9 Settembre 2008

Il Sid di Gorizia

Le origini del Sid, altrimenti noto ai profani come corso di laurea in “Scienze internazionali e diplomatiche”, si perdono nel mito. Leggenda vuole che sia stato Andreotti in persona a suggerirne la creazione, e che sia stato sempre il Divo Giulio a scegliere di impiantarlo in quel di Gorizia.

Sia come sia, il buon Andreotti è stato presto omaggiato con una laurea honoris causa, al pari del santissimo Dalai Lama. B&B, Buddha e Belzebù, e in questa contraddizione apparente del Sid c’è davvero molto.

Per cercare di capire questo benedetto corso , forse è il caso di partire dal nome: “Scienze internazionali e diplomatiche”. Un po’ pomposo, ecco. Poi, e questa è una questione di gusti, non sono pochi quelli che lo pronunciano lasciandolo cadere dall’alto, tentando di dissimulare il mini orgasmo che regolarmente provano a metà della parola “diplomatiche”. Il problema, a mio modestissimo parere, è che molti di questi pervertiti alfabetici hanno abbondantemente superato la cinquantina.
Non è difficile immaginare l’attuale presidente del corso, l’illustrissimo ma non ancor magnifico professor Gabassi, declamare le parole “presidente” e “diplomatiche” davanti allo specchio, contraendo il viso nel tentativo di gustarne appieno la grandezza.
Non che questo vizio sia di recente insediamento, fra i corridoi del vecchio convento che ospita il Sid. Per dire, nel 2004, l’allora presidentessa e demiurga Maria Paola Pagnini aveva accolto noi matricole con queste parole: “Voi siete la futura classe dirigente del paese. Voi siete l’élite”, per darci poco dopo il benvenuto nella “mafia di Gorizia”.
Il punto è che, almeno a sentire i racconti di chi ci ha preceduto, queste apparenti sbruffonate avevano un fondo di verità. Potevano poggiare su una base solida, che era lo spessore del corso, per lungo tempo unico nel suo genere in Italia.

I miei 99 compagni ed io siamo sbarcati nel meraviglioso mondo goriziano in piena fase di transizione, giusto a cavallo fra l’era Pagnini e quella Gabassi. Difficile immaginare un passaggio di consegne più complesso e significativo.
Il Sid è nato e cresciuto all’ombra della Pagnini. Non si muoveva foglia senza che lei lo volesse, o almeno così raccontano i vecchi. La Pagnini era il Sid, punto e basta. Un regno, più che un feudo. La cui autonomia dal resto dell’università era sottolineata dalla distanza che separa Trieste e Gorizia.
Un regno che aveva costruito la propria grandezza proprio sul mito dell’élite, sulla fede nelle gerarchie e nel prestigio. E’ soprattutto così, a mio avviso, che si giustifica la scelta di creare un corso a numero chiuso. Di istituire delle gerarchie perfino fra i 100 eletti, insignendo del misterioso titolo di “scenarista” i primi trenta classificati. Ed è così che il Sid s’è guadagnato la fama di corso per raccomandati: non del tutto fantasiosa, per quanto ho avuto modo di vedere. E del resto, in un ambiente che sbava per titoli e classifiche, era difficile che non finisse così.
Di sicuro, venuta meno la Pagnini, la distanza fra Trieste e Gorizia s’è accorciata molto.

Il nuovo corso, più che altro, sembra essere un andazzo. Le conferenze dai titoli roboanti s’inseguono una dopo l’altra, mentre la qualità dell’insegnamento precipita impietosamente. Le colpe, com’è ovvio, non sono tutte imputabili alla nuova dirigenza.
Il passaggio dal quadriennio al 3+2, che ha stravolto l’impostazione del Sid, non è stata certo una scelta del professor Gabassi. Quello che sorprende è che l’Illustrissimo, e con lui tutto il consiglio di facoltà, non sembra aver preso coscienza dell’emorragia di studenti che si verifica nel passaggio dalla triennale alla specialistica, che qualcosina vorrà pur dire. O, chessò, del calo verticale di iscrizioni al test d’ingresso: l’ultimo anno, fra rinunciatari e ripescati, non sono stati ammessi solo 5 candidati. Siamo ben lontani dai fasti degli anni gloriosi, in cui si presentavano centinaia di studenti provenienti da tutta Italia e anche dall’estero.
Intervistato sulla questione da “Sconfinare”, il giornale curato dagli studenti del Sid, Gabassi ha risposto così: “Io su questo ho una risposta chiara, la qualità di quest’anno è di molto superiore agli anni precedenti. Di fatto questo vuol dire che c’è una preventiva autoselezione, e soprattutto quelli che vengono da lontano sono bravissimi. Quest’anno quasi la totalità degli studenti proviene dai licei classici, scientifici o a sperimentazione linguistica”. Forza Heidi, insomma. Sembra di sentire Civoli durante una telecronaca dell’Italia. Ma forse ha fatto di meglio, quando ha dichiarato di star cercando di salvare la specificità del Sid tramite conferenze e seminari da 24 ore complessive. Un maestro, chapeau.
Quello che è curioso è che, nonostante le promesse contrarie, il corso del prof. Gabassi sia diventato miracolosamente obbligatorio da un anno all’altro.

Insomma, un personaggio così. Non che sia l’unico: l’attribuzione di molte borse Erasmus, giusto per fare un esempio, è tutta un programma, fra promesse di iscrizione ad un particolare curriculum della specialistica e boom di tesseramenti in associazioni gestite dagli stessi professori.
Sorprendentemente, la fama del Sid non s’è dissolta: il primo posto della facoltà di scienze politiche dell’Università di Trieste nella graduatoria del Censis difficilmente può prescindere dal “polo d’eccellenza” della stessa facoltà.
E questo nonostante Trieste stia dando il meglio di sé per cancellare quel poco di buono che è rimasto a Gorizia. Ha da poco aperto i battenti una nuova laurea specialistica in relazioni internazionali, con sede a Trieste. Ed è inevitabile che entri in concorrenza coi già dissanguati tre curricula goriziani. Ora, il fatto non è di per sé criticabile. Quello che non si capisce è perché, in un momento di forte difficoltà per l’università tutta e per Gorizia in particolare, si sia scelto di destinare delle risorse importanti ad una fonte di concorrenza interna, anziché al rilancio di questo boccheggiante polo d’eccellenza.

Poi, è chiaro, molto dipende dallo spirito con cui la si vive, questa splendida università. E io non sono proprio un esempio di ottimismo solare. Però, da quel poco che ho visto nel mio primo anno all’estero, il confronto non è semplicemente proponibile.
Ci può stare, è ovvio, che il Sid viva un periodo di appannamento, complici la difficoltà generale dell’università e l’apertura di corsi simili in giro per l’Italia. Quello che snerva è constatare l’incapacità d’imbastire una reazione, se non persino la mancanza della volontà di prendere coscienza della crisi in atto.
Va bene così, dai, non parliamone, che forse non se ne accorgono. Specchio, specchio delle mie brame. Chissà cosa ne pensa Belzebù.

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53 commenti a Il Sid di Gorizia

  1. furlàn ha detto:

    D’accordo. Ma con queste notizie http://goriziaoggi.typepad.com/gorizia_oggi/2008/06/scienze-diplomatiche-corso-al-top-in-italia.html
    come la mettiamo. Qui qualcuno no la conta giusta 😉

  2. enrico maria milic ha detto:

    i criteri con cui vengono valutate le università in italia sono dei criteri generalmente risibili o comunque molto criticabili.

    la meritocrazia è un concetto largamente assente dalle pratiche dell’università italiana. trieste e gorizia non si sottraggono. possiamo tirare fuori miliardi di esempi a tal proposito.

    semplifico, ma di conseguenza ho grossi dubbi sul come si possa fare una graduatoria di chi è meglio o peggio tra gli atenei nostrani – quando appunto meritocrazia e quindi competizione sono delle pratiche sconosciute dalle simpatiche lobby accademiche

  3. Andrea Luchetta ha detto:

    Beh, al di là del fatto che la classifica del Censis l’avevo citata nell’articolo…
    Qui, se ti interessa, trovi i criteri usati dal censis: http://www.polimi.it/ateneo/nucleo_di_valutazione/file/relazione2002/allegato11.pdf

    Il problema è che, per ovvie ragioni, il Censis tiene conto di fattori “rilevabili”, e cioè meramente quantitativi.

    – Il primo criterio è la “produttività”, che comprende elementi come il tasso d’abbandono, il numero di studenti fuori corso ecc.
    In questo caso, se le cifre sono così positive, penso che il merito sia del tipo di studenti che il Sid attrae, non del Sid in quanto tale. E’un discorso di fama e di prestigio, duro a morire negli anni.
    Non ha torto Gabassi, quando dice che c’è una selezione preventiva (mentre è pietoso quando tenta di giustificare il crollo d’iscrizioni al test d’ingresso in questo modo): l’esame d’ingresso e la fama di cui gode il corso spingono molti dei potenziali cazzoni verso altri lidi, magari scienze politiche o corsi simili.
    Il punto è che, almeno per me, questa fama adesso è immeritata. Penso sinceramente che la miglior ricchezza del Sid sia la sua gloria passata, e che continui a vivere grazie a quello che si presume sia stato negli anni d’oro

    – La seconda voce riguarda la didattica, ma anche qui i criteri non possono che essere quantitativi. Il Censis, fra gli altri, prende in considerazione il rapporto numerico studenti-docenti e la qualità delle strutture.
    Ora: nessuno dei due fattori garantisce la qualità dell’insegnamento, ma solo che ci si trova in un contesto favorevole. Ancora una volta, si vive delle scelte di un tempo passato: il buon rapporto numerico studenti-docenti è frutto di una scelta molto lontana nel tempo, e cioè il numero chiuso. E non è una garanzia immediata della qualità dell’insegnamento.
    Idem per le strutture, che sono là da sempre.

    – Per quanto riguarda la terza voce, e cioè la ricerca, non posso esprimermi.
    Posso dirti solo che nella mia nuova università, in un semestre, ho imparato mille volte meglio come si faccia ricerca che a Gorizia. E non perchè siano dei geni. Solo perchè si prendono la briga di spiegartelo.
    L’intervento più pregnante del mio relatore al Sid sulla mia tesi, a una decina di giorni dalla discussione, era stato più o meno questo: “Aò, Luccchetta, ho letto la tua tesi… Datte ‘na riguardata, va’… terzo capitolo, quarta riga: c’hai scritto orine anzichè ordine. E vedi d’asciuga’ un po’ il linguaggio nell’introduzione”. Poi non s’è presentato alla discussione. E nemmeno la correlatrice, che ha avuto la bontà di comunicarmi, una settimana prima, che lei il 24 luglio sarebbe stata in vacanza.
    Però, onestamente, non so se il discorso sulla ricerca riguardi solo i prof e i ricercatori o anche gli studenti

    – Quarta voce: profilo docenti. Al di là dell’indagine sull’idoneità del secondo punto (“Premia le facoltà nelle quali è alto il tasso di docenti idonei ai concorsi sui docenti di ruolo al netto degli ordinari”), è molto incnetrato sull’età.
    Non è che i miei prof fossero proprio dei trentenni rampanti, ecco. E poi, ancora una volta, non vuol dire molto: non è che l’età fa per forza un buon docente. Il miglior professore che abbiamo avuto, pur fra molte ombre, era Fasana. Che sarà stato sui 70, o giù di lì.

    Quinta voce: rapporti e cooperazione internazionale. Posso esprimermi per quanto ho visto, e cioè le borse Erasmus. E’vero che c’è un’offerta notevole, penso di molto superiore ad altri corsi.
    Peccato che il Censis non possa indagare sulla loro gestione. Non solo mancano dei criteri univoci per le assegnazioni, e questo forse non è del tutto un male. Ma nemmeno i prof non sono chiamati a motivare pubblicamente le loro scelte.
    Capita così che un mio compagno, non proprio un simpatizzante delle Farc, si presenti dal prof. Pilotto, per sentirsi dire di tagliare barbetta e basette. Che la stessa associazione del prof Pilotto vanti fra le sue fila moltissimi dei vincitori delle borse dell’adorato prof.
    Che Fasana a volte vincolasse l’attribuzione della borsa all’iscrizione nel curriculum della specialistica da lui gestito. E così via.

    – Una mancanza enorme nell’indagine sono le prospettive future del corso. La mia fiducia nella dirigenza attuale è pari a zero.
    Il sid sta vivendo una crisi tale per cui, è ovvio, qualcosa dovrà cambiare. Quando e come, non è dato sapere. I numeri non sono molto confortanti, e le risorse destinate all’università spariscono di anno in anno.
    Proprio ieri, parlando con degli amci, ho sentito che tre “siddini” vogliono mollare la specialistica a Gorizia per iscriversi a quella nuova, e concorrente, di Trieste. Non credo che le 3 specialistiche del Sid possano reggere una nuova concorrenza, tanto più se interna. Già così non hanno un numero sufficiente d’iscritti per poter sperare di mantenersi a lungo. E’ facile, quindi, che si andrà verso un’unificazione dei 3 curricula (diplomatico, economico, studi extra-europei). Ma a vantaggio di quale dei 3? Cosa si farà dei prof non utilizzati? Dei docenti a contratto?
    Peccato che nessuno lo comunichi. E, ancor peggio, che nessuno pare avere le idee chiare.
    Uno, quindi, rischia di iscriversi a Gorizia pianificando anche la specialistica, per vedersela tagliare sotto il naso. O, cosa che è già successa, per vedersi saltare diversi corsi.

    In sintesi: l’indagine del Censis offre un punto di vista diverso, perchè sono diversi gli aspetti presi in considerazione.
    Diciamo che il Censis può garantire che il contesto sia favorevole, ed è sicuramente importante.
    Però non può arrivare al cuore del problema, che sono la qualità dell’insegnamento e l’esperienza quotidiana nell’università. Ed è vero anche che è pieno di gente che la pensa diversamente da me, o che magari la vede giusto un po’ meno nera.
    Detto questo penso che la media dell’università italiana sia ben peggiore di.
    In fin dei conti, il fatto che Gorizia sia considerata un polo d’eccellenza, è una spia della crisi in atto.

    Scusa il papiro… Ciao

  4. furlàn ha detto:

    Bene, tutto bello, o quasi. Ma una volta laureati che lavoro si va a fare con una laurea in Scienza Internazionali e Diplomatiche? L’ambasciatore o il console? Dubito, là c’è gente che ha come minimo due cognomi, di cui almeno uno finisce in consonante. O si può fare come per gli avvocati che vai a Reggio Calabria e fai l’esame e se ti va bene diventi pure ministro degli Esteri? Scusa per l’ignoranza delle mie domande. Quello che voglio dire è: una volta si andava a fare scienze politiche a Bologna per divertirsi. E’ più o meno la stessa cosa?

  5. Andrea Luchetta ha detto:

    Eh, no. Se non altro perchè Gorizia non è proprio Bologna… Diciamo che il Sid ha la fama di essere la versione seria di scienze politiche. Poi, non conoscendo scienze politche, non posso dire quanto sia vero. Se cazzeggi alla grande, comunque, la paghi.
    Per quanto riguarda il lavoro… Buona domanda. Ne riparliamo il prossimo anno.
    C’è stato in realtà un nostro compagno che, al momento di presentarsi, aveva detto di voler fare il ministro degli esteri. Di cognome faceva Culot, che forse non aiuta molto. Ha cambiato facoltà l’anno dopo.
    Le prospettive sono le stesse che apre scienze politiche, col vantaggio di poter contare su una laurea un po’ più prestigiosa. Poi, chissà.

  6. Raffaele ha detto:

    Ciao ragazzi, scusate l’intrusione ma sono in preda ad una crisi mistica e da giorni ricerco ovunque informazioni che possano aiutarmi, magari qui posso trovare delucidazioni preziose, anche se forse non è proprio il luogo più adatto. Sono di Pavia, e, nel tentativo di entrare ad ogni costo nella carriera diplomatica (sì, mi sono impuntato ciecamente, senza offrirmi alternative), mi sono immatricolato al corso di Scienze e Relazioni Internazionali alla facoltà di Scienze Politiche nella mia città. Ora, tralasciando l’enorme colata di fango che mi si è riversata addosso a causa della tradizionale reputazione che questa facoltà si trascina un po’ dappertutto, vengo ha scoprire dell’esistenza del celebre e prestigioso SID, che, indagando, si rivela essere ESATTAMENTE ciò che avrei voluto fare, con in più un grado di prestigio (nominale), un legame con le “mete” lavorative e un’organizzazione intensiva dei corsi che qua a Pavia non mi sembra di vedere (per quanto ho sentito parlare di 5° posto in Italia). Insomma attualmente, in base alla valutazione per cui un “siddino” sarà molto più in luce di un “pavesino” al momento del concorso pubblico [sempre che io ci arrivi!!!], sto meditando di far richiesta di trasferimento a Gorizia, anche se non so assolutamente come, quando e se questo possa avvenire (sono al primo anno, ho iniziato da pochissimo). Cosa ne dite? Conviene? io non possiedo molti altri elementi e dati per questa scelta, mi baso quasi solo su mie impressioni, che dovrei fare?

  7. natura ha detto:

    Dopo aver letto questo articolo,non ho potuto far a meno di scrivere.
    Quest’anno ho la maturità.Sfiga,o forse fortuna,hanno voluto che quest’anno fosse il più difficile,agitato,incerto e confuso del panorama scolastico degli ultimi 10-15 anni.
    Frequento il liceo scientifico con una media altissima.
    Sono una di quelli che amano davvero lo studio,e se dico amano intendo un amore viscerale, appassionato, interessato.
    Probabilmente,visto il panorama attuale,quel che sto per affermare suonerà roboante,chissà anche utopico,assurdo…Però io ho uno SCOPO.
    Amo il sapere finalizzato a se stesso,certo…Sono curiosa e appassionata.Però ho la necessità di vedere realizzati gli obiettivi che mi sono posta.
    Vorrei lavorare nel mondo della cooperazione internazionale(sì,ancora una parola pomposa e gratificante),ma non ho intenzione di far carriera politica(primo,perchè il mio cognome non ha le consonanti alla fine,secondo perchè lo considero uno scenario piuttosto degenere che non rispecchia il mio carattere e le mie aspirazioni).
    Vorrei poter lavorare per una ong(queste sconosciute),vorrei pormi al servizio della comunicazione internazionale,magari scrivere,mettere le competenze acquisite all ‘università(si spera) al servizio di organi umanitari,magari di informazione.
    Ho sempre creduto di poterlo fare attraverso un percorso mirato.Vi starete dicendo:sarà l’ennesima liceale che non si è ancora resa conto che il mestiere dei sogni non è esattamente quel che ti ritrovi a fare alla fine.E avete ragione,perchè qua c’è ancora qualcuno che sogna.
    Potrei ritrovarmi a lavorare in un ufficio,sempre che mi vada bene…Ad occuparmi,probabilmente di un ambito che il mio piano di studi non ha nemmeno sfiorato.
    Eppure sento il dovere di provarci.Anzi,lo sentivo.
    Dopo quest’anno mi si è aperto un vuoto.Abito nel sud Italia,una delle zone preverbialmente(e guistamente) additate come le meno vivibili della penisola.Progetto da una vita( non è un’iperbole,è una vita,18 anni interi!) di abbandonare questo territorio alla ricerca di una realtà nella quale sentirmi a mio agio,nella quale vivere sentendomi davvero “a casa”,nella quale trovar spazio per il mio futuro.
    Ebbene,l’ho trovata.
    L’ho trovata nel meraviglioso paronama Friulano,nella mitteleuropa,nello scenario Italo-europeo per eccellenza.
    E visto che c’ero mi sono resa conto che lì c’era qualcosa adatto a me:il SID.
    Avevo progettato di fare il test di ammissione a settembre ,avevo creduto che se ce l’avessi fatta avrei salito un altro gradino del mio edulcorato percorso.E se non ce l’avessi fatta,mi ero detta, ci avevo almeno provato:pazienza,avrei “ripiegato”su un’altra facoltà..Magari lingue.
    Il fatto è che più leggo in giro più mi rendo conto che probabilmente i miei sogni sono del tutto sbagliati.
    Dovrei forse ripiegare su una laurea “certa”,come consiglia qualche saccente?Dovrei forse rinunciare ai miei interessi per accontentarmi ,non so,di una laurea in economia perchè “dà più garanzie” e c’è meno incertezza?
    Con che criterio dovrei sceglier eil mio percorso ?Non sto ponendo una domanda retorica,dico sul serio.Il fatto è che si sente in giro che il SID ha perso molto,le lauree scientifiche hanno sfornato milion idi ricercatori tuttora disoccupati,le lauree i neconomia han confinato i “dottori” in posizioni a dir poco basse in aziende minori(sempre,ripeto,che sia andata bene)…
    Con che criterio dovremmo agire,noi diplomati del 2009?

  8. Andrea Luchetta ha detto:

    Cara Natura,

    non ho idea di come rispondere a tutte le tue domande, per il semplice motivo che mi trovo in mezzo ai tuoi stessi casini. Devo ancora compiere il magico salto dal mondo dell’università a quello del lavoro, e quindi non ti so dire se il sid valga più o meno di altre facoltà più tradizionali.
    Di sicuro c’è che, alla fin fine, sono contento del percorso che ho scelto. Se ti piacerebbe lavorare in un’ong, o anche provare a fare la giornalista, credo che il Sid possa fare al caso tuo, visto il tipo di esami. Tenendo sempre presente, però, che l’idea di non voler fare carriera politica, o semplicemente di non passare la sera a misurarsi la media, sembrerà una bestemmia a molti. Poi, è ovvio, non tutti sono così, anzi.
    Qualche buon professore c’è, anche se poi ti toccherà cercare di disseppellirlo dal suo ego/pigrizia/appagamento/tendenza alla lobby ecc.

    Stare al Sid mi ha fatto incazzare un bel po’, e dopo la triennale me ne sono andato. Che sia in crisi, penso che lo contestino in pochi, salvo l’Alice nel paese delle merviglie che abbiamo per preside e qualche altro avvitato alla poltrona. La fortuna del corso è che l’univesità italiana sta attrversando una crisi analoga, se non di proporzioni maggiori, per cui il Sid sembra meno disastrato di quanto in realtà non sia.
    Voglio dire, se lo paragono ai racconti che mia sorella mi faceva di lettere a Trieste, mi sembrava di stare in paradiso. Non mi è mai saltato un esame senza preavviso, anche se adesso pare che stia iniziando a succedere.
    Se poi ti piace davvero studiare, beh, non credo che resterai delusa. Se prepari tutti gli esami come molto in teoria si dovrebbe fare, la mole di lavoro è notevole.

    Morale della favola ( e tieni comunque presente che la sola università italiana che ho conosciuto direttamente è il Sid): se ne hai la possibilità, credo che andare all’estero sia la cosa migliore da fare. Alla più sporca, impari una lingua.
    Se invece scegli di restare in Italia, penso che il Sid sia uno dei posti meno peggiori che ti possano capitare. Se sei interessata alla cooperazione, prova a vedere scienze internazionali dell’università di Firenze. C’è un mio amico che sta facendo là quel curriculum della specialistica, dopo essere passato per il sid. Se vuoi scrivergli, il suo indirizzo è: vodoociccio@hotmail.com
    Su http://www.sconfinare.net dovresti trovare il piano di riordino del sid per il prossimo anno, che ha cambiato sostanzialmente la struttura della triennale.
    Se sei interessata a sentire altre campane su Gorizia, fammelo sapere, che ti lascio l’e-mail di altra gente meno disfattista di me. Molti li trovi sempre su http://www.sconfinare.net
    In culo alla balena!

  9. natura ha detto:

    Grazie mille Andrea…
    Prendo il contatto del tuo amico e ,spero,al più presto di riuscire a parlarci per schiarirmi un pò le idee.Sei stato chiarissimo e mi rendo conto che,in una situazione così incerta,l’indecisione e la paura di fare passi falsi vive più o meno in tutti quanti.
    Sull’andare all’estero:è il mio sogno anche perchè,come seconda opzione,se non passassi i test del SID,avevo lasciato aperta la facoltà di lingue,ma per ora la “fuga” fuori dai confini la vedo abbastanza utopica per mancanza di “mezzi” effettivi,più che di lingua.Altro motivo,questo,per cui mi ponevo il primario problema del lavoro post laurea.
    Sconfinare lo conosco, e ho avuto modo di leggere,proprio qualche giorno fa il pezzo di un o studente che si diceva disilluso dal sistema e dal corso in generale…Infatti ne ho approfittato per esprimere qualche dubbio anche lì!

    grazie ancora,a presto e…CREPI

  10. enrico maria milic ha detto:

    natura,
    cosa ti fa pensare che studiare all’estero ti costi meno che in italia?
    le tasse universitarie italiane, per quello che ne so, sono più alte di quelle austriache, tedesche e francesi.
    il costo della casa per gli studenti è, di solito, più alto in italia.
    le borse di studio e tutti i sistemi di students welfare sono più sviluppati in molti paesi europei che in italia…

  11. natura ha detto:

    Non ne dubito ma,essendo già in regione,a Gorizia o Udine(a seconda della facoltà)eviterei di pagare l’affitto di una camera per studenti,avendo la possibilità di rimanere a casa con la famiglia e facendo da pendolare all’uni,almeno per i primi tempi.Scelta comoda,certo,ma utile fn quando troverò un lavoro

  12. furlàn ha detto:

    Vai ed iscriviti dove ti piacerebbe iscriverti! Metti nel conto un anno di prova per capire se quello che fai è quello che ti aspettavi, altrimenti cambia corso. Chiedere ad altri studenti non costa niente ma non dipanerà ogni tuo dubbio. Anche lingue a Udine è tra le migliori.

  13. Indeciso ha detto:

    Leggo di una fama che va scemando, assieme alla qualità del corso e alla soddisfazione degli studenti..
    Io abito nei pressi di Urbino, anche quì c’è scienze politiche (e delle relazioni internazionali), mi chiedo se vale davvero la pena trasferirsi a centinaia di chilometri di distanza..
    Le graduatorie di cui tanto si parla dove si posson reperire ?
    La laurea al Sid farebbe la differenza ?

    Ad ogni modo grazie per questa interessante discussione.

  14. Sara ha detto:

    Salve a tutti,innanzitutto vorrei complimentarmi con Andrea per la sua chiarezza espositiva davvero efficace e con natura,con cui condivido la stessa voglia e necessità di porsi obbiettivi e,almeno,tentare di raggiungerli…
    Anche io vorrei provare l’arduo percorso della carriera diplomatica,nonostante le difficoltà oggettive che questo tentativo implicherà…avrei una domanda e spero non sia troppo indiscreta:
    (Ad Andrea)Cos’è che ti ha fatto così tanto arrabbiare al Sid da portarti ad essere così dissacrante nei suoi confronti?Ora che università frequenti?(Magari invece di partire da Gorizia,potrei pensare di iscrivermi direttamente nella sede in cui frequenti e di cui elogi le ottime qualità=)))

    sara

  15. Andrea Luchetta ha detto:

    Ciao Sara.

    Scusa il ritardo della risposta. Quello che mi ha fatto arrabbiare più di ogni altra cosa è la fanfaroneria con cui questo corso è gestito e di cui sembra nutrirsi di anno in anno.
    Una tendenza costante all’autocompiacimento, condivisa da molti studenti e professori, senza che in realtà ci siano grandi motivi per essere così tronfi.

    Piccole cose: dai ragazzi che sbavano per andare a cena con i professori, giusto per sentirsi dire un paio di luoghi comuni sullo stato dell’umanità tutta e fingere di stupirsi a scoprire che anche loro dicono parolacce, fino all’atteggiamento del preside che ha coronato la scalata all’agognato ufficio del quinto piano.

    Non penso che questi mali siano propri del Sid, anzi. Molti li ho ritrovati nella mia nuova univiersità e, se vuoi, non sono nemmeno così importanti. Perchè, se la struttura funzionasse, sarebbero dei peccati marginali. Irritanti, ma secondari.

    Il punto è che, secondo me, molti dei problemi del Sid nascono da quest’atteggiamento. O meglio: parte dell’incapacità del Sid di affrontare le sue magagne nasce da questo modo di essere, che a quanto pare aveva messo radici ben prima di Gabassi. E allora mi fa incazzare doppiamente, vedere un corso in costante declino che non riesce a reagire (anche) perchè troppo sazio del suo nome. Vedere fino a che punto la sua dirigenza possa fregarsene, preoccupata com’è di mantenere la sua posizione e di saturare i corridoi coi volantini di conferenze tanto altisonanti quanto vuote. Qui (http://www.sconfinare.net/?s=ma+ambasciator+non+porta+pena+to%C3%A8), se vuoi, trovi un articolo che descrive una di queste famigerate conferenze e rende meglio di quanto riesca a fare io l’atmosfera che sto cercando di descrivere.

    Diciamo che quest’atteggiamento mi ha reso molto più insopportabili i problemi che il Sid, come ogni altro corso, si porta dietro. Da quanto sento dai compagni rimasti a Gorizia, la situazione sta pure peggiorando: il primo semestre, i ragazzi della specialistica sono rimasti senza far nulla, perchè non c’erano corsi da seguire. Il secondo semestre, i corsi sono partiti con qualche settimana di ritardo, perchè (pare) c’erano stati dei problemi coi contratti dei docenti e (sempre pare) la reazione della dirigenza non è stata esattamente un esempio di sollecitudine commovente.

    Quello che m’ha fatto incazzare, insomma, è un misto di spocchia ben diffusa e di atteggiamento menefreghista e arrivista.

    Poi, ripeto: non è tutto così nero. I salivatori di professione non sono ovunque, anzi. Al Sid ho conosciuto alcuni dei miei migliori amici, ho trovato un ambiente comunque vivace, ho avuto alcuni (pochi) professori capaci di trasmettere veramente qualcosa.
    E, se li consideri nella prospettiva del declino di tutta l’università italiana, i problemi del Sid si ridimensionano un po’. Continuo a pensare che Gorizia sia una realtà mediamente meno infelice del resto dell’università.
    E poi considera che tutti mi dicono che sono un talebano rompicoglioni, per cui forse sono io che tendo a vederla più scura di quanto non sia. Adesso mando una mail a quelli di Sconfinare e gli chiedo se vogliono partecipare alla discussione, così magari ci si può trovare qualche punto di vista meno pessimista.

    Per rispondere alla tua seconda domanda: adesso studio a Ginevra. Il problema è che i corsi sono post-laurea, per cui prima devi almeno finire la triennale. Se vuoi farti un’idea per il futuro, il sito dell’università è http://www.graduateinstitute.ch . Poi, sia chiaro, nemmeno quello è l’Eden, e mi sa proprio che la spocchia è una componente ineliminabile dell’ambiente accademico e di quest’ambito di studi in particolare.
    Se vuoi, prova a sentire Valentina (valecollazzo@yahoo.it), che ha fatto un anno al Sid di Forlì prima di venire a Gorizia.

    Bon, son logorroico. In bocca al lupo.

  16. Riccardo Zennaro ha detto:

    Salve a tutti!
    L’impulso di contribuire alla discussione è venuto dal fatto che frequento il I Anno SID. Vorrei dare un contributo specialmente a chi ha intenzione di imboccare questa strada e allo stesso tempo “tirare un po’ le somme” di questo primo anno trascorso a Gorizia: condivido un po’ tutte le posizioni prese da chi il SID l’ha già vissuto, nel bene e nel male; passiamo ai fatti concreti:

    L’esame di ammissione 2008 – 2009, per quanto concerne la tipologia, non penso sia stato diverso dagli anni precedenti e, numeri alla mano, le domande all’inizio presentate sfioravano le 230 unità. Considerando la selezione, le rinunce e le mancate immatricolazioni, circa 10 studenti hanno beneficiato del “ripescaggio” nel mentre gli studenti non idonei erano circa un cinquantina. (Segno forse di una timida ripresa).

    Tra noi 115 studenti, prevale la componente “Triveneto”: una consistente parte di noi proviene infatti dal Nord Italia, ma non mancano in ogni caso rappresentanti del Sud e del Centro. Gli studenti stranieri sono abbastanza pochi; ad ogni modo penso che nel complesso raggiungano le 10, 15 unità. (Scusate la mancanza di precisione..). Questo effettivamente conferma le voci di declino del numero di studenti stranieri immatricolati. (E sottolineo in questo caso, voci o altre fonti, non paragoni col passato che io non posso fare).

    Veniamo al tema “Corsi del I Anno” e al carico di studio:
    Gli esami da sostenere al I Anno sono in totale 10; (4 nel primo semestre, 6 nel secondo, con un corso, Diritto Privato, che prevede un esame intermedio ed uno finale; questo a discrezione del Professore ovviamente). E qui un punto chiave; mi ritengo fortunato di studiare in base all’ordinamento 2007 poiché dal prossimo anno, gli studenti SID I, sosterranno ben 3 esami in meno (Tra cui purtroppo Lingua Inglese I e Lingua Francese I).
    Per quanto riguarda il carico di studio, condivido l’opinione iniziale d’Andrea Luchetta, “Diciamo che il Sid ha la fama di essere la versione seria di scienze politiche. Poi, non conoscendo scienze politiche, non posso dire quanto sia vero. Se cazzeggi alla grande, comunque, la paghi”. Beh, ribadisco, vero! Il carico di studio da affrontare è sostanzioso e varia dal campo economico, a quello politico, a quello linguistico. (E ciò a mio avviso è un pregio).

    Per quanto riguarda gli esami:
    – C’è chi critica la “blandezza” di alcuni professori;
    – C’è chi critica il fatto che un esame non viene superato al primo appello;
    Io dal mio punto di vista, li ho trovati a portata di mano si, ma in ogni caso lavorando e senza “cazzeggiare”. (Sia chiaro, questo non vuol dire stare a casa a studiare e basta, ma questo è ovvio, andiamo avanti..).

    All’interno della facoltà si respira un buon ambiente: non posso sapere come s’articolava la vita universitaria negli anni passati, ma in ogni caso la sensazione è che tutti, chi più o chi meno, sia diano da fare, non solo negli studi, ma anche nelle attività proposte dalle varie associazioni del Corso di Laurea.
    Ecco qua mi soffermo un attimo:
    – Posso fare un confronto con la Sede di Trieste aggiungendo una cosa importante: io sono triestino, e faccio regolarmente il pendolare (E questa è una cosa importante da sottolineare); molti miei amici, studenti a Trieste, vedono a mio avviso l’Università come un dovere fatto solo di libri ed esami; io sto tentando di staccarmi da questa tendenza: ecco, la percezione a Gorizia, al confronto, è di un luogo ATTIVO, un luogo in cui se hai mezzi e disponibilità, puoi fare la tua parte nel corso di varie occasioni.

    Le cose che non mi son piaciute?
    – Purtroppo da pendolare, ma è un problema mio, trascorrendo solo la giornata a Gorizia, non riesco a partecipare a tante iniziative promosse dall’Università.. E credo continuerà così il prossimo anno poichè la contropartita economica per me, triestino, non è da trascurare.
    – LE CONFERENZE: condivido l’opinione di Andrea! (Anche se sono fermo sostenitore del libero arbitrio, ci vado se mi può interessare, non ci vado se non me ne frega). C’è da dire infatti, che nelle occasioni con relatori importanti, l’Aula Magna si riempie come per magia…

    Ora:
    Da studente del primo anno tiro le somme finali:
    – Sono contento di essere al SID, e dopo un anno, sono convinto di continuare questo corso di Laurea almeno fino al raggiungimento della Laurea Triennale!
    – Certamente il livello non sarà più quello di una volta (Viste le fonti sull’argomento), ma tra gli studenti c’è forza e spirito di iniziativa. (Non posso ancora giudicare Preside e corpo professori nel complesso).
    – Rifarei questa scelta? SI, la rifarei!

    Spero di non esservi sembrato troppo “buono” nella mia valutazione, ma credo in ciò che sto facendo e negli obiettivi che ognuno di noi si prefigge: e i miei obiettivi sono da raggiungere ANCHE attraverso il SID. (Questo non vuol dire che non ascolto i fatti e le critiche di chi ha già vissuto tale realtà, anzi.. ).

    Uniche due domande – dubbi che rivolgo ai ragazzi più grandi:
    A) ERASMUS al primo semestre del terzo anno?
    B) Alternative per la specialistica DOVE?

    Riccardo,
    I Anno SID 2008 – 2009.
    A disposizione per risposte, domande, chiarimenti!
    zetarik89@hotmail.it

    Ciao!

  17. Rodolfo ha detto:

    Hola Luchett, scusa il ritardo, non credo che a questo punto il mio intervento conti granché ma volevo giusto focalizzarmi su una cosa.
    Ok, il Sid è in declino e non lo difendo. Mi fa cagare, esattamente come la mentalità con cui è gestito. Tutto sommato, però, non trovo che la qualità umana degli studenti sia poi così infima. Io qui ho conosciuto le migliori persone del mondo, (scusa la sviolinata: te compreso). Ok, ci sono gli arrivisti. Ma è così in ogni corso d’Italia e scommetto che anche Ginevra non fa eccezione. Ci sono gli ansiogeni. Vabbeh, scommetto che la gente che non fa altro che studiare e cagarsi sotto agli esami c’è anche a lettere e filosofia. Però la grande maggioranza non è così, e lo testimonia il fatto che ultimamente quasi tutte le attività organizzate dall’università a gorizia vanno regolarmente disertate da tutti. C’è molto disinteresse e disillusione, questo sì. Sono in pochi ormai a pensare seriamente di arrivare “in alto” partendo da Gorizia. I più si sono iscritti solo perchè avevano voglia di cambiare le cose, ed hanno creduto alle voci che volevano il Sid un tantino più in alto degli altri corsi di laurea, è stato il loro unico errore.

    Rodo

    ps
    a chi vuole iscriversi. Guardate, la qualità è sicuramente in calo e soprattutto sono in calo le risorse. Valutate bene, forse in realtà vi conviene muovervi verso lidi in cui i soldi siano più copiosi, non so se la specialistica goriziana durerà ancora più di tre anni.
    E soprattutto, magari vi conviene scegliere una città che dia un pò più peso alla presenza degli studenti. Gorizia da questo punto di vista non brilla di certo (non so se il Censis si sia espresso al riguardo).

  18. Andrea Luchetta ha detto:

    Ehi Rodo!

    Parto dal PS, che forse agli altri interessa di più. Secondo me la specialistica resisterà. Salvo cataclismi, non penso che gli convenga tagliarla. Molto più facile, anzi direi quasi sicuro, che unificheranno i 3 curricula. In fin dei conti penso che i numeri per mantenere una specialistica unica li abbiano. Altro discorso è la qualità dell’insegnamento, tanto più che, se fanno le cose come le hanno sempre fatte, la specialistica si ridurrà ad essere una ripetizione della triennale. Mi sembra pure probabile che il primo curriculum a saltare sarà quello extra-europeo.

    Sul resto… Vabbè che ti frequento solo perchè sai suonare la chitarra, ma neanch’io penso che la qualità umana dei siddini sia così terribile, anzi. Faccio ammenda se è parso il contrario .

    A Gorz ho conosciuto delle persone straordinarie, e non solo fra quelli del nostro anno. Ci sono però, e sono in molti, quelli che veramente sbavano per un aperitivo con Neglie o Pilotto, aspettavano Fasana fuori dallo studio, ti dicono “società civile” con la luce in fondo agli occhi ecc. ecc. ecc. E non parlo solo di arrivismo o leccaculismo sfacciato, ma proprio di un modo di essere che legittima certi atteggiamenti. L’impressione, se vuoi, è che i pesci fuor d’acqua non siano quelli che si comportano così. Probabilmente sarà lo stesso in tutte i corsi del mondo.

    Una cosa come Sconfinare, a prescindere dal fatto che uno lo trovi bello o meno, voglio dire una cosa che ci ha fatto divertire come Sconfinare non so se sarebbe potuta nascere in qualche altro posto. Perlomeno non con quello spirito, con le serate in osmizza e tutti gli annessi e connessi. Il punto è sempre quello: Gorizia ti costringe ad avere rapporti più profondi coi tuoi compagni, visto che il contorno non esiste, o quasi. E’un vantaggio o uno svantaggio? Boh. Io son contento di esser nato nell’ ’85. Fossi dell’ ’84, forse mi girerebbero un po’ di più. Sulle nuove leve non mi esprimo, visto che non ho avuto modo di conoscerle.
    Il 10 mi sa proprio che ci sono. Mandi mandi.

  19. culot ha detto:

    sono capitato casualmente sula citazione del mio nome parecchi anni dopo aver lasciato il sid.
    credo che luchetta non abbia ben compreso, e che il suo ricordo non mi faccia molto onore.
    se ho detto, (e non ricordo di averlo detto) di voler essere ministro di qualcosa, è stato esclusivamente perchè eravamo stati costretti a presentarci pubblicamente in una sorta di sessione di autocritica maoista, elencando dati personali e soprattutto progetti e aspirazioni a una moltitudine di sconosciuti (se non ricordo male l’idea era stata del professor Neglie). a quel punto ho detto la prima stupidaggine che mi è saltata per la testa che potrebbe anche essere stata essere ministro di qualcosa. sorte che però non augurerei a nessuno, data la poca considerazione in cui tengo certe figure istituzionali.
    le prove del fatto che non ero serio stanno nel mio tesserino elettorale, ancora immacolato e disperso in qualche cassetto, il che mi fa sentire a posto con la coscienza, dal momento che tanta poca partecipazione alla res publica mi taglia automaticamente fuori da ogni interesse per le sue cariche.
    quanto ai motivi per i quali ho lasciato il sid, sono molteplici e complessi, e certo non hanno a che fare, come mi sembra suggerisca il buon luchetta, che tra l’altro saluto, con una sorta di ingenuità da neoiscritto con grandi aspirazioni che si ritira nello scoprire che è più difficile del previsto.
    la verità è che sono passato a filosofia, la mia scelta iniziale. ero finito al sid su pressione dei vari consigli post maturità, quando tutti cercano di dirti quale strada è meglio per te. sono finito al sid, non mi è piaciuto e me ne sono andato.
    speravo in realtà di essere stato nei limiti del possibile dimenticato, ma evidentemente non è così. peccato.
    suppongo che il mio intervento non sia di grande interesse ai fini della vostra discussione, ma mi è sembrato necessario fare chiarezza.
    mi auguro che quella di andrea sia stata solo una svista mnemonica, e che non abbia voluto dipingermi come lo scemo del villaggio, dal momento che “quidquid latet apparebit, nil inultum remanebit”…
    a tutti coloro che si trovano bene al sid, buon lavoro. a tutti quelli che hanno dubbi, pensateci bene.
    saluti ad andrea e a quelli che apparentemente si ricordano ancora di me.

  20. francesco goodfellows ha detto:

    il sid e’ stata un’intuizione geniale, per molti anni unica scuola diplomatica d’Italia, grazie alla selezione (100 su 500 entravano) e al piano di studi ambizioso (32annualita 48 esami in 4anni, docenti di altissimo livello) ha davvero creato una classe di valenti professionisti che lavorano all ONU, all Ue, al Mae, in altri ministeri, ma anche in molte aziende multinazionali in giro x il mondo (l indirizzo economico era davvero unico in Europa). Purtroppo le riforme universitarie, le imitazioni nate ovunque, la scarsa attenzione di Ts ha offuscato la fama del corso che manterebbe ancora potenzialita enormi se sapesse far leva sul network degli alumni.

  21. rosa dicampo ha detto:

    Ho letto attentamente l’articolo e i commenti e vorrei anche io scrivere la mia.
    Sono studentessa del SID al terzo anno, quasi concluso. Condivido esattamente tutto quello che scrive Andrea Lucchetta. Non è per essere pessimista cronica e ragionare in termini di tutto o niente ma le ragioni per le quali io, se tornassi indietro, non mi iscriverei al SID sono tante. Comincio ad elencare tutto quello che secondo me non ha funzionato e che mi ha lasciato molto delusa:
    – La mia prima scelta, tre anni fa, era non il SID ma la stessa facoltà a Forlì. Poi ho provato il test, sono passata e vista la fama e la cornice che c’era intorno a Gorizia ho pensato: Sì, ne vale la pena e sto qui ma proprio qui cominciano i “problemi”.
    – Il primo giorno tutti in aula magna Gabassi ci dice che per tagli dei fondi i corsi di lingua non potevano esserci e alla fine sarebbero stati sostituiti con lettorati o seminari. Bene, cominciamo bene.
    – I vari lettorati di Francese hanno avuto una utilità pari a zero. Ore e ore di lezione per nulla. E questo ve lo può confermare chiunque sia del mio anno.
    – Sul fronte delle lingue, io sono rimasta parecchio delusa: perché le lezioni non le ho ritenute “piene” e allora se mi metti la frequenza obbligatoria(teorica, molto teorica) voglio imparare qualche cosa, non andare in università con la costante sensazione di perdere tempo.
    – La prima lezione di Storia contemporanea il professor Neglie ci ha chiamati in ordine alfabetico per farci dire le nostre aspirazioni e perché abbiamo scelto il SID. La vergogna più assoluta. Era un modo per etichettare già i simpatici o meno. E sempre nelle prime lezioni, due studentesse del secondo anno sono venute per dirci come studiare storia. Lecchine, sorrisini da sberle.
    – Se io vengo all’università, la frequenza è OBBLIGATORIA e il tutto sembra così magnifico e di qualità non vengo a lezione per sentire il professore tirarsela sui libri che ha scritto, per tornare a casa con due pagine di appunti o vedere che mi ripeti esattamente ciò che dice il libro.
    – essendo fuorisede e giunta a gorizia sola, le prime cose che fai è salutare e presentarsi con chi si ha vicino. Ecco. Forse sono maleducata o non so. Ma non mi aspettavo di trovare certi tipi di persone.
    – Quelli che parlano a lezione erano sempre gli stessi, che si sedevano sempre negli stessi posti. Una volta un ragazzo mi disse: “questo posto è mio”. Scusa: stiamo scherzando? Elementari posti assegnati?
    – Gorizia è il regno dell’omertà, dei leccaculo, di quelli che se la tirano anche se non hanno nulla da dare.
    – il padre di una mia compagna di corso, politico importante a livello nazionale, è stato invitato più volte a fare conferenze e ha portato pure il leader del suo partito a fare “un incontro informale” con gli studenti nel bar dell’Università. Padre, politico in questione, cricca ecc.
    – i corsi che veramente mi hanno lascito qualche cosa sono stati un complementare (professor Allam che, nonostante le assenze, uscivo da lezione con qualche cosa perché aveva spiegato i contenuti) e Diritto costituzionale con il professor Cucchini e Economia politica con il professor Zotti (che, per quanto non sia amata la sua materia, lui a lezione spiegava senza ricamini)
    – la sensazione generale che ho avuto e ne ho avuto conferma anche con l’Erasmus è il fatto che di fatto gli studenti devono arrangiarsi su molte cose, troppe perché i professori non ci sono, non rispondono e bisogna corrergli dietro per capire se un corso ci sarà o meno.
    – sono partita con forse troppe aspettative su Gorizia e l’università in generale ma una persona se si iscrive lì, con frequenza obbligatoria e tutto PRETENDE di ricevere in cambio quello che viene decantato. Cosa che purtroppo, non è stata così.
    – a Gorizia, al di là, di quello che gira intorno all’Università, non c’è molto altro. Probabilmente studiare a Padova o Forlì non sarebbe stato diverso ma io, personalmente, mi sarei sentita meglio, più a respirare. E mi sarei potuta dedicare anche ad altro, frequentare varie persone, non rimanere ingabbiata a Gorizia.
    – mi aspettavo inoltre più collaborazione tra compagni di corso, meno diffidenza. Niente di più sbaglito. Chiedere anche solo due appunti è come chiedere il trapianto di un rene. Ognuno si fa i cazzi propri in maniera spaventosa e stronza. Una volta aprii bocca mentre si stava decidendo la data di un appello e mi sembra più che giusto decidere quello che va meglio a tutti. No, troppo difficile, scannarsi uno contro l’altro per cosa poi?
    – seguire il corso di Economia internazionale per poi vedere che il professore non c’è più e dover riseguire lezione con un professore sostitutivo in periodo esami mi sembra una grande presa per il culo (questa come tante altre).
    – il clima di arrivismo e pesantezza si respira eccome, gente che anche quando si esce ti chiede dove sei con lo studio, voti, dove sei arrivato nella graduatoria nel test di ingresso al SECONDO ANNO.
    – io, per come sono fatta, sarei andata a studiare non solo in un altro posto perché Gorizia non ha fatto proprio per me ma perché non c’è stata onestà. Dite le cose come stanno: non illudete le persone che il corso sia una favola, gente che se dalla Sardegna o Sicilia viene per studiare qui ha delle enormi aspettative per come il tutto viene presentato. Il fatto è che è molta, troppa apparenza. Piuttosto di fare 100 cose, fatte molte alla cazzo, fate una cosa fatta bene, UNA.
    – a chi pensa di entrare al SID, io non lo consiglio perché secondo me può trovare benissimo la stessa cosa, anzi forse fatta megio altrove e viversi anche l’ambiente in modo più sereno. E soprattutto non mettete la frequenza obbligatoria se poi uno non viene contata, due si va a lezione per sentirsi ripetere il libro, il professore non sa neanche quello che speiga, e ci si va con il libro per sottolineare le stesse parole che il docente sta dicendo.
    Ecco, ci sarebbero altre cose da dire ma mi limito qui. Io, principalmente, sono stata delusa per come il corso è stato presentato. E’ come aspettarsi castelli e trovarsi grotte.
    Perciò secondo me si dovrebbe essere più onesti, corretti nei confronti degli studenti (non presentare un qualcosa per quello che non è) e anche più umili. La sensazione è che poi a Gorizia “è tutto lì” e questa cosa a me ha soffocato parecchio.
    Scusate l ripetitività e il flusso di coscienza, ma mi sembrava dire le cose come io personalmente la penso.

  22. sfsn ha detto:

    sarò retrò fin che volè, ma secondo mi sta storia de far “scole de diplomazia” xe americanade che in realtà servi sai poco a livel pratico e occupazionale.
    Un quindici anni fa go conossù un dei negoziatori jugoslavi che gaveva trattà per el Memorandum di Londra. El diseva che i negoziatori italiani iera scandalizai perchè l’ambasciator jugoslavo Velebit se gaveva presentà a un incontro informale in sandali. I italiani iera scandalizai de sto look informale e poco ortodosso, i diseva che no iera dignitoso per un diplomatico e che Velebit iera solo un contadin che iera diventà ambasciator perchè el iera sta partigian. Pecà solo che, al di là del fato che el iera laureà in lege a Zagabria, el saveva perfetamente sei lingue e con sto scherzo el rivava a comunicar coi alleati molto de più dei diplomatici italiani che saveva solo francese, e cussì co xe sta de negoziar nel ’54 el xe rivà a ottener molto de più per la jugo. Una scola de diplomazia che no ga atenzion per le lingue xe monca fin dal inizio

  23. Fiora ha detto:

    diplomazia? Beh, per mi mejio incentivar le scole de agraria, se consideremo l’attuale italica “attività diplomatica” in e verso l’ India 🙁 … braccia rubate al’agricoltura !

  24. Fiora ha detto:

    Qua li vojo ‘desso! per convinzer i indiani a lassar portar casa l’altro marò cossa i se penserà? ch’el gato ga le buganze? previa firma de garanzia che i torni in India, naturalmente! Grande “lavoro diplomatico”…o pezo el tacòn ch’el buso???!!!

  25. Fiora ha detto:

    sono consapevole che le mie considerazioni si attagliano piuttosto marginalmente all’argomento, quasi come il cavolo a merenda. Me ne scuso con i ragazzi che hanno scritto e commentato a proposito, ma questa m’è parsa un’opportunità irripetibile per esternare il mio punto di vista, comune a tanta gente…comune

  26. sfsn ha detto:

    Fiora, secondo mi i marò xe due pistoleri dal grileto facile, che xe assodà che i ga sparà e copà due disgraziai de pescadori. La mia solidarietà va sempre ai poverazi, no a chi se maschera drio una divisa per no pagar el dazio dei propri errori.
    Sai più grave inveze la situazion, sempre in India, de Tomaso Bruno e Elisabetta Boncompagni. Solo che sicome no i xe militari, nissun li ga pel cul e nele galere indiane i pol passar el resto dela vita
    http://www.linkiesta.it/tomaso-bruno-elisabetta-boncompagni

  27. Fiora ha detto:

    chi ha sbagliato deve pagare sfsn e fin qua semo d’ acordo.
    El mio iera un discorso a prescindere da colpevoleza e innocenza e circoscrito ala cosideta diplomazia che inanela bianche su bianche o per dirla finota “errori strategici”. L’ultimo a mio aviso macroscopico. A PRESCINDERE .

  28. betty blue ha detto:

    molti illusi si iscrivono pensando di entrare in diplomazia. Ma durante il corso si rendono conto di come stanno le cose. In Italia si entra in diplomazia solo perchè figli di o amici degli amici. Dove non è così si entra in diplomazia con scuole postlaurea di alto livello. Comunque non certo laureandosi in una facoltà di provincia. Allora a cosa serve questo corso di laura? Non agli studenti. Ma a qualcuno serve. A chi? Ai professori! Come tanti altri corsi di laurea e sedi inutili che sono stati inventati. A cosa servono ai professori questi corsi? A far girare soldi da spendere e anche a assumere i loro portaborse. Non solo là. E’ un discorso generale.
    I concorsi sono da sempre una farsa. Un candidato può essere strapieno di titoli. Ma se non è del giro non vince. Si mettono d’accordo tra loro su chi far vincere e assumere. Stavolta facciamo vincere il mio portaborse. La prossima volta tocca al tuo. E così avanti. E sapete qual’è l’unico obbligo lavorativo che hanno i professori universitari? 120 ore di lezione. Al mese? No! All’anno! E poi dicono che mancano professori. Un obbligo di una media di mezz’ora di lavoro al giorno!
    Sulla carta dovrebbero lavorare 1500 ore all’anno. 350 di didattica e il resto di ricerca. Sulla carta! Fa didattica fuori dalle lezioni solo chi ha voglia. E pochi ne hanno. Anche per la ricerca non c’è nessun obbligo. La fa solo chi ha voglia. Se ha voglia e quanto ha voglia. Anche niente di niente per decenni come tanti.
    Cosa fanno molti nella gran parte di queste 1500 ore che in teoria dovrebbero essere di lavoro? Gli affari propri. Altri lavori. Politica. Bridge. Barcola. Tanto non c’è nessun controllo. E poi fanno anche i tromboni con discorsoni moralistici. E spiegano in tv cosa si dovrebbe fare o non fare.
    E sapete quanto guadagnano i professori universitari? Circa tra i 3000 e i 5000 euro al mese. A seconda che siano associati o ordinari. E a seconda dell’anzianità. Soli sicuri senza rischio di perdere il posto. Fino a 70 anni di età. Hanno protestato perchè era stata proposta la pensione a 65 per svecchiare l’università. Perchè andare in pensione prima se si può guadagnare di più con l’obbligo di fare solo 120 ore l’anno? Pagati coi soldi delle nostre tasse. Quelli che per guadagnarli i miei si fanno un mazzo tanto. Per mantenere delle università che buttano il 90% dei soldi in stipendi. Di gente che in gran parte fa quel che gli pare e piace. E i risultati si vedono. Non c’è un’università italiana tra le prime 150 di tutte le grandi classifiche mondiali. Mie amiche mi dicono che in USA e Gran Bretagna ti ridono in faccia quando dici che sei laureata in Italia. I professori da noi sono una casta che si fa solo gli affari propri. E i politici non cambiano niente. Per forza che poi per protesta si vota in massa Grillo anche se fa pagliacciate. La casta universitaria è una roba scandalosa. Tutti gli studenti lo sanno. Ma nessuno lo dice apertamente. Perchè poi ci si deve presentare agli esami e passarli. Scusate lo sfogo.

  29. Barbara ha detto:

    Ciao a tutti, e’ da un po’ di tempo che seguo questo articolo sul sid di Gorizia, e l’ho usato finora come termometro della situazione del polo universitario goriziano. Anche se i pareri non erano positivi, mi sono iscritta al test, seguendo un po’ la buona fama del sid, un po’ perché il piano di studi effettivamente non ce l’ ha alcuna università, almeno pubblica, da Pisa in su. Ora, da quanto leggo, in particolare faccio riferimento al commento di rosa di campo, sono sconfortata: questa università vale la pena, facendo riferimento solo alla triennale? e se no, quale altra università e’ preferibile, tenendo conto della situazione degenerata di scienze politiche nei maggiori atenei italiani, comunque, secondo me, meritevoli? L’ambiente e’ veramente così malsano e intriso di inutile arroganza?

  30. rosa dicampo ha detto:

    Ciao Barbara,
    ti rispondo subito. Il tutto è come sempre relativo alla persona, a cosa si aspetta e a quello che piace. Io non so adesso come la triennale cambierà a Gorizia, che corsi ci saranno oppure no. Io ti dico che se tornassi indietro non la sceglierei perché non mi è stato dato quello che sulla carta è stato promesso. Poi,a livello personale posso dire che c’è molta gente che se la tira per il cazzo e questi dominano. Ci sono anche le belle persone però si respira un clima di pesantezza, leccaculinaggio estremo reale. Ti ripeto: ti dico solo che chiedere un due appunti nel gruppo è come chiedere la luna, per dire. C’è da studiare molto ed è giusto così, però in generale non sono rimasta contenta. Poi ti dico a me non frega un cazzo della diplomazia e tutto quello che ci gira intorno, quindi in primis ho sbagliato io a non scegliermi un altro corso sempre di stampo internazionalistico e in un’altra città, però è chiaro che quando le aspettative sono grandi e poi vedi che nella sostanza c’è molto poco allora cominciano a girarti. Secondo me, prova il test e io già lì avevo capito l’aria. Provalo. Ti ripeto che secondo me si può trovare la stessa cosa, fatta meglio, magari più striminzita ma forse più ordinata altrove e anche di qualità altrove. Però di altre università uguali conosco solo indirettamente Forlì. E secondo me, non ne vale così tanto la pena venire a Gorizia. Poi, purtroppo io non sopporto i cagacazzi e quelli che si ergono a diplomatici quando siamo STUDENTI, il problema è che se sei così a Gorizia vai alla grande. Anzi. Poi non so tu che tipo di persona sia ma tutte le cose che ho scritto non sono inventate ma vere e te lo può confermare chiunque del mio corso. Ecco poi se uno dice: massì lo sai, il SID è fatto così allora stai zitto, non lamentarti, non dire che fa schifo e la gente che c’è dentro pure. Dipende sempre, oltre al fatto di piacere ciò che si studia, anche quanto per te l’ambiente sia importante. Secondo me, prova il test e da lì capisci già qualcosa.

  31. MARCANTONIO ha detto:

    @27 sfsn con che autorita’ ti arroghi il diritto di colpevolizzare due maro’ di cui non e’ stata dimostrata la colpevolezza? ah forse sbaglio eri imbarcato con loro ed hai visto tutto chiedo scusa allora.
    Poi quelle divise che tanto denigri sono una delle poche cose che mi fa sentire l’orgoglio di essere italiano.

  32. Barbara ha detto:

    Ciao rosa , intanto grazie per la velocità con cui hai risposto. Il test l’ ho già provato e superato, e sia professori sia città mi avevano deluso parecchio il giorno stesso, mentre gli studenti,almeno quelli che provavano a entrare, mi erano sembrati tutto sommato amabili, a questo punto direi perché motivati davvero , senza troppe presunzioni di diplomazia. Ho notato supponenza e arroganza da parte dei prof, come se fossi entrata alla normale di Pisa o a Yale, invece che in un ex seminario. Sì, ho capito come tira l’ aria , nel modo in cui intendi tu, e ora veramente sono in dubbio. Vado via dalla provincia , da un ambiente scolastico piccolo e statico, e un corso a stampo internazionalistico e’ quello che mi appassiona e per il quale voglio studiare. Sto ancora cercando un’universitá alternativa, ma il numero aperto e il nome di scienze politiche per i nullafacenti, detti anche più amorevolmente cazzoni, stanno come il miele alle api, e io non ho alcuna intenzione di annegare in mezzo a una loro moltitudine. Mi metterò in ricerca di qualche altro corso , ma la vedo agra.mi hanno detto già al primo anno nessuno ti passerà gli appunti, se non dopo suppliche, e le fonti sono ragazze comunque soddisfatte della scelta fatta.

  33. iole ha detto:

    ma a sto sid del klinc almeno vi insegnano a scartare i ferrero rocher?

    https://www.youtube.com/watch?v=3-LavXsgRlw

  34. sfsn ha detto:

    rispondo a Marcantonio sulla vicenda dei marò è concludo perchè xe una roba completamente OT:
    se te senti questo (per mi incomprensibile) orgoglio de esser italian grazie ale divise, xe un problema tuo, no mio. Te se senti orgoglioso anche de quel che i ghe ga fato a Aldrovandi, Cucchi, Uva, Rasman, alla Diaz o ala caserma de Bolzaneto?

    A Rosa inveze ghe rispondo: son assolutamente d’accordo con la tua analisi sull’università. E purtroppo questo clientelismo e nepotismo ga portà al crollo pressochè totale dell’università (e conseguentemente della cultura in genere) italiana.

  35. sfsn ha detto:

    ops: me xe scampà un accento su “e concludo”, pardon!

  36. ufo ha detto:

    Forsi me son perso qualche puntata in tel fratempo, opur son mi che son un poco duro recepir, ma no go capido: cossa i gavessi fato esatamente, i do zentilomini in divisa, che el dinosauro Antonio el xe tanto orgolioso de lori?

  37. rosa dicampo ha detto:

    Barbara,
    secondo me valuta bene i piani di studio di tutte le altre facoltà, ma proprio bene. Tutto bene bene, elenca pro e contro. Ma soprattutto cerca di capire te stessa, di quello che vuoi e di cui hai bisogno. Lo so che detta così sembra facile ma non scegliere se non si è pienamente convinti una cosa, solo per andare via di casa e starsene lontani. Anche io riponevo enormi aspettative in Gorizia e questo è stato il mio errore. In ogni caso, scegli con il cuore, onde evitare di ritrovarti alla fine del primo anno esausta o piena di dubbi.

  38. Stefano M. ha detto:

    Fa piacere che sfsn si erga a giudice di un intero popolo, alla faccia della modestia.

  39. sfsn ha detto:

    son contento che te fa piazer

  40. Barbara ha detto:

    Ciao Rosa, io sono convinta del piano di studi, è la descrizione che mi hanno fatto dell’ambiente a rendermi indecisa..se il Sid fosse in qualunque altra città io mi sarei già immatricolata e avrei già trovato casa. Continuo a girare fra i siti dell’università tenendo come riferimento l’insegnamento del diritto e delle lingue, ma le iscrizioni stanno per chiudere e non so cosa troverò.

  41. capitano ha detto:

    Ma provare ingegneria aerospaziale?

  42. rosa dicampo ha detto:

    Barbara,
    senti più voci possibili. E poi se ti piace rimani.
    Non posso dirti altro. L’errore mio è stato pensare a poche alternative, perché Gorizia mi sembrava garanzia di. Non ti dico che Forlì sia una bomba di città, per dire. Però se devo scegliere tra avere due economie in un solo anno fatte alla cazzo, invece che in due anni diversi e fatte bene preferisco la seconda. Tra tre lettorati e un laboratorio di lingua obbligatorio fatto bene scelgo questo. Se devo scegliere tra l’avere esami concentrati e dover chiedere ai professori se mettono appelli o meno, preferisco mille mila provette. Poi sono tutte cose queste che non consideri finito il liceo. Io alla quantità, al tirarsela per un cazzo, preferisco la qualità, alle cose fatte bene, ai professori competenti. Poi, non so come sarà la triennale ora.

  43. cjptc(cjarnelpatoc) ha detto:

    …pordenone legge
    …trieste dorme
    …udine lavora
    …gorizia? ah!…saverlo…

    Detto questo (dit chest), xe de saver (a lé di savei), che all’epoca ( timp fa) el SID iera per metà frequentà de fioi de diplomatici (al SID al’ere frequentat dai fiis dai diplomatics) che gaveva già prenotà el posto (avevin già prenotat al puest), quei altri (chei aitis) serviva per pagar el 50% delle tasse ai primi (servivin par pajà el 50parcent da lis tassis ai prims).

    Traduzione in italiano:
    “Ragazzi, c’è stata una volontà politica precisa nel creare il SID (Servizio Informazioni Difesa…ah no…scusate…: Scienze Internazionali e Diplomatiche…;-)), ma come recita l’incipit su Gorizia: “ah!…saperlo…”

  44. rosa dicampo ha detto:

    Barbara,
    alla fine che hai deciso?….

  45. Barbara ha detto:

    Ciao Rosa, alla fine per quest’anno provo il SID, anche per una questione di tempistiche sfavorevoli , le università che mi interessavano avevano già chiuso le iscrizioni e quelle che rimanevano o erano troppo lontane da casa e mi avrebbero reso la vita difficile per burocrazie varie, o non avevano un programma che mi interessava. Se il proprio il SID non mi andrà giù me ne andrò, ma intanto provo e vedo a che livello siamo incompatibili.

  46. rosa dicampo ha detto:

    Allora in bocca al lupo!:)

  47. Robertino ha detto:

    Scusate se mi intrometto. Ho scoperto questo thread solo da pochi giorni nonostante ci siano risposte che spaziano in un arco di diversi anni ma mi sembra di rivedere e rileggere le sensazioni che provavo da studente del SID. Mi sono laureato ormai 15 anni fa, vecchio ordinamento, 48 esami. Tutta un’altra storia rispetto a oggi. Pero’ i problemi di cui discutete ora c’erano gia’ tutti e i vostri commenti un po’ mi fanno tenerezza, un po’ mi hanno spronato a scrivere perche’ di fronte ad alcune cose non possiamo e soprattutto non potete essere ingenui. Vedo che da piu’ parti si lamenta scarsa trasparenza, lecchinaggio diffuso, e un ambiente nebuloso. Queste cose ci sono sempre state, ma la cosa peggiore e’ che di fronte a quelle 5/10 persone di un corso a cui il lecchinaggio viene particolarmente bene, ce ne sono altre 80 almeno che cercano di imitarli in tutti i modi, alle volte in modo goffo e ridicolo. Se non ci fossero, non ci sarebbero cene e aperitivi con i professori. Di fronte a tutto questo, indignarsi serve a ben poco. Serve di piu’ invece che ciascuno si costruisca sulla base delle proprie risorse/competenze/attitudini/carattere un percorso di studi che possa realisticamente servirgli per il futuro. Non esiste la taglia unica per tutti. Un difetto molto diffuso tra gli studenti del SID e’ credere di essere tutti uguali, tutti portati per “grandi cose”, tipo carriera diplomatica, o ONU, ma in realta’ non e’ cosi’. Tanta gente non ha alba di che ambienti siano quelli delle organizzazioni internazionali e ne e’ la prova che vi lamentate e “indignate” se vedete uno studente che cerca di ingraziarsi un professore. Perche’ la verita’ e’ che in quei settori questa e’ la regola, il pre-pre-requisito. Le carriere internazionali sono a vocazione elitaria per eccellenza, e questo non vale solo in Italia, ma anche nel resto del mondo, incluso il meritocraticissimo “Nord Europa”. A fronte quindi di quei 5 o 6 che ogni anno riusciranno a entrare alla Farnesina, o all’ONU, o all’UE, gli altri faranno altri lavori. E li faranno, perche’ il SID ha un tasso di occupazione post-laurea molto alto e costante negli anni e sapete perche’? Perche’ in molti settori privati sono richieste competenze trasversali che un ambiente come quello goriziano, che e’ comunque molto stimolante, vi fa sviluppare molto piu’ delle universita’ dove le lezioni si tengono nell’anonimato piu’ totale in aule oceaniche di centinaia di studenti con scarsa interazione sia tra compagni di studio, sia tra studenti e insegnanti. Certo, essendo una laurea generalista, lo svantaggio iniziale sara’ che dovrete investire molto nella formazione post-universitaria, ma questo non deve prescindere da un autentico esame di coscienza, che ogni studente deve fare, non solo e non tanto su quello che si vorrebbe fare, ma su quello che si sa fare, su quello che si sa fare con piu’ facilita’ e meglio e partire da queste risorse per crearsi il proprio percorso individuale che prima o poi portera’ successo e gratificazione. Altrimenti, si finisce solo con il ricercare l’incarico di prestigio, il piazzamento, la “figata” e si finira’ per avere ruoli senza sostanza.

  48. Annie ha detto:

    Ciao a tutti, scrivo in particolare a Barbara visto che si è iscritta due anni fa. Avrei bisogno di un’informazione, in questi giorni ho fatto il test per il SID di Forlí che da quest’anno è a numero programmato, e l’ho fatto per precauzione. Ma la mia idea iniziale, o meglio di partenza, era quella di provare il test per Gorizia . Come ti sei trovata? Hai avuto difficoltà? Vale come corso di laurea? Quello che mi preoccupa di più è l’ambiente…venendo da Arezzo sono abbastanza chilometri e mi ritroverei sola. Non vorrei che fosse anche un ambiente ostile a chi non è del posto o comunque non in compagnia.

  49. Barbara ha detto:

    Ciao Annie,
    ho letto solo ora il tuo commento. Ti scrivo da neolaureata: ho ufficialmente concluso il mio percorso triennale a Gorizia. Non so quali siano i termini di iscrizione al test di ingresso, ma dovresti essere ancora in tempo per farlo. Se ancora non hai deciso nulla, ti consiglio di provare comunque il test, come rosadicampo mi aveva suggerito a suo tempo: anche se poi decidessi di andare a Forlì, avrai comunque fatto un test di lingua e un saggio breve come allenamento.
    Il corso triennale è ottimo: dalle due lingue curriculari (Inglese e Francese) agli insegnamenti di economia, storia, e diritto, il programma di studio è ottimo, anche se magari gli insegnanti possono essere mediocri . Gorizia come città è il grande limite del Sid: è sonnacchiosa, provinciale, e gli studenti, comunque pochi, tendono a tornare a casa il week-end. Io l’ho sofferta molto, ma devo dire che sono soddisfatta della preparazione che il Sid mi ha dato, così come sono stata entusiasta dell’opportunità di fare l’Erasmus. Per la qualità umana delle persone del SID, non ti preoccupare: è vero che gli spocchiosi notevoli ci sono, ma a Gorizia, un po’ per il numero ridotto di studenti, un po’ per la varietà di regioni rappresentate, fai presto a fare amicizia, e a scegliere le persone con cui stare. Per l’ambiente, capisco le tue preoccupazioni, ma ti voglio rassicurare: è vivibile, anche se ti manca il contatto con ragazzi che frequentano altri corsi di studio.Non credo che Forlì sia migliore di Gorizia,a istinto ti direi che i rischi di snobismo e chiusura mentale sono identici.
    In conclusione, se per te la città non è fondamentale, e non ti pesa il fatto di avere una cerchia ristretta di universitari intorno, io ti consiglio Gorizia.
    Fammi sapere 🙂 (per chi avesse bisogno di info, questa è la mia mail barbara.polin95@gmail.com)

  50. Andrea ha detto:

    Non si può paragonare il corso di Gorizia al corso di Forlì o al corso di Trieste. Tendenzialmente direi che il corso a Gorizia è meglio. Prima di tutto il test d’ammissione fa si che ci sia un numero di studenti selezionato e motivato. Si crea un ambiente universitario molto stimolante con ragazzi da tutta Italia.
    Il numero chiuso è utile anche da un punto di vista logistico. Le aule non sono affollate e questo fa si che il rapporto con i docenti sia ottimo. Si ha un rapporto “a tu per tu” con i professori, cosa molto rara nella maggior parte delle università in Italia.
    Un’altra cosa molto positiva è che le attività extracurriculari con esperti del settore (conferenze, seminari, workshop) sono veramente tantissime e si può consolidare ciò che si impara a lezione anche in contesti più informali e pratici.
    Inoltre, ci sono moltissime possibilità di esperienze studio all’estero in tutta Europa (erasmus, traineeship ecc.)
    Se consulti il sito alma laurea a questo link (http://www2.almalaurea.it/cgi-php/universita/statistiche/tendine.php?LANG=it&config=profilo) puoi consultare le varie statistiche dei 2 corsi di laurea triennale e magistrale.
    I punti più importanti:
    1. Voto di diploma (medie, in 100-mi)
    Gorizia: 86,3
    Forlì: 81,8
    2. Voto di laurea (medie, in 110-mi)
    Gorizia: 107,2
    Forlì: 97,0
    Dal punto di vista occupazionale i dati sono i seguenti:
    1. Percentuali di laureati che lavora dopo 3 anni
    Gorizia: 87,2%
    Forlì: 64,9%
    2. Tasso di Disoccupazione dei laureati dopo 3 anni
    Gorizia: 4,4%
    Forlì: 22,2%

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