23 Aprile 2008

I cocci della spada di Marquando. Tare e ideologie de cui el PD no’l pol far de meno

Non si può criticare Illy per la sua visione da isolato ma illuminato monarca. Illy è nato politicamente tale e non si è mai presentato diversamente. Di certo non lo criticherò io che mi sento orfano di un amministratore molto più efficiente e lungimirante degli altri politici che ho visto operare in zona e in giro per l’Italia. Chi sono, invece, quelli che dovevano fare rete sul territorio, interpretarne le culture locali, rappresentarne gli interessi economici e lavorativi accanto alla solida visione politica di Illy?

Ammesso, appunto, che mai si sarebbe potuto pretendere troppo dalla lista civica lega a Illy, sulla scacchiera questo ruolo di legame con le comunità locali avrebbe dovuto averlo il Partito Democratico e i partiti prima di esso, guidati da Bruno Zvech, Alessandro Maran e dal resto della loro classe dirigente. Zvech ha detto, dopo le elezioni: “eravamo – lo siamo ancora – convinti di aver impostato un lavoro di ampio respiro”. Io penso invece proprio il contrario: che questo PD così com’è, in particolare in Friuli – Venezia Giulia, non possa aspirare ad aumentare il proprio consenso per diventare maggioranza.
Perchè? I miei punti:

  • Creazione della linea politica. Se dal 2001 (247 mila voti raccolti) al 2008 (239 mila voti), malgrado i cambi di denominazioni e la fusione dei due partiti costituenti, il PD non si schioda da una certa quantità di voti, mi pare evidente come ci sia qualcosa che non va nella capacità di ascoltare la comunità su questo territorio, di rappresentarlo nei messaggi che si danno e di riceverne la fiducia.
    Ci siamo svegliati veneto, con le stesse domande, le stesse richieste, le stesse incazzature, le stesse paure“, ha scritto su Bora.La Gian Matteo Apuzzo, dell’anima cattolica del PD locale. Per dirla tutta, a me sembra che il PD regionale non abbia ancora chiaro nella sua strategia che, per affermarsi su questo territorio, deve completamente smarcarsi dall’agenda politica nazionale: i messaggi di Veltroni (e andrebbe capito come viene percepito Veltroni e il PD romano, da queste parti) possono essere buoni per altre zone d’Italia ma sono molto meno credibili per chi vive qua.
    Nell’analisi del voto delle elezioni politiche dal 2001 al 2008 questo appare evidente: il PD non si schioda, e a me pare evidente come Illy sia stato spazzato via non per particolari demeriti suoi ma per un voto politico pesantissimo anche alle regionali del 2008. La gente cacciando Illy ha voluto punire , mi pare, soprattutto il centro-sinistra con sede a Roma.
  • I temi dell’agenda politica. Ho fatto questo test sul blog di Zvech, blog che è attivo da settembre: ho cercato tramite Google se Brunone avesse mai parlato, nel suo diario pubblico digitale, di ‘extracomunitari’, ‘stranieri’, ‘migranti’, ‘immigrati’, ‘immigrazione’. Una sola volta ha usato quest’ultima parola nei suoi post e una volta nel suo programma che, ad ogni modo, sul tema è piuttosto vago e politichese. Se è vero che questo è stato uno dei temi su cui il PD ha perso le elezioni anche in Regione e in particolare tra le fasce più deboli della popolazione (più preda della propaganda televisiva sul pericolo-immigrazione), mi chiedo come Zvech non si preoccupi di gestire questo tema e darvi, ripetutamente, convincenti risposte.
  • Poi, prendiamo il caso dell’Euroregione. A differenza dei temi del dibattito televisivo nazional-popolare di cui sopra, l’Euroregione era un’idea da elite, colta, di tendenza multiculturale e pure internettiana, vedi le centinaia di aficionados di Bora.La. Era certamente una visione diversa e innovativa, rispetto al solito scenario geopolitico e culturale, per la nostra regione di confine. Era e non sarà: che, mi pare, quelli di Trieste italiana non faranno proseguire il progetto concepito da Illy nel 2004. Volgiamoci però, ora, al tipo di sostegno che è stato dato dai rappresentanti del PD a questo progetto.
    Non saranno solo i miei miseri ganci al gossip politico locale a dirmi che il progetto Euroregionale, nel PD, nessuno se l’è mai filato e, alcune volte, anzi, è stato visto con sospetto. Basta una semplice ricerca sul sito di Bruno Zvech, segretario del Pd, per vedere come il termine “Euroregione” non sia mai stato nominato nel diario pubblico e digitale di Brunone (fanno eccezione: più di un utente che ne parla nei commenti al blog di Zvech; un evento a cui Zvech ha partecipato e in cui l’ex ministro Cesare Damiano ne avrebbe dovuto parlare). Considerazioni burocratiche di politica nazionale invece si frappongono tra l’Euroregione e Maran.
    Sull’Euroregione, ovviamente, non si tratta di riscuotere i successi delle folle: ma di avere un’idea di futuro ovvero una visione del cambiamento per questa area di confine che vive da almeno 50 anni ai margini degli Stati nazionali.
  • Ricambio del gruppo dirigente. Matteo Apollonio ieri mi ha segnalato una interessante tabella elaborata da un’autrice de LaVoce.info (vedi l’articolo originale):eta.GIF
    Parafrasando quello che ci ha detto Massimiliano Fedriga, neodeputato ventisettenne della Lega Nord di Trieste, è inevitabile che un giovane che si è formato in un mondo così diverso (mediatico e glocale) dal mondo in cui si è formato un ultracinquantenne (monolitico e nazionale) sappia ascoltare diversamente temi altri rispetto a chi, magari, è nato negli anni ’50. Non ho dubbi che la Lega abbia avuto un buon successo anche perchè, rispetto ad altre organizzazioni come il PD, è dotata di gente più giovane presente sul territorio ad interagire coi cittadini: e a interpretare così nuovi bisogni per nuove dinamiche sociali. Oppure al PD pensano che la cittadinanza abbia le stesse identità e preoccupazioni di venti o trenta anni fa?
    Forse in questo senso è significativa la frase di Zvech rilasciata all’Ansa il 15 marzo, dopo le elezioni: “Non ci attendevamo una vittoria della Lega Nord di questa proporzione. Sia a livello nazionale, sia regionale“. Ma il PD regionale non si studia i sondaggi? Non ha professionisti e intellettuali che studiano la società per rispondere ai bisogni della società?
  • Ricambio culturale: la nostra parte di macerire.
    Qua sono dolori.
    Do per scontato che un rinnovamento qualitativo della società di questi luoghi, se mai arriverà, di certo non arriverà dall’università nostrana, il luogo per eccellenza della stagnazione autoreferenziale, del clientelismo quello sì localistico, della mancanza di merito e innovazione (qua è significativo come uno come Francesco Russo non dica mai alcunchè in critica alla decrepita qualità dell’università in Friuli – Venezia Giulia). E’ ovviamente grave che qui da noi non si possa sfruttare un’università valida per il rinnovamento sociale come avviene in altre democrazie avanzate.
    Invece.
    Mi è capitato di leggere un pamphlet di Maran, deputato goriziano del PD intitolato “La spada di Marquando” (versione pdf, ma poi chi xè sto Marquando?). Da quello che capisco il papiro rappresenta bene l’opinione di molti intellettuali e politici influenti nel centrosinistra a proposito della temuta (da loro) diffusione dell’insegnamento del friulano a scuola. Maran (pg. 3, note piè di pagina), evidenzia come un valore l’idea che le istituzioni nazionali debbano promuovere una coscienza nazionale italiana.
    A me, la “coscienza nazionale” pare un valore retrogrado, adatto alla soluzione dei problemi dello scorso secolo. Maran potrebbe fare meglio puntando il suo interesse sui problemi collettivi della comunità, potrebbe chiamarlo “senso civico”.
    Maran, come tanti della sinistra locale tra cui Rumiz e Segatti, afferma che il sostegno alle identità culturali locali tradizionali possa lanciarci verso una violenza balcanica tra campanili, verso guerre vere tra i cittadini sul territorio della penisola.
    Questa visione non pecca solo di sensazionalismo politico.
    Come l’oblio dell’Euroregione, l’anosmia verso ciò che puzza ai loro concittadini ‘nordici’ della comunicazione veltroniana e romana, la sordità verso nuove identità sociali e le speranze e le paure che queste identità hanno, a me pare che l’ossessione nazionale repubblicana di Maran e soci riveli altro.
    Che per loro l’unico quadro pubblico possibile sia quello dello Stato nazionale. Uno Stato nazionale che è l’unica ideologia da imporre sui cittadini rimasta ai dirigenti e agli intellettuali del PD (non mi sorprende che il venerdì prima del voto Veltroni abbia chiesto a Berlusconi di giurare sulla Repubblica).
    Che, quindi, le ragioni profonde della sconfitta del PD vadano rivelate da una decostruzione di questo dio culturale.
    Scrive Patrick Karlsen, parlando della classe dirigente del PD:
    non se ne andranno, né a Roma né in Regione. Impermeabili a ogni ricambio, sostanzialmente indifferenti di fronte alla disfatta, pieni di paura e sufficienza verso un popolo che non sanno più capire.
    Questa è la classe dirigente che ha partorito il Pci. In fondo, c’era da aspettarsi altro? Il crollo del comunismo è un fenomeno che non ha coinvolto solo l’Europa orientale, ma anche l’Italia. Questa è semplicemente la nostra parte di macerie
    “.
    La cultura che ha partorito il PD, quella dei grandi partiti nazionali della Prima Repubblica, non si cambia con un interruttore: c’è e rimarrà a lungo.
    E sono dolori.

Il Pd è finito? Non credo proprio. Continuerà a vivere di rendita per gestire quello che gli resta dei patrimoni sociali – o delle macerie, se si vuole – che gli sono stati lasciati dai due grandi partiti nazionali del dopo-guerra, Pc e Dc. Troppo poco e troppo conservatore per quanto riguarda i bisogni di molti.

Scrivono due antropologi, Rapport e Dawson, che nell’epoca della globalizzazione il concetto di home non può essere lasciato ai conservatori. Home, in senso di casa, luogo, rituali, routine e comunità che si abitano. La nostra home può essere quella della xenofobia e della chiusura oppure quella del sostegno alle identità sul territorio e dell’apertura al mondo. Concentrarsi, e basta, sulle comunità su questo territorio sarebbe un buon primo passo per il progetto di un organizzazione politica progressista.

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68 commenti a I cocci della spada di Marquando. Tare e ideologie de cui el PD no’l pol far de meno

  1. valerio fiandra ha detto:

    A botta calda, appena letto questo Post, dico soltanto che mi pare sia impietosamente corretto. E che se non si ri-parte da qui e dintorni, succederà quello che… sta già succedendo: che la sinistra diventerà, nei fatti, UNA PARTE della destra.

    Segnalo a questo proposito un video servizio andato in onda lo scorso mercoledì sull’INFEDELE a LA7 ” La SINSITRA è INADATTA al Futuro ?”

    Troverete anche la trascrizione del parlato.

    http://www.la7.it/approfondimento/dettaglio.asp?prop=infedele

    Off Topic Ma Non Tanto:

    pettegolezzi ( ma di buonissima fonte ) segnalano la presenza di LUCA SOFRI alla puntata di stasera dell’INFEDELE. Forse si parlerà di blogsfera e politica. Non so. Toccherà vederlo ?

    Più avanti, se e come saprò, cercherò di entrare nel merito delle analisi e delle proposte di Milic, con il quale però sin d’ora mi complimento assaie… No te xè del tuto mona, alora!!!

  2. Matteo ha detto:

    Rombano i motori, si aspettano commenti e dispute attorno a questo post, che sottoscrivo in toto. Si richiede presenza di personalita’ politiche che credo possano adattarsi agli spazi di questo luogo di discussione. Pregasi intervenire, a partire dai citati nel pezzo. Vi aspettiamo curiosi, senza astio ne’ pregiudizi, ma vorremmo discutere. non sulle sconfitte elettorali, ma sulla capacita’ di progettare orizzonti nuovi sul futuro, in termini sociali, economici, territoriali e ambientali, infrastrutturali e culturali. Noi siamo caldi, e voi?

    P.S. Pregasi attivare amici degli amici, links, blogs, tags, cips e krugs, per attirare le mosche bianche e non, a discutere su questo spazio, su questi argomenti.

  3. Ed ha detto:

    I miei omaggi
    Messer Milic.

    Per i commenti,
    appena ho un po’ di tempo…

  4. patrick ha detto:

    Ottimo.
    Naturalmente un post simile richiederebbe risposte non solo nella sua sede di pubblicazione, ma dovrebbe essere preso da un politico intelligente come uno degli spunti principali con cui alimentare la riflessione post-voto anche nel suo partito.
    Questa è una richiesta di ascolto e un’offerta di dialogo, infatti.
    L’ennesima che quella giovane generazione para-intellettuale cui appartengono diversi frequentatori di Bora.la ha espresso nel corso di molti anni, ormai. Il feedback finora, quando e se c’è stato, direi che non è stato travolgente.

    Come mai? Risposte arrabbiate e sempre in odore di demagogia non servono. Più che altro credo si tratti di un buon esempio di muro generazionale. Storie, appartenenze, chiavi di lettura, linguaggi diversi.
    Tra la visione di futuro immaginata dai ventenni-trentenni di oggi per il loro territorio e quella dei loro amministratori cinquantenni (se va bene…) la forbice si apre sempre di più. Ed essenzialmente è la forbice Roma-Europa che si imposta sempre più come un’alternativa.
    Almeno questa a me pare la direzione delle cose.

  5. Marisa ha detto:

    Ottimo Post. Complimenti a Enrico Maria Milic. Condivido tutto quello che ha scritto.

    Gambassini (ex-lista per Trieste), recentemente in una intervista rilasciata al Piccolo (TS) ha affermato: “e ora aboliamo questa ODIATA legge sul friulano”

    Maran, Segatti e Paolo Rumiz, ovviamente sottoscrivono.

    Che tristezza! Con questa “parte” di sinistra non si può che andare sempre peggio.

  6. Luciano ha detto:

    Linee di massima pienamente condivisibili.

  7. apu ha detto:

    Complimeti Enrico.
    sono stato tirato in ballo e quindi non mi sottrarrò a un commento lungo e ragionato. In fondo qualche nota qua e là, come da te indicato, l’ho già lasciata.
    sono d’accordo nel mettere qui idee e concordo che anche le riflessioni critiche siano portatrici di visioni per il futuro.
    domani sera è in programma l’assemblea provinciale del pd, dopo sarò con voi…

  8. Laura TS ha detto:

    Letto.
    Questa sera commento.

    Ciao
    Laura

  9. Francesca ha detto:

    Caro Milic, trovo che tu abbia scritto delle cose incredibili. Un tanto per parlare al limite del commentabile.
    A partire dal primo punto (il Pd non ha solo perso gli 8000 voti dal 2001, ma anche tutti quelli di un inconsistente e incredibile Arcobaleno, quindi molto, ma molto di più), Zvech ha solo portato a termine malamente la sua missione (fare le liste e sistemare tutti: peccato che Moretton abbia fregato più di qualcuno…), l’Euroregione non è mai esistita (al pari del rilancio del porto di Trieste o del Corridoio 5) ed è solo una fotocopia massmediatica dell’ilare Expo a Trieste, i mediatici and glocali non si contrappongono a nessun monolitico and nazionale perchè non esiste nulla di tutto ciò se non in elucubrazioni vaganti. Io direi meno pippe…

    Non c’è comunicazione romana da nessuna parte e francamente quanto appare è solo un gran vuoto di tutto, con in aggiunta l’assicurazione che rimarrà tale per altri 5 anni.

    A Roma questa Regione è riuscita a non contare letteralmente un cazzo dalla sua costituzione. E’ un peso sociale. Tanto versa, tanto incassa. Politicamente non ha espresso un beneamato niente, tranne rifilare a Parlamento e Senato chi contava così poco da non poter nemmeno ambire a un posto in Regione (stessi incassi e più potere). Siamo un milione e duecentomila nullità. Pertanto inutili. Che poi si sia mediatico glocale o monolitico nazionale non cambia. Nullità eravamo nullità restiamo.
    Illy non ha nemmeno provato a scardinare il sistema assistenziale che permette a tutti noi di vivere benone. E non lo farà certamente Tondo.Però prendiamo atto che siamo una delle tante palle al piede di un’Europa (ossia di un’Italia che si spera resti in Europa)che viaggia con ben altre velocità. E vergogniamoci per la nostra quota parte.

    Se vuoi dati ne ho molti, su molti degli argomenti che tratti. Per piacere, facciamola finita con le scemenze. Per difendere la nostra o le nostre Piciule Patrie prima facciamoci europei! Io direi anche cittadini del mondo.

  10. Francesca ha detto:

    Scusa se ritorno, ma era da tempo che non m’incazzavo tanto. Una regione che non ha saputo esprimere da decenni nulla che non fosse mediocrità (tolgo dal branco solo Susanna Tamaro che ha raccontato sè e una parte di questa terra condividendola col mercato globale)non ha diritto a proferir parola su un Paese che in qualche suo angolo magari qualcosa l’ha fatta. Quando daremo alla gente gli stessi diritti che hanno le merci nel mondo avremo fatto un gran bel passo avanti. E il bello è che qui neanche le merci hanno i diritti…
    Ma svegliatevi! Siamo dei mediocri (mi ci metto anch’io che sono meno che mediocre, sotto più sotto) e quando la merda la monta in scagno…
    Francesca

  11. Marquando ha detto:

    Enrico, ma questa Francesca chi è? Non sarà mica la stessa che tiene quelle formidabili rubriche, intrise di fini ragionamenti al limite del comprensibile su Pluriblog (http://francescatoblog.blogspot.com) vero? Perché se è la stessa, allora, non mi resta che impugnare la mia vecchia spada…

  12. enrico maria milic ha detto:

    gentile LA MULA,

    ti stimo proprio perchè hai un punto di vista diverso dal mio. Forse un tantino di laicità nel tentare di comprendere i punti di vista degli altri non ti guasterebbe, però.

    Per punti:

    1) IL PD HA PERSO ANCHE I VOTI DELLA SINISTRA ARCOBALENO?
    Per il 2001 e il 2008 non ho fatto i calcoli includendo anche Rif.Com. o la Sinistra Arcobaleno. Mi interessavo del Pd ( e di Ds e Margherita), in questo caso. Sono certo che un po’ di bollori in meno ti avrebbero permesso di notarlo.

    2) L’EUROREGIONE NON E’ MAI ESISTITA?
    Per quello che mi dicono dei miei amici sloveni che seguono bene il dibattito, l’Euroregione è esistita in termini politici anche in Slovenia, non solo nei titoli del Bugiardello. Che dopo possa essere pensata anche come un’operazione di marketing politico, beh, questo non mi fa scandalizzare visto che faccio fatica a scindere marketing e posizioni politiche dei politici. Mi pare, poi, che sei male informata rispetto alle azioni un po’ più concrete della Regione Fvg su questo tema, ma lasciamo stare.

    3) ANNI ’70 CONTRO ANNI 2000, PER TE, SONO UGUALI
    Vabbè, qua ti commenti da sola.
    Ci sono decine o centinaia di studi di scienze sociali e studi culturali (ricerche universitarie anglofone, non la fuffa prodotta dai laureati e dai ricercatori in Italia) che raccontano di accresciute differenze nelle conformazioni culturali degli ultimi due decenni in tutto il mondo occidentale e non.

    4) NON C’E’ COMUNICAZIONE ROMANA?
    Ho capito.
    Berlusconi e Veltroni non hanno fatto campagna elettorale e nessuno guarda la tv.

    5) SIAMO UNA REGIONE DI NULLITA’?
    Che non contiamo niente è chiaro a tutti, cara La Mula, non solo a te.
    Ci sono diversi studi sociali (non italiani) che raccontano di come le zone di confine abbiano una marginalità (o differenza, se preferisci) in termini di politici e culturali rispetto ai centri degli stati-nazione. Questo vale, di nuovo, non solo per l’Europa ma per tutto il mondo, non solo occidentale.
    Negli stati normali, non in Italia, si organizzano politiche per dare un senso alle regioni di confine, si attua il federalismo e altre mille cose ancora.
    L’Europa non a caso finanzia con miliardi di euro progetti di collaborazione transfrontaliera in tutta Europa per dare un ruolo più significativo a queste aree.

    6) BASTA CON LA RETORICA E IL NERVOSISMO
    Sì, se vuoi confrontiamoci sui dati. Ma ti prego di stare tranquilla e di tentare di capire cosa dico, che mi pare tu non sia tanto abituata ad ascoltare gli altri nè a capire approcci diversi dal tuo all’analisi dei problemi.

    Scusaci se esistiamo, però.
    ; )

  13. fabioomero ha detto:

    ahimè! non sono più giovane visto che sono della stessa classe di walter e di riccardo e sono combattuto tra lasciare posto ai giovani e ritirarmi nella mia azienda – l’istituto d’arte – o candidarmi alle primarie per il sindaco di trieste nel 2011 con testimonial bertrand delanoe e klaus wowereit, magari sull’onda del film “diverso da chi?”, che stanno girando in questi giorni proprio a trieste
    ho aderito volentieri all’invito di enrico maria milic a unirmi al dibattito e permettetemi subito un appunto da professore – a scuola in preparazione dell’esame di stato si insegna e di conseguenza si valuta anche la capacità di sintesi, max 20 righe, nella fatidica terza prova –: confesso ho faticato a leggerlo, troppi gli spunti offerti tutti in una volta per una discussione costruttiva, tanto da ricordare il vecchio trucco delle interminabili relazioni dei vecchi segretari del vecchio pci
    di cui, fra parentesi, non ho mai fatto parte come neppure bruno zvech – un tanto per il riferimento di patrik alla classe dirigente che ha partorito il pci (a proposito, chi è il soggetto? la classe dirigente o il pci? perché nel primo caso, altro che coscritto di walter) –
    avete letto il pezzo di ceccanti sull’unità del 15 aprile? conclude così «I grandi partiti a vocazione maggioritaria si riconoscono perché non mettono in discussione troppo facilmente le leadership, quando esse, pur non vincendo, si rivelano capaci di stabilizzare la propria forza. Basti pensare al leader del Pp spagnolo, Mariano Rajoy, già sconfitto con onore addirittura due volte. Bisogna saper distinguere la politica di piccolo cabotaggio da un ruolo politico nazionale a vocazione maggioritaria, pur se momentaneamente all’opposizione. Per questo dobbiamo continuare col Pd: il 14 Ottobre ha aperto l’unica strada giusta»
    nessuna intenzione autoassolutoria da parte mia, ma vorrei parlare di circoli aperti sul territorio, di forum tematici, di sportelli del pd, di consiglieri circoscrizionali/comunali/provinciali/regionali spediti in strada a parlare con i cittadini, anche con i comitati “nimby”, piuttosto che interrogarmi sui ricambi e la rottamazione dei dirigenti
    ho avuto, ho un grande maestro – fulvio camerini – un “grande vecchio” con una lucidità da far invidia a molti gggggiovani e con una altrettanto straordinaria dote – la capacità di ascolto –
    saluti

  14. francesca ha detto:

    Vi scuso se esistete…tanto siete così tanti che nemmeno la spada di Marquando potrà farvi fuori. Col mio dissenso sono ormai abituata a convivere. Dissenso che non considero portatore di nessuna verità (se non quanto io credo), ma che viene rigorosamente scambiato per tale sempre. Vivere di opinioni condivise non fa bene a nessuno. 🙂

    Ps: è sempre quella, i video fanbno schifo anche perchè il montaggio è rozzo e molto artigianale. Ma è un gioco e se uno non arriva a capire nemmeno ciò ha un ottimo motivo per rivolgere la spada su di sè!

  15. enrico maria milic ha detto:

    siamo così tanti?
    sei tu quella che vota e sostiene il main-stream, cara.
    : )

  16. Laura TS ha detto:

    Eccomi qua.

    Cercherò di andare per punti per non dilungarmi in modo eccessivo.

    1.il pd del friuli venezia giulia non ha una vera linea politica
    questo mi sembra evidente
    è un problema antico ma che non è stato, colpevolemente, risolto negli anni di governo del centrosinistra
    ci siamo illusi che illy risolvesse i nostri problemi
    ma è stato un errore
    anche perchè non era il suo lavoro risolvere i problemi del partito democratico

    2.illy è stato un ottimo presidente della regione
    io non ho dati o statistiche a mio supporto
    ma la semplice sensazione di buon governo che ho percepito
    mi sentivo ben governata
    ed ero fiera dei cavalli di battaglia di illy
    uno su tutti l’euroregione
    nonostante ciò anche illy ha le sue colpe
    ha sbagliato totalmente la campagna elettorale riproponendo gli stessi temi e lo stesso profilo
    ma sono passate ere geologiche politiche nel frattempo
    e lui, dopo 15 anni di politica, non può ripresentarsi come se non fosse un politico
    dopo aver fatto il sindaco
    dopo aver governato la regione
    non sei l’imprenditore prestato alla politica per caso
    ma sei quello che ha governato negli ultimi anni 5, 10, 15 anni.

    3. abbiamo pagato caro, almeno secondo me, la totale disorganizzazione sul territorio
    se è vero che bruno è sempre bruno
    è vero anche che sul territorio moltissime cose e persone sono cambiate e sono cambiate in modo improvviso, inaspettato e incasinato
    per descrivere una situazione vissuta in prima persona
    posso testimoniare il grande entusiasmo nel circolo pd del mio comune
    un entusiasmo però direttamente collegato ad una improvvisazione un po’ eccessiva
    facevo e faccio io tutt’ora io la parte di quella che sa come funzionano le cose (parlo dell’organizzazione)
    il che è tutto un dire… 😀
    molte idee
    ma anche molta confusione

    4.è vero che illy ha pagato conti non suoi
    (il centrosinistra che perde le elezioni)
    daltronde mi sembrava un po’ eccessivo pensare che lui fosse scollegato dal resto del paese
    alla scorsa tornata elettorale aveva vinto
    dando inizio ad una serie notevole di successi a livello locale
    e non penso che fosse un caso

    5.cambio di passo
    c’è bisogno di un cambio di passo notevole
    io sono convinta che abbiamo moltissime carte buone da giocare
    (non sarei qui altrimenti)
    e sono convinta da sempre che le cose non si creano dal nulla
    (per questo mi sono iscritta ad un partito con lunga storia)
    però per cambiare passo c’è bisogno di un cambio generazionale forzato
    cito mario
    “preparare i quadri”
    esatto bisogna preparare i quadri sul campo
    nei circoli
    nel lavoro territoriale
    lasciandogli spazi
    parola
    responsabilità
    dandogli visibilità
    ma accompagnando le nuove leve in un percorso di crescita politica e umana
    sapendo che se saranno bravi
    probabilemente diranno cose anche molto diverse
    ma forse sarà meglio così
    😀
    (non che non si sia mai fatto… ma evidentemente non in modo sufficente)

    6.in tutto questo mi rendo conto che io, come altri giovanotti abbiamo le nostre responsabilità.
    siamo rimasti troppo a guardare i grandi che giocavano
    criticando o prendendo le difese di uno o dell’altro
    che sia venuto il momento di preparsi a essere noi quelli che possono essere criticati?
    direi di sì
    (per precisazione… io non voglio fare il politico… mi piace molto il mio lavoro..)
    anche perchè è grave che quelli che si dicono giovani sono quarantenni con i capelli brizzolati
    non sono giovani
    sono donne e uomini nel pieno della loro vita professionale e umana

    7.per quanto mi riguarda lo slogan “iniziare dal basso”
    è applicabile in un solo modo
    e sarà da me applicato in un modo preciso
    lavorare nel circolo
    nella sezione
    nel mio comune
    non si può mica pensare di parlare alle persone
    chiedergli di darti fiducia (a te come persona.. o al progetto politico che rappresenti) se non gli conosci…

    ciao
    ciao
    laura

  17. Laura TS ha detto:

    per completezza
    e pure per educazione
    (che mica si può essere convinti che tutti sanno chi sei :-D)

    io sono una militante
    del pd (in particolare del gruppo giovanile)
    faccio parte del direttivo del pd di muggia
    ma peccherei dicendo che sono una dirigente
    (non dirigo nulla.. :-D)

    la mia improvvisa piccola notorietà
    me la sono guadagnata dopo qualche anno di volantinaggio
    banchetti
    lavoro sul territorio
    ma anche e sopratutto tramite il mio piccolo blog
    aperto per esperimento
    è diventato un importante modo per comunicare e fare rete

  18. La Mula ha detto:

    1) Trovo che il risultato uscito dalle urne sia stato fantastico. Togliersi dai coglioni Bertinotti che suona il campanellino alla Camera, Diliberto che rimpiange’ordegni’ da lavoro (senza lavorare, ossia roba inutile) e soprattutto er Pecoraro Scagno che ha dissolto i Verdi inseguendo un orso (prescindo persino dalle recenti vicende di cronaca) è un piacere, non una sconfitta.
    Ciò detto il Pd ha perso voti anche perchè con l’inutile voto utile ha raccattato un qualcosina da quella sinistra decerebrata e quindi ha perso molto più degli 8000 che citi.
    2) Che l’Euroregione sia una gran balla lo dimostra il fatto che esiste già, assolutamente inutilizzata, Alpe Adria. Ma ragazzi, la memoria storica non serve solo a ricordare quanto è accaduto più di sessant’anni fa… Ma sapete quanto continua a mangiare Alpe Adria (stessi confini, ma allargati rispetto all’Euroregione, stessi compitini da burocretini…)? Facciamo il doppione? Ma facciamolo! Quattro seggioline in più per quattro inutili in più. Insomma, sistemiamoli tutti che ne abbiamo tanti!
    3 e 4)Fuffa e basta. Smettila di farti fighetto con le ricerche di chicchessia. Noi vecchissimi avevamo professori che si paravano il culo con gente tipo Platone o Aristotele, qualche merda umana che citava al limite Virgilio, e ci rompevano le scatole con le fonti. Adesso abbiamo i Mc vari. Tieniteli. E a’Scienze della Comunicazione’ (pomposa frase per una facoltà dove bisognerebbe denunciare i genitori che pagano le tasse per incapacità d’intendere e di volere) tieniti pure gli insegnati che ci sono. Così rispondo pure al punto successivo, tenuto presente che se nelle istituzioni mandi ciofeche mi sembra difficile che ti torni qualcosa (in generale, su problemi reali ovunque in Italia si fa serrata, indipendentemente dagli schieramenti, ma i nostri vagolano come lucciole dure e pure e coscienti del loro spegnersi)
    5) Nullità. Non siamo in grado di esprimere nulla, e mi ci metto pure in mezzo. Siamo dei nulla o degli zero da elettroencefalogramma piatto. Siamo una terra che trasuda geni ormonalmente fieri del loro non riuscire nemmeno a risicare uno straccio di diploma (roba che avrebbe fatto l’ultimo cretino semianalfabeta di tre generazioni fa, visto il livello raggiunto oggi dalla scuola). Gente che sproloquia perchè dio gli ha dato la bocca e qualcosa deve fare e allora si ‘computerizza’. E ci si veste di informatica per nascondere l’ignoranza crassa che viviamo (io per prima) per simulare uno status symbol che ci proietterebbe, nelle fantasie, migliori. Vergogniamoci di avere qualsiasi cosa abbiamo. Siamo spenti.Clic e buona notte
    Francesca

    Ps: domani, se ne avrò voglia, vi romperò le scatole sulla vostra cultura slecchignosa che coccola i vari Magris e le riserve da mettere in campo. Siete spenti e vi spacciate per vivi. Buona fortuna

  19. Marquando ha detto:

    Quanto mi piacerebbe avere tutto il tempo che hanno Francesca o La Mula (o sono le stesse?)

    Di che cosa vivono? Come vivono? Chi le paga?

    Inizia da oggi un’indagine medievale condotta con metodi medievali: spade, tenaglie e bracieri ardenti. Tutti i mezzi saranno leciti per arrivar, infine, alla verità…

  20. enrico maria milic ha detto:

    mula,
    ok, ho capito.
    non occorre che continui a riempire questo post di commenti che non sono quasi per niente argomentati ma solo insultanti.
    i prossimi, se sono su questo tenore, te li censuro.
    buonanotte.

  21. valerio fiandra ha detto:

    Eh, Marquando… la Mula ha Morbìn da vendere…
    Eh, Morbìn… Marquando Mai: La Mula zerca LONGhI…

    Ma sarebbe un peccato privarci della sua educazione “a la Fallaci tal Friul” . Chè, qua e là, la Mula ghe ciapa, sarà per serendipity…

    Bene. Pace e Bene. E una birra rossa a tuti e tre.

    Bao Bao

  22. Matteo Apollonio ha detto:

    Forse solo Cesare Pavese nelle ultime ore, aveva qualche certezza in più sul male di vivere. Coraggio!

  23. Marisa ha detto:

    Splendida la conclusione di questo Post:
    “La nostra HOME può essere quella della xenofobia e della chiusura oppure quella del sostegno alle identità sul territorio e dell’apertura al mondo. Concentrarsi, e basta, sulle comunità su questo territorio sarebbe un buon primo passo per il progetto di una organizzazione politica progressista”.

    E invece cosa abbiamo dovuto vedere e ascoltare dall’estate scorsa (2007)?

    Politici di punta del PD regionale, inseguire Roberto Menia e fare a gara con lui su chi è più xenofobo. Altri del Pd – tra cui l’attuale segretario regionale – sono rimasti a guardare lasciando solo Illy in questa battaglia sui diritti linguistici. La Lega ha invece preso posizione con forza, si è contrapposta alla stessa opposizione di cui per altro faceva parte; ha non solo sostenuto Illy, ma lo ha superato con proposte di legge ancora più avanzate e alla fine ha votato con la maggioranza.

    Forse c’è molto da meditare su tutto ciò….

  24. Marisa ha detto:

    …volevo scrivere “inseguire Roberto Menia e fare a gara con lui sulla chiusura alle identità del territorio e all’apertura al mondo”.

    scusate, la xenofobia purtroppo è ben radicata nella Lega, invece attenta al territorio.

  25. Marisa ha detto:

    tanto per chiarire:
    ideologia nazionalista = chiusura al mondo

  26. Abo ha detto:

    Ci sono avvenimenti che fanno maturare rapidamente le persone.Laura TS è fra queste. Ci vorrebbe ancora qualche sberla come queste elezioni (che arriverà, se continuano così)per trovare bella (lo è) e pronta una nuova dirigente del nuovo PD.
    Interessante il testo di Enrico.Forse un pelino complesso e metafisico?

  27. Abo ha detto:

    Francesca e i suoi innumerevoli pseudon(i)omi è troppo invadente e spesso(diciamo così per non offendere nessuno) eccessiva. Io, comunque, ma però, ma anche non la censurerei mai. Questo suo commento non era poi così male e neanche offensivo.

  28. valerio fiandra ha detto:

    “ Forse dovresti frequentare gente cretina… Potresti imparare di più’: distrugge tutta quella ipocrisia e quelle maschere da intellettuali che DEVONO avere per forza un’idea su tutto e PER FORZA condivisibili e imprescindibili…

    (woody allen in MANHATTAN)

  29. enrico maria milic ha detto:

    aureo,

    certo che è offensivo dirti che le materie e le ricerche che citi sono fuffa – senza tra l’altro saperne un’acca di antropologia o scienze sociali come appare chiaro dai commenti al ‘male di vivere’ della pluri-soprannominatasi. f.l., la mula, ecc. è liberissima di scrivere commenti e tra l’altro è libera di scrivere anche dei post come autrice su bora.la.
    ma le risse (mi) hanno rotto.

    poi,

    sarà che il mio post è complesso, allora lo riepilogo o forse solo lo spiego meglio, in sintesi (for dummies and for omeri):

    – Per quanto riguarda i dati su quanto il PD ha raccolto o meno, mi sono basato semplicemente sulle performance di voti dal 2001 al 2008. A me pare evidente il fallimento. Mi pare che evidenzio la vostra incapacità di ascoltare questo territorio e la vostra deriva nel lasciare che Veltroni, o chi per lui, vi rappresenti nel dibattito pubblico e politico nazionale (potrebbe essere altrimenti? io penso di sì).

    – Ma i dati quantitativi mi interessano anche meno rispetto al vostro discorso ideologico ricorrente (voi del PD) sulla necessità di organizzare e rafforzare uno stato nazionale. Non ho mai detto che questo vostro discorso sposti direttamente dei voti (nel mio pezzo anzi porgo attenzione, in termini di spostamento di voti, su altre questioni più concrete per la “ggente”) ma che la mancanza di nuovi voti per il PD siano una spia dell’incapacità di chi sostiene questo discorso di aprirsi ai problemi del territorio. Questo discorso, secondo me, è la spia delle vostre altre e alte preoccupazioni (la Repubblica, i diritti, lo Stato nazionale e via di illuminismo e platoni vari, vedi Francesca). E ho scritto che assieme al problema della vostra ideologia nazional-repubblicana iniziate anche a essere vecchiotti. E quindi, conseguentemente e a seconda ragione, fate una certa fatica ad attrarre i voti delle persone che si potrebbero ascoltare ma che evidentemente sono ascoltate da altri partiti.
    (Omero, che risponde dalla cattedra dicendo che lui ha già deciso di candidarsi nel 2011 come sindaco, pacchianamente conferma la mia analisi. Lo stesso vale per il discorso cervellotico che Omero cita su come e perchè la classe dirigente del PD non debba dimettersi)

    – mi pare, con tutto il rispetto, che questo vostro accanimento sulla difesa culturale dello Stato nazionale riveli un vostro scarso interesse per gli inevitabili e diversi processi sociali e culturali sul territorio della ggente che, ovviamente, dei discorsi sul friulano, dello stato nazionale come dell’Euroregione poco si interessa. Siete più interessati a spiegare che la vostra ideologia è quella buona che a rappresentare quella che trovate tra la ggente.

    – Il piccolo e relativamente significativo esempio sull’interesse del blog di Zvech sul tema dell’immigrazione, inoltre, aggiunge un’altra prova su quanto un tema così diffuso nelle preoccupazioni di questo territorio sia scarso nella vostra agenda.

    – Nota a margine, ma importante per vari commentatori che (come me ovviamente) sono certi di avere le certezze e le ultime verità: l’interpretazione dei discorsi culturali pubblici di una serie di personaggi pubblici politicamente contigui è una pratica ‘piuttosto’ affermata dal punto di vista scientifico. Ovviamente non in Italia ma l’Italia non vale niente dal punto di vista accademico, soprattutto nelle scienze sociali. A me interessa, soprattutto, il vostro impianto culturale che sta nei vostri discorsi ricorrenti.

    – Magris (e non solo) mi hanno stufato anche a me. Non ne posso più. Detto questo, non sparliamo a vanvera senza saperne nulla del mondo accademico anglosassone che in merito a preparazione, efficienza e risultati ha solo “qualcosina” da insegnarci a noi mediterranei così pieni delle nostre anticaglie poetiche.

  30. enrico maria milic ha detto:

    chapeau a laura che scrive:

    “il pd del friuli venezia giulia non ha una vera linea politica
    questo mi sembra evidente
    è un problema antico ma che non è stato, colpevolemente, risolto negli anni di governo del centrosinistra
    ci siamo illusi che illy risolvesse i nostri problemi
    ma è stato un errore
    anche perchè non era il suo lavoro risolvere i problemi del partito democratico”

    chissà cosa ne penserà brunone…

  31. La Mula ha detto:

    Allora, da Wikipedia: ‘Il nome ghetto si riferisce a un’area nella quale persone considerate (o che si considerano) di un determinato retroterra etnico, o unite da una determinata cultura o religione, vivono in gruppo, volontariamente o involontariamente, in regime di reclusione più o meno stretta.’

    Personalmente non ritengo sia il ‘luogo’ giusto da cui ri-partire, mentre mi pare che senza chiamarlo così l’idea che proponi sia proprio questa.

    Una comunità è viva per la sua capacità di contaminarsi. Per cui giustissimo ripartire dal territorio, ma senza fissarlo nel tempo e nello spazio, caso mai accompagnando la sua velocità di mutamento. Che può essere lento o repentino, dipende da molti fattori, ma deve esistere se quella ‘comunità’ è vitale.E se è vitale la contaminazione l’arricchisce e la fa progredire.

    Esempio: prendi l’analisi del dopo voto fatta dal Pdci. E’ più o meno: abbiamo perso perchè non c’era la falce e martello. Probabile che qualche ultraottantenne non trovando sulla scheda la falce e martello abbia sbagliato il voto, ma la cosa è di per sè risibile. Di fondo Diliberto ritiene che il suo elettorato (di cui in passato ho fatto anche parte) sia un monoblocco che si muove col telecomando, un piccolo ghetto nascosto dietro una bandiera rossa a coltivare falci e martelli. Il paleontologo Diliberto parla di ‘lavoratori’ e con questa parola intende la mitica classe operaia oggi strapensionata quando non morta.Non mi stupirei se il Pdci sparisse per sempre. E non ne sentirei la mancanza.

    Senza arrivare a vette tanto eccelse d’immobilismo mentale ‘di sinistra’ (è paralisi pura) basta leggere il commento di Marquando ai miei strali. Si chiede se lavoro. Suppongo che l’idea di lavoro di Marquando sia quella che va per la maggiore alias le fatidiche otto ore. Lavoratore è chi le fa, magari di più. Un’idea giusta non fosse che nel suo essere fissata in un tempo e in uno spazio non sempre ti permette di vedere la velocità con cui sta cambiando il mercato del lavoro. Ossia del cambiamento vedi i risvolti negativi (contratti co.co.co. nel migliore dei casi, ecc.) ma non l’insieme, molto più complesso. E questo in qualche modo parcellizza l’analisi e impedisce di trovare soluzioni adeguate.

    Ritengo che la scomparsa di parole come destra, centro, sinistra, lavoratori, classe operaia ecc. o meglio ancora di parole che fino a oggi ci hanno aiutato a sintetizzare e in qualche modo a ghettizzare la realtà sarebbe un ottimo passo avanti per leggerla. Perchè secondo me quello che dobbiamo fare e abbiamo 5 anni davanti a noi è proprio leggere il cambiamento senza l’ausilio di vecchi schemi. Fuori dai ghetti, soprattutto. E senza paura (che poi è quella di Marisa quando s’arrocca su vecchi retaggi friulanofoni che col Friuli di oggi non hanno più nulla a che vedere).

    Ho finito o quasi

    Ps 1 per Milic: il commento su i video era per rispondere a Marquando
    Ps2 per Marquando: non lavoro o almeno non lo faccio nel senso che intendi tu. Però sono occupata circa 12 ore al giorno 365 giorni l’anno e mantengo una famiglia, inclusi 3 gatti e una stupenda beagle.Più prole.
    Ps3 per Valerio: qualche volta te me son ‘ssai cocolo. Suppongo tu abbia apprezzato la sintesi critica su Susanna…

  32. enrico maria milic ha detto:

    io il ghetto che mi affibbi l’ho chiamato “home” e ho scritto che dev’essere un luogo di “sostegno alle identità sul territorio e dell’apertura al mondo”.

    in altre parole, in velocità e per esempio, penso che la mia home debba:

    – far sapere bene a tutti, tramite la scuola, l’italiano e l’inglese oltre che le lingue tradizionali
    – far circolare e far comprendere ai cittadini, tramite la scuola e i media pubblici, le culture tradizionali come permettere loro di interpretare dignitosamente la cultura contemporanea globale, capitalist-consumistic- ecc. ecc.
    – dare dignità e valore agli stranieri e combattere xenofobia e razzismo.

    se vuoi chiamalo pure ghetto. a me non sembra tale.

  33. La Mula ha detto:

    Mentre scrivevo scrivevate anche voi.

    Caro Milic, io non ho verità, ho solo un linguaggio aggressivo perchè sono notoriamente aggressiva. Quanto alla mia scarsa conoscenza di scienze sociali, te lo confermo. Da quando mi sono laureata in sociolinguistica e quindi secoli fa ho dedicato poco tempo all’aggiornamento. Rimane qualche microinfarinatura da anziana e qualche nozioncina che mi passa e trapassa il mio compagno che ha avuto l’incommensurabile fortuna di frequentare un liceo prima del ’68.

    Caro Abo, il bello dei blog è che – a differenza dei giornali e paradossalmente persino dei libri- puoi scrivere lenzuolate ovunque senza disturbare nessuno. Non si legge e basta.

    Saluti e baci (accetto la birra di valerio)
    La Mula ecc.

  34. La Mula ha detto:

    La diatriba continua in privato

  35. stefan cok ha detto:

    Intanto grazie ad enrico per avermi segnalato il suo post. Sono parzialmente d’accordo con quel che dice Fabio Omero sulla lunghezza: è vero che il post è lungo, io però più che definirlo una lettura faticosa lo definirei una lettura impegnativa – che non è la stessa cosa. Del resto, avevamo già la campagna elettorale per cercare di sintetizzare ogni messaggio nella forma più breve possibile. Dopo aver perso, direi che possiamo anche prenderci un po’ di tempo per ascoltare..

    Allora, la dico per punti:

    1)Non so quanto ci sia stato un cambiamento nella linea politica dal 2001 al 2008, per il semplice motivo che mi manca tutta la prima parte (ho iniziato a fare attività politica negli ultimissimi mesi del 2003, negli allora DS, e prima che iniziassi a capire un po’ i meccanismi c’è voluto ancora qualche tempo, mi è quindi difficile valutare da dove si partiva). Mi pare però che sia mancato un confronto su alcuni temi. In particolare (la metto in modo molto grezzo) su tutta la complicata questione di che idea abbiamo noi del modo in cui dovrebbero interagire le diverse sensibilità-comunità-lingue-individui che in questa Regione vivono (uso appositamente tanti termini diversi perché mi pare che su questo tema le nostre stesse idee non siano chiare). Faccio un esempio stupido. Qualche anno fa, nell’allora Sinistra giovanile (i giovani dei DS), mi sono trovato ad interagire contemporaneamente con un ragazzo della provincia di Pordenone che mi diceva che stavamo sbagliando tutto e che la scarsa attenzione al friulano ci avrebbe spazzati via. E con un ragazzo di Udine che mi diceva, la dico anche qui bruscamente, che quelle sul friulano sono tutte scemenze. E queste posizioni antitetiche (diversità di vedute fra Trieste ed Udine – diversità di vedute fra persone anche dello stesso luogo) sono continuate. E si sono ingigantite ancora di più con la nascita del PD (discorso che non vale solo per il friulano ma, per esempio, anche nelle diverse vedute sul come rapportarsi – politicamente intendo – con la minoranza slovena). Ora, qua il punto da capire, ancor prima di quali sono le politiche da promuovere, consiste in che tipo di concezione culturale abbiamo alle spalle. Come circostanza attenuante si può dire che nell’ultimo anno siamo stati in trincea, in prima linea, cercando contemporaneamente di fondere insieme due eserciti (scusate la metafora, si vede che sono appassionato anche di storia militare..), il che non aiuta certo a fare un lavoro a monte. Però sarebbe imperdonabile se adesso che siamo all’opposizione non avessimo l’umiltà di parlarci chiaro su questi argomenti. Sul tema dell’unità – identità nazionali, che metto nello stesso filone perché classifico sempre nella stessa categoria delle “ragioni per cui un gruppo di persone sta insieme in uno Stato” non penso che fosse negativo, in un paese che a volte mi sembra stia più insieme per inerzia che per effettiva convinzione. Non ho letto l’articolo di Maran (p.s. il link non funziona!), per cui mi riservo di leggerlo appena me lo procuro. Dico solo però che richiamarsi a quei concetti va bene. Ma contrapporli alle eventuali particolarità locali probabilmente non fa che radicalizzare le stesse, e quindi, aldilà del giudizio di merito che si dà, è controproducente.

  36. stefan cok ha detto:

    2)la sconfitta elettorale alle regionali. L’election day ha pesato. Però, sinceramente, una cosa che mi aveva preoccupato (ho i testimoni, non è un modo per dire “l’avevo detto io!”) in campagna, benchè fossi anch’io convinto che anche stavolta Illy ce l’avrebbe fatta, anche qui la dico schematizzando, era osservare i manifesti elettorali (che, diciamoci la verità, non guarda più nessuno probabilmente tranne noi “addetti ai lavori” per capire chi ne ha attaccati di più e meglio – però possono essere ancora indicativi di come viene impostata una campagna dal punto di vista della comunicazione e del rapporto con l’elettore). Manifesti su cui c’era la faccia inespressiva di Illy, in bianco e nero. E Tondo che parlava attraverso il fumetto. Stessa cosa per il sito internet. Quello di Illy “istituzionale”, per così dire. Riattivato 2 mesi prima delle elezioni. E che probabilmente anche in caso di vittoria non sarebbe mai più stato aggiornato dopo il 15. Quello di Tondo basato su un blog. E ho l’impressione che mentre in passato questo “distacco” del nostro candidato fosse un punto di forza, stavolta sia stato controproducente. Il che non toglie che lo slogan della campagna elettorale di Illy ma di tutta Int. Democratica, la “Regione della conoscenza”, cogliesse esattamente nel segno di ciò che serve. Se poi fosse anche efficace elettoralmente parlando è un altro paio di maniche. Spero abbiate capito cosa voglio dire

  37. stefan cok ha detto:

    3)il ricambio: giusto. Con tre considerazioni: a)chi arriva deve essere messo nelle condizioni di sapersi preparare (il caso di Fedriga mi pare sia emblematico: adesso è agli onori della cronaca come parlamentare. Ma prima di questo si è fatto una lunga gavetta, rapp. alle superiori, all’università. Insomma gli si è data la possibilità di sapersela giocare). Poi se uno non è bravo, che si provveda alla sua formazione o meno non serve perché farà casini lo stesso. Ma se è bravo, è il caso di prepararlo per dargli modo di saper mettere in pratica il potenziale (la politica, come lo sport, è piena di persone potenzialmente brave che non sono state messe nella condizione di far bene. Ed è, purtroppo, anche piena di persone non brave che si sono ricavate le condizioni per fare quel che più gli aggrada..) b)In ogni caso il ricambio ha senso se è un progetto di medio-lungo periodo. I partiti medio-piccoli riescono ad accrescere i propri consensi all’insegna del nuovo e basta. I partiti grandi, se pretendono di cavalcare solo l’onda del ricambio, fanno flop. In particolare da noi, dove probabilmente lavorare al rinnovamento è particolarmente importante. Ma non penso porterà benefici sul piano immediato dal punto di vista elettorale. Perché siamo in un circolo vizioso che si autoalimenta: una società sempre più vecchia produce una politica che essendo anch’essa sempre più vecchia è incapace di invertire il trend. Se puntiamo al rinnovamento, è evidente che stiamo cercando di uscire da questo meccanismo. Ma la cosa comporterà, almeno all’inizio, più oneri che onori. c)ricambio non è sostituire un gruppo di persone con un altro, punto e basta. Ricambio è lavorare costantemente per le nuove leve, e risulta essere efficace se è graduale ma costante nel tempo. Ha senso cioè se oggi si fa entrare una persona nuova, avendo già iniziato a pensare alla formazione delle persone che sostituiranno chi entra oggi. Altrimenti diventa solo un percorso a singhiozzo.

  38. stefan cok ha detto:

    scusate la lunghezza, che testimonia due cose: 1)che l’articolo aveva destato il mio interesse; 2)che dicevo sul serio quando all’inizio ho scritto che era la campagna elettorale il momento della sintesi e che ora ci si può dilungare un po’ 😀

  39. Laura TS ha detto:

    “chissà cosa ne penserà brunone”

    speriamo che non abbia letto
    😀
    😀
    scherzo ovviamente
    le mie opinioni sono pubbliche
    e sincere
    in particolare nei confronti delle persone che stimo

    ad integrazione di quanto detto
    preciso che in questo momento bruno mi sembra l’unica persona capace di ricoprire quel ruolo
    sapendo però che il prossimo segretario non potrà essere assolutamente della sua stessa generazione

    il problema cmq adesso resta
    e l’esempio di stefan sul friulano
    per quanto piccolo
    è emblematico

  40. Marisa ha detto:

    Continuo a considerare il testo offerto da Enrico Maria Milic, non solo una ottima base di discussione, ma anche una analisi molto ben fatta della incapacità di gran parte della sinistra italiana, di relazionare con il territorio.

    E’ ovvio che chi è cresciuto sul piano intellettuale nei centri sociali, lontanissimo dalla realtà territoriale che del resto disprezza (poveri meschini ignoranti che se va bene leggono il Piccolo o il Messaggero Veneto, io invece che ho fatto il liceo classico…), con la puzza sotto il naso tipica di chi si considera la elite, non sia d’accordo con la analisi da Enrico. Troppo lontana dalla “bolla” dei centri sociali, per poter essere condivisa e soprattutto capita.

    La sinistra italiana è sempre più pericolosamente nazionalista e siovinista, sempre più lontana dai valori dell’Europa: il plurilinguismo è considerato ormai il futuro dell’Europa che lo dichiara in ogni suo documento da almeno 10 anni. E da almeno dieci anni suggerisce une società dove partendo dalla lingua materna locale (insegnata a scuola), passando per la lingua comune statale, arriva alle altre lingue comunitarie.

    Ma il feticcio “contaminazione” e “calderone”, icona dei centri sociali; la idiologia della globalizzazione unità al disprezzo per le identità territoriali, stanno allontanando la sinistra italiana dall’Europa e dalla capacità di “leggere” e “capire” il territorio.

    Capacità, che la Lega invece ha e che abilmente sfrutta a fine elettoriale.

  41. apu ha detto:

    Pensavo di scrivere domani, ma vista la ricchezza degli interventi preferisco scrivere qualcosa. Quasi un’anticipazione del mio intervento in assemblea provinciale del Pd di stasera (portiamo la politica fuori dalle solite stanze?).

    E’ vero che il post di Enrico è un po’ impegnativo, ma, come ha detto Francesca, questo è un blog, e la cosa bella del blog è che ognuno può intervenire sulla parte che gli è interessata e che lo ha colpito, senza dover dare per forza risposte scientifiche a tutto. La ricchezza delle risposte comunque dimostra che è un bel post, e interessante.

    Cercherò di dire alcune cose, forse lunghe, ma provo a fare una sintesi accettabile:
    – Il problema della sconfitta. Il Pd ha perso non solo perché i numeri lo dimostrano (e, ahimè, lo dimostrano..) ma perché è nato con un’ambizione maggioritaria. Chi ragiona sulla sconfitta, tentando di renderla meno amara, in termini proporzionali quando si puntava a essere maggioritari mi sembra che porti lontano dalla consapevolezza di quello che è successo. La partita vera era essere guida del paese, e i cittadini non ci hanno visti come guida. Il PD ha rappresentato qualcosa di positivo, questo non va negato, altrimenti avremmo perso ancora peggio, ma pensare ora di aver ancora l’ambizione andando in continuità con quanto fatto mi sembra paradossale

    – In FVG. La cosa più grave è aver perso senza rendersi conto di cosa stava accadendo. Tutti, e dico tutti, eravamo convinti che, nonostante la prevedibile sconfitta nazionale, alle regionali Illy sarebbe stato riconfermato. Vedo in questa sconfitta due spiegazioni (principali): una tattica, aver sottovalutato l’election day (anche se quando è stato deciso tutti davano ragione a Illy), che alla fine, nonostante i distinguo e il minimo recupero, ha finito per rendere il voto completamente politico e non amministrativo. Il grado con cui è stato sottovalutato questo aspetto è tremendo, e se, come ho detto in altro commento, tutti possono sbagliare un rigore, peccato che abbiamo sbagliato l’ultimo rigore della partita di finale. La seconda spiegazione è strategica (o culturale, come la chiama Enrico): le priorità di sviluppo che Illy ha dato alla nostra Regione (e che abbiamo condiviso… scusate se lo specifico sempre, ma non vorrei che qualcuno mi dicesse che parlo di altri e che non mi assumo le mie responsabilità in quanto parte di un partito e di una coalizione) erano priorità alte che non hanno inciso sui mal di pancia e le aspettative quotidiane della “gggente”. Ho già detto, appunto, che “ci siamo svegliati Veneto”, cioè pensavamo di essere un’oasi e invece siamo come il resto della società italiana, alla quale non abbiamo saputo dare risposte. Vorrei dire di più ma rischio di essere lungo, mi limito però a precisare che secondo me tanti hanno scelto Berlusconi e Lega (su tutte le schede, anche se in una c’era il nome Tondo… non venitemi a dire che la campagna di Tondo è stata efficace…) e invece qualcuno non ha scelto Illy (che, seppur recuperando, ha perso voti a sinistra…)

    – Il PD in FVG. Vedo tre problemi per un risultato che considero modesto. Il primo: lo so che dicendo questo mi prendo le critiche di molti, ma secondo me il Pd in FVG ha un peccato originale, e cioè aver messo contro alle primarie gli apparati dei Ds e delle Margherita, ponendo le basi per un incessante distinguo tra ex e una continua competizione tutta interna tra posizione di potere. Questo lo stiamo ancora pagando, con una personalizzazione tremenda della competizione e con la conta dei voti più rivolta verso l’interno del partito che verso la società, cosa che uccide qualsiasi sforzo di novità. Il secondo problema è che le liste del Pd (e la campagna elettorale) sono state fatte per garantire gli uscenti più che per innovare la rappresentanza (dato dimostrato da chi sono gli eletti), e anche questo non ci ha posto nelle condizioni di smarcarci da un’opinione già consolidata verso i due ex partiti. Terzo problema, lo ha già detto bene Laura (brava Laura!), non si capiva quale fosse la linea del Pd in Regione, troppo poco chiara su alcune questioni (come ha detto Enrico), troppo in linea con Illy per rappresentare un’alternativa per chi avesse voluto comunque votare centro-sinistra ma equilibrare un po’ lo strapotere del presidente, vaga su questioni importanti sulle quali si è lasciato che ci fossero battitori liberi senza riferimenti (esempio è proprio la legge sul friulano: che si sia d’accordo o meno, al di là delle opinioni di ognuno di noi, il Pd non ha espresso una linea di partito, e io non ho ancora capito, ad esempio, se il Pd fosse d’accordo con Maran o no…)

    – Rinnovamento. Enrico ha ragione. Mentre noi ci riempivamo la bocca con “giovani e donne”, qualcun altro (come AN, per non fare anch’io l’esempio della Lega ormai citatissima) ha mandato in consiglio regionale, e prima in Comune di Trieste, una squadra di quarantenni e una delle pochissime donne elette. Ora, o si ha il coraggio adesso, dopo questa sconfitta e con una scadenza di progetto politico di medio-lungo periodo (non essendoci competizioni locali vicine), di rinnovarsi oppure dovremmo aspettare altri dieci anni almeno. Conosco le perplessità di giovani veri (e lo dico senza ironia, significa under30) come Laura e Stefan, su alcuni quarantenni ormai brizzolati (anch’io lo sono…), ma spero anche loro possano capire che o queste energie vengono messe in circolo ora o vanno perse, a sfavore anche dei trentenni, che si trovano col vuoto cosmico davanti. Non è un discorso banalmente giovanilista, non voglio dire che va bene chiunque purchè giovane (o pseudo-giovane..), ma ci sono belle energie che non vanno sprecate. In questo senso io non chiedo a brunone di andarsene ( così, giusto per essere chiari), ma gli chiedo di avere coraggio, di permettere la sperimentazione, che un bel progetto nuovo serve anche a lui. Per essere chiari fino in fondo, stasera all’assemblea mi dimetto anch’io, per correttezza e trasparenza, ma anche per lasciare lo spazio ad una riflessione seria sul dopo, al di là dei nomi.

    – Da dove ripartire. Questa la difficoltà maggiore, siamo tutti spiazzati ed è difficile capire con chi e come. Esiste un problema di metodo (rinnovamento appunto, poi nuove forme di partecipazione, nuovi modi di comunicazione, nuovo modo di ascoltare il territorio, nuovo modo di stare nella società, sapendo che la politica non è più un campo di appartenenza stabile e fideistica per le persone comuni). Anche secondo me non va buttato tutto (il lavoro dei circoli e l’entusiasmo di molti non va sprecato), ma i nostri riferimenti, anche di metodo, continuano ad essere quelli dei vecchi partiti. Esiste poi un problema di contenuti, e qui la partita è ancora più difficile. Superare gli schemi classici della nostra visione della società è la sfida più grande. Veltroni un po’ ci ha provato ma le competizioni elettorali erano troppo vicine. Ragioniamo ancora troppo (questo vale per tutta la sinistra..) per vecchi gruppi sociali, come se il precariato, la povertà, l’insicurezza, la paura etc etc fossero ascrivibili a precisi gruppi sociali (la lotta di classe…). Occorre leggere con occhi nuovi la società, ascoltarla, senza aver paura di essere messi in discussione. Per essere ancora rappresentanza, cercando di equilibrare quel bisogno di locale che difende giustamente Enrico, con quella necessità di apertura,innovazione, convivenza civile e modernità ben temperata che Valerio ha sottolineato bene in un post precedente.
    Scusate la lunghezza.

    PS – come ha fatto Laura ? per chiarezza io sono Gian Matteo Apuzzo (ho scritto una volta come “apu” perché c’era traffico di “Matteo” su bora.la, poi è rimasto)

  42. apu ha detto:

    scusate, nel PS, dopo Laura c’era un sorriso e non un punto interrogativo

  43. enrico maria milic ha detto:

    ben detta, matteo, bravo.

  44. Laura TS ha detto:

    “Conosco le perplessità di giovani veri (e lo dico senza ironia, significa under30) come Laura e Stefan, su alcuni quarantenni ormai brizzolati (anch’io lo sono…), ma spero anche loro possano capire che o queste energie vengono messe in circolo ora o vanno perse, a sfavore anche dei trentenni, che si trovano col vuoto cosmico davanti”

    Condivido questo tuo pensiero molto più di quanto tu possa imamginare.
    Quello che ritengo sbagliato è qualificarsi in quanto giovani.
    A 40 anni non si può essere ancora giovani promesse.
    In questo modo fate torto a noi ma anche e soprattutto a voi stessi.

  45. La Mula ha detto:

    Bravo Apu. Tutta la mia stima, per quel che conta.

    E ora scusate un piccolo peana a Riccardo Illy a cui ho sempre detto (in realtà, scritto, per lavoro…ops non dovevo dirlo!)francamente in faccia cosa pensassi.Riccardo Illy senza Roberto Damiani (quel fascista di) non sarebbe stato l’ottimo sindaco che è stato. Ma ha saputo scegliere e imporre a tutti (quel fascista di) Roberto Damiani. Salvo sbagliare nel perderlo per strada.Ha avuto la dignità di non strusciarsi sul morto (e credo che Roberto, se c’è un qualcosa da qualche parte, abbia apprezzato).
    Riccardo Illy non ha mai ceduto al ricatto del farsi uno dei tanti perchè non lo è e non lo è mai stato. E’ sempre stato se stesso, nel bene e nel male. E’ stato circondato da mosche cocchiere e ha accettato le mosche cocchiere, enorme e immensa colpa che paga di tasca sua. Ma sempre alla luce del sole. Riccardo Illy non piace perchè tra i miliardi di difetti che ha non può vantarsi di essere nè ipocrita nè bugiardo. E in questo ridicolo FVG ipocrita e bugiardo non poteva vincere.

    E adesso giochiamo con gli ipocriti e i bugiardi. Li abbiamo eletti tutti, non uno escluso. Non mi mancherà il Governatore Illy, ma auguro a Riccardo Illy persona di non venir mangiato vivo da chi si è nutrito di lui. Non se lo merita proprio. E i cannibali sono già alla porta.

  46. Giovanni Barbo ha detto:

    ammetto di non aver letto tutti i commenti, ma mi sento di intervenire per dire di condividere appieno quel che ha detto matteo nel suo.
    curiosamente, tra l’altro (telepatia?) ho appena finito di scrivere alcuni appunti molto in sintonia con il tuo ragionamento, che rifinisco e poi magari metterò a disposizione.
    rinnovamento e comprensione di quali sono i problemi di cui si preoccupano le persone – quelle vere, non i “tipi” che ci creiamo nella nostra mente come uditorio ideale dei nostri monologhi – sono secondo me i due concetti principali su cui abbiamo fallito e su cui dobbiamo riflettere e fare delle scelte coraggiose e drastiche. d’accordo con stefan sul fatto che per i partiti grandi si tratta di un processo piu’ difficile, ma ciò non toglie che il gap che ci divide dalla realtà, mentre noi prendiamo tempo, rischia di farsi progressivamente piu’ grande.
    un solo appunto che riguarda la legge sul friulano: francamente mi sembra che su questo, enrico, esca un po’ dal ragionamento complessivo. nel senso che, se posso condividere in parte il fatto che espressioni come “la coscienza nazionale italiana” siano poco sentite dalle persone, ciò non toglie che l’operazione che si stava portando avanti era grave per come entrava bruscamente in un settore delicato come quello dell’educazione. per questo motivo era necessario sollevare il problema.

  47. Matteo Apollonio ha detto:

    Riprendo un momento del discorso di Gian Matteo: “…Il PD in FVG. Vedo tre problemi per un risultato che considero modesto. Il primo: lo so che dicendo questo mi prendo le critiche di molti, ma secondo me il Pd in FVG ha un peccato originale, e cioè aver messo contro alle primarie gli apparati dei Ds e delle Margherita, ponendo le basi per un incessante distinguo tra ex e una continua competizione tutta interna tra posizione di potere. Questo lo stiamo ancora pagando, con una personalizzazione tremenda della competizione e con la conta dei voti più rivolta verso l’interno del partito che verso la società, cosa che uccide qualsiasi sforzo di novità…”

    Non è per continuare ad infierire Apu, ma questa identica situazione, l’abbiamo vista da giovanissimi sbarbatelli il signor Milic ed io, nel lontano 1996. Dodici anni orsono, quando alle elezioni si presentarono come candidati il signor Rumiz ed il compianto Bobbio, che vennero sconfitti rispettivamente da Gualberto Niccolini e Roberto Menia. All’epoca il signor Fanni Canelles se non erro assieme ad altri agguerriti popolari non perdevano giorno per ingaggiar tenzone con i pari grado Zvech e compagni. Non era stato un bello spettacolo assistere a quei diverbi che segnalavano differenti visioni e modi di intendere non facilmente sintetizzabili in un’unica idea. Dopo dodici anni è stato fatto qualche passo in avanti? Mi piacerebbe che lo spiegassi, se puoi farlo, tu che la vivi dal di dentro. Grazie. Matteo Apollonio

  48. Marisa ha detto:

    Giovanni Barbo, sbaglio o sei della corrente PD di Alessandro Maran?
    Nulla di male…..per carità!

  49. Giovanni Barbo ha detto:

    …prima intendevo che sono d’accordo con quel che dice matteo apuzzo, che d’ora in poi come voi chiamerò apu 😉
    anche quel che dice matteo apollonio, però, mi sembra tristemente vero. la differenza è che ora si fa parte dello stesso partito, quindi queste divisioni – che ahimè ancora ci sono – hanno ancora meno ragion d’essere. e pure in questo caso parlare di processo di “fusione” graduale mi sembra una giustificazione per continuare a ragionare secondo vecchie logiche. chi stabilisce quando è giunta l’ora di accantonarle?
    marisa: non faccio parte della “corrente pd di alessandro maran” e francamente non sapevo nemmeno esistesse 😉 ciò non toglie che penso che su molte cose abbia avuto un atteggiamento coerente e coraggioso.

  50. La Mula ha detto:

    Voi che avete risposte per tutto mi suggerite, per piacere (mamma mia, quanto divento dolce quando tocco questo argomento), cosa posso fare con i quattro chili di asparagi bianchi di Bassano che mi avanzano?
    Oltre a quelli con l’uovo alla bassanese (sodo, più aceto, olio pepe e sale) di questa sera, già metabolizzati, a quelli finiti nella zuppa con cumo (è una specie di rabarbaro selvatico delle montagne venete, se volete ne ho appena surgelato due chili)piselli, orzo, patate e cipolline novelle (porzioni tra fresco e frezer per una ventina di persone)e ai due pasticci con pasta fresca -che a questo punto finirò di fare domani- mi avanzano altri quattro chili di asparagi. E due sono già stati consegnati (al vicino di casa e a mia madre).
    Non invitate mai un veneto in vacanza. Arriverà stracarico di gioia.Non siamo pronti a tanto.

    E poi è un piacere convivere con loro, perchè conoscono il piacere del vivere. Perchè conoscono il piacere. E noi?

  51. Julius Franzot ha detto:

    @ Giovanni Barbo: Maran ha detto una mostruosità: che non esistono in Friuli-Venezia Giulia minoranze tedescofone e friulane. Essendo io esattamente un misto di queste due, quindi la prova vivente che si sbaglia, il tipo per me è morto e sepolto. Se non sei un suo seguace, ciè ti fa solo onore.

  52. valerio fiandra ha detto:

    Al vapore, @lamula. cestino su un quattro cm d’acqua, coperchio, 12 minuti ( se sono diametro 2cm – 8 se meno 9 a bollore . lasciare intiepidire. olio extra vergine. pane bianco. salse sconsigliate, ma c’è chi le usa. Alternativa per sole punte: risotto, ma bisogna saperlo fare: indispensabile brodo vegetale per base. buonanotte, buon 25 aprile…

  53. valerio fiandra ha detto:

    9 eguale )

    per la precisione

  54. Matteo Apollonio ha detto:

    L’asparago co l’ovo: la sua morte.

  55. Marisa ha detto:

    Alessandro Maran, un “atteggiamento coerente e coraggioso”?
    Anche Roberto Menia è coerente con le sue idee (neo-fasciste?) quando disprezza sloveni, croati e friulani…

    Il problema è verificare se stà dalla parte dei diritti umani o contro i diritti umani…
    Il problema è verificare se adopera argomentazioni razziste e tratte dal più bieco nazionalismo italiano o se è un europeista rispettoso di tutti i popoli….

    Fai un po’ tu!

    Comunque non voglio riaprire il discorso sulla tutela della lingua friulana. La discussione sulla stampa e in Consiglio regionale e già stata sufficentemente pessima.

    Quel che però è certo, e questo rientra nella discussione di questo Post, ci sono stati “alcuni” personaggi politici regionali del PD, che hanno fatto battaglie di retroguardia – contro Illy – creando molti problemi politici a Illy stesso e che hanno in definitiva, sulla coscienza, la responsabilità della sua non rielezione e la sconfitta della sinistra regionale.

  56. enrico maria milic ha detto:

    marisa,
    anche se sono d’accordo con te sul sostegno alla legge sul friulano (e come già detto circa 969 volte la considero una misura progressista checchè ne dica il pensiero nazional-repubblicano…) trovo invece abbastanza fantasioso che la legge sul friulano sia uno dei grossi motivi DIRETTI per cui illy ha perso le elezioni…

    quando parlo della legge sul friulano in relazione al PD voglio solo dire, per quanto mi riguarda, che quel dibattito del PD è una spia lampante della cultura interna al dibattito che mette chi sta nel PD, sempre e comunque, un piano sopra la gente sul territorio: il PD ha trovato e usato, in altre parole, argomentazioni culturali esogene al contesto sociale e le ha imposte a prescindere dalla cultura praticata sul territorio, dalle pratiche sociali, da quanto la gente volesse o meno sta benedetta/dannata legge. un pamhplet intellettualistico come quello di maran ne è la prova lampante.

    dopo, che il consenso o il dissenso sulla legge (calata dall’alto da illy e criticata dall’alto dal PD) siano state delle cause al momento del voto (il singolo cittadino era contento o incazzato per la legge) non possiamo saperlo e non abbiamo dati in merito.

    invero, quello che dice stefan cok qua sopra (qualche cittadino progressista che era favorevole, altri no) rispecchiano anche la mia esperienza rispetto ai miei amici e alle loro opinioni in merito: ovviamente poco rappresentativa di centinaia di migliaia di votanti.

  57. La Mula ha detto:

    Caro Enrico, sei inciampato anche tu nel gioco di demonizzazione della legge aperto dall’informazione e cavalcato da uno sparuto gruppetto di autonomisti friulani.

    Nessuno nel Pd ha eccepito alcunchè sulla tutela del friulano (Maran incluso). Tra l’altro era obbligatoria perchè applicazione di altra legge dello stato, a sua volta obbligatoria per adeguare l’Italia all’Europa.

    Alla base del ragionamento di Maran (nel suo ruolo politico, che sempre dall’alto è, ma in questo caso perchè si rifà ai problemi che pone legiferare) c’era il fatto che, così come impostata, la legge di fatto procedeva a una specie di ‘censimento’ delle aree, segnando dei confini ‘virtuali’ all’interno della Regione (e i censimenti storicamente non sono ben visti da nessuno dei parlanti qualsiasi lingua in questa regione). In secondo luogo con il silenzio assenso metteva in atto una discriminazione, e quindi era incostituzionale (e lo è, anche se per averne la certezza dobbiamo attendere il verdetto della Corte Costituzionale) dal momento che tra le varie cose mette la regione nelle condizioni di legiferare in una materia (l’istruzione) che non è di sua competenza.

    Ora, se a voi piace la deregulation va bene, ma allora si va tutti alla Berlusconi stile ‘Casa delle Libertà’ della Guzzanti (presente gli sketch)? Nel caratteriale decisionismo di Illy (ma è sempre stato così, non è una novità o una scoperta dell’ultima ora) -spalleggiato da Antonaz a cui piace per principio tutto ciò che non è legge (e qui, una piccola riflessione su certe sconfitte la farei…)- è venuto fuori questo garbuglio che non ha nè portato nè tolto voti, almeno secondo me, ma ha messo in luce alcune pecche dell’amministrazione, già rilevate con la pessima legge sul Tocai e esplose a livello nazionale con l’incredibile revisione dello statuto.

    Il non saper legiferare non è una novità in FVG. La giunta Tondo è rimasta nella storia patria per essere riuscita a non far passare una legge, tutte o anticostituzionali o fuori dalle norme europee. Lavoravo a Roma proprio in quel periodo, a San Macuto, e eravamo una specie di barzelletta per tutti i funzionari ministeriali (che a differenza di quanto si ritiene in generale sono sicuramente raccomandati, ma con una selezione del meglio che abbiamo in Italia).

    La novità caso mai è che Illy in passato aveva dimostrato di saper legiferare. Sotto il ‘buon governo Damiani’ alla perfezione (ma Roberto era uno con ottime conoscenze in materia), nei primi anni in Regione, troppo occupato a sistemare tutti, senza danni e quindi senza leggi.

    Il gran finale è stato impietoso, ma non è lui il solo colpevole. Se chi ci rappresenta (anche a prescindere dall’orrida legge elettorale) ignora cosa significhi fare una legge, modellarla sulle regole nazionali e europee, beh la situazione mi pare abbastanza grave. E non credere che alla gente sfugga questo particolare, che non è proprio di secondo piano…

    La legge sul friulano Tondo, che apre bocca perchè ce l’ha (non contestarmi anche questo!), la dovrà fare. Sarà divertente vedere cosa partorirà, perchè sarà sicuramente una ciofeca, ma questo non sposterà voti, così come non li ha spostati la precedente fallimentare gestione Tondo. La memoria è corta.

    Non credo proprio che il ” PD ha trovato e usato, in altre parole, argomentazioni culturali esogene al contesto sociale e le ha imposte a prescindere dalla cultura praticata sul territorio, dalle pratiche sociali, da quanto la gente volesse o meno sta benedetta/dannata legge”. Il Pd non ha capito un cavolo esattamente come tutti, troppo preso dal suo ruolo di ufficio di collocamento di questo o quello e convinto che Illy, puer cristo, fosse la panacea per tutti i mali da tempo ben radicati in questa regione (a 360°).

    Ma qui la gente o gggente è conservatrice (nè più nè meno di quanto sono conservatori in Emilia o in Toscana, anche se di segno opposto), Illy ha avuto al suo fianco dei pessimi consulenti, in particolare per quel che riguarda l’immagine, e alla fine il voto è ritornato da dove era venuto. Con, in aggiunta, l’incredibile schifezza delle guerre intestine tra i politicanti di professione (Malattia, Moretton ecc.)di cui Illy è solo una vittima paradossalmente temo inconsapevole.

    Ti suggerisco di leggere l’ottimo articolo di Rovatti oggi sul Piccolo, spiega molto bene alcuni meccanismi in atto, qui e altrove.
    Illy ha un’unica grande colpa: essersi appoggiato a uno staff molto, ma molto, ma molto più arrogante di lui. Lui è solo un timido che si difende e generosamente si affida. Ma lo sapevamo già.

    Ps: quanto a stare tra la ggente tutti stiamo tra la nostra ggente e quindi capiamo quanto la nostra ggente ci dice perchè è quanto noi vogliamo sentirci dire. Meglio un blog, dove la gggente non puoi scegliertela, per confrontarsi.

  58. Marisa ha detto:

    Enrico, non ho affermato che la legge sul friulano è stata una delle cause della non riconferma di Illy. Anzi credo che sia stata abbastanza ininfluente. Io volevo solo evidenziare che alcuni politici regionali del PD, che sedevano anche in Parlamento (e continueranno “purtroppo” a farlo!), non hanno certo aiutato Illy, ma anzi hanno contribuito a darlo in pasto alla destra.

  59. La Mula ha detto:

    Piuttosto vorrei aprire una discussione su una cosa particolarmente inquietante che sto seguendo. E siccome, pur potendolo fare (postare), non lo so fare, scrivo qui.

    Circa un mese fa un lavoratore del porto di Trieste ha perso una gamba e distrutto un braccio in un incidente sul lavoro. E’ emersa subito la necessità di arrivare quanto prima a delle regole di sicurezza che girellavano da mesi sui tavoli di operatori, sindacati e prefettura.

    Un invalido fa più effetto di un morto, surriscalda gli animi e nell’arco di pochissimi minuti i lavoratori riuniti in assemblea sono riusciti a farsi ricevere dal prefetto (e finalmente abbiamo un bravissimo prefetto) e ad accelerare la firma degli accordi.

    Premetto che parlo da persona presente ai fatti. La seconda assemblea è stata una cosa incredibile, tra mani tese in saluti fascisti e urla contro i sindacati che ricordavano molto i Blues Brothers mentre cantano dietro la rete metallica. Lavoratori.

    Per accontentarli tutti si è infilato nel pacchetto sicurezza (tre rappresentanti dei lavoratori liberi di muoversi nelle aree portuali per segnalare situazioni di pericolo e un responsabile sicurezza in ogni impresa, preparato e pagato dalle aziende)un curioso pacchetto ‘salariale’ che contempla il censimento dei lavoratori portuali al termine del quale nessuno sarà più autorizzato a lavorare in porto.

    E’ piaciuto a tutti ed è passato perchè di fondo un lavoratore interinale (con scarsa esperienza) è un lavoratore a rischio sicurezza, ma col plauso collettivo significa anche che si costituisce un nuovo Ordine, quello dei lavoratori portuali. Evviva il sindacato all’americana!

    A questo desolante spettacolo aggiungo alcuni particolari:
    1) il commento di Pacorini che ritiene che per la sicurezza in porto basta non farci entrare alcool (tradotto: i xè tuti imbriagoni’)
    2) il commento di Maneschi (Molo VII) sul monoquotidiano che in 4 giorni di sciopero ha perso 100.000 teu su i 600.000 annui (se la matematica non è un’opinione, non è che al VII si lavora 24 giorni in un anno?)
    3) l’ottimo commento di Bonicciolli ‘Mandatemi qualcuno con delega a firmare, non possiamo perdere tempo tutti’ (vado a memoria, ma il concetto era ‘Sti sindacati chi cavolo rappresentano? Li volete o no?’)
    4)una telefonata rancorosa da parte dei mitici nordestini in bianco che recriminavano sul fatto che i miei articoli (discussi e condivisi dal quotidiano) mettevano definitivamente in forse la conversione a Casarini & co. della Falange portuale.
    5) la scoperta dell’esistenza di interpreti tra lavoratori e sindacato. In particolare due persone, direi più che meravigliose, si sono prestate a mediare tra ‘i tavoli programmatici in previsione di un incontro’ e i ‘no vojo morir per il lavoro, no vojo far la fine de Sandro’.

    Uno di questi interpreti, l’altro ieri, mentre mi ragguagliava sugli sviluppi (a voi attenti lettori del monoquotidiano non sarà sicuramente sfuggita la notizia della perdita di legname al largo di Grado, fatto di enorme gravità dato con singolare e inusuale garbo per non disturbare la Sit)è esploso dicendo “Io ho un problema grave. Non so parlare bene”. E ha aggiunto “Noi abbiamo un problema grave…”

    L’aver fatto l’interprete dal triestino dei colleghi di lavoro nel triestino nobilitato di alcuni operatori economici e augusti sindacalisti gli ha permesso di capire che l’italiano serve per parlare anche col prefetto e persino, azzo, per parlare in triestino coi lavoratori. E’ una persona adorabile, che crede veramente in ciò che fa. Ed è anche una persona da cui in questo momento tutte le forze in campo non possono prescindere. Lo elimineranno sindacalizzandolo e insegnandogli a coniugare i tavoli programmatici con le forze in campo.
    Kiss e buon 25 aprile a tutti

  60. Giovanni Barbo ha detto:

    solo una puntualizzazione, perché questo davvero non mi pareva il punto più rilevante del post: non sono “contro la tutela del friulano” tout court, ma ho forti perplessità sull’impostazione che è stata data alla legge, con particolare riferimento al silenzio-assenso (con conseguenze sulla libertà e sull’emarginazione di chi decide esplicitamente di “non avvalersi”) e all’ipotesi di uso veicolare del friulano (anacronistico, con costi sproporzionati e in controtendenza rispetto alla via dell’innovazione che si era deciso felicemente di prendere).
    detto ciò, credo francamente che abbia influito poco sul voto. per questo mi sembrava uscire un po’ dal tono del post. tutto qua.

  61. Marisa ha detto:

    Per GIOVANNI BARBO,
    non intendo riprendere la pazzesca e assurda polemica letteralmente “inventata” sfruttando l’ignoranza dell’italiano medio, sia della legge statale italiana (L.482/99) che delle norme europee in materia di tutela delle minoranze linguistiche.

    Ignoranza (nel senso di ignorare, non conoscere) che ritrovo anche nel tuo commento precedente (SILENZIO-ASSENSO E USO VEICOLARE DEL FRIULANO). Se tu avessi, anche una sola volta, letto la L.482/99 (anzichè fidarti delle tante “strumentali” cavolate riportate sugli editoriali del Piccolo), avresti scoperto che al punto 1) dell’articolo 4 della L.482/99, APPROVATA DAL PARLAMENTO ITALIANO, è previsto l’insegnamento veicolare nella lingua tutelata.

    Così recita il punto 1) dell’art. 4 della L. 482/99:
    “Nelle scuole materne dei comuni di cui all’articolo 3, l’educazione linguistica prevede, accanto all’uso della lingua italiana, anche l’uso della lingua della minoranza per lo svolgimento delle attività educative. Nelle scuole elementari e nelle scuole secondarie di primo grado E’ PREVISTO L’USO ANCHE DELLA LINGUA DELLA MINORANZA COME STRUMENTO DI INSEGNAMENTO”

    Strumento d’insegnamento, significa….USO VEICOLARE!

    Come vedi, anche se dovessero cancellare la nuova legge regionale sulla lingua friulana (L.29/2007)…..l’uso veicolare della lingua friulana nelle scuole friulane continuerebbe comunque ad essere un obbligo di legge!
    Scommetto che nessuno te lo aveva ancora detto!

    Sapessi quante altre bugie ti sono state raccontate dai vari opinionisti che hanno scritto editoriali sul Piccolo di Trieste!

    SILENZIO-ASSENSO
    In realtà si tratta nulla di più che di un modesto DISSENSO INFORMATO.
    Una formula utilizzata ampiamente in tanti altri campi della vita pubblica italiana. Dall’insegnamento della religione a scuola, alla richiesta di autorizzazione o licenze pubbliche. Un modello che semplicemente “semplificata la vita” alle scuole sul piano burocratico. Ma i soliti “opinionisti” ci hanno costruito sopra le loro fortune di “scribacchini”.

    Compito della stampa dovrebbe essere quella di informare, ma Italia le cose paiono funzionare diversamente. E il tuo commento sopra riportato ne è la riprova.

    Ti saluto!

  62. La Mula ha detto:

    E tu, mia cara Marisa, non devi avere figli, se consideri normale routine il silenzio assenso sull’ora di religione. O, se li hai, li hai regolarmente iscritti all’ora di religione…
    Io ho passato anni a tentare di capire cosa dovevo fare, anche perchè alla fin fine sono i figli che decidono (se sei un minimino ‘aperto’). Per cui su due posso vantare anni di silenzio assenso, firme di dissenso giuste e sbagliate (con correzioni in zona cesarini), maggiori età integrative per raggiungere l’unico risultato possibile: due creature a cui della religione non frega assolutamente nulla.
    Divertitevi col friulano, io per fortuna con la scuola ho chiuso.

  63. Marisa ha detto:

    Ma come Francesca, tu che sei sempre informatissima su tutto e con un sorella insegnante, non sapevi dovevi mettere una crocetta?
    Ma dai!

    Comunque la formula del silenzio-assenso, per chi non lo sapesse, è stata usata anche pochi anni fa – CONSENZIENTI I SINDACATI – anche per la destinazione del TFR (i “soldini” che ci davano quando si diventava “pensionati”, la così chiamata LIQUIDAZIONE). In assenza di ESPLICITE indicazioni da parte del dipendente (la famosa crocetta!), se non indicavi specificatamente un Fondo di tua scelta….finivi nel Fondo creato allo scopo dall’INPS.
    Ossia, se non sceglievi (SILENZIO) entro una certa data, per legge veniva stabilito che ACCETTAVI il fondo offerto dall’INPS (ASSENSO).

    Che strano,…..nel caso sopra ricordato nessun sindacalista o politico, aveva protestato per il SILENZIO-ASSENSO!
    All’epoca, non ricordo alcuna polemica sulla stampa sulla difficoltà del dipendente a scegliere “informato”.

  64. enrico maria milic ha detto:

    un blog, in particolare un blog come questo, non è proprio rappresentativo della ggente a cui non gliene frega molto di tutti sti dibattiti sulla politica. quindi non lo prenderei a esempio proprio di niente, questo blog, se non di una discussione tra persone con una cultura sopra la media e interessate alla politica (una vera nicchia, ovviamente).

    la lettura dell’articolo di rovatti l’ho rimandata per i momenti di depressione: solo il titolo (qualcosa del tipo “la tv non sposta voti”) è altamente ilare e scollegato da qualsiasi analisi di risposta tra agenda dei media e flussi elettorali. del resto rovatti è solo interessante per un ambiente culturale dimenticato da dio come quello italiano. l’intervista a fedriga della lega, che abbiamo pubblicato ieri sera, in questo senso dimostra che alla lega ci capiscono parecchio di più rispetto a molti di quelli che scrivono qua, almeno per quanto riguarda il capire come funziona il voto.

    per quanto riguarda la legge sul friulano, ne ho già scritto ampiamente o direttamente o nei commenti di tutti i post (tantissimi) su bora.la dedicati a questo argomento. non credo di essere proprio caduto nel tranello di nessuno, casomai sei tu a rifocillarti di argomentazioni rousseauiane e illuministiche che, oltre a essere palesemente l’unica ideologia rimasta da imporre da quelli del PD al povero popolo, in un’epoca come questa sono sempre più inutili.

    molti di questi vostri commenti non fanno che sostenere il mio punto di vista:
    che quello che è giusto o sbagliato in politica, per voi, ha a che fare coi libri e gli opinionisti o i filosofi che vi piacciono e molto molto poco con le preoccupazioni della ggente.
    non che tutte le preoccupazioni della ggente vadano rappresentate così come sono, ammesso che sia possibile. ma che le preoccupazioni intellettuali e politiche debbano essere del tutto estranee a quello che viene percepito come politicamente rilevante dalla gggente… beh, questo è mostruoso.

    di questo passo, siamo arrivati al punto in cui il PD è maggioranza solo nel pubblico impiego e tra i pensionati. in nessun altro settore lavorativo è maggioranza. vorrà pur dire qualcosa?

    (p.s. ho vissuto per 9 anni a roma. non la prenderei come una città “bene” amministrata. al confronto trieste è vienna. la schifezza della pubblica amministrazione in quel della capitale è il motivo principale per cu non ho votato PD, cioè veltroni)

  65. lucio gruden ha detto:

    “Una comunità è viva per la sua capacità di contaminarsi”.
    La Mula.

    E’ viva se offre vita. Se sa contaminare, nel senso più esteso del termine, cioè di promuovere naturalmente e diattrarre a sé.

    Il Friuli VG, regione autonoma della specialità storico-economica (dopo la seconda guerra mondiale) ha malamente perduto un’occasione unica per dimostrarsi “vivo” nel nuovo contesto post-1989, e soprattutto in quello più recente “segnato” (la scelta del termine non è casuale) dall’entrata in Europa degli ultimi 10 Paesi, tra cui la Slovenia.
    Friuli come modello di nuova integrazione, ripristinando – e ristabilendolo – un innovativo rapporto Cittadino-Istituzioni, chedendo a queste ultime di fare un passo verso il primo e riconoscendo la propria autoreferenzialità abnorme.

    Già. partirei da qui. Dalle cose che non funzionano. Perché la logica delle maraniane “considerazioni burocratiche di politica nazionale” imperversa. Vhe victis, e ora dunque commenti a iosa del tipo “ve l’avevo detto” (ma a Roma si va anche a “rappresentare” o solo a “capire ciò che succede”?).

    Invece no. Bisognava, egregio Milic, conservare – per il tramite della nostra rappresentanza parlamentare (che ora è in discussione) – un’elevata presunzione di distanza “non-repubblicana/nazionale” e chiedere di differenziare il caso-Friuli. Sbagliato farlo sull’ideologia etno-linguistica? Bene, ma chi (e come?) ha contribuito a tale dibattito, contestando a Illy tale strategia (poi fallita)?
    Nessuno, mi pare. (Sul Pd mi taccio).

    Quindi ora tocchiamo con mano la nostra incapacità (filoasburgica?), perduta per sempre (con facil-Tondo e litania-Menia), di sfoderare una elevata presunzione di potere costituirsi a modello. Anzi, di essere un modello. Quello di efficiente e reale organizzazione territoriale, divina fucina, che lega assieme i nuovi Cittadini Europei. Per vaticinare e promuovere, con scelte di fatto e di diritto (leggasi anche, ma non solo, l’Euroregione), nuove forme di consapevole convivenza civile, di rispetto reciproco formale (su quello sostanziale non entrerei), di comune destino e interesse con il viciniore.
    Di nuovo Patto sociale.

    Tanto difficile ammettere che il gradualismo implicito nelle politiche riformiste, alle volte può (deve?) fare i conti anche con improvvisi cambiamenti di paradigma che richiedono capacità di tempestivo intervento?

    Ma ci vorrebbero i politici e non solo i militanti e i funzionari di partito che, come tali, fungono il partito nazionale e basta.

    Riverenti ossequi.

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