  9. Roberto ha detto:

    A parte che credo che Trieste abbia un altro record assolutamente ineguagliabile, quello delle domestiche in nero, mi domando se si può verificare anche la regolarità dei contratti di locazione stipulati tra proprietari dei muri ed i commercianti e quali siano le sanzioni previste in caso di violazioni sia per il locatore che per il locatario.

  10. furlàn ha detto:

    Mi sembra di essere il cappellaio della storiella ebraica che toglieva le parole all’insegna del suo negozio per risparmiare.

    “Chiudere immediatamente tutte le attività commerciali in cui vengono impiegati dei lavoratori cinesi senza permesso di soggiorno.”

    “Chiudere le attività commerciali in cui vengono impiegati dei lavoratori cinesi senza permesso di soggiorno.”

    “Chiudere le attività in cui vengono impiegati dei lavoratori cinesi senza permesso di soggiorno.”

    “Chiudere le attività dei lavoratori senza permesso di soggiorno.”

    “Chiudere le attività dei lavoratori senza permesso.”

    “Chiudere le attività senza permesso.”

    Ah! Il dono della sintesi!

  11. Stelio ha detto:

    Riprendendo Wainer: forse non tutti sanno che un extracomunitario (per esempio un cinese) che volesse trovare lavoro in Italia deve arrivare in Italia già potendo dimostrare d’essere assunto. Non è possibile emigrare per cercare lavoro, ma solo già sapendo d’averlo. Se no, niente visto. Che comunque potrebbe non venirgli concesso se la quota è già stata superata. Ora: è logico questo meccanismo? O non incita, quasi quasi, ad immigrare clandestinamente? O almeno ad entrare in Italia con visto turistico e poi rimanerci, de scondon, sine die?

    PS: Ma nello stipendio da portavoce di Fedriga, caro Pierpaolo, è compreso anche il commento petulante su bora.la, o questa è una tua libera iniziativa, un hobby o un eccesso di zelo? Perché se è un hobby, ce n’è di migliori, se è per zelo, temo non aiuti l’on. Max.

    Cordiali saluti

  12. enrico maria milic ha detto:

    conosco un po’ la situazione di prato,
    che una volta era ricca di imprese di varie dimensioni del settore tessile.
    prima, secondo la ricostruzione delle persone che ho conosciuto, sono arrivate dalla cina le merci grezze a basso costo. e hanno fatto un certo tipo, limitato, di danno.
    poi la città è stata invasa da imprese gestite da cinesi e con lavoratori cinesi irregolari che lavoravano e lavorano instancabilmente, senza controlli, senza sindacati.
    da quello che ho visto e capito,
    il risultato è stato in pratica la devastazione del tessuto imprenditoriale ‘regolare’, non solo in termini di cittadinanza italiana (che potrebbe essere anche poco interessante) ma soprattutto in termini di diritti dei lavoratori.

    credo che pierpaolo faccia su questo sito un buon lavoro – magari ogni tanto troppo zelante. ma in questo caso credo che fedriga e lui abbiano toccato un tasto decisamente importante.
    non mi pare che nessuno gli abbia risposto, o magari non mi intendo abbastanza di economia per capire le risposte di wainer e stelio

  13. pierpaolo ha detto:

    come appena detto da enrico, nessuno tocca il problema e risponde alle domande poste. certo è molto più semplice zittirmi dandomi del leghista (detto come insulto da chi si crede un democratico rispettoso dei diritti altrui).
    ma il problema rimane: un intero rione in mano ai cinesi, le attività sono state comprate da persono entrate in quei locali con le valigie piene di contanti, senza che nessuno si chiedesse da dove fossero arrivati e ora si scopre che la metà ufficialmente non esiste. e per voi il problema su cui discutere è il mio eccesso di zelo?

  14. apu ha detto:

    a me viene da dire che dovremmo sempre considerare l’effetto mediatico delle dichiarazioni e l’efficacia delle politiche.

    riguardo al primo credo che se per mesi abbiamo detto che la lega ha vinto le elezioni (e pare stia aumentando il consenso) perchè ha parlato alla pancia delle persone allora non vedo perchè questo comunicato dovrebbe stupirci così tanto. mi sembra assolutamente in linea con l’azione portata avanti fin qui.

    altro discorso discorso sono poi le politiche, che, a mio personale parere, mi sembra stiano davvero incidendo poco sulla realtà italiana così in crisi. allora capisco che prendersela con gli stranieri sia una strategia, come prendersela con i fannulloni, come con la scuola covo di maestri comunisti e luogo di “stipendificio”. Facile operazione mediatica su temi che la pancia degli italiani sente “caldi”.
    il decisionismo però non vuol dire automaticamente buone politiche.

    e allora le osservazioni fatte nei commenti c’entrano eccome. se la legalità è un principio, non può essere trattata a settori di interesse. i lavoratori in nero sono illegali, punto e basta. e gli stranieri, cinesi e altri, irregolari non sono solo nel commercio, ma anche ad esempio nei cantieri edili o a volte anche nei grandi cantieri dei lavori pubblici. chi li controlla? chi si muove per stabilire la legalità?

  15. Julius Franzot ha detto:

    Ecco un mio commento sul merito di quel comunicato: sicuramente non è tollerabile che ci sia tanta gente, cinesi e non, che lavora in nero, senza documenti, senza pagare tasse e contributi e senza diritti. Però, visre anche le accuse che comunemente si muovono alla Lega, il tono del comunicato era eccessivamente populista e semplicistico. Io avrei scritto:
    “La Lena Nord chiede che siano verificate a breve le posizioni contributive e fiscali di tutti i dipendenti dei negozi di abbigliamento e generi vari presenti nel centro cittadino. Risulta infatti dalle pagine dei quotidiani, che un elevato numero di negozi, soprattutto di dimensione medio-piccola, non sia in regola con gli adempimenti di legge”
    Dato che qui tutti leggono, per mancanza di alternative, il Piccolo, sarebbe stato evidente a cosa si riferiva e non si sarebbe messo in quella luce da “Razza Piave” che ha fatto della Lega il partito dei cittadini italiani al posto di quello che prevedeva (e penso continui a prevedere) l’Art. 1. del suo statuto.

  16. pierpaolo ha detto:

    in ogni caso il problema non si pone, visto che sembra che il piccolo non abbia trovato interessante questo comunicato.

  17. enrico maria milic ha detto:

    mi chiedo se sia normale che ‘il piccolo’ sia bastante a discutere del futuro della città ovvero di temi come questo.
    a vedere lo scarso successo degli altri giornali lanciati qua (zeno, il meridiano, ecc.) si direbbe di sì…

  18. pierpaolo ha detto:

    enrico

    tu non puoi nemmeno immaginare quanto sia frustrante combattere contro un giornale che ha come metro di giudizio per stabilire se un articolo va pubblicato o no il livello di sinistrosità combinato con la quantità di contributi che riceve dall’autore dell’articolo…

  19. Pjotr ha detto:

    Ovviamente la Lega può e deve fare i proclami che più le sembrano opportuni, da semplice cittadino però mi permetto di osservare che i problemi vanno risolti con razionalità, puntando alla loro radice, che nel caso descritto consiste nel far rispettare la legalità.

    Che poi a violare la legalità, facendo concorrenza sleale etc… siano triestini patochi, cinesi, giapponesi o marziani, non dovrebbe fare differenza in uno stato di diritto.

    Ecco perché troverei sottoscrivibile il comunicato postato dagli esponenti della Lega, se solo non contenesse quel riferimento esplicito all’appartenenza etnica dei violatori della legge, che rende il messaggio ambiguo (bisogna chiudere i negozi perché sono illegali o perché sono cinesi?).

    Mi sembra che questo tipo di l’ambiguità non sia involontaria, mi sembra evidente che la Lega non cerchi (di mantenere) il consenso puntando alla voglia di legalità fiscale (che volete che sia una commessa in nero alle Torri…), quanto ai sentimenti “sinofobi” che si stanno (inevitabilmente?) diffondendo in città con la crescita (addirittura da primato, poco invidiabile però) della comunità cinese.

    Se veramente ci turba il pensiero che tante persone siano ridotte in schiavitù e che attività che una volta producevano ricchezza vengano annientate dalla concorrenza sleale (penso al esempio citato da E.M. di Prato, non vedo – ma forse mi sbaglio – equivalenti a Trieste) dovremmo cercare una soluzione che renda più conveniente rispettare la legge, di quanto lo sia violarla.

    Penso ad esempio a qualcosa che impedisca la formazione di ghetti etnici, dove le mafie la fanno facilmente da padrone, e dove far rispettare la legge costa poi allo Stato di più di quanto ne ricaverebbe se le leggi fossero rispettate.

    Certamente e più facile parlarne qui che trovare effettivamente le soluzioni più appropriate e politici in grado di realizzarle. Sicuramente però una politica repressiva basata sulle distinzioni etniche con saltuarie retate delle forze dell’ordine nei ghetti giusto per dare la sensazione (solo quella però) ai “patochi” di essere “padroni a casa loro” non risolverà la soluzione.

  20. pierpaolo ha detto:

    non ho detto che la commessa delle torri non fa niente male lavorando in nero, l’ho paragonata al clandestino in mano alla criminalità e la reputo un problema minore

    il primato poco invidiabile non si riferisce al numero di cinesi ma al numero di cinesi irregolari

    leggi bene e senza pregiudizi

  21. apu ha detto:

    pierpaolo
    dire che il piccolo giudica ancora il livello di sinistrosità per pubblicare mi sembra poco realistico.
    forse può valere per gli editoriali, sicuramente no per la cronaca e la politica locale.
    da quanto ne so ormai molti contributi arrivano da altre aree culturali e politiche

  22. pierpaolo ha detto:

    non ho detto solo la sinistrosità, ci sono molti fattori che determinano le scelte editoriali. comunque è meglio non approfondire il tema.

  23. Wainer Stagnini ha detto:

    Bene, se vogliamo discutere sul serio, e dimostrare che l’annuncio dell’On. è ad uso e consumo dei media, facciamolo.
    1. Ho incrociato i dati pubblicati dal Piccolo con quelli della popolazione residente a Trieste dell’ISTAT, ragionare sui numeri assoluti può essere d’aiuto a capire la dimensione del problema. A Trieste (provincia) secondo lo studio citato dal Piccolo, dovrebbero quindi esserci poco meno di 2.500 stranieri senza permesso di soggiorno, su un totale di 15.610 stranieri residenti. Di questi, circa 975 dovrebbero essere cinesi.
    2. Secondo una classifica nazionale elaborata sempre da ISMU (l’istituto della ricerca citata dal Piccolo), Trieste, nonostante una presenza maggiore di stranieri (6,6% della popolazione residente) rispetto alla media italiana (6,1%) ha meno clandestini (10,5 ogni mille abitanti contro una media nazionale di 10,9). Inoltre, a Trieste su 100 stranieri residenti 15,8 sono clandestini, mentre in Italia la percentuale sale al 17,9. In questa speciale classifica, Trieste si trova al 43mo posto, tra Asti e Pavia.
    3. Purtroppo non ho trovato, su internet, la classifica riguardante i cittadini cinesi residenti in Italia. Se qualcuno riesce a scovarla in qualche sito lo prego di segnalarlo.
    4. Ritorniamo all’On. “è gravissimo, aggiunge, che chi doveva controllare non abbia fatto niente.” Non sono certo un amante della divisa e non sbavo per le forze dell’ordine. Ma le rispetto. Dire che non è stato fatto niente, quando a Trieste ci sono meno clandestini che nel resto d’Italia è quantomeno ingeneroso; se poi lo dice un parlamentare è ancora più grave, credo.
    5. Sempre l’On. “Chiudere immediatamente tutte le attività commerciali in cui vengono impiegati dei lavoratori cinesi senza permesso di soggiorno.” Siamo sicuri che queste 1.000 persone siano tenute lì, in bella mostra, nei negozi del borgo teresiano? Non è più probabile che lavorino in qualche retrobottega o laboratorio artigiano?
    6. A Trieste (dati presi dal sito della Provincia) al 31/12/2005 c’erano 121 titolari di azienda cinesi (78 maschi e 43 femmine). Invece di invocare solo la dura repressione non sarebbe meglio incontrare questi signori (e signore) e cercare di fare un “patto per la legalità” con loro? Oppure i patti possono essere firmati solo da italiani purosangue? Certo non sarebbe facile raggiungere un obiettivo del genere. Ma nella lotta contro una criminalità insidiosa come quella di matrice cinese non sarebbe meglio avere anche qualche alleato, invece che una compatta schiera di nemici?
    7. E non mi si venga a dire che chi è in regola non ha niente da temere. Qualsiasi persona che si è sentita straniera almeno un minuto nella vita sa che, anche se ha tutti i documenti a posto, quando sente presa di mira la sua nazionalità, etnia o gruppo, si preoccupa ed evita il contatto con l’autorità.
    8. Riecco l’On.”evitare che migliaia di persone lavorino, vivano e usufruiscano dei servizi offerti dalla nostra città rimanendo nella totale clandestinità, dunque senza pagare tasse.” Se l’On. avesse perso almeno cinque minuti del suo preziosissimo tempo a parlare con gli operatori dei servizi sanitari, scolastici o sociali, si sarebbe sentito dire che un clandestino cerca di essere invisibile, quindi si cura in casa, non manda i bambini a scuola ed evita qualsiasi azione che lo possa rendere visibile. Pertanto, credo che l’On. si possa tranquillizzare, queste 975 persone sicuramente non hanno sottratto molto tempo e denaro alla rete dei servizi triestini. Riguardo alle tasse, credo si possa affermare con sicurezza che, se i cittadini cinesi irregolari avessero tutti i documenti a posto, ben pochi di loro pagherebbero le tasse, visto che i loro salari li collocherebbero all’interno della no-tax area.

    Mi scuso per la lunghezza, non ho sempre il dono della sintesi.

  24. Wainer Stagnini ha detto:

    Scusate, ma rileggendo ho notato una formulazione equivoca. Al punto 2, quando parlo di 975 cittadini cinesi, intendo 975 clandestini. I cinesi, complessivamente, dovrebbero essere 1.686, come pubblicato dal Piccolo.

  25. Lina ha detto:

    Gli immigrati irregolari li porta la nostra mafia.
    Rendono 1.500 euro a cranio.. un business enorme.
    Quest’anno come anche il primo anno del precedente governo Berlusconi gli arrivi sono raddoppiati.
    Vi sono numerosi sindaci come quello di Montegrotto che fanno razzismo puro e semplice. In particolare il sindaco di Montegrotto veneto utilizza i pannelli stradali per avvisare la popolazione che le ragazze potrebbero essere violentate dagli extracomunitari e gli extracomunitari vengono unicamente per farci del male e rubarci il lavoro.
    La mia miglior amica è serba e quindi totalmente extracomunitaria.
    E’ da 6 anni in Italia e lavora come puo’( nonostante una laurea) e con i contratti a progetto della legge Biagi.
    Tali contratti non sono sufficienti per chiedere il permesso di soggiorno e quindi la mia amica è da 6 anni clandestina in un paese che fa le leggi proprio per non regolarizzare le persone straniere che forse dovrebbero essere buttate a mare, perché non si possono rimpatriare centinaia di migliaia di persone, ne si possono mettere in galera..
    Dalle tv e dai giornali controllati da una sola persona sentiamo che va tutto bene.
    Le notizie on line contro questa linea rimangono si e no 10 minuti e poi vengono sostituite.
    La ricchezza di una intera regione come quella Veneta si basa sullo sfruttamento di persone che non possono essere regolarizzate, senno’ andrebbero pagate il giusto.
    Fate un po’ voi..
    Le ultime mode sono quella di prendersela coi cinesi e coi rom..
    Anche voi vi potete adeguare alla moda del momento
    Non dimenticate che la nostra mafia ammazza una persona ogni 3 giorni da piu’ di 100 anni.
    lina

  26. Bibliotopa ha detto:

    nel 1963, il papa Giovanni XXIII scrisse un’enciclica “pacem in terris”, in cui si parlava dei profughi politici, che così diceva:
    **Non è superfluo ricordare che i profughi politici sono persone; e che a loro vanno riconosciuti tutti i diritti inerenti alla persona: diritti che non vengono meno quando essi siano stati privati della cittadinanza nelle comunità politiche di cui erano membri.

    Fra i diritti inerenti alla persona vi è pure quello di inserirsi nella comunità politica in cui si ritiene di potersi creare un avvenire per sé e per la propria famiglia; di conseguenza quella comunità politica, nei limiti consentiti dal bene comune rettamente inteso, ha il dovere di permettere quell’inserimento, come pure di favorire l’integrazione in se stessa delle nuove membra.**

    a me sembra che il dovere della politica sia di favorire l’inserimento legale degli immigrati, non di usarli come capro espiatorio. Le infrazioni alle leggi vanno denunciate e condannate, indipendentemente dall’etnia. Resta da chiedersi pure se le leggi vigenti sono adeguate o meno.

  27. furlàn ha detto:

    Bibliotopa
    è anche vero che il papa non è un ‘amministratore’ in senso strettamente politico. E un’enciclica è un documento che non entra nello specifico dei problemi dell’amministrazione di uno stato. Far piombare 120 persone (profughi politici) su una comunità di 1000 anime non può non avere ripecussioni. Sono situazioni che vanno trattate con meno approssimazione di come viene fatto molte volte.
    Un CPT non è un bel modo per iniziare una politica di integrazione.
    Chiedere, aiutare, fornire mezzi ad un comune di piccole dimensioni per l’inserimento di una famiglia straniera e disagiata nell’arco di mesi è un conto. Imporre ad una comunità di arrangiarsi nella gestione di qualche centinaio di persone che non sanno la lingua e vivono in un limbo legislativo è un altro paio di maniche. E’ su queste situazioni che gli strilloni anti-immigrati devono le loro fortune politiche.

  28. pierpaolo ha detto:

    non credo di potermi definire uno “strillone anti immigrati”, ma certamente credo che non sia fare il bene dell’immigrato farlo arrivare nella nostra città senza nessuna prospettiva e senza possibilità di trovare un lavoro solo per far contenti gli “strilloni dell’immigrato a tutti i costi”.

    e alla lina vorrei ricordare che sono i nostri giovani per primi a doversi adattare ad un mercato del lavoro sempre più flessibile che non gli permette nemmeno di poter affrontare un mutuo per una casa.
    credo che prima di garantire casa lavoro sicuro e servizi ad un immigrato clandestino dovremmo pensare a quel nostro giovane.

  29. Bibliotopa ha detto:

    Furlan, concordo con te che un’enciclica non è una norma amministrativa, e per di più scritta da un’autorità extraterritoriale, e nel 1963 non poteva prevedere la situazione attuale. Però il discorso che profughi o immigrati siano persone che cercano di inserirsi in una comunità perchè dove si trovavano prima non avevano un futuro e che , fino a prova contraria, vadano considerati in buona fede e che sia moralmente giusto favorire il loro inserimento mi sembra un’affermazione sempre attuale e corretta sia dal punto di vista morale che giuridico. Altro ovviamente è l’incremento della malavita o il necessario rigore contro chi entra per scopi criminosi, come se non ce ne fossero già abbastanza di nostrani.
    E’ proprio il limbo amministrativo di cui parli che andrebbe messo in chiaro.

  30. Bibliotopa ha detto:

    Pierpaolo, lo sappiamo benissimo che i lavori onesti che vengono accettati dagli immigrati non sono graditi ai nostri giovani, che cercano lavori di maggior apparenza sociale.
    Sarò in questo erede della tradizione triestina, la la nostra città è diventata grande nel settecento/ottocento proprio perchè ha accettato senza discussioni il lavoro degli immigrati, da dovunque venissero, senza discriminazioni di lingua, religione o razza e senza privilegi per coloro che già si trovavano sul posto.

  31. pierpaolo ha detto:

    quello che dici non è vero come pensi, enrico lo spiega bene in qualche commento più in alto, l’immigrato sconvolge il mercato del lavoro perchè accetta il lavoro in nero senza una equa retribuzione e senza diritti.

    comunque si sta divagando, il punto era il problema dei cinesi. se non si vuole affrontarlo per motivi politici mi sta bene. ma il problema rimane e avremo ancora metà comunità cinese clandestina e l’altra metà che acquista negizi con valigiette piene di contanti di, permettetemi, almeno dubbia provenienza. (ho avuto io stesso il piacere di vederne uno entrare nel bar di un mio amico con la borsa con 200.000 euro in contanti)

  32. giorgio ha detto:

    Grossa ondata di richieste di legalità (o giustizialismo?) sono seguite alla prima richiesta.

    Chiudere immediatamente tutte le attività commerciali in cui non vengono rilasciati gli scontrini fiscali.
    Questo è quanto chiede il Segretario Provinciale della Repubblica delle Settefontane di Trieste.
    Egli intende contattare questore, prefetto e sindaco per capire come intendano muoversi al fine di evitare che decine di migliaia di persone lavorino poco, vivano agiatamente ed usufruiscano indebitamente dei servizi offerti dalla nostra città a sbafo, cioè senza pagare tasse.
    Quello degli evasori fiscali è un problema che è sotto gli occhi di tutti, ed è gravissimo, aggiunge, che chi doveva controllare non abbia fatto niente e si sia arrivati al punto in cui Trieste detiene il primato italiano per depositi bancari a fronte di un’economia a dir poco stantìa.

    Chiudere immediatamente tutti i rivenditori di SUV.
    Questo è quanto chiede il Segretario Provinciale del Granducato dei Foraggi di Trieste.
    Egli intende contattare questore, prefetto e sindaco per capire come intendano muoversi al fine di evitare che decine di migliaia di automezzi ingombranti ed inquinanti, invadano le strette strade del centro e contribuiscano ad ingolfare il già caotico traffico automobilistico.
    Quello delle automobili invadenti è un problema che è sotto gli occhi di tutti, ed è gravissimo, aggiunge, che chi doveva controllare non abbia fatto niente e si sia arrivati al punto in cui Trieste detiene il primato italiano per incicenti stradali in rapporto alla superficie.

    Chiudere immediatamente tutte le televisioni commerciali che trasmettono varietà con ballerine “poco vestite”.
    Anche alla luce del recente disegno di legge del governo in tema di prostituzione, è quanto chiede il console del regno di Cavana.
    Egli intende contattare questore, prefetto e sindaco per capire come intendano muoversi al fine di evitare che il corpo femminile sia utilizzato a scopi commerciali dalle emittenti televisive.
    Quello delle volgarità invadenti è un problema che è sotto gli occhi di tutti, ed è gravissimo, aggiunge, che chi doveva controllare non abbia fatto niente e si sia arrivati al punto in cui in questo paese pochi sappiano chi siano Carlo Ginzburg, Erri De Luca o Predrag Matvejevic, mentre quasi tutti conoscono il nome delle ballerine dei programmini serali di intrattenimento.

  33. rafrad6164 ha detto:

    Trovo la proposta del deputato Fedriga molto ragionevole e ritengo che la maggior parte dei cittadini di Trieste sono d’accordo. Naturalmente tutte le situazioni irregolari vanno sanate e non solo quelle che riguardano i cinesi.

  34. furlàn ha detto:

    Non posso che essere d’accordo con gli appelli rilanciati da giorgio 😉

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