9 Agosto 2008

Pellicole bandite e conseguenze impreviste

Certi passati non ne vogliono proprio sapere di diventare remoti.  Entro fine mese, dice l’Economist, potrebbe venir firmato l’accordo tra Italia e Libia per la costruzione di un autostrada costiera del costo di qualche miliardo di euro – in compensazione di quanto patito in 32 anni di occupazione.  Le trattative sarebbero condotte personalmente da Berlusconi, che chiede in cambio collaborazione nel limitare il fenomeno dell’immigrazione clandestina.

Fin qui nulla di eclatante o di nuovo, tranne l’evidente interesse di Roma nel mettere finalmente fine al contenzioso. Anche questo pezzo di cronaca però, come praticamente ogni articolo estero che affronta il tema delle relazioni italo-libiche, non manca di ricordare la pellicola girata nel 1981 sulla vita del mito della resistenza senussita Omar Mukhtar e bandita dal territorio italiano su decreto del ministro della Difesa l’anno seguente perché “lesiva dell’onorabilità delle Forze Armate”. “Il leone del deserto”, nato da una coproduzione libico-hollywoodiana, è in verità un polpettone del tutto insipido, malgrado la presenza di attori come Oliver Reed e Anthony Quinn – lo si fosse lasciato proiettare sarebbe svanito nell’oblio dopo la prima settimana. Grazie a Lagorio & Co., invece, anche una patacca come quella è riuscita a crearsi un aura di importanza, caso non dissimile a quello dell’altro titolo famoso per essere stato fatto sparire prima che intacchi l’immagine della “brava gente” quando si reca in casa d’altri: il documentario della BBC “Fascist Legacy” del 1989.

Proprio il tema di quest’ultimo, i crimini di guerra commessi dalle truppe di occupazione italiane, è tornato ad essere attuale grazie all’opera della magistratura militare – al riguardo è appena uscito un articolo sul Corriere della Sera dell’altro ieri poi ripreso ed ampliato anche sul blog aziendale dallo stesso autore. Visto che i fatti trattati riguardano certamente anche le nostre zone uno si aspetterebbe almeno un minimo accenno sulla stampa locale… A dire il vero dei due quotidiani che escono a Trieste uno un articolo si è scomodato a pubblicarlo: a voi indovinare quale – e quale altro invece ha preferito far finta di niente.

Scontato il consiglio finale per gli aspiranti cineasti: se non avete abbastanza soldi per distribuire decentemente il vostro primo film, ma volete comunque che la vostra produzione venga citata dalla stampa internazionale e ricordata ad un quarto di secolo di distanza, scegliete attentamente l’argomento e fate in modo che la vostra opera venga messa al bando in Italia. Funziona.

4 commenti a Pellicole bandite e conseguenze impreviste

  1. Bibliotopa ha detto:

    ma.. la guerra di Libia di quasi 100 anni fa, non era contro l’Impero Ottomano? particolarmente rispettoso, all’epoca, dei diritti umani ?

  2. Dejan Kozina ha detto:

    Posso avere la domanda di riserva? 🙂
    Sembra che ci sia una certa scarsità di pubblicazioni sul tema…
    Tutto quel che ho trovato riguarda il ristabilimento dell’ordinamento parlamentare nel 1908 da parte dei Giovani Turchi, l’editto imperiale di riforma del 1856 ed un polpettone quasi illeggibile da 29 pagine (la pagina è un riassunto, il link al testo completo è in fondo). Se ho capito bene i diritti al’epoca erano intesi come collettivi (sistema dei millet) piuttosto che individuali…

  3. Dejan Kozina ha detto:

    Restituirgli i due Scud tirati su Lampedusa vent’anni fà? “Scusi, le dev’essere caduto questo.” Gia me lo vedo protestare che quando li ha lanciati erano nuovi di zecca…

  4. borut ha detto:

    Bibliotopa

    La guerra fu di conquista coloniale. Ma le atrocita’ vennero dopo, durante gli anni di occupazione coloniale che fini’ con l’estromissione degli Italiani nel 1942 ad opera dell’esercito britannico, nonostante la Wermacht del III Reich fosse accorsa in aiuto dei camerati italiani.

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