30 Luglio 2008

L’esercito a presidiare il Cpt

L’esercito a presidiare il Cpt di Gradisca. Saranno 90 gli uomini che verranno dislocati nel centro per immigrati, come avverrà anche nelle strutture di Crotone, in Sicilia e a Bari.
Pattugliamenti verranno introdotti anche a Roma, con 195 uomini, Milano, Bari, Catania, Padova, Palermo, Torino e Verona.
Ed è dall’associazione radicale Trasparenza è partecipazione che arriva un pesante critica: “I Cpt andrebbero proprio chiusi ed in attesa bisognerebbe semmai inviarvi centinaia di maestri elementari utili a lenire la condizione di degrado umano e culturale in cui sono costretti degli esseri umani che non hanno commesso alcun crimine. Abbiamo verificato – sottolinea Pietro Pipi – che il Centro di Gradisca è una vera e propria struttura di reclusione per gente che, come facevano i nostri nonni, scappa dalla miseria per cercare una vita migliore. Non servono centinaia di militari per sorvegliare queste persone servono centinai di maestri, di assistenti sociali e di mediatori culturali”.

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15 commenti a L’esercito a presidiare il Cpt

  1. robe ha detto:

    nelle scuole italiane centinaia di maestri precari…le classi possono avere al massimo 25 alunni e la qualità dell’istruzione non è eccelsa. Ora la proposta del genio PIPI, mandiamoli nei CPT….
    Certe volte svegliarsi al mattino è proprio dura. L’Italia va sempre peggio….se decidessi di trasferirmi a cercare fortuna in Somalia e perchè no negli USA, sono convinto che troverei, DA CLANDESTINO, centinaia di maestri, assistenti sociali e mediatori culturali ad attendermi.
    PIPI, VAI AVANTI TU, CHE DOPO MI DICI COM’E’ E TI RAGGIUNGO :)))))

  2. Andrea ha detto:

    Da quello che scrivi si possono capire due cose:
    1. Pensi davvero che l’immigrazione si possa fermare solo dicendo a gente disperata “qui non vi vogliamo e se ci venite vi riportiamo a casa o vi mettiamo in galera”;
    2. Non sai cosa significa “mediazione culturale”.
    Un consiglio: leggi qualcosa di serio sul fenomeno delle emigrazioni.

  3. Walter Sobchak ha detto:

    Tempo sprecato

  4. gigi ha detto:

    in italia solo chi viene a lavorare ed ha un lavoro effettivo. come facevano i nostri nonni. gli altri rimangano o ritornino a casa.

  5. Walter Sobchak ha detto:

    Adesso si libereranno 60 agenti dal CPT per tornare sulle strade. Così Gorizia diventerà più sicura del principato di Monaco!

  6. robe ha detto:

    Mio nonno era emigrato. Per lavorare. La nonna è rimasta a casa ad accudire la prole per cui il nonno lavorava e che vedeva ogni sei mesi. Non l’ha raggiunto oltretutto perchè i bimbi erano piccoli e dovevano crescere a casa loro, dove ci si scaldava con i mattoni, quando c’erano, messi nello spargher (quando aveva legna per accendersi).
    Il nonno lavorava 14 ore al giorno per un tozzo di pane e la sera era troppo stanco per andare in giro per bar o parchi a bere birre…
    E nemmeno si immaginava, per un facile guadagno, anche per aiutare la famiglia, di spacciare droga o fare il magnaccia….
    Dormiva in una squallida baracca di legno, per risparmiare i soldi da inviare a casa, non aveva il telefonino (non c’era) e Sky (non c’era) e nemmeno protestava perchè non aveva maestri per imparare la lingua o un mediatore culturale per integrarsi…ha fatto tutto con la sua più buona volontà. Ha risparmiato quello che serviva per mandare i figli a scuola ed aiutare la moglie. Poi è ritornato a casa a riabbracciare moglie e figli ed è morto in pace per le malattie contratte a causa del duro lavoro.
    Medita!

  7. Walter Sobchak ha detto:

    Tuo nonno no ma Al Capone si che spacciava (alcol).
    Tuo nonno no ma guardati questo e poi illuditi ancora che siamo Italiani brava gente. http://www.orda.it/rizzoli/stella/numeri/devianza.spm

  8. robe ha detto:

    Stella poteva emigrare, invece ha deciso di far soldi a casa con i suoi libri shock…alcuni dei quali interessanti, altri fatti per far soldi….

  9. Walter Sobchak ha detto:

    Stai spostando il discorso.

  10. robe ha detto:

    @ Cri:
    informato del fatto. Le conosci da vicino?

  11. Cri ha detto:

    A Robe un solo, caloroso consiglio: lascia stare tuo nonno, anzi, ringrazialo di essere tornato e non aver fatto così pure di te un immigrato. Uno di quegli immigrati italiani che oggi, statistiche alla mano, riempiono ancora le carceri di molti Stati europei e tengono in vita le Sonderschule tedesche, scuole per il recupero dei “deboli di comprendonio”, che prima o poi finiscono di frequentare, vittime spesso semilingui dell’infimo livello culturale delle loro famiglie, incapaci di parlare davvero l’italiano e quindi senza speranza alcuna d’imparare la lingua del posto.

  12. Virus ha detto:

    3/4 del genere umano vive in difficoltà
    1/4 del genere umano vive meglio
    Tutti qualli che devono stringere la cinghia vorranno spostarsi dove si vive meglio.
    L’unica soluzione è trovare il modo di migliorare le condizioni di vita nei paesi poveri per evitare che la gente emigri.
    Altrimenti chi fermerà tutta questa invasione? Non esiste CPT o legge che può fermare una invasione di povere famiglie.
    Da anni si dice di cancellare il debito dei paesi poveri, che non hanno sviluppo anche perchè devono continuare a pagare gli interessi sul debito, dicono che gli interessi hanno superato in molti casi lo stesso debito.
    Non vorrei andare OT, ma credo che il CPT sia necessario, ma se le carrette del mare da 2 al giorno diventeranno centinaia?

  13. Lucio ha detto:

    E’ proprio questo il punto. La statistica.
    Per riuscire a sostenere che gli immigrati di oggi devono andarsene, senza apparire troppo razzista, si riesce a sostenere che UN emigrato italiano era un buon uomo mentre TUTTI gli immigrati di oggi spacciano droga e fanno i magnaccia. E non appare nemmeno ridicolo..

  14. GattaCiCova ha detto:

    Ottimi interrogativi e difficili risposte.
    Mi permetto di segnalare un titolo per le vacanze. L’età dell’incertezza, di John Kenneth Galbraith. Non è di recente stampa, risale al ’77, di Mondadori. Dunque mooolto prima dei fiumi di inchiostro sulla globalizzazione. Però, a rileggerlo, molte risposte ai perché di oggi.
    Lo ripeto in questo modo: non il cosa fare, ma il perché succede.
    Il cosa fare è questione di oggi ed è tutta aperta.

  15. Cri ha detto:

    @Robe.
    Ne ho intervistate parecchie. Sulla situazione sociale, psicologica e linguistica degli italiani in Germania ho scritto la tesi di laurea.

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