L’ufficio stampa del Comune di Trieste ha appena diffuso il seguente lungo comunicato del vicesindaco alleato nazionale Paris Lippi. Si parla di rigassificatore nel Golfo di Trieste, Acegas, enti di ricerca, Porto Vecchio, ferriera di Servola…
In questi giorni, passata la buriana elettorale delle politiche e delle regionali, si susseguono, anche sul quotidiano locale, interventi e commenti che delineano e prefigurano scenari e prospettive future, legate allo sviluppo e alle opportunità della nostra città.
Per Trieste -ed in molti sono concordi con Roberto Morelli- è il momento delle scelte, dell’impegno a tracciare un segno durevole nel solco del rilancio della città, partendo da quanto di buono è già stato fatto in questi anni, ma soprattutto realizzando quel salto di qualità, il più possibile condiviso, per riuscire a proiettare la nostra realtà in un futuro davvero competitivo e di sviluppo.
Cosa fare quindi nel concreto e quali possibilità realmente ci sono per uscire dalle secche e portare quel cambio di mentalità in grado di segnare una svolta? Tutti, o quasi, siamo ad esempio concordi nell’ indicare nella scienza e nel turismo due direttrici fondamentali di crescita. Il ruolo scientifico di Trieste va visto e rafforzato in maniera sinergica, in una simbiosi sempre più virtuosa tra Area di Ricerca, Sincrotrone, Centro di Fisica Teorica e la città. Vanno tra l’altro incrementati i rapporti tra professori, ricercatori e le diverse realtà cittadine, in particolare con quelle realtà scolastiche che meglio possono trarre beneficio da questo esclusiva esperienza. I tanti docenti che operano nelle realtà scientifiche devono divenire soggetti attivi, non estranei o isolati dalla città, ma testimoni e amici preziosi che, una volta rientrati nei loro Paesi, possono ricordare e promuovere il nome di Trieste, città internazionale, di scienza, cultura e dialogo. In questo senso sono certo che un ruolo importante sarà svolto anche dal nuovo assessore regionale competente, che potrà decisamente puntare su una concreta unità d’intenti.
Riguardo al turismo, credo che anche in questo settore strategico dovremo compiere scelte decisive. A cominciare dalla necessaria chiusura della Ferriera di Servola, attraverso un adeguato piano di ricollocamento del personale, che salvaguardi i lavoratori e le loro famiglie, risolvendo però definitivamente quella situazione di degrado ambientale, che non può coesistere con il turismo in generale e soprattutto con la doverosa attenzione che spetta alla salute degli abitanti della zona. Analogamente a ciò viene da chiedersi: l’eventuale scelta di realizzare un rigassificatore può coesistere con il rilancio turistico della città? Questa scelta energetica non rischia di compromettere quello specifico turismo nautico che rappresenta una potenzialità esclusiva di Trieste? Fatto sta che, comunque, bisogna dare una risposta certa e in tempi rapidi, non fosse altro per il fatto che la Croazia sta già predisponendo un suo rigassificatore e che quindi, anche in questo caso, come in maniera analoga per la centrale nucleare di Krsko, si rischia di essere beffati e sostenere costi e rischi, senza benefici e opportunità. Anche per risolvere questo nodo sarà importante ragionare attorno ad un tavolo che valuti con certezza tutti i pro e i contro, senza tergiversare o compiere delle scelte o peggio delle non scelte che alla fine sarebbero deleterie.
Intanto a giugno si delineerà la situazione delle concessioni in Porto Vecchio. Vedremo quali saranno gli investitori che interverranno con denaro fresco per dare nuovo impulso e valorizzare un’area decisiva e strategica della nostra città. Sarà importante che quella piccola minoranza che ha sempre messo i bastoni tra le ruote al rilancio del Porto Vecchio non trovi più appigli per rallentare un piano di sviluppo e di crescita essenziale. Dovremo quindi, con tutte le attenzioni del caso, favorire gli investimenti di questi imprenditori, cercando di creare meno problemi possibili, salvaguardando ciò che va salvaguardato, ma consci del fatto che il rilancio passa anche attraverso operatori che decidono d’investire e spendere a Trieste.
Altre fonti d’investimento potrebbero, perché no, venire da un’oculata vendita delle quote comunali di Acegas-Aps. Infatti, in un momento che vede la crescita di alcune delle maggiori multiutility, non sarebbe da scartare questa soluzione, proprio per dare ulteriore slancio all’azienda e ricavare il massimo in termini economici, ma salvaguardando fin d’ora tutti i parametri occupazionali e di presenza sul territorio e tenendo conto dei posti di lavoro e degli aspetti sociali ad essi collegati. Penso che oggi si potrebbe vendere bene realizzando molto, mentre forse tra qualche tempo tale opportunità non ci sarà più e la stretta del mercato potrebbe essere molto più penalizzante. Penso che, con una parte dell’ingente somma in entrata nelle casse comunali, si potrebbero così meglio realizzare quegli interventi legati agli edifici scolastici, alle necessarie opere infrastrutturali, ad un piano di edilizia agevolata che consenta di far definitivamente fronte al problema di tante famiglie. Sempre con questo finanziamento si potrebbe pensare di affidare ad una grande firma la progettazione e realizzazione, ad esempio sull’area dell’ex piscina Bianchi, di un’ opera infrastrutturale, in grado di diventare ed essere simbolo della città nel mondo, ulteriore occasione di richiamo turistico, a tutto beneficio del nostro territorio.
Naturalmente la gran parte del patrimonio comunale di Acegas-Aps dovrebbe comunque essere reinvestita a livello finanziario, dando origine ad interessi che garantiscano le casse e la stabilità economica nel medio e lungo periodo, evitando contraccolpi e aprendo un nuovo virtuoso percorso di crescita.
Tutto ciò, inevitabilmente ed efficacemente, dovrebbe pienamente inserirsi e armonizzarsi nel contesto del nuovo piano del traffico e del nuovo piano regolatore, in modo da prefigurare per Trieste un futuro da città metropolitana ed internazionale. Una realtà gia oggi in grado di progettare i suoi prossimi venti trent’anni, senza paure, senza tentennamenti, senza più quell’ansia nostalgica e inconcludente che per troppo tempo l’ha relegata ad un ruolo di “bella addormentata”, in attesa di un principe che non arrivava mai.
Ora più che mai l’inerzia del passato deve dare spazio alle scelte decisive del presente. Solo così potranno crescere le prospettive future delle nuove generazioni.
Paris Lippi
Vicesindaco di Trieste
Secondo me il progetto del rigassificatore ( a mare e a terra ) è una benemerita stupidaggine e per rendersene conto basta guardare il percorso che deve fare la pipeline del gas che una volta arrivato via mare ritorna in acqua per sbarcare a Fossalon. Come fare un distributore di benzina con i tubi delle pompe lunghi 100 metri.
I politici hanno il 27 assicurato, così loro si riempiono la bocca con parole; la realtà è che, oggi, non nel domani e nel faremo dei politici, chi cerca un lavoro, anche a tempo determinato si scontra con tantissime altre persone, tutte, come lui, alla ricerca d’una anche misera occupazione, si veda sul sito dell’Università le graduatorie, quante persone per una CO. CO. CO.
Si dovrebbe porre la nozione che promettere al popolo e, poi, non mantenere, costituisce un reato; intendo dire si finisce davanti ai giudici, così penserebbero un po’ di più a quello che dicono.
acegas spa fa utili con i soldi delle bollette, di conseguenza diventa appetibile sul mercato, il capitale passerà totalmente in mano a privati il cui unico obiettivo è di aumentare gli utili e quindi, essendo praticamente monopolisti, aumenteranno le bollette…
Ho letto con attenzione il comunicato stampa del Sig. Vicesindaco. Più che un comunicato o un piano programmatico mi pare un messaggio di Lippi per dire agli alleati “Hey esisto anche io, è vorrei fare qualcosa”. Dopo la trombata alle elezioni regionali e la seconda al mancato assessorato della Giunta Tondo, una lettera così io la interpreto in questo modo. Anche perchè altrimenti non ne vedo il senso, visto che questi signori – Lippi incluso – sono al governo della Città da 7 anni. Mi pare un po’ inutile una lettera con i soliti temi, progetti e bla bla bla, sarebbe meglio che il Sig. Lippi scrivesse una lettera con i successi ottenuti durante questi otto anni e come continuerà l’impegno. A proposito, quali sono questi successi? Il magazzino vini e la Ferriera sono sempre lì, come tutto il resto, compresa l’ICI. Questi signori se le ricordano queste cose?
Ma dai ragazzi che adesso abbiamo Menia come sottosegretario all’ambiente!. Tranquilli.
Visto i risultati delle elezioni le promesse elettorali valgono sempre, quindi è ovvio che i politici siano generosi di parole.
Se dovessimo stillare un elenco delle cose promesse e contrassegnare quelle poche mantenute, eppure Dipazza non si vergogna anzi gode di stima; insomma la suggestione funziona sempre. Purtroppo l’onestà intellettuale non paga dal punto vista elettorale.
Condivido il fatto che non mantenere le promesse puntuali sia un reato.
Ha ragione Nicola nel ricordare che chi ha amministrato la città poteva assumersi la responsabilità di decisioni importanti. Non basta avere il merito di concludere lavori decisi da altri precedentemente. I lavori pubblici non sono il fine ma un complemento allo sviluppo. Ricordiamo chi ha governato il porto di Trieste prima di Boniccioli: la dottoressa Monassi ora alla direzione dell’Acegas; a voi ogni considerazione. Oggi si può dire il contrario di quello che si è detto ieri e nessuno ne dà importanza.
Quindi rivolgiamo la nostra contestazione agli elettori che la bevono, perchè fin che ci saranno questi esisteranno gli imbonitori.
La politica è quella che vuole la gente e i politici non sono tanto peggio dei propri elettori.
Non concordo con Uberto, politico deluso dal voto, perché il voto non va mai “contestato” ma sempre capìto.
Concordo tuttavia con lui, sul piano umano, quando si dimostra deluso di ciò che viene raccolto (nulla) dopo la sua semina.
Ma il lavoro che si è scelto ha tutto a che fare con il giudizio del popolo.
Tuttavia egli non disperi.
Il delicato quanto supremo compito di un politico serio è sempre quello di anticipare una “visione di piano” al proprio elettore.
Ciò vale in tutti i campi, dal modello di sviluppo (che include scelte valoriali) alla pianificazione territoriale conseguente, dalle scelte in tema di diritti individuali, all’applicazione di norme e regolamenti che li riguardano.
Lippi dimostra di volere solo apparire?
Può darsi.
Intanto dimostra di non conoscere la semplice e chiara distinzione tra commercializzazione e produzione.
Quando parla di centrale nucleare di Krsko e rigassificatore assimila casi completamente diversi.
Qualunque rigassificatore, come il rigassificatore croato (se verrà realizzato) è un deposito all’ingrosso da riempire in momenti opportuni di mercato, il cui gestore decide poi quali prezzi praticare nel momento del bisogno, che nasce – è bene ricordarlo – dal confronto con le altre fonti di approvvigionamento (leggi gasdotti).
Le centrali nucleari invece, come quella di Krsko, producono energia e non dipendono da altri, se non da chi vende uranio impoverito.
E’ chiaro che non si possono fare infiniti rigassificatori, ma quello croato o non compete con quello italiano (perché servirà solo la Croazia e non rivenderà a terzi, cosa questa che andrebbe approfondita perché, in caso contrario, varebbe la pena pensare ad una possibile nostra proposta di cogestione dello stesso), oppure compete – in quanto potenzialmente collegato alla nostra rete – e allora il fatto dirimente diviene chi lo gestisce e come.
Altra pellicola è quella girata attorno alla “visione di piano” su Trieste.
Lippi: proposte fatte dagli imprenditori che gli amministratori dovrebbero assecondare e incoraggiare?
Nulla di più aberrante sul piano logico, in termini di Suo approccio al ruolo.
La prego signor Vicesindaco, non scherzi col fuoco.
Lei ha il profondo dovere, per il ruolo di amministratore e di politico, di fare proposte. Assieme al suo partito, alla sua coalizione, alla Giunta, Lei è tenuto a presentare nella sede istituzionale propria, che è il Consiglio Comunale, un “progetto-Trieste” che necessariamente poi dovrà trovare concreta possibilità di svolgimento coerente negli strumenti applicativi. Nel piano regolatore, nelle norme urbanistiche prescelte, nei piani commerciali, nei piani del traffico, in tutti gli strumenti di regolazione e indirizzo, deve emergere una “visione” della città, del suo futuro, del suo ruolo.
Poi – e solo poi – vengono i privati, con i loro progetti da valutare appunto in termini di coerenza con tale “visione” e che hanno il sacrosanto diritto-dovere di produrre profitti ma il dovere di produrre benefici complessivi (sul piano del servizio ricevuto) per la collettività che li ospita.
Se Lei inverte i ruoli, caro Vicesindaco – e glielo dice un modesto piccolo imprenditore – allora è proprio Lei che non serve più a nulla.
In tale caso farebbe meglio a togliere il disturbo per lasciare spazio a qualcuno più “ispirato”.
Le assicuro che è la mia è solo una delle tante questioni di fondo, nulla di personale.
eh sì.
Effettivamente questa inversione dei ruoli non può essere la soluzione ideale ai problemi economici di una città.
(anche perchè in Italia di imprenditori lungimiranti non ne ricordo.. )
A Lubiana esistono piani ventennali di sviluppo!
Da noi? Si ipotizza. A vita.
Egregio Sig. Lippi,
in linea generale quanto da lei comunicato è in parte condivisibile ma poi al di la delle parole bisogna anche vedere come concretizzare certe idee. Per essere più precisi cosa s’intende con “…in maniera sinergica, in una simbiosi sempre più virtuosa tra Area di Ricerca, Sincrotrone, Centro di Fisica Teorica e la città”. Voglio dire al di la dei paroloni altisonanti concretamente come realizzare sta simbiosi sinergica virtuosa? Al di la della filosofia in concreto come bisognerebbe procedere per realizzare queste cose?
Ritengo ormai che la politica non debba essere solo filosofia ma deve indicare anche il modo come intende realizzare gli obiettivi prefissati, e questo spesso manca.
Parlando invece di rigassificatori mi permetta di dissentire dal parallelo che fa con la centrale nucleare di krsko. Un rigassficatore in Croazia non ha nessuna pericolosità per Trieste. E’ da parecchio tempo che seguo con interesse le varie proposte effettuate da vari soggetti per la realizzazione dei rigassificatori nelle nostre zone e ritengo che un impianto come proposto da GAS NATURAL nella baia di Zaule sia da escludere per motivi di sicurezza, mentre si può approfondire e discutere sulla proposta di ENDESA di realizzare un impianto a oltre 15 km dalla costa che sarebbe assolutamente più sicuro e sarebbe compatibile con lo sviluppo del turismo nella ns. città.
Pienamente d’accordo per quanto riguarda la ferriera. Un impianto del genere per di più obsoleto non può stare in mezzo ad una città che tra l’altro punta molto anche sul turismo. Anzi, sarebbe anche il caso di pensare a delocalizzare o modernizzare anche altri insediamenti industriali che tra l’altro sono di pochissimo valore aggiunto e molto pericolosi per la città e il suo futuro turistico.
Per quanto riguarda la mobilità invece ritengo siano indispensabile potenziare il trasporto pubblico, l’intermodalità, sviluppare pedonalizzazione e piste ciclabili.
Sul sito dell’ex piscina Bianchi invece, meglio fare un bel giardino c’è così poco verde sulle rive!
Mi rivolgo a Lucio, non mi permetto di contestare il voto e nemmeno l’ho fatto; ho semplicemente evidenziato un aspetto. Le mie osservazioni andavano ad un blogger che disapprovava la classe politica come se questa si autoeleggesse, dimenticando che c’è il voto dei cittadini. Sono daccordo che bisogna avere una visione, ma le campagne elettorali ti dimostrano che le promesse anche impossibili da mantenere sono sempre valide. Mi dispiace non mi sembra che ci sia un progetto prospettica del futuro della città. Purtroppo il progetto troppo lungimirante non paga in termini elettorali, è un dato di fatto.
Oggi vince chi suggestiona e seduce. Oggi l’antropologia elettorale del popolo italiano è condizionata da un repentino susseguirsi di fatti ed informazioni che non permettono alla nostra mente di svolgere quel processo di metabolizzzione che porta alla consapevolezza delle cose, quindi le nostre azini si basano su un pensiero di superficie.
Per quanto riguarda i rigassificatori, leggo osservazioni puntuali a fronte di informazioni approssimative.
Con questo mi limito solo ad alcune osservazioni.Il mercato dell’energia non si muove attraverso linee collegate direttamente: ad esempio noi acquistiamo energia da stati che nemmeno sono connessi a noi attraverso linee dedicate. L’europa sente la necessità di svincolarsi dalla morsa dei tre più grossi fornitori di gas, questi più volte lanciano delle offensive per l’acquisto di quote azionarie delle società proprietarie delle condotte, l’esempio è stato il ricatto alla snam.
L’investitore privato farà i rigassificatori finchè sarà conveniente, è ovvio, però una pluralità di fornitori permette una sana concorrenza. Il problema è valutare le zone dove farli, quindi un esame della valutazione ambientale strategica è d’obbligo.
Uberto
Riprendo da Uberto: “Oggi vince chi suggestiona e seduce”.
Oggi?
E’ sempre stato così, soltanto che i frenetici e tambureggianti tempi della comunicazione televisiva ci stanno imponendo semplificazioni e suggestioni distorsive che in altri momenti si potevano metabolizzare più a lungo e meglio. Questo vale soprattutto per la politica nazionale e per Di Meo su TelePN.
A livello locale, invece, conta molto la fruibilità del rapporto con la gente. E Trieste è una città che apprezza Dipiazza per il suo modo di essere – non so se a torto o ragione – tra la gente. La contrapposizione con il Principe e il palazzo è la sua forza.
Infatti è noto che Illy non aveva, né da sindaco né da Governatore, una tale propensione: ciò gli è costato caro in termini elettorali, ma forse, tra vent’anni, ragionando e uscendo dagli umori post-elettorali di oggi, si potrà dire che “ci” è costato caro, in termini complessivi di politica nostrana e di “visione di piano”.
Sui rigassificatori.
L’impatto ambientale e il rischio-Zaule sono problematiche note ed effettive, come il surriscaldamento dell’acqua ecc., ma non si può sempre fare le nozze con i fichi secchi.
Ci vogliono scelte di indirizzo non incoerenti.
Ve la immaginate Capri o Montecarlo con un bel rigassificatore nel mezzo della baia o sulla costa?
Il problema, dunque, diviene quello di scegliere una vocazione trainante per la città e perseguirla intensamente. Se quella proto-industriale o quella più legata al turismo, lo proponga la politica e imparino a votarla i cittadini.
Per quanto mi riguarda, ritengo comunque che sia meglio finire di rovinare ciò che è già rovinato: la costa monfalconese non avrebbe risentito dell’impatto Snam, a suo tempo, così come Marghera. I rigassificatori si devono fare in zone così. Il Texas ha centinaia di km di coste sputtanate dalle raffinerie, una vicino l’altra, impietosamente. Ma sono concentrate lì dove si estrae, assieme a tutte le altre lavorazioni secondarie. Questione di visione di piano.
A Trieste invece, da un lato si vuole eliminare la ferriera, per condivisibili ragioni di salute dei cittadini ma anche per una “visione di piano” della città che ovviamente sottende ad altre destinazioni del sito (turistico-residenziali?) e dall’altro, contemporaneamente, costruire un paio di rigassificatori in loco.
Parrebbe una malsana dose di incoerenza.
Mi accorgo purtroppo che c’è molta ignoranza sulla questione rigassificatori non solo tra la gente comune ma anche tra i politici che devono prendere decisioni sull’argomento. Caro Sig. Lucio mi dispiace contraddirla quando dice che è risaputo del surriscaldamento dell’acqua dovuto ai rigassificatori, infatti casomai sarebbe esattamente il contrario. Per rigassficare il gas liquefatto i rigassificatori utilizzano deigli scambiatori di calore (vaporizzatori) che immettono in mare acqua un po’ piu fredda di quanto viene prelevata, in quanto uilizzano il calore dell’acqua di mare per riscaldare il gas liquido in modo da vaporizzarlo ed immetterlo nella rete in forma gassosa. Dico casomai perchè la quantità d’acqua utilizzata immessa in mezzo al golfo dove il ricambio d’acqua è piu marcato non darebbe luogo a nessuna variazione apprezzable di temperatura. Inoltre da quanto scritto si evince che il Sig. Lucio non sa che da Trieste nessuno noterebbe il rigassificaotre proposto da ENDESA in quanto dovrebbe essere distante piu di 15 chilometri.
è vero che non produce nessun surriscaldamento, anzi, raffreddando l’acqua c’è chi sostiene che avrebbe un effetto benefico sull’ecosistema marino del golfo.
è altrettanto vero che il rigassificatore si noterebbe come si nota, passeggiando sulle rive, la fincantieri a monfalcone.
quindi, a mio modo di vedere, in zona industriale ok, in mezzo al golfo proprio no….
Caro Sig. Pierpaolo, per vedere il cantiere della fincantieri a monfalcone dalle rive bisogna aguzzare la vista in giornate particolarmente limpide e forse si riesce a scorgere la gru a cavalletto che è alta 56m. L’altezza del rigassificatore di ENDESA non supera i 42m. Senza contare che dalle rive proprio non si riuscirebbbe a vederlo perchè coperto dalla lanterna. Inoltre bisognerebbe sapere che il rigassificatore di Zaule si troverebbe troppo vicino a centri abitati come Aquilinia e normative americane impongono distanze di almeno 3km dai centri abitati per questo tipo d’impianti.
in sostanza, se xe de far, che i fazi a monfalcon 🙂
Condivido parte delle osservazioni di Stefano Passador, quando si entra nel merito ci vuole conoscenza se no non c’è nemmeno consapevolezza.
Signor Lucio metà città apprezza Dipiazza, mentre l’altra lo disprezza, ma la cosa grave che parte di quella metà che ha votato Dipiazza non lo prende sul serio.
Uberto