16 Luglio 2008

Novanta giorni di attendismo

Non trovo altre parole per definire l’attività della Giunta regionale guidata da Renzo Tondo, uscito sorprendentemente vincitore dalle urne del 13-14 aprile.

L’impressione è che – per impreparazione alla vittoria, troppe promesse durante la campagna elettorale – in realtà le decisioni stentino a venir fuori.

Emblematico il caso-Insiel: prima la si “salverà”, poi si scorpora, poi si vende, poi si dà l’ennesimo incarico all’advisor che (ovviamente) dà una valutazione al ribasso, quindi si scorpora, si vende e si tagliano 200 posti.

Così per la manovra d’assestamento di bilancio: c’è un avanzo (grazie a Illy) e si maschera l’indecisione con l’utilizzo di una gran parte del “tesoretto” al promesso abbattimento del debito – che però pesa solo 200 euro all’anno a testa – e una parte alla sanità.

La cosa si spiega politicamente anche con il fatto che, se Tondo avesse usato il tesoretto regionale in qualche modo, avrebbe finanziato voci di bilancio fissate dalla giunta Illy. Quindi, meglio abbattere uno pseudo-debito, senza fare investimenti e attendere novembre-dicembre, quando ci sarà la Finanziaria per il 2009, con le scelte politiche vere e proprie. E, visto che si punta a ritornare all’antico, abrogando la legge di bilancio ferrea voluta da Intesa Democratica, in Consiglio si tornerà al vecchio modulo dell'”assalto alla carrozza” con emendamenti per finanziamenti a pioggia. Ciò non depone a favore di un bilancio sano e controllato dal punto di vista dei debiti.

Una scelta, in realtà, c’è stata, ed è quella di vincolare fondi per “politiche di sicurezza”. Un argomento su cui la Lega forza la mano con ogni mezzo un po’ ovunque, prima e dopo le elezioni (vedi campi Rom, immigrati, impronte… tutta farina del Carroccio). L’assessore Seganti stanzia 16 milioni di fondi per i Comuni, che però, in sede di Consiglio delle Autonomie, bocciano la proposta perché troppo vincolante e ritenuta non necessaria. E sulla questione “esercito sulle strade”, oltre alla constatazione dei Prefetti c’è anche il sottosegretario all’Interno Francesco Nitto Palma a dire che in Friuli Venezia Giulia non ce n’è bisogno. Senza scordare che ci fu un protocollo firmato da Illy e Amato.

Altro segno “forte”, anch’esso su sollecitazione leghista, è la revisione/cancellazione del Reddito di cittadinanza. Calma: per ora la sperimentazione va avanti fino al fine anno. E se funzionasse, come pare sia? Lega e An cavalcano la polemica contro gli extracomunitari che ne approfittano. Ma dai calcoli risulta che siano solo il 13%.

L’unica nota forte finora, dunque, è la sicurezza. Vendere Friulia? Non sia mai, dicono in coro le categorie economiche. Infrastrutture? Sta andando avanti quello che Illy aveva messo in piedi: Riccardi ha accelerato sul commissariamento per la terza corsia, così come voleva anche il precedente Governatore.

Ai lettori di Bora.la ulteriori osservazioni.

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Un commento a Novanta giorni di attendismo

  1. furlàn ha detto:

    E’ curioso il comportamento dei giornali locali (stesso editore città diverse).

    Su quello triestino non ho visto nei giorni scorsi alcun accenno ai 200 milioni di euro trattenuti a Roma e promessi da Prodi a Illy sui tributi delle pensioni fatto ampiamente riportato dal quotidiano veneto-udinese.

    Poi i proclami sulle università. Fondazioni, accorpamenti, tagli, etc. su quessto capitolo ci sarebbe da approfondire, se qualcuno ne conosce qualche retroscena. Scommetto che è in atto una lotta senza quartiere sul controllo dei fondi e la cosa non mi piace affatto.

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