15 Luglio 2008

L’accusa del Consorzio universitario: Udine e Trieste non si mettono d’accordo

Le università di Udine e Trieste non si mettono d’accordo e si smembra il finanziamento da 10 miliardi di vecchie lire destinato al Master sul rischio idrogeologico.
“Quella concordata tra il sindaco Romoli e l’assessore Lenna sarebbe una sconfitta per Gorizia su una legittima prospettiva di sviluppo universitario nel campo scientifico”, spiega il presidente del Consorzio, Nicolò Fornasir, che spiega i retroscena della vicenda. “Sorprende perché non più tardi di due giorni fa, nell’ambito degli incontri che si stanno svolgendo sul delicato momento dell’Università a Gorizia, gli enti consortili, compreso il Comune di Gorizia, aveva concordato una linea del tutto diversa da quella sancita dal sindaco”.
Il progetto aveva preso le mosse nel 1986…


con il finanziamento da 10 miliardi di lire a titolo di “risarcimento” per la conclusione del progetto della Scuola della Guardia di Finanza. “I due atenei avevano dato vita al Consorzio Cora: ma dopo quasi dieci anni – spiega Fornasir – lo si è dovuto chiudere riconoscendo di fatto il fallimento di tale esperienza in quanto i due atenei non hanno mai trovato un’intesa. Nel frattempo il Comune di Gorizia ha avviato i lavori di ristrutturazione della Villa Ritter per farne appunto la sede del Consorzio Cora; fin da quel tempo ricercando una sede per uffici e soprattutto laboratori che rendessero tale iniziativa in grado di avere solide basi. Spazi trovati un anno fa alla Carraro, resasi disponibile a cedere una parte dismessa del complesso ex Safog”.
Il Consorzio aveva quindi avviato un confronto con i due Atenei e la Regione, “nel tentativo di scongiurare proprio quello che invece si apprende essere avvenuto: la suddivisione del “patrimonio” ex Cora in due master sostanzialmente “doppioni” tra Trieste e Udine e la destinazione dei residui (oltre due milioni di euro) per un miriade di piccoli lavori ed interventi tipici della Protezione civile. Se ciò avviene, verrebbe compromesso seriamente il progetto del polo tecnologico Goriziano ancorato su Vlla Ritter, riproponendo lo scenario della inaccettabile spartizione “fifty –fifty” tra Trieste e Udine per un altro “doppione”, oltretutto senza alcuna garanzia sull’utilizzo e la gestione di Villa Ritter stessa con sull’assunzione dei relativi costi”.

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